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CONTRORDINE:L’OSPEDALE IN FIERA
DIVENTA UN AMBULATORIO
1 - L’avvio del pezzo di L’Eco è di quelli che fanno il pelo e il
contro pelo: “in ogni caso, proprio l’Agenzia di tutela della salute fa
sapere che ad oggi sono 7.212 i test sierologici effettuati nella
Bergamasca dal 23 aprile al 6 maggio su cittadini e operatori sanitari.
Nella prima settimana di indagine – dal 23 al 29 aprile - i prelievi
hanno riguardato 1.054 cittadini della Valle Seriana e 1.527 operatori
sanitari delle Asst Papa Giovanni XXIII, Bergamo Est e Bergamo Ovest:
gli esiti dimostrano che il 62% dei cittadini è risultato positivo agli
anticorpi, percentuale che scende invece al 23% fra i sanitari. Nella
seconda settimana – dal 30 aprile al 6 maggio – sono state testate
altre 1.549 persone fra Valle Brembana, Dalmine, Seriate e 3.082
operatori sanitari: ad aver sviluppato anticorpi il 57% dei cittadini e
il 24% dei sanitari”.
Praticamente la popolazione è stata abbandonata a se stessa e sta
raggiungendo a proprie spese l’immunità di gregge. Stile dell’inglese
Boris Johnson. Vero che dal 62% al 95% c’è ancora un bel salto, ma se
in piena quarantena abbiamo raggiunto quel livello, c’è da immaginare
che adesso si farà anche meglio.
Alla faccia di chi loda quegli angeli che avrebbero fatto miracoli
negli ospedali mentre si lamentavano l’abbandono delle superiori
autorità senza dpi e senza tute: infatti loro esposti al rischio sono
immuni solo al 24%. Quindi i normali cittadini hanno avuto meno fortuna
di loro e maggiore esposizione. Diciamo che pure L’Eco ha svelato la
balla.
(...)
MANCANO OPERE ESSELI
E NE PROGETTANO DI INUTILI
Ennesima lite tra maggioranza ed opposizione in Parlamento per il
finanziamento della ferrovia dal Caravaggio alla stazione di Bergamo
RFI. Adesso quest'opera entra nel gruppo delle opere strategiche per le
prossime Olimpiadi invernali te. Un fatto che non cambia la sostanza
delle cose, secondo la maggioranza Pd-M5S: l'opera resta in programma e
finanziata. Ma trasloca: dal contratto di programma, tra Rfi (gruppo
Fs) e ministero, alla legge Olimpiadi. Un'altra opera che dovrebbe
finire nel capitolo olimpico (Milano-Cortina 2026) è la variante di
Trescore, un centinaio di milioni di euro di lavori. Per il
collegamento ferroviario per Orio ne servono 170. E la Regione teme
che risorse per entrambi i cantieri non ce ne siano. «Le opere sono
finanziate — ribadisce Martina — ma bisogna anche chiedersi
esattamente cosa stia facendo la Regione per realizzarle». si è sempre
detto che gli investimenti pubblici ma a carico delle Regioni PER LE
Olimpiadi 2026 dovevano ammontare a poco più di 350 milioni di euro.
Invece Lombardia e Veneto ricevono addirittura un miliardo, distribuiti
negli anni. Nel finanziamento si suggerisce anche la destinazione, ma
tenendosi il più vago possibile: potranno essere utilizzati per gli
impianti previsti dal dossier, ma visto che lì i soldi avanzerebbero,
anche per “opere connesse”, o ancora più genericamente “opere di
contesto”. Quindi praticamente tutto. Dalle prime indiscrezioni,
dovrebbero essere investiti principalmente sulla rete viaria. Sta ai
governatori Zaia e Fontana, d'intesa col ministero delle Infrastrutture
(che fa capo alla ministra De Micheli) stilare la lista della spesa: di
fatto grazie alle Olimpiadi le due Regioni più ricche d'Italia potranno
rifarsi il look.
(...)
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PDF: 9,5Mb
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CONTRORDINE:L’OSPEDALE IN FIERA
DIVENTA UN AMBULATORIO
1 - L’avvio del pezzo di L’Eco è di quelli che fanno il pelo e il
contro pelo: “in ogni caso, proprio l’Agenzia di tutela della salute fa
sapere che ad oggi sono 7.212 i test sierologici effettuati nella
Bergamasca dal 23 aprile al 6 maggio su cittadini e operatori sanitari.
Nella prima settimana di indagine – dal 23 al 29 aprile - i prelievi
hanno riguardato 1.054 cittadini della Valle Seriana e 1.527 operatori
sanitari delle Asst Papa Giovanni XXIII, Bergamo Est e Bergamo Ovest:
gli esiti dimostrano che il 62% dei cittadini è risultato positivo agli
anticorpi, percentuale che scende invece al 23% fra i sanitari. Nella
seconda settimana – dal 30 aprile al 6 maggio – sono state testate
altre 1.549 persone fra Valle Brembana, Dalmine, Seriate e 3.082
operatori sanitari: ad aver sviluppato anticorpi il 57% dei cittadini e
il 24% dei sanitari”.
Praticamente la popolazione è stata abbandonata a se stessa e sta
raggiungendo a proprie spese l’immunità di gregge. Stile dell’inglese
Boris Johnson. Vero che dal 62% al 95% c’è ancora un bel salto, ma se
in piena quarantena abbiamo raggiunto quel livello, c’è da immaginare
che adesso si farà anche meglio.
Alla faccia di chi loda quegli angeli che avrebbero fatto
miracoli negli ospedali mentre si lamentavano l’abbandono delle
superiori autorità senza dpi e senza tute: infatti loro esposti al
rischio sono immuni solo al 24%. Quindi i normali cittadini hanno avuto
meno fortuna di loro e maggiore esposizione. Diciamo che pure L’Eco ha
svelato la balla.
La questione è che adesso le ATS-Regione hanno smesso di fare tamponi e
prove sierologiche se non a pagamento oppure quando hai dei sintomi ben
precisi della pandemia: se li vuoi fare devi pagare di tasca tua.
Epilogo atteso di cui i Bergamaschi, fierissimi ed orgogliosi elettori
del governo di centrodestra in Regione si sono meritati assieme
agli oltre 3.000 morti. Che hanno alleggerito di spese privati regione
comuni inps. Una fortuna insperata per le casse pubbliche e private.
Soprattutto per gli ospedali che per il 40% in Lombardia sono privati.
Quel 62% di cittadino con anticorpi e quel 24% nel personale
(medico e infermieristico) contraddice (almeno per metà di sicuro) un
autorevole scritto del direttore dell’Istituto Mario Negri Giuseppe
Remuzzi con i medici Stefano Fagiuoli e Luca Lorini che in un articolo
sul New England Journal of Medicine illustrano le possibili cause della
larga diffusione di Covid 19 a Bergamo e provincia, puntando il dito
contro la mancata zona rossa e i pochi test effettuati sul personale
sanitario.
Sulla mancata dichiarazione della zona rossa nei paesi all’imbocco
della Valle Seriana se ne è discusso abbastanza ma – ci
scommettiamo gli attributi- nessuno ma proprio nessuno avrebbe avuto il
coraggio di firmare il blocco perché significava isolare l’intera valle.
Sulla seconda parte per la risposta all’articolo bastano i numeri delle prove ATS.
Il dott. Lorini è quello che sempre in un
articolo-intervista su BGnews diceva/prescriveva/ suggeriva che i
contagiati dovevano stare isolati dagli altri, dimenticando il piccolo
particolare che se un marito o un figlio sono contagiati, delle due
l’una: o vanno a dormire sotto un ponte per non infettare il resto
della famiglia oppure sbattevano fuori casa la famiglia. Qualche volta
anche se sei un primario varrebbe la pena di fare mente locale: ma
questo modo di ragionare è abbastanza tipico dei primari che vedono
solo i problemi da PROPRIO punto di vista e non dal punto di vista del
malato e della sua famiglia.
Senza contare il fine linguaggio poetico nell’illustrare le
sentenze di morte: Le decisioni difficili su quali pazienti sarebbero
stati assegnati ai ventilatori sono state prese usando un punteggio
cumulativo per i pazienti che ha tenuto conto dell’urgenza delle
necessità di ciascun paziente e delle possibilità del paziente di
beneficiare del trattamento. Morale della favola ecco il
risultato: Dei primi 510 pazienti con Covid-19 confermati che sono
stati ammessi, il 30% è deceduto. Ale!.
2 - Stefano Serpellini ieri su L’Eco scriveva a proposito dell’ospedale alla Fiera di Bergamo:
«La speranza è che non serva più», confida il responsabi¬le sanitario
dell’ANA Oliviero Valoti. E co¬sì, l’ospedale da campo
dell’Asso¬ciazione nazionale alpini (Ana) allestito alla Fiera di
Bergamo potrebbe avviarsi verso la chiu¬sura. «L’obiettivo è di tenerlo
operativo sino alla fine di maggio - spiega Valoti -, poi valuteremo in
base a quanto sarà accaduto da qui ad allora. È un presidio
stra¬tegico, che s’era prospettato di realizzare per de¬congestionare
gli ospedali bergama¬schi nel momento di massima affluenza di pazienti
Covid, ma che fin dall’inizio s’era deciso di tenere aperto per motivi
precauzionali anche una volta terminato il picco dell’emergenza”.
L’ospedale Ana alla Fiera è stato definito la nona torre del «Papa
Giovanni» di Bergamo (l’ottava è il nosocomio di San Giovanni Bianco
che fa parte del¬la stessa Asst), del quale è in pra¬tica un reparto
esterno di terapia intensiva. Erano 142 i posti letto previsti
originaria¬mente, ma il presidio Ana ha sempre ospi¬tato non più di una
quarantina di pa¬zienti. «Attualmente ne sono ricoverati 36. Non siamo
mai arrivati all’operativi¬tà massima perché non serviva, per fortuna -
ragiona Valoti, che dell’Asst Papa Giovanni è direttore dell’Emer¬genza
intra-extra ospedaliera -. Non è questione di numeri risica¬ti nel
personale: se fossero serviti più medici e infermieri, la Protezione
civile era infatti pronta a fornirceli per portarci a pieno regime».
Affermazione non dimostrata dal momento che il presidio ha
funzionato per merito dei medici e infermieri di MSF piuttosto di
quelli arrivati fuori tempo massimo dalla Protezione Civile nazionale.
Il dg del Papa Giovanni ribadisce il concetto: «Il presidio in Fiera
non perderà la sua funzione, che è quella di restare prudenzialmente
allestito in vista di una possibile ripresa del virus, e di essere
impiegato per tutti quei bisogni, ambulatoriali soprattutto, legati
alla Fase 2. Il Covid è una malattia che richiede anche controlli
successivi alla dimissione e grazie a questa struttura avremo ulteriori
spazi da utilizzare in tal senso». Certo, a patto che Protezione civile
e Ana continuino a fare la loro parte. «Resteremo in Fiera sicuramente
fino al 31 luglio (la data dell’ordinanza di requisizione
dell’immobile, ndr) e c’è un’ipotesi concreta di proseguire fino al 31
dicembre», afferma il capo della Sanità alpina Sergio Rizzini.
Quello di cui nessuno vuole parlare –altrimenti se ne deve caricare
l’incombenza economica- si chiamano “costi materiali” per il
funzionamento della struttura. Del resto il messaggio di ieri di Valoti
che nemmeno troppo velatamente annunciava lo smantellamento
della struttura era proprio quello: chi paga per andare avanti? Chi
paga per la sostituzione degli impianti consumati o rovinati?. Il
messaggio di Valoti aveva spaventato due volte sia la direttrice Maria
Beatrice Stasi del Papa Giovanni che la Regione di Fontana e Gallera e
della Terzi (bergamasca di Dalmine).
Come se la permanenza fino a dicembre fosse una questione banale alla
luce della vicenda sui danni che l’ente di gestione delle
manifestazioni aveva già messo in campo fin da questa prima occupazione
dell’immobile: le banche che hanno finanziato l’opera vogliono le rate
del mutuo e quindi qualcuno dovrà pagare l’ente mutuatario.
3 - Non contenti di questo caso eccone scodellato un altro. L’ATS ferma
i test sierologici. Anche i medici di base sono critici. Il perché è
presto detto. Il 30 aprile i medici del territorio ricevono una
comunicazione da Ats Bergamo nella quale si informa che ciascun dottore
potrà segnalare un elenco di pazienti titolati a fare i test
sierologici . La missiva arriva ai medici giovedì 30 aprile sul far del
tardo pomeriggio: mancano poche ore al ponte del 1° maggio e non tutti
i medici vedono la mail subito. Sta di fatto che il primo giorno
lavorativo utile, ovvero lunedì 4, i medici tornati alla scrivania
vedono l’informativa. E, dopo aver composto la lista di pazienti
titolati a fare il test, iniziano a caricare sul portale nomi e
cognomi. «Peccato che, dopo qualche ora, attorno alle 17 di lunedì 4,
ci viene mandata un’altra comunicazione – spiega la bergamasca Paola
Pedrini, segretario della Federazione italiana medici di medicina
generale –. Il campione di persone da testare è stato raggiunto e non
ci è più possibile indicare nostri pazienti. Io, per esempio, sono
riuscita ad indicarne uno solo. Chi è stato fortunato e ha inserito i
pazienti nel weekend ha potuto farlo senza limite. Per chi se n’è
occupato lunedì, invece, c’è stato pochissimo tempo a disposizione. Il
risultato è che adesso i medici non possono più segnalare i pazienti
che hanno diritto a questo esame».
4 - Sempre ieri mette i piedi nel piatto già dolente anche il professor
Roberto De Vogli dell’ Università di Padova il quale sottolinea come
non si consoce ne si comprende la ratio con cui è stato messo assieme
il comitato tecnico scientifico dal momento che le figure selezionate
non sembrano essere state scelte in base ai criteri di esperienza e
capacità su temi cruciali come la valutazione di efficacia degli
interventi di salute pubblica a livello di popolazione,
l’epidemiologia, la salute globale, le politiche sanitarie e la
sorveglianza delle malattie infettive.
Borrelli ad esempio, responsabile di nominare il comitato stesso, è un
dottore commercialista esperto in terremoti! La sensazione che si ha,
leggendo i nomi dei membri del comitato, è che la selezione sia
avvenuta dando priorità agli aspetti “politico-personali” più che
tecnico-scientifici. E’ singolare poi il fatto che 18 componenti su 20
lavorino a Roma.
E Andrea Crisanti, che da mesi consiglia il paese di usare più tamponi
e ha salvato migliaia di vite in Veneto grazie alla sua strategia
indipendente,come mai non trova spazio nel comitato? Ranieri Guerra,
del comitato tecnico scientifico e direttore aggiunto Oms, affermava
che i test di massa (agli asintomatici) erano “scientificamente
inutili” e “logisticamente impossibili” mentre Walter Ricciardi,
rappresentante italiano del comitato esecutivo dell’Oms, rimproverava
la strategia di Crisanti in Veneto per aver disatteso le linee guida
del comitato tecnico scientifico e Oms.
Ora però il governo (e il comitato tecnico scientifico?) ha annunciato
5 milioni di tamponi e test della app a fine maggio. Come diceva lo
stesso Crisanti, con le direttive dell’Istituto Superiore di Sanità e
dell’Oms si è perso almeno un mese: “Non si è capito che fare i
tamponi, e particolarmente farli ai contatti e a quelli che
potenzialmente sono entrati in contatto con la persona infetta, abbatte
la trasmissione.”
La nuova strategia sui tamponi è una buona notizia, ma allo stesso
tempo è la prova che davvero il comitato tecnico scientifico ha perso
almeno un mese (ad essere generosi), prima di adottare una misura già
scientificamente considerata efficace dopo l’esperimento di Vo’ e la
pubblicazione di articoli su riviste scientifiche internazionali peer
reviewed come Science e Nature (il caso della Sud Corea, Taiwan,
Singapore e Hong Kong).
5 - Concludendo la cronaca delle ultime e penultime ventiquattro ore
appare evidente un fatto: la bassa utilità dei due ospedali da campo
allestiti alla Fiera di Milano e Bergamo (ne bastava uno ed avanzava
metà anche di quello). La necessità di investire immediatamente sia per
produrre dpi che di effettuare quanti più tamponi possibili non
tanto per avere un quadro maggiormente attendibile ma per dare ai
cittadini l’informazione necessaria per un maggiore rispetto della
quarantena. Se lo sai che sei infettante stai a casa con maggiore
sollecitudine che col solo sospetto che forse anche tu potresti.
Infine emerge ancora una volta la cieca fiducia nella chimica e nelle
macchine prima che nella conoscenza e nella prevenzione. Anche fare i
tamponi a livello di grandi numeri è prevenzione ed infatti proprio
l’esperienza di Vò l’ha dimostrato.
Ma la questione è che bisogna fare girare le palanche e queste girano
solo negli ospedali e negli ordini di materiali ed attrezzature. A
pensare male si fa peccato, ma poi qualcuno farà i conti di quanto è
costata alla sanità regionale questo covid19 e quanto si sono spartiti
gli ospedlai pubblici e quelli privati. Tempo al tempo sapremo tutto.
6 - Bergamo città. Due pensionati di 72 e 77 anni usciti di casa si
riposano su due panchine distanti almeno otto metri e chiacchierano a
distanza, mascherino muniti. Sul marciapiedi tra i due anziani seduti
arriva un tipo prestante su un vespa, si toglie il casco, gli cade la
mascherina dal volto perché ha un legaccio rotto e rivolto ai due: non
potete stare seduti sulle panchine!. Uno dei pensionati gli
chiede chi sia e quello si presenta: sono il comandante della stazione
dei carabinieri. Un carabinieri in moto sul marciapiedi senza
mascherina?. Poiché intanto che stavano seduti sono già
transitati due vigili in auto ed anche una pattuglia di PS che adesso
sta rimbrottando due ragazze che –sull’altro lato della strada- sbafano
due portentose coppette di gelato sedute quasi gomito a gomito e
nessuna guardia li aveva richiamati, uno dei due domanda come facciamo
a sapere che lei è davvero chi dice di essere?. Il tipo prestante
vespista sul marciapiedi senza mascherina ripete di essere il
comandante della vicina caserma dei carabinieri. Uno dei due
pensionati comincia ad armeggiare col cellulare per immortalare il
prestante vespista con la moto sul marciapiedi senza mascherina e
quello di nuovo ordina: dovete camminare, non stare fermi a prendere il
sole. Peccato che entrambi fossero seduti del tutto in ombra. Tra
parentesi: il prestante vespista in moto sul marciapiedi senza
mascherina è davvero il comandante della vicina stazione dei
carabinieri. Pare che la foto del prestante vespista a cavallo della
moto di fronte e di retro sia stata spedita al comandante provinciale
dei CC.
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MANCANO OPERE ESSELI
E NE PROGETTANO DI INUTILI
Ennesima lite tra maggioranza ed opposizione in Parlamento per il
finanziamento della ferrovia dal Caravaggio alla stazione di Bergamo
RFI. Adesso quest'opera entra nel gruppo delle opere strategiche per le
prossime Olimpiadi invernali te. Un fatto che non cambia la sostanza
delle cose, secondo la maggioranza Pd-M5S: l'opera resta in programma e
finanziata. Ma trasloca: dal contratto di programma, tra Rfi (gruppo
Fs) e ministero, alla legge Olimpiadi. Un'altra opera che
dovrebbe finire nel capitolo olimpico (Milano-Cortina 2026) è la
variante di Trescore, un centinaio di milioni di euro di lavori. Per
il collegamento ferroviario per Orio ne servono 170. E la Regione teme
che risorse per entrambi i cantieri non ce ne siano. «Le opere sono
finanziate — ribadisce Martina — ma bisogna anche chiedersi
esattamente cosa stia facendo la Regione per realizzarle». si è sempre
detto che gli investimenti pubblici ma a carico delle Regioni PER LE
Olimpiadi 2026 dovevano ammontare a poco più di 350 milioni di euro.
Invece Lombardia e Veneto ricevono addirittura un miliardo, distribuiti
negli anni. Nel finanziamento si suggerisce anche la destinazione, ma
tenendosi il più vago possibile: potranno essere utilizzati per gli
impianti previsti dal dossier, ma visto che lì i soldi avanzerebbero,
anche per “opere connesse”, o ancora più genericamente “opere di
contesto”. Quindi praticamente tutto. Dalle prime indiscrezioni,
dovrebbero essere investiti principalmente sulla rete viaria. Sta ai
governatori Zaia e Fontana, d'intesa col ministero delle Infrastrutture
(che fa capo alla ministra De Micheli) stilare la lista della spesa: di
fatto grazie alle Olimpiadi le due Regioni più ricche d'Italia potranno
rifarsi il look.
Intanto anche Autostrade Bergamasche che dovrebbe realizzare in projet
financing la Bergamo-Treviglio chiede alla Regione la
bellezza di 130 milioni e questo scatena la reazione dei sindaci
sia di quelli favorevoli che vorrebbero maggiori vantaggi e controlli
per gli utenti vista la compartecipazione pubblica alla spesa che da
parte dei numerosi sindaci contrari all'opera.
«Siamo sempre stati contrari a quest'opera — spiega il sindaco di
Stezzano Simone Tangorra —. Il nostro territorio verrebbe tagliato in
due in una zona sensibile come quella del Santuario della Madonna dei
Campi. Ora di fronte al lievitare in maniera esponenziale del
contributo pubblico siamo ancora più contrari. Con 130 milioni si può
mettere mano a una viabilità alternativa come si è sempre ipotizzato».
Sulla stessa linea il Comune di Levate, da sempre tra i più critici.
Perplessa anche il sindaco di Pontirolo Gigliola Breviario e il
sindaco di Verdello Fabio Mossali: «Come molti amministratori — dice
— siamo perplessi dall'entità del contributo chiesto per un'opera che
non si sa se funzionerà. Con molto meno si potrebbero chiudere
situazioni di viabilità aperte da tempo a partire dalla nostra
tangenziale. Con un milione di euro in più si potrebbe fare tutta”.
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