Decreto Semplificazioni, via le gare d'appalto. Peccato fossero l'unico punto da non toccare.
La parola “concorrenza” è uscita da tempo dal lessico politico: la
concorrenza è faticosa, le imprese falliscono e si mangiano il
capitale, i dipendenti perdono il posto ecc. Il monopolio è molto più
tranquillo, sembra che tutti siano contenti. Peccato che la concorrenza
è l'unico meccanismo che stimoli a innovare, cioè a far crescere
l'economia, e anche che renda moralmente accettabile il capitalismo: se
un mercato funziona, lima fortemente i profitti ed elimina le rendite.
Ora è in corso una vasta operazione per ridurre la concorrenza negli
appalti pubblici, o addirittura cancellarla. Non sappiamo ancora
l'esito (l'Autorità Anticorruzione non a caso si oppone con forza). Ma
solo averlo proposto ha un forte significato politico: tutti sono
contenti, imprese e lavoratori (il sindacato protesta solo per le
minori garanzie sui subappalti), e anche Confindustria e la gran parte
dei partiti politici. Si evita anche il rischio che arrivi qualche
straniero, più efficiente e innovatore: prima gli italiani! Data le
premesse, perché stupirsi? E' la “cronaca di una morte annunciata”, con
la scusa del virus tutto è lecito.
E la gravità di questa “riforma” non è tanto nella lettera del
provvedimento (alcune semplificazioni potranno anche essere utili e
sensate), quanto, come si è detto, nel suo messaggio politico. Viene
meno la volontà che ha creato l'Unione Europea: un mercato più grande,
in cui le imprese migliori potessero prevalere per il bene di tutti,
non quelle inefficienti e politicamente protette.
Tra l'altro, come scrive l'ex-costruttore milanese Luca Beltrami su
Arcipelago, le gare sono solo uno dei molti fattori di rallentamento
delle opere, e l'unico su cui non bisognava intervenire. Anzi,
bisognava intervenire in senso esattamente contrario, con una riforma
che cancellasse i molti trucchi che le istituzioni pubbliche
appaltanti, a tutti i livelli, hanno escogitato per far vincere gli
“amici”: dimensioni dei lotti di gara, specifiche tecniche, possibilità
di revisioni prezzi incongrue, obblighi e vincoli “mirati”, spesso
basati su debolissime motivazioni sociali. Se manca la volontà
politica, i trucchi si trovano.
Si è detto: meno concorrenza piace anche alle imprese. Certo anche ai
corrotti, ai corruttori, e alle mafie, come noto molto presenti nel
settore delle opere civili, anche se oggi magari con imprese
formalmente impeccabili (siamo molto malmessi nelle classifiche
internazionali sulla corruzione). La concorrenza infatti crea un
secondo poliziotto, accanto a quelli istituzionali: le imprese che
perdono le gare, che hanno occhi spalancati per scrutare irregolarità
nei bandi o nelle aggiudicazioni.
Non dimentichiamo che la corruzione tra pubblico e privati è molto più
facile che tra privati e privati (dove pure esiste): il corrotto e il
corruttore sono complici in entrambi i casi, ma tra privati il
danneggiato è attentissimo a tutelare i propri interessi, mentre i
danni che subisce la pubblica amministrazione se un'opera costa più del
dovuto ricadono alla fine sui contribuenti, che niente sapranno, se non
sotto forma di tasse più alte dopo anni.
Questo fenomeno spiega anche perché è notoriamente molto difficile
scoprire e punire questo reato, che si stima essere ancora più
pervasivo di quanto appaia.
Marco Ponti
Economia dei Trasporti Politecnico di Milano
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DECRETO SEMPLIFICAZIONI
A CURNO C'E' L'UFFICIO COMPLICAZIONI
Chi abbia la curiosità di andare e vedere l'iter tecnico burocratico
per realizzare il percorso pedociclabile che dall'ex frantoio
Benzoni subito a valle della frazione Fornace in fondo a via
Lungobrembo per arrivare sull'Isolotto di Ponte san Pietro e (forse)
chiudere il tratto di percorso sulla sponda sinistra del fiume Brembo
tra Ponte e Brembate (Sotto) prima di tutto scopre che la politica ha
inventato un percorso-corridoio naturalistico tra il Monte Canto (la
collina tra Pontida e Sotto il Monte: per intenderci) e il corso
del fiume Brembo. Vale a dire una delle zone più costruite della
provincia. Poi esaminando minuziosamente le decine-centinaia-migliaia
di delibere e determinazioni di consigli e funzionari scopre che dopo
sei anni non è stato posato nemmeno un mattone MA l'intera operazione è
stata spezzettata in decine se non centinaia di incarichi professionali
di importi modesti così che un progetto che poteva essere attribuito
mediante una gara d'appalto unica, invece è stato invece eseguito
da decine se non centinaia di professionisti singoli o associati.
La legge sugli appalti prevede chiaramente che un lavoro unitario (
cosa c'è di più unitario di un percorso naturalistico inventato tra il
Monte Canto e il fiume Brembo?) non possa essere suddiviso in
mille parti così che le procedure di assegnazione dello studio
progettazione lavori siano assegnate col massimo della concorrenza
rifuggendo dalla semplificazione che alla fine fa decidere senza
concorrenza.
Il Comune di Curno, per non perdere nemmeno una virgola, al
momento ha nominato addirittura un “commissario” che poi sarebbe un
fedelissimo del partito maggiore azionista della lista al governo.
La commedia adesso sta superando il ridicolo: c'è l'impresa che ha
vinto l'appalto per realizzare materialmente la passerella sul torrente
Quisa … MA il Comune di Curno non ha ne progetto ne appalto ne i
terreni per costruire il trecciolino dove far passare la futura pista
pedociclabile.
Sarebbe come se uno, apre la porta per entrare in camera e si trova davanti un burrone.
Ma nel Comune di Curno non vogliono farsi mancare nulla. Prendiamo in
esame la rotonda su via Carlinga verso l'entrata della nuova
Rodari, il tratto di percorso finto-pedonalizzato, la
spianata dell'ingresso del CVI1. Poi aggiungete l'esterno della
biblioteca, la sistemazione del tratto di via IV Novembre che dalla
spianata fuori il CVI arriva fino addosso all'Oratorio (sul tratto di
via IV Novembre originale), aggiungete la sistemazione della spianta
del parcheggio del CVI e l'abolizione del campo di tamburello con la
formazione di un mega parcheggio e mentre le persone normali pensano
che tutta questa operazione sia da affidare con una gara unica per la
progettazione, questo insieme di progetti sono stati affidati a
una dozzina di professionisti vari scovolinando in maniera formalmente
ineccepibile ogni pertugio della legge .
Come se un cittadino, volendo ristrutturarsi la casa, decidesse di
affidare l'ingresso a un progettista e a una impresa; il corridoio a un
altro progettista ed a un'altra impresa; la camera da letto
matrimoniale sarà riprogettata da un terzo progettista e poi i lavori
eseguiti da una terza impresa. E via così passando per i bagni
UNO e il bagno DUE, la camera delle ragazze e quella dei maschietti. Ma
non bastano!. Ci sarà il tecnico elettricista diverso per ciascun
lavoro, idem per l'idraulica e il riscaldamento, ed anche per chèno? Un
geologo per l'ingresso, un altro per la camera matrimoniale, ecc. ecc.
Fino al suicidio del poveretto.
Ecco: la sistemazione di quei 300 mt di strada è stata fatta con questo
criterio che –siamo maliziosi- è servita prima di tutto a distribuire
un pacco di incarichi a professionisti senza lavoro vista
la crisi (questa non covid19).-
Il recente (o prosismo?) decreto interviene sui tempi di affidamento
delle opere pubbliche (gare d'appalto, procedure negoziate, etc.) ma
non sui ritardi nella progettazione ed esecuzione delle opere, il vero
problema del nostro Paese.
Un rispetto sostanziale della legge sugli appalti prevedeva se non un
concorso almeno una gara unica per la scelta del progettista (p.e. uno
studio associato) visto che si tratta di sistemare un tratto di strada
unico. Anche li decine di gare a concorrenza inesistente per
assegnare questo o quel progettino: tutto formalmente regolare “a
valle” mentre “all'inizio” c'è un clamoroso falso ideologico.
Che poi è tipico della cultura del nostro comune: per esempio il tratto
stradale davanti alla Rodari è formalmente percorribile dalle auto col
contrassegno dei portatori di handicap (e dei bus: che però non passano
perché la sezione stradale è ridotta ed errata). Un interpretazione
corretta della legge ed una applicazione altrettanto corretta prevede
che il genitore che abbia un figlio disabile possa condurlo al cancello
della scuola. INVECE a Curno TUTTI quelli che hanno il cartellino
dei disabili POSSONO passare. Formalmente tutto corretto:
sostanzialmente una clamorosa violazione della norma.
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ARRIVANO I SOLDATI DI VENTURA AL SERVIZIO DELLA SINDACA GAMBA PAGATI 10 EURO L'ORA
Certi atteggiamenti e comportamenti già si leggono nel modo di porsi
proporsi parlare discutere della sindaca. Se poi chi le sta di fronte è
uno che dissente, lo mena a parole e gli toglie il saluto. Lei è fatta
così. Ha lo spirito del maresciallo di giornata. Basta leggere il
tono dei mille proclami pubblicati di questi tempi tentando di tradurre
per il popolo bove il contento dei vari DPCM e ordinanze regionali per
capire che “qui comando io, questa é casa mia, voglio sapere chi viene
e chi va”. Punto.
Ecco quindi formalmente scodellata dalla giunta Gamba per mano
della dirigente diligente dei servizi sociali (la quale ogni tanto
potrebbe riflettere meglio su certe direttive e rifiutarsi di
procedere) l’idea di creare gli “assistenti civici”. Ma non hanno
ovviamente il coraggio di chiamarli così vista la feroce polemica che
ne usci a fine maggio quando l’infelice idea venne pubblicamente
scodellata dal ministro per gli Affari regionali e le autonomie
Francesco Boccia e dal sindaco di Bari e presidente dell’ANCI Antonio
Decaro. I giornali scrissero che Boccia e Decaro stavano lavorando
all’idea da più di un mese, ma il fatto che fosse stata presentata in
quei giorni sembrava essere collegato ai problemi che molti sindaci
stavano avendo a fare rispettare le regole di convivenza decise dal
governo per gestire la fase di riaperture dopo le settimane di
isolamento.
Basta fare una ricerca in rete con le voci “assistenti sociali covid19”
e ti si presentano decine di articoli che ranzano l’idea. Ma non a
Curno: ovviamente.
Ecco come saranno e dovranno essere gli “assistenti civici” curnesi.
Possibilmente automuniti, tale requisito è preferenziale. (…) Obiettivo
è offrire ai giovani curnesi un'opportunità di cittadinanza attiva
collaborando con l'Amministrazione comunale nei servizi straordinari
messi in campo per favorire la ripresa delle attività aggregative e di
socializzazione rivolte a tutta la popolazione nell'estate e autunno
2020 anche a seguito del periodo di lock down dell'emergenza covidl9.
Una balla: la quarantena non esiste più. Le attività previste (elenco
indicativo ma non esaustivo): apertura/chiusura dei parchi,
monitoraggio distanziamento sociale nei parchi e rispetto misure
sanitarie anti COVID-19, attività di socializzazione e di prossimità,
attività di monitoraggio durante manifestazioni organizzate dall'A.C,
attività di triage, organizzazione di incontri per l'alfabetizzazione
nell'uso di cellulari e tablet rivolto ad anziani, "gruppi dolci" di
cammino con accompagnamento di persone anziane. Ma il ministero
dell’Interno ha fatto sapere informalmente ai giornali di non essere
stato consultato. In serata la presidenza del Consiglio ha confermato
il progetto con una nota diffusa ai giornali in cui spiega che gli
“assistenti civici” non saranno «incaricati di pubblico servizio», e
quindi avranno compiti molto diversi dalle forze di polizia.
Si richiede obbligatoriamente la partecipazione alla formazione degli
operatori sulle norme di sicurezza a cura e nelle modalità decise dalla
cooperativa sociale Alchimia.
La prima domanda che ci si pone è che titoli professionali abbia questa
Alchimia per formare i c.d. “assistenti sociali covid19”: che sia
una nuova scuola di polizia non autorizzata per formare corpi
paramilitari al servizio della sindaca?.
Ma oltre all’idea da estrema destra di creare un corpo di polizia
illegale malamente mascherato da volontariato pagato però 10 euro
all’ora questo progetto mira a palesemente a mettere in un angolo il
volontariato vero e davvero volontario che si organizza da solo
sicuramente perché il “nuovo corpo” sarà agli ordini della sindaca
mentre il “volontariato VERO” non sta agli ordini di nessun
sindaco e nessuna maggioranza e minoranza.
Insomma la maggioranza Vivere Curno con la sindaca Gamba DOPO avere
distrutto nella sostanza il GS Marigolda, adesso sta mirando a
distruggere la Protezione Civile ed il Volontariato vario dal momento
che se decide di pagare 10 euro all’ora chi si presta é evidente
che TUTTO il volontariato volontario molla laddove non becca un
quattrino.
Insomma sta prendendo piede l’idea che le associazione
volontarie, qualunque sia la loro occupazione, debbono scomparire e
lasciare il posto a organizzazioni formate da coop onlus profe scelti
dalla sindaca (quindi pretta fiducia e indottrinamento politico
economico sociale) che “formano creano dirigono governano” un corpo di
PSEUDO volontari (pagati 10 euro all’ora) la cui attività NON E’ di
libera scelta degli stessi ma della sindaca.
Idea talmente ottusa che basta solo immaginare un ragazzotto abbigliato
di pettorina che in un parco “consiglia e suggerisce gentilmente”
a qualcuno “si metta la mascherina per favore”. Minimo si sente
rispondere fatti i cazzi tuoi se non becca addirittura uno sganassone
dal momento che… ciascuno si tenga i propri consigli.
Niente da fare. E’ proprio scritto nello spirito delle maestre e delle
madamine quello di governare tutto, comandare tutto, tenere sotto
controllo tutto ANCHE con dei soldati di ventura pagati dieci euro
l’ora. Figurarsi che razza di gente c’arriva coi tempi che corrono. Una
ex sindaca va sul pulpito a predicare che lei ha fatto il sindaco
per essere la luce, il sale e il lievito. Dove chi dovrebbe guadagnarne
sarebbe sempre il solito popolo bove curnese.
E se del caso, avanti Savoia! Pardon: assistenti civici a dieci euro l’ora.
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