|
|
|
|
QUELLO CHE STA SUCCEDENDO COI CVI
È ESATTAMENTE LA STESSA STORIA
DELLE PRIVATIZZAZIONI ALL’ITALIANA
Quello che sta avvenendo a livello nazionale dove le autostrade tornano
in mano pubblica dopo che decenni di mancato controllo dello Stato sui
doveri dei neopadroni-gestori sono mancati fino alla 43 vittime di
Genova; oppure la rete telefonica nazionale in fibra che torna in mano
pubblica ma realmente negli artigli di una società francese (che in
Europa hanno più amici di noi italiani…). Senza dimenticare i
prosciutti – nel 1993 lo Stato vendeva la SME- adesso l'AMCO che è una
società interamente pubblica compra la Ferrarini leader del cotto.
Lo Stato si ricompra l'Alitalia, dopo che già abbiamo buttato una
decina di miliardi in quella fornace. Così, invece di ricomprarla, ne
fa una nuova di zecca mettendoci dentro ancora 3 miliardi. Tanto per
rinverdire un fiorente passato, rimette in pista una compagnia di
bandiera dopo aver comprato il 18% di Webuild, il più grande gruppo di
costruzioni italiano: e il ricordo corre inevitabilmente all'ltalstat.
Già, Italstat e Alitalia, i simboli dell'epoca d'oro dello Stato
imprenditore. E dopo aver ricomprato Autostrade, Alitalia. imprese di
costruzione e chissà quanto altro, perché non riprendersi l'acciaio,
cioè l'Uva? Magari anche a caro prezzo, dopo averla quasi regalata ai
Riva a metà degli anni Novanta.
(...)
PROVE DI INFEZIONE DA COVID19
PRIMA CHE COMINCI LA SCUOLA
Quando si fanno cacchiate in malafede, non c’è nulla di meglio che
specchiargliele in faccia per mostrare la modestia dell’intelligenza.
Uela! si profila un grande autunno culturale a Curno !.
Si comincia col Concorso di Poesia a tema libero 2.a Edizione Anno
2020 per la cui partecipazione occorre versare l'obolo di 10 euro ad
apposito IBAN per le spese organizzative. Sono previste 2 sezioni: A:
riservata a tutti i maggiorenni residenti nella provincia di Bergamo B:
“Poeti del territorio” maggiorenni residenti nel comune di Curno.
Generosissimi ovviamente i premi anche se contenuti tenendo presente la
pandemia in corso e previo obolo alla stupefacente sanità lombarda:
Premi sezione A: 1° premio €200 - 2°premio €150 - 3°premio €100 Sezione
B: premio € 100.
Ci avvertono anche che la giuria sarà composta da esponenti locali del
mondo della cultura, docenza scolastica e informazione. Mica chiamano
uno Sgarbi o un don Zanchi che non hanno la laurea all’UniBG.
(...)
DA ESSERE INCAZZATI NERISSIMI
Un'idea del genere non poteva che venire a un sindaco piddino
nientemeno che segretario provinciale del PD. E al WWF che ormai è alla
deriva culturale dell'ambientalismo su carta patinata. Ma –proprio
perché siamo a Scanzorosciate e basta fare un giro per il territorio ed
osservare il bello (e il meno bello) che ancora vi permane- l'idea
stessa di “ridurre” in 100 mq la natura, cioè di rifare un “bigino”
della Creazione, solo a degli stolti poteva venire. Ormai è una moda:
dalla Valle della Biodiversità ad Astino fino a questo di Scanzo
oppure agli pseudo orti in molte scuole. Cioè: pensate ad un comune che
ha la rara fortuna di stare quasi tutto in collina, con una varietà di
coltivazioni estremamente elevata (magari eccessiva...), che s'inventa
una cosa del genere. Come immaginare che alla Ferrari venga in mente di
creare una sulk (uno dei primi scooter cabinati a quattro ruote col
motore 50cc a due tempi). E poi pensare che la Ferrari insegni ai suoi
meccanici a montare e riparare le 12 cilindri partendo dal due tempi
del sulk. Ovviamente gli-le insegnanti loderanno questa iniziativa ed
avranno degli orgasmi a ripetizione- uno lo si legge anche
nell'articolo di L'Eco- perché non si sporcheranno le scarpine e
nemmeno l'abitino ed avranno la coscienza tranquilla di avere fatto al
meglio il proprio dovere.
(...)
|
|
PDF: 5,0 Mb
|
|
|
|
|
QUELLO CHE STA SUCCEDENDO COI CVI
È ESATTAMENTE LA STESSA STORIA
DELLE PRIVATIZZAZIONI ALL’ITALIANA
Quello che sta avvenendo a livello nazionale dove le autostrade tornano
in mano pubblica dopo che decenni di mancato controllo dello Stato sui
doveri dei neopadroni-gestori sono mancati fino alla 43 vittime di
Genova; oppure la rete telefonica nazionale in fibra che torna in mano
pubblica ma realmente negli artigli di una società francese (che in
Europa hanno più amici di noi italiani…). Senza dimenticare i
prosciutti – nel 1993 lo Stato vendeva la SME- adesso l'AMCO che è una
società interamente pubblica compra la Ferrarini leader del cotto.
Lo Stato si ricompra l'Alitalia, dopo che già abbiamo buttato una
decina di miliardi in quella fornace. Così, invece di ricomprarla, ne
fa una nuova di zecca mettendoci dentro ancora 3 miliardi. Tanto per
rinverdire un fiorente passato, rimette in pista una compagnia di
bandiera dopo aver comprato il 18% di Webuild, il più grande gruppo di
costruzioni italiano: e il ricordo corre inevitabilmente all'ltalstat.
Già, Italstat e Alitalia, i simboli dell'epoca d'oro dello Stato
imprenditore. E dopo aver ricomprato Autostrade, Alitalia. imprese di
costruzione e chissà quanto altro, perché non riprendersi l'acciaio,
cioè l'Uva? Magari anche a caro prezzo, dopo averla quasi regalata ai
Riva a metà degli anni Novanta.
Quello che la giunta Gamba sta percorrendo è esattamene un percorso
parallelo-identico coi Centri Vivere Insieme. Il Comune dopo averli
sostanzialmente abbandonati –fin dal lontano 1970 con la DC allora
imperante e pure PCI e PSI a votare all'unanimità le convenzioni- nelle
mani di due gruppi sportivi ai quali non ha mai chiesto un Bilancio
Certificato, arrivati al dunque con due centri sostanzialmente
obsoleti, fuori mercato, quasi cadenti (perchè costruiti malissimo) e
necessitanti di poderosi investimenti (la giunta Gamba ne farà
per almeno un milione di euro usando i fondi ex covid19 o meglio: con
una giravolta contabile) la Gamba parandosi le spalle dietro una
legislazione europea che esiste da un decennio giustifica prima la
vendita degli stessi e poi la ripresa in carico – quello del CVI2 è già
in mano del Comune- degli stessi. Non bastava l'invocazione della
legislazione obsoleta si fa fare dei PEF che le gare successive
smentiranno come del tutto inattendibili: alla gara non parteciperà
nessuna società e sentendo i pareri dei vecchi gestori (che bene o male
i conti li conoscevano meglio degli improvvisati redattori dei mitici
PEF) erano validi come un intervento chirurgico affidato a un
macellaio.
Le convenzioni con cui i passati governi curnesi di destra centro
sinistra avevano assegnato ai due gruppi sportivi la gestione dei due
CVI era sostanzialmente una privatizzazione senza nemmeno riscuotere
una lira ma godendosi come ritorno i generosi consensi politici. Mica
per nulla le convenzioni erano sempre votate da maggioranza ed
opposizione: tutto grasso che colava. Salvo che come tutti ma proprio
tutti gli investimenti del Comune di Curno sono stati fatti non solo
col braccino corto ma soprattutto assegnando progetti lavori non al
meglio del mercato ma attraverso finte gare dove si sapeva già prima
chi avrebbe vinto: tanto è vero che molti non partecipavano nemmeno
alla gara per non perdere neanche tempo.
Come accaduto coi lavori per la biblioteca: quando nel corso della gara
d'appalto venne pronunciato il nome dell'impresa che poi avrebbe vinto
un'impresa concorrente di Dalmine esclamò: ECCOLA!. Guarda te.
Ma il problema non sono solo dei PEF che valgono la carta su cui sono
redatti perché chi li ha stesi non conosce la situazione, il problema
sta nel fatto che i servizi che sono previsti da questi CVI –tranne
uno: il calcio per i ragazzi- non servono al quartiere e il resto è
fornito meglio dalle numerose strutture private che sono sorte
nei cinquanta anni successivi alla creazione dei CVI.
Comune e associazioni sportive private non si sono nemmeno chiesti: come mai sorgono quelli che ci siamo noi?.
Se in 50 anni nel comprensorio sono nate decine di iniziative
private, peraltro anche più costose come accesso: si pensi al
centro di via Fermi, mentre gli impianti dei CVI sono rimasti sempre
quelli, vuol dire che sono ormai fuori mercato, un po' come le stazioni
per gli extracomunitari.
Bisogna accontentarsi perché non ci sono i solcc per godere di meglio.
La parabola è quindi segnata e la si vede al CVI2: assegnato a
una cooperativa e sostanzialmente abbandonato dall'80% della
vecchia utenza. Che si sente non solo derubata del proprio lavoro ma
della propria storia. Poi la sindaca Gamba si sciacqua la bocca col
termine “condivisione”. Domenica mattina 06 settembre alle 10 potevi
fare un giro biotto al centro senza destare scandalo: ho
incontrato dieci persone e poche di meno stavano sui campi. In compenso
la desolazione che quando era in mano al GSMarigolda era almeno
contenuta dall'affluenza adesso appare in tutta la sua grandezza.
Del resto se è vero che la sezione tennis della Polisportiva Curno che
gestisce il CVI1 ha chiesto l'assegnazione (gratuita meno le spese di
acqua e luce e piccola manutenzione) di settemila ore dei relativi
campi tra le ore 10 e le 22 , non ci vuole una pila per capire
l'antifona.
Se fino ieri la politica aveva retto lo scambio elettorale
coll'utenza attraverso i gruppi sportivi la crisi economica di
questi anni e le regole europee stanno mostrando un Paese che non perde
solo competività in tutti i settori produttivi importanti ma anche in
quello dello sport di massa. E quindi il bidone torna in groppa al
contribuente per adesso sotto forma di assegnazione
–diciamo-temporanea-.
Ma anche quando il Comune avrà investito quel milione di euro nei due
CVI, c'è da stare certi che o lo da in gestione pressoché gratuita
oppure se lo deve tenere in groppa perché sui ruderi (in termine di
risposta qualitativa alle esigenze dell'utenza) nessuno ci investe.
Quello che è successo e succederà coi CVI è esattamente lo stesso di
quello che è accaduto con le c.d. privatizzazioni dell'ILVA,
dell'Alitalia, della Telecom, delle Autostrade. In quel caso il ritorno
allo Sato furono almeno un po' di soldini mentre con l'assegnazione dei
due CVI ai gruppi sportivi il dividendo incassato è stato politico
elettorale. Adesso che i due CVI sono andati fuori mercato tornano in
mano al Comune, che ci mette un altro mucchio di soldi e poi finiranno
–sono già finiti: vedi CVI2- nell'obblio. Ma la “colpa” non è della
legislazione europea ma della politica di Curno: l'altro ieri, ieri,
oggi, domani.
La Gamba e la sua corte mettono sempre di mezzo sempre l'alibi dell'Ue
o dei “Tecnici” mentre invece quello che brilla è la totale assenza di
cultura, di sensibilità, di iniziativa politica e relativa
responsabilità: sfilarsi dai problemi e scaricarli su terzi. Con
l'aggravante che non riescono neppure a capire. Dall'SDP470dir ai CVI
ai Passagggi a Livello alla sentenza Leggeri alla pista
pedociclabile lungofiume Brembo fino all'«errore» nella convenzione
comune/polisportiva o alla mancata e dettagliata rendicontazione delle
spese covid19 mese per mese. Sempre colpa degli altri e mai di chi deve
governare controllare rendicontare.
|
|
PROVE DI INFEZIONE DA COVID19
PRIMA CHE COMINCI LA SCUOLA
Quando si fanno cacchiate in malafede, non c’è nulla di meglio che
specchiargliele in faccia per mostrare la modestia dell’intelligenza.
Uela! si profila un grande autunno culturale a Curno !.
Si comincia col Concorso di Poesia a tema libero 2.a Edizione
Anno 2020 per la cui partecipazione occorre versare l'obolo di 10 euro
ad apposito IBAN per le spese organizzative. Sono previste 2 sezioni:
A: riservata a tutti i maggiorenni residenti nella provincia di Bergamo
B: “Poeti del territorio” maggiorenni residenti nel comune di Curno.
Generosissimi ovviamente i premi anche se contenuti tenendo presente la
pandemia in corso e previo obolo alla stupefacente sanità lombarda:
Premi sezione A: 1° premio €200 - 2°premio €150 - 3°premio €100 Sezione
B: premio € 100.
Ci avvertono anche che la giuria sarà composta da esponenti locali del
mondo della cultura, docenza scolastica e informazione. Mica chiamano
uno Sgarbi o un don Zanchi che non hanno la laurea all’UniBG.
Ma c'è anche dimezzo il Comune e la garrula assessora alla cultura ci
annuncia che “Il Comune di Curno, in collaborazione con l'Assesso- rato
alla Cultura, presenta la seconda edizione della Rassegna “Racconti di
fine estate”, un lungo week end dedicato al teatro di narrazione che si
svolgerà nei cortili di Curno da giovedì 10 settembre a domenica 13
settembre 2020”. Se leggete con attenzione sono parole scritte senza
sapere quel che scrive dal momento (topico) che il comune di
Curno riesce perfino a collaborare con se stesso e ci annuncia “un
lungo weekend” che durerà “quattro serate in cui artisti (minuscolo) e
Compagnie (maiuscolo) professioniste di livello nazionale (MAI letta
una recensione sul Corriere o su Repubblica: ma è noto che la stampa
nazionale per Curno comincia e finisce con Prima Bergamo, neanche
L'Eco) che operano nel settore da molti anni e hanno dedicato una
particolare attenzione al teatro di narrazione. Gli spettacoli si
rivolgono ad un pubblico di giovani e adulti ( qui ti volevo!) ; gli
argomenti trattati spaziano da testi classici rivisitati a eventi del
passato che sono entrati di diritto nella Storia e spaccati della
società contemporanea. Un po' come la pizza mare e monti. Il linguaggio
utilizzato, come nella migliore tradizione dello storytelling, risulta
accessibile a chiunque –ma te pensa non usano neanche il gramelot!) e
nella sua immediatezza riesce a catturare l'attenzione, commovendo e
divertendo il pubblico. La Rassegna si avvale della direzione artistica
della Compagnia Teatrale La Pulce (qui ti volevo) e rappresenta
un'importante (chisseno?) proposta culturale che ha già riscosso
notevole consensi lo scorso anno. Intento della manifestazione è anche
quello di portare il teatro in spazi inusuali (peccato che l'avessero
fatto già 30 anni or sono prima che smettessero il pannolone
all'assessora), permettendo di valorizzare e di far conoscere al
pubblico luoghi del paese che sono poco frequentati, in alcuni casi
sconosciuti anche agli stessi abitanti”. Sulla sicurezza (non
pandemica) ci sarebbe da dire ma meglio soprassedere.
Non si dice pudicamente che in vista della riapertura delle scuole si
esercitano in una prova di pre-infezione da covid19 anche se ci
avvisano che “durante la manifestazione verrà garantito il rispetto di
tutte le normative vigenti riguardo l'emergenza sanitaria in corso”.
Peccato che invece il concerto di ferragosto per la Festa dell'Assunta
la garrula assessora e la sua sindaca l'abbiano fatta saltare proprio
per timori di infezione. E dire che nel caso la Madonna poteva almeno
permettersi qualche buona raccomandazione anti-infezione con suo Figlio.
Quando si raccontano palle ci si smentisce subito.
|
|
DA ESSERE INCAZZATI NERISISMI
Un'idea del genere non poteva che venire a un sindaco piddino
nientemeno che segretario provinciale del PD. E al WWF che ormai è alla
deriva culturale dell'ambientalismo su carta patinata. Ma –proprio
perché siamo a Scanzorosciate e basta fare un giro per il territorio ed
osservare il bello (e il meno bello) che ancora vi permane- l'idea
stessa di “ridurre” in 100 mq la natura, cioè di rifare un “bigino”
della Creazione, solo a degli stolti poteva venire. Ormai è una moda:
dalla Valle della Biodiversità ad Astino fino a questo di Scanzo
oppure agli pseudo orti in molte scuole. Cioè: pensate ad un comune che
ha la rara fortuna di stare quasi tutto in collina, con una varietà di
coltivazioni estremamente elevata (magari eccessiva...), che
s'inventa una cosa del genere. Come immaginare che alla Ferrari venga
in mente di creare una sulk (uno dei primi scooter cabinati a quattro
ruote col motore 50cc a due tempi). E poi pensare che la Ferrari
insegni ai suoi meccanici a montare e riparare le 12 cilindri partendo
dal due tempi del sulk. Ovviamente gli-le insegnanti loderanno
questa iniziativa ed avranno degli orgasmi a ripetizione- uno lo si
legge anche nell'articolo di L'Eco- perché non si sporcheranno le
scarpine e nemmeno l'abitino ed avranno la coscienza tranquilla di
avere fatto al meglio il proprio dovere.
Fino in fondo ed anche oltre il dovuto. Il contenuto di follia che è
insita in una cosa del genere è tale che solo Basaglia potrebbe
spiegare. Solo a degli ignoranti patentati e laureati può venire in
mente: “nell'aula si trovano specie diverse di arbusti e piante
aromatiche, all'interno dei quali solo collocate cassette nido, una
mangiatoria per uccelli, un albergo per insetti, la bat-box per i
pipistrelli e il giardino delle farfalle”. Solo dei pirla immaginano
che insetti pipistrelli e farfalle stiano li a fare lo zoo ammaestrato
per il sindaco di Scanzo, la dirigente scolastica e gli-le insegnati.
Chissà se questi li hanno mai osservati. Con tutto il ben di dio da
vedere leggere comprendere che c'è sulle colline di Scanzo arrivare ad
inventare una cosa del genere –posso immaginarla al massimo in viale
Monza o in Piazzale Loreto a Milano…- vuol dire non conoscere proprio
per niente il posto in cui si vive. Fuori dagli stracci: come si dice.
Dai rinsavite finché siete ancora in tempo: da questo tipo di
educazione vengono fuori schiere di delinquenti che quando vanno
nella natura si comportano come barbari. Basta andare una Domenica in
montagna o lungo i fiumi.
|