A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1231 DEL 21 MAGGIO 2020
























































Di cosa parliamo in questa pagina.



















NON SI ESCE DALLA CRISI SENZA UN GOVERNO
IN MANO A UOMINI E REGIONI DEL NORD
(E NON C’È BISOGNO DELLA LEGA)
Ieri è andata in scena  al Senato una delle sceneggiate preferite dai parlamentari: una mozione di sfiducia (stavolta erano ben due) verso un ministro. Non uno qualsiasi: quello della giustizia e per di più la figura che all'interno della s-compagine dei 5S aveva proposto come presidente del consiglio Conte. Bonafede basta ascoltarlo per sentirti prudere le mani e siccome non è politicamente corretto prendere a sberle un ministro (della giustizia…) al massimo gli si molla un buffetto  come hanno fatto nonna Bonino e zio Renzi. E lui è uscito dall'aula levando argutamente il pollice in alto per chi non conoscesse il personaggio.
Oggi tutti i commentatori sui quotidiano sfanculano sia il ministro che la sua maggioranza e l'opposizione dal momento che in questo momento nessuna forza politica ha il coraggio di affrontare una crisi politica e delle nuove elezioni soprattutto per via del TIR di miliardi che c'è da gestire (leggere: distribuire). Soprattutto perché nessuno –politica e scienziati- sanno  quali saranno gli sviluppi di questa pandemia e quindi tutti  fermi a fare l'ammuina sperando nel buondio.
Ovviamente nemmeno noi sappiamo come uscirà il mondo post covid19 però di questo governo abbiamo due certezze. La prima è che ha ragione Renzi quando dice –intervista di oggi su Repubblica- quando afferma che in caso di crisi di governo nello spazio di un quarto d'ora si trova un'altra maggioranza. La seconda è che questo governo non può reggere senza che il Nord non sia adeguatamente rappresentato. Non può esistere che le Regioni che reggono il Paese col Pil, con la bilancia commerciale, generano surplus e sostanzialmente garantiscono il debito nazionale nel contesto internazionale non abbiano in mano le redini del Paese. E sia ben chiaro: non è questione di fare le elezioni per consegnare il paese alla Lega coi FdI e il resti di FI.
(...)

UN VACCINO PER IL COVID19?
NON CONVIENE ALLE INDUSTRIE
Vi spiego perché non arriverà il vaccino per il covid19. Non me l’ha detto mia nonna e neppure un bianco d’uovo che è affondato in acque di fonte vergine in una notte di luna nuova. Mi viene suggerito da alcune  tra le numerose verità (che non erano affatto tali) che mi hanno appioppato e fatto credere finora. Una riguarda la coppia cancro-tumori e la seconda riguarda l’aids. Finora ed anche domani viene e verrà venduta la notizia che “la scienza fa progressi enormi” e quindi basta avere un po’ di pazienza e troveranno le cure per i primi ed il secondo.
A tutt’oggi la coppia criminale cancro-tumori viene combattuta (e risolta)  (a) con  un adeguato stile di vita fin dalla nascita (b) con la prevenzione (c) con l’esistenza di mezzi diagnostici molto efficaci e meno dannosi e fin qui sostanzialmente siamo di fronte a costi  assolutamente sostenibili sia dal cittadino che dalle istituzioni. Poi (d) con dei nuovi farmaci. Leggiamo sul sito IEO: (l’istituto ha il compito di) accelerare lo sviluppo di nuovi farmaci antitumorali in tutti i tumori solidi ed ematologici (compresi agenti biologici e terapie cellulari) in grado di migliorare la qualità di vita e la sopravvivenza dei pazienti oncologici. Il programma di sviluppo di farmaci ha l’obiettivo principale di offrire una reale, concreta speranza a chi soffre per un tumore.
(...)

QUEL CAMPO PROFUGHI CHE E' BOLTIERE
Sicuramente il sindaco di Boltiere Osvaldo Palazzini  a capo della maggioranza “Gente di Boltiere” composta da candidati –parole sue-  “scelti come per guidare un'azienda” non si aspettava questa tragedia  e quindi “adda passà à nuttata”: figuratevi dopo il covid19. Spiccano tra i membri di «Gente di Boltiere» i nomi di Massimo Lena, che ha nel curriculum ben 5 mandati da consigliere comunale, Fabrizio Locatelli, 4 mandati, Renato Cavalleri, 3 mandati, Claudio Ferri e Cinzia Begnardi, 2 mandati. Accanto ai volti noti della politica boltierese anche tanti giovani, uno su tutti il 18enne Riccardo Carrera, studente e musicista. “Abbiamo scelto le persone come se dovessimo gestire un'azienda” ha spiegato il candidato sindaco. Una maggioranza composta da una infornata di ex è la garanzia che le molte anime del paese saranno ricompensate o perlomeno non deluse.
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le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!
























USA -1970


GIAPPONE





































































































































































































NON SI ESCE DALLA CRISI SENZA UN GOVERNO
IN MANO A UOMINI E REGIONI DEL NORD
(E NON C’È BISOGNO DELLA LEGA)
Ieri è andata in scena  al Senato una delle sceneggiate preferite dai parlamentari: una mozione di sfiducia (stavolta erano ben due) verso un ministro. Non uno qualsiasi: quello della giustizia e per di più la figura che all'interno della s-compagine dei 5S aveva proposto come presidente del consiglio Conte. Bonafede basta ascoltarlo per sentirti prudere le mani e siccome non è politicamente corretto prendere a sberle un ministro (della giustizia…) al massimo gli si molla un buffetto  come hanno fatto nonna Bonino e zio Renzi. E lui è uscito dall'aula levando argutamente il pollice in alto per chi non conoscesse il personaggio.
Oggi tutti i commentatori sui quotidiano sfanculano sia il ministro che la sua maggioranza e l'opposizione dal momento che in questo momento nessuna forza politica ha il coraggio di affrontare una crisi politica e delle nuove elezioni soprattutto per via del TIR di miliardi che c'è da gestire (leggere: distribuire). Soprattutto perché nessuno –politica e scienziati- sanno  quali saranno gli sviluppi di questa pandemia e quindi tutti  fermi a fare l'ammuina sperando nel buondio.
Ovviamente nemmeno noi sappiamo come uscirà il mondo post covid19 però di questo governo abbiamo due certezze. La prima è che ha ragione Renzi quando dice –intervista di oggi su Repubblica- quando afferma che in caso di crisi di governo nello spazio di un quarto d'ora si trova un'altra maggioranza. La seconda è che questo governo non può reggere senza che il Nord non sia adeguatamente rappresentato. Non può esistere che le Regioni che reggono il Paese col Pil, con la bilancia commerciale, generano surplus e sostanzialmente garantiscono il debito nazionale nel contesto internazionale non abbiano in mano le redini del Paese. E sia ben chiaro: non è questione di fare le elezioni per consegnare il paese alla Lega coi FdI e il resti di FI.
La questione è che questo governo non rappresenta il Paese non perché –si legge oggi l'ultima proiezione elettorale- la Lega sarebbe al 24,9%, seguita dal PD al 22,9%, dal 5S al 16,8% e Fdi al 14,8% ma perché è formato da personale tutto meridionale che non ha alcun sentore della parte più importante del Paese: quel nord che è stato falciato alzo zero dalla pandemia.
Lo abbiamo già scritto ma lo ripetiamo. Di seguito la galleria dei principali  soggetti che governano il Paese nell'era infausta del covid19.
Domenico Arcuri, laurea in economia e commercio, grand commis dello Stato, classe 1963, calabrese di Melito Porto Salvo, neo commissario per l'emergenza.
Angelo Borrelli, classe 1964 da Santa Cosma e Damiano  di Latina, commercialista  capo del Dipartimento della Protezione Civile.
Guido Bertolaso, classe 1950, da Roma, consulente Regione Lombardia per il covid19 e l'ospedale in Fiera di Milano.
Roberto Speranza, classe 1979, da Potenza, laureato in scienze politiche, ministro della salute.
Roberto Gualtieri, classe 1966, Roma, laurea il lettere e storia, ministro  dell'economia e finanze.
Luigi DiMaio, classe 1986, da Avellino, ministro degli Esteri.
Giuseppe Conte, classe 1964,  da Volturara Appula, Foggia , avvocato, presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana dal 1º giugno 2018.
Sergio Mattarella, classe 1941, Palermo, avvocato, Presidente della Repubblica.
Alfonso Bonafede classe 1956 da Mazara del Vallo ministro della giustizia.
Luciana Lamorgese classe 1953 da Potenza ministro dell'Interno.
Federico Boccia classe 1968 da Biscegli ministro degli Affari regionali
Giuseppe Provenzano, classe 1982 da Milena (CL) ministro per il Sud e la coesione territoriale
Lorenzo Fieramonti, classe 1977 da Roma, ministro dell'istruzione università ricerca.
Teresa Bellanova, classe 1958 da Ceglie Messapica, ministro delle politiche agricole alimentari.
Non è un elenco esaustivo ma pensiamo che rappresenti il NUCLEO del potere oggi nel governo del Paese.
Il Paese in mano a escvlusivamente a  gente del sud non va avanti. L'attuale maggioranza se vuole sopravvivere deve cambiare almeno tre quarti di questi uomini con personale politico che abbia orecchio occhio e cuore del nord.

UN VACCINO PER IL COVID19?
NON CONVIENE ALLE INDUSTRIE
Vi spiego perché non arriverà il vaccino per il covid19. Non me l’ha detto mia nonna e neppure un bianco d’uovo che è affondato in acque di fonte vergine in una notte di luna nuova. Mi viene suggerito da alcune  tra le numerose verità (che non erano affatto tali) che mi hanno appioppato e fatto credere finora. Una riguarda la coppia cancro-tumori e la seconda riguarda l’aids. Finora ed anche domani viene e verrà venduta la notizia che “la scienza fa progressi enormi” e quindi basta avere un po’ di pazienza e troveranno le cure per i primi ed il secondo.
A tutt’oggi la coppia criminale cancro-tumori viene combattuta (e risolta)  (a) con  un adeguato stile di vita fin dalla nascita (b) con la prevenzione (c) con l’esistenza di mezzi diagnostici molto efficaci e meno dannosi e fin qui sostanzialmente siamo di fronte a costi  assolutamente sostenibili sia dal cittadino che dalle istituzioni. Poi (d) con dei nuovi farmaci. Leggiamo sul sito IEO: (l’istituto ha il compito di) accelerare lo sviluppo di nuovi farmaci antitumorali in tutti i tumori solidi ed ematologici (compresi agenti biologici e terapie cellulari) in grado di migliorare la qualità di vita e la sopravvivenza dei pazienti oncologici. Il programma di sviluppo di farmaci ha l’obiettivo principale di offrire una reale, concreta speranza a chi soffre per un tumore.
- Migliorare la qualità di vita e la salute delle persone affette da cancro grazie a un modello di percorso alternativo, personalizzato, orientato allo sviluppo di farmaci antitumorali mirati nei confronti di bersagli specifici di ogni malattia.
- Sviluppare terapie per specifiche sottopopolazioni definite da determinati biomarcatori con l’obiettivo di offrire terapie mediche “su misura” per ogni singolo paziente. Con il programma di screening molecolare i pazienti identificati con presunte mutazioni “druggable” potranno accedere a una forma di trattamento mirata nell’ambito di uno studio clinico.  Tale modello basato su profili molecolari offrirà una strategia terapeutica alternativa, per migliorare la sopravvivenza globale dei pazienti.
E così oggi si cominciano a effettuare analisi preventive in laboratorio sulle caratteristiche biomolecolari di un determinato paziente affetto da una determinata malattia: queste analisi permettono di prevedere la reazione del soggetto a un farmaco specifico. Attraverso questi studi sulle singolarità di ogni paziente si può dunque determinare una terapia farmacologica ad hoc, paziente per paziente e caso per caso, aumentandone l’efficacia e riducendo sprechi e disagi. La tendenza è quindi quella di utilizzare un approccio patient oriented.
Anche l’oncologia si sta dirigendo verso cure sempre più mirate, come ad esempio le terapie a bersaglio molecolare. Le soluzioni come la chemioterapia colpiscono, oltre a quelle tumorali, tutte le cellule che si riproducono velocemente, con effetti collaterali per pelle, capelli, pareti dell’intestino ecc… Nuovi farmaci intelligenti riescono invece a interferire esclusivamente con le cellule tumorali, riducendo gli effetti collaterali. In futuro, la medicina di precisione si potrebbe spingere ancora oltre, andando ad analizzare quello che si chiama “epigenoma”. Con questo termine si indica l’insieme dei fattori che modificano il DNA senza intaccarne la sequenza, ma regolando la sua espressione (l’aspetto dell’organismo, le caratteristiche morfologiche del corpo, ecc). Cosa c’entra l’epigenoma con la medicina di precisione e con la cura dei tumori? Per prima cosa, dobbiamo ricordare che le malattie non sono causate solo dai geni, ma anche dall’ambiente. Ed è proprio l’ambiente che va a modificare l’epigenoma. Quindi, se un giorno saremo in grado di leggere questi due grandi codici, quello genetico e quello ambientale, potremo studiare dei farmaci ancora più mirati per ogni singolo caso. Siamo ancora nell’ambito delle ipotesi, ma dato che la ricerca sta investendo sempre di più sulla medicina di precisione, ci sono buone probabilità che nei prossimi anni quelle che ora sono solo congetture diventino soluzioni concrete.
Come si vede sta è finito il periodo in cui al malato veniva somministrata una pillola fintanto che  la malattia regrediva fino a cessare. L’apparizione dei c.d. farmaci generici formalmente presentata come derivata dalla cessazione dei diritti di sfruttamento da parte delle aziende creatrici è vera in piccola parte e contribuisce senza dubbio ancora ai fatturati delle aziende ma ormai sono proprio le terapie personalizzate che  riescono ad affrontare le parti finali di una malattia inesorabile come potevano essere certi tumori.
Qualcosa del genere è successo con l’aids di cui si preconizzò per decenni la creazione e l’avvento di un vaccino o di una cura salvo concludere  quaranta anni dopo che non hanno trovato nel il vaccino e nemmeno il farmaco risolutivo. Oggi chi è colpito dall’aids se l’infezione viene trovata precocemente sopravvive (abbastanza ) bene. Tuttora proseguono le ricerche per trovare un vaccino contro l’infezione ma molto più concretamente solo la terapia antiretrovirale (ART) può rallentare efficacemente la replicazione del virus nell’organismo. I farmaci antiretrovirali concorrono anche a rallentare il danno al sistema immunitario. Ma, ad oggi, non esiste una terapia in grado di eradicare l’HIV dall’organismo. Per questa ragione, è importante la prevenzione e sviluppare un vaccino contro l’HIV/AIDS.
 
La ricerca sui farmaci anti-HIV ha sviluppato con successo farmaci potenti ed efficaci per il controllo della replicazione virale, per ridurre i danni al sistema immunitario e per prevenire o trattare la maggior parte delle infezioni opportunistiche. Le terapie antiretrovirali hanno apportato significativi miglioramenti all’aspettativa e alla qualità di vita dei pazienti affetti da AIDS.
Tuttavia, queste medicine non sono in grado di eradicare il virus dall’organismo, e alcune infezioni opportunistiche continuano ad essere molto difficili da curare. Inoltre, bisogna sottolineare che solo una piccola parte delle decine di milioni di persone sieropositive nel mondo ha accesso alla terapia antiretrovirale. La maggior parte degli individui che hanno accesso a queste cure vivono nei Paesi industrializzati. Per tutti questi motivi, è urgente potenziare la prevenzione tramite l’informazione al fine di evitare comportamenti a rischio e sviluppare un vaccino efficace contro l’HIV.
Al momento, il costo finale dei farmaci antivirali diretti è ufficialmente sconosciuto agli stessi medici che li prescrivono, poiché l'accordo tra l'Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) e le aziende produttrici prevede una clausola di riservatezza, necessaria, secondo quanto ha recentemente affermato il direttore dell'agenzia Luca Pani, per ottenere un prezzo più conveniente dalle aziende, a beneficio del sistema sanitario nazionale. Molto più concretamente il costo di queste cure varia in relazione al livello di ricchezza dei malati nei rispettivi paesi e quindi sarà più alto nei paesi occidentali e più basso nei paesi a redito inferiore. Una ricerca in rete indica anche differenze di grandezza 1:10:20.

Con l’avvento del covid19 pensiamo che tramonti definitivamente l’idea del vaccino di poche decine di euro somministrato gratuitamente dalla sanità nazionale in via preventiva. Il covid19 è una occasione troppo ghiotta per le aziende farmaceutiche per seguire il lucroso criterio del farmaco  e della cura personalizzata anche perché il lockdown ha creato uno stato di crisi tale che ormai le persone sono disposte a sopportare tutto non solo in cambio di lavoro (e relativo compenso) ma per via della libertà personale che hanno provato a perdere.