A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1250 DELLO 14 LUGLIO 2020
























































Di cosa parliamo in questa pagina.




















PERCHÉ UN ASSESSORE CHE DISPONE DELLE PAGINE WEB
E FESSBUC PUBBLICHE, DEL GIORNALETO E DEI COMUNICATI
VA A LAMENTARSI DEL CASINO NOTTURNO IN PIAZZA SULLA
PAGINA FB DI «SEI DI CURNO SE...»?
(...)

LE POSIZIONI DI CHI VUOLE LEVARE LA SOCIETÀ
DALLE MANI DEI LEGITTIMI ASSEGNATARI 
ANZICHÉ OBBLIGARLI AD ESEGUIRE IN TEMPI CERTI
LE DEBITE MANUTENZIONI ED IMPEGNARE
LA POLITICA AD ESEGUIRE NEI TEMPI DOVUTI
I CONTROLLI (IL VIADOTTO È CROLLATO PERCHÉ
NON CI SONO STATI I CONTROLLI DA PARTE DELLO STATO…)
È LA CLASSICA SOLUZIONE ITALIANA DI SPOSTARE
I DANNI ADDOSSO AI CITTADINI.
SOPRATTUTTO PERCHÉ ALLA POLITICA INTERESSA
METTERE LE MANI SUI SOLDI E SUGLI APPALTI:
MAI DIMENTICARLO.
(....)


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le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!




























































































































































































































PERCHÉ UN ASSESSORE CHE DISPONE DELLE PAGINE WEB
E FESSBUC PUBBLICHE, DEL GIORNALETO E DEI COMUNICATI
VA A LAMENTARSI DEL CASINO NOTTURNO IN PIAZZA SULLA
PAGINA FB DI «SEI DI CURNO SE...»?
La signora Ivana Rota non è una massaia qualsiasi arrivati ieri a Curno da chissà dove e quindi non conosce come gira il mondo nel paese bello da vivere. Ivana Rota oltre ad essere docente ad UniBG è assessore ai servizi sociali del Comune di Curno da tre anni, vale a dire incaricata genericamente del benessere dei suoi concittadini col precipuo compito di alleviarne gli eventuali malesseri. Grandi e piccoli.  Come assessore dispone della pagina FB e della pagina web del comune su cui pubblicare eventuali comunicati come ogni tanto accade.
Ci ha meravigliato che l'assessore al benessere dei cittadini sia approdata con un post sulla pagina FB del sito “sei di Curno se…” dove l'11 luglio all'alba dell'ora 01:05 ha pubblicato: Anche quest'anno siamo stati allietati fino a tarda notte da una festa di compleanno con karaoke e volume altissimo di casse e microfono nella zona del centro storico del paese. Grazie e tanti auguri al festeggiato: consigliamo vivamente lezioni di canto per i suoi invitati! La prossima volta avvisate così ci procuriamo dei tappi per le orecchie, anzi ci trasferiamo proprio...
Sia ben chiaro che non le contestiamo il diritto di scrivere sul confessionale laico delle magagne e delle gioie del paese bello da vivere ma…
Ma da quando sappiamo leggere sentiamo puntualmente ogni estate che ci sono i soliti caciaroni che fanno casino in piazza ed i soliti cittadini che si lamentano per la caciara. La caciara in piazza è uno degli argomenti estivi prediletti anche dal Bugiardino: specie adesso che i giovinastri  si permettono pure di far casino… senza indossare le mascherine e per di più –leggiamo sul post assessorile- con voci sgraziate. Non  educate dal “Donizetti's Choir” insomma.
Che dire poi di quelle (sono donne o almeno si firmano al femminile) che stando dietro le persiane del palazzo di prisme in piazza denunciano su FB che dei maledetti untori stazionerebbero  fuori il negozio del panettiere nonché della farmacia proprio proprio ad infettarsi l'un l'altro.
Insomma assessore, a Curno d'estate tranne un cinema una volta alla settimana proiettato un po' di qua e un po' di la (e forse con film un po' agee) non c'è niente. C'è qualcosa a pagamento  ma salato (quest'anno).
Comprendiamo benissimo che la festa cui lei si riferisce era probabilmente una festicciola privata ma in merito le raccomandiamo la lettura  della lettera dei ragazzi di Brembate su L'Eco del 13 luglio.
Siccome lei è l'assessore al benessere dei cittadini (mi scusi la semplificazione) PROPRIO quest'anno con la barcata di soldi che ha in tasca il Comune  voi potevate (1) consentire un CRE a tutta la popolazione dagli zero ai 14 anni facendo pagare SOLO il pranzo (2) non abbandonare ai privati di farsi carico dei CRE limitandovi a fare la solita delibera di sovvenzione a norma ISEE (3) ogni fine settimana (due serate) il Comune poteva organizzare qualcosa per la cittadinanza vista l'enorme quantità di spazi che dispone il Comune (4) smetterla di considerare la Piazza della Chiesa come l'ombelico del paese.

Se tu Comune non ti dai da fare per stimolare il cittadino ad uscire di casa anziché lasciarlo “arrangiarsi” accade che d'estate devi incrementare la vigilanza, succede che puntualmente ogni notte c'è il solito bordello, insomma la gente vuole vivere e divertirsi e se la lasci da sola, facile ed ovvio che strabordi. Ma conoscendovi sappiamo che NON siete capaci e nemmeno vi importa trovare –nonostante le vostre ripetutissime chiacchiere in merito- un equilibrio tra la vostra innata voglia di controllare tutto e simmetricamente di disfarvi di ogni incombenza, specie quando c'è da lavorare lavorare lavorare per costruire mediazioni difficili.
Allora quando scappa la pazienza ecco la soluzione: un post su face book. Come un gesto di fastidio verso una fastidiosa zanzara.
Mai possibile che con tutti i soldi che avete e con tutta la boria che sprizzate non siete in grado di fare meglio dei tempi della Lega?.

LE POSIZIONI DI CHI VUOLE LEVARE LA SOCIETÀ
DALLE MANI DEI LEGITTIMI ASSEGNATARI 
ANZICHÉ OBBLIGARLI AD ESEGUIRE IN TEMPI CERTI
LE DEBITE MANUTENZIONI ED IMPEGNARE
LA POLITICA AD ESEGUIRE NEI TEMPI DOVUTI
I CONTROLLI (IL VIADOTTO È CROLLATO PERCHÉ
NON CI SONO STATI I CONTROLLI DA PARTE DELLO STATO…)
È LA CLASSICA SOLUZIONE ITALIANA DI SPOSTARE
I DANNI ADDOSSO AI CITTADINI.
SOPRATTUTTO PERCHÉ ALLA POLITICA INTERESSA
METTERE LE MANI SUI SOLDI E SUGLI APPALTI:
MAI DIMENTICARLO.
Basta rileggere la storia del viadotto Morandi e del primo intervento (1993-'94) curato dall'ingegnere Gabriele Camomilla, direttore della Ricerca e Manutenzione di Autostrade fino al 2005 e autore della ristrutturazione della pila 11 per riparare i danni subiti da 48 stralli presenti sulla pila 11 (ce ne sono altrettanti sulla 10 e sulla 9: quella crollata due anni or sono) per capire com'è che quando a livello politico –proprio nel periodo '93-'94  in cui si eseguiva il rifacimento- cominciò a circolare la notizia che le autostrade ANAS sarebbero state privatizzate, anziché decidere di investire per rifare gli stralli anche delle pile 10 e  9, l'ANAS decise di soprassedere. Non fu una decisione discussa e scritta in sede ANAS ma fu piena e consapevole: nel senso che sapevano benissimo che pure  le pile 10 e 9 andavano rifatte. Basta leggere i numerosi articoli di INGENIO sul viadotto post crollo per trovare notizie. Con la privatizzazione si spostò dal privato anche l'intero corpo tecnico burocratico addetto alla manutenzione dell'autostrade, portandosi appresso la medesima cultura: quella di fare rendere il prodotto per restituire all'azionista lauti profitti.
Risale al 1982 la costituzione, con l'aggregazione di altre società concessionarie autostradali, del Gruppo Autostrade. Ma l'anno che ha segnato il cambio di passo nella storia delle autostrade italiane è il 1999. Tutto cambia: l'Iri decide di privatizzare una serie di asset, tra cui la società delle autostrade e si passa dal pubblico al privato, vale a dire che la proprietà della rete resta dello Stato ma la gestione e la manutenzione, remunerate dalle tariffe, passano a società private .
E' il momento in cui subentra con il 30 % un nucleo di azionisti privati, riuniti nella Società Schemaventotto Spa che fa capo alla famiglia Benetton e che rappresenta, ancora, attualmente il socio forte del gruppo. Il restante 70% è sul mercato. Come ricorda Giorgio Ragazzi, autore qualche anno fa del saggio “I signori delle autostrade (Il Mulino), Schemaventotto nel 1999 versa 2,5 miliardi per rilevare il 30% della società finanziando l'investimento per 1,3 miliardi con capitali di rischio e il resto a debito. Poi, forte di incassi da pedaggi (11 miliardi) cresciuti negli anni del 21% con l'aumento del traffico a fronte di investimenti più contenuti (il 16% di quanto previsto), Schemaventotto lancia l'opa totalitaria del 2003 destinata a portarle la consistente maggioranza di Autostrade (l'84%, quota poi successivamente ridotta) per 6,4 miliardi, tramite una società veicolo poi fusa con Autostrade.
E' il Governo Prodi (1996/1998) avvia la privatizzazione della gestione autostradale fino ad allora gestite da ANAS, sottoscrivendo una convenzione ANAS/Autostrade che prevede la concessione fino al 2038. La concessioni di servizi e funzioni pubbliche sono, di fatto, un passo obbligato a causa del macigno dell'enorme debito pubblico che gravava sull'adesione dell'Italia alla moneta unica. Sarà il Governo D'Alema (1998/2000) a regolare la privatizzazione effettiva.
Il Governo Berlusconi (2001/2006) con legge autorizza la fusione delle diverse società dei Benetton che porta la famiglia ad avere quote di capitale pari al 60% del sistema concessorio in loro possesso.
Il Governo Prodi (2006/2008) rivede il sistema delle concessioni. Nel 2007 vengono firmate le convenzioni uniche per ogni concessionario autostradale stabilendo rigorose verifiche periodiche sulle tariffe e sugli investimenti.
Il Governo Berlusconi (2008/2011) approva la norma cd. “salva Benetton”, che cancella tutti i controlli e le revisioni tariffarie previsti nella convenzione firmata nel 2007 (in pratica, la convenzione Prodi 2007 stabiliva la revisione ed i controlli sugli investimenti promessi ogni volta che si esaminava il piano finanziario, quindi, ogni 5 anni, di norma, oppure ogni qualvolta lo chiedeva il concessionario), autorizza per legge tutte le convenzioni uniche e, quindi, conferma le attuali regole per il calcolo delle tariffe, degli investimenti e degli indennizzi. In pratica, viene riconosciuta al gestore una remunerazione del capitale pari al 6,85% netto.
A completare l'opera ci pensa il Governo Gentiloni (2016/2018) che estende la concessione ad Autostrade per l'Italia dal 2038 al 2042 a fronte della realizzazione della strada di gronda di Genova con il nulla osta dell'Unione Europea. I termini della remunerazione vengono cambiati: per tutti gli investimenti programmati dal 2017 al 2042 la remunerazione del capitale viene fissata tra il 4 ed il 6% lordo. Inoltre, viene fissato anche un tetto all'aumento delle tariffe dello 0,5% oltre il 70% dell'aumento dell'inflazione.

Poi arriva il 14 agosto 2018 col crollo della pila 9 coi suoi 43 morti.

Che la pila 9 del viadotto sia crollata  quel 14 agosto per le stesse ragioni per cui vennero rifatti gli stralli della pila 11 negli anni 1993-'94 è ormai assodato: c'è solo da scriverlo nella relazione finale della perizia dei tecnici incaricati dalla Procura di Genova.  I termini per la sua consegna ai magistrati scadono il 31 luglio, ma è probabile che il deposito slitti a settembre. Il procedimento conta 71 indagati, tra i quali figurano tecnici e manager di Autostrade spa e la controllata Spea. La maggior parte risponde di omicidio colposo, disastro colposo e attentato alla sicurezza dei trasporti, in tre anche di falso, e altri tre di favoreggiamento: avrebbero depistato le indagini dopo la tragedia in cui hanno perso la vita 43 persone.
Con questo quadro asserire che adesso debbano essere solo gli azionisti privati a farsi carico del casino accaduto mi pare il classico gioco degli italiani. E' esattamente lo stesso che sta accadendo col dramma del covid19 e nella mala gestione lombarda della pandemia che ha fatto di questa regione l'emblema del suo malgoverno. Gli elettori lombardi hanno scelto il centrodestra a trazione leghista da mezzo secolo ed è demerito di quei governi che hanno mal governato la sanità lombarda ma sono i lombardi che se li sono scelti.
Le posizioni di chi vuole levare la società dalle mani dei legittimi assegnatari  anziché obbligarli ad eseguire in tempi certi le debite manutenzioni ed impegnare la politica ad eseguire nei tempi dovuti i controlli (il viadotto è crollato perché non ci sono stati i controlli da parte dello Stato…) è la classica soluzione italiana di spostare i danni addosso ai cittadini. Soprattutto perché alla politica interessa mettere le mani sui soldi e sugli appalti.