A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1215 DEL 21 APRILE 2020
























































Di cosa parliamo in questa pagina.



















IL 25 APRILE NON E' UNO STRACCIO BIANCO
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No. Il 25 aprile 2020 non si festeggia esponendo uno straccio bianco.  L'operazione “straccio bianco” si inserisce  come uno dei numerosi tentativi in atto in questi ultimi anni di delegittimare chi volle la liberazione della patria dal nazifascismo.
Non fu una carnevalata come  quella dello straccio bianco. Com'è quella dello straccio rosso sulla facciata del  municipio. Le madamine che governano di otto anni il comune hanno l'abitudine a esporre stracci di vario colore, senza nemmeno rendersi conto  sia di offendere l'istituzione (la facciate del municipio non è il balcone di casa loro per esporre stracci ad asciugare) e di offendere chi ebbe padri e parenti che alla Liberazione del Paese dettero un contributo positivo anche di sangue personale.

CINQUE COSE CHE SI SONO COMPRESE DEL COVID19
Per sospendere sia pure in maniera adeguata la quarantena  occorrono ogni giorno in Italia perlomeno 50 MILIONI di mascherine. Che non sono in grado ne di produrre ne sipossono trovare sul mercato internazionale. Bisognerà quindi  aspettare che si crei un sistema industriale –e chi garantisce il futuro se il covid19 dura solo una stagione?- capace di produrre e distribuire 50 milioni di mascherine al giorno.
Un miliardo e mezzo al mese. Qualcosa di impossibile da realizzare ne oggi ne domani ne tra due-tre mesi. Immaginate solo il traffico di autocarri necessario per distribuirle visto che costa di più distribuirle che produrle. Probabilmente  a fronte del costo di produzione pari a uno, la distribuzione costa il triplo. Si conferma quindi quanto sentivamo nelle prime conferenze stampa della protezione civile: mega contratti per milioni di mascherine ma consegne entro 20 30 60  80 cento giorno. I conti si fanno in fretta: si va a fine maggio se non giugno.
CONCLUSIONE UNO.  L'Italia non è in grado ne sarà mai in grado  di procurarsi i DPI necessari alla popolazione maggiorenne.
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le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!

































































































































































































































IL 25 APRILE NON E' UNO STRACCIO BIANCO

Un po’ di storia. Il Regno d'Italia aveva dato a Curno la prima vera scuola elementare in Largo Vittoria, un edificio di rara eleganza, con aule luminose e bene aerate (fin troppo d'inverno..) con un vasto cortile per fare “ginnastica” e con degli orti. Sulla facciata la lapide-monumento dei caduti della prima guerra mondiale. Prima la scuola era ospitata in una abitazione privata (era anche in una ex chiesa sconsacrata) nello Stal di Garavei, il cortile dei ferracavalli Garavelli tra via C. Battisti e via De Amicis.
Con Mussolini capo del governo  nel 1920 comincia la costruzione della nuova strada tra le Crocette e Ponte san Pietro in sostituzione di quella esistente che dalle Crocette proseguiva per via Crocette,passava la ferrovia ad un passaggio a livello  “al Gatti” all'incrocio con via Mozzo e poi proseguiva per via Dorotina fino alla Merena. Dalle Crocette la strada nuova viene scavata in trincea aperta la piana per sottopassare la ferrovia, lo scavo prosegue in trincea fino agli attuali lobi del quadrifoglio tra via Lecco e la SP470. Il terreno scavato verrà portato con dei carrelli trainati da asini su due binari per creare una collina dove adesso sorge il piccolo quartiere attorno a via Toscana.
Alla costruzione della strada si accompagna la costruzione anche della linea tranviaria che da Bergamo arriva a Ponte san Pietro in fondo a via Vittorio Emanuele. Sostanzialmente il tracciato della nuova strada era necessario per dare alla linea tranviaria una pendenza superabile dal tram.
Nel 1927 viene costituito il comune di Curdomo con i soppressi comuni di Curno e Mozzo (R.D. 8 settembre 1927, n. 1745). In base alla legge sull'amministrazione locale emanata nel 1926 il comune veniva amministrato da un podestà. Popolazione residente nel comune: abitanti 3.808 (Censimento 1931). Nel 1947 il comune di Curdomo venne soppresso per la ricostituzione dei comuni di Curno e Mozzo.
La creazione di questo comune regalò al paese l'edificio comunale  che costituisce la base dell'edifico comunale attuale ampliato e rifatto negli anni '60. Nell'edificio comunale era presente anche una  vasta sala cinematografica che interruppe le proiezioni agli inizi della guerra fino all'arrivo del prevosto Carrara che rileverà dal Comune la licenza per portarla nel costruendo Cine 2000.
Col crollo del fascismo nel settembre 1943 tutte le grandi aziende agricole vennero vendute a dei prestanome e solo una di queste tornò in mano al vecchio proprietario dopo l'ammistia di Togliatti.

Il primo decennio 1945-1955 nel paese bello da vivere ci fu la gara della democrazia cristiana e dei fascistoni light e hard che vi erano confluiti a demolire tutto quello che anche fisicamente ricordasse in qualche modo, anche minimo, quelli che erano i segni del popolo vittorioso. Dimenticarono anche il Gamba l'unico curnese fucilato da partigiano sulle colline piacentine dopo l'8 settembre mentre un suo compaesano e compagno di naia invece di seguirlo tornò in paese e visse fine alla Liberazione nascosto nel fienile della morosa. Non riconobbero nemmeno quelli che erano stati nei campi di concentramento.
Il tutto in nome di una modernità che li avrebbe visti protagonisti della ricostruzione bene ingrassati con  le razzie dei beni di guerra e la borsa nera fatta rubando  ai padroni delle maggiori aziende agricole che dopo l'8 settembre del'43 avevano pensato bene di venderle a prestanome e scappare all'estero per salvare la ghirba.

Ci fossero ancora l'Ambrosini , il Bellezza, il Bertelli, e il Corti davanti a questo scempio del 25 aprile prenderebbero il bastone . Vero che uno dei fascistoni locali riuscì a convincere il prevosto subito dopo la seconda guerra  e la democrazia cristiana a demolire la casa del curato  in via Marconi –c'era anche l'oratorio dove adesso c'è la disneiland firmata Morelli&Serra-  che in pieno tempo di guerra faceva sentire alla gente radio Londra alzando il volume e tenendo le finestre aperte (anche d'inverno). Non gli riconobbero nemmeno il merito di avere salvato otto giovani ladroni indigeni che avevano svaligiato i beni dello stato depositati dentro il cinema (il cinema era nel comune) dalla fucilazione.
Il 25 aprile è divisivo: divide tra prima e dopo. Niente è più divisivo del 25 aprile ed è proprio per questo che tutta Italia festeggia. Perché prima del 25 aprile si stava peggio.

Adesso della gente anonima ma bene ammanigliata (quando c'è da spillare soldi) con la politica delle varie formazioni ibride che governano i nostri comunali attualmente nelle quali non riconosci più il tratto costituivo e i riferimenti storici e materiali,  si inventa la RIcostruzione di un episodio del quale dovrebbero vergognarsene  per primi proprio i cattolici e il clero e quindi ecco di nuovo quella che vuole cambiare la storia con la storia dello straccio bianco.
Aveva cominciato la sua predecessora, una che fa le prediche pasquali via youtube e si crede mandata da Dio –faccio la sindaca per volere di dio- a mettere il lievito in zucca al popolo bove, a indicargli la strada reggendogli la lampada, a metterci il sale in zucca  perché impari a stare al mondo.
La Resistenza e la Lotta di Liberazione del tutto stravolte.
Volutamente stravolte per cambiare la storia patria vista la minima partecipazione dei cattolici a quelle lotte. Andreotti faceva il partigiano nelle sacrestie del Vaticano. Quel matto di prete che fu il Dami che portò al massacro i suoi compagni in una azione totalmente folle che i nazisti e le camice nere andarono a scovarli in tram e in treno. Salvato da una condanna all'ergastolo per merito dell'ammistia togliattiana.
Poi la motivazione da ignoranti di chi ha organizzato, pagato anche dal Comune di Curno, questa ennesimo stravolgimento dei fatti. Che non è casuale ma appartiene al filone che ormai attraversa questo Paese da anni. Da una destra destra che vuole cancellare  la Liberazione ma da una nuova destra che vuole costruire qualcosa di abbastanza simile senza il coraggio di dirlo.

Leggiamo nel sito degli organizzatori: Da dieci anni Sotto Alt(r)a Quota organizza per il 25 aprile una camminata che porta, partendo dai paesi più limitrofi (Ponteranica, Sorisole, Villa d'Almé, Almé, Valbrembo, Curno e Mozzo) al monumento che si trova all'interno dei Boschi del Parco dei Colli e che ricorda l'uccisione dei Partigiani dopo l'assalto a Villa Masnada (Mozzo) avvenuto il 26 settembre del 1944. (…)
A parte il falso storico dal momento che l'assalto dei partigiani delle Fiamme Verdi condotti dal sacerdote Dami a Villa Masnada ( tedeschi e fascisti avevano una postazione di antiaerea sul colle sopra le Crocette) andò a vuoto perché i tedeschi avevano già provveduto a svuotarla e scappare, l'eccidio dei partigiani avvenne da un'altra parte (vicino a Sombreno) dove il Dami fece sostare senza un minimo di raziocinio i partigiani in fuga dopo il fallito assalto.
Lui però salvò la pelle.
Nazisti e camice nere andarono a caccia dei partigiani arrivando a Curno addirittura col tram (!) mentre per l'assalto nei pressi di Sombreno arrivarono col treno della ValBrembana  che fermarono in mezzo alla campagna a poche centinaia di metri dal bosco dove sostavano i partigiani.

No. Il 25 aprile 2020 non si festeggia esponendo uno straccio bianco.  L'operazione “straccio bianco” si inserisce  come uno dei numerosi tentativi in atto in questi ultimi anni di delegittimare chi volle la liberazione della patria dal nazifascismo.
Non fu una carnevalata come  quella dello straccio bianco. Com'è quella dello straccio rosso sulla facciata del  municipio. Le madamine che governano di otto anni il comune hanno l'abitudine a esporre stracci di vario colore, senza nemmeno rendersi conto  sia di offendere l'istituzione (la facciate del municipio non è il balcone di casa loro per esporre stracci ad asciugare) e di offendere chi ebbe padri e parenti che alla Liberazione del Paese dettero un contributo positivo anche di sangue personale.


CINQUE COSE CHE SI SONO COMPRESE DEL COVID19

Per sospendere sia pure in maniera adeguata la quarantena  occorrono ogni giorno in Italia perlomeno 50 MILIONI di mascherine. Che non sono in grado ne di produrre ne sipossono trovare sul mercato internazionale. Bisognerà quindi  aspettare che si crei un sistema industriale –e chi garantisce il futuro se il covid19 dura solo una stagione?- capace di produrre e distribuire 50 milioni di mascherine al giorno.
Un miliardo e mezzo al mese. Qualcosa di impossibile da realizzare ne oggi ne domani ne tra due-tre mesi. Immaginate solo il traffico di autocarri necessario per distribuirle visto che costa di più distribuirle che produrle. Probabilmente  a fronte del costo di produzione pari a uno, la distribuzione costa il triplo. Si conferma quindi quanto sentivamo nelle prime conferenze stampa della protezione civile: mega contratti per milioni di mascherine ma consegne entro 20 30 60  80 cento giorno. I conti si fanno in fretta: si va a fine maggio se non giugno.
CONCLUSIONE UNO.  L'Italia non è in grado ne sarà mai in grado  di procurarsi i DPI necessari alla popolazione maggiorenne.

Basta osservare la tabella che pubblichiamo per capire che tutte le ragioni addotte dai professoroni e dal governo verso la quarantena imposta agli italiani ha si la motivazione  del distanziamento ma ha soprattutto altri motivi indicibili che spieghiamo più avanti.
In Lombardia solo il 2,68% dei cittadini ha eseguito il tampone mentre in Veneto é  stato somministrato al 5,63% (il doppio della Lombardia). Sono al 2,90% in Emilia Romagna e al 2,28% in Piemonte.Per elencare òle prime quattro regioni più abbattute dal virus.
Anche qui è una questione di numeri. La regione –Veneto- che ha eseguito il maggior numero di tamponi è quella messa meglio come esito primo dalla pandemia. Basterebbe quindi che nelle regioni più colpite si fossero raggiunti “tamponi” pari almeno al 10% della popolazione  nel primo mese (quindi all'incirca 3-4 settimane or sono) che oggi  staremmo se non a zero assai prossimi. Non perché eseguire il tampone significhi guarire o vaccinarsi ma significa “sapere ALMENO che fare”.
Probabile che anziché investire qualche decina di milioni per creare i due ospedali nelle due fiere, quei soldi valeva la pena fossero investiti nel creare un maggior numero di laboratori per eseguire le prove. Non sappiamo quanto possa costare un laboratorio del genere ma sommando  quanto raccolto per i due ospedali nelle fiere e le offerte alle varie ASST si arriva a una cifra prossima ai 120 milioni. Pensiamo che almeno una decina di laboratori “in più” con metà di quella somma si potevano creare.
CONCLUSIONE DUE. Senza laboratori che eseguono i tamponi in maniera che in dieci giorni non siano processabile tutta la popolazione della Regione non si va da nessuna parte.

Il sistema in atto quanto a infezione si alimenta da solo e non perché la popolazione  trasgredisce la quarantena ma perché sono le micro comunità –famiglia e RSA- che stanno alla base. Del resto se non fai i tamponi non sai chi nella famiglia sia infettante e quindi i grandi della corona continuano a scorre in attesa che si credi una sorta di immunità di gregge proprio a partire dalle cellule primarie infettanti.
Se invece si facevano i tamponi e si allontanavano subito  gli untori (mettendoli in quarantena negli alberghi vuoti o sulle navi da crocera) la situazione si sistemava con maggiore celerità. Perlomeno si guadagnava al 50% del tempo.
CONCLUSIONE TRE. Le micro comunità sono le cause della persistenza dell'infezione ma il sistema non è in grado di smontarle.O non vuole.

La quarantena è stata disposta “ad cazzum” esattamente come tutte le cose serie in Italia.Mai possibile che una massa di consulenti scientifici di altissimo rango non si sia posto il problema delle RSA? Dei disabili? E che dire delle librerie che sarebbero dei covi del…covid19 mentre i giornalai no ? Mai possibile che non abbiano compreso come la vita all'aria aperta è il primo agente antivirus ovviamente mantenendo le distanze?. Mai possibile che non sia stata fatta una ordinanza ad hoc sul controllo e la sanificazione degli impianti di trattamento aria a partire da quelli degli ospedali RSA e  grandi magazzini)?.
CONCLUSIONE QUATTRO.  Saranno anche dei grandi professoroni ma hanno una scarsa conoscenza dei problemi reali e soprattutto sanno maneggiare benissimo le carte (da leggere) ma non hanno mai lavato il pavimento di casa.

Fase 2. Sostanzialmente adesso non è noto se (1) chi si è ammalato dal covid19ed è guarito  O si posa ammalare di nuovo o meno e (2) non  sono note le relazioni tra l'inquinamento ambientale e la piovosità e la temperatura rispetto alla pandemia. Pertanto un modello di Fase2 potrebbe essere quella che utilizzano gli alpinisti quando  attraversano un ghiacciaio oppure percorrono una cresta: l'andamento in conserva.
Quindi provare ad  aprire una serie di posti di lavoro (4-5mila) nelle varie regioni e facendo  due volte al giorno il  tampone,  fare lavorare queste fabbriche per una settimana, poi un'altra settimana e intanto verificare che succede avendo tutto il tempo di fermare tutto se RI-scoppiano  dei focolai ed avendo anche posti letto in terapia intensiva eventualmente necessari. L'avvio della Fase 2 ad andamento in conserva potrebbe avvenire anche con una minore disponibilità di laboratori per provare i campioni ma nello spazio di due-tre settimane si avrebbe la prova UNIVERSALE di quanto mostruoso o meno sia questo covid19.
CONCLUSIONE CINQUE. L'avvio della Fase 2 deve avvenire in spazi e numeri grandi ma BEN controllabili sia pure subase volontaria.