|
|
|
|
IL 20 SETTEMBRE STARO' A CASA
La tornata elettorale del 20 settembre per noi non sarà un problema:
non andiamo nemmeno a votare proprio per (cercare di) fare fallire la
consultazione. Viceversa avrà un grosso impatto nazionale visto che
prima di tutto non sappiamo come starà il Paese col covid19.
Potranno votare 51,5 milioni di italiani per il referendum
costituzionale per la modifica del numero dei parlamentari; potranno
votare 18,6 milioni di elettori per il rinnovo dei consigli regionali
di sette regioni: Valle d'aosta, Veneto, Liguria, Toscana, Marche,
Campania, Puglia; si cambiano i senatori in due collegi dove potranno
votare meno di 850mila elettori ed infine si cambieranno i consigli
comunali di 1673 comuni con 5,7 milioni di elettori.
Sono numeri importanti perché segneranno in qualche modo la conferma o
lo sfratto del governo Conte. Un governo di disperati che non ha più i
numeri nel Paese: non ci sono più per i 5S ne per la Lega e ci sono due
incognite: il PD e FdI. L'Italia come del resto i commilitoni europei
stanno ancora sognando di uscire dalla crisi allargando i giardinetti e
comprando l'auto elettrica, facendo finta che due terzi dell'UE è piena
di cose inutili e tre quarti è sostanzialmente senza un lavoro
produttivo stabile, continuativo. Col di più –in peggio- di un covd19
contro il quale valgono le regole della buona creanza piuttosto che un
improbabile arrivo del vaccino.
(...)
IL NUMERO DEGLI ELETTI LO DECIDONO GLI ELETTORI
Alle elezioni politiche del 04 marzo 2018 potevano votare
46,5 milioni di elettori ed hanno invece votato solo 33,9 milioni.
Noi pensiamo a una sistema elettorale perfettamente proporzionale che
elegga un deputato ogni 100mila voti validi raccolti in tutti i collegi
d'Italia. Sistema perfettamente proporzionale ed eventualmente se
necessario a doppio turno. Il parlamento, formato quindi da una sola
camera, poteva essere formato potenzialmente da 465 componenti mentre
in realtà ne avrebbe visto eletti solo 340.
In questo modo la decisione sul numero dei componenti il parlamento
resta nelle mani degli elettori e non dei politici (che già hanno
potere di decidere le liste). Votano tutti gli italiani che hanno
compiuto 18 anni com'è adesso per la Camera.
Con questo sistema un governo poteva avere la maggioranza solo se
disponeva di 171 deputati che sarebbero appartenuti al partito o alla
coalizione –dichiarata quest'ultima prima della tornata elettorale- che
avessero raggiunto appunto 171 eletti.
Possono però accadere esiti numerici differenti e quindi per dare
stabilità ad un esecutivo che abbia una dote di consensi “sensatamente”
maggioritaria ma conservando in parallelo una completa rappresentanza
delle minoranze.
L'esito elettorale decide quanti eletti toccano alle minoranze in
Parlamento: che restano comunque il numero stabile per garantire la più
ampia rappresentatività delle scelte elettorali del paese.
Resta il problema di come stabilire quanti eletti toccano alla maggioranza.
Se il partito o la coalizione ricevono alla prima tornata elettorale il
40%+1 dei voti degli elettori, la minoranza avrà 171 eletti e la
maggioranza ne avrà 181 (premio di 10).
Se alla prima tornata elettorale nessun partito e nessuna coalizione
raggiungono il 40%+1 dei voti si va alla seconda tornata nella domenica
successiva. L'esito deciderà quale partito o coalizione avrà diritto a
quel premio di 10 eletti in più rispetto alla minoranza. Le coalizioni
vanno dichiarate prima delle elezioni e non si possono modificare dopo
il primo turno.
(...)
FA&DESFA:LA FONTANA LA TREACA
L'assessore Brembilla del Comune di Bergamo ogni volta che termina uno
dei mille micro lavori pubblici (praticamente ne ha centrati pochi da
quel che s'è visto e letto) si autocelebra in FB ed a seguire il coro
dei suoi ammiratori, molti dei quali non hanno mai nemmeno visto i
lavori ne durante l'esecuzione ne alla fine. Brembilla è un ragazzo –lo
possiamo dire perché è più giovane di noi- con un EGO più grande della
collina di città alta e tutto quel che fa lui trasforma in oro la
latta. Peccato che i suoi uffici o i suoi progettisti lavorino
piuttosto spanno metricamente soprattutto senza conoscere le situazioni
cui vogliono porre rimedio. Un classico è la sistemazione delle aiuole
di Colle Aperto ai piedi della Torre di Adalberto e del franante (è
recintato da tre anni) muro della Crotta.
(...)
|
|
PDF:3,9Mb
|
|
|
|
|
IL 20 SETTEMBRE STARO' A CASA
La tornata elettorale del 20 settembre per noi non sarà un problema:
non andiamo nemmeno a votare proprio per (cercare di) fare fallire la
consultazione. Viceversa avrà un grosso impatto nazionale visto che
prima di tutto non sappiamo come starà il Paese col covid19.
Potranno votare 51,5 milioni di italiani per il referendum
costituzionale per la modifica del numero dei parlamentari; potranno
votare 18,6 milioni di elettori per il rinnovo dei consigli regionali
di sette regioni: Valle d'aosta, Veneto, Liguria, Toscana, Marche,
Campania, Puglia; si cambiano i senatori in due collegi dove potranno
votare meno di 850mila elettori ed infine si cambieranno i consigli
comunali di 1673 comuni con 5,7 milioni di elettori.
Sono numeri importanti perché segneranno in qualche modo la conferma o
lo sfratto del governo Conte. Un governo di disperati che non ha più i
numeri nel Paese: non ci sono più per i 5S ne per la Lega e ci sono due
incognite: il PD e FdI. L'Italia come del resto i commilitoni europei
stanno ancora sognando di uscire dalla crisi allargando i giardinetti e
comprando l'auto elettrica, facendo finta che due terzi dell'UE è piena
di cose inutili e tre quarti è sostanzialmente senza un lavoro
produttivo stabile, continuativo. Col di più –in peggio- di un covd19
contro il quale valgono le regole della buona creanza piuttosto che un
improbabile arrivo del vaccino.
L'Italia arriva al 20 settembre con 1550 miliardi di debito
pubblico ed almeno il triplo di ricchezza finanziaria delle
famiglie depositata in banca a rendimento zero per comprare quel
maxi debito. Italiani così cocconi di parte propria e da parte
dei governanti che investono in debito pubblico anziché investire per
lo sviluppo del Paese. Solo per mantenere la finanza e tutto un blocco
parassitario che si gopde di pensioni e di regalie prestate da enti
locali, bonus nei 730, ecc. ogni italiano potenzialmente dispone di 50
bonus e paga almeno il doppio di micro tasse per questo o quell'evento
infausto. A partire da qualche guerra coloniale del fascismo.
L'Italia purtroppo ha un governo ed una classe dirigente pubblica tutta
meridionale, a partire dal presidente della Repubblica. Già abbiamo
sopportato malamente un Napolitano – napoletano pure lui- che non era
certamente della stirpe dei Berlinguer o dei Pertini. Nemmeno
certamente la parte migliore del PCI. Adesso ci ritroviamo con tutto il
governo e tutte le massime cariche dello stato in mano ad una classe
politica nata e formata nelle università meridionali e del tutto
priva di una sensibilità propria che appartiene a chi è vissuto nelle
regioni che hanno fatto l'Italia: il nord est, Lombardia ed Emilia, il
nord ovest, Roma e il Lazio ai tempi delle grandi imprese statali che
ormai non esistono più.
Di questo “sistema di governo” l'Italia che stadi lavora produce vuole
liberarsi perché non capiscono nulla di noi mentre capiscono
benissimo come assegnarsi perfino 600 euro di regalo a gente che
ne guadagna anche 13mila al mese. Non sono fatti che accadono per caso
se il PdC e il ministro della salute “tardano” tre giorni a dichiarare
la quarantena in Valle Seriana. Non gli importava nulla: hanno avuto il
classico atteggiamento terrone che presto o tardi lo Stato arriva e ci
mette una pezza.
L'immagine di questa Italia senza nemmeno le pezze sul culo la
vedi benissimo nello stato in cui si trova il PD che non sai se ha un
segretario. Un partito ormai in preda alle bande cattoliche che lo
usano per arraffare appalti e prebende dietro la finta di migliaia di
coop onlus volontariato peloso e non. Lo vedi benissimo nei 5S che sono
fossilizzati sul una patina di ghiaccio in attesa di sprofondare e
scomparire. Lo vedi benissimo nella Lega dove un Salvini ha pagato 49
milioni per liquidare il Bossi and company e comprarsi il diritto a non
avere più una “Lega Nord” in concorrenza. Ce li restituirà in ottanta
anni: volete ridere?. Lo vedi –parlo della Bergamasca- in una terra di
cocconi che danno 30 milioni alla sanità lombarda che gli ha ammazzato
17mila lombardi. Solo 17mila.
Provate a fare una ricerca in rete: “quanto hanno raccolto i
Bergamaschi per gli ospedali contro il corona virus” e NON
troverete nei primi 50 posti la risposta al quesito. Nemmeno
nelle successive 50. Qualcuno ha deciso di fare cancellare tutte
queste informazioni perché risultavano sgradevoli ortiche in faccia al
governo regionale ed ai perbenisti dei 5S e del PD.
Ecco: spero che il 20 settembre capovolga questo mondo perché ormai è diventato insopportabile.
|
|
IL NUMERO DEGLI ELETTI LO DECIDONO GLI ELETTORI
Alle elezioni politiche del 04 marzo 2018 potevano votare
46,5 milioni di elettori ed hanno invece votato solo 33,9 milioni.
Noi pensiamo a una sistema elettorale perfettamente proporzionale che
elegga un deputato ogni 100mila voti validi raccolti in tutti i collegi
d'Italia. Sistema perfettamente proporzionale ed eventualmente se
necessario a doppio turno. Il parlamento, formato quindi da una sola
camera, poteva essere formato potenzialmente da 465 componenti mentre
in realtà ne avrebbe visto eletti solo 340.
In questo modo la decisione sul numero dei componenti il
parlamento resta nelle mani degli elettori e non dei politici (che già
hanno potere di decidere le liste). Votano tutti gli italiani che hanno
compiuto 18 anni com'è adesso per la Camera.
Con questo sistema un governo poteva avere la maggioranza solo se
disponeva di 171 deputati che sarebbero appartenuti al partito o alla
coalizione –dichiarata quest'ultima prima della tornata elettorale- che
avessero raggiunto appunto 171 eletti.
Possono però accadere esiti numerici differenti e quindi per dare
stabilità ad un esecutivo che abbia una dote di consensi “sensatamente”
maggioritaria ma conservando in parallelo una completa rappresentanza
delle minoranze.
L'esito elettorale decide quanti eletti toccano alle minoranze in
Parlamento: che restano comunque il numero stabile per garantire la più
ampia rappresentatività delle scelte elettorali del paese.
Resta il problema di come stabilire quanti eletti toccano alla maggioranza.
Se il partito o la coalizione ricevono alla prima tornata elettorale il
40%+1 dei voti degli elettori, la minoranza avrà 171 eletti e la
maggioranza ne avrà 181 (premio di 10).
Se alla prima tornata elettorale nessun partito e nessuna coalizione
raggiungono il 40%+1 dei voti si va alla seconda tornata nella domenica
successiva. L'esito deciderà quale partito o coalizione avrà
diritto a quel premio di 10 eletti in più rispetto alla minoranza. Le
coalizioni vanno dichiarate prima delle elezioni e non si possono
modificare dopo il primo turno.
Assieme alla legge elettorale vanno però modificate anche alcune
regole coerenti con la medesima. Il governo per restare in carica
DEVE avere la maggioranza SOLO per alcune votazioni fondamentali: il
DEF, la Legge di Stabilità, il Bilancio Consuntivo, la dichiarazione di
guerra o l'invio di truppe all'estero, il piano energetico e
industriale nazionale (che vanno votati e aggiornati ogni anno entro il
mese di giugno), il recepimento delle leggi UE e internazionali. Per
tutto il resto le leggi sono votate con la sola maggioranza dei
parlamentari votanti ed è esclusa la possibilità di legiferare su temi
etici.
Non è consentito agli eletti di cambiare partito (non esiste un gruppo
misto) e in tal caso perdono il seggio e vengono sostituiti dal
primo più votato del suo partito. Nell'assemblea dei capigruppo però le
votazioni tengono conto del peso politico reale guadagnato da ciascun
gruppo nella prima tornata elettorale. Nelle commissioni possono essere
immessi anche dei non eletti scelti comunque tra quelli più votati in
ordine numerico.
Siccome le elezioni si tengono ogni cinque anni poichè questo è
l'impegno assunto dai vari candidati coi propri elettori se la
maggioranza in carica durante una delle nove votazioni fondamentali
finisce in minoranza, se entro due settimane ci sono partiti o
coalizioni che vanno dal presidente della repubblica per presentare un
nuovo governo, il relativo programma e una maggioranza coerente, la
composizione del parlamento cambia (escono i parlamentari meno votati
della maggioranza decaduta ed entrano i parlamentari più votati alla
prima tornata della nuova maggioranza) assegnando a questo partito o
coalizione la maggioranza dei seggi. In questo caso la nuova
coalizione di maggioranza va in parlamento e chiede il voto di fiducia
sul programma.
Infine. I partiti sono finanziati pubblicamente con un euro ogni anno
per ciascun elettore che li ha votati solo nel caso che abbiano
almeno un eletto per ciascun anno di durata della legislatura.
|
|
FA&DESFA:LA FONTANA LA TREACA
L'assessore Brembilla del Comune di Bergamo ogni volta che termina uno
dei mille micro lavori pubblici (praticamente ne ha centrati pochi da
quel che s'è visto e letto) si autocelebra in FB ed a seguire il coro
dei suoi ammiratori, molti dei quali non hanno mai nemmeno visto i
lavori ne durante l'esecuzione ne alla fine. Brembilla è un ragazzo –lo
possiamo dire perché è più giovane di noi- con un EGO più grande della
collina di città alta e tutto quel che fa lui trasforma in oro la
latta. Peccato che i suoi uffici o i suoi progettisti lavorino
piuttosto spanno metricamente soprattutto senza conoscere le situazioni
cui vogliono porre rimedio. Un classico è la sistemazione delle aiuole
di Colle Aperto ai piedi della Torre di Adalberto e del franante (è
recintato da tre anni) muro della Crotta.
Il problema di quelle aiuole non sta nel fatto che i camminamenti
fossero troppo esigui rispetto alla folla che scende dai bus ma siccome
le aiuole sono in pendenza e sono più alte dei camminamenti accade
regolarmente che ad ogni pioggia (e adesso ne arrivano di piuttosto
toste e violente e generose) la terra delle aiuole venga trascinata sui
marciapiedi, li infanghi e poi la terra finisca nello scarico dietro la
vedovella intasandolo. Così si forma un laghetto di palcia e così diamo
il ben venuto a cittadini assetati e turisti. D'inverno invece si può
pattinare visto che anche la neve si scioglie di giorno e ghiaccia di
notte. Quindi la soluzione adottata risolve forse la questione della
ampiezza dei marciapiedi ma NON quella degli allagamenti e della
palcia. Inoltre. Le aiuole quando vennero create furono bordate di
bosso tutti distrutti (i bossi) dalla cortesi pisciatine dei cani di
persone educate (al 999/1000 tutte abitanti in città alta). I bossi che
rimasero dopo quasi trent'anni dovettero fare i conti pure con la
piralide e qualcuno riuscì perfino a sopravvivere. Poi arrivò Attila
che invece di spostare gli alberelli che avevano resistito, li segò
tanto “solcc de comù solcc de ngù”. Adesso questa sistemazione che
forse va benissimo per chi legge l'ambientalismo dalle riviste patinate
delle sciure, ma al prossimo temporale –quindi entro fine settimana
prossima- il lussuoso pavimento sarà tutto impalciato.
Brembilla risponde piccato al commento:” Non siete mai contenti;
seminata l'erba non ci saranno più scorrimenti di terreno”. Sicome non
conosce la situazione racconta un'altra cacchiata dal momento che da
che mondo è mondo sotto gli alberi non cresce l'erba e già il
tappezzante che c'era è morto per l'azione congiunta dell'ombra e del
calpestio delle persone e dei cani.
Continua il commentatore: Buon ultimo: non avevate qualche euro per
alzare” di 10-15 cm anche la vedovella che adesso pare si sia
sprofondata e pende come la torre pisana?. Date ascolto agli umarelli:
cambiate progettisti e tecnici così farete le opere con maggiore
criterio usando meglio i soldi di tutti. Alla osservazione sull
vedovella rincagnata e pendente andrebbe aggiunto qualcosa sul
come hanno lavorato –in termini di sicurezza delle persone e del
cantiere- la ditta che ha eseguito i lavori: poi succedono gli
incidenti sul lavoro.
Marco Brembilla risponde tranciante: “Sul finale evito commenti; sarei particolarmente acido” . Dobbiamo ridere o piangere?
|