A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1259 DEL 10 AGOSTO 2020
























































Di cosa parliamo in questa pagina.





















COI SOLDI DEL COVID19
LA GIUNTA GAMBA SPENDE 800MILA EURO AL CVI2
COME SE LA FIAT FABBRICASSE LA 500 DEL ‘57 NEL 2020

Che colpo –letteralmente!- di fortuna la pandemia per la giunta Gamba, alla faccia delle quattro dozzine di morti !. Il Comune al 20 luglio s'è portato a casa 988mila euro per il covid19 ed ha deciso di buttarne 803mila nel CVI2. Ovvero come trasformare un doppio fallimento della politica sfruttando l'avvento della pandemia e la gran massa di soldi arrivati al Comune per essa.
La giunta Gamba c'aveva provato a trovare un pollo che fosse disposto ad investire una somma enorme -oltre 600 mila euro in questi chiari di luna- in cambio di una sostanziale co-gestione col comune del CVI2 ricostruito esattamente come mezzo secolo or sono. Nessuno l'aveva filata: la gara era andata a vuoto.
Non contenta di questo primo fallimento giustificato come del tutto regolare con una gran massa di incarichi ad avvocati commercialisti architetti (tutti appalti dati sostanzialmente senza alcuna gara aperta a TUTTI i potenziali concorrenti ma scelti dentro un schiera ristretta di soggetti) e chi più ne metta (la minoranza parla di 100mila euro buttati in cartaccia inutile) da parte della sindaca Gamba –mitiche le litigate con la minoranza sul mitico PEF e spese inutili- la maggioranza aveva deciso che un pezzo (la metà) della ristrutturazione sarebbe stata effettuata dal Comune – sostanzialmente il comune si metteva a fare da banca [usando i 350mila euro stanziati dalla Regione il 04 maggio 2020: in piena pandemia) per chi avesse inteso partecipare alla gara-  ma complice l'avvento della pandemia e nonostante un allungamento dei tempi di partecipazione alla gara, nessuno ha presentato offerte neppure la seconda volta.
(...)

CON UN USO PIÙ ACCORTO DELLE RISORSE
POTEVAMO GIÀ DISPORRE DI DUE PISTE
CICLABILI DALLA MERENA ALLA ROTONDA LOCATELLI
E DAL SERE A LARGO VITTORIA E VIA MEUCCI
Potevamo già disporre di una pista ciclabile che dalla Merena arrivava fino alla ex Zopfi di Bergamo e invece abbiamo decine di segmenti di pista pedonale (forse e) ciclabile che non  portano da nessuna parte tranne brevi percorsi che non stimolano le persone a usare il mezzo.
Dalla Merena, davanti alla panetteria Finardi c'è un ampio sedime dell'ex tranvia che arriva fino all'uscita della via Dalmine (salendo da sud) su via Lecco.
I lavori per adattare questo percorso sarebbero modesti come costi e tempistica e  sostanzialmente servirebbero sia la Merena che la Marigolda che il Lungobrembo.
Ci starebbe anche un deposito coperto delle bici appese e messe in sicurezza all'altezza delle Merena verso il marmista.
L'intervento più  complesso ci sarebbe tra l'uscita della via Dalmine (salendo da sud) su via Lecco fino all'incrocio di via Buelli con via Lecco dove occorre tagliare un pezzo di ripa e sottomurarla  e ricavare quel 250 cm per le due corsie della pista pedociclabile. Usiamo questo aggettivo per intendere  che i pedoni hanno la prevalenza rispetto alle biciclette e monopattini.
Una galleria ricavata a fianco del sottopasso attuale di via Lecco alla ferrovia sul lato sud ne consente il passaggio e poi la corsia è prevista in una rampa che a pendenza corretta arriva sulla stradina sopra via Lecco lato sud. Fa più impressione dirla che realizzarla.
(...)

LA PASSERELLA SUL QUISA: PROMESSA DA CINQUE ANNI MA NON SI VEDE
Passerella sul torrente Quisa tra l'Isolotto di Ponte san Pietro e Curno. Il volo del drone nella stagione invernale aveva rivelato una boscaglia impercorribile lungo tutte le sponde tra il borlotto di Ponte e il viadotto dell'asse interurbano ed uno stato dell'Isolotto come sempre trasandato in attesa del prossimo incendio. Negli ultimi dieci anni le sponde del fiume si sono riempite della normali alberature di nessun valore legnoso che hanno ristretto pericolosamente la sezione del letto del fiume trasformandolo in un canale ampio meno della metà rispetto al 2010. Abbiamo quindi dciso una ispezione mattutina a scanso di tafani e zanzare al posto dove dovrebbe sorgere la passerella del percorso pedociclabile da Curno all'Isolotto e le due foto  sono significative.
(...)




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le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!
























LA PISTA CICLABILE CHE POTEVA GIA'
ESISTERE E LA PASSERELLA SUL QUISA CHE SI ASPETTA DA CINQUE ANNI MA SI VEDE SOLO CARTA E SOLDI SPESI CLIENTELARMENTE PER PRODURNE VIEPPIU'





































































































































































































COI SOLDI DEL COVID19
LA GIUNTA GAMBA SPENDE 800MILA EURO AL CVI2
COME SE LA FIAT FABBRICASSE LA 500 DEL ‘57 NEL 2020

Che colpo –letteralmente!- di fortuna la pandemia per la giunta Gamba, alla faccia delle quattro dozzine di morti !. Il Comune al 20 luglio s'è portato a casa 988mila euro per il covid19 ed ha deciso di buttarne 803mila nel CVI2. Ovvero come trasformare un doppio fallimento della politica sfruttando l'avvento della pandemia e la gran massa di soldi arrivati al Comune per essa.
La giunta Gamba c'aveva provato a trovare un pollo che fosse disposto ad investire una somma enorme -oltre 600 mila euro in questi chiari di luna- in cambio di una sostanziale co-gestione col comune del CVI2 ricostruito esattamente come mezzo secolo or sono. Nessuno l'aveva filata: la gara era andata a vuoto.
Non contenta di questo primo fallimento giustificato come del tutto regolare con una gran massa di incarichi ad avvocati commercialisti architetti (tutti appalti dati sostanzialmente senza alcuna gara aperta a TUTTI i potenziali concorrenti ma scelti dentro un schiera ristretta di soggetti) e chi più ne metta (la minoranza parla di 100mila euro buttati in cartaccia inutile) da parte della sindaca Gamba –mitiche le litigate con la minoranza sul mitico PEF e spese inutili- la maggioranza aveva deciso che un pezzo (la metà) della ristrutturazione sarebbe stata effettuata dal Comune – sostanzialmente il comune si metteva a fare da banca [usando i 350mila euro stanziati dalla Regione il 04 maggio 2020: in piena pandemia) per chi avesse inteso partecipare alla gara-  ma complice l'avvento della pandemia e nonostante un allungamento dei tempi di partecipazione alla gara, nessuno ha presentato offerte neppure la seconda volta.
Quella che per i cittadini è stata una grande tragedia pagata con una cinquantina di morti, per la giunta Gamba l'avvento della pandemia è stata davvero un colpo di fortuna. L'Italia  s'é via via indebitata e nelle casse del comune sono arrivati almeno 988mila euro: che potete leggere nella tabella.
E così mentre il CVI2  s'é spento del tutto perché la gente della Marigolda si è sentita espropriata  dal Comune coll'avvento di una estranea coop per mano di  due altrettanto disistimate: la sindaca e la dirigente dei servizi sociali, ecco che la maggioranza di Vivere Insieme decide di gettare tutte le risorse inaspettatamente arrivate nelle casse comunali in questa spesa per la ristrutturazione del CVI2.

Non valutiamo il progetto di ristrutturazione che prevede “l'affidamento dei lavori di manutenzione straordinaria del Centro Vivere Insieme n. 2" per un importo dei lavori posto a base d'appalto pari a € 739.357,90 Iva 22% compresa di cui € 16.680,00 per costi della sicurezza non soggetti a ribasso mediante la procedura prevista dal nuovo Codice degli appalti (D.Lgs. 50/2016 e smi) alle condizioni di cui al progetto tecnico approvato con deliberazione della Giunta Comunale n. 82 del 06.06.2019. La Giunta ha anche messo a disposizione la somma di € 223.968,94 per integrare eventuali maggiori costi e integrazioni.
L'appalto prevede anche (e questo  manderà a nostro avviso a vuoto la gara) che l'impresa aggiudicataria dovrà dare avvio all'esecuzione dei lavori anche in pendenza del contratto, al fine di rispettare la scadenza del 15.10.2020 pena decadenza del contributo concesso con L.R. 9/2020, che viene contestualmente accertato con la presente determinazione al capitolo 233 del PEG 2020 - 2022 annualità 2020 per € 350.000,00.
Esaminando il progetto di ristrutturazione appare evidente come gran parte degli impianti e degli edifici (ciò che va ristrutturato) sia stata fatta col braccino corto e il pugno chiuso (mitica la cantina del bar interrata e senza cavedio attorno, oppure gli spogliatoi che notoriamente sono una pentola a pressione senza ricambio forzato d'aria e con una volumetria del tutto insufficiente: tanto per dirne due)  ed anche la manutenzione –che ovviamente doveva esser maggiore per la cattiva progettazione, non è stata all'altezza per la persistente bega tra Gruppo sportivo e Comune: il primo a chiedere e il secondo a lesinare.

La ristrutturazione del CVI2 che mira a rimettere a posto quel che esiste già cambiando lo stretto necessario è un megalattico errore dal momento che il CVI2 è nato quando la società aveva certe idee e certi bisogni che oggi non esistono sostanzialmente più o appartengono ad una minoranza.
Non ci vuole il pallottoliere per verificare  come la frequenza del centro sportivo su via Fermi sia dieci volte superiore a quella del CVI2 sebbene il primo non sia “proprio” economico.
La questione è che la ristrutturazione progettata per il CVI2 appare come se la Fiat decidesse nel 2020 di rimettere in produzione tal quale la 500 del 1957.

L'unico aspetto positivo della faccenda è che la gara d'appalto dei lavori viene affidato alla Centrale Unica di Committenza Area Vasta Provincia di Brescia, vale a dire che stavolta hanno evitato il solito affidamento all'impresa scelta dal gruppetto di imprese deciso dal dirigente.
Probabile che le nostre continue osservazioni ed anche il timore che qualche impresa facesse ricorso e quindi bloccasse  l'iter facendo perdere al Comune quei famosi 350mila euro della regione, abbiano convinto sindaca segretario comunale e dirigente dell'ufficio a fare una gara aperta a tutte le potenziali imprese.

CON UN USO PIÙ ACCORTO DELLE RISORSE
POTEVAMO GIÀ DISPORRE DI DUE PISTE
CICLABILI DALLA MERENA ALLA ROTONDA LOCATELLI
E DAL SERE A LARGO VITTORIA E VIA MEUCCI
Potevamo già disporre di una pista ciclabile che dalla Merena arrivava fino alla ex Zopfi di Bergamo e invece abbiamo decine di segmenti di pista pedonale (forse e) ciclabile che non  portano da nessuna parte tranne brevi percorsi che non stimolano le persone a usare il mezzo.
Dalla Merena, davanti alla panetteria Finardi c'è un ampio sedime dell'ex tranvia che arriva fino all'uscita della via Dalmine (salendo da sud) su via Lecco.
I lavori per adattare questo percorso sarebbero modesti come costi e tempistica e  sostanzialmente servirebbero sia la Merena che la Marigolda che il Lungobrembo.
Ci starebbe anche un deposito coperto delle bici appese e messe in sicurezza all'altezza delle Merena verso il marmista.
L'intervento più  complesso ci sarebbe tra l'uscita della via Dalmine (salendo da sud) su via Lecco fino all'incrocio di via Buelli con via Lecco dove occorre tagliare un pezzo di ripa e sottomurarla  e ricavare quel 250 cm per le due corsie della pista pedociclabile. Usiamo questo aggettivo per intendere  che i pedoni hanno la prevalenza rispetto alle biciclette e monopattini.
Una galleria ricavata a fianco del sottopasso attuale di via Lecco alla ferrovia sul lato sud ne consente il passaggio e poi la corsia è prevista in una rampa che a pendenza corretta arriva sulla stradina sopra via Lecco lato sud. Fa più impressione dirla che realizzarla.
Con qualche aggiustamento si arriva in sede protetta alle Crocette.
Dalle Crocette a via Meucci potrebbe correre sul lato nord  della via Bergamo e poi da via Meucci una sostanzialmente banale  adeguamento la pista arriva a collegarsi con quella che proviene dal Loreto ed oggi arriva fino alla Rotonda Locatelli.
Tra l'altro dagli impianti sportivi di Loreto adesso esiste un  passaggio pedociclabile che arriva all'Ospedale.
Certamente in certi punti occorre una progettazione accurata (il sottopasso della ferrovia e la salita fino alla stradina parallela a via Lecco fino alle Crocette) ma non dubitiamo che ci siano dei manici professionalmente adatti alla bisogna.

Poi si poteva-doveva immaginare una pista pedociclabile interna che partendo dal Sere salendo via Brembo e passando per Largo Vittoria prosegua per via Marconi e Donizetti e poi si sarebbe visto “come butta” la vicenda del raddoppio della ferrovia e la questione del sottopasso SI&NO. Intanto passano il PL e vanno fino alla rotonda di via Meucci-Bergamo dove incontrano quella descritta sopra e poi si vedrà.

Queste due piste sostanzialmente rappresentano la spina dorsale di altre piste a direzione nord-sud che portano i vari quartieri del paese verso le stesse e servono anche a Ponte san Pietro, la Merena di Mozzo, la Dorotina.

Conclusione. Con le somme  spese finora dal Comune per i mille segmenti inutili di piste  adesso si potevano GIA' avere queste due spine dorsali fatte e finite, tranne il tratto di via Brembo tra la santella di via DeAmicis/Carlinga e il sottopasso della via Dalmine.
Ma all'ass. Conti non frega nulla di costruire un paese COMODO e bello da viverci: tutti i segmenti delle vie pedociclabili sono stati realizzati come donazioni o scomputi di oneri edilizi con grande gioia e comodo di chi li ha pagati. Lui asserisce di esser riuscito a scucire soldi in più agli operatori: infatti li vedi tutti in giro (tra)vestiti da Babbo Natale.

LA PASSERELLA SUL QUISA: PROMESSA DA CINQUE ANNI MA NON SI VEDE
Passerella sul torrente Quisa tra l'Isolotto di Ponte san Pietro e Curno. Il volo del drone nella stagione invernale aveva rivelato una boscaglia impercorribile lungo tutte le sponde tra il borlotto di Ponte e il viadotto dell'asse interurbano ed uno stato dell'Isolotto come sempre trasandato in attesa del prossimo incendio. Negli ultimi dieci anni le sponde del fiume si sono riempite della normali alberature di nessun valore legnoso che hanno ristretto pericolosamente la sezione del letto del fiume trasformandolo in un canale ampio meno della metà rispetto al 2010. Abbiamo quindi dciso una ispezione mattutina a scanso di tafani e zanzare al posto dove dovrebbe sorgere la passerella del percorso pedociclabile da Curno all'Isolotto e le due foto  sono significative.
L'immagine di sinistra è scatta dalla sponda destra della Quisa (lato Isolotto) e ritrae il leto del torrente e la sponda sinistra del medesimo (lato di Curno). Dal sentiero in primo piano al fondo del letto del torrente i potenti mezzi delle app hanno misurato più o meno  quattro metri di dislivello. Dall'altra parte ne hanno misurati 6-7.
L'immagine a destra ritrae il letto del fiume Brembo a monte verso Ponte san Pietro.
Stante la curvatura del letto non si vede lo sbarramento per la centralina elettrica che ha creato un bel lago a monte dove potrebbero stare qualche dozzina di germani reali. Forse anche una coppia di cigni.