|
|
PERCHÉ UN ASSESSORE CHE DISPONE DELLE PAGINE WEB
E FESSBUC PUBBLICHE, DEL GIORNALETO E DEI COMUNICATI
VA A LAMENTARSI DEL CASINO NOTTURNO IN PIAZZA SULLA
PAGINA FB DI «SEI DI CURNO SE...»?
La signora Ivana Rota non è una massaia qualsiasi arrivati ieri a Curno
da chissà dove e quindi non conosce come gira il mondo nel paese bello
da vivere. Ivana Rota oltre ad essere docente ad UniBG è assessore ai
servizi sociali del Comune di Curno da tre anni, vale a dire incaricata
genericamente del benessere dei suoi concittadini col precipuo compito
di alleviarne gli eventuali malesseri. Grandi e piccoli. Come
assessore dispone della pagina FB e della pagina web del comune su cui
pubblicare eventuali comunicati come ogni tanto accade.
Ci ha meravigliato che l'assessore al benessere dei cittadini sia
approdata con un post sulla pagina FB del sito “sei di Curno se…” dove
l'11 luglio all'alba dell'ora 01:05 ha pubblicato: Anche quest'anno
siamo stati allietati fino a tarda notte da una festa di compleanno con
karaoke e volume altissimo di casse e microfono nella zona del centro
storico del paese. Grazie e tanti auguri al festeggiato: consigliamo
vivamente lezioni di canto per i suoi invitati! La prossima volta
avvisate così ci procuriamo dei tappi per le orecchie, anzi ci
trasferiamo proprio...
Sia ben chiaro che non le contestiamo il diritto di scrivere sul
confessionale laico delle magagne e delle gioie del paese bello da
vivere ma…
Ma da quando sappiamo leggere sentiamo puntualmente ogni estate che ci
sono i soliti caciaroni che fanno casino in piazza ed i soliti
cittadini che si lamentano per la caciara. La caciara in piazza è uno
degli argomenti estivi prediletti anche dal Bugiardino: specie adesso
che i giovinastri si permettono pure di far casino… senza
indossare le mascherine e per di più –leggiamo sul post assessorile-
con voci sgraziate. Non educate dal “Donizetti's Choir” insomma.
Che dire poi di quelle (sono donne o almeno si firmano al femminile)
che stando dietro le persiane del palazzo di prisme in piazza
denunciano su FB che dei maledetti untori stazionerebbero fuori
il negozio del panettiere nonché della farmacia proprio proprio ad
infettarsi l'un l'altro.
Insomma assessore, a Curno d'estate tranne un cinema una volta alla
settimana proiettato un po' di qua e un po' di la (e forse con film un
po' agee) non c'è niente. C'è qualcosa a pagamento ma salato
(quest'anno).
Comprendiamo benissimo che la festa cui lei si riferisce era
probabilmente una festicciola privata ma in merito le raccomandiamo la
lettura della lettera dei ragazzi di Brembate su L'Eco del 13
luglio.
Siccome lei è l'assessore al benessere dei cittadini (mi scusi la
semplificazione) PROPRIO quest'anno con la barcata di soldi che ha in
tasca il Comune voi potevate (1) consentire un CRE a tutta la
popolazione dagli zero ai 14 anni facendo pagare SOLO il pranzo (2) non
abbandonare ai privati di farsi carico dei CRE limitandovi a fare la
solita delibera di sovvenzione a norma ISEE (3) ogni fine settimana
(due serate) il Comune poteva organizzare qualcosa per la cittadinanza
vista l'enorme quantità di spazi che dispone il Comune (4) smetterla di
considerare la Piazza della Chiesa come l'ombelico del paese.
Se tu Comune non ti dai da fare per stimolare il cittadino ad uscire di
casa anziché lasciarlo “arrangiarsi” accade che d'estate devi
incrementare la vigilanza, succede che puntualmente ogni notte c'è il
solito bordello, insomma la gente vuole vivere e divertirsi e se la
lasci da sola, facile ed ovvio che strabordi. Ma conoscendovi sappiamo
che NON siete capaci e nemmeno vi importa trovare –nonostante le vostre
ripetutissime chiacchiere in merito- un equilibrio tra la vostra innata
voglia di controllare tutto e simmetricamente di disfarvi di ogni
incombenza, specie quando c'è da lavorare lavorare lavorare per
costruire mediazioni difficili.
Allora quando scappa la pazienza ecco la soluzione: un post su face
book. Come un gesto di fastidio verso una fastidiosa zanzara.
Mai possibile che con tutti i soldi che avete e con tutta la boria che
sprizzate non siete in grado di fare meglio dei tempi della Lega?.
|
|
LE POSIZIONI DI CHI VUOLE LEVARE LA SOCIETÀ
DALLE MANI DEI LEGITTIMI ASSEGNATARI
ANZICHÉ OBBLIGARLI AD ESEGUIRE IN TEMPI CERTI
LE DEBITE MANUTENZIONI ED IMPEGNARE
LA POLITICA AD ESEGUIRE NEI TEMPI DOVUTI
I CONTROLLI (IL VIADOTTO È CROLLATO PERCHÉ
NON CI SONO STATI I CONTROLLI DA PARTE DELLO STATO…)
È LA CLASSICA SOLUZIONE ITALIANA DI SPOSTARE
I DANNI ADDOSSO AI CITTADINI.
SOPRATTUTTO PERCHÉ ALLA POLITICA INTERESSA
METTERE LE MANI SUI SOLDI E SUGLI APPALTI:
MAI DIMENTICARLO.
Basta rileggere la storia del viadotto Morandi e del primo intervento
(1993-'94) curato dall'ingegnere Gabriele Camomilla, direttore della
Ricerca e Manutenzione di Autostrade fino al 2005 e autore della
ristrutturazione della pila 11 per riparare i danni subiti da 48
stralli presenti sulla pila 11 (ce ne sono altrettanti sulla 10 e sulla
9: quella crollata due anni or sono) per capire com'è che quando a
livello politico –proprio nel periodo '93-'94 in cui si eseguiva
il rifacimento- cominciò a circolare la notizia che le autostrade ANAS
sarebbero state privatizzate, anziché decidere di investire per rifare
gli stralli anche delle pile 10 e 9, l'ANAS decise di
soprassedere. Non fu una decisione discussa e scritta in sede ANAS ma
fu piena e consapevole: nel senso che sapevano benissimo che pure
le pile 10 e 9 andavano rifatte. Basta leggere i numerosi articoli di
INGENIO sul viadotto post crollo per trovare notizie. Con la
privatizzazione si spostò dal privato anche l'intero corpo tecnico
burocratico addetto alla manutenzione dell'autostrade, portandosi
appresso la medesima cultura: quella di fare rendere il prodotto per
restituire all'azionista lauti profitti.
Risale al 1982 la costituzione, con l'aggregazione di altre società
concessionarie autostradali, del Gruppo Autostrade. Ma l'anno che ha
segnato il cambio di passo nella storia delle autostrade italiane è il
1999. Tutto cambia: l'Iri decide di privatizzare una serie di asset,
tra cui la società delle autostrade e si passa dal pubblico al privato,
vale a dire che la proprietà della rete resta dello Stato ma la
gestione e la manutenzione, remunerate dalle tariffe, passano a società
private .
E' il momento in cui subentra con il 30 % un nucleo di azionisti
privati, riuniti nella Società Schemaventotto Spa che fa capo alla
famiglia Benetton e che rappresenta, ancora, attualmente il socio forte
del gruppo. Il restante 70% è sul mercato. Come ricorda Giorgio
Ragazzi, autore qualche anno fa del saggio “I signori delle autostrade
(Il Mulino), Schemaventotto nel 1999 versa 2,5 miliardi per rilevare il
30% della società finanziando l'investimento per 1,3 miliardi con
capitali di rischio e il resto a debito. Poi, forte di incassi da
pedaggi (11 miliardi) cresciuti negli anni del 21% con l'aumento del
traffico a fronte di investimenti più contenuti (il 16% di quanto
previsto), Schemaventotto lancia l'opa totalitaria del 2003 destinata a
portarle la consistente maggioranza di Autostrade (l'84%, quota poi
successivamente ridotta) per 6,4 miliardi, tramite una società veicolo
poi fusa con Autostrade.
E' il Governo Prodi (1996/1998) avvia la privatizzazione della gestione
autostradale fino ad allora gestite da ANAS, sottoscrivendo una
convenzione ANAS/Autostrade che prevede la concessione fino al 2038. La
concessioni di servizi e funzioni pubbliche sono, di fatto, un passo
obbligato a causa del macigno dell'enorme debito pubblico che gravava
sull'adesione dell'Italia alla moneta unica. Sarà il Governo D'Alema
(1998/2000) a regolare la privatizzazione effettiva.
Il Governo Berlusconi (2001/2006) con legge autorizza la fusione delle
diverse società dei Benetton che porta la famiglia ad avere quote di
capitale pari al 60% del sistema concessorio in loro possesso.
Il Governo Prodi (2006/2008) rivede il sistema delle concessioni. Nel
2007 vengono firmate le convenzioni uniche per ogni concessionario
autostradale stabilendo rigorose verifiche periodiche sulle tariffe e
sugli investimenti.
Il Governo Berlusconi (2008/2011) approva la norma cd. “salva
Benetton”, che cancella tutti i controlli e le revisioni tariffarie
previsti nella convenzione firmata nel 2007 (in pratica, la convenzione
Prodi 2007 stabiliva la revisione ed i controlli sugli investimenti
promessi ogni volta che si esaminava il piano finanziario, quindi, ogni
5 anni, di norma, oppure ogni qualvolta lo chiedeva il concessionario),
autorizza per legge tutte le convenzioni uniche e, quindi, conferma le
attuali regole per il calcolo delle tariffe, degli investimenti e degli
indennizzi. In pratica, viene riconosciuta al gestore una remunerazione
del capitale pari al 6,85% netto.
A completare l'opera ci pensa il Governo Gentiloni (2016/2018) che
estende la concessione ad Autostrade per l'Italia dal 2038 al 2042 a
fronte della realizzazione della strada di gronda di Genova con il
nulla osta dell'Unione Europea. I termini della remunerazione vengono
cambiati: per tutti gli investimenti programmati dal 2017 al 2042 la
remunerazione del capitale viene fissata tra il 4 ed il 6% lordo.
Inoltre, viene fissato anche un tetto all'aumento delle tariffe dello
0,5% oltre il 70% dell'aumento dell'inflazione.
Poi arriva il 14 agosto 2018 col crollo della pila 9 coi suoi 43 morti.
Che la pila 9 del viadotto sia crollata quel 14 agosto per le
stesse ragioni per cui vennero rifatti gli stralli della pila 11 negli
anni 1993-'94 è ormai assodato: c'è solo da scriverlo nella relazione
finale della perizia dei tecnici incaricati dalla Procura di
Genova. I termini per la sua consegna ai magistrati scadono il 31
luglio, ma è probabile che il deposito slitti a settembre. Il
procedimento conta 71 indagati, tra i quali figurano tecnici e manager
di Autostrade spa e la controllata Spea. La maggior parte risponde di
omicidio colposo, disastro colposo e attentato alla sicurezza dei
trasporti, in tre anche di falso, e altri tre di favoreggiamento:
avrebbero depistato le indagini dopo la tragedia in cui hanno perso la
vita 43 persone.
Con questo quadro asserire che adesso debbano essere solo gli azionisti
privati a farsi carico del casino accaduto mi pare il classico gioco
degli italiani. E' esattamente lo stesso che sta accadendo col dramma
del covid19 e nella mala gestione lombarda della pandemia che ha fatto
di questa regione l'emblema del suo malgoverno. Gli elettori lombardi
hanno scelto il centrodestra a trazione leghista da mezzo secolo ed è
demerito di quei governi che hanno mal governato la sanità lombarda ma
sono i lombardi che se li sono scelti.
Le posizioni di chi vuole levare la società dalle mani dei legittimi
assegnatari anziché obbligarli ad eseguire in tempi certi le
debite manutenzioni ed impegnare la politica ad eseguire nei tempi
dovuti i controlli (il viadotto è crollato perché non ci sono stati i
controlli da parte dello Stato…) è la classica soluzione italiana di
spostare i danni addosso ai cittadini. Soprattutto perché alla politica
interessa mettere le mani sui soldi e sugli appalti.
|
|
|