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LA GIUNTA GAMBA QUATTA QUATTA
HA INTESTATO LA BIBLIOTECA ALLA
MONTALCINI E IL TEATRO A DEANDRÉ
CANCELLANDO LA STORIA DEL PAESE.
LA BANALITÀ DI QUELLI INTELLIGENTI
CRESCIUTI NELLA SCUOLA A TEMPO PIENO
I furbetti e le furbette della giunta Gamba, assente dalla riunione la
giuliva assessora Bellezza (che era la più interessata nell’opera-
zione) il 29 febbraio hanno deliberato di intitolare la futura
biblioteca al R.L.Montalcini (torinese, classe 1909, morta nel 2012) e
l’unito auditorium a F.DeAndre (genovese, classe 1940 morto nel ‘99).
Furbetti e furbette perché non si sono mosse come i loro colleghi di
Mozzo che hanno fatto una sorta di referendum via web per trovare il
nome (tra tre nominativi femminili) da dare al loro rinnovato
biblioteca auditorium sapendo con certezza che il popolo bove avrebbe
cambiato i connotati e allora, sotto con una delibera mezzo clandestina
(l’assenza dell’assessora dice pure qualcosa) che viene scodellata in
piena pandemia senza nemmeno avere l’onore di un annuncio sulla pagina
web del comune.
Forse un minimo di vergogna?.
A parte l’idea balzana di intitolare i due spazi nello stesso edificio
a due persone diverse quando l’insieme nacque seguendo l’idea che lo
scrivere e le altre forme dell’arte fossero parte di un unico percorso
mentre adesso la scelta –sai quanto moderna!- è stata quella di
intitolare il tutto ai soliti noti. Una sorta di cosa “de sinistra” che
frega (interessa) a nessuno.
Certo è che nominare e inaugurare una struttura nel 2020 ( ma forse sarà
il 2021) nata e concepita un quarto di secolo prima fa capire come a
Curno alla politica interessi qualcosa d’altro piuttosto che la
cultura, nonostante il grassissimo piano del diritto allo studio fatto
esclusivamente per foraggiare gli amici degli amici e consentire alle
mammine di andare dal parrucchiere di pomeriggio fingendo (sena mai
dimostrarlo!) che il piano aiuto il lavoro femminile. Che è poi un
seminare sul cemento visti i risultati.
(...)
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PDF: 9,5 Mb
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1 - LA GIUNTA GAMBA QUATTA QUATTA
HA INTESTATO LA BIBLIOTECA ALLA
MONTALCINI E IL TEATRO A DEANDRÉ
CANCELLANDO LA STORIA DEL PAESE.
LA BANALITÀ DI QUELLI INTELLIGENTI
CRESCIUTI NELLA SCUOLA A TEMPO PIENO
I furbetti e le furbette della giunta Gamba, assente dalla riunione la
giuliva assessora Bellezza (che era la più interessata
nell’opera- zione) il 29 febbraio hanno deliberato di intitolare
la futura biblioteca al R.L.Montalcini (torinese, classe 1909,
morta nel 2012) e l’unito auditorium a F.DeAndre (genovese, classe 1940
morto nel ‘99). Furbetti e furbette perché non si sono mosse come i
loro colleghi di Mozzo che hanno fatto una sorta di referendum via web
per trovare il nome (tra tre nominativi femminili) da dare al loro
rinnovato biblioteca auditorium sapendo con certezza che il popolo bove
avrebbe cambiato i connotati e allora, sotto con una delibera mezzo
clandestina (l’assenza dell’assessora dice pure qualcosa) che viene
scodellata in piena pandemia senza nemmeno avere l’onore di un annuncio
sulla pagina web del comune.
Forse un minimo di vergogna?.
A parte l’idea balzana di intitolare i due spazi nello stesso
edificio a due persone diverse quando l’insieme nacque seguendo l’idea
che lo scrivere e le altre forme dell’arte fossero parte di un unico
percorso mentre adesso la scelta –sai quanto moderna!- è stata quella
di intitolare il tutto ai soliti noti. Una sorta di cosa “de sinistra”
che frega (interessa) a nessuno.
Certo è che nominare inaugurare una struttura nel 2020 ( ma forse sarà
il 2021) nata e concepita un quarto di secolo prima fa capire come a
Curno alla politica interessi qualcosa d’altro piuttosto che la
cultura, nonostante il grassissimo piano del diritto allo studio fatto
esclusivamente per foraggiare gli amici degli amici e consentire alle
mammine di andare dal parrucchiere di pomeriggio fingendo (sena mai
dimostrarlo!) che il piano aiuto il lavoro femminile. Che è poi un
seminare sul cemento visti i risultati.
Naturalmente non pretendiamo che una laureata al dams bolognese conosca
la storia di Curno dal momento che il suo occhio fisso versa sopratutto
in direzione delle mille onlus che ravanano nel territorio del sociale
in mano alle giunte locali e quindi diamo per scontato che la Bellezza
ed anche la sindaca Gamba NON sappiano che a Curno ha vissuto per molti
anni un certo Pietro Spino (1513-1585.vedi : Pieran- tonio Serassi –
Raccolta Caloge- ranaT.XXXI) ) albinese di nascita che arriva a
Curno nel 1538 quando sposa Laura Mapelli Mozzi proprietari dei fondi
verso il Brembo e verso la Quisa da Sere fino alla Dorotina alta.
Ora merita di essere inserito un breve pezzo di storia patria.
Perchè c’è il Castello della Marigolda. E' stato rivenuto un documento
del 1330 d.C. in cui l'Imperatore concede a un nobile di Mozzo il
diritto di imporre la tassa del 20% per ogni tronco d'albero (5 alberi
ogni 20) che arrivava a Ponte san Pietro dalla VaIBrembana utilizzando
le acque del Fiume Brembo come mezzo di trasporto, l'uso del fiume per
il trasporto dei tron¬chi è antecedente al X sec.. Poiché a valle della
forra di Ponte il fiume si allargava consentendo l'attraversamento del
fiume da/per l'Isola nonché la presenza di filaresse (sbarramenti di
tronchi d'albero per raccogliere e deviare le acque del fiume ad
irrigare le campagne: ve n'erano due, una per sponda) e siccome i
tronchi servivano più verso la città che verso le campagne, ecco una
delle ragioni "forti" per cui era stato edificato il Castello della
Marigolda, sede presumibilmente dell'organizzazione armata di controllo
degli attraversamenti e per la riscossione (cioè il ritiro e
l'ammontonamento in attesa della vendita) del pedaggio in legname. E da
un altro documento c'è la certezza che il Castello della Marigolda
esistesse prima dell'anno 1100.
Si avvalora la tesi che il castello sia stato edificato perlomeno in
tre tappe. La prima fu la porzione di nord ovest (che presumibilmente
sor¬geva direttamente dalla campagna, sul piano dell'attuale cantina),
ampliata nel Medioevo col terrapieno e il cortile ovest coi fabbricati
a est e sud ; ultimo il cortile est coi fabbricati sui tre lati, di cui
quello ovest appoggiato ai preesistenti.
Una visione complessiva del territorio. La storia del Castello della
Marigolda non può essere fatta tenendo conto SOLO dei confini
territoriali assunti dal comune nel XVIII-XX sec. Infatti partendo da
alcuni riferimenti sulle origini del possesso del Castello della
Marigolda da parte dei Benedet tini di Pontida (1086 d.C), si è
pervenuti alla certezza che per circa 4-5 secoli ( tutto il Medioe¬vo)
le terre a nord, est e sud del Castello della Marigolda sono state
possedimenti dei Mozzi, dizione generica che indica una casata che fu
proprietaia e dominò le terre ad est di Astino e del c.d. Monte di
Mozzo ( monastero fondato da uno dei Mozzi) fino al Fiume Brembo. Dal
ponte romano di Almenno fino a quella parte di territorio di Treviolo
irrigato dalle acque del Serio e derivate.
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2 - LA GIUNTA GAMBA QUATTA QUATTA
HA INTESTATO LA BIBLIOTECA ALLA
MONTALCINI E IL TEATRO A DEANDRÉ
CANCELLANDO LA STORIA DEL PAESE.
LA BANALITÀ DI QUELLI INTELLIGENTI
CRESCIUTI NELLA SCUOLA A TEMPO PIENO
«Curnatica». Nella ricerca s'è rinvenuto che una porzione del
territorio di Mozzo (la valletta o conca del Borghetto) è denominata
per lungo tempo col toponimo di Curnatica. Il che smonta le
affermazioni di certi storici parrocchiali sull'origine del toponimo o
nome Curno (fatto derivare da... corniolo!). Curnatica indicherebbe una
zona non ancora avviata alla coltivazione intensiva, comunque già
sottoposta a pas- colamento.
La famiglia Mozzi si imparenterà verso la fine del XIII con la famiglia Mapelli (da Sottoriva di Ponte san Pietro).
Pietro Spino. Il poeta Pietro Spino nato ad Albino diventa proprietario
del territorio del Castel- lo della Marigolda (che si espandeva su
areali di Ponte, Mozzo e Curno) nel 1538 quando sposa Laura Mapelli
Mozzi. Pietro Spino (n.1523) è stato il maggior poeta bergamasco del
primo Rinascimento e uno dei maggiori poeti italiani del periodo. Fu
amico di Bembo, Tasso, Moroni, L'Aretino, Papa Gregorio XIV, Albani
(Lucia) e redattore della prima biografia del Colleoni, a pochi anni
dalla relativa morte. Utilizzò in modo assai approfondito e costante il
volgare (lingua toscana) al posto del latino nella sue opere. Avuto in
eredità il Castello della Marigolda lo trasformò in un cenacolo di
poeti, sito certamente importante e noto nell'ambito nazionale se -in
molti suoi documenti autografi- indica come luogo d'origine del
medesimo non Curno bensì "dal Castello della Marigolda".
Il quadro generale.
Quando Pietro Spini, originario da una ricchissima e politicamente
importante famiglia di commercianti lanieri nella Valle Seriana
arriva a Curno (1538) fresco neoconiuge della padrona di casa, il
territorio di Curno ha subito e sta maturando da pochi anni una
profonda modifica in meglio per via della costruzione degli
ultimi rami della Roggia Curna da parte di Bartolomeo Colleoni.
Come tutti i canali di bonifica pedecollinari anche la Roggia Curna ha
il duplice scopo di raccogliere le acque piovane che grondano dalle
colline sovrastanti nelle stagioni piovose e di portare acqua per
l’alimentazione umana e l’irrigazione delle campagne nella stagione
asciutta. Le acque eccedenti anziché allagare e rendere paludose le
campagne sono quindi portate verso il fiume Brembo. Curno non si
svilupperà che dopo l’arrivo della Roggia Curna e sarà proprio
all’altezza del mulino che deriva un ramo che vira verso la Dorotina.
Così il ramo principale che attraversa il paese aggirando nella piazza
del comune la propaggine meridionale colla collina di Mozzo provvederà
a irrigare le campagna a sud del paese e quelle della Marigolda
bassa con due code finali nel fiume Brembo lungo la via Brembo
l’altro che dalla Cascina Frigeni punta dritto verso il ramo del
Fiume Brembo poco più a valle della passerella verso l’Isolotto. Questa
coda della roggia cade proprio dove c’era una filaressa che serviva a
raccogliere anche le acque perla roggia Serio Piccolo che da
Curno arrivava a Osio Boltiere Pontirolo.
Il ramo che deriva all’altezza del mulino punta verso via Buelli
Repubblica, passa verso la Dorotina di fianco alla SP470e da li
provvede a irrigare tutta la conca della Dorotina con la coda
nella Quisa.
Curno deve la propria crescita dall’arrivo della roggia Curna
che veniva alimentata dalle acque del Fiume Serio della Valle
Seriana e questo forse dice qualcosa anche sul matrimonio tra il
figlio di un industriale laniero del paese dove partiva la roggia
principale le cui acque facevano anche la fortuna delle terre dei Mozzi
alla Marigolda.
Il quadro non può chiudersi senza ricordare che mentre il Pietro Spini
vive (1523-1585) sotto il dominio veneto (Venezia si sostituisce al
governo di Bergamo dei Visconti dopo il 1428) sono nel frattempo
accaduti o accadono dei fatti importanti. E’ del 1492 la scoperta
dell’America che segna l’inizio della decadenza del ruolo
internazionale di Venezia e quindi già alla nascita dello Spini Spagna
e Portogallo prendono il governo dei commerci verso il nuovo mondo. Nel
1561 Venezia decide di rafforzare e quindi ricostruisce interamente le
Mura di Bergamo (che era il confine occidentale di Venezia cogli
Spagnoli) lungo un periodo di quasi 30 anni (1588) proprio perché
ha compreso che il suo ruolo internazionale sta finendo ed avanza
quello della Spagna.
Ecco perché intitolare la biblioteca e l’auditorium ad una torinese ed
a un genovese è soltanto il segno di una spettacolare ignoranza della
propria storia degna di una «Curno da bere» in salsa sinistrorsa
che di sinistra non ha nulla.
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