A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1235 DEL 28 MAGGIO 2020
























































Di cosa parliamo in questa pagina.



















LA CITTA' DIFFUSA
LE LAMENTAZIONI DEI COMMERCIANTI DI HIGHCITY PER IL SENSO UNICO PEDONALE
Sarebbe interessante se i negozianti baristi ristoranti di highcity esponessero - in forma anonima- un cartello in cui scrivono i mq di negozio coperto e all'aperto, l'affitto annuo, le tasse comunali versate. Così si potrebbe arguire chi e come vive di high-city per capire come mai una città sostanzialmente brutta e pochissimo accogliente, sia nelle brame di tutti quelli che vorrebbero avere un'attività. Forse perché le pizze dei fornai sono a buon prezzo e c'è il circolino. E' opinione comune di tutti gli aspiranti baristi ristoratori cappellai e costumisti che se apri una attività farai i soldi. Noi la spariamo ma pensiamo che meno del 5% di chi passa in highcity visita un luogo storicamente degno. Via Bartolomeo Colleoni e via Gombito potrebbero coprirle e trasformarle in una galleria storica identica a quelle di in centro commerciale. Wauh!.  Sarebbe meraviglioso vedere finalmente che possono caricare-scaricare merci da furgoni ed auto  non sotto la pioggia o il solleone ma dentro una galleria condizionata. Alla faccia dei pedoni e soprattutto delle carrozzine con bimbo incorporato.
(...)

PASSERELLA SUL QUISA E I SOLDI
CHE ARRIVANO AL COMUNE:
C’È QUALCOSA CHE NON TORNA
Confessiamo di non avere aquistato il 22 maggio u.s. l'edizione di PrimaBergamo perché un settimanale in cui chi scrive fa da portavoce di qualcuno stimiamo sia illeggibile  ed abbia sbagliato mestiere. Oltre al fatto che per fare cronaca locale varrebbe la pena essere informata sull'argomento se non altro per porre domande pertinenti. Infine oggi un articolo di L'Eco comunica che questa estate verrà  aperto il cantiere per la costruzione della passerella –che sarà finita entro fine anno- sul torrente Quisa per collegare Curno coll'Isolotto di Ponte san Pietro. Promessa da marinaio.
Prima di tutto non tornano i conti delle somme ricevute (o da ricevere) da parte del Comune dal momento che –vedi tabella allegata costruita da quanto riportato su L'Eco e mai smentita da nessun parlamentare-  Curno dovrebbe intascare tre somme per complessivi 870mila euro mentre nel discorso della sindaca Gamba compaiono solo 460 mila euro.
Poi la sindaca dimentica di specificare a quanto ammontano le somme versate da imprese e cittadini da sommare a quanto ricevuto (39mila euro) dalla Protezione Civile per il covid19.
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le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!

































































































































































































































LA CITTA' DIFFUSA
LE LAMENTAZIONI DEI COMMERCIANTI DI HIGHCITY PER IL SENSO UNICO PEDONALE
Sarebbe interessante se i negozianti baristi ristoranti di highcity esponessero - in forma anonima- un cartello in cui scrivono i mq di negozio coperto e all'aperto, l'affitto annuo, le tasse comunali versate. Così si potrebbe arguire chi e come vive di high-city per capire come mai una città sostanzialmente brutta e pochissimo accogliente, sia nelle brame di tutti quelli che vorrebbero avere un'attività. Forse perché le pizze dei fornai sono a buon prezzo e c'è il circolino. E' opinione comune di tutti gli aspiranti baristi ristoratori cappellai e costumisti che se apri una attività farai i soldi. Noi la spariamo ma pensiamo che meno del 5% di chi passa in highcity visita un luogo storicamente degno. Via Bartolomeo Colleoni e via Gombito potrebbero coprirle e trasformarle in una galleria storica identica a quelle di in centro commerciale. Wauh!.  Sarebbe meraviglioso vedere finalmente che possono caricare-scaricare merci da furgoni ed auto  non sotto la pioggia o il solleone ma dentro una galleria condizionata. Alla faccia dei pedoni e soprattutto delle carrozzine con bimbo incorporato.

Scrive il Bugiardino che: «Bergamo è stata l'epicentro della pandemia, ma rischia di essere anche quello della crisi economica». Il presidente Giovanni Zambonelli va dritto al punto nel presentare i risultati dell'indagine di Ascom Confcommercio-Format Research sull'impatto del coronavirus nella Bergamasca. Sono drammatici i dati raccolti dall'Osservatorio congiunturale della provincia attraverso un campione rappresentativo di imprese del commercio, del turismo e dei servizi con 711 interviste andate a buon fine. Il terziario orobico rischia di perdere 2,2 miliardi di euro, cioè l'11% del valore aggiunto, che scenderebbe dai 19,6 miliardi di euro del 2019 a 17,4 miliardi. All'orizzonte c'è anche un crollo verticale dell'occupazione, con 49 mila posti di lavoro a rischio (-27%), e lo sfilacciamento del tessuto imprenditoriale, con un calo di nuove imprese iscritte e la prospettiva di perdere fra le 8 e le 15 mila aziende nel 2020”.
Quella che con la crisi del 2008 pareva fosse una delle soluzioni per uscirne con l'avvento della pandemia ha mostrato tutto il suo carattere illusorio. La gente non mangia il doppio perché sono raddoppiati o triplicati bar e ristoranti. Non compra due paia di scarpe perché sono raddoppiati le botteghe di scarpe.
Ne abbiamo viete di cappellate del genere che ripetono pari pari il fenomeno della bolla edilizia. Questa esplose perché a fronte di un paese che non cresceva la sua popolazione aveva messo sul mercato una sovraproduzione edilizia  del 20-30% tra nuovo e vecchio. Impossibile smaltire quel volume in cinque o dieci anni con una popolazione calante.
Ricordate quante erano le pizzerie di asporto? Ne sono rimaste una su dieci. E i centri abbronzatura?. Scomparsi del tutto. E i centri di telefonia?. Scomparsi. Dimenticare i negozi di abiti confezionati?: lo stesso marchio lo trovi i mille centri commerciali e non comprendi se uno esca  al mattino indossando due paia di braghe e due giacche.
Che dire della trovata bersaniana di consentire a tutti i bar di diventare ristoranti che affettano salumi e riscaldano cibo surgelati? Qui la gente dovrebbe mangiare cinque volte al giorno per farli sopravvivere.

Il problema del terziario legato al turismo nella nostra provincia sconta prima di tutto la concorrenza con posti  stranieri più interessanti e più belli –problema unito ad una professionalità non eccelsa ma soprattutto le provincie sono penetrate dal turismo se offrono davvero qualcosa di notevole che in bergamasca (forse proprio) non si trova. Quando un turista arriva in highcity vede mura scrostate, antichi affreschi ormai dilavati e illeggibili, zero verde e zero al cubo per i fiori. Il Palazzo della Ragione è coperto da lapidi  scrostate del tutto. I colori della città sono uniformemente  identici:  come quello dei vecchi sacchi di juta. La parte più bella del palazzo –le capriate- non vengono nemmeno segnalate e quindi degnate di un foto da trasmettere immediatamente su  fessbuc.
Un turista arriva in Piazza Duomo e gli raccontano la storia del Duomo, quello di Santa Maria Maggiore, quella del Palazzo della Ragione con rara ed acuta puntigliosità  salvo dimenticare che… in quella piazza si confrontarono e si confrontano  tuttora TRE POTERI che non sempre si sono stimati e benvoluti ma meglio non parlarne visto che c'è di mezzo chiesa religione cattolica papi vescovi. E così il turista crede che la piazza sia venuta fuori per caso  o l'abbia progettata un architetto nemmeno laureato al Politecnico ma fai-da-te.

Comunque noi non siamo così convinti che il terziario bergamasco nel settore commercio e turismo perda “49 mila posti di lavoro a rischio (-27%), e un calo di nuove imprese iscritte e la prospettiva di perdere fra le 8 e le 15 mila aziende nel 2020”. Il problema immediato sta  sicuramente nel lokdown internazionale e la conseguente crisi di settori che sopravvivevano alla giornata: “io non apro perchè fallisco”: questa la confessione , senza alcuna prospettiva certa che non fossero i depredamenti inflitti ai turisti  di passaggio ed ai bergamaschi.
Poi c'è da mettere in conto che quando si lascia in mano al mercato un settore senza grandi prospettive per condizioni oggettive (Bergamo non è Firenze o Napoli…) e non curi il problema affitti, tasse comunali, servizi c'è da stare certi che sono barchette in mezzo al mare che vanno a fondo al primo refolo. Varrebbe la pena che la politica si domandasse i molti perché del rapissimo turnover dei gestori dei negozi per capire quanto è dovuto a imperizia, quanto è dovuto al riciclo e quanto è dovuto semplicemente a un sovra offerta che non ci può stare. Poi arriva pure il covid19 e i bottegai vanno in piazza a fare una bella foto.

PASSERELLA SUL QUISA E I SOLDI
CHE ARRIVANO AL COMUNE:
C’È QUALCOSA CHE NON TORNA
Confessiamo di non avere aquistato il 22 maggio u.s. l'edizione di PrimaBergamo perché un settimanale in cui chi scrive fa da portavoce di qualcuno stimiamo sia illeggibile  ed abbia sbagliato mestiere. Oltre al fatto che per fare cronaca locale varrebbe la pena essere informata sull'argomento se non altro per porre domande pertinenti. Infine oggi un articolo di L'Eco comunica che questa estate verrà  aperto il cantiere per la costruzione della passerella –che sarà finita entro fine anno- sul torrente Quisa per collegare Curno coll'Isolotto di Ponte san Pietro. Promessa da marinaio.
Da quel che si legge siamo ancora in alto mare sia per i problemi del covid19 applicati alla realtà comunale che per la ormai mitica passerella sul Quisa. Non c'è niente da fare: in tema il comune è inchiodato alla banalità  burocratica e formale senza neppure quel modesto stimolo a tenere insieme la popolazione, a meno che non sia la solita distribuzione a pioggia di qualche soldino in perfetto stile clientelare delegato ad una funzionaria. E senza nemmeno uno straccio di tabella specificativa su come sono stati distribuiti i contributi: tutto lasciato in mano di una funzionaria e della politica?.

Prima di tutto non tornano i conti delle somme ricevute (o da ricevere) da parte del Comune dal momento che –vedi tabella allegata costruita da quanto riportato su L'Eco e mai smentita da nessun parlamentare-  Curno dovrebbe intascare tre somme per complessivi 870mila euro mentre nel discorso della sindaca Gamba compaiono solo 460 mila euro.
Poi la sindaca dimentica di specificare a quanto ammontano le somme versate da imprese e cittadini da sommare a quanto ricevuto (39mila euro) dalla Protezione Civile per il covid19.
Precisiamo visto quanto sia ombrosa la  sindaca (ricordiamo sempre la voluta malintesa interpretazione di un colore di un fiore…) che non stiamo sottintendendo che qualcuno abbia arraffato la differenza  (870mila-460mila) ma siccome L'Eco non sarà come le Tavole della Legge ma nessuno l'ha smentito,  beh… urgono spiegazioni.
La sindaca è comunque tranchant  -è il suo stile- su certi temi: «Non si possono azzerare i tributi. Il Comune può dare però dei con­tributi per abbatterli. Per andare incontro a chi non ha lavorato in questo periodo, azzereremo la Tosap e la tassa sulla pubblicità dei due mesi e mezzo di chiusura. Stiamo anche pensando, nell'am­bito di ciò che sarà legalmente possibile, di stanziare contributi per l'abbattimento della Tari e stia­mo valutando come agire sugli af­fitti e sull'Imu. Ma bisogna avere un quadro economico ben defi­nito. 460 mila euro sembrano tanti, ma, facendo due conti, fanno in fretta a finire». Il sindaco sottolinea che due mesi e mezzo di tasse di pubblicità azzerate sono 50 mila euro di entrate in meno.

Vedremo nei prossimi mesi come andrà a finire (a livello nazionale) questa storia per cui una attività ha dovuto chiudere per ordine del governo e sempre per ordine del comune ha dovuto continuare a pagare certe tasse. Prima di tutto non si tratta di “azzerare” i tributi ma di non farli pagare in base ai tempi di chiusura. Fai pagare la raccolta della rumenta quando  le botteghe sono chiuse? Fai pagare l'occupazione del suolo pubblico quando le botteghe sono chiuse per ordine nazionale?. Fai pagare l'occupazione per le isnegne quando le botteghe sono chiuse per ordine nazionale?. Il buonsenso e la legge consentono di abbuonare del tutto i periodi di chiusura e di abbuonare in parte quelli successivi alla riapertura. Davanti a una calamità nazionale bisogna avere il coraggio delle proprie azioni e non solo misurare quanto c'è nel cassetto e tenerselo stretto largheggiando invece con le regalie ai bisognosi.

Passerella sul torrente Quisa: ormai siamo oltre la dozzina di annunci. Arriva! Arriva! Arriva!... ma non si vede. Il deserto dei tartari. La sindaca Gamba su L'Eco di oggi: «Posso dire che sono molto soddisfatta di come sta procedendo l'appalto gestito da Ponte San Pietro per la realizzazione della passerella. [ tradotto: o così o pomì] Per quanto riguarda la pista ciclopedonale sino a Treviolo, siamo quasi pronti con la progettazione esecutiva. Per il quadro economico definitivo stiamo aspettando una risposta dall'Agenzia delle entrate per la valorizzazione di alcune aree. Non voglio espormi in questo momento su una data perché i tempi non dipendono dall'amministrazione comunale. Il desiderio sarebbe in estate».  [tradotto: non sono nemmeno riusciti a far partire in tre mesi il cantiere della palestra delle Rodari e si ripromettono quello della passerella tra 20 giorni?].
Senza contare il RIDFICOLO di vedere una passerella…SENZA strade a monte ed a valle.

Insomma il ritardo quinquennale adesso è da imputare all'AdE (volevo ben dire che non fosse colpa di qualcun altro!) che pare non abbia dato i valori delle aree da acquisire o da occupare (semmai i proprietari accettino l'occupazione piuttosto che  la cessione al comune). Basta scorrere tutta la vicenda   di questa passerella dall'inizio alla fine per rendersi conto che l'operazione non era e non è mirata a creare un passaggio pedociclabile lungo il fiume bensì a distribuire il più possibile ad una miriade di professionisti delle parcelle (per fortuna non milionarie). Mica per nulla in Parlamento ci sono dei bravi professionisti che mirano in primis al proprio reddito di cittadinanza quando saranno a casa.
L'operazione poteva essere già terminata semplicemente affidando l'incarico complessivo e lasciando che fossero i vari tecnici a mettersi assieme a costituire una ATI. Invece spezzettando il più possibile gli incarichi ed inventandoseli  all'ultimo momento hanno potuto assegnare incarichi in barba alla legge sugli appalti.