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LA CITTA' DIFFUSA
LE LAMENTAZIONI DEI COMMERCIANTI DI HIGHCITY PER IL SENSO UNICO PEDONALE
Sarebbe interessante se i negozianti baristi ristoranti di highcity
esponessero - in forma anonima- un cartello in cui scrivono i mq di
negozio coperto e all'aperto, l'affitto annuo, le tasse comunali
versate. Così si potrebbe arguire chi e come vive di high-city per
capire come mai una città sostanzialmente brutta e pochissimo
accogliente, sia nelle brame di tutti quelli che vorrebbero avere
un'attività. Forse perché le pizze dei fornai sono a buon prezzo e c'è
il circolino. E' opinione comune di tutti gli aspiranti baristi
ristoratori cappellai e costumisti che se apri una attività farai i
soldi. Noi la spariamo ma pensiamo che meno del 5% di chi passa in
highcity visita un luogo storicamente degno. Via Bartolomeo Colleoni e
via Gombito potrebbero coprirle e trasformarle in una galleria storica
identica a quelle di in centro commerciale. Wauh!. Sarebbe
meraviglioso vedere finalmente che possono caricare-scaricare merci da
furgoni ed auto non sotto la pioggia o il solleone ma dentro una
galleria condizionata. Alla faccia dei pedoni e soprattutto delle
carrozzine con bimbo incorporato.
Scrive il Bugiardino che: «Bergamo è stata l'epicentro della pandemia,
ma rischia di essere anche quello della crisi economica». Il presidente
Giovanni Zambonelli va dritto al punto nel presentare i risultati
dell'indagine di Ascom Confcommercio-Format Research sull'impatto del
coronavirus nella Bergamasca. Sono drammatici i dati raccolti
dall'Osservatorio congiunturale della provincia attraverso un campione
rappresentativo di imprese del commercio, del turismo e dei servizi con
711 interviste andate a buon fine. Il terziario orobico rischia di
perdere 2,2 miliardi di euro, cioè l'11% del valore aggiunto, che
scenderebbe dai 19,6 miliardi di euro del 2019 a 17,4 miliardi.
All'orizzonte c'è anche un crollo verticale dell'occupazione, con 49
mila posti di lavoro a rischio (-27%), e lo sfilacciamento del tessuto
imprenditoriale, con un calo di nuove imprese iscritte e la prospettiva
di perdere fra le 8 e le 15 mila aziende nel 2020”.
Quella che con la crisi del 2008 pareva fosse una delle soluzioni per
uscirne con l'avvento della pandemia ha mostrato tutto il suo carattere
illusorio. La gente non mangia il doppio perché sono raddoppiati o
triplicati bar e ristoranti. Non compra due paia di scarpe perché sono
raddoppiati le botteghe di scarpe.
Ne abbiamo viete di cappellate del genere che ripetono pari pari il
fenomeno della bolla edilizia. Questa esplose perché a fronte di un
paese che non cresceva la sua popolazione aveva messo sul mercato una
sovraproduzione edilizia del 20-30% tra nuovo e vecchio.
Impossibile smaltire quel volume in cinque o dieci anni con una
popolazione calante.
Ricordate quante erano le pizzerie di asporto? Ne sono rimaste una su
dieci. E i centri abbronzatura?. Scomparsi del tutto. E i centri di
telefonia?. Scomparsi. Dimenticare i negozi di abiti confezionati?: lo
stesso marchio lo trovi i mille centri commerciali e non comprendi se
uno esca al mattino indossando due paia di braghe e due giacche.
Che dire della trovata bersaniana di consentire a tutti i bar di
diventare ristoranti che affettano salumi e riscaldano cibo surgelati?
Qui la gente dovrebbe mangiare cinque volte al giorno per farli
sopravvivere.
Il problema del terziario legato al turismo nella nostra provincia
sconta prima di tutto la concorrenza con posti stranieri più
interessanti e più belli –problema unito ad una professionalità non
eccelsa ma soprattutto le provincie sono penetrate dal turismo se
offrono davvero qualcosa di notevole che in bergamasca (forse proprio)
non si trova. Quando un turista arriva in highcity vede mura scrostate,
antichi affreschi ormai dilavati e illeggibili, zero verde e zero al
cubo per i fiori. Il Palazzo della Ragione è coperto da lapidi
scrostate del tutto. I colori della città sono uniformemente
identici: come quello dei vecchi sacchi di juta. La parte più
bella del palazzo –le capriate- non vengono nemmeno segnalate e quindi
degnate di un foto da trasmettere immediatamente su fessbuc.
Un turista arriva in Piazza Duomo e gli raccontano la storia del Duomo,
quello di Santa Maria Maggiore, quella del Palazzo della Ragione con
rara ed acuta puntigliosità salvo dimenticare che… in quella
piazza si confrontarono e si confrontano tuttora TRE POTERI che
non sempre si sono stimati e benvoluti ma meglio non parlarne visto che
c'è di mezzo chiesa religione cattolica papi vescovi. E così il turista
crede che la piazza sia venuta fuori per caso o l'abbia
progettata un architetto nemmeno laureato al Politecnico ma fai-da-te.
Comunque noi non siamo così convinti che il terziario bergamasco nel
settore commercio e turismo perda “49 mila posti di lavoro a rischio
(-27%), e un calo di nuove imprese iscritte e la prospettiva di perdere
fra le 8 e le 15 mila aziende nel 2020”. Il problema immediato
sta sicuramente nel lokdown internazionale e la conseguente crisi
di settori che sopravvivevano alla giornata: “io non apro perchè
fallisco”: questa la confessione , senza alcuna prospettiva certa che
non fossero i depredamenti inflitti ai turisti di passaggio ed ai
bergamaschi.
Poi c'è da mettere in conto che quando si lascia in mano al mercato un
settore senza grandi prospettive per condizioni oggettive (Bergamo non
è Firenze o Napoli…) e non curi il problema affitti, tasse comunali,
servizi c'è da stare certi che sono barchette in mezzo al mare che
vanno a fondo al primo refolo. Varrebbe la pena che la politica si
domandasse i molti perché del rapissimo turnover dei gestori dei negozi
per capire quanto è dovuto a imperizia, quanto è dovuto al riciclo e
quanto è dovuto semplicemente a un sovra offerta che non ci può stare.
Poi arriva pure il covid19 e i bottegai vanno in piazza a fare una
bella foto.
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PASSERELLA SUL QUISA E I SOLDI
CHE ARRIVANO AL COMUNE:
C’È QUALCOSA CHE NON TORNA
Confessiamo di non avere aquistato il 22 maggio u.s. l'edizione di
PrimaBergamo perché un settimanale in cui chi scrive fa da portavoce di
qualcuno stimiamo sia illeggibile ed abbia sbagliato mestiere.
Oltre al fatto che per fare cronaca locale varrebbe la pena essere
informata sull'argomento se non altro per porre domande pertinenti.
Infine oggi un articolo di L'Eco comunica che questa estate verrà
aperto il cantiere per la costruzione della passerella –che sarà finita
entro fine anno- sul torrente Quisa per collegare Curno coll'Isolotto
di Ponte san Pietro. Promessa da marinaio.
Da quel che si legge siamo ancora in alto mare sia per i problemi del
covid19 applicati alla realtà comunale che per la ormai mitica
passerella sul Quisa. Non c'è niente da fare: in tema il comune è
inchiodato alla banalità burocratica e formale senza neppure quel
modesto stimolo a tenere insieme la popolazione, a meno che non sia la
solita distribuzione a pioggia di qualche soldino in perfetto stile
clientelare delegato ad una funzionaria. E senza nemmeno uno straccio
di tabella specificativa su come sono stati distribuiti i contributi:
tutto lasciato in mano di una funzionaria e della politica?.
Prima di tutto non tornano i conti delle somme ricevute (o da ricevere)
da parte del Comune dal momento che –vedi tabella allegata costruita da
quanto riportato su L'Eco e mai smentita da nessun parlamentare-
Curno dovrebbe intascare tre somme per complessivi 870mila euro mentre
nel discorso della sindaca Gamba compaiono solo 460 mila euro.
Poi la sindaca dimentica di specificare a quanto ammontano le somme
versate da imprese e cittadini da sommare a quanto ricevuto (39mila
euro) dalla Protezione Civile per il covid19.
Precisiamo visto quanto sia ombrosa la sindaca (ricordiamo sempre
la voluta malintesa interpretazione di un colore di un fiore…) che non
stiamo sottintendendo che qualcuno abbia arraffato la differenza
(870mila-460mila) ma siccome L'Eco non sarà come le Tavole della Legge
ma nessuno l'ha smentito, beh… urgono spiegazioni.
La sindaca è comunque tranchant -è il suo stile- su certi temi:
«Non si possono azzerare i tributi. Il Comune può dare però dei
contributi per abbatterli. Per andare incontro a chi non ha lavorato
in questo periodo, azzereremo la Tosap e la tassa sulla pubblicità dei
due mesi e mezzo di chiusura. Stiamo anche pensando, nell'ambito di
ciò che sarà legalmente possibile, di stanziare contributi per
l'abbattimento della Tari e stiamo valutando come agire sugli affitti
e sull'Imu. Ma bisogna avere un quadro economico ben definito. 460
mila euro sembrano tanti, ma, facendo due conti, fanno in fretta a
finire». Il sindaco sottolinea che due mesi e mezzo di tasse di
pubblicità azzerate sono 50 mila euro di entrate in meno.
Vedremo nei prossimi mesi come andrà a finire (a livello nazionale)
questa storia per cui una attività ha dovuto chiudere per ordine del
governo e sempre per ordine del comune ha dovuto continuare a pagare
certe tasse. Prima di tutto non si tratta di “azzerare” i tributi ma di
non farli pagare in base ai tempi di chiusura. Fai pagare la raccolta
della rumenta quando le botteghe sono chiuse? Fai pagare
l'occupazione del suolo pubblico quando le botteghe sono chiuse per
ordine nazionale?. Fai pagare l'occupazione per le isnegne quando le
botteghe sono chiuse per ordine nazionale?. Il buonsenso e la legge
consentono di abbuonare del tutto i periodi di chiusura e di abbuonare
in parte quelli successivi alla riapertura. Davanti a una calamità
nazionale bisogna avere il coraggio delle proprie azioni e non solo
misurare quanto c'è nel cassetto e tenerselo stretto largheggiando
invece con le regalie ai bisognosi.
Passerella sul torrente Quisa: ormai siamo oltre la dozzina di annunci.
Arriva! Arriva! Arriva!... ma non si vede. Il deserto dei tartari. La
sindaca Gamba su L'Eco di oggi: «Posso dire che sono molto soddisfatta
di come sta procedendo l'appalto gestito da Ponte San Pietro per la
realizzazione della passerella. [ tradotto: o così o pomì] Per quanto
riguarda la pista ciclopedonale sino a Treviolo, siamo quasi pronti con
la progettazione esecutiva. Per il quadro economico definitivo stiamo
aspettando una risposta dall'Agenzia delle entrate per la
valorizzazione di alcune aree. Non voglio espormi in questo momento su
una data perché i tempi non dipendono dall'amministrazione comunale. Il
desiderio sarebbe in estate». [tradotto: non sono nemmeno
riusciti a far partire in tre mesi il cantiere della palestra delle
Rodari e si ripromettono quello della passerella tra 20 giorni?].
Senza contare il RIDFICOLO di vedere una passerella…SENZA strade a monte ed a valle.
Insomma il ritardo quinquennale adesso è da imputare all'AdE (volevo
ben dire che non fosse colpa di qualcun altro!) che pare non abbia dato
i valori delle aree da acquisire o da occupare (semmai i proprietari
accettino l'occupazione piuttosto che la cessione al comune).
Basta scorrere tutta la vicenda di questa passerella
dall'inizio alla fine per rendersi conto che l'operazione non era e non
è mirata a creare un passaggio pedociclabile lungo il fiume bensì a
distribuire il più possibile ad una miriade di professionisti delle
parcelle (per fortuna non milionarie). Mica per nulla in Parlamento ci
sono dei bravi professionisti che mirano in primis al proprio reddito
di cittadinanza quando saranno a casa.
L'operazione poteva essere già terminata semplicemente affidando
l'incarico complessivo e lasciando che fossero i vari tecnici a
mettersi assieme a costituire una ATI. Invece spezzettando il più
possibile gli incarichi ed inventandoseli all'ultimo momento
hanno potuto assegnare incarichi in barba alla legge sugli appalti.
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