A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1217 DEL 25 APRILE 2020
























































Di cosa parliamo in questa pagina.



















LA GIUNTA GAMBA QUATTA QUATTA
HA INTESTATO LA BIBLIOTECA ALLA
MONTALCINI E IL TEATRO A DEANDRÉ
CANCELLANDO LA STORIA DEL PAESE.
LA BANALITÀ DI QUELLI INTELLIGENTI
CRESCIUTI NELLA SCUOLA A TEMPO PIENO
I furbetti e le furbette della giunta Gamba, assente dalla riunione la giuliva assessora Bellezza (che era la più interessata  nell’opera- zione) il 29 febbraio  hanno deliberato di intitolare la futura  biblioteca al R.L.Montalcini (torinese, classe 1909, morta nel 2012) e l’unito auditorium a F.DeAndre (genovese, classe 1940 morto nel ‘99). Furbetti e furbette perché non si sono mosse come i loro colleghi di Mozzo che hanno fatto una sorta di referendum via web per trovare il nome (tra tre nominativi femminili) da dare al loro rinnovato biblioteca auditorium sapendo con certezza che il popolo bove avrebbe cambiato i connotati e allora, sotto con una delibera mezzo clandestina (l’assenza dell’assessora dice pure qualcosa) che viene scodellata in piena pandemia senza nemmeno avere l’onore di un annuncio sulla pagina web del comune.
Forse un minimo di vergogna?.
A parte l’idea balzana di intitolare  i due spazi nello stesso edificio a due persone diverse quando l’insieme nacque seguendo l’idea che lo scrivere e le altre forme dell’arte fossero parte di un unico percorso mentre adesso la scelta –sai quanto moderna!- è stata quella di intitolare il tutto ai soliti noti. Una sorta di cosa “de sinistra” che frega (interessa) a nessuno.
Certo è che nominare e inaugurare una struttura nel 2020 ( ma forse sarà il 2021) nata e concepita un quarto di secolo prima fa capire come a Curno alla politica interessi qualcosa d’altro piuttosto che la cultura, nonostante il grassissimo piano del diritto allo studio fatto esclusivamente per foraggiare gli amici degli amici e consentire alle mammine di andare dal parrucchiere di pomeriggio fingendo (sena mai dimostrarlo!) che il piano aiuto il lavoro femminile. Che è poi un seminare sul cemento visti i risultati.
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le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!

































































































































































































































1 - LA GIUNTA GAMBA QUATTA QUATTA
HA INTESTATO LA BIBLIOTECA ALLA
MONTALCINI E IL TEATRO A DEANDRÉ
CANCELLANDO LA STORIA DEL PAESE.
LA BANALITÀ DI QUELLI INTELLIGENTI
CRESCIUTI NELLA SCUOLA A TEMPO PIENO
I furbetti e le furbette della giunta Gamba, assente dalla riunione la giuliva assessora Bellezza (che era la più interessata  nell’opera- zione) il 29 febbraio  hanno deliberato di intitolare la futura  biblioteca al R.L.Montalcini (torinese, classe 1909, morta nel 2012) e l’unito auditorium a F.DeAndre (genovese, classe 1940 morto nel ‘99). Furbetti e furbette perché non si sono mosse come i loro colleghi di Mozzo che hanno fatto una sorta di referendum via web per trovare il nome (tra tre nominativi femminili) da dare al loro rinnovato biblioteca auditorium sapendo con certezza che il popolo bove avrebbe cambiato i connotati e allora, sotto con una delibera mezzo clandestina (l’assenza dell’assessora dice pure qualcosa) che viene scodellata in piena pandemia senza nemmeno avere l’onore di un annuncio sulla pagina web del comune.
Forse un minimo di vergogna?.
A parte l’idea balzana di intitolare  i due spazi nello stesso edificio a due persone diverse quando l’insieme nacque seguendo l’idea che lo scrivere e le altre forme dell’arte fossero parte di un unico percorso mentre adesso la scelta –sai quanto moderna!- è stata quella di intitolare il tutto ai soliti noti. Una sorta di cosa “de sinistra” che frega (interessa) a nessuno.

Certo è che nominare inaugurare una struttura nel 2020 ( ma forse sarà il 2021) nata e concepita un quarto di secolo prima fa capire come a Curno alla politica interessi qualcosa d’altro piuttosto che la cultura, nonostante il grassissimo piano del diritto allo studio fatto esclusivamente per foraggiare gli amici degli amici e consentire alle mammine di andare dal parrucchiere di pomeriggio fingendo (sena mai dimostrarlo!) che il piano aiuto il lavoro femminile. Che è poi un seminare sul cemento visti i risultati.

Naturalmente non pretendiamo che una laureata al dams bolognese conosca la storia di Curno dal momento che il suo occhio fisso versa sopratutto in direzione delle mille onlus che ravanano nel territorio del sociale in mano alle giunte locali e quindi diamo per scontato che la Bellezza ed anche la sindaca Gamba NON sappiano che a Curno ha vissuto per molti anni un certo Pietro Spino (1513-1585.vedi : Pieran- tonio Serassi – Raccolta Caloge- ranaT.XXXI) )  albinese di nascita che arriva a Curno nel 1538 quando sposa Laura Mapelli Mozzi proprietari dei fondi verso il Brembo e verso la Quisa da Sere fino alla Dorotina alta.

Ora merita di essere inserito  un breve pezzo di storia patria.
Perchè c’è il Castello della Marigolda. E' stato rivenuto un documento del 1330 d.C. in cui l'Imperatore concede a un nobile di Mozzo il diritto di imporre la tassa del 20% per ogni tronco d'albero (5 alberi ogni 20) che arrivava a Ponte san Pietro dalla VaIBrembana utilizzando le acque del Fiume Brembo come mezzo di trasporto, l'uso del fiume per il trasporto dei tron¬chi è antecedente al X sec.. Poiché a valle della forra di Ponte il fiume si allargava consentendo l'attraversamento del fiume da/per l'Isola nonché la presenza di filaresse (sbarramenti di tronchi d'albero per raccogliere e deviare le acque del fiume ad irrigare le campagne: ve n'erano due, una per sponda) e siccome i tronchi servivano più verso la città che verso le campagne, ecco una delle ragioni "forti" per cui era stato edificato il Castello della Marigolda, sede presumibilmente dell'organizzazione armata di controllo degli attraversamenti e per la riscossione (cioè il ritiro e l'ammontonamento in attesa della vendita) del pedaggio in legname. E da un altro documento c'è la certezza che il Castello della Marigolda esistesse prima dell'anno 1100.
Si avvalora la tesi che il castello sia stato edificato perlomeno in tre tappe. La prima fu la porzione di nord ovest (che presumibilmente sor¬geva direttamente dalla campagna, sul piano dell'attuale cantina), ampliata nel Medioevo col terrapieno e il cortile ovest coi fabbricati a est e sud ; ultimo il cortile est coi fabbricati sui tre lati, di cui quello ovest appoggiato ai preesistenti.

Una visione complessiva del territorio. La storia del Castello della Marigolda non può essere fatta tenendo conto SOLO dei confini territoriali assunti dal comune nel XVIII-XX sec. Infatti partendo da alcuni riferimenti sulle origini del possesso del Castello della Marigolda da parte dei Benedet tini di Pontida (1086 d.C), si è pervenuti alla certezza che per circa 4-5 secoli ( tutto il Medioe¬vo) le terre a nord, est e sud del Castello della Marigolda sono state possedimenti dei Mozzi, dizione generica che indica una casata che fu proprietaia e dominò le terre ad est di Astino e del c.d. Monte di Mozzo ( monastero fondato da uno dei Mozzi) fino al Fiume Brembo. Dal ponte romano di Almenno fino a quella parte di territorio di Treviolo irrigato dalle acque del Serio e derivate.

2 - LA GIUNTA GAMBA QUATTA QUATTA
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CANCELLANDO LA STORIA DEL PAESE.
LA BANALITÀ DI QUELLI INTELLIGENTI
CRESCIUTI NELLA SCUOLA A TEMPO PIENO
«Curnatica». Nella ricerca s'è rinvenuto che una porzione del territorio di Mozzo (la valletta o conca del Borghetto) è denominata per lungo tempo col toponimo di Curnatica. Il che smonta le affermazioni di certi storici parrocchiali sull'origine del toponimo o nome Curno (fatto derivare da... corniolo!). Curnatica indicherebbe una zona non ancora avviata alla coltivazione intensiva, comunque già sottoposta a pas- colamento.
La famiglia Mozzi si imparenterà verso la fine del XIII con la famiglia Mapelli (da Sottoriva di Ponte san Pietro).

Pietro Spino. Il poeta Pietro Spino nato ad Albino diventa proprietario del territorio del Castel- lo della Marigolda (che si espandeva su areali di Ponte, Mozzo e Curno) nel 1538 quando sposa Laura Mapelli Mozzi. Pietro Spino (n.1523) è stato il maggior poeta bergamasco del primo Rinascimento e uno dei maggiori poeti italiani del periodo. Fu amico di Bembo, Tasso, Moroni, L'Aretino, Papa Gregorio XIV, Albani (Lucia) e redattore della prima biografia del Colleoni, a pochi anni dalla relativa morte. Utilizzò in modo assai approfondito e costante il volgare (lingua toscana) al posto del latino nella sue opere. Avuto in eredità il Castello della Marigolda lo trasformò in un cenacolo di poeti, sito certamente importante e noto nell'ambito nazionale se -in molti suoi documenti autografi- indica come luogo d'origine del medesimo non Curno bensì "dal Castello della Marigolda".

Il quadro generale.
Quando Pietro Spini, originario da una ricchissima e politicamente importante  famiglia di commercianti lanieri nella Valle Seriana arriva a Curno (1538) fresco neoconiuge della padrona di casa, il territorio di Curno ha  subito e sta maturando da pochi anni una profonda modifica in meglio  per via della  costruzione degli ultimi rami della Roggia Curna  da parte di Bartolomeo Colleoni. Come tutti i canali di bonifica pedecollinari anche la Roggia Curna ha il duplice scopo di raccogliere le acque piovane che grondano dalle colline sovrastanti nelle stagioni piovose e di portare acqua per l’alimentazione umana e l’irrigazione delle campagne nella stagione asciutta. Le acque eccedenti anziché allagare e rendere paludose le campagne sono quindi portate verso il fiume Brembo. Curno non si svilupperà che dopo l’arrivo della Roggia Curna e sarà proprio all’altezza del mulino che deriva un ramo che vira verso la Dorotina. Così il ramo principale che attraversa il paese aggirando nella piazza del comune la propaggine meridionale colla collina di Mozzo provvederà a irrigare le campagna  a sud del paese e quelle della Marigolda bassa con  due code finali nel fiume Brembo lungo la via Brembo l’altro che dalla Cascina Frigeni  punta dritto verso il ramo del Fiume Brembo poco più a valle della passerella verso l’Isolotto. Questa coda della roggia cade proprio dove c’era una filaressa che serviva a raccogliere anche le acque perla roggia Serio Piccolo che da Curno  arrivava a Osio Boltiere  Pontirolo.
Il ramo che deriva all’altezza del mulino punta verso via Buelli Repubblica, passa verso la Dorotina  di fianco alla SP470e da li provvede a irrigare tutta la conca della Dorotina  con la coda nella Quisa.
Curno deve la propria crescita  dall’arrivo della roggia Curna che  veniva alimentata dalle acque del Fiume Serio della Valle Seriana e questo forse dice qualcosa anche  sul matrimonio tra il figlio di un industriale laniero del paese dove partiva la roggia principale le cui acque facevano anche la fortuna delle terre dei Mozzi alla Marigolda.

Il quadro non può chiudersi senza ricordare che mentre il Pietro Spini vive (1523-1585) sotto il dominio veneto (Venezia si sostituisce al governo di Bergamo dei Visconti dopo il 1428) sono  nel frattempo accaduti o accadono dei fatti importanti. E’ del 1492 la scoperta dell’America che segna l’inizio della decadenza del ruolo internazionale di Venezia e quindi già alla nascita dello Spini Spagna e Portogallo prendono il governo dei commerci verso il nuovo mondo. Nel 1561 Venezia decide di rafforzare e quindi ricostruisce interamente le Mura di  Bergamo (che era il confine occidentale di Venezia cogli Spagnoli) lungo  un periodo di quasi 30 anni (1588) proprio perché ha compreso che il suo ruolo internazionale  sta finendo ed avanza quello della Spagna.

Ecco perché intitolare la biblioteca e l’auditorium ad una torinese ed a un genovese è soltanto il segno di una spettacolare ignoranza della propria storia degna di una «Curno da bere»  in salsa sinistrorsa che di sinistra non ha nulla.