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PIANO MARSHALL REGIONE LOMBARDIA
STAVOLTA A CURNO E' ANDATA BUCA
Scrive il capogruppo di minoranza Locatelli sul “Curno in Comune” di
luglio 2020: “Ora chiediamo un “piano Marshall” per Curno, un patto che
coinvolga anche le minoranze presenti in Consiglio Comunale (che
rappresentano oltre il 51% dei cittadini di Curno) e i cosiddetti
“attori del territorio” per programmare una ripartenza
socio-economica, (…) ma purtroppo non è stato ascoltato sia dalla
maggioranza di Vivere Curno che dalla maggioranza di CDX+Lega che
governa la Regione Lombardia: nel Piano Marshall varato dalla Giunta
Fontana a Curno NON arriva UN euro UNO. Andreottianamente pensiamo che
in nella “dimenticanza” ci sia anche la mano di Locatelli decisamente
arrabbiato perché le sue profferte di compartecipare alle scelte della
maggioranza vengono sempre malmostosamente respinte dalla sindaca
Gamba e dalla capogruppo Serra nonostante Locatelli rivendichi di
rappresentare oltre il 51% dei cittadini di Curno.
La sindaca Gamba scrive sul “Curno in Comune” che ad inizio del
mese di luglio il Comune ha ricevuto fondi per 623.152 euro
suddivisi in sei diversi capitoli MA al 20 luglio 2020 noi abbiamo
documentato –dall'albo pretorio del Comune- che il Comune aveva
ricevuto ALMENO 990.000 euro in nove capitoli differenti.
Insomma a fine luglio ancora in piena pandemia il paese in cui sarebbe
bello vivere aveva le casse comunali STRACOLME fondi perché
sempre alla stessa data (20/7/'20) il Comune aveva riscosso –da gennaio
al 20 luglio- tra fondi e beni materiali la bellezza di oltre
10.120.000 euro di cui almeno un buon 50% costituito da beni che
passano dai privati al Comune per via delle convenzioni edificatorie.
Il Comune quindi s'è trovato ad affrontare l'avvento del covid19 in
condizioni economiche ottimali che NON si leggono ne si
comprendono nelle poderose disquisizioni della sindaca sul
notiziario.
Quindi già al 20 luglio il comune poteva avere sollevato i negozi dalle
tasse comunali nel periodo di chiusura obbligata ma il bello deve
ancora essere detto.
Sul “Curno in Comune” decolla la sindaca Gamba: “I mesi di marzo,
aprile e maggio sono stati particolarmente intensi e faticosi, perché
gli amministratori e gli uffici comunali hanno dovuto adattarsi via via
ai decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri e alle ordinanze
regionali per cercare di tutelare la salute dei cittadini e per
rispondere alle loro nuove esigenze. Per far fronte alla situazione del
tutto inaspettata ed eccezionale, è stato costituito il Centro
Operativo Comunale (C.O.C.), presieduto dal Sindaco e composto dagli
assessori Bellezza, Cavagna, Conti, Rota, dal consigliere con delega
alla Protezione civile Curto, dal responsabile della Protezione civile
di Curno, Manuel Torri e dai responsabili dei diversi settori degli
uffici comunali”. Sono stati così organizzati nuovi servizi di sostegno
per le persone costrette all'isolamento nelle proprie case e sono
stati potenziati alcuni servizi già attivi; per esempio, è stato
sempre attivo un servizio di ascolto telefonico per raccogliere le
esigenze e anche le paure dei cittadini (1.060 richieste telefoniche),
è stato fornito aiuto telefonico per la compilazione dei moduli per i
buoni spesa (55 casi), in 171 colloqui l'assistente sociale ha
valutato le richieste, sono stati erogati 102 buoni spesa a fronte di
181 richieste. Sono stati aggiunti 24 nuovi utenti per pasti a
domicilio, 14 nuovi servizi di assistenza domiciliare (i servizi SAD
realizzati sono stati 588), segnalate 4 badanti e prese in carico
dall'assistenza sociale situazioni familiari complesse”.
Fermiamoci un attimo partendo dalla considerazione che il Comune
di Curno ha una popolazione di 7.564 abitanti (fine 2019) nell'ufficio
servizi sociali è presente una dirigente, un'assistente sociale e tre
impiegate.
A noi i numeri dati dalla sindaca Gamba circa gli interventi per la
popolazione in forza della pandemia appaiono fortunatamente per i
Curnesi estremamente modesti perché se in tre mesi ci sono state 1060
richieste telefoniche vuol dire che erano una dozzina al giorno: che è
un numero modestissimo se non insignificante. L'aiuto telefonico alla
compilazione dei moduli ha comportato un intervento mediamente di uno
ogni due giorni: non mi pare un gravame eccessivo.
I buoni spesa sono stati assegnati a 2 soggetti ogni tre richieste e
riascoltando le quattro telefonate che abbiamo non hanno superato
i dieci minuti.
Il criterio del tutto incredibile di assegnazione dei fondi (specie
quelli della protezione civile) era proprio degno di una Repubblica
delle banane. Sostanzialmente a discrezione casuale.
Che poi siano arrivati ulteriori 24 nuovi utenti (rispetto alla
consolidata clientela che pende dai servizi sociali) , 14 nuovi servizi
di assistenza domiciliare spalmando questo servizi in 6-7 interventi
ogni giorno, beh… non c'é proprio da bruciarsi il cervello ne
sfasciarsi la schiena.
Non fosse altro che questo è “il mestiere” dell'ufficio.
Viene adesso il capitolo volontari dove si legge che “i volontari
attivi nel periodo di quarantena sono stati ventiquattro, (…) I
progetti nei quali si sono spesi sono stati molti e tutti coordinati
dall'ufficio dei servizi alla persona. Siamo a posto quindi. C'è chi
ha consegnato i pasti a domicilio (1062 pasti a domicilio), chi passava
ogni giorno a consegnare i quotidiani alle persone considerate a
rischio (undici cittadini) e chi si prodigava nel recapito di
mascherine artigianali confezionate appositamente da sarte che le hanno
donate al Comune.
Rifacciamo i conti e vediamo che 1062 pasti a domicilio significano in
tre mesi DODICI pasti consegnati ogni giorno. Roba da uscirne con la
schiena rotta?. Per non parlare degli undici giornali consegnati ogni
giorno. Anche qui roba da uscirne con la schiena rotta.
Poi ancora “i volontari della Protezione Civile (il che significa che
sarebbero persone altre rispetto ai 24 di prima) si sono occupati in
particolare di consegnare farmaci a domicilio (259 casi), di recuperare
e consegnare 8 bombole di ossigeno, hanno consegnato 56 pacchi
alimentari a famiglie in difficoltà, in collaborazione con la Caritas
parrocchiale e l'Associazione Nazionale Alpini e hanno svolto servizi
di vigilanza al mercato e al cimitero”. 259 pasti distribuiti da
24 volontari in 90 giorni significa che ciascuno ne ha consegnato UNO
OGNI NOVE giorni. Anche qui roba da uscirne con la schiena rotta.
Lascio perde le otto bombole dell'ossigeno perché dovrei essere ancora
più tagliente ricordando una telefonata con la dirigente dell'ufficio
dalle cui parole pareva mezzo paese stesse morendo senza ossigeno. Roba
da rabbrividire nel sentirla.
Non poteva mancare la parola magica: “nel raccontare il volontariato
durante il difficile momento della pandemia, merita una menzione
speciale chi ha provato a mantenere viva la cultura, intesa anche e
soprattutto come condivisione”. Che sarebbe l'ultima. “Per allietare i
più piccoli ma non solo, è stato ideato il progetto “Video Storie” nel
quale cittadini e cittadine hanno letto favole della buona notte per
tutti gli abitanti di Curno. La possibilità di registrare il video
della propria lettura è stato aperto a tutti e vi hanno aderito con
incredibile entusiasmo i genitori della scuola primaria che
solitamente animano “la notte dei racconti”. (…) A chiudere
l'esperienza dello strano incontro fra Covid 19 e cultura arriva la
celebrazione della festa della Liberazione”.
Insomma covid19, yuotube, favole e Liberazione possono benissimo
stare nel medesimo calderone per gente che non ha ben presente il
minimo rispetto della storia patria. Semmai la conosca.
Dalla lunghissima sbrodolata stile oste che loda il proprio vino che si
legge sul “Curno in Comune” mancano oltre l'aggiornamento sulle finanze
delle informazioni fondamentali per capire la distribuzione clientelare
o meno degli aiuti.
Per esempio non hanno detto quanti cittadini hanno avuto p.e.
dieci interventi, quanti nove, quanti otto, ecc. per capire la gravità
delle varie situazioni perché noi siamo convinti che in paese esista un
nucleo stabile che vive ricevendo aiuti di ogni sorta dal comune
parrocchia caritas privati. Persone cui viene dato ogni giorno il
pesce cucinato ed alle quali non viene mai insegnato a pescare.
La lunghissima sbrodolata ci rivela anche la fragilità sociale politica
e culturale dell'amministrazione e della società nel suo insieme. Dalla
lettura si evince da un lato lo stupore di sindaca, del personale del
comune, dei volontari per avere avuto a che fare con qualcosa di
eccezionale (mai provato a fare i soccorritori in un terremoto?) e
dall'altro lato si comprende come siano state persone che sono
annegate sostanzialmente in un cucchiaino d'acqua. Vediamo una società
di persone fragili in tutto che non sanno come comportarsi davanti
all'evento. Mai possibile che siano UN problema OTTO bombole OTTO
dell'ossigeno? Mai possibile inventarsi che esistano davvero UNDICI
persone UNDICI che hanno bisogno di farsi portare a casa il giornale?
Il giornale: mica il pane fresco. Mai possibile che sia un
problema rispondere in otto ore a ben DODICI telefonate da parte di
4-5-6 persone nell'ufficio?.
Non vi è mai passato per la testa che avete messo in piedi qualcosa che
funziona abbastanza male o che non siete all'altezza del vostro
mestiere o professione?
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LA SICUREZZA
Oltre all'immenso lavoro fornito in questi mesi dai volontari della
Protezione Civile di Curno (cioè?) , l'impegno della Polizia Locale e
dei Carabinieri di Curno è stato finalizzato ad un maggiore controllo
del territorio ed al rispetto delle norme da parte dei cittadini come
definite dai vari DPCM ed alla fornitura di sostegni ai cittadini in
difficoltà (recupero bombole d'ossigeno (otto bombole sarebbero UN
problema?), riscossione pensioni e prelievi bancomat (meno di una
dozzina: dov'è il problema?) , tanto per fare solo due esempi). È
proseguito l'iter complesso per l'implementazione del progetto varchi
(sistema di monitoraggio del territorio con otto telecamere ai varchi
del paese) (non si è compreso se ce ne saranno istallate due per varco
o siano otto per otto varchi… ma questo dev'essere un segreto NATO e
quindi…) la cui realizzazione ha incontrato difficoltà
burocratiche (davvero? E quali?).
Si sono definiti con Enel la fornitura degli otto contatori e i
relativi aspetti contrattualistici (ma tu guarda per avere la corrente
bisogna rivolgersi ad un fornitore: perché non al benzinaio?) e si è
appaltato ad una ditta del settore l'allacciamento (con relativi scavi)
per far giungere l'energia elettrica necessaria agli otto punti
individuati per la collocazione delle sedici telecamere. Ma non esiste
un contratto con IREN che dovrebbe fornire energia e
impianti? Come mai avete dimenticato di trasferire semafori e
telecamere al nuovo gestore? Terminati questi ultimi lavori la ditta
fornitrice dei sistemi di videosorveglianza incaricata installerà le
telecamere e il cablaggio per la sala di videocontrollo (houston:
abbiamo un problema...) , dando vita a questo nuovo e importante
servizio di controllo. Che se funziona come il sistema di video ripresa
delle sedute consigliari, stiamo bene: perché dovrebbe funzionare
meglio visto che nasce dalle stese mani? . Intanto i soldi restano in
banca a ufa, la gente non lavora (e gli uffici se la passano al fresco
visto che l'estate s'è messa calda: ma questo non è politicamente
corretto scriverlo).
Mah. Prima di tutto vorremmo capire come si sposano le TLC di Curno con
quelle di Bergamo Treviolo Mozzo e Ponte san Pietro (semmai quei comuni
abbiano pensato di applicarsele). Non basta una coppia per varco che
serve due comuni? Secondo. Quanto tempo occorre per avere la corrente
(otto TLC hanno bisogno di otto contatori e otto linee differenti?).
Terzo. Non vi pare di non essere all'altezza del compito? Non è meglio
che vi mettiate anche voi a fare gli umarelli? Magari imparate a fare
le cose.
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