A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1257 DEL 08AGOSTO 2020
























































Di cosa parliamo in questa pagina.





















PIANO MARSHALL REGIONE LOMBARDIA
STAVOLTA A CURNO E' ANDATA BUCA
Scrive il capogruppo di minoranza Locatelli sul “Curno in Comune” di luglio 2020: “Ora chiediamo un “piano Marshall” per Curno, un patto che coinvolga anche le minoranze presenti in Consiglio Comu­nale (che rappresentano oltre il 51% dei cittadini di Curno) e i cosiddetti “attori del territorio” per programmare una ri­partenza socio-economica, (…) ma purtroppo non è stato ascoltato sia dalla maggioranza di Vivere Curno che dalla maggioranza di CDX+Lega che governa la Regione Lombardia: nel Piano Marshall varato dalla Giunta Fontana a Curno NON arriva UN euro UNO. Andreottianamente pensiamo che in nella “dimenticanza” ci sia anche la mano di Locatelli decisamente arrabbiato perché le sue profferte di compartecipare alle scelte della maggioranza  vengono sempre malmostosamente respinte dalla sindaca Gamba e dalla capogruppo Serra nonostante Locatelli rivendichi di rappresentare oltre il 51% dei cittadini di Curno.
La sindaca Gamba scrive sul “Curno in Comune”  che ad inizio del mese di luglio il Comune ha ricevuto fondi per  623.152 euro suddivisi in sei diversi capitoli MA al 20 luglio 2020 noi abbiamo documentato –dall'albo pretorio del Comune- che il Comune aveva ricevuto ALMENO 990.000 euro in nove capitoli differenti.
Insomma a fine luglio ancora in piena pandemia il paese in cui sarebbe bello vivere aveva le casse comunali STRACOLME  fondi perché sempre alla stessa data (20/7/'20) il Comune aveva riscosso –da gennaio al 20 luglio- tra fondi e beni materiali la bellezza di oltre 10.120.000 euro di cui almeno un buon 50% costituito da beni che passano dai privati al Comune per via delle convenzioni edificatorie.
(...)

LA SICUREZZA
Oltre all'immenso lavoro fornito in questi mesi dai volontari della Protezione Civile di Curno (cioè?) , l'impegno della Polizia Locale e dei Ca­rabinieri di Curno è stato finalizzato ad un maggiore controllo del territorio ed al rispetto delle norme da parte dei cittadini come definite dai vari DPCM ed alla fornitura di sostegni ai cittadini in difficoltà (recupero bombole d'ossigeno (otto bombole sarebbero UN problema?), riscossione pensioni e prelievi bancomat (meno di una dozzina: dov'è il problema?) , tanto per fare solo due esempi). È proseguito l'iter complesso per l'implementazione del progetto varchi (siste­ma di monitoraggio del territorio con otto telecamere ai varchi del paese) (non si è compreso se ce ne saranno istallate due per varco o siano otto per otto varchi… ma questo dev'essere un segreto NATO e quindi…)  la cui realizzazione ha incontrato difficoltà burocratiche (davvero? E quali?).
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le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!






















IL PIAN DI NEVE
HA BISOGNO DI UN BUCATO








ESAGERAZIONI




























































































































































































PIANO MARSHALL REGIONE LOMBARDIA
STAVOLTA A CURNO E' ANDATA BUCA
Scrive il capogruppo di minoranza Locatelli sul “Curno in Comune” di luglio 2020: “Ora chiediamo un “piano Marshall” per Curno, un patto che coinvolga anche le minoranze presenti in Consiglio Comu­nale (che rappresentano oltre il 51% dei cittadini di Curno) e i cosiddetti “attori del territorio” per programmare una ri­partenza socio-economica, (…) ma purtroppo non è stato ascoltato sia dalla maggioranza di Vivere Curno che dalla maggioranza di CDX+Lega che governa la Regione Lombardia: nel Piano Marshall varato dalla Giunta Fontana a Curno NON arriva UN euro UNO. Andreottianamente pensiamo che in nella “dimenticanza” ci sia anche la mano di Locatelli decisamente arrabbiato perché le sue profferte di compartecipare alle scelte della maggioranza  vengono sempre malmostosamente respinte dalla sindaca Gamba e dalla capogruppo Serra nonostante Locatelli rivendichi di rappresentare oltre il 51% dei cittadini di Curno.

La sindaca Gamba scrive sul “Curno in Comune”  che ad inizio del mese di luglio il Comune ha ricevuto fondi per  623.152 euro suddivisi in sei diversi capitoli MA al 20 luglio 2020 noi abbiamo documentato –dall'albo pretorio del Comune- che il Comune aveva ricevuto ALMENO 990.000 euro in nove capitoli differenti.

Insomma a fine luglio ancora in piena pandemia il paese in cui sarebbe bello vivere aveva le casse comunali STRACOLME  fondi perché sempre alla stessa data (20/7/'20) il Comune aveva riscosso –da gennaio al 20 luglio- tra fondi e beni materiali la bellezza di oltre 10.120.000 euro di cui almeno un buon 50% costituito da beni che passano dai privati al Comune per via delle convenzioni edificatorie.

Il Comune quindi s'è trovato ad affrontare l'avvento del covid19 in condizioni economiche ottimali che NON si  leggono ne si comprendono  nelle poderose disquisizioni della sindaca sul notiziario.
Quindi già al 20 luglio il comune poteva avere sollevato i negozi dalle tasse comunali  nel periodo di chiusura obbligata ma il bello deve ancora essere detto.

Sul “Curno in Comune”  decolla la sindaca Gamba: “I mesi di marzo, aprile e maggio sono stati particolarmente intensi e faticosi, perché gli amministratori e gli uffici comunali hanno dovuto adattarsi via via ai decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri e alle ordinanze regionali per cercare di tutelare la salute dei cittadini e per rispondere alle loro nuove esigenze. Per far fronte alla situazione del tutto inaspettata ed eccezionale, è stato costituito il Centro Operativo Comunale (C.O.C.), presieduto dal Sindaco e composto dagli assessori Bellezza, Cavagna, Conti, Rota, dal consigliere con delega alla Protezione civile Curto, dal responsabile della Protezione civile di Curno, Manuel Torri e dai responsabili dei diversi settori degli uffici comunali”. Sono stati così organizzati nuovi servizi di sostegno per le persone costrette all'i­solamento nelle proprie case e sono sta­ti potenziati alcuni servizi già attivi; per esempio, è stato sempre attivo un servi­zio di ascolto telefonico per raccogliere le esigenze e anche le paure dei cittadini (1.060 richieste telefoniche), è stato for­nito aiuto telefonico per la compilazione dei moduli per i buoni spesa (55 casi), in 171 colloqui l'assistente sociale ha valu­tato le richieste, sono stati erogati 102 buoni spesa a fronte di 181 richieste. Sono stati aggiunti 24 nuovi utenti per pasti a domicilio, 14 nuovi servizi di assi­stenza domiciliare (i servizi SAD realizzati sono stati 588), segnalate 4 badanti e pre­se in carico dall'assistenza sociale situa­zioni familiari complesse”.

Fermiamoci un attimo partendo dalla considerazione che  il Comune di Curno ha una popolazione di 7.564 abitanti (fine 2019) nell'ufficio servizi sociali è presente una dirigente, un'assistente sociale e tre impiegate.

A noi i numeri dati dalla sindaca Gamba circa gli interventi per la popolazione in forza della pandemia appaiono fortunatamente per i Curnesi estremamente modesti perché se in tre mesi ci sono state 1060 richieste telefoniche vuol dire che erano una dozzina al giorno: che è un numero modestissimo se non insignificante. L'aiuto telefonico alla compilazione dei moduli ha comportato un intervento mediamente di uno ogni due giorni: non mi pare un gravame eccessivo.
I buoni spesa sono stati assegnati a 2 soggetti ogni tre richieste e riascoltando le quattro telefonate che abbiamo  non hanno superato i dieci minuti.
Il criterio del tutto incredibile di assegnazione dei fondi (specie quelli della protezione civile) era proprio degno di una Repubblica delle banane. Sostanzialmente a discrezione casuale.
Che poi siano arrivati ulteriori 24 nuovi utenti (rispetto alla consolidata clientela che pende dai servizi sociali) , 14 nuovi servizi di assistenza domiciliare spalmando questo servizi in 6-7 interventi ogni giorno, beh… non c'é proprio da bruciarsi il cervello ne sfasciarsi la schiena.
Non fosse altro che questo è “il mestiere” dell'ufficio.

Viene adesso il capitolo volontari dove si legge che “i volontari attivi nel periodo di quaran­tena sono stati ventiquattro, (…) I progetti nei quali si sono spesi sono stati molti e tutti coordinati dall'ufficio dei ser­vizi alla persona. Siamo a posto quindi. C'è chi ha consegnato i pasti a domicilio (1062 pasti a domicilio), chi passava ogni giorno a consegnare i quotidiani alle persone considerate a ri­schio (undici cittadini) e chi si prodigava nel recapito di mascherine artigianali confezionate appositamente da sarte che le hanno donate al Comune.
Rifacciamo i conti e vediamo che 1062 pasti a domicilio significano in tre mesi DODICI pasti consegnati ogni giorno. Roba da uscirne con la schiena rotta?. Per non parlare degli undici giornali consegnati ogni giorno. Anche qui roba da uscirne con la schiena rotta.

Poi ancora “i volontari della Protezione Civile (il che significa che sarebbero persone altre rispetto ai 24 di prima) si sono occupati in particolare di consegnare farmaci a domicilio (259 casi), di recuperare e consegnare 8 bombole di ossigeno, hanno consegnato 56 pacchi alimentari a famiglie in difficoltà, in collaborazione con la Caritas parrocchiale e l'Associazione Nazionale Alpini e hanno svolto servizi di vigilanza al mercato e al cimitero”.  259 pasti distribuiti da 24 volontari in 90 giorni significa che ciascuno ne ha consegnato UNO OGNI NOVE giorni. Anche qui roba da uscirne con la schiena rotta.

Lascio perde le otto bombole dell'ossigeno perché dovrei essere ancora più tagliente ricordando una telefonata con la dirigente dell'ufficio dalle cui parole pareva mezzo paese stesse morendo senza ossigeno. Roba da rabbrividire nel sentirla.

Non poteva mancare la parola magica: “nel raccontare il volontariato durante il difficile momento della pandemia, meri­ta una menzione speciale chi ha provato a mantenere viva la cultura, intesa anche e soprattutto come condivisione”. Che sarebbe l'ultima. “Per al­lietare i più piccoli ma non solo, è stato ideato il progetto “Video Storie” nel qua­le cittadini e cittadine hanno letto favole della buona notte per tutti gli abitanti di Curno. La possibilità di registrare il video della propria lettura è stato aperto a tutti e vi hanno aderito con incredibile entu­siasmo i genitori della scuola primaria che solitamente animano “la notte dei racconti”. (…) A chiudere l'esperienza dello strano incontro fra Covid 19 e cultura arri­va la celebrazione della festa della Libera­zione”.
Insomma covid19, yuotube, favole e Liberazione possono benissimo stare  nel medesimo calderone per gente che non ha ben presente il minimo rispetto della storia patria. Semmai la conosca.

Dalla lunghissima sbrodolata stile oste che loda il proprio vino che si legge sul “Curno in Comune” mancano oltre l'aggiornamento sulle finanze delle informazioni fondamentali per capire la distribuzione clientelare o meno degli aiuti.
Per esempio non  hanno detto quanti cittadini hanno avuto p.e. dieci interventi, quanti nove, quanti otto, ecc. per capire la gravità delle varie situazioni perché noi siamo convinti che in paese esista un nucleo stabile che vive ricevendo aiuti di ogni sorta dal comune parrocchia caritas privati. Persone cui viene dato ogni giorno  il pesce cucinato ed alle quali non viene mai insegnato a pescare.

La lunghissima sbrodolata ci rivela anche la fragilità sociale politica e culturale dell'amministrazione e della società nel suo insieme. Dalla lettura si evince da un lato lo stupore di sindaca, del personale del comune, dei volontari per avere avuto a che fare con qualcosa di eccezionale (mai provato a fare i soccorritori in un terremoto?) e dall'altro lato  si comprende come siano state persone che sono annegate sostanzialmente in un cucchiaino d'acqua. Vediamo una società di persone fragili in tutto che non sanno come comportarsi davanti all'evento. Mai possibile che siano UN problema OTTO bombole OTTO dell'ossigeno? Mai possibile inventarsi che esistano davvero UNDICI persone UNDICI che hanno bisogno di farsi portare a casa il giornale? Il giornale: mica il pane fresco.  Mai possibile che sia un problema rispondere in otto ore a ben DODICI telefonate da parte di 4-5-6 persone nell'ufficio?.

Non vi è mai passato per la testa che avete messo in piedi qualcosa che funziona abbastanza male o che non siete all'altezza del vostro mestiere o professione?


LA SICUREZZA
Oltre all'immenso lavoro fornito in questi mesi dai volontari della Protezione Civile di Curno (cioè?) , l'impegno della Polizia Locale e dei Ca­rabinieri di Curno è stato finalizzato ad un maggiore controllo del territorio ed al rispetto delle norme da parte dei cittadini come definite dai vari DPCM ed alla fornitura di sostegni ai cittadini in difficoltà (recupero bombole d'ossigeno (otto bombole sarebbero UN problema?), riscossione pensioni e prelievi bancomat (meno di una dozzina: dov'è il problema?) , tanto per fare solo due esempi). È proseguito l'iter complesso per l'implementazione del progetto varchi (siste­ma di monitoraggio del territorio con otto telecamere ai varchi del paese) (non si è compreso se ce ne saranno istallate due per varco o siano otto per otto varchi… ma questo dev'essere un segreto NATO e quindi…)  la cui realizzazione ha incontrato difficoltà burocratiche (davvero? E quali?).
Si sono definiti con Enel la fornitura degli otto contatori e i relativi aspetti contrattualistici (ma tu guarda per avere la corrente bisogna rivolgersi ad un fornitore: perché non al benzinaio?) e si è appaltato ad una ditta del settore l'allacciamento (con relativi scavi) per far giungere l'energia elet­trica necessaria agli otto punti individuati per la collocazione delle sedici telecamere. Ma non esiste un contratto con IREN che dovrebbe fornire  energia e  impianti? Come mai avete dimenticato di trasferire semafori e telecamere al nuovo gestore? Terminati questi ultimi lavori la ditta fornitrice dei sistemi di videosorveglianza incaricata installerà le telecame­re e il cablaggio per la sala di videocontrollo (houston: abbiamo un problema...) , dando vita a questo nuovo e importante servizio di controllo. Che se funziona come il sistema di video ripresa delle sedute consigliari, stiamo bene: perché dovrebbe funzionare meglio visto che nasce dalle stese mani? . Intanto i soldi restano in banca a ufa, la gente non lavora (e gli uffici se la passano al fresco visto che l'estate s'è messa calda: ma questo non è politicamente corretto scriverlo).
Mah. Prima di tutto vorremmo capire come si sposano le TLC di Curno con quelle di Bergamo Treviolo Mozzo e Ponte san Pietro (semmai quei comuni abbiano pensato di applicarsele). Non basta una coppia per varco che serve due comuni? Secondo. Quanto tempo occorre per avere la corrente (otto TLC hanno bisogno di otto contatori e otto linee differenti?). Terzo. Non vi pare di non essere all'altezza del compito? Non è meglio che vi mettiate anche voi a fare gli umarelli? Magari imparate a fare le cose.