A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1227 DEL 15 MAGGIO 2020
























































Di cosa parliamo in questa pagina.



















GLI ITALIANI POVERI: 11.200 MILIARDI FERMI
SUI CONTI CORRENTI A RENDIMENTO NEGATIVO.
ALTRI 20 MILIARDI RISPARMIATI NEL LOCKDOWN.
LA MISERIA DI UNA MANOVRA DA 55 MILIARDI
11.200 miliardi fermi sui conti correnti, i 20 miliardi di risparmi forzati nei mesi del lockdown. Una riserva di denaro da rimettere in circolo per rianimare i consumi e sostenere il rilancio dell'economia reale
Non ho dubbi. Se John Maynard Keynes fosse vivo, andrebbe in tv a inci­tarci a spendere il più possibile, co­me fece alla radio con le massaie in­glesi durante la Grande Recessione”. Giulio Santagata scorre i dati preliminari di un'ana­lisi che Nomisma sta ultimando sul compor­tamento delle famiglie nel lockdown. Una lunga esperienza da consigliere economico di Romano Prodi, poi ministro nell'ultimo go­verno del professore, Santagata racconta di aver voluto misurare quante famiglie duran­te la quarantena hanno conservato intatti i loro redditi e quanti risparmi hanno messo da parte. Quest'ultimo risultato non è da po­co: siamo nell'ordine dei 20 miliardi. «Ho vo­luto anticipare i primi dati dell'indagine», di­ce, «perché questo tesoretto potrebbe aiutar­ci a uscire più rapidamente dalla crisi, se il governo individuasse un modo per incentiva­re le famiglie a tornare a consumare».
120 miliardi di risparmio forzoso calcolati da Santagata, che in Nomisma è il responsabile per i temi dello sviluppo sociale, sono il frutto di una crisi senza paragoni nella sto­ria recente, com'è quella generata dalla pandemia. Allo stesso tempo, però, la riflessione su come rimette­re queste risorse in circolo per im­primere spinta alla ripartenza ri­chiama una questione generale, che affligge il sistema economico da oltre un decennio.
(...)

UNA SINDACA PRONTA A RILANCIARE DIVIETI A RAFFICA
E RACCOMANDAZIONI DA MATRIGNE ARCIGNE
MA CHE STRANAMENTE TACE SUI FATTI POSITIVI.
Mai dire gatto finché non ce l'hai nel sacco, ammonisce il proverbio ma se il gatto finirà davvero nel sacco –e ci sarebbe parecchio da pensare male se non fosse così- in base a quanto si è letto sulle gazzette e poi controllato sui siti istituzionali (enti erogatori) al Comune di Curno dovrebbero arrivare:
1    - 59.412,36 euro dal Fondo di solidarietà' comunale per l'anno 2020 per i comuni delle regioni a statuto ordi­nario.
2    - 350.000 euro dalla Regione Lombardia per “Inter­venti per la ripresa economica” per l'attuazione delle misu­re di sostegno agli investimenti ed allo sviluppo infrastrut­turale
3    - 462.587,60 euro del «Fondo comuni ricadenti nei territori delle province di Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi e Piacenza in considerazione della particolare gra­vità dell'emergenza sanitaria da Covid-19”.
Che fanno un totale di 872.000 euro (circa).
Dopo che per due mesi sopportiamo le meste raccomandazioni (obbligatorie per ogni sindaco) della sindaca Gamba “state a casa, lavatevi le mani, state lontano uno dall'altro” ci aspettavamo che trovasse il tempo per inserire tra le news della pagina web del comune anche queste tre buone notizie.
Assai rincuoranti per la somma mastodontica da incassare che, sommata ai 900mila euro per la palestra della nuova Rodari, ci fanno davvero un comune ricco e fortunato.
Il lettore troverà i riferimenti facendo una ricerca col testo delle motivazioni per ognuna delle tre cifre.
(...)

I PROFESSORONI STANNO FACENDO
RISCHIARE LA PELLE A 62 MILIONI
DI ITALIANI
Lunedi 18 alle ore zero più un minuto sessanta milioni di italiani proveranno l'ebbrezza  del rischio e pericolo di provare o meno l'infezione o la reinfezione da covid19. Così hanno deciso la politica sulla scorta degli autorevoli pareri di ennemila professori di università e del maxipool di esperti  riuniti dal PdC.
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le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!































































































































































































































GLI ITALIANI POVERI: 11.200 MILIARDI FERMI
SUI CONTI CORRENTI A RENDIMENTO NEGATIVO.
ALTRI 20 MILIARDI RISPARMIATI NEL LOCKDOWN.
LA MISERIA DI UNA MANOVRA DA 55 MILIARDI
11.200 miliardi fermi sui conti correnti, i 20 miliardi di risparmi forzati nei mesi del lockdown. Una riserva di denaro da rimettere in circolo per rianimare i consumi e sostenere il rilancio dell'economia reale
Non ho dubbi. Se John Maynard Keynes fosse vivo, andrebbe in tv a inci­tarci a spendere il più possibile, co­me fece alla radio con le massaie in­glesi durante la Grande Recessione”. Giulio Santagata scorre i dati preliminari di un'ana­lisi che Nomisma sta ultimando sul compor­tamento delle famiglie nel lockdown. Una lunga esperienza da consigliere economico di Romano Prodi, poi ministro nell'ultimo go­verno del professore, Santagata racconta di aver voluto misurare quante famiglie duran­te la quarantena hanno conservato intatti i loro redditi e quanti risparmi hanno messo da parte. Quest'ultimo risultato non è da po­co: siamo nell'ordine dei 20 miliardi. «Ho vo­luto anticipare i primi dati dell'indagine», di­ce, «perché questo tesoretto potrebbe aiutar­ci a uscire più rapidamente dalla crisi, se il governo individuasse un modo per incentiva­re le famiglie a tornare a consumare».
120 miliardi di risparmio forzoso calcolati da Santagata, che in Nomisma è il responsabile per i temi dello sviluppo sociale, sono il frutto di una crisi senza paragoni nella sto­ria recente, com'è quella generata dalla pandemia. Allo stesso tempo, però, la riflessione su come rimette­re queste risorse in circolo per im­primere spinta alla ripartenza ri­chiama una questione generale, che affligge il sistema economico da oltre un decennio.
Le famiglie italiane tengono fer­mi sui conti correnti 1.174 miliardi di euro, sui quali hanno rendimenti vicini a zero, perché non si tratta di investimenti ma di liquidità, pronta per essere ritirata al momento. Un volume di risorse congelate, che è esploso nell'ultimo quindicennio e che nel 2011, all'inizio della crisi del­lo spread, aveva appena passato la soglia degli 800 miliardi. «È come se riempissimo sempre più un gra­naio che non viene mai utilizzato», dice Marcello Messori, direttore del­la School of European Politicai Eco- nomy della Luiss: «Non solo non si usa il grano che contiene per sfama­re le persone ma non si prelevano nemmeno i semi per far crescere nuovi raccolti».
Consumi e investimenti sono due aspetti diversi della questione, ed è ai primi che pensava Santagata quando è partita l'indagine effettuata da Nomisma su un campione di 900 famiglie. Lo spunto è venuto dalla notizia della riapertura della boutique Hermès a Wuhan, che in un giorno ha stracciato ogni re­cord, incassando 2,7 milioni di dol­lari. Lo hanno chiamato “revenge shopping”, e naturalmente non fa per tutti. La quarantena è stata vis­suta con angoscia da una moltitudi­ne di lavoratori, commercianti, ar­tigiani, che hanno visto i redditi ri­dursi in modo drastico e sono stati costretti a intaccare i risparmi o chiedere sussidi. Allo stesso tem­po, i risultati preliminari dell'inda­gine di Nomisma dicono che duran­te il lockdown il 65 per cento delle famiglie ha percepito un reddito netto non inferiore a quello di gennaio e febbraio e più della metà (il 54 per cento del totale) è riuscito a risparmiare in misura uguale o maggiore rispetto a prima: fatto che non sorprende, considerando che tutti erano chiusi in casa.

Incrociando i dati Istat e Confcommercio con le risposte, Nomisma ar­riva a stimare l'entità complessiva del risparmio forzoso in circa 20 mi­liardi, e tra 8 e 10 miliardi la quota che le famiglie trasformeranno in consumi, una volta che sarà consen­tito. Un dato a due facce. Una mo­stra che le preoccupazioni per il fu­turo continuano a esigere un prez­zo, spingendo a tenere il portafo­glio chiuso anche una parte di coloda. Dice Guido Tabellini, professore di Economia all'Università Bocconi: «E difficile fare previsioni e gli eco­nomisti sono divisi. Alcuni temono che la paura di perdere il reddito o il lavoro incida parecchio. Personal­mente non sono così convinto, per­ché ritengo che potrebbe prevalere la reazione di fronte alla prospetti­va di tornare a vivere e di riprende­re a comportarci come prima, maga­ri con più entusiasmo. Sono motiva­ti entrambi gli scenari».
L'economista osserva che in ogni caso sarà decisivo cogliere l'attimo, perché le paure delle persone si sgretoleranno solo quando l'emer­genza sanitaria sarà finita e saran­no individuate cure adeguate: «A quel punto, se ci si renderà conto che le persone stanno risparmian­do troppo, la politica economica ha tutti gli strumenti per intervenire in maniera efficace per stimolare la domanda, senza creare effetti distorsivi». Tabellini non sembra con­vinto dagli incentivi parziali, dietro i quali intravede le pressioni delle lobby. Per questo preferisce inter­venti di ampia portata: «Per accele­rare i consumi si potrebbe abbatte­re l'iva in modo temporaneo e per un periodo ben delimitato. L'effetto si trasmetterebbe immediatamente ai prezzi e ridarebbe vitalità al com­mercio. Il rischio sarebbe ovviamen­te quello di anticipare soltanto i con­sumi, che poi tornerebbero a rallen­tare. Ma se c'è il timore che le perso­ne continuino a comportarsi in maniera troppo prudente, frenando la ripresa, può essere una soluzione».
Se rimettere in circolo il tesoretto individuato da Nomisma è possibi­le, più arduo è rompere la bolla d'in­certezza che ha gonfiato fino alla so­glia di 1.200 miliardi la liquidità con­gelata dalle famiglie in semplici e per nulla remunerativi conti corren­ti. «Il peso elevato della ricchezza fi­nanziaria rispetto al Pil è un feno­meno che ha radici profonde e rap­presenta l'altra faccia dell'esplosio­ne del debito pubblico», dice Mar­cello Messori, che indica fra le cau­se principali il fatto che, negli anni Ottanta, le persone si fossero abitua­te a godere di rendimenti reali che arrivavano a toccare il 5 per cento sui titoli di Stato, considerati all'epo­ca sicuri. L'economista della Luiss spiega che da allora numerose crisi di diversa natura hanno minato la fi­ducia dei risparmiatori, arrivando al contesto che accompagna l'Italia almeno dal 2008, caratterizzato da un'economia che cresce sempre me­no e dall'incertezza politica e istitu­zionale.

Ecco perché tutte quelle risorse “congelate” nei depositi in banca, che non riescono ad andare incon­tro alle necessità di finanziamento delle imprese: «Naturalmente è un fenomeno le cui responsabilità si trovano da entrambe le parti, per­ché anche le imprese hanno una scarsa propensione a quotarsi in Borsa o a emettere bond, perché questo le costringerebbe a separa­re la proprietà dalla gestione», dice Messori. Le soluzioni? Ce ne sono tante, tutte complesse: «Occorre ra­gionare e individuare le formule giuste. Personalmente sono convin­to che il processo di avvicinamento delle imprese e del risparmio delle famiglie possa iniziare in maniera indiretta, ad esempio attraverso un processo di cartolarizzazione delle obbligazioni delle aziende che ne distribuisca il rischio in modo più chiaro per i risparmiatori. Perché l'economia italiana è fatta da tante piccole aziende, che per arrivare da sole sul mercato dei capitali han­no ancora bisogno di tempo».

Luca Piana.

UNA SINDACA PRONTA A RILANCIARE DIVIETI A RAFFICA
E RACCOMANDAZIONI DA MATRIGNE ARCIGNE
MA CHE STRANAMENTE TACE SUI FATTI POSITIVI.
Mai dire gatto finché non ce l'hai nel sacco, ammonisce il proverbio ma se il gatto finirà davvero nel sacco –e ci sarebbe parecchio da pensare male se non fosse così- in base a quanto si è letto sulle gazzette e poi controllato sui siti istituzionali (enti erogatori) al Comune di Curno dovrebbero arrivare:
1    - 59.412,36 euro dal Fondo di solidarietà' comunale per l'anno 2020 per i comuni delle regioni a statuto ordi­nario.
2    - 350.000 euro dalla Regione Lombardia per “Inter­venti per la ripresa economica” per l'attuazione delle misu­re di sostegno agli investimenti ed allo sviluppo infrastrut­turale
3    - 462.587,60 euro del «Fondo comuni ricadenti nei territori delle province di Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi e Piacenza in considerazione della particolare gra­vità dell'emergenza sanitaria da Covid-19”.
Che fanno un totale di 872.000 euro (circa).
Dopo che per due mesi sopportiamo le meste raccomandazioni (obbligatorie per ogni sindaco) della sindaca Gamba “state a casa, lavatevi le mani, state lontano uno dall'altro” ci aspettavamo che trovasse il tempo per inserire tra le news della pagina web del comune anche queste tre buone notizie.
Assai rincuoranti per la somma mastodontica da incassare che, sommata ai 900mila euro per la palestra della nuova Rodari, ci fanno davvero un comune ricco e fortunato.
Il lettore troverà i riferimenti facendo una ricerca col testo delle motivazioni per ognuna delle tre cifre.
E' vero che da qualche tempo la nostra sindaca è scomparsa dall'orizzonte del bugiardino orobico (leggi: Eco di Bergamo) ed è altrettanto vero che quando sciorina le sue decine di slides per illustre i conti del comune riesce nell'impresa invidiabile di non dire mai niente.
Nel senso che quel che  enuncia deriva da un programma di sindacatura che contiene tutto e tutto il suo contrario e quindi ogni spesa ha una qualche giustificazione. Comprese le piste ciclabili che finiscono sempre contro un muro.
Inutile anche chiedere informazioni circa certe spese che appaiono francamente  enormi. Lei non risponde e in questo stiamo in buona compagnia dal momento che il nostro comune –dalla politica alla dirigenza degli uffici- non illustrano mai nulla nemmeno alla minoranza consigliare.
Sindaca e la dirigente dei servizi sociali non hanno ritenuto di rendere conto da dove provenissero i fondi distribuiti partendo dalla somma devoluta dalla Protezione Civile nazionale come non hanno nemmeno resi noti i criteri per la distribuzione.
Come non si riesce a capire come mai  per la formazione della nuova rotatoria su svincoli SP ex SS470dir con via Lecco in Comune di Curno,  gli organi deliberanti (consiglio e giunta) abbiano stabilito che l'opera costerà (preventivo) 450mila euro più € 92.000,00 per somme a disposizione dell'Amministrazione Comunale e adesso sono necessarie due ulteriori spese per affidare la redazione dell'indagine geologica di € 5.649,58 e di altri € 2.269,20 per affidare i lavori di prove e carotaggi sempre per potere realizzare le predetta rotonda. Uno si domanda: come fai a fare un progetto se non sai cosa c'è sotto il posto dove costruisci? Misteri.
Non sono misteri invece queste determinazioni che comportano spese da brivido per l'ammontare. Le mettiamo in ordine senza dilungarci troppo.
Tanto per citare le ultime pubblicazioni all'albo pretorio abbiamo
(1)    € 18.043,91 per una persona in ospizio anno 2020
(2)    € 12.321,97 sempre per una persona in ospizio anno 2020
(3)    € 52.264,00 nell'anno 2020 per l'accoglienza di una madre e di suo figlio (per il quale il comune versa solo il 60% della spesa) in una comunità a seguito di una ordinanza del tribunale dei minori.
Detto questo, mettiamoci una bella dose di qualunquismo e concludiamo. I curnesi si debbono accontentare delle pavimentazioni di plastica fuori dalle scuole e nella via principale d'ingresso in paese, di una palestra modello  cow-barn  nella Rodari, di piste ciclabili sostanzialmente inutilizzabili per fatte a pezzetti che non partono e non arrivano da nessuna parte. Se danno un'occhiata all'esterno della palazzina ASL la vedono contornata da un gran numero di costruzioni accessorie di eccezionale valore architettonico: casual architects. Dai finiamola qui.

I PROFESSORONI STANNO FACENDO
RISCHIARE LA PELLE A 62 MILIONI
DI ITALIANI
Lunedi 18 alle ore zero più un minuto sessanta milioni di italiani proveranno l'ebbrezza  del rischio e pericolo di provare o meno l'infezione o la reinfezione da covid19. Così hanno deciso la politica sulla scorta degli autorevoli pareri di ennemila professori di università e del maxipool di esperti  riuniti dal PdC. Questo l'elenco de IlSole:
Task force “Fase 2”
(Presidente del Consiglio Giuseppe Conte)
17 membri
Comitato operativo della Protezione Civile
(Capo della Protezione civile Angelo Borrelli)
21 componenti
14 aprile 2020
Comitato tecnico-scientifico della Protezione civile
allargato alla squadra di consulenti informale del ministro della Salute
(Commissario all'emergenza Angelo Borrelli)
12 componenti
Task force scuole e didattica a distanza
(Ministro della Scuola Lucia Azzolina)
Componenti: n.d.
Task force “Data drive”
(Ministro all'Innovazione Paola Pisano)
74 membri
Task force “Donne per un nuovo Rinascimento”
(Ministro Pari opportunità Elena Bonetti)
13 componenti

Lunedì vedremo quanti luoghi pubblici riaprono e come riaprono fatte salve le solite tre raccomandazioni: lavatevi spesso le mani, usate la mascherina chirurgica all'esterno, non slimonatevi (troppo).
Certo è che occorre un bel coraggio mandare un'intera nazione allo sbaraglio quando di questa pandemia (1) non si conosce quanti ne siano stati infettati e se la siano cavata (2) quanti degli infettati siano ancora untori (3) quanti non abbiano nemmeno provato l'infezione (4) se gli infettati e guariti tornano a infettarsi e quanto tempo dopo.
Apparteniamo alla schiera di quelli che non hanno gradito e subito malissimo questa quarantena dal momento che vietare lo sport all'aperto  (a debita distanza e col dpi) e poi avremmo voluto essere tamponati almeno due volte nello spazio di questi due messi e passa oltre che la prova sierologica.

Invece gli italiani hanno avuto a che fare con  un “sistema Italia” che non è ancora riuscito a testare col tampone tutti gli adulti in maniera che sapessero almeno  come comportarsi.
Adesso gli italiani si mettono tutti assieme e tutti in giro nello steso giorno con la strizza che nello spazio di sette dieci quindici giorni si torni alla quarantena totale o a un numero elevato di focolai e relative zone rosse.
Questa è la ragione per cui dubitiamo molto della competenza di queste commissioni di esperti perché anziché far correre il rischio a 62 milioni di persone contemporaneamente, era meglio partire una settimana prima con un parte volontaria e selezionata –per esempio il Veneto visto che pare sia la regione che ne sta uscendo meglio-  e  cominciare a verificare come la buttava. Come per esempio valeva la pena non di chiudere le regioni ai transfrontalieri ma lasciarle aperte e tenere tutto sotto controllo.
Invece hanno giocato il tutto per tutto: o la va o spacca.
Speriamo che vada bene ovviamente. Anche se la sceneggiata dei padiglioni covid19 nelle fiere di Milano e Bergamo hanno dimostrato ancora una volta che la gatta frettolosa fa i micini ciechi: la bullata forzista e leghista ha dimostrato di non sapere organizzare i padiglioni (infatti c'erano solo i muri ma mancava il personale e  gran parte delle macchine) ne adesso hanno il coraggio di decidere che farne visto che sono a zero di soldi e di personale oltre che di malati (per fortuna!).