A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1268 DEL 03SETTEMBRE 2020
























































Di cosa parliamo in questa pagina.


















CIAO!

CAMBIAMENTI CLIMATICI
A BERGAMO LA LEGA VUOLE SOSTITUIRE SANTALESSANDRO CON LA VERGINE MARIA
INVECE A CURNO HANNO SOSTITUITO L’ASSUNTA CON LA MADONNA DEL ROSARIO
In città i consiglieri leghisti Bianchi, Pecce, Facoetti, Rovetta e Stucchi hanno presentato una interrogazione  “sull'emergenza Covid-19 e sugli intendimenti circa il rinnovo delle promesse di affidamento della città di Bergamo al patrono Sant'Ales- sandro martire e atto di consacrazione al cuore immacolato di Maria”. Non basta un santo? Facciamo due che è meglio: devono avere pensato per prendere per i fondelli. Perchè  è evidente che la proposta è una presa per il c***o specie nei confronti di quel mezzo pretone che è l'assessore Giacomo Angeloni oltre che un classico dei leghisti: insegnare al Papa a dir messa.
(...)

COVID19:ADESSO E' MEGLIO UN APPROCCIO SOFT
A noi questa storia del covid19 che ancora tiene banco come ai tempi nerissimi appena appena attenuato dal fatto che finalmente dottori e giornalisti che minacciavano sfracelli  se ne sono andati in ferie ci da parecchio fastidio.  Magari perché siamo della categoria dei fessi che portano ancora la mascherina in pubblico al chiuso ed all’aperto e quando vedono un gruppo di persone ce la filiamo via. Il lockdown di marzo-aprile – a quel momento inevitabile – ha pesato non solo sull’economia, ma anche sulla nostra salute mentale, lasciando dietro di sé una profonda insofferenza verso distanziamenti, chiusure, divieti, e altre misure di contenimento del Covid-19. “Non è pensabile il protrarsi di una situazione emergenziale che rischia di erodere i rapporti interpersonali, la vita sociale ed economica e finanche le istituzioni democratiche” (M.D., ordinario di Economia). Sarà perché magari l’infezione ci ha beccati leggerissima ai primi di febbraio per solo 24 ore e abbiamo avuto la certezza solo un mese or sono alla prova sierologica seguita dall’orribile  tampone naso-faringeo: fortunatamente negativa. È vero che comincia ad esserci una parziale immunità di gregge. Ma sono soprattutto i comportamenti ad essere più prudenti (si pensi all’uso diffuso delle mascherine), più organizzati (si pensi alle protezioni negli ospedali), più consapevoli (si pensi alle RSA); le scuole sono chiuse; d’estate si vive più all’aperto; il basso numero di focolai consente alle Asl di isolare rapidamente gli infetti. Queste situazioni purtroppo reversibili, rallentano per ora i contagi.
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COVID19:ADESSO E' MEGLIO UN APPROCCIO SOFT
A noi questa storia del covid19 che ancora tiene banco come ai tempi nerissimi appena appena attenuato dal fatto che finalmente dottori e giornalisti che minacciavano sfracelli  se ne sono andati in ferie ci da parecchio fastidio.  Magari perché siamo della categoria dei fessi che portano ancora la mascherina in pubblico al chiuso ed all’aperto e quando vedono un gruppo di persone ce la filiamo via. Il lockdown di marzo-aprile – a quel momento inevitabile – ha pesato non solo sull’economia, ma anche sulla nostra salute mentale, lasciando dietro di sé una profonda insofferenza verso distanziamenti, chiusure, divieti, e altre misure di contenimento del Covid-19. “Non è pensabile il protrarsi di una situazione emergenziale che rischia di erodere i rapporti interpersonali, la vita sociale ed economica e finanche le istituzioni democratiche” (M.D., ordinario di Economia).
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le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!


































































































































































































































CAMBIAMENTI CLIMATICI
A BERGAMO LA LEGA VUOLE SOSTITUIRE SANTALESSANDRO CON LA VERGINE MARIA
INVECE A CURNO HANNO SOSTITUITO L’ASSUNTA CON LA MADONNA DEL ROSARIO
In città i consiglieri leghisti Bianchi, Pecce, Facoetti, Rovetta e Stucchi hanno presentato una interrogazione  “sull'emergenza Covid-19 e sugli intendimenti circa il rinnovo delle promesse di affidamento della città di Bergamo al patrono Sant'Ales- sandro martire e atto di consacrazione al cuore immacolato di Maria”. Non basta un santo? Facciamo due che è meglio: devono avere pensato per prendere per i fondelli. Perchè  è evidente che la proposta è una presa per il c***o specie nei confronti di quel mezzo pretone che è l'assessore Giacomo Angeloni oltre che un classico dei leghisti: insegnare al Papa a dir messa.

La risposta dell'assessore è stata curiale: “l'amministrazione comunale di Bergamo non ha voluto – né intende farlo – sostituirsi all'ordinario diocesano nelle funzioni pastorali e di consacrazione a cui gli interpellanti fanno riferimento”. Tiè. E poi ha demo cristianamente srotolato l'elenco delle cose fatte, giustamente come deve fare il bravo alunno nel fare il compito: (Uno)Durante tutto il periodo caratterizzato dalla grave emergenza pandemica del Covid-19, l'Amministrazione ha mantenuto una leale e stretta collaborazione con la Diocesi e il Vescovo Francesco, partecipando ai momenti di preghiera e di cordoglio organizzati dall'autorità ecclesiastica cittadina. (Due)Tra tutti, vorrei ricordare il ricevimento delle ceneri dei bergamaschi e la preghiera con il Vescovo presso il cimitero monumentale.
(Tre) Di grande significato è stata anche la presenza del Sindaco nella Basilica di Santa Maria Maggiore, domenica 3 Maggio, occasione – essendo il mese di Maggio per i Cattolici il mese Mariano – nella quale sono state affidate alla Madonna le preghiere dei Cattolici della città e, soprattutto, di tutti coloro che hanno vissuto nella pandemia le esperienze tragiche della malattia e della morte. (Quattro) A dimostrazione di ciò, durante la funzione, il Vescovo Beschi ha dichiarato che “la Basilica (di Santa Maria Maggiore) rappresenta la collaborazione fra città e Chiesa e il cammino fatto insieme anche in questo tempo”. (Cinque) Ulteriore prova della collaborazione tra la Diocesi e il Comune è la celebrazione di Sant'Alessandro, mi permetto di citarla perché avviene proprio in questi giorni: le numerose iniziative messe in campo per celebrare il santo patrono della città dimostrano ogni anno quanto proficuo e significativo sia il rapporto tra l'Amministrazione e la Curia di Bergamo. Se vi pare poco, infedeli che non siete altro! .

Invece a Curno hanno messo da canto il Redentore (fate un restauro alla statua: dai!) , hanno messo da canto l'Assunta e sindaca e prevosto hanno deciso (faccio tutto io ma sempre in “condivisione”: ecco la presa per il c***o che è esattamente simmetrica a quella dei leghisti cittadini verso l'Angeloni)  di rimandare la festa del paese al giorno della Madonna del Rosario (7-8 ottobre). Siccome di certi fatti non capiscono (a nostro piccolo giudizio) un'ostrega, per questa gente certe feste si possono spostare inacc e ndre secondo la convenienza. Però  sempre per “”condivisione”  NON dimenticano comunque di sborsare 45mila eurozzi alla Parrocchia per i mancati guadagni perché il covid19 le ha impedito di allestire le due  Feste del Raviolo per il Redentore e per San Gaetano.
Probabilmente la giunta Gamba e nemmeno la sua autorevole consigliera cattoprogressista che fa le prediche via youtube si rendono conto che certe decisioni – c'é stata una messa in piazza per i defunti del covid: perchè non si correva il rischio d'infezione rispetto al concerto?- non sono come il ambiare il tipo di carta da culo  nel cesso. Ma per arrivarci occorrono altre sensibilità cultura rispetto che non appartengono probabilmente  a quelle (sono tutte donne)  si sciacquano la bocca con la “condivisione” salvo fare sempre tutto da sola e cannare  sempre alla grande.  All'UniBG non glielo hanno insegnato. L'operazione “Madonna del Rosario” comunque a nostro avviso ne nasconde un'altra: quella di cancellare il concerto di ferragosto in quanto residuo leghista.

COVID19:ADESSO E' MEGLIO UN APPROCCIO SOFT
A noi questa storia del covid19 che ancora tiene banco come ai tempi nerissimi appena appena attenuato dal fatto che finalmente dottori e giornalisti che minacciavano sfracelli  se ne sono andati in ferie ci da parecchio fastidio.  Magari perché siamo della categoria dei fessi che portano ancora la mascherina in pubblico al chiuso ed all’aperto e quando vedono un gruppo di persone ce la filiamo via. Il lockdown di marzo-aprile – a quel momento inevitabile – ha pesato non solo sull’economia, ma anche sulla nostra salute mentale, lasciando dietro di sé una profonda insofferenza verso distanziamenti, chiusure, divieti, e altre misure di contenimento del Covid-19. “Non è pensabile il protrarsi di una situazione emergenziale che rischia di erodere i rapporti interpersonali, la vita sociale ed economica e finanche le istituzioni democratiche” (M.D., ordinario di Economia). Sarà perché magari l’infezione ci ha beccati leggerissima ai primi di febbraio per solo 24 ore e abbiamo avuto la certezza solo un mese or sono alla prova sierologica seguita dall’orribile  tampone naso-faringeo: fortunatamente negativa. È vero che comincia ad esserci una parziale immunità di gregge. Ma sono soprattutto i comportamenti ad essere più prudenti (si pensi all’uso diffuso delle mascherine), più organizzati (si pensi alle protezioni negli ospedali), più consapevoli (si pensi alle RSA); le scuole sono chiuse; d’estate si vive più all’aperto; il basso numero di focolai consente alle Asl di isolare rapidamente gli infetti. Queste situazioni purtroppo reversibili, rallentano per ora i contagi.
Nel calo della letalità giocano un ruolo i fattori strutturali: una migliore capacità diagnostica-terapeutica; un piccolo calo dell’età media in alcune province. Inoltre, un più preciso rilevamento dei contagiati individua più asintomatici, che fanno sembrare il virus più buono. Ma sono soprattutto fattori temporanei o reversibili a limitare la letalità. Il primo è il basso numero di casi: che consente di curare i malati in tempo, prima che si aggravino.

Nonostante tutto lo starnazzare quotidiano della stampa della televisione e dei vari esperti e politici, dopo sei mesi di crisi nera dove  IL problema si affronta sempre DOPO e non si previene mai PRIMA, ecco puntualmente che dopo le ennemila sceneggiate berghem mola mia, sono tornati 1 su 3 infetti dalle ferie. Per quanto riguarda i contagi, in Italia la percentuale di positivi al test è cresciuta in Agosto da 0,6% a 2,5%, seguendo ancora un andamento esponenziale.
E nonostante questo comportamento altamente autolesivo, la situazione è perfettamente sotto controllo. Insomma occorre che  davvero cominciamo a convivere con questa pandemia  assumendo definitivamente comportamenti adeguati –peraltro semplici!- perché sia la più leggera possibile in attesa di un vaccino.
Il virus viene diffuso da pre-sintomatici che non riusciamo a individuare! Da qui i distanziamenti generalizzati. Qualcuno suggerisce che solo aumentando il numero di test (tamponi, anche imperfetti) agli asintomatici, fornendo l’esito in tempi brevi, isolando immediatamente i positivi, cercando i loro contatti recenti si controllerà al meglio la situazione.
La strategia “test, trace, isolate, support” era stata già proposta in aprile in Italia. Allora, l’alta circolazione virale suggeriva un obiettivo di 2 milioni di test al giorno. Ora questa stessa strategia viene proposta da Crisanti (obiettivo: 300.000 test/g) e Galli (400.000 test/g), quando il costo dei test è sceso (a non più di 5$). In previsione dell’autunno credo bisogna puntare a almeno 500.000 test al giorno (400.000 più di adesso).
Abbiamo parecchi dubbi che il Paese riesca a funzionare mettendo in piedi 500mila test giornalieri perché  oltre al problema tempi (per eseguire i test) c’é il problema a valle di isolare quell’1-2% che si riscontra positivo all’infezione assieme a tutto il circondario che l’hanno frequentato. Ospedalizziamo l’Italia?.
Non è meglio proseguire un approccio leggero anziché sconvolgere tutto mettendo a ferro e fuoco il paese coi TIR dei prelievi?.


COVID19:ADESSO E' MEGLIO UN APPROCCIO SOFT
A noi questa storia del covid19 che ancora tiene banco come ai tempi nerissimi appena appena attenuato dal fatto che finalmente dottori e giornalisti che minacciavano sfracelli  se ne sono andati in ferie ci da parecchio fastidio.  Magari perché siamo della categoria dei fessi che portano ancora la mascherina in pubblico al chiuso ed all’aperto e quando vedono un gruppo di persone ce la filiamo via. Il lockdown di marzo-aprile – a quel momento inevitabile – ha pesato non solo sull’economia, ma anche sulla nostra salute mentale, lasciando dietro di sé una profonda insofferenza verso distanziamenti, chiusure, divieti, e altre misure di contenimento del Covid-19. “Non è pensabile il protrarsi di una situazione emergenziale che rischia di erodere i rapporti interpersonali, la vita sociale ed economica e finanche le istituzioni democratiche” (M.D., ordinario di Economia). Sarà perché magari l’infezione ci ha beccati leggerissima ai primi di febbraio per solo 24 ore e abbiamo avuto la certezza solo un mese or sono alla prova sierologica seguita dall’orribile  tampone naso-faringeo: fortunatamente negativa. È vero che comincia ad esserci una parziale immunità di gregge. Ma sono soprattutto i comportamenti ad essere più prudenti (si pensi all’uso diffuso delle mascherine), più organizzati (si pensi alle protezioni negli ospedali), più consapevoli (si pensi alle RSA); le scuole sono chiuse; d’estate si vive più all’aperto; il basso numero di focolai consente alle Asl di isolare rapidamente gli infetti. Queste situazioni purtroppo reversibili, rallentano per ora i contagi.Basta percorrere l’asse interurbano al mattino per scoprire le code da Montello a Mapello andata e ritorno. Basta andare dalla città a  Treviglio-Cassano o  salire verso Lecco.
Però nel mese di luglio le persone occupate in Italia sono aumentate di 85 mila unità rispetto al mese precedente: e sono ben 80 mila donne. Insomma l’occupazione è cresciuta (mese su mese, mentre in un anno si è perso oltre mezzo milione di posti di lavoro) solo nella componente femminile, con quella maschile rimasta sostanzialmente ferma. Perché?
Così dentro i nostri confini — nell’inedita recessione pandemica — si assisteva nel silenzio anche ad una novità: a calare era soprattutto, e per la prima volta in una crisi, il lavoro delle donne non quello maschile come nelle altre recessioni. Conseguenza del fatto che è nei servizi (sbarrati durante le terribili giornate di marzo e aprile) la quota maggiore di lavoro femminile. Dunque con la riapertura delle attività (dal commercio al turismo) il lavoro femminile ha avuto uno scatto.
Ma il lavoro delle donne è in media anche un lavoro più fragile rispetto a quello maschile. Siamo diventati il Paese del part-time involontario, subito da chi, invece, vorrebbe il tempo pieno con le certezze che ne conseguono. Una delle tante flessibilità a vantaggio delle imprese, che non ci ha mai fatto accrescere la produttività e nemmeno la produzione. Anzi.
Quello che non lavora ancora perlomeno ai livelli di prima (che già erano bassissimi) è il settore pubblico che adesso è fuori dagli stracci perché il 14 settembre viene giù il giudizio di dio. Le commesse di supermercati che li servivano in pieno covid19 hanno retto mentre gli insegnanti, chissà che rischio!. Magari è l’occasione per svecchiare il settore ed assumere un bell’esercito di asini usciti dalle università provinciali.
Intanto non sono solo i deputati con partita IVA che hanno riscosso i 60 euro ma ci sono centinaia di imprese più furbe e ladrone  che ancora riscuotono la cassa integrazione per molti dipendenti che invece lavorano  a casa in SW: un modo per ridurre i costi di lavoro.
Attendibile l’idea che del mezzo milione di disoccupati per covid19 adesso al limitare dell’autunno tra maggiori occupate stimate e finti disoccupati abbiamo recuperato almeno 200 mila posti  di “lavoro povero” che non risolve il problemi degli working poor.
Poi c’è la scuola dove nonostante l’avere assunto negli ultimi 5-6 anni 180.000 insegnanti, il prossimo anno scolastico partirà con 250.000 supplenti. Adesso si pensa a mettere i cappotti alle scuole e i banchi nuovi – temi fondamentali di discussione questa estate – ma non si decide di allungare l’orario scolastico anche al pomeriggio per tutte le classi e non con affidamenti ai privati (vedi Piani del diritto allo studio che sono monopolio di onlus e coop private) ma con personale adeguatamente scelto e preparato?.
Insomma si arranca nella palcia e non ci si vuole alzare in piedi.