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LA MINORANZA INUTILE
Il capogruppo di centrodestra Locatelli ha avuto bisogno di venti
giorni per dare una risposta (in)sensata al volantino della maggioranza
che lo sfotteva (più ironicamente che politicamente a nostro avviso)
per essersi dato alla fuga assieme ai suoi colleghi pur di non votare
le due relazioni sui CVI presentate dalla maggioranza. Quando abbiamo
dato conto del consiglio comunale del primo settembre (con tutte le
difficoltà che abbiamo subìto per scaricarlo visto che la maggioranza
fa di tutto per non far sapere alla popolazione cosa combina il
consiglio) la minoranza non aveva nemmeno fatto cenno nella seduta (a
meno che la parte non sia stata censurata…) che “la procura della
Corte dei Conti potrebbe indagare se qualcuno segnalasse la cosa,
così come l'esclusione non chiara dalla gara dopo la manifestazione di
interesse per la gestione del Cvi 2 di un soggetto che avrebbe pagato
per gestirlo».
Una motivazione avanzata dopo tre settimane arriva fuori tempo massimo
e adombra una manina che “potrebbe” segnalare gli atti alla corte dei
conti. Chissà di chi è tale “manina” annunciata?. Non ha nemmeno
presentato prova dell'esistenza del soggetto disposto a gestire il CVI2.
(...)
NEL PAESE BELLO DA VIVERE CRESCOINO EDIFICI CURATI CON STERIOIDI ANABOLIZZANTI
Il paese bello da vivere sta diventando il paese degli edifici che
paiono edificati sotto l'effetto di steroidi anabolizzanti.
Volumetricamente sono diventati degli ecomostri rispetto a quelli
sostituiti. Letteralmente visto che è proprio la legge per cui sono
stati approvati questi nuovi edifici su nuove lottizzazioni e dopo la
demolizione ricostruzione di vecchi edifici. L'autorevole assessore
milanese all'urbanistica Pierfrancesco Maran che di solito è molto
attento a misurare toni e parole ha definito la legge regionale in
questione «un Pgt bis calato dell'alto che ha già fatto perdere al
Comune di Milano 30 milioni di oneri di urbanizzazione. L'incremento
del 20 per cento dell'indice massimo edificatorio » , è frutto di « un
approccio non urbanistico ma tipico di un macellaio impreciso ». Maran
sollecita quindi il consiglio comunale a una «discussione politica
forte» per stoppare le conseguenze della legge con una delibera che,
entro la fine dell'anno, «risponda alla Regione ed eviti indebiti
arricchimenti, visto che ci sono già 21 istanze di costruttori che nel
quadro della normativa regionale possono usufruirne ».
Nel paese bello da vivere è quindi tutto regolare fino a prova
contraria in quanto permesso dalla Legge regionale 26 novembre 2019 -
n.18 che indica: “Misure di semplificazione e incentivazione per la
rigenerazione urbana e territoriale, nonché per il recupero del
patrimonio edilizio esistente. Modifiche e integrazioni alla legge
regionale 11 marzo 2005, n. 12 (Legge per il governo del territorio) e
ad altre leggi regionali". La normativa individua misure di
incentivazione per promuovere i processi di rigenerazione urbana e il
recupero del patrimonio edilizio, attraverso modifiche alla legge per
il governo del territorio (l.r. n. 12/2005) e ad altre leggi regionali,
in coerenza con la legge per la riduzione del consumo di suolo (l.r. n.
31/2014).
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LA MINORANZA INUTILE
Il capogruppo di centrodestra Locatelli ha avuto bisogno di venti
giorni per dare una risposta (in)sensata al volantino della maggioranza
che lo sfotteva (più ironicamente che politicamente a nostro avviso)
per essersi dato alla fuga assieme ai suoi colleghi pur di non votare
le due relazioni sui CVI presentate dalla maggioranza. Quando abbiamo
dato conto del consiglio comunale del primo settembre (con tutte le
difficoltà che abbiamo subìto per scaricarlo visto che la maggioranza
fa di tutto per non far sapere alla popolazione cosa combina il
consiglio) la minoranza non aveva nemmeno fatto cenno nella seduta (a
meno che la parte non sia stata censurata…) che “la procura della
Corte dei Conti potrebbe indagare se qualcuno segnalasse la cosa,
così come l'esclusione non chiara dalla gara dopo la manifestazione di
interesse per la gestione del Cvi 2 di un soggetto che avrebbe pagato
per gestirlo».
Una motivazione avanzata dopo tre settimane arriva fuori tempo massimo
e adombra una manina che “potrebbe” segnalare gli atti alla corte
dei conti. Chissà di chi è tale “manina” annunciata?. Non ha nemmeno
presentato prova dell'esistenza del soggetto disposto a gestire il CVI2.
Riassunto:
- Quando la maggioranza ha annunciato che dava un
incarico a un professionista di sua fiducia per fare i PEF (piani
economici finanziari) del CVI2 e poi del CVI1 la minoranza doveva
chiedere che tali studi fossero redatti da un tecnico di maggioranza,
uno di minoranza e un terzo di nomina comune da parte dei due visto che
i CVI sono beni “comuni”.
- Visto l'errore “casuale” che la dirigente dei
servizi sociali aveva GIA' compiuto nella modifica errata delle
convenzione tra comune e Polisportiva, la minoranza DOVEVA
chiedere la stessa dirigente si astenesse da ulteriori atti in tema.
- Palesemente TUTTA la commissione sport era in
conflitto d'interessi visto che rappresentava soggetti interessati
storicamente a usufruire degli impianti. Il conflitto di interessi non
è mai roba per la sensibilità di Vivere Curno.
- Palesemente i due PEF non stavano in piedi già alla
prima lettura: come cavolo si fa a interpellare uno che non sa nulla
della situazione per fare un PEF?
- Tutta la messinscena commercial aziendalistica
–relitto della cultura universitaria degli anni '80 sfociata nella mega
crisi del 2008- messa in piedi dalla Gamba invocando le superiori
direttive dell'UE unitamente alla perdurante crisi economica ed al
sopravvenuto covid19 si sono dimostrate del tutto errate. Ofelè
fa el 'to mestè!. Anzi: vai a pulire i parabrezza agli incroci.
- Scandaloso che la maggioranza abbia utilizzato
massicciamente i soldi ricevuti dal Comune per covid19 per la
ricostruzione (neanche una ristrutturazione: una RIcostruzione) dei due
centri sportivi. Mors tua vita mea: meglio non commentare. Una
sessantina di morti hanno lasciato una eredità di un milione di euro ai
Curnesi.
- Il sistema tariffario premiale per i residenti è
illegittimo dal momento che la massima parte dei fondi impiegati per la
ricostruzione è di origine nazionale regionale.
- Evidente la svolta di 360° della maggioranza –in
meno di un anno!- tra i primi passi sul CVI2 rispetto la decisione del
primo settembre di un anno dopo. Prima la maggioranza era partita
coll'idea che chi prendeva in mano i due CVI avrebbe dovuto metterci
dei soldi propri (850mila euro nel SOLO CVI2!) per la ristrutturazione
salvo vederseli scontare con due decenni di affitto. Ne la
maggioranza ne il redattore del PEF avevano avuto la professionalità di
capire che l'operazione era impossibile perché nessuna banca avrebbe
finanziato operazioni del genere: rifare nel 2020 la cinquecento del
1957 è una roba da chiodi.
- Alla maggioranza è andata di fondoschiena per
l'avvento del covid19 per la massa di soldi che le sono piovuti addosso
(quasi un milione di euro: e sono tutti debito pubblico…) che,
unitamente a dei residui ex oneri urbanistica (consumo di suolo
dal suo PGT) e ad un finanziamento pubblico (una robetta da mezzo
milione di euro) ha potuto ribaltare la situazione: anziché essere il
futuro gestore a investire soldi suoi per la ristrutturazione, la
ristrutturazione se l'é accollata il Comune ed alla fine ha deciso
che “affitterà” i due CVI.
- C'è da scommettere che i due CVI finiscano ancora
in mano alle due società sportive attuali dal momento che nessun
imprenditore con due dita di professionalità si mette a gestire due
ruderi rimessi a nuovo. Una soluzione ideale per la maggioranza per
ricuccarsi i voti dei cittadini pagati col debito pubblico accollato a
tutti gli italiani.
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NEL PAESE BELLO DA VIVERE CRESCOINO EDIFICI CURATI CON STERIOIDI ANABOLIZZANTI
Il paese bello da vivere sta diventando il paese degli edifici che
paiono edificati sotto l'effetto di steroidi anabolizzanti.
Volumetricamente sono diventati degli ecomostri rispetto a quelli
sostituiti. Letteralmente visto che è proprio la legge per cui sono
stati approvati questi nuovi edifici su nuove lottizzazioni e dopo la
demolizione ricostruzione di vecchi edifici. L'autorevole assessore
milanese all'urbanistica Pierfrancesco Maran che di solito è molto
attento a misurare toni e parole ha definito la legge regionale in
questione «un Pgt bis calato dell'alto che ha già fatto perdere al
Comune di Milano 30 milioni di oneri di urbanizzazione. L'incremento
del 20 per cento dell'indice massimo edificatorio » , è frutto di « un
approccio non urbanistico ma tipico di un macellaio impreciso ». Maran
sollecita quindi il consiglio comunale a una «discussione politica
forte» per stoppare le conseguenze della legge con una delibera che,
entro la fine dell'anno, «risponda alla Regione ed eviti indebiti
arricchimenti, visto che ci sono già 21 istanze di costruttori che nel
quadro della normativa regionale possono usufruirne ».
Nel paese bello da vivere è quindi tutto regolare fino a prova
contraria in quanto permesso dalla Legge regionale 26 novembre 2019 -
n.18 che indica: “Misure di semplificazione e incentivazione per la
rigenerazione urbana e territoriale, nonché per il recupero del
patrimonio edilizio esistente. Modifiche e integrazioni alla legge
regionale 11 marzo 2005, n. 12 (Legge per il governo del territorio) e
ad altre leggi regionali". La normativa individua misure di
incentivazione per promuovere i processi di rigenerazione urbana e il
recupero del patrimonio edilizio, attraverso modifiche alla legge per
il governo del territorio (l.r. n. 12/2005) e ad altre leggi regionali,
in coerenza con la legge per la riduzione del consumo di suolo (l.r. n.
31/2014).
Le modifiche alla l.r. n. 12/2005 comprendono oltre alla messa a
sistema delle disposizioni relative alla rigenerazione urbana, vale a
dire incentivi applicabili a tutto il patrimonio edilizio esistente
incremento fino al 20% dell'indice di edificabilità massimo previsto
dal PGT per gli interventi sul patrimonio edilizio esistente che
perseguano le finalità di elevata qualità edilizia e ambientale. Per
l'utilizzo degli incrementi è consentita la deroga all'altezza massima
prevista nei PGT (nel limite del 20%), alle norme quantitative,
morfologiche, sulle tipologie di intervento e sulle distanze previste
dai PGT e ai regolamenti comunali, fatte salve le norme statali e
quelle sui requisiti igienico sanitari. Ai Comuni viene lasciata la
facoltà di escludere, per specifiche esigenze
di tutela paesaggistica, eventuali aree o singoli immobili dalle
deroghe. Per i Comuni sopra i 5.000 abitanti i diritti edificatori
derivanti dagli incrementi sono sempre commerciabili. Viene prevista
anche la possibilità di perequazione intercomunale.
L'ultimo capoverso è importante perché i Comuni più onesti ed avveduti
potevano decidere (entro una certa data) un provvedimento con
l'individuazione delle aree o degli edifici esclusi da questo vantaggio
concesso dalla legge regionale.
La legge regionale consete in particolare:
l'abbattimento del 60% degli oneri di urbanizzazione, con
possibilità per i Comuni di ulteriori riduzioni, per gli interventi di
ristrutturazione edilizia nonché di demolizione e ricostruzione, anche
con diversa sagoma e/o di ampliamento mediante l'utilizzo di premialità
dei diritti edificatori (non si applica alle istanze di permesso di
costruire o di piano attuativo già presentate all'entrata in vigore
della legge);
ulteriori riduzioni degli oneri di urbanizzazione e del contributo sul costo di
costruzione, interventi che promuovono l'efficientamento energetico, (…), la
mobilità sostenibile, il tracciamento dei rifiuti e dei sottoprodotti di cantiere; la
quantificazione della riduzione sarà definita con successiva delibera
di Giunta regionale, la quale consentirà una modulazione da parte del
Comune.
Dulcis in fundo giovedì 14 maggio 2020 in piena pandemia la
Direzione Generale Territorio e protezione civile della Regione
Lombardia emette la Circolare regionale 12 maggio 2020 - n. 5
Proroga dei termini per gli adempimenti comunali previsti dalla l.r. 26
novembre 2019, n. 18 «Misure di semplificazione e incentivazione per la
rigenerazione urbana e territoriale, nonché per il recupero del
patrimonio edilizio esistente. Modifiche e integrazioni alla legge
regionale 11 marzo 2005, n. 12 (legge per il governo del territorio) e
ad altre leggi regionali».
Tra le numerose proroghe permesse c'è questa: per i comuni con
popolazione inferiore ai 20.000 abitanti, individuazione con delibera
di Consiglio comunale da approvare entro sei mesi dall'entrata in
vigore della l.r. n. 18/2019(14 dicembre 2019), delle aree escluse
dall'applicazione delle deroghe e degli incentivi volumetrici
previsti dai commi 5 e 10 dell'art. 40 bis (rif. l.r. 12/05, art. 40
bis, c.l.- l.r. 18/19,art.4,c. 1 lett.a). che sposta la scadenza
secondo la l.r. 18/19:14 giugno 2020 al 30 settembre 2020.
Il Comune du Curno non ha approvato la tavola con l'indicazione delle
“aree escluse dall'applicazione delle deroghe e degli incentivi
volumetrici previsti dai commi 5 e 10 dell'art. 40 bis (rif. l.r.
12/05, art. 40 bis, c.l.- l.r. 18/19,art.4,c. 1 lett.a)”.
Vale a dire il festival degli incrementi volumetrici e dell'autoriduzione degli oneri si può fare dappertutto.
Dagli atti pubblicati finora NON risulta che ne l'assessore Conti ne il
capogruppo di minoranza Locatelli che sono due professionisti del
settore edilizia privata abbiano mai posto in discussione la necessità
di azzerare ogni possibilità consentita dalla predetta legge regionale
sia relativamente agli incrementi volumetrici che alla riduzione degli
oneri. L'unico accenno che resta agli atti è una dichiarazione
dell'ass. Conti circa un intervento in via Marigolda che oltre ad avere
fatto fuori quattro tigli di oltre mezzo secolo d'età (di
proprietà comunale) parrebbe avere molte delle caratteristiche premiali
previste da questa legge regionale.
Non c'è stata nessuna interrogazione ne da parte delle minoranze ne da
parte della maggioranza (hai voglia: se qualcuno apre bocca senza il
permesso della sindaca viene decollato all'atto!) nemmeno rispetto alla
riduzione degli oneri che ne deriverebbe al Comune. Argomento cui
la sindaca pare essere assai sensibile vista la sua fame di soldi
per spese clientelari.
Del resto basta fare un giro per il paese dove sono in atto nuoce
costruzioni o nuovi rifacimenti per vedere come -esempio in
via DeAmicis- sia cresciuto un edificio del tutto “fuori scala”
rispetto alla situazione precedente e se tanto mi da tanto, tutti gli
edifici privati potrebbero subire questo abnorme crescita volumetrica
dando origine ad una situazione che assomiglia più a un basso
napoletano che a un paese bello da vivere.
Pensiamo solo a che macello succederebbe alla Marigolda visto che
quegli edifici arrivano ormai tutti al mezzo secolo d'età.
Oltre a questo basta pensare che se adesso abbiamo una popolazione di
7500 abitanti, se venisse applicata a tappeto questa legge, in
pochissimi anni potremmo arrivare a 9-10mila abitanti con la
conseguenza che nessuno dei servizi esistenti basterebbe per tale mole
di popolazione: per fortuna che la natalità è bassa e la strage
del covid 19 ha alleggerito le classi d'età più alte oltre a ridurre
ulteriormente le nascite dell'anno a venire.
Da adesso stiamo in attesa che i due tecnici del consiglio
comunale abbiano il coraggio di affrontare il proprio interno
conflitto di interessi e pongano all'ordine del giorno questo problema
anche per il paese bello da vivere. Ne dubitiamo.
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