A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1208 DEL 08 APRILE 2020
























































Di cosa parliamo in questa pagina.



















ALZATI ITALIA! DAL DIVANO
Stefano Folli su Repubblica parte in quarta: Anche la politica tenta la fase due. La cosiddetta “fase 2” successiva all'emergenza sanitaria sta cominciando. Anzi, è cominciata ieri sera con il «poderoso intervento da 400 miliardi» annunciato dal premier Conte. Che andrebbe ad aggiungersi, garantisce il presidente del Consiglio, ai ben 350 miliardi già stanziati. Totale: 750 miliardi, quasi la metà del Pil. E c'è anche la frase da consegnare alla storia: «Quando si rialza, l'Italia corre».  Magari.
In buona sostanza il governo non ci mette nulla e semmai ci metterà qualcosa, sarà perché le imprese sono chiuse e fallite. Il sistema prevede una garanzia statale, a prima richiesta, del Fondo di Garanzia sul 100% per prestiti fino a 6 anni a PMI e piccoli professionisti fino a 25 mila euro o entro il 25% del fatturato, senza valutazione del merito di credito. Per imprese fino a 3,2 milioni di fatturato il Fondo garantisce al 90% finanziamenti fino a 800 mila euro (o entro il 25% del fatturato) cui può sommarsi un altro 10% dai Confidi; a titolo gratuito il Fondo garantisce inoltre il 90% di prestiti fino a 5 milioni per imprese fino a 499 dipendenti. Sace invece interverrà con 200 miliardi, con controgaranzia dello Stato, a favore delle imprese di ogni dimensione» — spiega la nota del ministero dell'Economia — con garanzie variabili dal 70% al 90% a seconda se abbiano più o meno di 1,5 miliardi di fatturato e più o meno di 5.000 dipendenti. Anche le PMI possono accedere alla garanzia di Sace, ma solo dopo aver esaurito quella del Fondo. Insomma un meccanismo complesso, e per di più ancora sub judice.
«Alcune delle importantissime misure richiedono l'assenso della Ue», hanno ricordato ieri in una inusuale nota congiunta l'Abi e i sindacati dei bancari Fabi First-Cisl Fisac-Cgil Uilca Unisin.
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ORDINE DEL CENTRODESTRA E LEGA:
FAR FALLIRE L'ORDINANZA DELLAPROTEZIONE CIVILE
Per fortuna che i cellulari consentono la registrazione delle telefonate altrimenti certi fatti hanno del surreale. Mi capita spesso di aiutare come autista e sbrogliatore di  casini burocratici una signora ex bracciante prossima gli ottanta anni compaesana di D'Alema che è arrivata al Giovanni XXIII per un intervento chirurgico. Qui ha conosciuto un'altra zitella e –accumunate dalla medesima disgrazia- hanno scelto di  convivere assieme visti i problemi post intervento di entrambe. Poi la signora bergamasca è morta ed ha lasciato la casa in comodato gratuito alla sua compagna di sventura.
La sciura abita in un paese della bergamasca che ha suppergiù gli stessi abitanti di Curno ed ha una amministrazione di centrodestra  con la lega, e come sindaco una donna avvocato, laureata all'UniBG sui quarant'anni.
L'ex bracciante attenta alle pessime notizie della televisione quando sente la storia delle misure urgenti di solidarietà alimentare alle famiglie che si trovano in grave difficoltà a causa degli effetti economici derivanti dall'emergenza epidemiologica da virus Covid-19 mi chiede (o sollecita?) garbatamente indirettamente… posso fare domanda?
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ALZANO NEMBRO ALBINO: MEGLIO PERDERE QUALCHE MIGLIAA DI VECCHIARELLI MORTI CHE QUALCHE DECINA DI MIGLIAIA DI VOTI
Alzano e Nembro e Albino sono da un mese al centro di una ferocissima battaglia tra governo centrale e governo regionale  sulle pelle degli ammalati e dei morti sia per covid19 che per altre patologie verso le quali il covid19 è arrivato a compire l'opera del buondio. Sono tre comuni attraverso i quali si sta svolgendo dai tempi di del dominio veneto la storia della mia famiglia e dei suoi mille rami in cascata. Olera e Monte di Nese erano i posti  dove passava la strada  che da Bergamo conduceva in Valle Brembana prima che i Veneti costruissero la Priula (1600 a spanne) tra Poscante ed Almè aggirando alti gli strapiombi sul fiume Brembo. Tutta la mia gente ha ormai abbandonati quei comuni per altri paesi a cercare maggiore fortuna e questa pandemia per adesso non ha portato via nessuno della nostra stirpe.
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I REPARTI OSPEDALIERI  NELLE FIERE
SARANNO I NUOVI LAZZARETTI?
uale sarà l'evoluzione della pandemia da covid19 non lo sa ancora nessuno nel senso che coi virus normalmente alla fine ci si convive (più o meno lontani: meglio lontani) previa vaccinazione e quasi sempre con l'immunità di massa. La questione è che nessuno nemmeno immagina la tempistica per arrivare ad un vaccino, per arrivare all'immunità di massa e per capire- sapere se sia una  infezione debellabile e controllabile oppure che ci si possa reinfettare. Finora non si è nemmeno compreso sei chi sia guarito siano TUTTI guariti oppure se qualcuno di loro funzioni ancora da untore potenziale e in che misura.
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le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!



















ARABIA SAUDITA


















NON SI CAPISCE UN'H
MACONTENTO L'AUTORE
CONTENTI TUTTI




































































































































































































I REPARTI OSPEDALIERI  NELLE FIERE
SARANNO I NUOVI LAZZARETTI?

uale sarà l'evoluzione della pandemia da covid19 non lo sa ancora nessuno nel senso che coi virus normalmente alla fine ci si convive (più o meno lontani: meglio lontani) previa vaccinazione e quasi sempre con l'immunità di massa. La questione è che nessuno nemmeno immagina la tempistica per arrivare ad un vaccino, per arrivare all'immunità di massa e per capire- sapere se sia una  infezione debellabile e controllabile oppure che ci si possa reinfettare. Finora non si è nemmeno compreso sei chi sia guarito siano TUTTI guariti oppure se qualcuno di loro funzioni ancora da untore potenziale e in che misura.
Va anche detto che mentre oggi l'informazione  funziona a decine di megabites non altrettanto veloce è la scienza nello studiare i fenomeni e  nell'arrivare a decidere soluzioni: basti pensare al tempo necessario per passare –in sicurezza- dalla scoperta di una sostanza che vaccini o curi alla sua somministrazione di massa.
L'altra sera quella mummia che recita sempre se stessa che  sarebbe il ministro della salute, laureato in scienze politiche e con un dottorato in storia dell'Europa mediterranea ha soavemente soffieggiato che la sanità domani  vedrà ancora i grandi  ospedali come adesso e distribuiti sul territorio dei presidi dove verranno eventualmente ricoverati gli infettati di  nuove malattie. Traducendo p.e. a Bergamo resterà il Giovanni XXIII e la serie di ospedali pubblici e privati d'elezione (Seriate, Treviglio, Humanitas, Ponte san Pietro) e resterà anche l'ottava torre , vale a dire la sezione degli infettivi adesso ospitata in un capannone della Fiera di Bergamo. Qualcosa del genere succederà anche a Milano coi due piani alla Fiera vecchia.
In sostanza ci sarà l'ospedale normale nei quali il malato è una macchina da riparare al minor costo e nel minor tempo possibile che dovrà continuare ad adattarsi ad uno schema economico finanziario predisposto dalla politica ed attuata da governatori di nomina politica e poi quando succede il patatrac ci saranno i lazzaretti separati. Che non saranno nemmeno gestiti direttamente dalle varie sanità regionali ma saranno affidati – vedi la sezione alla Fiera di Bergamo- da personale delle ONG, da medici di altre nazioni inviati coma “aiuto amico” e da personale volontario raccogliticcio del momento proveniente dappertutto.
Il malato che rende economicamente il costo delle cure andrà negli ospedali di elezioni quando c'è la certezza di ritorno economico mentre andrà nel lazzaretto, come del resto già succede adesso con le dimissioni spIntanee e le RSA.
Del resto questo succede già nella scuola dove il primo problema degli insegnanti è quello di selezionare gli alunni  in gruppi in maniera da tenere in classe il numero meno problematico edii scartarne il maggior numero possibile ed assegnare gli scartini per mille motivi differenti a soggetti che vengono assunti e pagati dai comuni al minor costo possibile.

ALZATI ITALIA! DAL DIVANO


Stefano Folli su Repubblica parte in quarta: Anche la politica tenta la fase due. La cosiddetta “fase 2” successiva all'emergenza sanitaria sta cominciando. Anzi, è cominciata ieri sera con il «poderoso intervento da 400 miliardi» annunciato dal premier Conte. Che andrebbe ad aggiungersi, garantisce il presidente del Consiglio, ai ben 350 miliardi già stanziati. Totale: 750 miliardi, quasi la metà del Pil. E c'è anche la frase da consegnare alla storia: «Quando si rialza, l'Italia corre».  Magari.

In buona sostanza il governo non ci mette nulla e semmai ci metterà qualcosa, sarà perché le imprese sono chiuse e fallite. Il sistema prevede una garanzia statale, a prima richiesta, del Fondo di Garanzia sul 100% per prestiti fino a 6 anni a PMI e piccoli professionisti fino a 25 mila euro o entro il 25% del fatturato, senza valutazione del merito di credito. Per imprese fino a 3,2 milioni di fatturato il Fondo garantisce al 90% finanziamenti fino a 800 mila euro (o entro il 25% del fatturato) cui può sommarsi un altro 10% dai Confidi; a titolo gratuito il Fondo garantisce inoltre il 90% di prestiti fino a 5 milioni per imprese fino a 499 dipendenti. Sace invece interverrà con 200 miliardi, con controgaranzia dello Stato, a favore delle imprese di ogni dimensione» — spiega la nota del ministero dell'Economia — con garanzie variabili dal 70% al 90% a seconda se abbiano più o meno di 1,5 miliardi di fatturato e più o meno di 5.000 dipendenti. Anche le PMI possono accedere alla garanzia di Sace, ma solo dopo aver esaurito quella del Fondo. Insomma un meccanismo complesso, e per di più ancora sub judice.
«Alcune delle importantissime misure richiedono l'assenso della Ue», hanno ricordato ieri in una inusuale nota congiunta l'Abi e i sindacati dei bancari Fabi First-Cisl Fisac-Cgil Uilca Unisin,

Lo Stato non tirerà fuori direttamente i 750 miliardi. Com'è stato spiegato nella conferenza stampa, i 400 miliardi di cui si è parlato lunedì sono l'ammontare di finanziamenti che le banche possono concedere alle imprese con la garanzia dello Stato. Significa che lo Stato tirerà fuori dei soldi soltanto se quelle imprese non riusciranno a onorare i debiti. Idem per i "350 miliardi liberati dal Cura Italia" .
Per 400 miliardi di finanziamenti con garanzia pubblica, considerando un rapporto del 10 per cento la parte che non verrà onorata dalle imprese, percentuale considerato accettabile da molti esperti, lo Stato potrebbe in teoria essere chiamato a sborsarne effettivamente una quarantina.
Il prestito sarebbe restituito dalle imprese in sei anni a tassi simbolici dello 0,1-0,2% con la prima rata dopo 18 mesi dalla riscossione del prestito.

Conte disse in conferenza stampa che "dal decreto di oggi arrivano 400 miliardi di liquidità per le imprese, con il # CuraItalia ne avevamo liberati 350. Parliamo di 750 miliardi, quasi la metà del nostro Pil”. Però 750 miliardi non sono "quasi metà del nostro Pil", bensì poco più del 41 per cento. Non è un dettaglio.
Ma per far capire quanto sia grande la difficoltà, l'impegno statale previsto è fino a 30 miliardi. Con un debito che per colpa della recessione da coronavirus nelle migliori delle ipotesi galopperà verso il 150 per cento del Pil, il nostro Paese non potrebbe permettersi di sborsare le cifre di cui si parla, per esempio, in Germania.
Anche il governo tedesco ha previsto forme di sostegno a favore delle imprese con la garanzia pubblica sui prestiti bancari. Ma accanto a questo «bazooka» indiretto ne ha innescato uno che spara direttamente denaro sul sistema, fino a qualcosa come dieci punti del suo Pil. L'ordine di grandezza dei contributi diretti per gli ammortizzatori sociali e la tutela delle imprese si potrà quindi aggirare sui 350 miliardi. E questo grazie al fatto che il debito pubblico della Germania è di poco superiore al 60 per cento del Pil, contro il 134,8 dell'Italia.
Vedremo che cosa potrà fare il governo Conte con il nuovo decreto di aprile: si parla di una trentina di miliardi di interventi diretti che si andranno a sommare ai 20 del cosiddetto decreto Cura Italia.
Per un totale di circa 50 miliardi. Più ovviamente le future garanzie statali sui prestiti. E più i fondi europei per il Sud che potrebbero essere mobilitati in fretta. Forse il massimo possibile, considerando l'aria che tira a Bruxelles. Ma con la prospettiva di un calo del Pil che già ora alcuni stimano in una misura ben superiore a quel tragico 5 per cento del 2009, anno successivo allo scoppio della grande crisi finanziaria, forse servirebbe ben altro bazooka.

Incidentalmente. Fra parentesi va detto che Massimo Franco sul Corriere racconta che se l'accordo sui prestiti alle imprese c'è, e si tratta di una cifra corposa, dopo una trattativa sfibrante a Palazzo Chigi, sconcerta il ritardo di giorni, figlio di uno scontro di potere tra M5S e Pd sulla gestione dei finanziamenti alle imprese in epoca di coronavirus: 200 miliardi di euro. E allunga un'ombra sulla compattezza della maggioranza,  perché non è chiaro se il contrasto sul ruolo della Cassa depositi e prestiti in mani grilline, e il ministero dell'Economia guidato da Roberto Gualtieri, del Pd, sia solo un'increspatura. Il timore è che anticipi una competizione su chi avrà in mano il rubinetto dei soldi nella fase della ricostruzione. .


ORDINE DEL CENTRODESTRA E LEGA:
FAR FALLIRE L'ORDINANZA DELLAPROTEZIONE CIVILE

Per fortuna che i cellulari consentono la registrazione delle telefonate altrimenti certi fatti hanno del surreale. Mi capita spesso di aiutare come autista e sbrogliatore di  casini burocratici una signora ex bracciante prossima gli ottanta anni compaesana di D'Alema che è arrivata al Giovanni XXIII per un intervento chirurgico. Qui ha conosciuto un'altra zitella e –accumunate dalla medesima disgrazia- hanno scelto di  convivere assieme visti i problemi post intervento di entrambe. Poi la signora bergamasca è morta ed ha lasciato la casa in comodato gratuito alla sua compagna di sventura.
La sciura abita in un paese della bergamasca che ha suppergiù gli stessi abitanti di Curno ed ha una amministrazione di centrodestra  con la lega, e come sindaco una donna avvocato, laureata all'UniBG sui quarant'anni.
L'ex bracciante attenta alle pessime notizie della televisione quando sente la storia delle misure urgenti di solidarietà alimentare alle famiglie che si trovano in grave difficoltà a causa degli effetti economici derivanti dall'emergenza epidemiologica da virus Covid-19 mi chiede (o sollecita?) garbatamente indirettamente… posso fare domanda?
E così quando il 01 aprile 2020 leggo sul sito del suo comune l'ordinanza del sindaco in merito, il giorno 02 aprile presento la domanda per la signora. Nel compilare la domanda ci sono almeno tre punti che non mi convincono ma poi si vedrà.
Non passano nemmeno 48 ore che la sindaca emana un'altra ordinanza che annulla-corregge la prima e  precisa che… tutte le domande già presentate  vanno considerate nulle e che  la domanda andrà presentata dal 06 aprile in avanti.
E così il 06 aprile,  con grossa perplessità della sciura salentina, le RIpresento la domanda  che va inviata via e-mail al comune.
La nuova ordinanza ingarbuglia ancora un po' le precedente e  riduce il contributo procapite rispetto p.e. a Curno.
Finito il tiggi delle 12 del 06 aprile sono a casa della signora per portarle delle mascherine (comprate in farmacia: 5 mascherine per 15 euro!) e le arriva una telefonata da un cellulare ignoto cui lei non risponde commentando: un'altra telefonata per cambiare ditta telefonica o acqua luce gas.
Mi si accende una lampadina in testa e le dico: prova a rispondere che magari  è il comune che ti chiama.
Mi mette in mano il cellulare perché richiami.
Dall'altra parte risponde una voce femminile  pure lei di inflessione pugliese e quando: mi avete chiamato, chi siete? Mi risponde che è l'assistente sociale del comune in merito alla domanda presentata al mattino.
La informo che rispondo al telefono in viva voce con la signora salentina per suo ordine e l'A.S. mi chiede come mai la signora chiede  il contributo visto che dichiara di avere tremila euro sul conto in banca. Conoscendo vita morte miracoli della bracciante rispondo all'A.S che siccome nella domanda hanno messo tre scaglioni di ricchezza e il primo varia da zero a tremila euro, siccome la signora ha in banca  meno di 100 euro, per forza di cose ha messo la crocetta sul primo scaglione.
Poi l'A.S. mi chiede quanta pensione prende  al mese e gli dico la cifra  mensile che lei subito mi contesta: facendo la divisione tra il totale dichiarato la cifra mensile è superiore. Le rispondo che in Italia le pensioni sono tredici ogni anno, ragione per cui se divido il totale per tredici ho un valore minore che dividendo per  dodici.
Altra domanda riguarda la proprietà della casa di cui dispone in comodato gratuito e l'A.S. commenta che “quindi la signora ha un altro reddito pari all'affitto non pagato”. Non rispondo perché non trovo parole.
Poi la domanda  stile cazzotto diretto: quindi lei fa da badante alla signora?. Le ho risposto gentilmente di no senza sfancularla.

Conclude l'A.S. minacciando che  se le dichiarazioni sono mendaci – termine che le braccianti salentine mangiano dodici volte al giorno- sarà denunciata. Figurarsi cosa troveranno in tasca (o celati in un banca olandese) ad una che prende la minima al mese.
Morale della favola.
1 - E' evidente che il DOPPIO gioco della sindaca di centrodestra di fare un'ordinanza e cambiarla due giorni dopo mira a fare fallire –assieme alla riduzione del contributo- l'operazione messa in atto dalla protezione Civile e dal Governo.
2 – Nei documenti emessi dal comune NON compare il numero di cellulare che ha chiamato l'interessata.  Di questi tempi tutti siamo subissati da chiamate per cambiare operatore telefonico o fornitore di servizi ragion per cui se alle 12,30 compare un numero ignoto, nessuno risponde. Sempre perché poi l'A. S. risponderà abbiamo chiamato non ha risposto nessuno.
(3) Il gioco di fissare gli scaglioni dei soldi in banca e di considerare   solo la cifra più alta SENZA mettere la possibilità di inserire l'eventuale importo preciso.
(4) L'idea di considerare l'utilizzo della casa in comodato gratuito come un reddito è meglio non definirla.
(5) L'idea che fare un piacere ad una persona  sia pari alla funzione di badante a pagamento , beh, bisogna avere bevuto  tanto e pesante la sera per arrivarci. Il che fa supporre che per l'A.S. molti dei c.d. “volontari” prendano delle mance dalle persone aiutate e quindi sia un volontariato assai peloso.
Ecco perché occorrerà un Piazzale Loreto dopo il covid19.

ALZANO NEMBRO ALBINO: MEGLIO PERDERE QUALCHE MIGLIAA DI VECCHIARELLI MORTI CHE QUALCHE DECINA DI MIGLIAIA DI VOTI

Alzano e Nembro e Albino sono da un mese al centro di una ferocissima battaglia tra governo centrale e governo regionale  sulle pelle degli ammalati e dei morti sia per covid19 che per altre patologie verso le quali il covid19 è arrivato a compire l'opera del buondio. Sono tre comuni attraverso i quali si sta svolgendo dai tempi di del dominio veneto la storia della mia famiglia e dei suoi mille rami in cascata. Olera e Monte di Nese erano i posti  dove passava la strada  che da Bergamo conduceva in Valle Brembana prima che i Veneti costruissero la Priula (1600 a spanne) tra Poscante ed Almè aggirando alti gli strapiombi sul fiume Brembo. Tutta la mia gente ha ormai abbandonati quei comuni per altri paesi a cercare maggiore fortuna e questa pandemia per adesso non ha portato via nessuno della nostra stirpe.
Ciò che è accaduto  nel micro ospedale di Alzano è accaduto  per imperizia di governo degli ospedali di una sistema ospedaliero che la politica mantiene per non perdere voti. Alzano era sostanzialmente un punto nascita locale relativo alla Valle Seriana. Nel 2018 erano nati circa 800 bambini e faceva poco del resto: si arrangiava tanto c'erano seriate e Bergamo come rifugium peccatorum qualora le faccende si mettevano male. Se visitavi l'ospedale di Alzano non capivi se eria in una RSA o in un ospedale. C'era un travaso  di visitatori tra le varie RSA della valle e  l'ospedale: un pellegrinaggio laico  -specie di sabato e domenica- di pietà che coinvolge familisticamente socialmente culturalmente ed anche religiosamente la gente della valle.
Le stesse ragioni per cui la popolazione della  Valle Seriana ha voluto cocciutamente mantenere un ospedaletto del genere a due passi da una città stracola di ottimi nosocomi sono le stesse per cui quando venne l'ora di  decidere la zona rossa per Alzano Nembro Albino nessuno –sindaci regione governo- seppe e volle decidere. Decidere la zona rossa significava per la popolazione una figuraccia inammissibile: queste cose non possono succedere a noi, succedono solo a Napoli o altrove. Decidere la zona rossa significava per il sistema economico dei tre comuni e dell'intera Valle Seriana una sconfitta biblica: via passano due vie provinciali-statali e il treno. Decidere la zona rossa non sarebbe stato facile data la viabilità: probabilmente bisognava chiudere tutta la valle a partire da Torre  Boldone: che è la periferia della città. Decidere la zona rossa per una pandemia che veniva dalla Cina che era diventata negli ultimi 10-15 anni la terra promessa di moltissime imprese che erano uscite dalla valle per andarvi spostando anche alcune  migliaia di operai e tecnici significava confessare una sconfitta.  Facile immaginare come siano state roventi le linee telefoniche tra  governi locali regione e governo centrale in quei giorni: nessuno voleva prendere in mano la spada e dare un taglio netto che poteva significare perdere anche decine di magliai di voti. Meno peggio qualche migliaio di vecchierelli morti che venti-trentamila voti in meno.