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Via Roma e via Fermi e il raddoppio della linea ferroviaria
Il 18 luglio in una intervista a L'Eco l'ad di RFI Maurizio Gentile
alla domanda di Dino Nikpalj : Avete trovato una soluzione per i
passaggi a livello, soprattutto quello di Cumo? Rispondeva: «Si, e
sono state inserite nel progetto definitivo della Fase 1 del raddoppio
Ponte-Bergamo- Montcllo. A Curno verrà realizzato un sottovia
ciclopedonale che sostituirà l'attuale passaggio a livello di via Roma.
Per quello di via Fermi ne è invece previsto uno carrabile con
deviazione e ribassamento della viabilità attuale, con marciapiede e
pista ciclopedonale rialzata. Nell'attesa ci confronteremo con il
territorio per individuare insieme provvedimenti transitori».
La sindaca Gamba è corsa ai ripari ed ecco scodellata la solita
intervista della giornalista di Prima Bergamo nella quale non c'è
traccia della soluzione del sottopasso pedociclabile di via Roma e
appare lo schema di quello su via Fermi.
Una misurazione googalata dice che lo scivolo per sottopassare la
ferrovia sarà lungo sui 160 mt e quindi con una pendenza di 5% consente
un dislivello tra binari e sottopasso di 8,5 mt. Possibile quindi anche
una pendenza minore visto che la luce della galleria deve essere almeno
4,20 mt. Sarà importante vedere come reagiranno la Esselunga ed
anche l'immobiliare del Centro Zebra quando si vedranno mazzolare
da una soluzione come quella prospettata. Ancora più divertente
immaginare i due anni (almeno) di lavori necessari che si sommeranno ai
due anni per realizzare il sottopasso pedociclabile di via Roma (anche
qui: chissà come reagiranno i frontisti ?…). Senza contare i piccoli
problemi di smaltimento acque piovane.
Alla fine della fiera il tanto propagandato raddoppio ferroviario
che avrebbe dovuto trasformare il paese bello da vivere in un eden
metropolitano, diverrà un casino –se tutto fila via senza intoppi- un
casino inimmaginabile per almeno cinque anni nei quali avremo il paese
spezzato in due parti per scambiare le quali occorreranno dai 10 minuti
alla mezz'ora. Coi Curnesi contenti come pasque.
Vale la pena di leggere quanto la sindaca dice: “la prima bozza di
progetto prevedeva infatti che si potesse attraversare la linea
ferroviaria solo passando da una nuova bretella stradale
che, partendo dalla rotatoria dell'ospedale e attraversando il
territorio di Treviolo, avrebbe raggiunto la via Fermi. Mentre in via
Fermi e in via Roma erano previsti solo sottopassi ciclopedonali. (…)
È stato aperto un tavolo pluripartecipato con i diversi enti
interessati alla viabilità generale della zona ovest di Bergamo e
dell'ospedale Papa Giovanni e successivamente l'Amministrazione
comunale di Curno ha presentato a Rfi una bozza di progetto per un
sottopasso carrabile in via Fermi.
«Questo progetto è stato sostanzialmente recepito da Rfi, ed è quello
che è ora pubblicato sul portale del Ministero dell'Ambiente per essere
sottoposto alla verifica di impatto ambientale», spiega il sindaco. Ma
il lavoro non é finito. [Magari ha dimenticato qualcosa ma lei la fa
sempre facile con la “roba” degli altri] Ora si tratta di fare in modo
che l'impatto acustico della linea ferroviaria sia contenuto da idonee
barriere antirumore e, soprattutto, che il progetto di raddoppio
soddisfi le esigenze dei territori, costituendo una linea di trasporto
su ferro leggera, frequente e rapida, che consenta il collegamento tra
la periferia ovest e la città come alternativa valida ed ecologica
all'automobile». [ Questa è una balla dal momento che il
raddoppio della ferrovia NON servirà ne a Curno ne a Mozzo e neppure a
Bergamo] Gamba sottolinea: «Anche su questo fronte, l'alleanza tra enti
e soggetti diversi è fondamentale. Occorre privilegiare soluzioni
valide per la quotidianità di studenti, lavoratori e cittadini che si
spostano per studio e per lavoro, piuttosto che focalizzarsi su eventi
eccezionali e di breve durata come le Olimpiadi invernali del 2026».
Concludendo. (1) A Curno non ci sarà una stazione dei treni (2) il
raddoppio della ferrovia si fermerà alla Dorotina (3) l'aumento delle
corse dei treni non produrrà diminuzione del traffico veicolare
(4) non c'è nessun rapporto tra trasporto e ospedali cittadini (4)
Meglio insonorizzare una abitazione che avere davanti sei metri di muro
cieco di una barriera antirumore.
Poi: chi vivrà vedrà e la sindaca Gamba speri ardentemente di non
arrivare alle prossime elezioni col casino in via Brembo e sulla
ferrovia.
Perché aumenta il costo della manutenzione del verde pubblico passando dalla primavera all'estate?
Leggiamo in una determinazione della responsabile settore territorio
patrimonio lavori pubblici ecologia: (…) Considerato che con propria
determinazione n. 156 del 30.04.2020 veniva affidato il servizio di
manutenzione del verde pubblico dal 04.05.2020 al 31.07.2020 per
l'importo pari a € 14.500.00 oltre Iva 22% per un totale di €
17.690.00; e che si rende pertanto necessario provvedere
all'affidamento del servizio di manutenzione ordinaria e straordinaria
del verde pubblico per i mesi di luglio, agosto e settembre 2020 al
fine di garantire il servizio(…)determina (…) di approvare il Report
della procedura Sintel (…) per l'affidamento del servizio di
manutenzione ordinaria e straordinaria del verde pubblico per il
periodo luglio - settembre 2020 e di affidare il servizio di cui sopra
alla ditta XXXXX (…) per l'importo di aggiudicazione pari a € 23.200,00
oltre Iva 22% per un totale di € 28.304,00 alle condizioni meglio
specificate nella lettera di invito.
Se non abbiamo sbagliato la lettura per (poco meno de)i tre mesi maggio
giugno e luglio il Comune ha speso 17.690 mila euro per la manutenzione
del verde. Poi leggiamo che per i tre mesi di … luglio agosto e
settembre spenderà la bellezza di 28.304 euro. Un aumento del 60% per
il medesimo lavoro sulle medesime aree?. Alla grande, siamo sciori!.
Basta avere un po' di pratica per capire che nei mesi da maggio a
luglio la quantità di verde da tagliare e raccogliere è
(perlomeno) il doppio di quello dei mesi estivi ed allora ci si
domanda: come mai c'è questo balzo da 17 a 28 mila?. Che siano compreso
anche la “permanente” o dei “colpi di sole” all'erbetta delle aiuole in
vista del Redentur e de la Sunta?
Stiamo aspettando una risposta credibile dall'ufficio ma pensiamo che
non ci rispondano. Sono ipersensibili in ordine a queste domande.
Quel maleducato di DeLuca
Preciso subito che sono un fans di DeLuca soprattutto perché non ha un
cognato che fabbrica camici da regalare alla Regione Campania.
Lombrosianamente parlando DeLuca ispira simpatia mentre Fontana
(presidente Regione Lombardia) appare come la rappresentazione della
morte improvvisa: gli manca solo la falce in mano e una tunica nera
addosso. Anzi: una tunica ovviamente “negra” per fare in pendant.
De Luca ha pizzicato il fratello del commissario Montalbano segretario
nazionale del PD: “Abbiamo anticipato di 20 giorni le misure prese poi
dal Governo, anticipato decisioni prese dal Nord con grande ritardo. Ci
ricordiamo alcune frasi come 'Milano non si fermà, 'Bergamo non si
ferma'. Un segretario di partito, che è anche un mio amico, è andato a
fare un brindisi, ma siccome Dio c'è ha beccato il Covid“.
Molto netto il commento della deputata PD Elena Carnevali: «De Luca si
occupi dei bisogni della Campania ed eviti di parlare di Bergamo, del
nostro dolore e dei nostri morti. Ci risparmi la sua ossessione per la
Lombardia e il suo sarcasmo». Peccato che Carnevali dimentichi che la
sanità campana riceve dallo Stato 40euro in meno pro capite rispetto al
Veneto. C'è il post del vicesindaco di Bergamo Sergio Gandi: «Per
fare la sua campagna elettorale, per tirare acqua al suo mulino, il
presidente di una regione non trova di meglio che offendere il nostro
territorio e i nostri rappresentanti istituzionali. Dalle altre
regioni, in verità, salvo poche eccezioni, non ci sono arrivati aiuti
quando ne avevamo bisogno, e ci arrivano insulti ora. Più che offeso
sono deluso, da una politica misera e senza cuore».
Lascio DeLuca che è IL presidente di una Regione e non un cittadino
comune e nemmeno l'assessore (Gandi) di una città medio piccola come
Bergamo però da bergamasco devo fare notare che (1) grandissima
parte del PD bergamasco e dei Bergamaschi era contrario alla
dichiarazione di zona rossa nella Valle Seriana: basti SOLO pensare
alle dichiarazioni di Gori e a tutta la manfrina successiva di
tutta la parte “industriosa” della provincia (2) ci fosse stato pure
Gori al posto di Fontana, in meno di due anni NON sarebbe stato capace
di rivoltare la sanità lombarda rispetto ai 50 anni di co-gestione a
maggioranza di CDX+Lega. Quindi la tragedia del covid19 sarebbe stata
esattamente la stessa. (3) i Bergamaschi sono perfettamente
(cor)responsabili della tragedia visto che da mezzo secolo scelgono
proprio quelli che stavolta li hanno massacrati. (4) tanto per
dimostrarsi cojoni al cubo i Bergamaschi risultano essere tra i
maggiori donatori alla sanità lombarda di ben 130 milioni di euro di
cui quasi 30 agli ospedali provinciali. Solo degli ottusi al cubo danno
soldi ai loro assassini.
Nella vita quando ti senti dire che sei nudo, meglio darsi un'occhiata
se hai le mutande oppure no. Anche se te lo dicono in modo sgradevole.
Le “corsie” ciclabili segno di decadenza
Bergamo news. L'articolo 232 del cosiddetto “decreto rilancio” contiene
diverse misure per incoraggiare l'utilizzo di mezzi di trasporto più
sostenibili: un'esigenza diventata ancora più urgente dopo
l'allentamento delle restrizioni contro il coronavirus, che rischiano
di rendere le città più trafficate di prima vista la riduzione della
capienza dei mezzi pubblici, soprattutto in vista della riapertura
delle scuole a settembre.
La “corsia ciclabile” è una novità assoluta che si differenzia dalla
“pista ciclabile”. È definita nel documento del Governo come “una parte
longitudinale della carreggiata, posta a destra, delimitata mediante
una striscia bianca discontinua, valicabile e ad uso promiscuo, idonea
a permettere la circolazione sulle strade urbane dei velocipedi nello
stesso. Oltre ai tempi e costi ridotti, la virtù principale della
corsia ciclabile è infatti “quella di marcare” sulla strada lo spazio
di rispetto e tutela del ciclista. A differenza della pista ciclabile
vera e propria, che richiederebbe uno spazio dedicato esclusivamente ai
ciclisti (non sempre ricavabile nelle strade a sezione ristretta, tanto
comuni a Bergamo), la “corsia ciclabile” individua uno spazio di
attenzione e precedenza per la mobilità dolce in modo meramente visivo,
all'interno della carreggiata. Secondo alcuni esperti di mobilità
sostenibile, gli automobilisti tendono a non percepire che il lato
destro della carreggiata possa essere occupato dai ciclisti: di
conseguenza prestano loro meno attenzione nelle manovre, non
rispettando la distanza di sicurezza. Se invece le biciclette si
muovono sul lato destro della strada all'interno di una segnaletica di
protezione come quella individuata dalle “corsie ciclabili”, per quanto
leggera, le condizioni di sicurezza migliorano. Amen.
Diciamo che le piste ciclabili sono per 999 volte su mille una medaglia
da esibire anche se all'atto pratico servono quasi a zero.
Ovviamente non siamo contrari alle piste ciclabili ma lo siamo
per COME sono realizzate finora: soldi sprecati. Invece di realizzare
mille segmenti sarebbe più sensato che queste opere venissero
considerate davvero strategiche (e non blasoni da esibire) ragion per
cui viene deciso che… vanno da qui a li… e quindi ecco scodellata
adesso quest'idea cretina delle corsie ciclabili. Siccome la politica
noin riesce più a giustificare i mille segmenti inutili per i
quali ha speso barcate di soldi senza costrutto e utilità, ecco la
trovata del solito: colleghiamo i segmenti esistenti con le corsi e
dipinte per terra. Ma se era così logica questa idea perché non è
stata adottata prima?.
Basta osservare la foto in questa pagina per capire l'obiettiva
pericolosità di questo modo di fare che rivela ancora una volta l'idea
di un paese straccione che all'atto pratico, tira fuori un secchio di
pittura e ciao stai bene.
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