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La giunta Gamba ha deciso di restituire alle famiglie che avevano già
versato le rette per le scuole 0-6 anni dei mesi di marzo-aprile (sono
tutte scuole private) chiuse per via di un DPCM le somme anticipate
senza potere godere del servizio. Nulla di strano, semmai un po' in
ritardo dal momento che il servizio non è stato tolto alle famiglie per
colpa delle scuole (private).
Leggiamo nel comunicato dell'assessora delegata qualcosa di
propagandistico dal momento che fin dal giorno successivo
all'emissione del DPCM di chiusura il Comune doveva annunciare la
misura della restituzione.
Mettendo insieme l'emergenza sanitaria ed economica che ne è derivata
hanno cercato di fare la carità coi soldi altrui (vale a dire delle
famiglie) e cercare di vendere un diritto (delle famiglie) come un
gesto politico della maggioranza.
A parte il fatto che – dati ufficiali alla mano una emergenza sanitaria
che colpisce l'1,03% della popolazione forse è una “esagerazione”
sanitaria piuttosto che una emergenza visto che in paese mettendo
insieme le persone guarite da un tumore-cancro con quelle che se lo
stanno curando adesso, sono più numerose dei numeri “ufficiali” degli
infettati del covid19. Probabilmente anche il numero degli
adulti-anziani affetti da qualche forma di deficit fisico/mentale
senile sono più numerosi anche quelli.
(....)
Quello spazio di Bergamo che sta attorno al c.d. Sentierone –
titolazione che ormai sfiora il ridicolo- è un disordinato
ammucchiarsi di spazi intitolati a persone e funzioni frutto della
potenza delle lobby che al momento avevano presa sul governo della
città. Alle antiche lobby che ancora permangono si sono aggiunte le
nuove lobby – vedi la beghina comaresca sull'abbattimento degli alberi
per il restauro del diurno- ragione per cui il centro di Bergamo non è
un bene comune che di volta in volta viene concesso per utilizzo
temporaneo per una manifestazione, ma accade il contrario per cui se la
politica decide di spostare questo insorge la lobby A, se tocchi il
quadriportico insorge l'immobiliare B e la lobby C. E via cantando.
Tutti a rivendicare legittimi e storici diritti: è mio, ci siamo sempre
stati noi, ecc.
Si aggiunge al disordine attuale la presenza della principale via
cittadina –l'ex via Roma oggi ovviamente intitolata a Papa Giovanni
perché a Bergamo quell'intitolazione non si nega mai a nessuno- che
collega città bassa con città alta e sostanzialmente ancora adesso
distribuisce il traffico automobilistico sui quattro punti cardinali.
(...)
Debbono essere fischiate le orecchie a qualcuno quando hanno letto su
queste pagine (quelle passate) che l'assegnazione dei benefici ai
cittadini fatte coi 39mila euro dei fondi della Protezione Civile ex
covid19 integrate dai contributi dei privati (finora di IGNOTO
ammontare: l'abbiamo chiesto non hanno ancora risposto…) non c'era una
delibera che ne indicasse i criteri e nemmeno l'indicazione di chi
avesse la responsabilità di deciderne l'ammontare per ciascun
assegnatario.
Con la debita velocità ieri all'albo pretorio comunale è stata
pubblicata la delibera del consiglio comunale del 20 dicembre 2019
(quindi quasi CINQUE mesi or sono….) che approva il “regolamento di
assistenza economica” ai cittadini aventi diritto. La sostanza del
documento sta in questa frase: “Si individua nell' assistente sociale
comunale la figura professionale competente e capace nell'accogliere la
persona ed il suo bisogno, valutarne la pertinenza e complessità
nonché formulare un progetto individualizzato concordato e condiviso
con il cittadino. Attiene al ruolo dell'assistente sociale valutare
l'opportunità di attivare interventi di natura economica e di
monitorare il progetto”.
(...)
Quando il mondo non mi vuole più mi rivolgo al buon Gesù deve essersi
detto il sindaco Gori e tutto il mondo del commercio e ristorazione
cittadino che finoieri erano riccamente vissuti in danno dei passeggeri
transitanti per il Caravaggio e che quest'anno si diraderanno assai.
Dietro le quinte le proprietà immobiliari se la ghignano visto che i
fitti li riscuoteranno lo stesso perfino col contributo statale e
semmai perdano 1/3 dei fittavoli, nessun problema: c'è la fila degli
ingenui che mirano ad aprire un locali in high city. Nota location dove
fai i soldi a palate riscaldando piati surgelati.
(...)
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PDF: 9,0Mb
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La
giunta Gamba ha deciso di restituire alle famiglie che avevano già
versato le rette per le scuole 0-6 anni dei mesi di marzo-aprile
(sono tutte scuole private) chiuse per via di un DPCM le somme
anticipate senza potere godere del servizio. Nulla di strano, semmai un
po' in ritardo dal momento che il servizio non è stato tolto alle
famiglie per colpa delle scuole (private).
Leggiamo nel comunicato dell'assessora delegata qualcosa di
propagandistico dal momento che fin dal giorno successivo
all'emissione del DPCM di chiusura il Comune doveva annunciare la
misura della restituzione.
Mettendo insieme l'emergenza sanitaria ed economica che ne è derivata
hanno cercato di fare la carità coi soldi altrui (vale a dire
delle famiglie) e cercare di vendere un diritto (delle famiglie) come
un gesto politico della maggioranza.
A parte il fatto che – dati ufficiali alla mano una emergenza sanitaria
che colpisce l'1,03% della popolazione forse è una “esagerazione”
sanitaria piuttosto che una emergenza visto che in paese mettendo
insieme le persone guarite da un tumore-cancro con quelle che se lo
stanno curando adesso, sono più numerose dei numeri “ufficiali” degli
infettati del covid19. Probabilmente anche il numero degli
adulti-anziani affetti da qualche forma di deficit fisico/mentale
senile sono più numerosi anche quelli.
Detto questo visto il buono stato delle finanze comunali –quest'anno
arrivano in casa oltre 1,7 milioni di soldini extra oltre alla
riduzione delle spese per il megapiano del diritto allo studio (che si
riduce sostanzialmente una marchetta elettorale per finanziare una
miriade di coop onlus e compagnia usando gli alunni e relative
famiglie come casuale)- il paese bello da vivere si attendeva qualche
notizia migliore oltre alla carità pagata in gran parte coi soldi
pubblici e privati extra Ci si attendeva che –vista anche l'iniziativa
della Brembo- che il Comune stanziasse i fondi necessari per uno
screening di massa di tamponi e prelievi sierologici con
successivi ri-controlli dei casi rilevati dal momento che questo
permanere a lungo in Lombardia della coda del virus deriva dai
portatori ignoti non rilevati che continuano e loro insaputa e
probabilmente anche contrariamente a decisioni loro a prolungare la
pandemia. Visto che li fanno alla Brembo questi controlli, perché
non li facciamo pure noi pagandoli esattamente come fa la
società?. L'unica risposta è sempre la stessa: se l'affare si poteva
affidare alla solita onlus-coop state certi che l'operazione sarebbe
scattata come un fulmine.
Anche in questo frangente la maggioranza di Vivere Curno si è
appiattita sulla linea regionale e governativa nell'affrontare il
covid19, come se la situazione fosse solo una questione di…
trovare le bombole d'ossigeno che gli utenti trattenevano inutilmente
in casa togliendo il servizio a quelli necessitati. Oppure
consegnare pochi giornali a poche persone che potevano benissimo
arrangiarsi. Una “cura” dei cittadini che alimenta l'egoismo
personale piuttosto che un'idea di battaglia comune. Risolvo il MIO
problema e che gli ALTRI s'arrangino.
Senza contare che ancora adesso i cittadini NON sanno quanti denari per
emergenza covid19 sono arrivati dalla Protezione Civile, quanti aiuti
sono arrivati dai privati, quanti ne hanno beneficiato e con quali
criteri sono stati attribuiti.
Tutto segreto anche se si tratta di un paccone di euro.
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Quello
spazio di Bergamo che sta attorno al c.d. Sentierone – titolazione che
ormai sfiora il ridicolo- è un disordinato ammucchiarsi di spazi
intitolati a persone e funzioni frutto della potenza delle lobby
che al momento avevano presa sul governo della città. Alle antiche
lobby che ancora permangono si sono aggiunte le nuove lobby – vedi la
beghina comaresca sull'abbattimento degli alberi per il restauro
del diurno- ragione per cui il centro di Bergamo non è un bene
comune che di volta in volta viene concesso per utilizzo temporaneo per
una manifestazione, ma accade il contrario per cui se la politica
decide di spostare questo insorge la lobby A, se tocchi il
quadriportico insorge l'immobiliare B e la lobby C. E via cantando.
Tutti a rivendicare legittimi e storici diritti: è mio, ci siamo sempre
stati noi, ecc.
Si aggiunge al disordine attuale la presenza della principale
via cittadina –l'ex via Roma oggi ovviamente intitolata a Papa
Giovanni perché a Bergamo quell'intitolazione non si nega mai a
nessuno- che collega città bassa con città alta e sostanzialmente
ancora adesso distribuisce il traffico automobilistico sui
quattro punti cardinali.
La giunta Gori ha deciso di rimettere mano a questo spazio che –lo
abbiamo scritto e lo ripetiamo- più che uno spazio pubblico ci pare un
(simulacro di) cimitero vista l'architettura e la cultura che ne è
stata generatrice a suo tempo.
Ci mette mano e seguendo il principio del braccino corto che la
giunta Gori ha adottato nel risistemare tutte le piazze cittadine
modificate finora, migliora sostanzialmente la pavimentazione (forse
anche i sottoservizi: chissà?) ed aumenta un po' il verde. Fatto
indubbiamente positivo visto che scompare l'asfalto e quel
magazzino-catalogo di pietre che è attualmente la pavimentazione.
Ovviamente in mezzo a tanto decisionismo goriano c'è di mezzo anche la
soprintendenza che vigila col metro della nonnina col bicchierino di
rosolio in mano.
La soluzione minimalista adottata sostanzialmente non genera un scala
di valori che indirizza l'attenzione del cittadino e del visitatore
dandogli l'immagine della città e del suo territorio. Il visitatore e
il cittadino trova mille indicazione senza alcun ordine di priorità
fino all'assurdo che esiste un Teatro Donizetti ed accanto… un
monumento in piazza con debito laghetto e ochette (lo so sono cigni)
incorporate sempre dedicato al… Donizetti.
L'idea del Sentierone che taglia e divide una parte da
un'altra parte ci pare del tutto superata anche se ambitissima dai
commercianti indigeni nazionali internazionali per le loro
manifestazioni.
Uno immagina che arrivando nella città che dette i natali ad un
Donizetti quando arriva davanti al teatro a lui dedicato trovi una
Piazza che accentui l'immagine del teatro e poi questa piazza corra ad
innestarsi nel resto del tessuto urbano.
No. Davanti a teatro c'è una strada pochissimo pedonalizzata, poi c'è
il Sentierone, poi c'è la doppia fila dei banchetti che vendono dalle
galetine alle mutande cinesi fino ai wurstel polacchi ritargati Merkel
e dietro la piazza del Palazzo di Giustizia, che fa concorrenza quanto
ad aspetto funebre all'ingresso del cimitero monumentale.
Uno s'immagina che la piazza davanti al teatro sia un tutt'uno col
quadriportico e poi prosegua con piazza Dante ragione per cui si
trova in mezzo ad una grande spazio pubblico anziché a una mezza
dozzina di orticelli in mano alle varie lobby. Intoccabili.
Magari uno pensa anche l'ex viale Roma vada sottoterra dalla chiesa
delle Grazie fino al'imbocco di via Vittorio Emanuele così che se da
una parte c'è una grande piazza dedicata al bergamasco d'eccellenza,
dalla parte opposta c'è la piazza civile dove vengono celebrate le
sollenità repubblicane.
Poi cittadini e progettisti bastano da soli a confrontarsi quanto verde
e quanta pavimentazione applicare e come legare, magari solo usando
pavimentazioni differenti le due differenti piazze accentuandone il
significato.
Quello che non si comprende e per me resta sempre un mistero è
che mentre un tempo chi governava utilizzava spesso ruspa e piccone per
demolire – ragionevolmente o meno- interi pezzi di città, adesso questo
non solo sia diventato impossibile. Il centro di Bergamo è nato proprio
perché le amministrazione del tempo hanno avuto il coraggio di demolire
e ricostruire. Oggi se parli di demolire il quadriportico per collegare
Piazza Dante con lo spazio davanti al teatro ti mettono al muro. Se
parili dirobaltare il c.d. verde di Piazza matteotti ti mettono al muro
quando un montanaro d'oltre La Goggia saprebbe organizzarlo
meglio di com'è adesso. Se non altro perché sa come quando piantare gli
alberi. E così il brutto diventa un bene da tutelare anziché un bello
da costruire.
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Debbono
essere fischiate le orecchie a qualcuno quando hanno letto su queste
pagine (quelle passate) che l'assegnazione dei benefici ai cittadini
fatte coi 39mila euro dei fondi della Protezione Civile ex covid19
integrate dai contributi dei privati (finora di IGNOTO ammontare:
l'abbiamo chiesto non hanno ancora risposto…) non c'era una delibera
che ne indicasse i criteri e nemmeno l'indicazione di chi avesse la
responsabilità di deciderne l'ammontare per ciascun assegnatario.
Con la debita velocità ieri all'albo pretorio comunale è
stata pubblicata la delibera del consiglio comunale del 20 dicembre
2019 (quindi quasi CINQUE mesi or sono….) che approva il “regolamento
di assistenza economica” ai cittadini aventi diritto. La sostanza del
documento sta in questa frase: “Si individua nell' assistente sociale
comunale la figura professionale competente e capace nell'accogliere la
persona ed il suo bisogno, valutarne la pertinenza e complessità
nonché formulare un progetto individualizzato concordato e condiviso
con il cittadino. Attiene al ruolo dell'assistente sociale valutare
l'opportunità di attivare interventi di natura economica e di
monitorare il progetto”.
Posizione precisata in delibera consigliare anche dall'assessora dedicata: Tra le
novità sostanziali (rispetto al regolamento precedente del 2014)
, la figura centrale dell'assistente sociale che è il soggetto
che valuta ed individua l'attivazione di interventi sociali e dunque la
decisione che è rimessa ad un organo esclusivamente tecnico, e non
politico, come ad esempio la Giunta. Inoltre apprezzabile è l'aver
inglobato in voci più ampie e generiche quelli che sono le situazioni
di fragilità e bisogno che prima erano indicate in varie casistiche.
Questo regolamento è stato redatto di intesa tra i Comuni dell'Ambito
di Dalmine in assemblea dei Sindaci e deve essere approvato entro il 31
dicembre da tutti i comuni”.
Vorremo essere smentiti ma la sindaca Gamba ebbe a dire che il comune
“spende-investe nel sociale” una cifra di 1,4 milioni (su 7.500
abitanti e meno di 60 cittadini col RdC) e tranne la modesta spesa di
80mila euro destinate alle scuole (sono di meno ma noi mettiamo di più
per non essere accusati di falsificare le faccende) che decidono in
autonomia che una cifra di quella grandezza sia in mano ad una
funzionaria su problemi che spaziano dagli appalti per i CVI fino al
recupero delle bombole di ossigeno che le famiglie non restituiscono
una volta svuotate, forse ci sono dei seri problemi di TRASPARENZA che
meritano di essere monitorati non certo genericamente dalla
“gggente” o dalla “opposizione politica” ma da organismi indipendenti e
non nazionali. Il consiglio comunale dovrebbe approvare una delibera
che prevede che le attività dei servizi sociali siano monitorate da un
ente specializzato –meglio se straniero – che ne valuti le
decisioni assunte da quell'ufficio meglio se indicato dalle opposizioni
consigliari.
Se un cittadino va in un servizio privato, nella maggioranza dei casi
c'è esposta la valutazione dei servizi resi da parte di appositi enti
certificatori. Specie se il soggetto ha un bilancio consistente. La
certificazione di queste attività comunali sarebbe utile anche per i
cittadini per valutare l'efficienza efficacia trasparenza e rispetto
delle norme.
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Quando
il mondo non mi vuole più mi rivolgo al buon Gesù deve essersi detto il
sindaco Gori e tutto il mondo del commercio e ristorazione cittadino
che finoieri erano riccamente vissuti in danno dei passeggeri
transitanti per il Caravaggio e che quest'anno si diraderanno assai.
Dietro le quinte le proprietà immobiliari se la ghignano visto che i
fitti li riscuoteranno lo stesso perfino col contributo statale e
semmai perdano 1/3 dei fittavoli, nessun problema: c'è la fila degli
ingenui che mirano ad aprire un locali in high city. Nota location dove
fai i soldi a palate riscaldando piati surgelati.
Quindi nella quasi certezza che 13 milioni di passeggeri non saranno
raggiunti quest'anno dal Caravaggio e che la buona parte di quelli che
approfittavano dell'intervallo tra due voli per un attraversamento di
corsa della città, ecco che i nostri eroi dello schopping puntano al
turismo regionale. Anzi: mica ai milanesi e lodigiani che meglio
proprio lasciarli a casa loro visto il casino che c'hanno avuto. Vanno
su bresciani e cremonesi, probabilmente immaginando che siano più
bardotti e quindi meglio acchiappabili. Vicini, poca spesa della
benzina, quindi maggiore spesa nelle botteghe high city. Magari i
nostri eroi non hanno posto attenzione che se gli incauti viaggiatori
del Caravaggio, proprio perché autentici low cost, si accontentano di
quel che passano i locali poco costosi, bresciani e cremonesi non
s'accontentano di pizzette riscaldate. Si portano da casa le
schiscette, quelli li.
Secondo noi piuttosto che pensare ed immaginare una stagione
turistica in qualche modo sostituiva delle vacche grasse del passato,
c'è da sperare che davvero i lombardi (meglio: tutti!) che si sono
infettati –che si siano o meno accorti – siano diventati davvero immuni
e tali restino per un paio d'anni, tempo necessario per avere un
vaccino. Che poi non è detto sia risolutivo visto che del covid19
sappiamo poco.
Torniamo sempre sulle medesime note dolenti: c'è bisogno che le persone
facciano i tamponi e i prelievi sierologici almeno fino a toccare
l'80% della popolazione perché SOLO SE la persona sa in che condizioni
stia davvero, decide l'atteggiamento positivo da assumere.
Nell'incertezza tutti o troppi se la giocano perché è tipico dei
cristiani sperare nel buondio: perché deve toccare proprio a me?!?!
Mentre se la scienza gli sbatte il risultato in faccia, si alza
all'estremo la soglia di attenzione.
Noi siamo del parere che questa pandemia sia stata un potente
scopa che ha ripulito non proprio scegliendo a caso o per disattenzione
ma perché le persone colpite erano fragili da sole prima che gli
cascasse addosso il droplet di qualcuno infetto. E questo non vale solo
per i nonni che cibano dodici pastiglie al giorno ma per tutte quelle
persone –giovani e non- che per ragioni diverse vivono e stanno
male anche se appartengono al numero dei 13 milioni che passano per il
Caravaggio.
Per noi umarelli che frequentiamo città alta per una questione di
sicurezza (almeno se schiatti c'è qualcuno che ti vede…) Berghem non
può andare avanti con tutta questa gente. I predicozzi del sindaco
sugli assembramenti lasciano il tempo che trovano. Quando tre-quattro
milioni di persone che provengono da tutte le parti del mondo
passano in città, devi mettere nel conto che sari sempre in mezzo ai
guai sanitari.
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