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FASE2: OCCORRE QUALCUNO DEL NORD ALLA GUIDA DEL PAESE
Di seguito la galleria dei principali soggetti che governano il belPaese nell’era infausta del covid19.
Domenico Arcuri, laurea in economia e commercio, grand commis dello
Stato, classe 1963, calabrese di Melito Porto Salvo (comune attualmente
commissariato per mafia), neo commissario per l’emergenza.
Angelo Borrelli, classe 1964 da Santa Cosma e Damiano di Latina,
commercialista capo del Dipartimento della Protezione Civile.
Roberto Speranza, classe 1979, da Potenza, laureato in scienze politiche, ministro della salute.
Roberto Gualtieri, classe 1966, Roma, laurea il lettere e storia, ministro dell’economia e finanze.
Giuseppe Conte, classe 1964, da Volturara Appula, Foggia ,
avvocato, presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica
Italiana dal 1º giugno 2018.
Sergio Mattarella, classe 1941, Palermo, avvocato, presidente della repubblica.
E mettiamoci anche Mario Draghi, classe 1947, Roma penultimo presidente
della Banca Centrale Europea dato come il potenziale futuro PdC di una
improbabile ammucchiata da destra a sinistra.
Il tema o problema della Fase 2 resta sempre collegato col tema
del cambio di qualcosa nel governo se non di tutto il governo. Due tre
volte alla settimana ne parlano i quotidiani principali e quelli
meno ed anche stamane per esempio Concetto Vecchio scrive Senza unità
nazionale il timore di Mattarella è una crisi al buio manifestando le
perplessità (vere o immaginate) da Mattarella: “Di fronte a questa
macedonia di posizioni com’è possibile immaginare di partorire un
governo di larghe intese che possa salvare il Paese dal baratro nel
quale la recessione da Covid-19 lo sta spingendo, come si invoca da più
parti, sempre più rumorosamente? La richiesta finisce inevitabilmente
anche al Colle, dove si osservano le congetture che ipotizzerebbero
Mario Draghi, o Vittorio Colao, a Palazzo Chigi, entrambi peraltro
stimati moltissimo dal Capo dello Stato. Il problema non sono i nomi,
ma le maggioranze”.
Ferruccio de Bortoli ha scritto in prima pagina che Mentre la
prima linea della sanità combatte ogni giorno per salvare delle vite i
vari livelli di governo del Paese non riescono a trovare, almeno per
ora, una sintesi responsabile. È necessario dunque — come ha scritto il
direttore del Corriere Luciano Fontana — un cambio di passo. Una
governance dell’emergenza più chiara che rassicuri e indirizzi gli
italiani verso l’obiettivo della ripresa e del ritorno alla normalità
nella tutela della salute. Senza polemiche di parte o di campanile,
senza sfumature regionali o di partito. Senza la cacofonia di segnali
contraddittori o minacce di chiudere addirittura i confini della
propria regione se le altre affrettassero le aperture. Un percorso nel
quale sia chiaro chi ha la responsabilità delle decisioni. Nomi e
cognomi.
Insomma –semore Concetto lo vecchio- le cose nel governo non vanno come
dovrebbero, la sua debolezza è evidente, e Mattarella guarda con un
certo scontento alla mancata unità istituzionale. Ma l’alternativa al
momento appare piena di incognite. Ogni tanto qualcuno tira fuori il
modello Ciampi.
Se c’è caos a Roma, non ce n’è di meno nella rappresentanza
politica italiana a Bruxelles. Il caso diventa clinico prima che
politico quando si scopre che il gruppo M5S all'Europarlamento ha
votato ieri contro l'introduzione del Recovery Fund, ovvero il fondo
comune Ue che dovrebbe finanziare la ripresa economica di tutti i
Paesi, Italia compresa, e che Conte continua a chiedere con forza da
settimane anche perché rappresenta la base finanziaria per una forma di
mutualizzazione del debito: se non proprio gli Eurobond, qualcosa che
può somigliargli. Votare contro questo Fondo per puerile massimalismo,
solo perché non è la proposta dei sogni, quella da sbandierare agli
elettori e da celebrare nelle dirette Facebook, è una forma grave di
autolesionismo. Non che il voto di Strasburgo fosse vincolante e
operativo, ma contribuisce a confermare l'idea di un Paese in mano alla
più ottusa propaganda.
La stessa, del resto, che sempre a Strasburgo ha spinto la Lega,
sovranisti ramo opposizione, a votare contro l'emendamento dei Verdi
che chiedeva l'introduzione dei Coronabond, cioè la forma più diretta e
completa di socializzazione delle spese per la ricostruzione. I
leghisti lautamente stipendiati a Strasburgo, per ora ancora in euro e
non nelle lire che gli eurodeputati di Salvini come l'ineffabile
Rinaldi agitano in diretta tv, hanno spiegato che i Coronabond
sarebbero una cessione di sovranità.
Ed è proprio da Bruxelles che sembrano provenire alcuni segnati di
novità. Oggi il quadro in Italia pare diverso, ma non del tutto. Le
fratture nella maggioranza esistono, ma in parte sono ricomponibili. E
nel centrodestra emergono novità.
Berlusconi non vede l’ora di sottrarsi all’egemonia salviniana ed è
pronto a entrare in una combinazione che superi Conte. Giorgia Meloni
ha maturato una sua linea sull’Europa che non coincide con il
massimalismo della Lega. Nel Carroccio stesso nulla è statico. Salvini
tende per istinto alle scelte più radicali, sulla linea del tandem
Bagnai-Borghi. Ma Giorgetti, come ha scritto questo giornale, crede da
tempo a un’ipotesi di solidarietà nazionale.
La faccenda è che nonostante i mega annunci,i mega banner sui
social e una campagna pubblicitaria degna della coca cola a dicembre il
governo abbia cercato di convincere milioni di cittadini che l’Italia
disponeva-disporrà di 400 miliardi di euro da destinare alla ripresa
economica del dopo virus, in realtà non è così, non ci sono neanche
quattro euro a disposizione ma la comunicazione partitica dice di si.
Si tratta di una semplicissima partita di giro. Se la macchina statale
nel suo complesso ha bisogno solo per pagare gli stipendi di 172
miliardi di euro, ai quali vanno aggiunti circa 76 miliardi di
interessi che vengono pagati sul debito pubblico ogni anno. In pratica
solo queste due voci costano 248 miliardi l’anno. Lo Stato incassa
dalle tasse dirette ed indirette circa 471 miliardi. Rimangono 223
miliardi che servono per gli acquisti di beni e servizi per far
funzionare la macchina dello Stato e in piccolissima parte per creare
sviluppo. Come abbiamo visto, in tasca sono rimasti pochi spiccioli, ma
io Stato devo pagare gli stipendi a poliziotti, carabinieri, medici,
infermieri, maestri, professori e così via dicendo comprese le
pensioni, altrimenti questi li ritrovo in piazza domani mattina.
Sfruguglio la tasca destra e niente, poi la sinistra e niente. Idea! Mi
invento che do 400 miliardi al popolo, non taglio le tasse ma le
posticipo, non taglio le bollette ma al massimo le posticipo, non
taglio niente di niente, così anche se il popolo non produce, si prende
i soldi in prestito da me attraverso le banche (casomai non ci fosse
bisogno di fare guadagnare qualcosa anche a loro) e il popolo così mi
può restituire sotto forma di tassazione i soldini che mi servono per
campare.
Qui col problema si torna all’inizio. A Roma comanda qualcuno che non
conosce e sa molto dell’Italia. Questo governo sostanzialmente in mano
ad una classe politica e ad una burocrazia tutta di formazione
aderenze conoscenze meridionale non ha più la fiducia della gente del
nord. Non ci si intende proprio.
La galleria di ritratti dei massimi dirigenti della politica
nazionale che abbiamo descritto all’inizio ci dice che almeno due terzi
in quella fila vanno cambiati. E cambiati alla svelta mettendoci
coloro che hanno il sentire dell’Italia che sta in Europa da
protagonista e non da questuante di qualche punto percentuale di debito
in più.
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VOLETE RIDERE? PER CLAUDIO PIGA LA SERRA SAREBBE UNA ERETICA
Il custode delLa Latrina di Nusquamia è una contraddizione vivente.
L'ing. Claudio Piga (ma sarà davvero un ingegnere?) un abduano di
origini sardAgnole parte deciso nella sua ultima vigola di merda sulle
pareti della latrina: Ci tengo a dire che non intendo qui incrociare le
armi con la dott.ssa Serra in continuità con la polemica di quand'era
sindaco di un grosso borgo di Bergamo a vocazione prevalentemente
commerciale. (…) Farò riferimento invece a due argomenti che abbiamo
toccato spesso su Nusquamia, quello della deriva del cattolicesimo
verso posizioni protestanti e quello del ruolo crescente e, a nostro
parere, nefasto dei cattoprogressisti nella politica italiana.
E così prende di petto il predicozzo che la Serra ha postato in
internet sul sito della parrocchia di Longuelo di cui abbiamo parlato
alla pagina 1191 un mese or sono. Il custode delLa Latrina di Nusquamia
in merito a quanto chiacchiera la Serra scrive che “ anche accogliendo
con molta generosità l'ipotesi che, allorché Cristo pronunciò il
sermone della montagna, fosse seguito da una parte della folla, e che
fra loro alcuni fossero riusciti a sentire qualcosa, tutti i
commentatori non-protestanti, sia quelli che precedono Lutero, sia
quelli che in seno alla Chiesa cattolica non aderirono all'“eretica
pravità” (come un tempo si diceva) delle Chiese protestanti, non c'è
dubbio che il discorso del sale della terra (e della lucerna che non ha
senso tenere sotto un moggio) è rivolto agli apostoli e non
indistintamente alla folla.
Chi allora pretende che il discorso di Gesù Cristo sul sale della terra
non fosse specificamente indirizzato agli apostoli? Sono i protestanti,
pur con sfumature e soprattutto gradazione diversa: dico “gradazione”
perché grande è la tentazione di cominciare con il dire che
effettivamente Gesù si rivolge agli apostoli e poi, con infingimento
retorico degno più di un avvocato che di un esegeta della parola
divina, arrivare passin passino a dire che questo messaggio di Cristo
(«voi siete il sale della terra») si applica a tutti coloro che si
professano cristiani, in particolare a coloro che sono gli eletti.”
Detto e fatto, prosegue il nostro: In questo errore è caduta la
dott.ssa Serra, cattoprogressista e vicina al sentire protestante, di
fatto precipitando nel baratro dell'“eretica pravità” della quale si
diceva. Quando lei afferma che «ognuno di noi sceglie come dare sapore
alla società», dà per scontato che chiunque si dica cristiano, e che si
consideri buon cristiano, ha il diritto e forse anche il dovere di
imporsi agli altri, essendo ipso facto “sàpido”, in quanto “sale della
terra. Sàpidi: questo è quello che credono di essere i
cattoprogressisti, nonché, per dirla tutta, i seguaci di don Giussani.
Sàpidi e determinati”.
Per concludere una prima volta che “Se la dott.ssa Serra abbraccia
l'eresia protestante e pensa di essere il sale della terra, se è immune
dal peccato, nessuna meraviglia se poi è così “determinata” nell'agire
politico. E mi fermo qui, perché non è mia intenzione fare una polemica
politica retrodatata”.
E più avanti : Se la dott.ssa Serra abbraccia l'eresia protestante e
pensa di essere il sale della terra, se è immune dal peccato, nessuna
meraviglia se poi è così “determinata” nell'agire politico. E mi fermo
qui, perché non è mia intenzione fare una polemica politica retrodatata.
Conclude una seconda volta (per adesso: la pagina è ancora aperta):
Potrei fare degli esempi attingendo alla cronaca della politichetta, ma
mi sono proposto di non rinvangare il passato, e non lo faccio. In ogni
caso, non credo che questa mia visione delle cose e delle idee sia
apparentabile a quella serrana. N.d.Ar.
E' scontato che il custode delLa Latrina di Nusquamia arrivi con un
mese di ritardo dopo la pubblicazione della nostra pagina (far finta
d'averla scovata da solo…) in merito al predicozzo pasquale della Serra
perché questa è una delle sue contraddizioni o balle cui ci ha
abituato: quella di dichiarare di non volere mettere in naso
nelle faccende del “paese bello da vivere” salvo poi
insegnare al Papa come si dice Messa accusando la Serra, che NON E' una
normale cittadina qualsiasi ma una persona che sta in politica da
almeno vent'anni e non certo come consigliera scalda posto non solo di
essere eretica (e qui piovono sghignazzi a catinelle).
Dimenticando che era partito con una scoreggiata tipo: Ci tengo a dire
che non intendo qui incrociare le armi con la dott.ssa Serra in
continuità con la polemica di quand'era sindaco di un grosso borgo di
Bergamo a vocazione prevalentemente commerciale. (…) Farò riferimento
invece a due argomenti che abbiamo toccato spesso su Nusquamia, quello
della deriva del cattolicesimo verso posizioni protestanti e quello del
ruolo crescente e, a nostro parere, nefasto dei cattoprogressisti nella
politica italiana.
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NUMERI MUTI
Il magnifico tabellone che la sindaca Gamba a coraggiosamente
pubblicato per illustrare al popolo quanto abbia combinato di buono
l'assessorato ai servizi sociali per fare affrontare e superare al
meglio la pandemia in corso è una delle sue specialità che presto
(forse ) vedremo proiettate in qualche luminosa slide in consiglio
comunale (semmai ci saranno ancora sedute coi pochi cittadini presenti
fisicamente).
Il magnifico tabellone elenca con la crudezza dei numeri i vari servizi
resi ai cittadini ma NON è accompagnato da alcun commento.
Non c'è nessuna lettura e interpretazione dei numeri.
Del resto – la Gamba la conosciamo da otto anni- non l'abbiamo mai
sentita dare un giudizio sulle slide che pubblicava tranne che il
nemmeno troppo sottintesa era sempre lo stesso: o così o pomì.
Sicuramente non esce dalla scuola di un Francesco Seghezzi classe 1989
da Casalmaggiore Cremona , creatore della Fondazione ADAPT e professore
dell'UniBG.
Dal poco che ci pare di avere dedotto (non parliamo di temi attinenti
alla scuola) la situazione è sostanzialmente più che buona perché a
fronte di 2500 famiglie non ve ne sarebbero che due dozzine,
facciamo una trentina, che hanno problemi di esistenza per vari motivi
che spaziano dall'economia al lavoro alla salute mentre esiste un largo
numero di persone che si sono costruite un welfare piuttosto egoistico
che contrasta piuttosto con la generale situazione del paese.
Probabilmente quasi tutte queste famiglia hanno primariamente problemi
di salute cui seguono tutti gli altri problemi.
Così come ci aveva stupito a suo tempo leggere sul giornale che a Curno
c'erano solo 19 RdC adesso non ci stupisce leggere che a fronte di 88
richieste di buoni spesa secondo l'ordinanza 658 del
29/3/2020) (erano 39.000 euro attributi dalla Protezione Civile
nazionale al Comune) ne sono state soddisfatte solo 23.
Sarebbe interessante sapere di cosa ne faranno le somme non
destinate e quanto ci hanno messo i negozi del posto come buoni
spesa.
Torna di nuovo sul tappeto il problema di come i servizi sociali del
comune non siano un ufficio destinato ANCHE a capire come
nascono i problemi e le interazioni di quelli dei singoli con la
famiglia (e quindi generare una serie di suggerimenti per superarli-
mentre funzionano benissimo COME bancomat distributore di somme.In
alcuni casi enormi e incomprensibili per decine di migliaia di
euro di cui – interrogate- ne la sindaca ne la dirigente del servizio
danno risposta.
Concludendo si vede come il maggiore problema sociale nel paese stia
nel falansterio delle case popolari di Via dei Caduti. Niente di nuovo
solo per Curno ma identico dappertutto nella case popolari. Case
popolari che andrebbero svuotate e rifatte da cima a fondo perché ormai
hanno mezzo secolo ( per l'esattezza 45 anni) di vita ma… ghè mia i
solcc.
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