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QUALCHE IDEA SULLA FASE 2
Appartengo alla fascia di età –ultra 70 anni- dove si concentra la
maggiore mortalità diretta o indiretta del covid19 e dopo la bellezza
di oltre due dozzine di interventi chirurgici con altrettante sdormie
(in effetti gli interventi sono stati 27) non c'è più niente che mi
faccia paura. Delle cinque patologie croniche (1-Ipertensione
arteriosa , 2-Diabete mellito-Tipo 2, 3-Cardiopatia ischemica, 4-
Insufficienza renale cronica, 5- Fibrillazione atriale) che compaiono
nell'80% dei morti (anche) per covid19 non ne ho nessuna di evidente.
Le gomme non sono sgonfie: paiono leggermente a terra anche se
diversamente l'una dall'altra. Nemmeno a pensare di fare il tampone
visto che non avendo i sintomi previsti, manco mi prendono in
considerazione anzi mi terrebbero per un perditempo. Quindi da metà
febbraio sono sostanzialmente in quarantena limitata tranne una volta
alla settimana per fare la spesa.
Mi sto innervosendo. Assai.
(...)
NON E' L'ORA CHE QUALCUNO CHIEDA LE DIMISSIONI DI GALLERA&FONTANA?
(...) In occasione dell'estensione della segregazione al 4 maggio
l'Istat che ricordiamo, dipende dal Ministero dell'economia e dunque
non è terzo e indipendente rispetto al governo, tira fuori dal cilindro
statistiche parziali con le quali si dice, non c'è trucco, non c'è
inganno, la mortalità generale nei primi tre mesi di quest'anno
quest'anno è aumentata e dunque le misure di segregazione sono
pienamente giustificate. In uno specchietto ci viene mostrata la
mortalità generale per qualunque causa di gennaio, febbraio e marzo
negli ultimi cinque anni:
· 34.339 decessi nel 2015
· 30.411 decessi nel 2016
· 35.018 decessi nel 2017
· 33.520 decessi nel 2018
· 33.575 decessi nel 2019
· 40 244 decessi nel 2020
e dunque ci sarebbero 6.669 morti in più rispetto all'anno precedente,
un aumento ovviamente attribuibile al Covid 19 che giustificherebbe le
misure che stanno facendo letteralmente crollare l'economia,
prontamente ripresi da tutta l'informazione legata alle mangiatoie del
potere. In realtà il trucco c'è e basta leggere la nota in cui l'Istat
ci spiega che le cifre si riferiscono non a tutti i comuni del campione
che rappresenta comunque un quinto di quelli italiani) , ma solo ai
1084 “con un numero di decessi che, nel periodo 1° gennaio – 28 marzo
2020, è risultato superiore o uguale a 10 unità e che nel mese di marzo
del 2020 hanno presentato, rispetto alla corrispondente media del
quinquennio 2015-2019, un incremento della mortalità pari ad almeno il
20%” Insomma, tanto per dirla in soldoni hanno artatamente scelto i
comuni dove si sono verificati il maggior numero di decessi, per
rendere il dato più allarmante possibile in termini percentuali, ma
siccome si tratta di una piccola parte dei comuni può benissimo darsi
che la mortalità generale sia aumentata di pochissimo o persino
diminuita come sta accadendo in Gran Bretagna dove il Covid 19 è stato
depennato dal novero delle malattie infettive gravi.
(...)
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PDF: 9,7 Mb
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QUALCHE IDEA SULLA FASE 2
Appartengo alla fascia di età –ultra 70 anni- dove si concentra la
maggiore mortalità diretta o indiretta del covid19 e dopo la bellezza
di oltre due dozzine di interventi chirurgici con altrettante sdormie
(in effetti gli interventi sono stati 27) non c'è più niente che mi
faccia paura. Delle cinque patologie croniche (1-Iperten sione
arteriosa , 2-Diabete mellito-Tipo 2, 3-Cardiopa- tia
ischemica, 4- Insufficienza renale cronica, 5- Fibrillazione atriale)
che compaiono nell'80% dei morti (anche) per covid19 non ne ho nessuna
di evidente. Le gomme non sono sgonfie: paiono leggermente a terra
anche se diversamente l'una dall'altra. Nemmeno a pensare di fare il
tampone visto che non avendo i sintomi previsti, manco mi prendono in
considerazione anzi mi terrebbero per un perditempo. Quindi da
metà febbraio sono sostanzialmente in quarantena limitata tranne una
volta alla settimana per fare la spesa.
Mi sto innervosendo. Assai.
Praticamente due-tre volte alla settimana dobbiamo sentire i predicozzi
del PdC e adesso anche del PdR. Quell'imbecille del TG3 che fa la
diretta dalla Protezione Civile ha il buongusto di cominciare sempre la
cronaca col numero dei morti. Ormai di covid19 ne parlano
dappertutto: persino quando schiaccio il pulsante della pucci parte il
jngle restate a casa. Vaffa. Il Fontana che pare il
rappresentante della morte improvvisa fa la gara col Borrelli e il PdC
a chi fa il divieto più stringente. Il Gallera va in TV senza riuscire
dopo 60 giorni a pubblicare a schermo le sue slide ed ha a fianco uno
che pare sia uscito da uno scontro diretto con un caprone. Poi vedi
come ogni giorno nei dati della P.C. c'è sempre qualche regione che non
li da o arrivano il giorno dopo ragione per cui possiamo ritenere che
le regioni di centrodestra leghista neanche troppo sotterraneamente li
stiano compromettendo come forma di lotta politica. Poi vedi che i
professoroni avevano lanciato l'allarme “attenti a quelli dalla Cina” e
invece i cinesi erano tra di noi e naturalmente i proni
dirigenti di nomina politica (un filosofo a capo di una RSA?) manca
sapevano dove stesse la Cina e la differenza tra una polmonite e il
covid19. Poi vedi la terapia intensiva del Giovanni XXIII e i letti
sono ammonto nati l'uno all'altro. Poi senti che si sono candidati 8000
infermieri e non sai dove siano finiti tranne un centinaio. Poi vedi le
due terapie intensive installate nelle due fiere e sono occupate
nemmeno per ¼ del realizzato che è già la metà del promesso. Non passa
giorno che ci sia l'annuncio dell'arrivo di medici materiali
unghie incarnite da ogni del mondo dove in aiuto agli italiani. Poi c'è
la sfilata dei professoroni italiani che ci spiegano tutto
per concludere “state a casa”.
Per adesso con questo covid19 siamo arrivati ad un numero di morti
pressoché identico a quello annualmente stimato dall'ISTAT nazionale
per la polmonite. Non c'è da stare allegri perché possono benissimo
aumentare ma i numeri degli scienziati e dell'ISTAT sono quelli.
Insomma aleggia uno strano senso di mezzo bidone tirato da burocrati
cacasotto ignoranti che non sanno che peci pigliare per non perder e il
posto che gli è costato inghiottire un sacco di merda leccando il
politico di turno.
Questo lungo cappello qualunquista per dire la mia sulla Fase2.
1 – Penso che sia perfettamente fattibile la libera circolazione delle
persone (sport spesa, ciacole) sulla base di una distanza di due
braccia all'aperto e per lettera dell'alfabeto. Ogni giorno della
settimana possono uscire solo i cognomi di 1/3 delle lettere
dell'alfabeto.
2 – La tessera sanitaria diventa la carta di credito per chi non ce l'ha a costo zero per riscuotere pensioni e aiuti pubblici.
3 – Gli enti locali controllano i consumi elettrici dei sistemi di
ricambio aria dei centri commerciali (per verificare se vengono fatti
funzionare oppure no).
4 – Accesso ai locali (bar negozi) in base ai mq o numero di tavoli. Una persona ogni 5 mq o per tavolo.
5 – Visto che ormai lavora il 60-70% delle imprese consentirlo a tutte le imprese fatto salvo l'uso dei DPI.
6 – Scuola. Verificato che ormai l'anno scolastico è andato a pallino,
i Comuni investono le somme residue per l'acquisto di tablet per ogni
studente ed avviano FINALMENTE una pratica di didattica on line. Se non
altro per essere pronti a settembre.
7- Le ATS coi medici di base avviano un censimento OBBLIGATORIO dei
cittadini secondo le patologie e l'età e con apposite commissioni
comunali si decide il che fare quanto ad assistenza e verifica attesa
l'improbabilità professionale degli addetti degli uffici e degli
assessori.
8 – La sanità torna nel contesto nazionale.
9 – Il Governo decide un programma contro l'evasione e l'elusione
fiscale per recuperare in cinque anni almeno l'80% delle due che
destina alla riduzione del cuneo fiscale a metà tra le due parti.
10 – Un decimo della ricchezza finanziaria di imprese e privati viene
versato in un prestito trentennale (non negoziale sul mercato) al tasso
dell'1,5% senza tassazione sugli interessi e restituibile ai cittadini
per 1/30 ogni anno. La somma viene destinata alla riduzione del debito
pubblico.
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NON E' L'ORA CHE QUALCUNO CHIEDA LE DIMISSIONI DI GALLERA&FONTANA?
(...) In occasione dell'estensione della segregazione al 4 maggio
l'Istat che ricordiamo, dipende dal Ministero dell'economia e
dunque non è terzo e indipendente rispetto al governo, tira fuori dal
cilindro statistiche parziali con le quali si dice, non c'è trucco, non
c'è inganno, la mortalità generale nei primi tre mesi di quest'anno
quest'anno è aumentata e dunque le misure di segregazione sono
pienamente giustificate. In uno specchietto ci viene mostrata la
mortalità generale per qualunque causa di gennaio, febbraio e marzo
negli ultimi cinque anni:
· 34.339 decessi nel 2015
· 30.411 decessi nel 2016
· 35.018 decessi nel 2017
· 33.520 decessi nel 2018
· 33.575 decessi nel 2019
· 40 244 decessi nel 2020
e dunque ci sarebbero 6.669 morti in più rispetto all'anno
precedente, un aumento ovviamente attribuibile al Covid 19 che
giustificherebbe le misure che stanno facendo letteralmente
crollare l'economia, prontamente ripresi da tutta l'informazione legata
alle mangiatoie del potere. In realtà il trucco c'è e basta leggere la
nota in cui l'Istat ci spiega che le cifre si riferiscono non a tutti i
comuni del campione che rappresenta comunque un quinto di quelli
italiani) , ma solo ai 1084 “con un numero di decessi che, nel periodo
1° gennaio – 28 marzo 2020, è risultato superiore o uguale a 10 unità e
che nel mese di marzo del 2020 hanno presentato, rispetto alla
corrispondente media del quinquennio 2015-2019, un incremento della
mortalità pari ad almeno il 20%” Insomma, tanto per dirla in soldoni
hanno artatamente scelto i comuni dove si sono verificati il maggior
numero di decessi, per rendere il dato più allarmante possibile in
termini percentuali, ma siccome si tratta di una piccola parte dei
comuni può benissimo darsi che la mortalità generale sia aumentata di
pochissimo o persino diminuita come sta accadendo in Gran Bretagna dove
il Covid 19 è stato depennato dal novero delle malattie infettive
gravi. E di certo non si può proiettare questo dato come fanno i più
scalmanati coviddisti ad ogni realtà. Vi faccio notare anche un'altra
cosa, ovvero che nel 2017 c'è stato un aumento di morti (sempre
sulla base dei medesimi comuni) di 5226 persone rispetto all'anno
precedente, quindi un ordine di grandezza assolutamente
paragonabile a quello attuale senza che per questo nessuno si sia
sognato di chiudere il Paese, anzi senza che nessuno ne abbia mai
parlato. Insomma c'è una certa oscillazione che dovrebbe indurre a
considerare in maniera meno allarmistica le cifre, a parte la doverosa
prudenza nell'attribuire comunque i decessi al coronavirus vista
l'aleatorietà dei test. Basta tenere conto che in Italia muoiono
annualmente circa 620 mila persone, ma con oscillazioni grandissime di
anno in anno e tanto per fare qualche esempio nel 2012 sono decedute
612.883 persone, nel 2013 600.744, nel 2014 ancora meno ovvero 598.364,
ma nel 2015 sono state 647.571 con un aumento di 50 mila morti passato
nel più assoluto silenzio una, cifra del resto di qualche
migliaio inferiore a quella del 2017 , cioè 649.061 decessi che l'anno
scorso sono stati 647.000. Dunque la cifra di questo olocausto virale
con i 6669 morti eccedenti va vista in questa prospettiva.
Se poi andiamo a leggere dove si è verificato in specifico l'aumento
dei decessi possiamo facilmente vedere che i due terzi dei
morti in più rispetto allo scorso anno si è avuto nei comuni
della provincia di Bergamo con 2043, seguiti da quelli del Bresciano
879, del Milanese con 639 e del Lodigiano con 296, rendendo
impossibile estendere il dato a livello nazionale e inducendo a
ricercare cause specifiche. Tutte le altre provincie hanno avuto
numeri molto minori, anche considerando che stiamo analizzando i centri
col maggior numero di decessi e dunque in queste zone l'effetto Covid
sta dentro le comuni oscillazioni tra anno e anno.
Dunque non siamo per nulla di fronte alla peste, ma più che altro al
crollo del sistema sanitario in generale e a quello lombardo in
particolare, semi privatizzato che fino a ieri veniva preso a
modello di eccellenza e che invece è miseramente naufragato alla prima
ondata più forte del normale. Sarebbe compito di un Paese civile capire
perché e cosa è davvero successo in quelle corsie, anche se le prove
sono ornai state bruciate e il governo ha decretato l'impunità, invece
di produrre generici epicedi funebri. Così si può spiegare
l'enorme differenziale italiano in fatto di decessi a fronte delle più
severe e generalizzate misure di contenimento: il problema non è non
venire a contato col virus, che comunque è già ampiamente diffuso, ma
di avere buone e opportune cure, se per caso si è in quel 5 per cento
di persone che hanno sintomi importanti, invece di rischiare di morire
di ospedale come accade a 50 mila persone l'anno. Pare poi che vi
possano essere stati gravi fraintendimenti in fatto di terapia (
in questo ha malignamente giocato il nome di Sars Cov 2 con la solita
nomenclatura cretina di origine americana) visto che in alcuni ospedali
l'utilizzo di eparina e cortisone al posto dei respiratori ha
fatto letteralmente crollare le statistiche mortuarie e il ricorso alle
terapie intensive. Ci sono poi da tenere in considerazione le
condizioni generali che fanno della valle padana uno dei luoghi più
inquinati di tutto il pianeta dal punto di vista delle polveri fini. Ma
con tutto questo non c'è alcuna proporzione tra ciò che accade e ciò
che viene narrato con scopi del tutto eterogenei. Il vero dato
drammatico è invece il massiccio aumento di decessi che si è man mano
verificato a partire dalla crisi del 2008: prima di allora praticamente
la mortalità generale era di 50 70 mila persone in meno all'anno
rispetto alla media attutale, combinato disposto tra condizioni di vita
in via di peggioramento, minore accesso alle cure, distruzione
progressiva del sistema sanitario: il virus, quello vero, è proprio lì.
Alberto Capece Minutolo
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