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BASTA PALLE: ADESSO HANNO FATTO TUTTI LA GUERRA?
Non sono rimasto troppo stupito dall'idea balzana del Gianfranco
Gafforelli classe 1952, presidente della provincia di Bergamo, un
destro democristiano – una carriera nelle ASL e nei Comuni - travestito
da centro destra eletto anche coi voti del PD che ha dato il la alle
diverse sceneggiate dei sindaci per “commemorare martedì 31 marzo con
un minuto di silenzio e le bandiere a mezz'asta le vittime del
coronavirus”. Idea nemmeno nuova visto che l'aveva suggerita
quell'intellettuale della nouvelle vague che risponde al nome di
Giuseppe Fiorello il quale il 19 marzo aveva tuittato aulico: “camion
militari per portare le bare dei morti e ancora si canta sui balconi,
si fanno battutone spiritose su questa tragedia epocale, si fanno
Happening sui social, dobbiamo fare tre giorni di lutto nazionale,
rispetto per i morti e le loro famiglie, social si ma senza fare festa”.
Naturalmente migliaia di sindaci in tutto il Paese hanno raccolto
l'iniziativa ed “anche in Bergamasca visto che anche la nostra
provincia pagano un tributo altissimo di vittime da coronavirus e i
sindaci di tutta Italia hanno inviato messaggi di solidarietà alla
nostra città”.
(...)
L'ARIA TRATTATA COME CONCAUSA DELL'INFEZIONE DA COVID19?
Dunque quando sostenevamo che tra i posti più impestati per diffondere
il covid19 bisognava inserire anche tutti i locali dove si pratica in
trattamento dell'aria – quindi supermercati, grandi centri commerciali,
cinema, uffici, locali pubblici- avevamo visto giusto. Se non altro per
esperienza personale.
(...)
L’OSPEDALE ALLA FIERA DI BERGAMO
I BERGAMASCHI SEMPRE GENEROSI
SI FANNO PAGARE L’AFFITO
Su L'Eco solitamente molto discreto nel raccontare le cose, abbiamo
letto che un posto letto presso un albergo sulla circonvallazione della
città per ospitare in isolamento domiciliare i pazienti Covid-19
stabilizzati e dimessi da strutture ospedaliere costerà 180 euro ogni
24 ore per ciascuna stanza –degente che saranno pagati dall'ATS Regione
alla proprietà. Una manna per questi operatori che si sono tutti
gettati a pesce per beccare l'occasione visto che ormai di ospiti
non ce ne sono più per nessuno. Se può essere logico che questo
servizio sia compensato (però 180 euro mi sembrano davvero troppi) dal
momento che sono spazi privati per i quali le proprietà continuano a
pagare le varie tasse, la notizia di stamattina sempre su L'Eco é
raggelante: “Ospedale da campo in Fiera : indennizzo per la proprietà .
(...)
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BASTA PALLE: ADESSO HANNO FATTO TUTTI LA GUERRA?
Non sono rimasto troppo stupito dall'idea balzana del Gianfranco
Gafforelli classe 1952, presidente della provincia di Bergamo, un
destro democristiano – una carriera nelle ASL e nei Comuni - travestito
da centro destra eletto anche coi voti del PD che ha dato il la alle
diverse sceneggiate dei sindaci per “commemorare martedì 31 marzo con
un minuto di silenzio e le bandiere a mezz'asta le vittime del
coronavirus”. Idea nemmeno nuova visto che l'aveva suggerita
quell'intellettuale della nouvelle vague che risponde al nome di
Giuseppe Fiorello il quale il 19 marzo aveva tuittato aulico: “camion
militari per portare le bare dei morti e ancora si canta sui balconi,
si fanno battutone spiritose su questa tragedia epocale, si fanno
Happening sui social, dobbiamo fare tre giorni di lutto nazionale,
rispetto per i morti e le loro famiglie, social si ma senza fare festa”.
Naturalmente migliaia di sindaci in tutto il Paese hanno raccolto
l'iniziativa ed “anche in Bergamasca visto che anche la nostra
provincia pagano un tributo altissimo di vittime da coronavirus e i
sindaci di tutta Italia hanno inviato messaggi di solidarietà alla
nostra città”.
Certo è che considerare i morti (forse: meglio precisarlo) per il
covid19 come dei “caduti” mi pare un'offesa ai quelli che “caduti” lo
sono stati davvero. Idea offensiva se davvero la stragrande
maggioranza dei morti (forse) per covid 19 erano tutti nati dopo il 25
aprile 1945 ( e gli altri al massimo erano ragazzini ai tempi della
seconda guerra mondiale ) e quindi grazie a dio di guerre proprio non
ne avevano fatte mentre è sicuro che erano (adesso) tutti afflitti da
una o più delle cinque patologie : ipertensione arteriosa, cardiopatia
ischemica, fibrillazione atriale, diabete, insufficienza renale che
sono le più tipiche malattie di una società opulenta e crapulona.
Una generazione (sic!) che contrariamente ai timori (anche) del
presidente Mattarella non scomparirà –il numero dei morti alla fine
sarà minore di quelli calcolati dall'Istat per l'influenza- ma che di
sicuro era cresciuta nella certezza di potere strafare tanto “oggi la
medicina ha fatto progressi da gigante” e quindi poteva e può vivere
alla grande senza preoccuparsi di come sarà la qualità della vita dalla
terza e quarta età in avanti.
Questo cambio di paradigma fa capire come ormai le attuali
generazioni siano talmente ignoranti da confondere chi “ha dovuto”
andare in guerra (e morirci o morire in prigionia o in un campo di
concentramento) e chi invece è (forse) morto anche per il covid19
quando concretamente s'era già rovinato ben bene con le proprie mani
abituato a una vita di bagordi fumo alcool poco sport.
Perché numeri e statistiche sono inflessibili.
C'è poi da aggiungere la polemica dei giorni scorsi relativa alla
differenza tra quelli che sono i morti per covid19 come comunicati
dalla protezione Civile e quelli morti per cause naturali e quelli
morti per covid19 senza che post mortem venisse eseguito il
tampone per verificare se era anche afflitto da infezione. Fin dalla
prima conferenza stampa Borrelli ha detto che i numeri che
comunicava provenivano dalle Regioni (quindi NON dalle anagrafi dei
Comuni) e quindi era EVIIDENTE che non fosseor compresi i defunti
“non deceduti” negli ospedali. Quindi a casa p nelle RSA o per strada.
E così quelli che sono caduti DAVVERO al fronte per una guerra
cui furono obbligati ad andare si sono trovati davanti sindaci e
trombettieri che suonavano il silenzio equiparando il loro sacrificio a
quello di chi se l'era spassata alla grande mille e mille volte meglio
di loro.
Mai offesa maggiore si poteva fare a chi era morto per la Patria.
Personalmente mi prendo per i fondelli perché parlando dei miei 18 mesi
di servizio militare dico che “ho fatto la guerra” ma non mi sono mai
fatto sentire da mio padre a dire quella cazzata giacchè mi avrebbe
preso per un orecchio e sollevato di qualche spanna da terra.
Neppure lui –classe 1910- aveva fatto la seconda guerra mondiale ma
aveva fatto tre anni di servizio militare nella cavalleria e poi nel
1935 aveva perduta la madre per un cancro, nel 1938 i fascisti gli
avevano ammazzato il padre a bastonate e nel frattempo c'erano tre
fratelli dispersi sui fronti di mezza Europa e lui era diventato
capofamiglia.
Adesso queste persone che ci hanno consegnato la Repubblica, la
Costituzione, la Libertà vanno in piazza a celebrare come “caduti” i
figli del peggior benessere come “caduti” con tanto di silenzio e
bandiere a mezz'asta. Caduti di che? . Comprate piuttosto un libro di
storia e studiatela visto che siete ignoranti come la fossa delle
Marianne.
Poi la sceneggiata, siccome doveva essere completa ecco che p.e. il
sindaco di Bergamo s'è messo di fronte alla Torre dei Caduti circondato
più da fotografi che cittadini (ovvio: c'è il coprifuoco) mentre p.e.
la sindaca di Curno s'è messa davanti al comune –faccia rivolta alla
facciata del municipio- ed ha celebrato l'evento. Magari era il caso si
volgesse lo sguardo verso il paese. Ma forse queste sono
sottigliezze da sessantottino.
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L'ARIA TRATTATA COME CONCAUSA DELL'INFEZIONE DA COVID19?
Dunque quando sostenevamo che tra i posti più impestati per
diffondere il covid19 bisognava inserire anche tutti i locali dove si
pratica in trattamento dell'aria – quindi supermercati, grandi centri
commerciali, cinema, uffici, locali pubblici- avevamo visto giusto. Se
non altro per esperienza personale. Il trattamento dell'aria in
questi ambienti prevede che sia cambiata cinque volte
ogni ora e per questo vengono utilizzati negli impianti delle macchine
speciali (sostanzialmente sono dei radiatori di metallo o di carta)
chiamate scambiatori di calore le quali hanno il compito di recuperare
il calore (in inverno, oppure il fresco d'estate) dall'aria che viene
estratta dal locale per cederlo all'aria nuova che viene immessa
dall'esterno. In teoria queste macchine dovrebbero recuperare anche il
70% del calore (o del fresco) così da ridurre i costi di riscaldamento
o raffrescamento dell'aria nuova immessa dall'esterno.
In alternativa ci sono le pompe di calore le quali producono
acqua fresca traendolo dal calore dell'aria calda d'estate ed acqua
calda traendola dall'aria fredda d'inverno. L'acqua viene quindi
mandata a riscaldare o raffrescare gli ambienti o lavarsi le zampine.
Sulla carta tutti i conti energetici funzionano perfettamente ma di
mezzo ci sono quattro problemi che restano in gobba al proprietario
dell'impianto e non al progettista dello stesso: (1) il prezzo
dell'energia elettrica (2) la pulizia dei filtri dove passa l'aria (3)
l'affollamento degli ambienti (4) la manutenzione. Chi ha un impianto
del genere – a meno che non abbia un impianto solare montato su un
girasole e degli accumulatori- paga delle bollette elettriche
salatissime.
Quindi nei grandi spazi anziché cambiare l'aria almeno 5 volte ogni ora
e in base all'affollamento, l'impianto viene fatto funzionare a
velocità minore.
In questo modo l'aria estratta dagli ambienti, nella quale
l'infezione è presente in maniera massiccia (almeno il 10% dei
presenti è un portare sano o asintomatico del covid19) il sistema
funziona da “untore di massa” nei confronti dei presenti.
Si tenga inoltre presente che in questi grandi spazi ci sono macchine
che producono intense correnti d' aria che funzionano da
omogeneizzatore del virus prima del ricambio dell'aria.
Una ricerca del New England Journal of Medicine del 17 marzo ha
dimostrato che il virus può resistere in aerosol fino a tre ore, anche
se la sua quantità si dimezza in un'ora.
«Allo stato attuale delle conoscenze - spiega Paolo D'Ancona,
epidemiologo del nostro Istituto Superiore di Sanità (Iss) - sappiamo
che il coronavirus si trasmette prevalentemente attraverso le
goccioline nell'aria. Negli ospedali con molti pazienti sottoposti a
ventilazione meccanica potrebbe disperdersi anche con aerosol». La
differenza fra goccioline e aerosol può sembrare accademica: sta nelle
dimensioni delle sfere di saliva che trasportano il virus. Ma ha grandi
implicazioni per la diffusione: le goccioline viaggiano 1-2 metri dalla
persona che le emette e cadono subito a terra. L'aerosol resta sospeso
in aria e può raggiungere distanze maggiori. Vorrebbe dire che anche in
stanze chiuse affollate e ascensori potrebbe accumularsi il virus,
qualora molte persone infette vi rimanessero a lungo.
Molto probabile che le due infezioni a Bresso, quelle di Brescia, Basso
Sebino ed anche l'attuale di covd19 abbiano avuto come concausa (oltre
lo scambio diretto) l'aria inquinata respirata.
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L’OSPEDALE ALLA FIERA DI BERGAMO
I BERGAMASCHI SEMPRE GENEROSI
SI FANNO PAGARE L’AFFITO
Su L'Eco solitamente molto discreto nel raccontare le cose, abbiamo
letto che un posto letto presso un albergo sulla circonvallazione della
città per ospitare in isolamento domiciliare i pazienti Covid-19
stabilizzati e dimessi da strutture ospedaliere costerà 180 euro ogni
24 ore per ciascuna stanza –degente che saranno pagati dall'ATS Regione
alla proprietà. Una manna per questi operatori che si sono tutti
gettati a pesce per beccare l'occasione visto che
ormai di ospiti non ce ne sono più per nessuno. Se può essere logico
che questo servizio sia compensato (però 180 euro mi sembrano davvero
troppi) dal momento che sono spazi privati per i quali le proprietà
continuano a pagare le varie tasse, la notizia di stamattina sempre su
L'Eco é raggelante: “Ospedale da campo in Fiera : indennizzo per la
proprietà . Partita chiusa, anche dal punto di vista economico. E non è
un dettaglio, purtroppo. La realizzazione del nuovo ospedale da campo
alla Fiera è stata una grande, impresa di solidarietà, ma il dietro le
quinte ha visto la ricerca spasmodica di un equilibrio finanziario.
Ieri è arrivato dalla Prefettura il decreto di requisizione degli spazi
della Fiera, ipotesi contemplata dal decreto «Cura Italia» dello scorso
17 marzo. Non si tratta di un dettaglio, perché la prima ipotesi di
realizzazione dell'ospedale da campo, avallata dalla Regione, poggiava
su un accordo bonario tra l'Ats e Bergamo Fiera Nuova, proprietaria
degli spazi.
Il fatto è che la società Bergamo Fiera Nuova spa è una società
privata (Azionisti in ordine % di partecipazione: Camera di Commercio
I.A.A. di Bergamo, Comune di Bergamo, Comune di Seriate,
Amministrazione Provinciale di Bergamo, Unione di Banche Italiane
s.p.a., Banco BPM s.p.a., Promoberg, Cassa Rurale – Banca di Credito
Cooperativo di Treviglio soc. coop.)
che ha affittato al Promoberg (al centro nei mesi scorsi di uno
scandalo gestionale di non poco conto) i locali e di conseguenza
bisognava trovare un equilibrio tra i conti della proprietà (che ha un
mutuo in corso) e quelli del gestore (che deve pagare un affitto
alla proprietà).
La soluzione è stata trovata tra le pieghe (nemmeno tanto) del «Cura
Italia», con la collaborazione del viceministro Antonio Misiani. Gli
spazi della Fiera sono stati requisiti fino al 31 luglio, data di
scadenza dello stato d'emergenza, e disposti «in favore dell'Asst Papa
Giovanni XXIII che assumerà ogni opportuna intesa con l'Ana». Il
decreto quantifica altresì un'indennità di requisizione a favore di
Bergamo Fiera Nuova di 84 mila euro per ogni mese o frazione. «Non è
nostra intenzione lucrare su una vicenda del genere, ma in questo modo
riusciamo a garantire la tenuta economica del sistema Fiera», precisa
ancora Epinati.
Dopo l'ultimo bando di gara, e per i prossimi 10 anni, dallo scorso 1°
gennaio gli spazi della Fiera sono stati (ri)assegnati ad Ente Fiera
Promoberg, dietro corrispettivo di un canone di un milione e un euro
l'anno, poco più di 83 mila euro al mese. In pratica la stessa somma
riconosciuta come indennità.
Per adesso sono previsti tre mesi di affitto ma non si conoscono ancora
i dettagli del contratto dal momento che se per tutta la Fiera l'ente
che la gestisce paga 83mila euro di affitto ogni mese o frazione
di esso adesso ne riscuote 84mila per la sola parte occupata
dall'ospedale.
Immaginiamo che la soluzione creerà qualche grosso problema
“politico” dal momento che sostanzialmente quei ricchi privati
proprietari degli immobili (tutti soggetti pubblici perché anche le
banche sono ormai dei soggetti di pubblico interesse) potevano ben dare
gratuitamente (sospendendo le rate d'affitto di Promoberg) e invece si
scopre che gli azionisti o i Bergamaschi (in quanto cittadini di
Bergamo, Seriate e della Provincia) non vogliono regalare nulla ai
propri malati.
Niente di nuovo sotto il sole dal momento che in Italia la solidarietà
viene sbandierata e la si affigge al petto come una medaglia SALVO che
nessuno vuol perdere i propri dividenti anche se –data la cifra-
potevano benissimo arrivarci.
La domanda adesso che si pone per il padiglione di Bergamo è
esattamente identico a quella che si pongono per quello alla Fiera di
Milano. Quando arriverà il giorno in cui tutti saremo vaccinati contro
il Covid-19, cosa si farà di questa struttura? L'idea — spiegano in
Fondazione Fiera di Milano — è di smontare tutto il possibile per
rimontarlo dove serve. A partire dai moduli di terapia intensiva che da
soli valgono 7 milioni di euro. «Gli ospedali del futuro sono pensati
in modo da poter essere riorganizzati a seconda delle esigenze, e qui
abbiamo un esempio», dice Andrea Gori, direttore dell'unità operativa
di malattie infettive del Policlinico. «Questi nuovi posti di terapia
intensiva aiuteranno i nostri ospedali a tornare a dedicarsi ad altre
patologie — dice Stocchetti —. Non dimentichiamo che le operazioni non
urgenti in questo momento vengono rimandate». Il ritorno alla normalità
passa anche da qui.
Succederà così anche per Bergamo ma la faccenda non potrà
durare in definitivamente e le preziose attrezzature che
sono istallare dove finiranno?. Perché se finiscono in magazzino in
attesa della prossima pandemia (speriamo di no….) sicuro che tra cinque
anni saranno inservibili o superate tecnologicamente quindi… .
Quindi?.
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