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GLI ITALIANI POVERI: 11.200 MILIARDI FERMI
SUI CONTI CORRENTI A RENDIMENTO NEGATIVO.
ALTRI 20 MILIARDI RISPARMIATI NEL LOCKDOWN.
LA MISERIA DI UNA MANOVRA DA 55 MILIARDI
11.200 miliardi fermi sui conti correnti, i 20 miliardi di risparmi
forzati nei mesi del lockdown. Una riserva di denaro da rimettere in
circolo per rianimare i consumi e sostenere il rilancio dell'economia
reale
Non ho dubbi. Se John Maynard Keynes fosse vivo, andrebbe in tv a
incitarci a spendere il più possibile, come fece alla radio con le
massaie inglesi durante la Grande Recessione”. Giulio Santagata scorre
i dati preliminari di un'analisi che Nomisma sta ultimando sul
comportamento delle famiglie nel lockdown. Una lunga esperienza da
consigliere economico di Romano Prodi, poi ministro nell'ultimo
governo del professore, Santagata racconta di aver voluto misurare
quante famiglie durante la quarantena hanno conservato intatti i loro
redditi e quanti risparmi hanno messo da parte. Quest'ultimo risultato
non è da poco: siamo nell'ordine dei 20 miliardi. «Ho voluto
anticipare i primi dati dell'indagine», dice, «perché questo tesoretto
potrebbe aiutarci a uscire più rapidamente dalla crisi, se il governo
individuasse un modo per incentivare le famiglie a tornare a
consumare».
120 miliardi di risparmio forzoso calcolati da Santagata, che in
Nomisma è il responsabile per i temi dello sviluppo sociale, sono il
frutto di una crisi senza paragoni nella storia recente, com'è quella
generata dalla pandemia. Allo stesso tempo, però, la riflessione su
come rimettere queste risorse in circolo per imprimere spinta alla
ripartenza richiama una questione generale, che affligge il sistema
economico da oltre un decennio.
(...)
UNA SINDACA PRONTA A RILANCIARE DIVIETI A RAFFICA
E RACCOMANDAZIONI DA MATRIGNE ARCIGNE
MA CHE STRANAMENTE TACE SUI FATTI POSITIVI.
Mai dire gatto finché non ce l'hai nel sacco, ammonisce il proverbio ma
se il gatto finirà davvero nel sacco –e ci sarebbe parecchio da pensare
male se non fosse così- in base a quanto si è letto sulle gazzette e
poi controllato sui siti istituzionali (enti erogatori) al Comune di
Curno dovrebbero arrivare:
1 - 59.412,36 euro dal Fondo di solidarietà' comunale
per l'anno 2020 per i comuni delle regioni a statuto ordinario.
2 - 350.000 euro dalla Regione Lombardia per “Interventi per la
ripresa economica” per l'attuazione delle misure di sostegno agli
investimenti ed allo sviluppo infrastrutturale
3 - 462.587,60 euro del «Fondo comuni ricadenti nei territori delle
province di Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi e Piacenza in
considerazione della particolare gravità dell'emergenza sanitaria da
Covid-19”.
Che fanno un totale di 872.000 euro (circa).
Dopo che per due mesi sopportiamo le meste raccomandazioni
(obbligatorie per ogni sindaco) della sindaca Gamba “state a casa,
lavatevi le mani, state lontano uno dall'altro” ci aspettavamo che
trovasse il tempo per inserire tra le news della pagina web del comune
anche queste tre buone notizie.
Assai rincuoranti per la somma mastodontica da incassare che, sommata
ai 900mila euro per la palestra della nuova Rodari, ci fanno davvero un
comune ricco e fortunato.
Il lettore troverà i riferimenti facendo una ricerca col testo delle motivazioni per ognuna delle tre cifre.
(...)
I PROFESSORONI STANNO FACENDO
RISCHIARE LA PELLE A 62 MILIONI
DI ITALIANI
Lunedi 18 alle ore zero più un minuto sessanta milioni di italiani
proveranno l'ebbrezza del rischio e pericolo di provare o meno
l'infezione o la reinfezione da covid19. Così hanno deciso la politica
sulla scorta degli autorevoli pareri di ennemila professori di
università e del maxipool di esperti riuniti dal PdC.
(...)
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GLI ITALIANI POVERI: 11.200 MILIARDI FERMI
SUI CONTI CORRENTI A RENDIMENTO NEGATIVO.
ALTRI 20 MILIARDI RISPARMIATI NEL LOCKDOWN.
LA MISERIA DI UNA MANOVRA DA 55 MILIARDI
11.200 miliardi fermi sui conti correnti, i 20 miliardi di risparmi
forzati nei mesi del lockdown. Una riserva di denaro da rimettere in
circolo per rianimare i consumi e sostenere il rilancio dell'economia
reale
Non ho dubbi. Se John Maynard Keynes fosse vivo, andrebbe in tv a
incitarci a spendere il più possibile, come fece alla radio con le
massaie inglesi durante la Grande Recessione”. Giulio Santagata scorre
i dati preliminari di un'analisi che Nomisma sta ultimando sul
comportamento delle famiglie nel lockdown. Una lunga esperienza da
consigliere economico di Romano Prodi, poi ministro nell'ultimo
governo del professore, Santagata racconta di aver voluto misurare
quante famiglie durante la quarantena hanno conservato intatti i loro
redditi e quanti risparmi hanno messo da parte. Quest'ultimo risultato
non è da poco: siamo nell'ordine dei 20 miliardi. «Ho voluto
anticipare i primi dati dell'indagine», dice, «perché questo tesoretto
potrebbe aiutarci a uscire più rapidamente dalla crisi, se il governo
individuasse un modo per incentivare le famiglie a tornare a
consumare».
120 miliardi di risparmio forzoso calcolati da Santagata, che in
Nomisma è il responsabile per i temi dello sviluppo sociale, sono il
frutto di una crisi senza paragoni nella storia recente, com'è quella
generata dalla pandemia. Allo stesso tempo, però, la riflessione su
come rimettere queste risorse in circolo per imprimere spinta alla
ripartenza richiama una questione generale, che affligge il sistema
economico da oltre un decennio.
Le famiglie italiane tengono fermi sui conti correnti 1.174 miliardi
di euro, sui quali hanno rendimenti vicini a zero, perché non si tratta
di investimenti ma di liquidità, pronta per essere ritirata al momento.
Un volume di risorse congelate, che è esploso nell'ultimo quindicennio
e che nel 2011, all'inizio della crisi dello spread, aveva appena
passato la soglia degli 800 miliardi. «È come se riempissimo sempre più
un granaio che non viene mai utilizzato», dice Marcello Messori,
direttore della School of European Politicai Eco- nomy della Luiss:
«Non solo non si usa il grano che contiene per sfamare le persone ma
non si prelevano nemmeno i semi per far crescere nuovi raccolti».
Consumi e investimenti sono due aspetti diversi della questione, ed è
ai primi che pensava Santagata quando è partita l'indagine effettuata
da Nomisma su un campione di 900 famiglie. Lo spunto è venuto dalla
notizia della riapertura della boutique Hermès a Wuhan, che in un
giorno ha stracciato ogni record, incassando 2,7 milioni di dollari.
Lo hanno chiamato “revenge shopping”, e naturalmente non fa per tutti.
La quarantena è stata vissuta con angoscia da una moltitudine di
lavoratori, commercianti, artigiani, che hanno visto i redditi
ridursi in modo drastico e sono stati costretti a intaccare i risparmi
o chiedere sussidi. Allo stesso tempo, i risultati preliminari
dell'indagine di Nomisma dicono che durante il lockdown il 65 per
cento delle famiglie ha percepito un reddito netto non inferiore a
quello di gennaio e febbraio e più della metà (il 54 per cento del
totale) è riuscito a risparmiare in misura uguale o maggiore rispetto a
prima: fatto che non sorprende, considerando che tutti erano chiusi in
casa.
Incrociando i dati Istat e Confcommercio con le risposte, Nomisma
arriva a stimare l'entità complessiva del risparmio forzoso in circa
20 miliardi, e tra 8 e 10 miliardi la quota che le famiglie
trasformeranno in consumi, una volta che sarà consentito. Un dato a
due facce. Una mostra che le preoccupazioni per il futuro continuano
a esigere un prezzo, spingendo a tenere il portafoglio chiuso anche
una parte di coloda. Dice Guido Tabellini, professore di Economia
all'Università Bocconi: «E difficile fare previsioni e gli economisti
sono divisi. Alcuni temono che la paura di perdere il reddito o il
lavoro incida parecchio. Personalmente non sono così convinto, perché
ritengo che potrebbe prevalere la reazione di fronte alla prospettiva
di tornare a vivere e di riprendere a comportarci come prima, magari
con più entusiasmo. Sono motivati entrambi gli scenari».
L'economista osserva che in ogni caso sarà decisivo cogliere l'attimo,
perché le paure delle persone si sgretoleranno solo quando l'emergenza
sanitaria sarà finita e saranno individuate cure adeguate: «A quel
punto, se ci si renderà conto che le persone stanno risparmiando
troppo, la politica economica ha tutti gli strumenti per intervenire in
maniera efficace per stimolare la domanda, senza creare effetti
distorsivi». Tabellini non sembra convinto dagli incentivi parziali,
dietro i quali intravede le pressioni delle lobby. Per questo
preferisce interventi di ampia portata: «Per accelerare i consumi si
potrebbe abbattere l'iva in modo temporaneo e per un periodo ben
delimitato. L'effetto si trasmetterebbe immediatamente ai prezzi e
ridarebbe vitalità al commercio. Il rischio sarebbe ovviamente quello
di anticipare soltanto i consumi, che poi tornerebbero a rallentare.
Ma se c'è il timore che le persone continuino a comportarsi in maniera
troppo prudente, frenando la ripresa, può essere una soluzione».
Se rimettere in circolo il tesoretto individuato da Nomisma è
possibile, più arduo è rompere la bolla d'incertezza che ha gonfiato
fino alla soglia di 1.200 miliardi la liquidità congelata dalle
famiglie in semplici e per nulla remunerativi conti correnti. «Il peso
elevato della ricchezza finanziaria rispetto al Pil è un fenomeno che
ha radici profonde e rappresenta l'altra faccia dell'esplosione del
debito pubblico», dice Marcello Messori, che indica fra le cause
principali il fatto che, negli anni Ottanta, le persone si fossero
abituate a godere di rendimenti reali che arrivavano a toccare il 5
per cento sui titoli di Stato, considerati all'epoca sicuri.
L'economista della Luiss spiega che da allora numerose crisi di diversa
natura hanno minato la fiducia dei risparmiatori, arrivando al
contesto che accompagna l'Italia almeno dal 2008, caratterizzato da
un'economia che cresce sempre meno e dall'incertezza politica e
istituzionale.
Ecco perché tutte quelle risorse “congelate” nei depositi in banca, che
non riescono ad andare incontro alle necessità di finanziamento delle
imprese: «Naturalmente è un fenomeno le cui responsabilità si trovano
da entrambe le parti, perché anche le imprese hanno una scarsa
propensione a quotarsi in Borsa o a emettere bond, perché questo le
costringerebbe a separare la proprietà dalla gestione», dice Messori.
Le soluzioni? Ce ne sono tante, tutte complesse: «Occorre ragionare e
individuare le formule giuste. Personalmente sono convinto che il
processo di avvicinamento delle imprese e del risparmio delle famiglie
possa iniziare in maniera indiretta, ad esempio attraverso un processo
di cartolarizzazione delle obbligazioni delle aziende che ne
distribuisca il rischio in modo più chiaro per i risparmiatori. Perché
l'economia italiana è fatta da tante piccole aziende, che per arrivare
da sole sul mercato dei capitali hanno ancora bisogno di tempo».
Luca Piana.
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UNA SINDACA PRONTA A RILANCIARE DIVIETI A RAFFICA
E RACCOMANDAZIONI DA MATRIGNE ARCIGNE
MA CHE STRANAMENTE TACE SUI FATTI POSITIVI.
Mai dire gatto finché non ce l'hai nel sacco, ammonisce il proverbio ma
se il gatto finirà davvero nel sacco –e ci sarebbe parecchio da pensare
male se non fosse così- in base a quanto si è letto sulle gazzette e
poi controllato sui siti istituzionali (enti erogatori) al Comune di
Curno dovrebbero arrivare:
1 - 59.412,36 euro dal Fondo di solidarietà' comunale
per l'anno 2020 per i comuni delle regioni a statuto ordinario.
2 - 350.000 euro dalla Regione Lombardia per
“Interventi per la ripresa economica” per l'attuazione delle misure
di sostegno agli investimenti ed allo sviluppo infrastrutturale
3 - 462.587,60 euro del «Fondo comuni ricadenti nei
territori delle province di Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi e Piacenza
in considerazione della particolare gravità dell'emergenza sanitaria
da Covid-19”.
Che fanno un totale di 872.000 euro (circa).
Dopo che per due mesi sopportiamo le meste raccomandazioni
(obbligatorie per ogni sindaco) della sindaca Gamba “state a casa,
lavatevi le mani, state lontano uno dall'altro” ci aspettavamo che
trovasse il tempo per inserire tra le news della pagina web del comune
anche queste tre buone notizie.
Assai rincuoranti per la somma mastodontica da incassare che, sommata
ai 900mila euro per la palestra della nuova Rodari, ci fanno davvero un
comune ricco e fortunato.
Il lettore troverà i riferimenti facendo una ricerca col testo delle motivazioni per ognuna delle tre cifre.
E' vero che da qualche tempo la nostra sindaca è scomparsa
dall'orizzonte del bugiardino orobico (leggi: Eco di Bergamo) ed è
altrettanto vero che quando sciorina le sue decine di slides per
illustre i conti del comune riesce nell'impresa invidiabile di non dire
mai niente.
Nel senso che quel che enuncia deriva da un programma di
sindacatura che contiene tutto e tutto il suo contrario e quindi ogni
spesa ha una qualche giustificazione. Comprese le piste ciclabili che
finiscono sempre contro un muro.
Inutile anche chiedere informazioni circa certe spese che appaiono
francamente enormi. Lei non risponde e in questo stiamo in buona
compagnia dal momento che il nostro comune –dalla politica alla
dirigenza degli uffici- non illustrano mai nulla nemmeno alla minoranza
consigliare.
Sindaca e la dirigente dei servizi sociali non hanno ritenuto di
rendere conto da dove provenissero i fondi distribuiti partendo dalla
somma devoluta dalla Protezione Civile nazionale come non hanno nemmeno
resi noti i criteri per la distribuzione.
Come non si riesce a capire come mai per la formazione della
nuova rotatoria su svincoli SP ex SS470dir con via Lecco in Comune di
Curno, gli organi deliberanti (consiglio e giunta) abbiano
stabilito che l'opera costerà (preventivo) 450mila euro più € 92.000,00
per somme a disposizione dell'Amministrazione Comunale e adesso sono
necessarie due ulteriori spese per affidare la redazione dell'indagine
geologica di € 5.649,58 e di altri € 2.269,20 per affidare i lavori di
prove e carotaggi sempre per potere realizzare le predetta rotonda. Uno
si domanda: come fai a fare un progetto se non sai cosa c'è sotto il
posto dove costruisci? Misteri.
Non sono misteri invece queste determinazioni che comportano spese da
brivido per l'ammontare. Le mettiamo in ordine senza dilungarci troppo.
Tanto per citare le ultime pubblicazioni all'albo pretorio abbiamo
(1) € 18.043,91 per una persona in ospizio anno 2020
(2) € 12.321,97 sempre per una persona in ospizio anno 2020
(3) € 52.264,00 nell'anno 2020 per l'accoglienza di
una madre e di suo figlio (per il quale il comune versa solo il 60%
della spesa) in una comunità a seguito di una ordinanza del tribunale
dei minori.
Detto questo, mettiamoci una bella dose di qualunquismo e concludiamo.
I curnesi si debbono accontentare delle pavimentazioni di plastica
fuori dalle scuole e nella via principale d'ingresso in paese, di una
palestra modello cow-barn nella Rodari, di piste ciclabili
sostanzialmente inutilizzabili per fatte a pezzetti che non partono e
non arrivano da nessuna parte. Se danno un'occhiata all'esterno della
palazzina ASL la vedono contornata da un gran numero di costruzioni
accessorie di eccezionale valore architettonico: casual architects. Dai
finiamola qui.
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I PROFESSORONI STANNO FACENDO
RISCHIARE LA PELLE A 62 MILIONI
DI ITALIANI
Lunedi 18 alle ore zero più un minuto sessanta milioni di italiani
proveranno l'ebbrezza del rischio e pericolo di provare o meno
l'infezione o la reinfezione da covid19. Così hanno deciso la politica
sulla scorta degli autorevoli pareri di ennemila professori di
università e del maxipool di esperti riuniti dal PdC. Questo
l'elenco de IlSole:
Task force “Fase 2”
(Presidente del Consiglio Giuseppe Conte)
17 membri
Comitato operativo della Protezione Civile
(Capo della Protezione civile Angelo Borrelli)
21 componenti
14 aprile 2020
Comitato tecnico-scientifico della Protezione civile
allargato alla squadra di consulenti informale del ministro della Salute
(Commissario all'emergenza Angelo Borrelli)
12 componenti
Task force scuole e didattica a distanza
(Ministro della Scuola Lucia Azzolina)
Componenti: n.d.
Task force “Data drive”
(Ministro all'Innovazione Paola Pisano)
74 membri
Task force “Donne per un nuovo Rinascimento”
(Ministro Pari opportunità Elena Bonetti)
13 componenti
Lunedì vedremo quanti luoghi pubblici riaprono e come riaprono fatte
salve le solite tre raccomandazioni: lavatevi spesso le mani, usate la
mascherina chirurgica all'esterno, non slimonatevi (troppo).
Certo è che occorre un bel coraggio mandare un'intera nazione allo
sbaraglio quando di questa pandemia (1) non si conosce quanti ne siano
stati infettati e se la siano cavata (2) quanti degli infettati siano
ancora untori (3) quanti non abbiano nemmeno provato l'infezione (4) se
gli infettati e guariti tornano a infettarsi e quanto tempo dopo.
Apparteniamo alla schiera di quelli che non hanno gradito e subito
malissimo questa quarantena dal momento che vietare lo sport
all'aperto (a debita distanza e col dpi) e poi avremmo voluto
essere tamponati almeno due volte nello spazio di questi due messi e
passa oltre che la prova sierologica.
Invece gli italiani hanno avuto a che fare con un “sistema
Italia” che non è ancora riuscito a testare col tampone tutti gli
adulti in maniera che sapessero almeno come comportarsi.
Adesso gli italiani si mettono tutti assieme e tutti in giro nello
steso giorno con la strizza che nello spazio di sette dieci quindici
giorni si torni alla quarantena totale o a un numero elevato di focolai
e relative zone rosse.
Questa è la ragione per cui dubitiamo molto della competenza di queste
commissioni di esperti perché anziché far correre il rischio a 62
milioni di persone contemporaneamente, era meglio partire una settimana
prima con un parte volontaria e selezionata –per esempio il Veneto
visto che pare sia la regione che ne sta uscendo meglio- e
cominciare a verificare come la buttava. Come per esempio valeva la
pena non di chiudere le regioni ai transfrontalieri ma lasciarle aperte
e tenere tutto sotto controllo.
Invece hanno giocato il tutto per tutto: o la va o spacca.
Speriamo che vada bene ovviamente. Anche se la sceneggiata dei
padiglioni covid19 nelle fiere di Milano e Bergamo hanno dimostrato
ancora una volta che la gatta frettolosa fa i micini ciechi: la bullata
forzista e leghista ha dimostrato di non sapere organizzare i
padiglioni (infatti c'erano solo i muri ma mancava il personale e
gran parte delle macchine) ne adesso hanno il coraggio di decidere che
farne visto che sono a zero di soldi e di personale oltre che di malati
(per fortuna!).
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