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IL 25 APRILE NON E' UNO STRACCIO BIANCO
Un po’ di storia. Il Regno d'Italia aveva dato a Curno la prima vera
scuola elementare in Largo Vittoria, un edificio di rara eleganza, con
aule luminose e bene aerate (fin troppo d'inverno..) con un vasto
cortile per fare “ginnastica” e con degli orti. Sulla facciata la
lapide-monumento dei caduti della prima guerra mondiale. Prima la
scuola era ospitata in una abitazione privata (era anche in una ex
chiesa sconsacrata) nello Stal di Garavei, il cortile dei ferracavalli
Garavelli tra via C. Battisti e via De Amicis.
Con Mussolini capo del governo nel 1920 comincia la costruzione
della nuova strada tra le Crocette e Ponte san Pietro in sostituzione
di quella esistente che dalle Crocette proseguiva per via
Crocette,passava la ferrovia ad un passaggio a livello “al Gatti”
all'incrocio con via Mozzo e poi proseguiva per via Dorotina fino alla
Merena. Dalle Crocette la strada nuova viene scavata in trincea aperta
la piana per sottopassare la ferrovia, lo scavo prosegue in trincea
fino agli attuali lobi del quadrifoglio tra via Lecco e la SP470. Il
terreno scavato verrà portato con dei carrelli trainati da asini su due
binari per creare una collina dove adesso sorge il piccolo quartiere
attorno a via Toscana.
Alla costruzione della strada si accompagna la costruzione anche della
linea tranviaria che da Bergamo arriva a Ponte san Pietro in fondo a
via Vittorio Emanuele. Sostanzialmente il tracciato della nuova strada
era necessario per dare alla linea tranviaria una pendenza superabile
dal tram.
Nel 1927 viene costituito il comune di Curdomo con i soppressi comuni
di Curno e Mozzo (R.D. 8 settembre 1927, n. 1745). In base alla legge
sull'amministrazione locale emanata nel 1926 il comune veniva
amministrato da un podestà. Popolazione residente nel comune: abitanti
3.808 (Censimento 1931). Nel 1947 il comune di Curdomo venne soppresso
per la ricostituzione dei comuni di Curno e Mozzo.
La creazione di questo comune regalò al paese l'edificio comunale
che costituisce la base dell'edifico comunale attuale ampliato e
rifatto negli anni '60. Nell'edificio comunale era presente anche
una vasta sala cinematografica che interruppe le proiezioni agli
inizi della guerra fino all'arrivo del prevosto Carrara che rileverà
dal Comune la licenza per portarla nel costruendo Cine 2000.
Col crollo del fascismo nel settembre 1943 tutte le grandi aziende
agricole vennero vendute a dei prestanome e solo una di queste tornò in
mano al vecchio proprietario dopo l'ammistia di Togliatti.
Il primo decennio 1945-1955 nel paese bello da vivere ci fu la gara
della democrazia cristiana e dei fascistoni light e hard che vi erano
confluiti a demolire tutto quello che anche fisicamente ricordasse in
qualche modo, anche minimo, quelli che erano i segni del popolo
vittorioso. Dimenticarono anche il Gamba l'unico curnese fucilato da
partigiano sulle colline piacentine dopo l'8 settembre mentre un suo
compaesano e compagno di naia invece di seguirlo tornò in paese e visse
fine alla Liberazione nascosto nel fienile della morosa. Non
riconobbero nemmeno quelli che erano stati nei campi di concentramento.
Il tutto in nome di una modernità che li avrebbe visti protagonisti
della ricostruzione bene ingrassati con le razzie dei beni di
guerra e la borsa nera fatta rubando ai padroni delle maggiori
aziende agricole che dopo l'8 settembre del'43 avevano pensato bene di
venderle a prestanome e scappare all'estero per salvare la ghirba.
Ci fossero ancora l'Ambrosini , il Bellezza, il Bertelli, e il Corti
davanti a questo scempio del 25 aprile prenderebbero il bastone . Vero
che uno dei fascistoni locali riuscì a convincere il prevosto subito
dopo la seconda guerra e la democrazia cristiana a demolire la
casa del curato in via Marconi –c'era anche l'oratorio dove
adesso c'è la disneiland firmata Morelli&Serra- che in pieno
tempo di guerra faceva sentire alla gente radio Londra alzando il
volume e tenendo le finestre aperte (anche d'inverno). Non gli
riconobbero nemmeno il merito di avere salvato otto giovani ladroni
indigeni che avevano svaligiato i beni dello stato depositati dentro il
cinema (il cinema era nel comune) dalla fucilazione.
Il 25 aprile è divisivo: divide tra prima e dopo. Niente è più divisivo
del 25 aprile ed è proprio per questo che tutta Italia festeggia.
Perché prima del 25 aprile si stava peggio.
Adesso della gente anonima ma bene ammanigliata (quando c'è da spillare
soldi) con la politica delle varie formazioni ibride che governano i
nostri comunali attualmente nelle quali non riconosci più il tratto
costituivo e i riferimenti storici e materiali, si inventa la
RIcostruzione di un episodio del quale dovrebbero vergognarsene
per primi proprio i cattolici e il clero e quindi ecco di nuovo quella
che vuole cambiare la storia con la storia dello straccio bianco.
Aveva cominciato la sua predecessora, una che fa le prediche pasquali
via youtube e si crede mandata da Dio –faccio la sindaca per volere di
dio- a mettere il lievito in zucca al popolo bove, a indicargli la
strada reggendogli la lampada, a metterci il sale in zucca perché
impari a stare al mondo.
La Resistenza e la Lotta di Liberazione del tutto stravolte.
Volutamente stravolte per cambiare la storia patria vista la minima
partecipazione dei cattolici a quelle lotte. Andreotti faceva il
partigiano nelle sacrestie del Vaticano. Quel matto di prete che fu il
Dami che portò al massacro i suoi compagni in una azione totalmente
folle che i nazisti e le camice nere andarono a scovarli in tram e in
treno. Salvato da una condanna all'ergastolo per merito dell'ammistia
togliattiana.
Poi la motivazione da ignoranti di chi ha organizzato, pagato anche dal
Comune di Curno, questa ennesimo stravolgimento dei fatti. Che non è
casuale ma appartiene al filone che ormai attraversa questo Paese da
anni. Da una destra destra che vuole cancellare la Liberazione ma
da una nuova destra che vuole costruire qualcosa di abbastanza simile
senza il coraggio di dirlo.
Leggiamo nel sito degli organizzatori: Da dieci anni Sotto Alt(r)a
Quota organizza per il 25 aprile una camminata che porta, partendo dai
paesi più limitrofi (Ponteranica, Sorisole, Villa d'Almé, Almé,
Valbrembo, Curno e Mozzo) al monumento che si trova all'interno dei
Boschi del Parco dei Colli e che ricorda l'uccisione dei Partigiani
dopo l'assalto a Villa Masnada (Mozzo) avvenuto il 26 settembre del
1944. (…)
A parte il falso storico dal momento che l'assalto dei partigiani delle
Fiamme Verdi condotti dal sacerdote Dami a Villa Masnada ( tedeschi e
fascisti avevano una postazione di antiaerea sul colle sopra le
Crocette) andò a vuoto perché i tedeschi avevano già provveduto a
svuotarla e scappare, l'eccidio dei partigiani avvenne da un'altra
parte (vicino a Sombreno) dove il Dami fece sostare senza un minimo di
raziocinio i partigiani in fuga dopo il fallito assalto.
Lui però salvò la pelle.
Nazisti e camice nere andarono a caccia dei partigiani arrivando a
Curno addirittura col tram (!) mentre per l'assalto nei pressi di
Sombreno arrivarono col treno della ValBrembana che fermarono in
mezzo alla campagna a poche centinaia di metri dal bosco dove sostavano
i partigiani.
No. Il 25 aprile 2020 non si festeggia esponendo uno straccio
bianco. L'operazione “straccio bianco” si inserisce come
uno dei numerosi tentativi in atto in questi ultimi anni di
delegittimare chi volle la liberazione della patria dal nazifascismo.
Non fu una carnevalata come quella dello straccio bianco. Com'è
quella dello straccio rosso sulla facciata del municipio. Le
madamine che governano di otto anni il comune hanno l'abitudine a
esporre stracci di vario colore, senza nemmeno rendersi conto sia
di offendere l'istituzione (la facciate del municipio non è il balcone
di casa loro per esporre stracci ad asciugare) e di offendere chi ebbe
padri e parenti che alla Liberazione del Paese dettero un contributo
positivo anche di sangue personale.
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CINQUE COSE CHE SI SONO COMPRESE DEL COVID19
Per sospendere sia pure in maniera adeguata la quarantena
occorrono ogni giorno in Italia perlomeno 50 MILIONI di mascherine. Che
non sono in grado ne di produrre ne sipossono trovare sul mercato
internazionale. Bisognerà quindi aspettare che si crei un sistema
industriale –e chi garantisce il futuro se il covid19 dura solo una
stagione?- capace di produrre e distribuire 50 milioni di mascherine al
giorno.
Un miliardo e mezzo al mese. Qualcosa di impossibile da realizzare ne
oggi ne domani ne tra due-tre mesi. Immaginate solo il traffico di
autocarri necessario per distribuirle visto che costa di più
distribuirle che produrle. Probabilmente a fronte del costo di
produzione pari a uno, la distribuzione costa il triplo. Si conferma
quindi quanto sentivamo nelle prime conferenze stampa della protezione
civile: mega contratti per milioni di mascherine ma consegne entro 20
30 60 80 cento giorno. I conti si fanno in fretta: si va a fine
maggio se non giugno.
CONCLUSIONE UNO. L'Italia non è in grado ne sarà mai in
grado di procurarsi i DPI necessari alla popolazione maggiorenne.
Basta osservare la tabella che pubblichiamo per capire che tutte le
ragioni addotte dai professoroni e dal governo verso la quarantena
imposta agli italiani ha si la motivazione del distanziamento ma
ha soprattutto altri motivi indicibili che spieghiamo più avanti.
In Lombardia solo il 2,68% dei cittadini ha eseguito il tampone mentre
in Veneto é stato somministrato al 5,63% (il doppio della
Lombardia). Sono al 2,90% in Emilia Romagna e al 2,28% in Piemonte.Per
elencare òle prime quattro regioni più abbattute dal virus.
Anche qui è una questione di numeri. La regione –Veneto- che ha
eseguito il maggior numero di tamponi è quella messa meglio come esito
primo dalla pandemia. Basterebbe quindi che nelle regioni più colpite
si fossero raggiunti “tamponi” pari almeno al 10% della
popolazione nel primo mese (quindi all'incirca 3-4 settimane or
sono) che oggi staremmo se non a zero assai prossimi. Non perché
eseguire il tampone significhi guarire o vaccinarsi ma significa
“sapere ALMENO che fare”.
Probabile che anziché investire qualche decina di milioni per creare i
due ospedali nelle due fiere, quei soldi valeva la pena fossero
investiti nel creare un maggior numero di laboratori per eseguire le
prove. Non sappiamo quanto possa costare un laboratorio del genere ma
sommando quanto raccolto per i due ospedali nelle fiere e le
offerte alle varie ASST si arriva a una cifra prossima ai 120 milioni.
Pensiamo che almeno una decina di laboratori “in più” con metà di
quella somma si potevano creare.
CONCLUSIONE DUE. Senza laboratori che eseguono i tamponi in maniera che
in dieci giorni non siano processabile tutta la popolazione della
Regione non si va da nessuna parte.
Il sistema in atto quanto a infezione si alimenta da solo e non perché
la popolazione trasgredisce la quarantena ma perché sono le micro
comunità –famiglia e RSA- che stanno alla base. Del resto se non fai i
tamponi non sai chi nella famiglia sia infettante e quindi i grandi
della corona continuano a scorre in attesa che si credi una sorta di
immunità di gregge proprio a partire dalle cellule primarie infettanti.
Se invece si facevano i tamponi e si allontanavano subito gli
untori (mettendoli in quarantena negli alberghi vuoti o sulle navi da
crocera) la situazione si sistemava con maggiore celerità. Perlomeno si
guadagnava al 50% del tempo.
CONCLUSIONE TRE. Le micro comunità sono le cause della persistenza
dell'infezione ma il sistema non è in grado di smontarle.O non vuole.
La quarantena è stata disposta “ad cazzum” esattamente come tutte le
cose serie in Italia.Mai possibile che una massa di consulenti
scientifici di altissimo rango non si sia posto il problema delle RSA?
Dei disabili? E che dire delle librerie che sarebbero dei covi
del…covid19 mentre i giornalai no ? Mai possibile che non abbiano
compreso come la vita all'aria aperta è il primo agente antivirus
ovviamente mantenendo le distanze?. Mai possibile che non sia stata
fatta una ordinanza ad hoc sul controllo e la sanificazione degli
impianti di trattamento aria a partire da quelli degli ospedali RSA
e grandi magazzini)?.
CONCLUSIONE QUATTRO. Saranno anche dei grandi professoroni ma
hanno una scarsa conoscenza dei problemi reali e soprattutto sanno
maneggiare benissimo le carte (da leggere) ma non hanno mai lavato il
pavimento di casa.
Fase 2. Sostanzialmente adesso non è noto se (1) chi si è ammalato dal
covid19ed è guarito O si posa ammalare di nuovo o meno e (2)
non sono note le relazioni tra l'inquinamento ambientale e la
piovosità e la temperatura rispetto alla pandemia. Pertanto un modello
di Fase2 potrebbe essere quella che utilizzano gli alpinisti
quando attraversano un ghiacciaio oppure percorrono una cresta:
l'andamento in conserva.
Quindi provare ad aprire una serie di posti di lavoro (4-5mila)
nelle varie regioni e facendo due volte al giorno il
tampone, fare lavorare queste fabbriche per una settimana, poi
un'altra settimana e intanto verificare che succede avendo tutto il
tempo di fermare tutto se RI-scoppiano dei focolai ed avendo
anche posti letto in terapia intensiva eventualmente necessari. L'avvio
della Fase 2 ad andamento in conserva potrebbe avvenire anche con una
minore disponibilità di laboratori per provare i campioni ma nello
spazio di due-tre settimane si avrebbe la prova UNIVERSALE di quanto
mostruoso o meno sia questo covid19.
CONCLUSIONE CINQUE. L'avvio della Fase 2 deve avvenire in spazi e numeri grandi ma BEN controllabili sia pure subase volontaria.
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