A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1232 DEL 24MAGGIO 2020
























































Di cosa parliamo in questa pagina.



















NON E' UN PAESE PER GIOVANI
Dopo i runner, la movida, un'altra parola usata a sproposito perché è difficile definire movida l'assembramento di qualche decina di sedicenni fuori da un paio di bar. Basterebbe un vigile per disperderli. Forse pure un alpino in pensione. E tuttavia l'avviso ai movidanti assume la dignità del discorso governativo, entra a Palazzo, si fa strada nelle istituzioni.
«Non è tempo di movida», dice il presidente del Consiglio. «Basta movida o chiudiamo tutto», fanno eco i presidenti delle regioni del Nord. Il ventenne con lo spritz in mano è il nuovo Nemico Principale, l'arcidiavolo di quel pezzo d'Italia che non vedeva l'ora di poter esprimere la sua malmostosa insofferenza per i giovani.
È un movimento sotterraneo e diffusissimo: è l'ondata children-free che un anno fa polemizzava sui bambini al ristorante; è il vigilante collettivo che nel lockdown denunciava i seienni in bicicletta; è il virologo autodidatta che su Facebook pubblica le foto della partita di calcetto al parco scrivendo: «Qualcuno li fermi».
Tutto ciò che ruota intorno ai giovani, per questa Italia bavosa senile e incattivita, è pericoloso, insensato, un inutile fastidio. Non a caso siamo il Paese che ha fatto per primo la serrata delle scuole e minaccia di conservarla anche a settembre. Stessero a casa, chi li ha voluti se li tenga: le lezioni online sono più che sufficienti, e quelli che non hanno il computer potranno fare i braccianti nei vigneti o nei campi di cocomero, che servono tantissimo.
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GIOVINASTRI DISEBBEDIENTI
Corrono dei tempi davvero brutti se si deve (o semplicemente si può) condividere un articolo di Flavia Perina. Il fatto è che a distanza di 24ore pure WalterVetroni ha scritto qualcosa in merito. Leggiamo l'incipit: Non insultate gli italiani. Almeno questo. Ne abbiamo viste di tutti i colori. I ragazzi tornati in strada dopo tre mesi sono stati immediatamente definiti degli «stupidotti», sindaci si sono fatti riprendere mentre, con l'aiuto di droni, cacciavano severamente persone dai parchi, in diretta tv, trasmissioni televisive hanno dato vita a rocamboleschi inseguimenti di cittadini che camminavano su una spiaggia o in una villa comunale.
Riprese televisive realizzate con il teleobiettivo sono servite a «schiacciare» l'immagine facendo apparire concentrazioni di persone anche quando non c'erano. Abbiamo letto parole di fuoco pronunciate da autorità istituzionali verso chi faceva jogging o chi addirittura portava a spasso il cane. Per tacer dell'accusa di «untori» rivolta a ragazzi che, in quel caso non violando alcuna regola, a marzo tornarono a casa dal Nord perché le loro università erano chiuse e volevano semplicemente stare in famiglia. Peraltro i dati del Sud hanno dimostrato che quei ragazzi non hanno infettato nessuno. Come hanno dimostrato che i focolai principali sono stati gli ospedali, le case per anziani, le case dei contagiati. E contro i ragazzi italiani, che per mesi hanno rinunciato in silenzio a ogni forma di socialità ed affettività che non fosse virtuale, eviterei di scagliare la prima pietra. Fine della citazione (abbondante).
Benché apparteniamo alla categoria di quelli della terza età ci siamo espressi fin dall'inizio del lokdown a favore dei runner, dei ciclisti e comunque della libertà delle persone di girare negli spazi aperti. E di condurvi i bambini ed anche i nonni impediti. Non i nonni che portano i nipoti. Ovviamente tenendo le distanze dagli altri e non slimonando in pubblico con nessuna/o visto che i nuovi moralisti  dell'anti-covid19 fanno finta che adesso nessuno  scopi più con nessuna. Sesso solo a risultati positivi ottenuti dopo che hanno fatto il tampone e il prelievo . Vedrete  che dopo avere scoperto la differenza (per fortuna che sono giornalisti ed amministratori INPS da 300mila euro annui) tra il numero di morti indicati dalle Regioni e quelli conteggiati dagli stati civili dei Comuni, tra qualche mese scopriranno un crollo delle nascite post fase1, fase 2 e chissà se ci sarà una fase 3 migliore delle prime due o peggiore.
O magari un aumento: chissà che le mura domestiche oltre a non avere fatto perdere la criminale abitudine di qualche maschio d'ammazzare compagne mogli madri (due madri ammazzate dai figli in una settimana in provincia di Bergamo….) non abbiano incentivato la copula e le nascite.
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UN COMUNE LABORIOSISSIMO
A Mapello il consiglio comunale farà due sedute nel mese di maggio 2020 in videoconferenza.
A Curno niente consiglio da quando è scattata la quarantena. Pure la quantità di delibere di giunta e le determinazioni degli uffici comunali appaiono decisamente meno a Curno che a Mapello e il confronto appare corretto visto che si tratta di due comuni con una popolazione pressoché identica e il “tipo di delibera e determinazione” sono sostanzialmente identiche. Viceversa vanno avanti le cure per le clientele ed infatti sono state pubblicate p.e. due delibere di giunta di metà febbraio (ci vuole il necessario tempo di maturazione!).
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CITTA' ALTA:L'ORDINANZA PER "SOLI" PEDONI
L'ordinanza “per soli pedoni” di senso unico pedonale del sindaco Gori tra la Cittadella e Piazza Vecchia (per adesso) è prevista SOLO per sabato 23 e domenica 24 maggio MA “i residenti all'interno della ZTL “Centro Storico di Città Alta” sono esclusi dalle presenti limitazioni”.
Per quel poco che abbiamo visto ieri di primo pomeriggio, i negozianti sono già insorti contro l'ordinanza che difatto DIMEZZA loro la clientela. Oggi sono ancora più arrabbiati di ieri visto che città alta era vuota.
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le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!





























































































































































































































L'ordinanza “per soli pedoni” di senso unico pedonale del sindaco Gori tra la Cittadella e Piazza Vecchia (per adesso) è prevista SOLO per sabato 23 e domenica 24 maggio MA “i residenti all'interno della ZTL “Centro Storico di Città Alta” sono esclusi dalle presenti limitazioni”.
Per quel poco che abbiamo visto ieri di primo pomeriggio, i negozianti sono già insorti contro l'ordinanza che difatto DIMEZZA loro la clientela. Oggi sono ancora più arrabbiati di ieri visto che città alta era vuota.
Che l'ordinanza  sia stata scritta male è evidente dal momento che non si spiega la ragione per cui uno in bicicletta possa percorre la via in senso contrario e per di più –la legge lo consente- senza mascherina e quindi potrebbe sputacchiare in faccia ai pedoni che gli vengono incontro il famigerato droplet. Naturalmente sono esclusi dal divieto di ritorno i residenti ma non è spiegato esattamente se SOLO quando vanno a piedi oppure ANCHE quando passano col proprio veicolo. Ed infatti mentre i pedoni debbono camminare da ovest verso est, bici, moto, furgoni ed auto possono anche correre da est verso ovest.
Bella poi la canzoncina sparata dai gracchianti altoparlanti comunali e dal pik-up della protezione civile che raccomandano l'uso delle mascherine, del mantenimento della distanza interpersonale e (forse anche: dal gracchiare non abbiamo potuto verificare) del lavarsi le zampine alle vedovelle  deputate. Fa niente che il passaggio della camionetta della protezione civile che gracchiava raccomandazioni sia stata accolta da un coro di “Scemi! Scemi! Scemi!” ma si sa che se ad un italiano metti una divisa, diventa subito una essesse. Gli manca solo il pastore tedesco ma presto li vedremo pure con quelli al guinzaglio.
Occhio croce  pensiamo che  tempo qualche settimana la bolgia di città alta tornerà come prima: basta che riaprano il Caravaggio e  torneremo nel caos primordiale. Intanto che aspettiamo quelli dei carrelli, c’é la sorpresa che nella valletta sotto Colle Aperto è comparso un elegantissimo fagiano accompagnato da tre femmine. Ce li ha messi un boscaiolo di Curno.

Dopo i runner, la movida, un'altra parola usata a sproposito perché è difficile definire movida l'assembramento di qualche decina di sedicenni fuori da un paio di bar. Basterebbe un vigile per disperderli. Forse pure un alpino in pensione. E tuttavia l'avviso ai movidanti assume la dignità del discorso governativo, entra a Palazzo, si fa strada nelle istituzioni.
«Non è tempo di movida», dice il presidente del Consiglio. «Basta movida o chiudiamo tutto», fanno eco i presidenti delle regioni del Nord. Il ventenne con lo spritz in mano è il nuovo Nemico Principale, l'arcidiavolo di quel pezzo d'Italia che non vedeva l'ora di poter esprimere la sua malmostosa insofferenza per i giovani.
È un movimento sotterraneo e diffusissimo: è l'ondata children-free che un anno fa polemizzava sui bambini al ristorante; è il vigilante collettivo che nel lockdown denunciava i seienni in bicicletta; è il virologo autodidatta che su Facebook pubblica le foto della partita di calcetto al parco scrivendo: «Qualcuno li fermi».
Tutto ciò che ruota intorno ai giovani, per questa Italia bavosa senile e incattivita, è pericoloso, insensato, un inutile fastidio. Non a caso siamo il Paese che ha fatto per primo la serrata delle scuole e minaccia di conservarla anche a settembre. Stessero a casa, chi li ha voluti se li tenga: le lezioni online sono più che sufficienti, e quelli che non hanno il computer potranno fare i braccianti nei vigneti o nei campi di cocomero, che servono tantissimo.
Con lo stesso zelo è stato piallato lo sport professionista, altra attività che suscita rancorose invidie per i muscoli, le cartilagini elastiche, il passo svelto dei ventenni che lo praticano: manco gli atleti della maratona o del salto in alto hanno avuto il permesso di allenarsi (una delle multe più folli e famose riguarda la campionessa di Biathlon che aveva osato correre a 300 metri da casa).
Che cosa vogliono questi fanatici dei cento metri? Aspettino come noi vecchi, se si giocano l'accesso a una gara o a un record non sarà poi un dramma.
L'urlo politico contro la movida chiude il cerchio delle maledizioni senili. Logica vorrebbe che si prendessero di mira i proprietari dei bar: tutti gli assembramenti segnalati erano sulla soglia di un locale pubblico. Ma i proprietari di bar non sono categoria invisa, i sedicenni sì, e l'invettiva si orienta ovviamente su di loro.
Finalmente c'è un motivo per giustificare il fastidio che suscitano e che risale a epoche ben precedenti al virus. A Roma i residenti guerreggiano da anni contro i nottambuli di Trastevere e le loro abitudini insensate, tipo quella di guardare vecchi film all'aperto nelle rassegne estive organizzate nel quartiere.
I titolari di abitazioni pagate a caro prezzo, la sera, vorrebbero godersi le terrazze sui tetti nel silenzio, e invece devono sorbirsi gli applausi per Bogart o De Niro. Il Coronavirus offre a tutti l'alibi perfetto per tornare a invocare il coprifuoco e restituire i centri cittadini ai loro proprietari catastali.
L'Italia No-Young è trasversale e potente. È quella che davanti ai numeri dei ragazzi emigrati all'estero dice «Meglio perderli che trovarli». L'Italia che ha deriso gli studenti in gara per il 30 agli esami definendoli «sfigati». Quella che li invita da un decennio a fare gli idraulici anziché iscriversi all'università. Che li accusa di mammismo perché restano a casa coi genitori o di fancazzismo perché non vogliono raccogliere fragole a due euro l'ora.
Ecco, è da questo tipo di Italia che scaturiscono le catilinarie contro la movida, aggravate dal fattore invidia per una categoria anagrafica largamente immune dal virus. Sì, è vero che basterebbe un vigile per disperdere gli sporadici assembramenti di ragazzi, ma vuoi mettere il gusto di strillargli contro? Di farne i capri espiatori di una possibile ripartenza dell'epidemia?
Vuoi mettere l'appeal politico di un nemico in carne e ossa – e per di più un nemico che non conta niente – da indicare al pubblico ludibrio, ora che non ci sono più i runner con cui prendersela?.

Flavia Perina

Corrono dei tempi davvero brutti se si deve (o semplicemente si può) condividere un articolo di Flavia Perina. Il fatto è che a distanza di 24ore pure WalterVetroni ha scritto qualcosa in merito. Leggiamo l'incipit: Non insultate gli italiani. Almeno questo. Ne abbiamo viste di tutti i colori. I ragazzi tornati in strada dopo tre mesi sono stati immediatamente definiti degli «stupidotti», sindaci si sono fatti riprendere mentre, con l'aiuto di droni, cacciavano severamente persone dai parchi, in diretta tv, trasmissioni televisive hanno dato vita a rocamboleschi inseguimenti di cittadini che camminavano su una spiaggia o in una villa comunale.
Riprese televisive realizzate con il teleobiettivo sono servite a «schiacciare» l'immagine facendo apparire concentrazioni di persone anche quando non c'erano. Abbiamo letto parole di fuoco pronunciate da autorità istituzionali verso chi faceva jogging o chi addirittura portava a spasso il cane. Per tacer dell'accusa di «untori» rivolta a ragazzi che, in quel caso non violando alcuna regola, a marzo tornarono a casa dal Nord perché le loro università erano chiuse e volevano semplicemente stare in famiglia. Peraltro i dati del Sud hanno dimostrato che quei ragazzi non hanno infettato nessuno. Come hanno dimostrato che i focolai principali sono stati gli ospedali, le case per anziani, le case dei contagiati. E contro i ragazzi italiani, che per mesi hanno rinunciato in silenzio a ogni forma di socialità ed affettività che non fosse virtuale, eviterei di scagliare la prima pietra. Fine della citazione (abbondante).

 Benché apparteniamo alla categoria di quelli della terza età ci siamo espressi fin dall'inizio del lokdown a favore dei runner, dei ciclisti e comunque della libertà delle persone di girare negli spazi aperti. E di condurvi i bambini ed anche i nonni impediti. Non i nonni che portano i nipoti. Ovviamente tenendo le distanze dagli altri e non slimonando in pubblico con nessuna/o visto che i nuovi moralisti  dell'anti-covid19 fanno finta che adesso nessuno  scopi più con nessuna. Sesso solo a risultati positivi ottenuti dopo che hanno fatto il tampone e il prelievo . Vedrete  che dopo avere scoperto la differenza (per fortuna che sono giornalisti ed amministratori INPS da 300mila euro annui) tra il numero di morti indicati dalle Regioni e quelli conteggiati dagli stati civili dei Comuni, tra qualche mese scopriranno un crollo delle nascite post fase1, fase 2 e chissà se ci sarà una fase 3 migliore delle prime due o peggiore.
O magari un aumento: chissà che le mura domestiche oltre a non avere fatto perdere la criminale abitudine di qualche maschio d'ammazzare compagne mogli madri (due madri ammazzate dai figli in una settimana in provincia di Bergamo….) non abbiano incentivato la copula e le nascite.

Hanno messo in piedi due costosissimi ospedali nelle fiere che sono serviti meno dei piccoli ospedali da campo allestiti dall'esercito e dalla marina e adesso non sanno come mantenerli aperti in attesa della prossima pandemia d'autunno  (chi sa se ci sarà?) o non hanno il coraggio di chiuderli facendo una figura innominabile. Non sono riusciti ad organizzare nulla con il minimo di buonsenso e tempestività: dalla mancanza di dpi ai soliti intrallazzi e mazzette sulle forniture (Sicilia e Pivetti docent), la corsa ad accaparrarsi i ventilatori, impossibilitati a fare tamponi  e prelievi se non in piccole quantità tanto che pure dopo  tre mesi dallo scoppio non sono in grado di effettuare almeno 1,5 milioni di tamponi al giorno (per farli a tutta la popolazione del nord e del centro ci vorrebbero 20-25 giorni). Un mese e mezzo per farli e rifarli.

Stato Regioni ATS Comuni (le Assemblee dei Sindaci di Ambito distrettuale sono composte dai rappresentanti dei Comuni degli Ambiti distrettuali ricompresi nel territorio dei Distretti dell'ATS. L'Assemblea dei Sindaci dell'Ambito distrettuale sviluppa la sua azione principale nella governance della gestione associata e territoriale delle funzioni sociali e nella programmazione degli aspetti gestionali - operativi di coordinamento e sviluppo dei servizi sociali territoriali, in integrazione con il sistema sanitario e sociosanitario, nonché con le politiche del lavoro, della formazione professionale, dell'istruzione, dell'educazione, della sicurezza e della pianificazione territoriale) hanno dimostrato tutta la loro inefficienza e impreparazione e si meravigliano che una parte della popolazione non li prenda sul serio.
Non ha sbandato e fallito la sola regione a governo Fontana ma hanno fallito anche i sindaci che governano gli ambiti distrettuali.

Dopo che hanno seminato per mezzo secolo l'idea che adesso siamo tutti invincibili perché tanto c'è… il papa Giovanni: la migliore sanità d'Italia e dell'Europa se non del Mondo. A distanza di 90 giorni non sono riusciti a mettere a disposizione di tutti i cittadini adulti almeno una mascherina chirurgica al giorno salvo rimbrottare pubblicamente chi non la porta continuativamente.
Nella nostra compagnia di umarelli nei giorni scorsi sono riapparsi un paio di anziani che sono stati in totale lokdown fino al  18 maggio e li abbiamo dovuti  fare riportare a casa (immaginate il casino per chiamare una croce rossa e parenti) perché barcollavano.  E per fortuna non si sono ammalati anche se nessuno  ha mai provveduto a farci almeno un tampone.
L'idea semplice di tamponare tutti in modo da metterli davanti alla personale responsabilità non gli è passata per la testa (a chi governa: dai comuni alla regione allo stato) perché quando organizzi la società in modo che l'ospedale sia il frullatore dove getti il malato ed esce (si spera…) guarito, ovvio  scoprire che almeno  il 60% della popolazione sia stata infettata e fortunatamente non si sia ammalata.  Intanto quelli sono in giro  (anche) ad infettare gli altri e i soliti tromboni a sgridarli.
Ecco. Le pubbliche autorità facciano il proprio dovere per prime e poi pretendano altrettanto dai cittadini.

A Mapello il consiglio comunale farà due sedute nel mese di maggio 2020 in videoconferenza.
A Curno niente consiglio da quando è scattata la quarantena. Pure la quantità di delibere di giunta e le determinazioni degli uffici comunali appaiono decisamente meno a Curno che a Mapello e il confronto appare corretto visto che si tratta di due comuni con una popolazione pressoché identica e il “tipo di delibera e determinazione” sono sostanzialmente identiche. Viceversa vanno avanti le cure per le clientele ed infatti sono state pubblicate p.e. due delibere di giunta di metà febbraio (ci vuole il necessario tempo di maturazione!). Una approva le «modalità' di compartecipazione comunale ai progetti territoriali speciali a favore di cittadini diversamente abili» e chi va a cercare quanti siano i cittadini di Curno che partecipano di questa iniziativa, non troverà nessuna indicazione numerica. La seconda delibera di giunta detta un «atto di indirizzo alla coprogettazione polo per l'autismo "pianeti prossimi" per arrivare a Realizzare un centro polifunzionale sociale presso l'edificio ex scuola Rodari. Anche qui non troverete nessuna indicazione di quanti sono (adesso) le persone che potrebbero partecipare.
In fondo  sapere per quanti cittadini si spendono soldi sono quisquilie meramente ragionieristiche.
Con un altro avviso viene comunicato che sarà riaperta la biblioteca, precisando che i libri restituiti vanno depositati all'esterno della sala (per essere messi in quarantena) e per ricevere i libri prenotati si  deve stare sulla porta. Sperando che l'addetto non lanci il tomo all'utente con una fionda. Il particolare interessante è che la giunta Gamba creerà anche l'euro moneta curnese, creerà la carta di identità curnese, magari –perché no?- anche un paio di mutande “made in Curen” che fa tanto RI-nascimento post covid19.
Non era il caso di sfruttare questo perido «vuoto» per fare il trasloco della biblioteca nello spazio nuovo? Ah! già il trasloco non si può fare in modalità lavoro agile.

Ieri su Bg-news e sul Corriere sono apparsi articoli in cui  si legge che l' Ats Bergamo ha diffuso gli esiti dei 16.853 test sierologici effettuati ai cittadini che si sono curati a casa e che hanno avuto contatti stretti con persone positive: ebbene il 58,3% hanno gli anticorpi (34% la media regionale). Tra gli operatori sanità su 10.486 prelievi, hanno avuto il virus in 3.105, quasi il 30% ha gli anticorpi contro un 13,5% a livello regionale.