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LA TESTA VUOTA DELLA POLITICA
CERCASI GOVERNO PER FARE LA PATROMONIALE
Questa la cronaca di Repubblica sul voto di ieri al Parlamento Europeo.
Chi riesce a comprendere la logica di medio e lungo periodo dei
5S, Salvini e Meloni può ritenersi fortunato. Leggiamo:
Il Parlamento europeo approva la risoluzione in favore dei Recovery
Bond, i titoli di debito Ue chiesti dai Paesi del Sud per salvarsi di
fronte alla peggior recessione dal dopoguerra. Un testo, per quanto non
vincolante, pensato per spronare i capi di Stato e di governo a trovare
un accordo sulle misure per la ripresa in vista del summit di giovedì.
I voti a favore sono 395, gli astenuti 128 e 171 i contrari. Ma è caos
tra i partiti italiani, che tra accuse reciproche vanno in ordine
sparso. La Lega vota contro i Coronabond perché «aprono la porta alla
Troika». I Cinquestelle disconoscono un documento redatto dai grandi
gruppi politici per aiutare Macron e Conte nei negoziati dei prossimi
giorni con Merkel e i nordici. Lo fanno perché contiene il Mes
(Salva-Stati), poco importa se depurato da ogni condizionalità, proprio
come chiede l'Italia.
Le prime crepe si registrano quando i deputati (collegati in video)
votano gli emendamenti. Lega e Forza Italia bocciano quello presentato
dai Verdi in favore dei Coronabond, il sogno proibito (per i
mediterranei) del debito comune che non passa per pochi voti. Tocca ai
Recovery Bond, obiettivo più realistico e non a caso al centro delle
trattative tra leader. L'emendamento passa, ma i Cinquestelle si
schierano contro, nonostante sia tra gli obiettivi del premier Conte.
Favorevole il Pd. I due soci della maggioranza giallorossa si dividono
di nuovo quando i dem, con Forza Italia e Iv, votano a favore del
paragrafo in cui si chiede di confermare le scelte dell'Eurogruppo,
ovvero l'attivazione del Mes senza condizionalità per aiutare i governi
a reggere l'urto della pandemia in attesa dei bond europei. I grillini
votano contro, schierandosi con Lega e Fratelli d'Italia.
Intorno alle 4 del pomeriggio è ora di votare la risoluzione finale:
sia i giallorossi che il centrodestra si spaccano. A favore ancora una
volta Pd, Italia Viva e Forza Italia. I Cinquestelle annunciano
l'astensione, ma si frantumano: in tre votano contro. Sono Corrao,
D'Amato e Pedicini. È la cordata sovranista vicina ad Alessandro Di
Battista. Guarda caso pollice verso arriva anche da Lega e Fdi.
Da Roma il viceministro grillino Stefano Buffagni accusa: «Mentre
l'Italia conduce negoziati difficilissimi per ottenere i Coronabond,
Salvini si schiera a fianco dell'Olanda e vota contro gli interessi del
suo Paese ». Rispondono gli eurodeputati leghisti Zanni e Campomenosi.
Sostengono: «Eurobond significa eurotasse, rinunciare alla sovranità
fiscale, consegnare le chiavi di casa a Germania e Troika».
Ormai le due uniche forze che paiono tenere nel quadro politico sono il
PD e FI. Non c'è da stare allegri visto non non fanno nemmeno un terzo
dell'elettorato. Prima di fine anno se i partiti a Roma e gli
italiani in quarantena non vogliono la troika in Italia dovranno
tosarsi di 400 miliardi dalle rispettive ricchezze finanziarie
per portare il debito attorno ai mille miliardi. Altro che sperare
nelle 28 stelle dell'UE. Che probabilmente –il debito- saranno comunque
millecento. Inutile cincischiare su una Fase 2 o su una Fase 3 in un
paese che dopo due mesi dall'avvento del covid19 non riesce ancora a
fornire almeno UNA mascherina UNA al giorno ai suoi maggiorenni e non
riesce nemmeno a fare in 15 giorni sia il tampone che il test
sierologico alla sua popolazione.
Dopo di che verranno a breve al pettine i nodi dei bilanci degli enti
locali che non avranno i soldi per pagare tre o sei mesi di raccolta
rifiuti e illuminazione pubblica. Per non dire dei trasporti
locali.
Che dire? Macchine belle in garage, ricambio forzato perché ormai non
ci sono i pezzi di ricambio e le officine capaci di riparazioni, soldi
in banca che non rendono nulla e almeno un terzo delle partite IVA che
erano nate come parassite di una ricchezza fasulla chiuse ed un bel
pacco di NPL in carico alle banche ed allo stato. Diciamo che con la
storia dei fondi dati alle imprese, molte di queste sono stimolate ad
incassare, vendere alla svelta e sparire lasciando debiti in carico ai
rispettivi ex fornitori. Il sistema economico ha creato troppa fuffa
che non ha nessuna logica di mercato: il boom della ristorazione
e dei bar lascerà indietro un fiume di cadaveri. Giusto peraltro per
chi è cresciuto nella convinzione che fare il bottegaio
combinando bassi salari ai dipendenti evasione fiscale e
contributiva e qualche fallimento pilotata poteva andare avanti. Basta
percorrere certe vie nei centri città e ne trovi decine centinaia.
Lasciamo perdere per il momento il ragionamento di Salvini in ordine
alla tragedia del covid 19 dove si è esercitato a proporre tutto e
tutto il suo contrario mentre dei suoi due principali
luogotenenti -Fontana e Zaia- uno se l'è cavata abbastanza bene
per la discreta arretratezza della regione amministrata e l'altro è
affondato per l'eccessiva vivacità della sua. Si scopre quello che già
si avvertiva: la leadership di Salvini sta affievolendosi. Non
tanto perché ha perso 8-10 punti percentuali nei sondaggi
elettorali ma perché la realtà fa emergere l'incapacità della Lega a
governare col fiato del lungo periodo. Tutti bravi a fare i bulli
quando tutto gira per il verso giusto. Così come Salvini era
scappato nel bel mezzo d'agosto all'idea di dover presentare
una finanziaria che gliel'avrebbero bruciata sulla
pubblica piazza, stavolta c'è un pezzo di partito che non gliela vuole
dare ne vinta ne perdonare. Non si sa come finirà la
vicenda giudiziaria di Fontana rispetto al caos nelle RSA ma
oltre l'aspetto legale c'è il fallimento totale del “sistema
Lombardia” rispetto alla pandemia. Fallimento per la mancanza di
tutto l'essenziale –dai dpi agli ossigenatori al personale- e con gli
ospedali costretti a smantellare in poche ore interi reparti per creare
quelli per il covid19 col 40% della sanità privata che ha risposto per
meno del 20% all'emergenza. Accompagnati da due bullate come i
due ospedali nelle due fiere, nati per cento posti, poi ridotti a
40 e infine funzionanti a dieci con ancora medici e infermieri
disponibili dopo 60 giorni di pandemia.
Le difficoltà di Salvini e della Lega si leggono nell'ordine di tirarsi
indietro impartito all'assessore Gallera (FI). Si leggono nella
scomparsa di Giorgetti dalla scena politica: in riva al lago a
farsi la tintarella. Il lokdown ha tolto l'acqua al pesce Salvini
mentre la scialba figurina del Conte imperversa alla televisione.
Ci si rende conto di come gli italiani siano facilmente manipolabili a
seconda della marea di cazzate che uno va in TV a declamare. E quindi
ci si rende conto di come votino con la pancia piuttosto che con la
testa. Ma anche gli Europei ci guardano e ci vedono e quindi
proprio una classe politica che va al parlamento Europeo e fa la
sceneggiata descritta della votazione, beh non c'è da meravigliarsi se
siano diffidenti a prestarti l'euro.
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ARCURI LA GUIDA CALABRESE CHE IGNORA
LA PROGRESSIONE IN CONSERVA
Il Domenico Arcuri da Melito Porto Salvo Reggio Calabria – un altro
capo meridionale non bastassero un PdC pugliese e un PdR siciliano nel
mare di guai in cui si trova l'Italia - appartiene al novero dei
burocrati la cui prima preoccupazione è salvarsi il posto prendendo in
ostaggio la popolazione. In apparenza il suo ragionamento è pieno di
minaccioso buonsenso che ammalia le sciurette del the alle cinque
e dice: ”tra l′11 giugno 1940 e il 1 maggio 1945 a Milano sono morti
sotto i bombardamenti della seconda guerra mondiale 2 mila civili, in 5
anni; in due mesi in Lombardia per il coronavirus sono morte 11.851
civili, 5 volte di più”. Un riferimento numerico clamoroso: ed
infatti basti pensare al buonsenso dei suoi colleghi che
mentre avvertivano i dottori della mutua sparsi tra le Alpi e il
Lilibeo di acchiappare il cinese, avevano già in casa da due mesi
il covid19 senza che neppure lo fiutassero. Non proprio tutti
ovviamente. Poi hanno declamato d'avere acchiappato il paziente
UNO ma poi si sono accorti che non era quello: gliene erano
scappati qualche centinaio sparsi per ogni dove in alta Italia . Come
il cacciatore che crede d'avere abbattuto il fagiano e quando lo
raccoglie s'accorge che è il gallo del suo pollaio.
Arcuri Domenico da Reggio Calabria probabilmente non è un alpinista e
pertanto non conosce “la progressione in conserva”. La
progressione in conserva con corda corta è una tecnica che viene
utilizzata in alpinismo quando ci si trova su terreni prevalentemente
rocciosi o a progressione mista. La conserva corta è una scelta valida
nel caso in cui la cordata voglia avanzare con un ritmo costante e
veloce. Si usa la conserva corta nell'attraversamento di ghiacciaio
dove non ci sia il rischio di cadere all'interno di crepacci.
La progressione in conserva corta non prevede vincoli tra la corda e la
montagna, è la corda stessa che crea un vincolo tra i componenti della
cordata, e serve un'attenzione costante da parte di ogni singolo
componente.
La progressione in conserva è funzionale in quei tratti con difficoltà
moderata, quali creste, dove si voglia avere la possibilità di
contrastare perdite di equilibrio di un membro della cordata o
eventuali cadute. Una eventuale scivolata deve essere immediatamente
arrestata, prima che si generi una forza di arresto tale da non poter
essere più trattenuta, motivo per cui tra i componenti della cordata la
distanza deve essere di massimo 2 o 3 metri.
Nella cordata da tre elementi, i due componenti con maggior esperienza
si legheranno ai capi della corda, mentre il componente meno esperto si
legherà in mezzo. La posizione del capocordata varierà in funzione del
terreno, in salita procederà davanti, mentre in discesa si posizionerà
dietro.
La tecnica delle progressione di conserva va applicata
anche per il riavvio delle attività e della circolazione delle persone.
Del covid19 non sappiamo nulla come si comporta “dopo” tutto il caos
che ha già messo in piedi. Per esempio non sappiamo se chi è già stato
infettato –tanto o poco- ed è guarito abbia la possibilità di
reinfettarsi oppure resti vaccinato per sempre o per
qualche tempo. Davanti all'ignoto si applica la progressione di
conserva.
Vale a dire che –per esempio già da lunedi 20 aprile- si
potrebbero far partire in diverse città del nord alcune
attività coinvolgenti alcune migliaia di persone (verificate
ciascuna col tampone e il test sierologico prima di partire) e andare
avanti giorno per giorno nell'attività lavorativa (in diversi
settori) accompagnando ogni giorno sempre del tampone e del test
sierologico). Arriveremmo al 04 maggio con parecchie certezze in più
e nella mala parata, la faccenda si potrebbe interrompere
immediatamente, con la sicurezza di disporre dei posti in ospedale per
l'eventuale ricovero visto che sono coinvolte poche migliaia di persone
– facciamo mille per ciascuna grande regione del nord.
Invece si va allo sbaraglio senza sapere nulla di niente. Che dio ce la
mandi buona altrimenti faranno la pelle anche al calabrese.
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CHE BEL CILMA IN COMUNE
Con determinazione n.131 del 07 aprile 2020 dal titolo: “subentro
RUP opere pubbliche varie” l'architetto R.Maggioni Responsabile Settore
Urbanistica Ambiente Ecologia ha assunto l'incarico di RUP
(responsabile unico del procedimento) di un lungo (12) pacco di opere
pubbliche al posto del precedente RUP geometra Massimo Mastromattei. Ma
dall'elenco manca la costruzione della nuova palestra della Rodari.
Via PEC abbiamo chiesto all'architetto: 1- Come mai manca da
quell'elenco (la palestra della Rodari)? 2-Come mai i lavori non sono
ancora iniziati e nemmeno si vede l'avvio del cantiere?
Quest'opera per non perdere il finanziamento non dovrebbe essere
terminata nel 2020?
Con una inattesa velocità –praticamente dopo quattro ore- ci è
pervenuta la sua risposta che, nel noto stile della funzionaria…:
“quando piove non c'è il sole” conferma che il RUP della futura
palestra della nuova Rodari resta sempre il geom. Mastromattei.
Per capire “quale clima” circoli negli uffici comunali va posta
attenzione alla risposta che non è indirizzata soltanto al
sottoscritto interrogante ma è indirizzata “in copia” anche al
predetto Mastromattei ed alla sindaca Gamba. Che è come dire:
attenzione che questi mi ha fatto questa domanda e questa è la mia
risposta. In base alla legge non esiste obbligo per un dirigente di
informare il sindaco e un collega ma a Curno vige questa procedura.
Strana. Non sappiamo se sia applicata sempre con tutti gli interroganti
ma davanti a una risposta NON risposta c'è di che interrogarsi. Per la
precisione. Noi siamo del parere che (1) una dirigente
(l'arch.Maggioni) che ha lasciato il comune per altra amministrazione
non si dovrebbe riprendere (2) un dirigente (geom. Mastromattei) che è
sindaco di un'altra amministrazione dovrebbe stare in congedo fino a
fine del suo mandato politico.
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