A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1271 DEL 08 SETTEMBRE 2020
























































Di cosa parliamo in questa pagina.
























QUELLO CHE STA SUCCEDENDO COI CVI
È ESATTAMENTE LA STESSA STORIA
DELLE PRIVATIZZAZIONI ALL’ITALIANA
Quello che sta avvenendo a livello nazionale dove le autostrade tornano in mano pubblica dopo che decenni di mancato controllo dello Stato sui doveri dei neopadroni-gestori sono mancati fino alla 43 vittime di Genova; oppure la rete telefonica nazionale in fibra che torna in mano pubblica ma realmente negli artigli di una società francese (che in Europa hanno più amici di noi italiani…). Senza dimenticare i prosciutti – nel 1993 lo Stato vendeva la SME- adesso l'AMCO che è una società interamente pubblica compra la Ferrarini  leader del cotto.
Lo Stato si ricompra l'Alitalia, dopo che già abbiamo buttato una decina di miliardi in quella fornace. Così, invece di ricomprarla, ne fa una nuova di zecca mettendoci dentro ancora 3 miliardi. Tanto per rinverdire un fiorente passato, rimette in pista una compagnia di bandiera dopo aver comprato il 18% di Webuild, il più grande gruppo di costruzioni italiano: e il ricordo corre inevitabilmente all'ltalstat. Già, Italstat e Alitalia, i simboli dell'epoca d'oro dello Stato imprenditore. E dopo aver ricomprato Autostrade, Alitalia. imprese di costruzione e chissà quanto altro, perché non riprendersi l'acciaio, cioè l'Uva? Magari anche a caro prezzo, dopo averla quasi regalata ai Riva a metà degli anni Novanta.
(...)

PROVE DI INFEZIONE DA COVID19
PRIMA CHE COMINCI LA SCUOLA
Quando si fanno cacchiate in malafede, non c’è nulla di meglio che specchiargliele in faccia per mostrare la modestia dell’intelligenza.
Uela! si profila un grande autunno culturale a Curno !.
Si comincia col  Concorso di Poesia a tema libero 2.a Edizione Anno 2020 per la cui partecipazione occorre versare l'obolo di 10 euro ad apposito IBAN per le spese organizzative. Sono previste 2 sezioni: A: riservata a tutti i maggiorenni residenti nella provincia di Bergamo B: “Poeti del territorio” maggiorenni residenti nel comune di Curno. Generosissimi ovviamente i premi anche se contenuti tenendo presente la pandemia in corso e previo obolo alla stupefacente sanità lombarda: Premi sezione A: 1° premio €200 - 2°premio €150 - 3°premio €100 Sezione B: premio € 100.
Ci avvertono anche che la giuria sarà composta da esponenti locali del mondo della cultura, docenza scolastica e informazione. Mica chiamano uno Sgarbi o un don Zanchi che non hanno la laurea all’UniBG.
(...)

DA ESSERE INCAZZATI NERISSIMI
Un'idea del genere non poteva che venire a un sindaco piddino nientemeno che segretario provinciale del PD. E al WWF che ormai è alla deriva culturale dell'ambientalismo su carta patinata. Ma –proprio perché siamo a Scanzorosciate e basta fare un giro per il territorio ed osservare il bello (e il meno bello) che ancora vi permane- l'idea stessa di “ridurre” in 100 mq la natura, cioè di rifare un “bigino” della Creazione, solo a degli stolti poteva venire. Ormai è una moda: dalla Valle della Biodiversità  ad Astino fino a questo di Scanzo oppure agli pseudo orti in molte scuole. Cioè: pensate ad un comune che ha la rara fortuna di stare quasi tutto in collina, con una varietà di coltivazioni  estremamente elevata (magari eccessiva...), che s'inventa una cosa del genere. Come immaginare che alla Ferrari venga in mente di creare una sulk (uno dei primi scooter cabinati a quattro ruote col motore 50cc a due tempi). E poi pensare che la Ferrari insegni ai suoi meccanici a montare e riparare le 12 cilindri partendo dal due tempi del sulk. Ovviamente gli-le insegnanti  loderanno questa iniziativa ed avranno degli orgasmi a ripetizione- uno lo si legge anche nell'articolo di L'Eco- perché non si sporcheranno le scarpine e nemmeno l'abitino ed avranno la coscienza tranquilla di avere fatto al meglio il proprio dovere.
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le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!

































































































































































































































QUELLO CHE STA SUCCEDENDO COI CVI
È ESATTAMENTE LA STESSA STORIA
DELLE PRIVATIZZAZIONI ALL’ITALIANA
Quello che sta avvenendo a livello nazionale dove le autostrade tornano in mano pubblica dopo che decenni di mancato controllo dello Stato sui doveri dei neopadroni-gestori sono mancati fino alla 43 vittime di Genova; oppure la rete telefonica nazionale in fibra che torna in mano pubblica ma realmente negli artigli di una società francese (che in Europa hanno più amici di noi italiani…). Senza dimenticare i prosciutti – nel 1993 lo Stato vendeva la SME- adesso l'AMCO che è una società interamente pubblica compra la Ferrarini  leader del cotto.
Lo Stato si ricompra l'Alitalia, dopo che già abbiamo buttato una decina di miliardi in quella fornace. Così, invece di ricomprarla, ne fa una nuova di zecca mettendoci dentro ancora 3 miliardi. Tanto per rinverdire un fiorente passato, rimette in pista una compagnia di bandiera dopo aver comprato il 18% di Webuild, il più grande gruppo di costruzioni italiano: e il ricordo corre inevitabilmente all'ltalstat. Già, Italstat e Alitalia, i simboli dell'epoca d'oro dello Stato imprenditore. E dopo aver ricomprato Autostrade, Alitalia. imprese di costruzione e chissà quanto altro, perché non riprendersi l'acciaio, cioè l'Uva? Magari anche a caro prezzo, dopo averla quasi regalata ai Riva a metà degli anni Novanta.

Quello che la giunta Gamba sta percorrendo è esattamene un percorso parallelo-identico coi Centri Vivere Insieme. Il Comune dopo averli sostanzialmente abbandonati –fin dal lontano 1970 con la DC allora imperante e pure PCI e PSI a votare all'unanimità le convenzioni- nelle mani di due gruppi sportivi ai quali non ha mai chiesto un Bilancio Certificato, arrivati al dunque con due centri sostanzialmente obsoleti, fuori mercato, quasi cadenti (perchè costruiti malissimo) e necessitanti di poderosi investimenti (la giunta Gamba  ne farà per almeno un milione di euro usando i fondi ex covid19 o meglio: con una giravolta contabile)  la Gamba parandosi le spalle dietro una legislazione europea che esiste da un decennio giustifica prima la vendita degli stessi e poi la ripresa in carico – quello del CVI2 è già in mano del Comune- degli stessi. Non bastava l'invocazione della legislazione obsoleta si fa fare dei PEF che le gare successive smentiranno come del tutto inattendibili: alla gara non parteciperà nessuna società e sentendo i pareri dei vecchi gestori (che bene o male i conti li conoscevano meglio degli improvvisati redattori dei mitici PEF)  erano validi come un intervento chirurgico affidato a un macellaio.

Le convenzioni con cui i passati governi curnesi di destra centro sinistra avevano assegnato ai due gruppi sportivi la gestione dei due CVI era sostanzialmente una privatizzazione senza nemmeno riscuotere una lira ma godendosi come ritorno i generosi consensi politici. Mica per nulla le convenzioni erano sempre votate da maggioranza ed opposizione: tutto grasso che colava. Salvo che come tutti ma proprio tutti gli investimenti del Comune di Curno sono stati fatti non solo col braccino corto ma soprattutto assegnando progetti lavori non al meglio del mercato ma attraverso finte gare dove si sapeva già prima chi avrebbe vinto: tanto è vero che molti non partecipavano nemmeno alla gara per non perdere  neanche tempo.
Come accaduto coi lavori per la biblioteca: quando nel corso della gara d'appalto venne pronunciato il nome dell'impresa che poi avrebbe vinto un'impresa concorrente di Dalmine esclamò: ECCOLA!. Guarda te.

Ma il problema non sono solo dei PEF che valgono la carta su cui sono redatti perché chi li ha stesi non conosce la situazione, il problema sta nel fatto che i servizi che sono previsti da questi CVI –tranne uno: il calcio per i ragazzi- non servono al quartiere e il resto è fornito meglio dalle numerose strutture private che  sono sorte nei cinquanta anni successivi alla creazione dei CVI.
Comune e associazioni sportive private non si sono nemmeno chiesti: come mai sorgono quelli che ci siamo noi?.
Se in 50 anni  nel comprensorio sono nate decine di iniziative private, peraltro anche più costose  come accesso: si pensi al centro di via Fermi, mentre gli impianti dei CVI sono rimasti sempre quelli, vuol dire che sono ormai fuori mercato, un po' come le stazioni per gli extracomunitari.
Bisogna accontentarsi perché non ci sono i solcc per godere di meglio.

La parabola è quindi segnata e la si vede al CVI2: assegnato a una  cooperativa e sostanzialmente abbandonato dall'80% della vecchia utenza. Che si sente non solo derubata del proprio lavoro ma della propria storia. Poi la sindaca Gamba si sciacqua la bocca col termine “condivisione”. Domenica mattina 06 settembre alle 10 potevi fare un giro biotto al  centro senza destare scandalo: ho incontrato dieci persone e poche di meno stavano sui campi. In compenso la desolazione che quando era in mano al GSMarigolda era almeno contenuta  dall'affluenza adesso appare in tutta la sua grandezza.
Del resto se è vero che la sezione tennis della Polisportiva Curno che gestisce il CVI1 ha chiesto l'assegnazione (gratuita meno le spese di acqua e luce e piccola manutenzione) di settemila ore dei relativi campi tra le ore 10 e le 22 , non ci vuole una pila per capire l'antifona.

Se fino ieri la politica aveva retto lo scambio elettorale coll'utenza  attraverso i gruppi sportivi la crisi economica di questi anni e le regole europee stanno mostrando un Paese che non perde solo competività in tutti i settori produttivi importanti ma anche in quello dello sport di massa. E quindi il bidone torna in groppa al contribuente per adesso sotto forma di assegnazione –diciamo-temporanea-.
Ma anche quando il Comune avrà investito quel milione di euro nei due CVI, c'è da stare certi che o lo da in gestione pressoché gratuita oppure se lo deve tenere in groppa perché sui ruderi (in termine di risposta qualitativa alle esigenze dell'utenza) nessuno ci investe.

Quello che è successo e succederà coi CVI è esattamente lo stesso di quello che è accaduto con le c.d. privatizzazioni dell'ILVA, dell'Alitalia, della Telecom, delle Autostrade. In quel caso il ritorno allo Sato furono almeno un po' di soldini mentre con l'assegnazione dei due CVI ai gruppi sportivi il dividendo incassato è stato politico elettorale. Adesso che i due CVI sono andati fuori mercato tornano in mano al Comune, che ci mette un altro mucchio di soldi e poi finiranno –sono già finiti: vedi CVI2- nell'obblio. Ma la “colpa” non è della legislazione europea ma della politica di Curno: l'altro ieri, ieri, oggi, domani.

La Gamba e la sua corte mettono sempre di mezzo sempre l'alibi dell'Ue o dei “Tecnici” mentre invece quello che brilla è la totale assenza di cultura, di sensibilità, di iniziativa politica e relativa responsabilità: sfilarsi dai problemi e scaricarli su terzi. Con l'aggravante che non riescono neppure a capire. Dall'SDP470dir ai CVI ai Passagggi a Livello  alla sentenza Leggeri alla pista pedociclabile lungofiume Brembo fino all'«errore» nella convenzione comune/polisportiva o alla mancata e dettagliata rendicontazione delle spese covid19 mese per mese. Sempre colpa degli altri e mai di chi deve governare controllare rendicontare.

PROVE DI INFEZIONE DA COVID19
PRIMA CHE COMINCI LA SCUOLA
Quando si fanno cacchiate in malafede, non c’è nulla di meglio che specchiargliele in faccia per mostrare la modestia dell’intelligenza.
Uela! si profila un grande autunno culturale a Curno !.
Si comincia col  Concorso di Poesia a tema libero 2.a Edizione Anno 2020 per la cui partecipazione occorre versare l'obolo di 10 euro ad apposito IBAN per le spese organizzative. Sono previste 2 sezioni: A: riservata a tutti i maggiorenni residenti nella provincia di Bergamo B: “Poeti del territorio” maggiorenni residenti nel comune di Curno. Generosissimi ovviamente i premi anche se contenuti tenendo presente la pandemia in corso e previo obolo alla stupefacente sanità lombarda: Premi sezione A: 1° premio €200 - 2°premio €150 - 3°premio €100 Sezione B: premio € 100.
Ci avvertono anche che la giuria sarà composta da esponenti locali del mondo della cultura, docenza scolastica e informazione. Mica chiamano uno Sgarbi o un don Zanchi che non hanno la laurea all’UniBG.

Ma c'è anche dimezzo il Comune e la garrula assessora alla cultura ci annuncia che “Il Comune di Curno, in collaborazione con l'Assesso- rato alla Cultura, presenta la seconda edizione della Rassegna “Racconti di fine estate”, un lungo week end dedicato al teatro di narrazione che si svolgerà nei cortili di Curno da giovedì 10 settembre a domenica 13 settembre 2020”. Se leggete con attenzione sono parole scritte senza sapere quel che scrive dal momento (topico) che il comune  di Curno riesce perfino a collaborare con se stesso e ci annuncia “un lungo weekend” che durerà “quattro serate in cui artisti (minuscolo) e Compagnie (maiuscolo) professioniste di livello nazionale (MAI letta una recensione sul Corriere o su Repubblica: ma è noto che la stampa nazionale per Curno comincia e finisce con Prima Bergamo, neanche L'Eco) che operano nel settore da molti anni e hanno dedicato una particolare attenzione al teatro di narrazione. Gli spettacoli si rivolgono ad un pubblico di giovani e adulti ( qui ti volevo!) ; gli argomenti trattati spaziano da testi classici rivisitati a eventi del passato che sono entrati di diritto nella Storia e spaccati della società contemporanea. Un po' come la pizza mare e monti. Il linguaggio utilizzato, come nella migliore tradizione dello storytelling, risulta accessibile a chiunque –ma te pensa non usano neanche il gramelot!) e nella sua immediatezza riesce a catturare l'attenzione, commovendo e divertendo il pubblico. La Rassegna si avvale della direzione artistica della Compagnia Teatrale La Pulce (qui ti volevo) e rappresenta un'importante (chisseno?) proposta culturale che ha già riscosso notevole consensi lo scorso anno. Intento della manifestazione è anche quello di portare il teatro in spazi inusuali (peccato che l'avessero fatto già 30 anni or sono prima che smettessero il pannolone all'assessora), permettendo di valorizzare e di far conoscere al pubblico luoghi del paese che sono poco frequentati, in alcuni casi sconosciuti anche agli stessi abitanti”.  Sulla sicurezza (non pandemica) ci sarebbe da dire ma meglio soprassedere.
Non si dice pudicamente che in vista della riapertura delle scuole si esercitano in una prova di pre-infezione da covid19 anche se ci avvisano che “durante la manifestazione verrà garantito il rispetto di tutte le normative vigenti riguardo l'emergenza sanitaria in corso”. Peccato che invece il concerto di ferragosto per la Festa dell'Assunta la garrula assessora e la sua sindaca l'abbiano fatta saltare proprio per timori di infezione. E dire che nel caso la Madonna poteva almeno permettersi qualche buona raccomandazione anti-infezione con suo Figlio.
Quando si raccontano palle ci si smentisce subito.

DA ESSERE INCAZZATI NERISISMI
Un'idea del genere non poteva che venire a un sindaco piddino nientemeno che segretario provinciale del PD. E al WWF che ormai è alla deriva culturale dell'ambientalismo su carta patinata. Ma –proprio perché siamo a Scanzorosciate e basta fare un giro per il territorio ed osservare il bello (e il meno bello) che ancora vi permane- l'idea stessa di “ridurre” in 100 mq la natura, cioè di rifare un “bigino” della Creazione, solo a degli stolti poteva venire. Ormai è una moda: dalla Valle della Biodiversità  ad Astino fino a questo di Scanzo oppure agli pseudo orti in molte scuole. Cioè: pensate ad un comune che ha la rara fortuna di stare quasi tutto in collina, con una varietà di coltivazioni  estremamente elevata (magari eccessiva...), che s'inventa una cosa del genere. Come immaginare che alla Ferrari venga in mente di creare una sulk (uno dei primi scooter cabinati a quattro ruote col motore 50cc a due tempi). E poi pensare che la Ferrari insegni ai suoi meccanici a montare e riparare le 12 cilindri partendo dal due tempi del sulk. Ovviamente gli-le insegnanti  loderanno questa iniziativa ed avranno degli orgasmi a ripetizione- uno lo si legge anche nell'articolo di L'Eco- perché non si sporcheranno le scarpine e nemmeno l'abitino ed avranno la coscienza tranquilla di avere fatto al meglio il proprio dovere.
Fino in fondo ed anche oltre il dovuto. Il contenuto di follia che è insita in una cosa del genere è tale che solo Basaglia potrebbe spiegare. Solo a degli ignoranti patentati e laureati può venire in mente: “nell'aula si trovano specie diverse di arbusti e piante aromatiche, all'interno dei quali solo collocate cassette nido, una mangiatoria per uccelli, un albergo per insetti, la bat-box per i pipistrelli e il giardino delle farfalle”. Solo dei pirla immaginano che insetti pipistrelli e farfalle stiano li a fare lo zoo ammaestrato per il sindaco di Scanzo, la dirigente scolastica e gli-le insegnati. Chissà se questi li hanno mai osservati. Con tutto il ben di dio da vedere leggere comprendere che c'è sulle colline di Scanzo arrivare ad inventare una cosa del genere –posso immaginarla al massimo in viale Monza o in Piazzale Loreto a Milano…- vuol dire non conoscere proprio per niente il posto in cui si vive. Fuori dagli stracci: come si dice. Dai rinsavite finché siete ancora in tempo: da questo tipo di educazione  vengono fuori schiere di delinquenti che quando vanno nella natura si comportano come barbari. Basta andare una Domenica in montagna o lungo i fiumi.