A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1216 DEL 23 APRILE 2020
























































Di cosa parliamo in questa pagina.



















IL CIVISMO DEI BERGAMASCHI
E IL SENSO DELLE ISTITUZIONI
DI CERTI AMMINISTRATORI
Apro L'Eco 22 aprile e leggo: Ats: «Ossigeno distribuito a 3 mila pazienti in un mese».  4.192 consegne di contenitori di ossigeno liquido , quasi 3.000 pazienti raggiunti al domicilio, sino a 1.689 consegne alla settimana (tra il 23 e il 29 marzo) e una punta di 387 consegne (nella sola giornata di mercoledì 26 marzo). Il tutto in circa un mese: dal 13 marzo al 16 aprile.
Ragionamento presto fatto: 4192 consegne su 3000 pazienti in poco più di un mese su 250 comuni farebbero 17 consegne ciascuno (comune). Una ogni due giorni.  In realtà però le consegne non sono state fatte nei 250 comuni ma al massimo in 150. Mi domando dove starebbe tutto questo tribolare. Allora quegli sfigati di extracomunitari che distribuiscono i giornali ogni giorno cosa sono? Sono “negri”:l'abbiamo capito.  Semmai la Regione e l'ATS mettano una regola: se entro tre giorni dalla fine dell'uso del serbatoio  questo non viene restituito, scatta una penale di  molti euro (100 per “educare” i rivoltosi) per ogni giorno di ritardo nella restituzione. Poi magari non restituiscono la bombola dell'ossigeno e la portano in discarica.
(...)

MORTO UN VECCHIO CE NE SONO ALTRI DUE CHE ASPETTANO (DI ENTRARE)
Appartenendo alla classe di età  maggiormente sotto mira del covid19, credo di potermi permettere un linguaggio ed esprimere concetti poco ortodossi. In Lombardia nelle RSA sarebbero schiattati  nei mesi di marzo aprile 2020 duemila anziani. Ovviamente anche per covid 19 o soprattutto quello ha dato la botta finale. Se si apre  qualsiasi quotidiano l'è tutta una valle di lacrime e di ipocrisie sul mio amore di 100 anni morta di covid19 senza nemmeno poterle dare l'ultimo bacetto oppure su mio nonna così carina e simpatica morta di covid19 a 99 anni. Diciamo che quando un anziano finisce la sua vita in una RSA ha davanti due destini. Se è ricco ed è un ospite di una stanza dove  paga qualche migliaia di euro al mese, quello è un tesoro per la RSA e quindi va mantenuto in vita il più possibile. Anche se è acciaccoso: anzi! meglio che così la fattura mensile s'ingrassa. Nemmeno il peggiori contadino ammazza la vacca più produttiva. Se invece   paghi il canone normale e per di più sei acciaccato, stai sicuro che sei destinato a campare poco dal momento che sei una zavorra di poco rendimento e il tuo posto potrebbe essere occupato da qualcuno che rende di più. Attorno alle RSA come del resto in massima parte in tutti i servizi che il pubblico somministra ai propri cittadini, c'è tutta una selva di privati sempre mascherati da cooperative per avere mano libera nelle assunzione e nei licenziamenti pagate dalla RSA “a la carte”.
(...)

METTONO AL MONDO DEI MOSTRI E DANNO LA COLPA ALL'AZIENDALISMO
Il modello di ospedale attuale  sostanzialmente funziona ed ha una sua razionalità fatto salvo il fatto che è affidato  a due tipi di personale. Uno –quello medico infermieristico- sicuramente all'altezza del suo compito mentre quello  organizzativo sicuramente non all'altezza perché in gran parte  lottizzato politicamente. In questo l'ospedale di oggi  sotto il profilo del suo governo é messo male esattamente come sono messi male i comuni provincie regioni  e l'assoluta maggioranza delle aziende italiane in mano ancora a padroncini che non hanno ancora realizzato la differenza tra l'azienda e il proprio pollaio.
Ma quel che appare assurdo è che l'ospedale di oggi ha un livello di stima nell'utenza che appare incredibile. La sanità lombarda è riuscita ad fare ammazzare in questa vicenda del covid 19 di sicuro oltre 15mila degenti  (va bene che i lombardi sono dieci milioni…) mentre in realtà saranno almeno  8-10mila di più considerando la differenza di mortalità  negli stessi mesi  tra il 2019 e il 2020 e di contro ha REGALATO al 23aprile la bellezza di CENTO milioni di euro alle varie ASST lombarde. Chi ha il cervello a posto non regala cento milioni al suo carnefice.
(...)




PDF: 8 Mb














































le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!

































































































































































































































 IL CIVISMO DEI BERGAMASCHI
E IL SENSO DELLE ISTITUZIONI
DI CERTI AMMINISTRATORI


Apro L'Eco 22 aprile e leggo: Ats: «Ossigeno distribuito a 3 mila pazienti in un mese».  4.192 consegne di contenitori di ossigeno liquido , quasi 3.000 pazienti raggiunti al domicilio, sino a 1.689 consegne alla settimana (tra il 23 e il 29 marzo) e una punta di 387 consegne (nella sola giornata di mercoledì 26 marzo). Il tutto in circa un mese: dal 13 marzo al 16 aprile.
Ragionamento presto fatto: 4192 consegne su 3000 pazienti in poco più di un mese su 250 comuni farebbero 17 consegne ciascuno (comune). Una ogni due giorni.  In realtà però le consegne non sono state fatte nei 250 comuni ma al massimo in 150. Mi domando dove starebbe tutto questo tribolare. Allora quegli sfigati di extracomunitari che distribuiscono i giornali ogni giorno cosa sono? Sono “negri”:l'abbiamo capito.  Semmai la Regione e l'ATS mettano una regola: se entro tre giorni dalla fine dell'uso del serbatoio  questo non viene restituito, scatta una penale di  molti euro (100 per “educare” i rivoltosi) per ogni giorno di ritardo nella restituzione. Poi magari non restituiscono la bombola dell'ossigeno e la portano in discarica.

Sempre su L'Eco di oggi si legge una “dritta” (nel senso: prendete nota e imparate!) che vedremo applicata  in tutti i comuni della provincia essendo stata applicata  nel comune dov'è sindaco il segretario provinciale del PD bergamasco. Ecco la notizia. “Scanzo:  azzeramento delle rette dell'asilo nido comunale da marzo a luglio e delle scuole dell'infanzia parrocchiali da aprile a giugno.  Certo è che ci voleva un bel coraggio far pagare ai genitori le rette con le scuole chiuse ed occorre una bella faccia di tolla annunciare sul giornale come un evento quel che era semplicemente l'adempimento di un dovere. Ma il bello deve venire per capire che certi servizi… servono soprattutto a foraggiare le clientele piuttosto che i cittadini che le pagano: «In questo frangente - aggiunge l'assessore alle Politiche dell'infanzia Barbara Ghisletti - era necessario sostenere anche gli enti che erogano i servizi e che, congelando le rette, vedono venir meno i loro introiti. A tal proposito, il Comune ha liquidato alla cooperativa l'integrazione mensile delle rette dell'asilo nido comunale per un totale di circa 56 mila euro, nonostante il servizio non venisse erogato. Di contro, la cooperativa si è attivata per garantire comunque dei servizi integrativi».
Segue la notizia non virgolettata. L'amministrazione, poi, ha garantito l'integrazione delle rette di circa 5 mila euro al mese all'associazione parrocchiale «Vescovo Roberto Amadei», che gestisce le quattro scuole dell'infanzia del territorio, per il periodo in cui le rette sono state congelate. E ha anticipato la liquidazione del contributo annuale di 97.250 euro previsto dalla convenzione in essere tra il Comune e l'associazione”.
Conclusione. Le scuole sono chiuse (ormai) da quasi due mesi e finalmente il Comune si rende conto di dovere restituire le somme eventualmente pagate dalle famiglie. Non si comprende poi da dove derivi il “diritto” per cui il gestore del servizio per conto del comune ( la parrocchia…) – che è un imprenditore- debba essere risarcito dal Comune… perché lo Stato ha ordinato la chiusura delle scuole. In base alla legge il gestore del servizio (3) può chiedere alla banca un prestito da risarcire tra qualche mese a costo infimo e (4) addirittura non restituirlo nemmeno visto che il debito con la banca sarà a carico dello stato (già immaginiamo quante di queste onlus- coop falliranno e ripartiranno ex novo… con gli stessi autori). (5) Inoltre tutti i soci prenderanno il contributo statale in quanto ex dipendenti e quindi….
Scommettete  che anche nel paese bello da vivere succederà qualcosa di simile?

Capito come la fanno girare?.
I soldi della Protezione Civile quelli che li ricevono possono spenderli SOLO in pochi negozi locali: quindi finiscono per essere un finanziamento ai bottegai prima che del benessere dei cittadini. Poi questa storiaccia degli asili e delle scuole che il Comune risarcisce per una colpa NON sua facendo finta che chi ha vinto l'appalto non sia un normale imprenditore. Se fosse stato un falegname o un fabbro lo prendeva sulle orecchie invece se sei una cooperativa sociale il risarcimento lo prendi due volte: dal Comune e dallo Stato.

MORTO UN VECCHIO CE NE SONO ALTRI DUE CHE ASPETTANO (DI ENTRARE)




Appartenendo alla classe di età  maggiormente sotto mira del covid19, credo di potermi permettere un linguaggio ed esprimere concetti poco ortodossi. In Lombardia nelle RSA sarebbero schiattati  nei mesi di marzo aprile 2020 duemila anziani. Ovviamente anche per covid 19 o soprattutto quello ha dato la botta finale. Se si apre  qualsiasi quotidiano l'è tutta una valle di lacrime e di ipocrisie sul mio amore di 100 anni morta di covid19 senza nemmeno poterle dare l'ultimo bacetto oppure su mio nonna così carina e simpatica morta di covid19 a 99 anni. Diciamo che quando un anziano finisce la sua vita in una RSA ha davanti due destini. Se è ricco ed è un ospite di una stanza dove  paga qualche migliaia di euro al mese, quello è un tesoro per la RSA e quindi va mantenuto in vita il più possibile. Anche se è acciaccoso: anzi! meglio che così la fattura mensile s'ingrassa. Nemmeno il peggiori contadino ammazza la vacca più produttiva. Se invece   paghi il canone normale e per di più sei acciaccato, stai sicuro che sei destinato a campare poco dal momento che sei una zavorra di poco rendimento e il tuo posto potrebbe essere occupato da qualcuno che rende di più. Attorno alle RSA come del resto in massima parte in tutti i servizi che il pubblico somministra ai propri cittadini, c'è tutta una selva di privati sempre mascherati da cooperative per avere mano libera nelle assunzione e nei licenziamenti pagate dalla RSA “a la carte”.

Le RSA sono sostanzialmente dal punto di vista dell'occupazione una  specie di selva oscura dove alligna lavoro nero (il 99% delle badanti esterne che assistono gli ospiti ) e la gran parte dei servizi sono affidati a società tutte ammanigliate politicamente: tanto tra di loro non esiste concorrenza quando le RSA –pubbliche o private che siano- fanno un appalto. Anzi: il sistema si autoregola ragione per cui queste società figliano altre società quando il mercato cresce e falliscono se il mercato cala. Ma è un mercato che cresce sempre dal momento che siamo in un periodo in cui gli anziani godono ancora di buone pensioni ed hanno buoni risparmi in banca e quindi finchè non sarà esaurita le generazione fino al 1970, il mercato “tira”.
Che nella prestazione del servizio  non ci sia concorrenza tra le varie società che operano lo si comprende benissimo verificando come una società di Roma gestisce una RSA a Pontida oppure una società friulana gestisce una RSA a Dalmine. Chi comprerebbe un'auto a Roma e poi venisse a fare i tagliandi a Bergamo?
Se mancano agli ospiti mancano un po' di soldi  ci sono di mezzo i Comuni e p.e. basta leggere l'albo pretorio del Comune di Curno per capire l'aria che tira in ordine al  co-pagamento delle rette ai meno abbienti.

L'avvento  del covid19 é stata una  benedizione per i consigli di amministrazione delle RSA dal momento che morto un ospite ce ne sono due-tre in attesa di entrare. Tanto il problema della manodopera  lo scaricano sui soci delle varie coop che operano all'interno e quanto alle varie rogne dei dirigenti –vedremo tra  qualche decennio cosa ne sortirà alla fine delle  cento inchieste giudiziarie avviate-  anche quelli saranno scaricati e che s'arrangino.
Non credo molto nemmeno  nel cosiddetto dolore dei propri cari che hanno perduto il babbo o la mamma o il nonna se non la nonna in una RSA  complice il covid19. Se hanno dei risparmi o dei beni finalmente gli eredi  ci mettono sopra le mani ed è l'occasione per smettere di pagare l'affitto o per farsi finalmente un viaggio in calinfornia. Se di soldi non ne hanno molti per gli eredi sono un peso di meno: liberati.

Nella mia vita ho avuto occasione di frequentare quattro diversi centri di riabilitazione annessi a delle RSA. Attorno al 1990 due sedi e nel 2019-2012 in altre quattro. Dovendo fare riabilitazione a un arto la scommessa era tra cercare un centro privato e uno pubblico o convenzionato e siccome bisognava fare riabilitazione in fretta prendevo quel che primo si liberava. Ho constatato –ho frequentato anche un centro privato- che il personale è della stessa risma sia nel privato che nel pubblico. Anzi:era quasi normale che personale del pubblico lavorasse in nero anche nel privato. Di questi posti ricordo  due elementi: la puzza. E dire che da ex allevatore di merda ne avevo vista e annusata non poca. Quanto al personale  non se ne salva  uno su dieci e  in massima parte non avevano nemmeno la buona educazione di stare zitti mentre  ti “lavoravano”. Fra di loro si raccontavano cazzate a raffica costringendoti ad ascoltarle.
Pensate che in ortopedia al Manzoni di Lecco l'amministratore dell'ospedale  che era un e x consigliere leghista trombato riuscì nella magnifica impresa di appaltare il servizio infermieristico del reparto a un coop ciellina a partire dal…primo agosto 2009. Coop infermieristica che aveva metà personale straniero con grosse difficoltà a parlare italiano e che era una filiazione della coop ciellina che già riforniva dei pasti l'ospedale stesso.
Lo stesso era a Merate ed a Bellano dove c'erano due centri di riabilitazione sia per l'ospedale che le RSA.

METTONO AL MONDO DEI MOSTRI E DANNO LA COLPA ALL'AZIENDALISMO



Il modello di ospedale attuale  sostanzialmente funziona ed ha una sua razionalità fatto salvo il fatto che è affidato  a due tipi di personale. Uno –quello medico infermieristico- sicuramente all'altezza del suo compito mentre quello  organizzativo sicuramente non all'altezza perché in gran parte  lottizzato politicamente. In questo l'ospedale di oggi  sotto il profilo del suo governo é messo male esattamente come sono messi male i comuni provincie regioni  e l'assoluta maggioranza delle aziende italiane in mano ancora a padroncini che non hanno ancora realizzato la differenza tra l'azienda e il proprio pollaio.
Ma quel che appare assurdo è che l'ospedale di oggi ha un livello di stima nell'utenza che appare incredibile. La sanità lombarda è riuscita ad fare ammazzare in questa vicenda del covid 19 di sicuro oltre 15mila degenti  (va bene che i lombardi sono dieci milioni…) mentre in realtà saranno almeno  8-10mila di più considerando la differenza di mortalità  negli stessi mesi  tra il 2019 e il 2020 e di contro ha REGALATO al 23aprile la bellezza di CENTO milioni di euro alle varie ASST lombarde. Chi ha il cervello a posto non regala cento milioni al suo carnefice.


Nello stesso tempo i medici sul territorio sono diventati volenterosi scrittori di ricette per ordinare medicinali ed esami a raffica e gran parte dell'utenza si ritiene offeso se il medico di base  ne lesina qualcuno. Esami e medicinali che non sono governati dai medici o dagli ospedali ma sono governati da chi li istruisce e da chi produce le macchine per gli esami.
E' la stessa scuola che “produce” i medici (anche quelli nel territorio) che li seleziona secondo l'indirizzo delle grandi industrie che governano la sanità perché il sistema è sostanzialmente chiuso e controllato: vedi gli scarsi numero di posti per le specializzazioni.

Quindi chi si ammala non è una persona ma una occasione su cui vari soggetti esterni  - industrie chimiche, elettroniche, società fornitrici di servizi, speculatori finanziari- ci costruiscono un PEF e quindi la quantità del servizio eventualmente reso al malato NON deve mai essere puntuale o sovrabbondante bensì l'esatto contrario. Nella sanità non esiste la forsennata concorrenza come esiste nel mercato degli elettrodomestici o delle automobile ma  l'intero sistema è governato a monte dall'industria in un regime di  monopolio equilibrato.
 Ovvio che in questa situazione la mala funzionalità della sanità pubblica avvantaggia la sanità privata in quanto i maggiori costi della malsanità pubblica –in mano a dirigenti  corrotti e ignoranti ma  bene ammanigliati ai rispettivi partiti politici cui versano la rata mensile- costruiscono  a creare dei vantaggi  per quella privata che ha minori costi  e quindi ci guadagna assai.

L'afflusso di un gran numero di malati dalle regioni centro meridionali  in Lombardia è sicuramente legato alla maggiore efficienza del sistema che somministra cure afficaci. Ma questa efficienza  non deriva da personale particolarmente bravo o geniale bensì dai grandi numeri che vengono macinati. Sono i grandi numeri che consentono al personale di “prendere meglio la mano” sulla chimica e sulle macchine di cui hanno disponibilità e quindi di lavorare meglio degli ospedali centro meridionali dove i numeri sono bassi proprio perché il nord assorbe parte di quei malati.
Potrei fare un paragone brutale. Pensando a come “operavano” i medici nel 1985-1990 e come operano i medici nel 2008-2013 posso dire che i primi erano degli scalpellini e i secondi degli orologiai. E pensare che adesso siamo nel 2020: quindi qualche passo in avanti l'avranno pure fatto. Ancora.