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CIAO!
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CAMBIAMENTI CLIMATICI
A BERGAMO LA LEGA VUOLE SOSTITUIRE SANTALESSANDRO CON LA VERGINE MARIA
INVECE A CURNO HANNO SOSTITUITO L’ASSUNTA CON LA MADONNA DEL ROSARIO
In città i consiglieri leghisti Bianchi, Pecce, Facoetti, Rovetta e
Stucchi hanno presentato una interrogazione “sull'emergenza Covid-19 e
sugli intendimenti circa il rinnovo delle promesse di affidamento della
città di Bergamo al patrono Sant'Ales- sandro martire e atto di
consacrazione al cuore immacolato di Maria”. Non basta un santo?
Facciamo due che è meglio: devono avere pensato per prendere per i
fondelli. Perchè è evidente che la proposta è una presa per il c***o
specie nei confronti di quel mezzo pretone che è l'assessore Giacomo
Angeloni oltre che un classico dei leghisti: insegnare al Papa a dir
messa.
(...)
COVID19:ADESSO E' MEGLIO UN APPROCCIO SOFT
A noi questa storia del covid19 che ancora tiene banco come ai tempi
nerissimi appena appena attenuato dal fatto che finalmente dottori e
giornalisti che minacciavano sfracelli se ne sono andati in ferie ci
da parecchio fastidio. Magari perché siamo della categoria dei fessi
che portano ancora la mascherina in pubblico al chiuso ed all’aperto e
quando vedono un gruppo di persone ce la filiamo via. Il lockdown di
marzo-aprile – a quel momento inevitabile – ha pesato non solo
sull’economia, ma anche sulla nostra salute mentale, lasciando dietro
di sé una profonda insofferenza verso distanziamenti, chiusure,
divieti, e altre misure di contenimento del Covid-19. “Non è pensabile
il protrarsi di una situazione emergenziale che rischia di erodere i
rapporti interpersonali, la vita sociale ed economica e finanche le
istituzioni democratiche” (M.D., ordinario di Economia). Sarà perché
magari l’infezione ci ha beccati leggerissima ai primi di febbraio per
solo 24 ore e abbiamo avuto la certezza solo un mese or sono alla prova
sierologica seguita dall’orribile tampone naso-faringeo:
fortunatamente negativa. È vero che comincia ad esserci una parziale
immunità di gregge. Ma sono soprattutto i comportamenti ad essere più
prudenti (si pensi all’uso diffuso delle mascherine), più organizzati
(si pensi alle protezioni negli ospedali), più consapevoli (si pensi
alle RSA); le scuole sono chiuse; d’estate si vive più all’aperto; il
basso numero di focolai consente alle Asl di isolare rapidamente gli
infetti. Queste situazioni purtroppo reversibili, rallentano per ora i
contagi.
(...)
COVID19:ADESSO E' MEGLIO UN APPROCCIO SOFT
A noi questa storia del covid19 che ancora tiene banco come ai tempi
nerissimi appena appena attenuato dal fatto che finalmente dottori e
giornalisti che minacciavano sfracelli se ne sono andati in ferie ci
da parecchio fastidio. Magari perché siamo della categoria dei fessi
che portano ancora la mascherina in pubblico al chiuso ed all’aperto e
quando vedono un gruppo di persone ce la filiamo via. Il lockdown di
marzo-aprile – a quel momento inevitabile – ha pesato non solo
sull’economia, ma anche sulla nostra salute mentale, lasciando dietro
di sé una profonda insofferenza verso distanziamenti, chiusure,
divieti, e altre misure di contenimento del Covid-19. “Non è pensabile
il protrarsi di una situazione emergenziale che rischia di erodere i
rapporti interpersonali, la vita sociale ed economica e finanche le
istituzioni democratiche” (M.D., ordinario di Economia).
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CAMBIAMENTI CLIMATICI
A BERGAMO LA LEGA VUOLE SOSTITUIRE SANTALESSANDRO CON LA VERGINE MARIA
INVECE A CURNO HANNO SOSTITUITO L’ASSUNTA CON LA MADONNA DEL ROSARIO
In città i consiglieri leghisti Bianchi, Pecce, Facoetti, Rovetta e
Stucchi hanno presentato una interrogazione “sull'emergenza
Covid-19 e sugli intendimenti circa il rinnovo delle promesse di
affidamento della città di Bergamo al patrono Sant'Ales- sandro martire
e atto di consacrazione al cuore immacolato di Maria”. Non basta un
santo? Facciamo due che è meglio: devono avere pensato per prendere per
i fondelli. Perchè è evidente che la proposta è una presa per il
c***o specie nei confronti di quel mezzo pretone che è l'assessore
Giacomo Angeloni oltre che un classico dei leghisti: insegnare al Papa
a dir messa.
La risposta dell'assessore è stata curiale: “l'amministrazione comunale
di Bergamo non ha voluto – né intende farlo – sostituirsi all'ordinario
diocesano nelle funzioni pastorali e di consacrazione a cui gli
interpellanti fanno riferimento”. Tiè. E poi ha demo cristianamente
srotolato l'elenco delle cose fatte, giustamente come deve fare il
bravo alunno nel fare il compito: (Uno)Durante tutto il periodo
caratterizzato dalla grave emergenza pandemica del Covid-19,
l'Amministrazione ha mantenuto una leale e stretta collaborazione con
la Diocesi e il Vescovo Francesco, partecipando ai momenti di preghiera
e di cordoglio organizzati dall'autorità ecclesiastica cittadina.
(Due)Tra tutti, vorrei ricordare il ricevimento delle ceneri dei
bergamaschi e la preghiera con il Vescovo presso il cimitero
monumentale.
(Tre) Di grande significato è stata anche la presenza del Sindaco nella
Basilica di Santa Maria Maggiore, domenica 3 Maggio, occasione –
essendo il mese di Maggio per i Cattolici il mese Mariano – nella quale
sono state affidate alla Madonna le preghiere dei Cattolici della città
e, soprattutto, di tutti coloro che hanno vissuto nella pandemia le
esperienze tragiche della malattia e della morte. (Quattro) A
dimostrazione di ciò, durante la funzione, il Vescovo Beschi ha
dichiarato che “la Basilica (di Santa Maria Maggiore) rappresenta la
collaborazione fra città e Chiesa e il cammino fatto insieme anche in
questo tempo”. (Cinque) Ulteriore prova della collaborazione tra la
Diocesi e il Comune è la celebrazione di Sant'Alessandro, mi permetto
di citarla perché avviene proprio in questi giorni: le numerose
iniziative messe in campo per celebrare il santo patrono della città
dimostrano ogni anno quanto proficuo e significativo sia il rapporto
tra l'Amministrazione e la Curia di Bergamo. Se vi pare poco, infedeli
che non siete altro! .
Invece a Curno hanno messo da canto il Redentore (fate un restauro alla
statua: dai!) , hanno messo da canto l'Assunta e sindaca e prevosto
hanno deciso (faccio tutto io ma sempre in “condivisione”: ecco la
presa per il c***o che è esattamente simmetrica a quella dei leghisti
cittadini verso l'Angeloni) di rimandare la festa del paese al
giorno della Madonna del Rosario (7-8 ottobre). Siccome di certi fatti
non capiscono (a nostro piccolo giudizio) un'ostrega, per questa gente
certe feste si possono spostare inacc e ndre secondo la convenienza.
Però sempre per “”condivisione” NON dimenticano comunque di
sborsare 45mila eurozzi alla Parrocchia per i mancati guadagni perché
il covid19 le ha impedito di allestire le due Feste del Raviolo
per il Redentore e per San Gaetano.
Probabilmente la giunta Gamba e nemmeno la sua autorevole consigliera
cattoprogressista che fa le prediche via youtube si rendono conto che
certe decisioni – c'é stata una messa in piazza per i defunti del
covid: perchè non si correva il rischio d'infezione rispetto al
concerto?- non sono come il ambiare il tipo di carta da culo nel
cesso. Ma per arrivarci occorrono altre sensibilità cultura rispetto
che non appartengono probabilmente a quelle (sono tutte
donne) si sciacquano la bocca con la “condivisione” salvo fare
sempre tutto da sola e cannare sempre alla grande.
All'UniBG non glielo hanno insegnato. L'operazione “Madonna del
Rosario” comunque a nostro avviso ne nasconde un'altra: quella di
cancellare il concerto di ferragosto in quanto residuo leghista.
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COVID19:ADESSO E' MEGLIO UN APPROCCIO SOFT
A noi questa storia del covid19 che ancora tiene banco come ai tempi
nerissimi appena appena attenuato dal fatto che finalmente dottori e
giornalisti che minacciavano sfracelli se ne sono andati in ferie
ci da parecchio fastidio. Magari perché siamo della categoria dei
fessi che portano ancora la mascherina in pubblico al chiuso ed
all’aperto e quando vedono un gruppo di persone ce la filiamo via. Il
lockdown di marzo-aprile – a quel momento inevitabile – ha pesato non
solo sull’economia, ma anche sulla nostra salute mentale, lasciando
dietro di sé una profonda insofferenza verso distanziamenti, chiusure,
divieti, e altre misure di contenimento del Covid-19. “Non è pensabile
il protrarsi di una situazione emergenziale che rischia di erodere i
rapporti interpersonali, la vita sociale ed economica e finanche le
istituzioni democratiche” (M.D., ordinario di Economia). Sarà perché
magari l’infezione ci ha beccati leggerissima ai primi di febbraio per
solo 24 ore e abbiamo avuto la certezza solo un mese or sono alla prova
sierologica seguita dall’orribile tampone naso-faringeo:
fortunatamente negativa. È vero che comincia ad esserci una parziale
immunità di gregge. Ma sono soprattutto i comportamenti ad essere più
prudenti (si pensi all’uso diffuso delle mascherine), più organizzati
(si pensi alle protezioni negli ospedali), più consapevoli (si pensi
alle RSA); le scuole sono chiuse; d’estate si vive più all’aperto; il
basso numero di focolai consente alle Asl di isolare rapidamente gli
infetti. Queste situazioni purtroppo reversibili, rallentano per ora i
contagi.
Nel calo della letalità giocano un ruolo i fattori strutturali: una
migliore capacità diagnostica-terapeutica; un piccolo calo dell’età
media in alcune province. Inoltre, un più preciso rilevamento dei
contagiati individua più asintomatici, che fanno sembrare il virus più
buono. Ma sono soprattutto fattori temporanei o reversibili a limitare
la letalità. Il primo è il basso numero di casi: che consente di curare
i malati in tempo, prima che si aggravino.
Nonostante tutto lo starnazzare quotidiano della stampa della
televisione e dei vari esperti e politici, dopo sei mesi di crisi nera
dove IL problema si affronta sempre DOPO e non si previene mai
PRIMA, ecco puntualmente che dopo le ennemila sceneggiate berghem mola
mia, sono tornati 1 su 3 infetti dalle ferie. Per quanto riguarda i
contagi, in Italia la percentuale di positivi al test è cresciuta in
Agosto da 0,6% a 2,5%, seguendo ancora un andamento esponenziale.
E nonostante questo comportamento altamente autolesivo, la situazione è
perfettamente sotto controllo. Insomma occorre che davvero
cominciamo a convivere con questa pandemia assumendo
definitivamente comportamenti adeguati –peraltro semplici!- perché sia
la più leggera possibile in attesa di un vaccino.
Il virus viene diffuso da pre-sintomatici che non riusciamo a
individuare! Da qui i distanziamenti generalizzati. Qualcuno suggerisce
che solo aumentando il numero di test (tamponi, anche imperfetti) agli
asintomatici, fornendo l’esito in tempi brevi, isolando immediatamente
i positivi, cercando i loro contatti recenti si controllerà al meglio
la situazione.
La strategia “test, trace, isolate, support” era stata già proposta in
aprile in Italia. Allora, l’alta circolazione virale suggeriva un
obiettivo di 2 milioni di test al giorno. Ora questa stessa strategia
viene proposta da Crisanti (obiettivo: 300.000 test/g) e Galli (400.000
test/g), quando il costo dei test è sceso (a non più di 5$). In
previsione dell’autunno credo bisogna puntare a almeno 500.000 test al
giorno (400.000 più di adesso).
Abbiamo parecchi dubbi che il Paese riesca a funzionare mettendo in
piedi 500mila test giornalieri perché oltre al problema tempi
(per eseguire i test) c’é il problema a valle di isolare quell’1-2% che
si riscontra positivo all’infezione assieme a tutto il circondario che
l’hanno frequentato. Ospedalizziamo l’Italia?.
Non è meglio proseguire un approccio leggero anziché sconvolgere tutto mettendo a ferro e fuoco il paese coi TIR dei prelievi?.
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COVID19:ADESSO E' MEGLIO UN APPROCCIO SOFT
A noi questa storia del covid19 che ancora tiene banco come ai tempi
nerissimi appena appena attenuato dal fatto che finalmente dottori e
giornalisti che minacciavano sfracelli se ne sono andati in ferie
ci
da parecchio fastidio. Magari perché siamo della categoria dei
fessi
che portano ancora la mascherina in pubblico al chiuso ed all’aperto e
quando vedono un gruppo di persone ce la filiamo via. Il lockdown di
marzo-aprile – a quel momento inevitabile – ha pesato non solo
sull’economia, ma anche sulla nostra salute mentale, lasciando dietro
di sé una profonda insofferenza verso distanziamenti, chiusure,
divieti, e altre misure di contenimento del Covid-19. “Non è pensabile
il protrarsi di una situazione emergenziale che rischia di erodere i
rapporti interpersonali, la vita sociale ed economica e finanche le
istituzioni democratiche” (M.D., ordinario di Economia). Sarà perché
magari l’infezione ci ha beccati leggerissima ai primi di febbraio per
solo 24 ore e abbiamo avuto la certezza solo un mese or sono alla prova
sierologica seguita dall’orribile tampone naso-faringeo:
fortunatamente negativa. È vero che comincia ad esserci una parziale
immunità di gregge. Ma sono soprattutto i comportamenti ad essere più
prudenti (si pensi all’uso diffuso delle mascherine), più organizzati
(si pensi alle protezioni negli ospedali), più consapevoli (si pensi
alle RSA); le scuole sono chiuse; d’estate si vive più all’aperto; il
basso numero di focolai consente alle Asl di isolare rapidamente gli
infetti. Queste situazioni purtroppo reversibili, rallentano per ora i
contagi.Basta percorrere l’asse interurbano al mattino per scoprire le
code da Montello a Mapello andata e ritorno. Basta andare dalla città
a Treviglio-Cassano o salire verso Lecco.
Però nel mese di luglio le persone occupate in Italia sono aumentate di
85 mila unità rispetto al mese precedente: e sono ben 80 mila donne.
Insomma l’occupazione è cresciuta (mese su mese, mentre in un anno si è
perso oltre mezzo milione di posti di lavoro) solo nella componente
femminile, con quella maschile rimasta sostanzialmente ferma. Perché?
Così dentro i nostri confini — nell’inedita recessione pandemica — si
assisteva nel silenzio anche ad una novità: a calare era soprattutto, e
per la prima volta in una crisi, il lavoro delle donne non quello
maschile come nelle altre recessioni. Conseguenza del fatto che è nei
servizi (sbarrati durante le terribili giornate di marzo e aprile) la
quota maggiore di lavoro femminile. Dunque con la riapertura delle
attività (dal commercio al turismo) il lavoro femminile ha avuto uno
scatto.
Ma il lavoro delle donne è in media anche un lavoro più fragile
rispetto a quello maschile. Siamo diventati il Paese del part-time
involontario, subito da chi, invece, vorrebbe il tempo pieno con le
certezze che ne conseguono. Una delle tante flessibilità a vantaggio
delle imprese, che non ci ha mai fatto accrescere la produttività e
nemmeno la produzione. Anzi.
Quello che non lavora ancora perlomeno ai livelli di prima (che già
erano bassissimi) è il settore pubblico che adesso è fuori dagli
stracci perché il 14 settembre viene giù il giudizio di dio. Le
commesse di supermercati che li servivano in pieno covid19 hanno retto
mentre gli insegnanti, chissà che rischio!. Magari è l’occasione per
svecchiare il settore ed assumere un bell’esercito di asini usciti
dalle università provinciali.
Intanto non sono solo i deputati con partita IVA che hanno riscosso i
60 euro ma ci sono centinaia di imprese più furbe e ladrone che
ancora riscuotono la cassa integrazione per molti dipendenti che invece
lavorano a casa in SW: un modo per ridurre i costi di lavoro.
Attendibile l’idea che del mezzo milione di disoccupati per covid19
adesso al limitare dell’autunno tra maggiori occupate stimate e finti
disoccupati abbiamo recuperato almeno 200 mila posti di “lavoro
povero” che non risolve il problemi degli working poor.
Poi c’è la scuola dove nonostante l’avere assunto negli ultimi 5-6 anni
180.000 insegnanti, il prossimo anno scolastico partirà con 250.000
supplenti. Adesso si pensa a mettere i cappotti alle scuole e i banchi
nuovi – temi fondamentali di discussione questa estate – ma non si
decide di allungare l’orario scolastico anche al pomeriggio per tutte
le classi e non con affidamenti ai privati (vedi Piani del diritto allo
studio che sono monopolio di onlus e coop private) ma con personale
adeguatamente scelto e preparato?.
Insomma si arranca nella palcia e non ci si vuole alzare in piedi.
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