A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1276 DEL 17SETTEMBRE 2020
























































Di cosa parliamo in questa pagina.


















DOMANI TUTTI POSITIVI




CURNO SPENDERÀ1,7 MILIONI PER I DUE CVI
MA IL COMUNE NON HA UN EDIFICIO PROPRIO
PER LA SCUOLA MATERNA
Intanto accade che qualche pezzo di solaio delle scuole antiche “scodelli” precipitando i calcinacci sui banchi e quindi il comune corra a rabberciare un controsoffitto alla meglio. Non ricordiamo nemmeno se alla scuola media abbiano realizzato il cappotto e sostituito i serramenti originali con sistemi più ecologici.
In compenso abbiamo il nido e la scuola materna privati convenzionati, uno dei quali, vecchio di un secolo, sta sul principale incrocio cittadino tanto per abituare l'infanzia alla giusta dose di gas di scarico che  aspireranno a pieni polmoni (anche) da adulti.
Adesso poi siamo reduci da sei sette mesi di pandemia e sarà interessante verificare quante saranno le nascite a partire dal mese di dicembre di quest'anno in avanti visto che finora non sono state fatte ricerche se la quarantena abbia incrementato  le fecondazioni oppure le abbia ridotte  e di quanto.
(...)

MI SA CHE L'ART.3 E' ILLEGITTIMO
Sono state pubblicate (ieri, 16 settembre) le due relazioni illustrative delle ragioni e della sussistenza dei requisiti previsti per l'affidamento del servizio di gestione dei Centri Vivere Insieme 1 e 2 che erano state approvate dalla sola maggioranza nella seduta del consiglio comunale del primo settembre. La sindaca Gamba in consiglio ha precisato che sostanzialmente le due relazioni hanno accolto il 90% delle decisioni della c.d. Commissione Sport.
NON sono state pubblicati gli studi dell'esperto nominato dalla maggioranza  nei quali sono indicati quelli che potenzialmente sarebbero i ricavi (in 10+5 anni al lordo dell'IVA) dei due CVI. L'”esperto” della maggioranza ha calcolato un incasso lordo  di 5,4 milioni per il CVI1 corrispondenti brutalmente a 1.028 euro al giorno mentre per il CVI2 prospetta ricavi per 5,0 milioni  vale a dire 952 euro al giorno.
Le differenze degli incassi lordi previsti derivano dalla diverso numero di impianti presenti rispettivamente nei di CVI e per la presenza del bar nel CVI2.
Una maggioranza che sproloquia ogni 999x1000 di CONDIVISIONE con l'Universo avrebbe dovuto nominare due esperti per fare quei conteggi: uno di maggioranza ed uno di minoranza. Semmai la minoranza fosse stata così intelligente da accettare la sfida: fatto di cui dubitiamo assai.
La  delibera prevede una sterminata serie di riduzioni dei costi di accesso all'utilizzo degli impianti a seconda dell'origine dell'utente e della sua iscrizione o meno ad una società sportiva indigena.
(...)

SVEGLIA E ADOS COI FER!
La maggioranza e le due società sportive curnesi possono ringraziare con una Messa Granda  il covid 19 che ha fatto arrivare al Comune una vagonata di euro che finiranno tutti nel completo rifacimento degli impianti sportivi. Non bastassero questi hanno dato fondo a gran parte degli avanzi di bilancio ed allo zuccherone di un po' di oneri. Siccome siamo italiani è evidente che pecunia non olet anche se puzza parecchio dei morti di covid19: non tutte le disgrazie vengono per nuocere (perlomeno chi resta in vita).
Le due delibere della maggioranza sui CVI aprono  due sterminate praterie alle due società sportive per rimettere o mantenere in mano i due CVI2 completamente rimessi a nuovo a spese dello stato e della cittadinanza e per pochi soldi di affitto accompagnato da un lauto rimborso. Per di più.
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le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!































































































































































































































CURNO SPENDERÀ1,7 MILIONI PER I DUE CVI
MA IL COMUNE NON HA UN EDIFICIO PROPRIO
PER LA SCUOLA MATERNA
Intanto accade che qualche pezzo di solaio delle scuole antiche “scodelli” precipitando i calcinacci sui banchi e quindi il comune corra a rabberciare un controsoffitto alla meglio. Non ricordiamo nemmeno se alla scuola media abbiano realizzato il cappotto e sostituito i serramenti originali con sistemi più ecologici.
In compenso abbiamo il nido e la scuola materna privati convenzionati, uno dei quali, vecchio di un secolo, sta sul principale incrocio cittadino tanto per abituare l'infanzia alla giusta dose di gas di scarico che  aspireranno a pieni polmoni (anche) da adulti.

Adesso poi siamo reduci da sei sette mesi di pandemia e sarà interessante verificare quante saranno le nascite a partire dal mese di dicembre di quest'anno in avanti visto che finora non sono state fatte ricerche se la quarantena abbia incrementato  le fecondazioni oppure le abbia ridotte  e di quanto.
Scriveva La Stampa l'11 febbraio di quest'anno: “nel 2019 è stato registrato il livello più basso di "ricambio naturale" degli ultimi 102 anni. A fronte di 435mila nati vivi, sono stati registrati 647mila decessi. Il numero medio di figli per donna è di 1,29, mentre è di 32,1 anni l'età media al parto.  Circa un quinto delle nascite registrate nel 2019 è da madre straniera. Tra queste, pari a un totale di 85 mila, 63 mila sono quelle prodotte con partner straniero (che quindi incrementano il numero di nati in Italia con cittadinanza estera), 22 mila quelle con partner italiano. Nel 2019, come ormai da qualche anno, la fecondità più elevata si manifesta nel Nord del Paese (1,36 figli per donna), ben davanti a quella del Mezzogiorno (1,26) e del Centro (1,25). Il primato della zona più prolifica spetta alla provincia di Bolzano con 1,69 figli per donna, che precede Trento con 1,43”.
Noi stimiamo che dal dicembre 2020 e poi nel 2021 le nascite crolleranno a un terzo di quelle del 2019. Il covid19  consegnerà all'Italia 150mila neonati e siccome anche la mortalità degli anziani risulterà nettamente aumentata, il saldo negativo  sarà elevatissimo. Cioè perderemo in due anni 2021-2022 almeno 200-300mila nascite. Che la faccenda sia messa malissimo lo si nota anche dal fatto che finora NON sono stati pubblicati dei dati su ricerche: quante donne sono gravide   alla fine di agosto 2020? E forse  non ne hanno nemmeno effettuate.
Evidente quindi che le scuole private  convenzionate col comune per dare il primo servizio scolastico all'infanzia si troveranno senza ospiti e non è detto che chiudano, creando difficoltà anche per iscrivervi i pochi posti che conserveranno disponibili.
Dopo di che un Comune ed una maggioranza consigliare composta in massima parte di donne ed una giunta pure molto femminile che non si siano poste questo problema: quante madri incinte abbiamo al tempo del covid19? Quanti bambini avremo negli anni futuri? Fa capire quanti importi il tema demografico a queste amministratrici al di la  dell'inventarsi corsi corsini corsetti  da assegnare in appalto alle solite coop dei quali si comprende benissimo l'intento elettorale  e il disinteresse nel verificare quante donne lavorino, quanto lavoruino, se abbiano davvero bisogno dei corsi parcheggio che si inventano i signorini e le madamine al governo oppure di qualcosa di meglio, più aderente ai reali bisogni piuttosto che il rieditare cose  inventate un quarto di secolo or sono cui hanno solo cambiato il nome.
Ultimo ma in realtà primo, è la questione che il Comune non ha un edificio di proprietà comunale da affidare in gestione per farvi un nido ed una materna. Se domani i privati che fanno questo servizio dovessero smettere perché non ci sono più iscritti o sono ridotti a poche unità, lasciano a casa anche i pochi ragazzini rimasti?.
Tempo fa avevamo proposto che il comune e il privato che gestisce la S.G.Bosco si scambiassero l'edificio di Piazza del Comune con la vecchia Rodari. Il Comune avrebbe adattato tutta la vecchia Rodari per la nuova destinazione scolastica (la struttura fisica delle vecchia Rodari è eccellente) mentre nell'attuale S.G. Bosco si inseriva ai gruppo anziani ed altri servizi verso i cittadini. Lo scambio non sarebbe stato definitivo ma sarebbe consistito in un affitto reciproco dei due edifici di lunga durata al prezzo simbolico di mille euro l'anno.
Per poco non abbiamo subito una fucilazione da parte di Vivere Insieme.

MI SA CHE L'ART.3 E' ILLEGITTIMO


Sono state pubblicate (ieri, 16 settembre) le due relazioni illustrative delle ragioni e della sussistenza dei requisiti previsti per l'affidamento del servizio di gestione dei Centri Vivere Insieme 1 e 2 che erano state approvate dalla sola maggioranza nella seduta del consiglio comunale del primo settembre. La sindaca Gamba in consiglio ha precisato che sostanzialmente le due relazioni hanno accolto il 90% delle decisioni della c.d. Commissione Sport.
NON sono state pubblicati gli studi dell'esperto nominato dalla maggioranza  nei quali sono indicati quelli che potenzialmente sarebbero i ricavi (in 10+5 anni al lordo dell'IVA) dei due CVI. L'”esperto” della maggioranza ha calcolato un incasso lordo  di 5,4 milioni per il CVI1 corrispondenti brutalmente a 1.028 euro al giorno mentre per il CVI2 prospetta ricavi per 5,0 milioni  vale a dire 952 euro al giorno.

Le differenze degli incassi lordi previsti derivano dalla diverso numero di impianti presenti rispettivamente nei di CVI e per la presenza del bar nel CVI2.

Una maggioranza che sproloquia ogni 999x1000 di CONDIVISIONE con l'Universo avrebbe dovuto nominare due esperti per fare quei conteggi: uno di maggioranza ed uno di minoranza. Semmai la minoranza fosse stata così intelligente da accettare la sfida: fatto di cui dubitiamo assai.

La  delibera prevede una sterminata serie di riduzioni dei costi di accesso all'utilizzo degli impianti a seconda dell'origine dell'utente e della sua iscrizione o meno ad una società sportiva indigena.

 Il meccanismo di assegnazione prevede  ovviamente offerte in aumento sulla rata minimo di affitto prevista dallo studio del tecnico della maggioranza (11mila per il CVI1 e 20mila per il CVI2) e vista la presenza di tariffe agevolate la maggioranza ha deciso compensazione dei mancati introiti della tariffa piena (che viene decisa dal gestore) fino a 15 mila euro per il CVI1 e 5mila euro per il CVI2.
Non poteva mancare la graffiata burocratica per mostre che il Comune fa la faccia cattiva: “Entro il mese di febbraio di ogni anno il Concessionario dovrà rendicontare in modo dettagliato i ricavi determinati dall'applicazione delle tariffe agevolate sulle attività dell'anno precedente. Il contributo annuale massimo che il Comune corrisponderà di anno in anno, da erogarsi in due rate annuali (febbraio- settembre), è quantificato in complessivi Euro XX.000,00 (Contributo annuo a base di gara), da ridursi della percentuale di sconto offerta in sede di gara, oltre IVA se ed in quanto dovuta. Il contributo sarà erogato solo previa presentazione della rendicontazione ed in assenza di debiti pregressi con l'amministrazione.”

A nostro avviso (quasi) tutto l'art. 3 delle due delibere approvate è illegittimo per almeno due ragioni.
La prima ragione è che la completa ristrutturazione dei due CVI (per un ammontare prossimo ad 1,8 milioni ma che –sommando tutto il resto- è piuttosto vicino a due milioni di euro) è finanziato sia da avanzo di amministrazione ma soprattutto dal credito sportivo e dalle somme ricevute dal Comune per la pandemia. Diciamo che siamo in proporzione di 1:4 per le entrate comunali rispetto alle entrate di stato regione protezione civile.
Questo stato delle cose impedisce al Comune di effettuare il rimborso dei mancati introiti dell'affittuario per la concessione degli impianti con vari livelli di sconto alla platea dei residenti.
Quei 15 e 5 mila euro massimi che il Comune vorrebbe restituire all'affittuario figurano nella legislazione europea come “aiuti di stato” ad una impresa e sono vietati in condizioni normali. Un conto che il Comune dia un contributo al singolo cittadino per l'accesso al servizio ed altro conto che lo dia al gestore.

La seconda ragione per cui la delibera, almeno buona parte dell'art. 3 è illegittima, sta nel fatto che essendo impianti la cui ristrutturazione da cima a fondo è fatta con fondi nazionali e regionali, non possono essere create corsie preferenziali per l'accesso . Vale a dire che tutti gli italiani debbono potere acceder in base al momento di prenotazione e non in subordine al fatto che  sia residente a Curno piuttosto che a Linosa.
E' la stessa situazione della case popolari di via Sant'Jesus: per costruirle il comune ha ricevuto aiuti dallo stato ma  l'occupazione degli appartamenti non è riservata a condizioni più favorevoli per i curnesi rispetto al resto  dei cittadini. Chi è avanti in graduatoria ottiene la casa prima di chi sta al secondo terzo quarto posto.

ADOS COI FER!


La maggioranza e le due società sportive curnesi possono ringraziare con una Messa Granda  il covid 19 che ha fatto arrivare al Comune una vagonata di euro che finiranno tutti nel completo rifacimento degli impianti sportivi. Non bastassero questi hanno dato fondo a gran parte degli avanzi di bilancio ed allo zuccherone di un po' di oneri. Siccome siamo italiani è evidente che pecunia non olet anche se puzza parecchio dei morti di covid19: non tutte le disgrazie vengono per nuocere (perlomeno chi resta in vita).
Le due delibere della maggioranza sui CVI aprono  due sterminate praterie alle due società sportive per rimettere o mantenere in mano i due CVI2 completamente rimessi a nuovo a spese dello stato e della cittadinanza e per pochi soldi di affitto accompagnato da un lauto rimborso. Per di più.
Il messaggio della sindaca è stato chiaro: le due delibere rispecchiano al 90% le scelte della Commissione Sport. Quindi –se l'avete capita, datevi da fare a zompare addosso al malloppo. I campi da tennis sono una preda eccellente. E il resto? Meglio che niente.
Occhio croce la maggioranza  dopo tanto fanfaronare sulla privatizzazione dei CVI che sarebbe imposta dall'UE ha deciso di RIprivatizzarli restituendoli con un contratto ancora meno oneroso di prima alle stesse società che lo gestivano e gestiscono.
La maggioranza fa un uso distorto delle leggi che in tutta Europa cercano di rimettere in sesto le situazioni dei  conti dei paesi più indebitati. Basta vedere come applica la legge sugli appalti per capire com'é che invece di inseguire il miglior risultato  mettendo in concorrenza più prestatori appena può spezzetta la fornitura o i lavori (vedi i mille progetti studi per la storiaccia della pista ciclabile e la passerella sul Quisa). E se non può ecco delegare al funzionario la scelta tra pochi operatori come fosse  cucina nostrana anziché fare un appalto aperto a tutti. Dicono per accelerare i tempi ma questa non pare l'idea della minoranza, che pure “dovrebbe” condividere in silenzio il modus operandi. Che sia un doppio gioco per finta?.
Intanto il comune va a buttare due milioni di euro in due doppioni quando non solo non ha l'edificio della scuola 0-6 anni ma non ha nemmeno un giardino pubblico che sia definibile come tale. Per non parlare delle piste ciclabili.