A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1199 DEL 22 MARZO 2020
























































Di cosa parliamo in questa pagina.



















IL FUTURO NON SARA' PIU' COME QUELLO DI UNA VOLTA
Ho già avuto occasione di raccontare quando a metà gennaio 1968 accade il terremoto del Belice.
(...)
Basta retorica per favore. Basta retorica in televisione, sulle piazze antistanti i nosocomi,  sui giornali. Basta con la retorica dei giornalisti che nel dare le notizie prima dicono il numero dei morti e dimenticano sempre quello dei dimessi o guariti. Parlano della tragedia del covid 19 con la stessa foga che hanno per il derby milan-inter.
Non state facendo gli eroi perché state lavorando da 20 ore senza interruzione: stavolta è andata così e quindi niente eroismo. Bisogna fare così: oggi l'ordinario è questo.
Come quando stai tirando fuori qualcuno da sotto le macerie di un terremoto e  arrivano nuove scosse  e crolli. Certo che noi pistolini ci cacavamo addosso: ma era nel contratto. Si sapeva che poteva succedere  mentre voi che state in  sale climatizzate date fuori perché è successo l'imprevisto. E allora?.
Come quando le formazioni partigiane erano assediate dalle brigate nazifasciste che  li avrebbero passati per le armi direttamente sul posto. E allora?.
(...)

SPERANZA VAL BENE UN'ORDINANZA
Il ministro della salute Speranza (scelta azzeccata visti i tempi) è uno che ha la rara capacità di parlare anche per mezzora senza dire nulla (come fanno tutti  in occasione covid19: tipo lavatevi il culo e non slimonatevi ) ha avuto bisogno di tre pagine tre (va bene: l'ultima è occupata solo al 95%: è riuscito a sprecare carta anche stavolta) per scrivere una ordinanza che parte con DICIASSETE premesse “Visto” a seguire un “considerato” e un “ritenuto” e siamo a DICIANNOVE  premesse per ordinare (se è un'ordinanza certo che ordina qualcosa!)  ben  QUATTRO divieti-norme scritte in dodici righe. Eccole. a)è vietato l'accesso del pubblico ai parchi, alle ville, alle aree gioco e ai giardini pubblici. Inutile visto che ormai tutti i sindaci l'hanno emanata(infatti l'hanno emessa proprio perché fa incazzare per niente la popolazione).
(...)




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le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!
































QUANDO SARA' FINITA
CI VERGOGNEREMO
DI AVERLI BUTTATI VIA





MASCHERA A NAJHAF
































































































































































































IL FUTURO NON SARA' PIU' COME QUELLO DI UNA VOLTA


Ho già avuto occasione di raccontare quando a metà gennaio 1968 accade il terremoto del Belice. Mi chiamò un ex compagno di scuola e decidemmo di partire in tre – quelli che erano già stati  a Firenze per l'alluvione del novembre 1966- all'ultimo anno di scuola superiore appena cominciato. A Firenze avevamo visto dei morti ma non avevamo mai visto ne il sangue ne i corpi martoriati . Maciullati. Un conto è estrarre dalle macerie i corpi delle persone schiacciati dai crolli – al tempo non ci si preoccupava nemmeno di insanguinarci le mani!-  ed altra conto è assistere delle persone in mezzo a macchine ultramoderne che muoiono per qualcosa che quasi non sai nemmeno cosa sia.
Quando i carabinieri e i vigili del fuoco ci videro arrivare e andammo da loro e dicemmo  da dove venivamo e che eravamo già stati al Firenze: ci guardarono come fossimo dei marziani. Cosa c'entra un'alluvione con un terremoto? Avevo portato con me una ferrania con pellicole b&n 6x6 cm ma  dopo pochi anni decisi che quelle immagini non avrei più voluto averle sotto gli occhi e mandai anche i negativi al sindaco.

Di terremoti ne ho visti parecchi fino a quello emiliano romagnolo del 2012 e ne parlo adesso perché  l'età mi ha fatto definitivamente ritirare. In Emilia non ho fatto (quasi) nulla tranne fare il “geografo”: vedere cosa aveva fatto e come si era manifestato il terremoto. Io e la varia combriccola di svitati che partiva –avevamo vent'anni- non ci ponevamo il problema di capire il senso di quel che facevamo. Lo facevamo perché eravamo educati così: diamo una mano. Passare dalle medie di un paesone come Ponte san Pietro ad una scuola (anzi: erano tre sedi) di Treviglio fu una botta. Ci trovammo sballottati dalle lotte sindacali della SAME per il'68 e noi studenti “uniti  nella lotta”  ci battevamo per avere il riconoscimento statale del diploma visto che al tempo la scuola era parte dello stato, parte della provincia, parte delle associazioni imprenditoriali. Solito mischiotto democristiano.
Uniti nella lotta anche perché la SAME costruiva i trattori per l'agricoltura. Perché il '68 fu una sorta di nuovo 25 aprile per noi.

Vista da lontano mi rendo conto che certi fatti accaduti da giovane avevano creato un certo modo di vedere le cose che oggi i giovani e gli adulti vedo che non hanno più.  Ricordo che un giorno con mio padre eravamo ad Alzano ed abbiamo preso la mulattiera che saliva verso il Frontale dove aveva vissuto la sua famiglia fino al 1943. A un certo punto c'era una santella e mio padre mi indicò su una spalla di pietra cote una croce piccola piccola che poteva vederla solo chi la conoscesse,  incisa forse con un chiodo. Disse: l'ha messa tuo nonno Giuseppe per ringraziare la Madonna di averlo salvato dalle legnate delle camice nere. Dai una volta, dai due volte nonno Giuseppe alla fine erano riuscite a farlo fuori.
Lo zio Ilario tornò due anni dopo la fine della seconda guerra mondiale dalla prigionia prima in Russia poi in un campo della croce rossa per curarlo e rimetterlo in piedi. Ilario aveva un bellissimo roccolo ed ogni tanto mi portava assieme. Era un cacciatore senza fucile. Così un giorno lo vidi cambiarsi i calzini e mi accorsi che gli mancavano del tutto le dita dei piedi. Capii il nesso  materiale tra congelamento e fisicità.
Oggi giovani e adulti non hanno visto niente di questo. Molti non sanno neppure la storia patria.

Vedendo le immagini della fila di autocarri militari che  escono dal cimitero di Bergamo per portare le bare dei defunti agli inceneritori in altri capoluoghi mi ha fatto arrabbiare. Ci vergogneremo di quelle immagini. Prima di tutto con chi ha organizzato la cosa perché solo un imbecille non  immagina che un dramma IPER-medializzato come  il covid19 non doveva avere come “aggiunta” anche una colonna militare di defunti. Li si vede una classe dirigente non all'altezza della situazione: fanno tutto con la crapa del burocrate passacarte che nemmeno immagina alle conseguenze mondiali dell'evento: finito perfino su RT. Dove si vede un deposito di casse di morti che sono di… cartone.
Questo non lo dicono i giornali italiani. https://www.rt.com/news/483693-italy-coronavirus-crematorium-military/.
Meno male che non hanno messo le bandiere tricolori: quelle le hanno messe i giornalisti cogli articoli sui quotidiani. Con Fiorello che ha proposto la giornata di lutto nazionale.
Basta retorica!  Sono morti di malattia: tra l'altro non è nemmeno del tutto certo che per tutti si tratti di covid19.

Il secondo aspetto che non gradisco è tutto l'altarino o il piedistallo messo in piedi sull'eroismo di medici infermieri destinati alla bisogna. Si vede proprio che sono stati allevati educati e buratinizzati esattamente con quegli stessi criteri che  hanno messo in crisi la sanità di fronte alla pandemia. Ce l'hanno ormai inciso nel dna.
Questi “eroi” sono stati abituati all'ospedale che ha tot letti di terapia intensiva perché  da venti anni si monitorano tanti casi necessari e quindi basta quelli con un modestissimo largheggiare. Una certa struttura organizzativa della sanità che dura da molti anni ha inciso nella crapa di questa gente che  tutto resterà sempre immutabile. Che nulla può sconvolgere i piani i programmi le organizzazioni. Poi arriva la pandemia e loro hanno talmente introiettato una routine per cui quella polmonite deve essere per forza una polmonite  e niente altro. Invece era tutt'altro.
Non sanno nemmeno che qualunque uomo o donna, perfino non battezzato, può fare il segno della croce in fronte a un defunto che non ha ricevuto i sacramenti e la benedizione se l'avesse desiderati. Bestie.

Poi di tutti questi nuovi eroi leggiamo oggi questa testimonianza di una addetta al 118:
“Lucia (una donna che ha chiamato il 118) mi dice che non vuole portare la mamma in ospedale.
Mi spiega che ha già perso un fratello senza poterlo salutare e senza poter andare al suo funerale e che non vede e sente suo marito da dieci giorni.
Mi dice che non vuole che sua madre muoia in ospedale.
Aggiunge: ”So perfettamente che in ospedale riuscite a malapena a stare dietro ai pazienti giovani e so perfettamente che se mando mia mamma in ospedale la lasciate morire da sola perché non avete tempo di curarla”.
Lo dice senza astio, ma con una consapevolezza che mi gela il sangue.
Io rimango in silenzio perché so che ha perfettamente ragione, ma non riesco a dirle che purtroppo è cosi.
Lei capisce il mio il silenzio e prosegue:
“Vi chiedo solo qualcuno che mi dica che sto facendo la cosa giusta e che mi permetta di farla morire dignitosamente a casa senza soffrire”.
Mi fermo qui”.
Anche su Repubblica c'è una pagina identica dedicata alla Bergamasca.

La sanità non è al servizio del cittadino che si ammala ma il cittadino malato serve a tenere in piedi il grande affare della sanità che è la macchina per fare soldi dalle case farmaceutiche medicali  e della sanità privata. Nelle sale di terapia intensiva fa tutto la macchina e i programmi che le guidano mentre il ruolo del medico e del personale è solo quello di ausilio ad istallare-inserire la macchina e farla funzionare dal momento che anche il controllo del funzionamento  e del paziente sono assicurati da sonde e da un programma ad hoc.
Poi un giorno succede l'evento che sconvolge la ruotine. Che ti toglie il fine settimana. Ti cancella le ferie. Ti mette davanti alla necessità di trovare 10 respiratori nuovi al di fuori delle forniture che arrivano di routine perché c'è anche un programma che  verifica il magazzino e ordine le cose che mancano prima che.
Stavolta il prima che ha anticipato tutti. Dai ragionieri che debbono fa quadrare le previsioni di spesa e incasso e pagamento all'ultimo dottore che magari ha solo poche settimane ci  esperienza in reparto.

Basta retorica per favore. Basta retorica in televisione, sulle piazze antistanti i nosocomi,  sui giornali. Basta con la retorica dei giornalisti che nel dare le notizie prima dicono il numero dei morti e dimenticano sempre quello dei dimessi o guariti. Parlano della tragedia del covid 19 con la stessa foga che hanno per il derby milan-inter.
Non state facendo gli eroi perché state lavorando da 20 ore senza interruzione: stavolta è andata così e quindi niente eroismo. Bisogna fare così: oggi l'ordinario è questo.
Come quando stai tirando fuori qualcuno da sotto le macerie di un terremoto e  arrivano nuove scosse  e crolli. Certo che noi pistolini ci cacavamo addosso: ma era nel contratto. Si sapeva che poteva succedere  mentre voi che state in  sale climatizzate date fuori perché è successo l'imprevisto. E allora?.
Come quando le formazioni partigiane erano assediate dalle brigate nazifasciste che  li avrebbero passati per le armi direttamente sul posto. E allora?.



E assieme a voi sono stupiti spaventati i politici –ignoranti esattamente quanto voi- che comunque nemmeno in questa tragica situazione smettono di farsi le vendette. La Lega bossiana contro la Lega salviniana. Il Fontana  leghista contro il Gori piddino. I leghisti Fontana e Zaia contro il governo giallo rosso. Il rubarsi  da parte di una regione all'altra le mascherine, i respiratori senza nemmeno un “mea culpa” da parte ne di  presidenti di regione ne dirigenti di ATS: siamo stati coglioni e imprevidenti, siamo ridotti all'osso e quello che abbiamo non basta nemmeno dall'oggi al domani. Scusateci. Verbo che non esiste per i politici.

Intanto la sanità privata se la gode. Già prima approfittava del malfunzionamento della sanità pubblica che costa  almeno un 30% più del necessario per mala gestione per ritagliarsi il 40% del mercato e guadagnarci pure alla grande. Con un po' di corruzione ma anche senza.
Ecco. Smettetela tutti di fare gli eroi e le eroine e  convincetevi che state facendo SOLO il vostro dovere in una situazione in cui nessuno avrebbe voluto trovarsi. Nemmeno noi pistolini nel gennaio 1968 eravamo contenti delle decine e centinaia di scosse sismiche che c'erano di continuo ma bisognava salvare la ghirba e  cercare di rimettere in piedi qualcosa.
Alla fine di un mese in mezzo alla polvere siamo tornati a casa e ci siamo rimessi chi a lavorare chi a preparare gli esami e qualcuno in sovrappiù  aveva già allora  una bimba che scagazzava dentro i pannolini che allora non si buttavano ma si dovevano lavare.


SPERANZA VAL BENE UN'ORDINANZA


Il ministro della salute Speranza (scelta azzeccata visti i tempi) è uno che ha la rara capacità di parlare anche per mezzora senza dire nulla (come fanno tutti  in occasione covid19: tipo lavatevi il culo e non slimonatevi ) ha avuto bisogno di tre pagine tre (va bene: l'ultima è occupata solo al 95%: è riuscito a sprecare carta anche stavolta) per scrivere una ordinanza che parte con DICIASSETE premesse “Visto” a seguire un “considerato” e un “ritenuto” e siamo a DICIANNOVE  premesse per ordinare (se è un'ordinanza certo che ordina qualcosa!)  ben  QUATTRO divieti-norme scritte in dodici righe. Eccole. a)è vietato l'accesso del pubblico ai parchi, alle ville, alle aree gioco e ai giardini pubblici. Inutile visto che ormai tutti i sindaci l'hanno emanata(infatti l'hanno emessa proprio perché fa incazzare per niente la popolazione).
Segue b)    non è consentito svolgere attività ludica o ricreativi all'aperto; resta consentito svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione, purché comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona. Com'è buono lei!.
Segue c)    sono chiusi gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, posti all'interno delle stazioni ferroviarie e lacustri, nonché nelle aree di servizio e rifornimento carburante, con esclusione di quelli situati lungo le autostrade, che possono vendere solo prodotti da asporto da consumarsi al di fuori dei locali; restano aperti quelli siti negli ospedali e negli aeroporti, con obbligo di assicurare in ogni coso il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro. Se c'era bisogno che non avevano capito nulla del covid19 questa  dimostra che… peggio tardi che mai.
d)    nei giorni festivi e prefestivi, nonché in quegli altri che immediatamente precedono o seguono tali giorni, è vietato ogni spostamento verso abitazioni diverse da quella principale, comprese le seconde case utilizzate per vacanza. Era vietato anche prima chissà perché di nuovo.
Anche se il custode delLa Latrina di Nusquamia ci accusa di fare l'avvocato non interpellato ne richiesto  del diavolo,  a me hanno insegnato che (a) chi governa ha potere di comando e quindi non c'è bisogno di giustificare con diciannove premesse un ordine da parte di chi la Costituzione affida potere di governare. Mi hanno anche insegnato che INVECE i burocrati di stato per scrivere una ordinanza DEVONO scrivere o motivare tutte le ragioni per cui “possono” emettere una ordinanza.
Qualcuno lo avverta che il covid19 si spande nei locali chiusi con aerazione forzata e condizionata. Ecco la prova.
Il dato che più richiama alla cautela è quello dell'aria, dove si pensava che il virus si dileguasse in tempi più rapidi (qualche minuto). «Dobbiamo fare attenzione agli ambienti chiusi», avverte Carlo Federico Perno, virologo dell'università di Milano. «La via di trasmissione attraverso il respiro resta molto più importante di quella attraverso gli oggetti. Siamo di fronte a un virus molto efficiente e rapido in termini di propagazione. Se una persona infetta respira per un certo tempo in un ambiente chiuso, l'aria se ne riempirà anche senza bisogno di tosse o starnuti. Sarebbe buona norma aprire spesso le finestre (e la primavera in arrivo aiuta), oltre a evitare luoghi dove il ricambio è scarso, come per esempio gli ascensori». I dati del New England Journal of Medicine sono stati registrati in laboratorio, in condizioni "artificiali" ed è difficile tradurli in consigli dettagliati in termini di metri o di minuti, per le stanze o gli ascensori di ciascuno di noi. «Chi deve restare a lungo in ambienti chiusi, affollati e poco ventilati, dovrebbe indossare la mascherina, che invece è inutile all'aria aperta» suggerisce Perno.
Gli autori dello studio sono gli scienziati del laboratorio di virologia del National Institute of Allergy and Infectious Diseases: l'Istituto americano per le malattie infettive. I risultati sono stati pubblicati sul New England Journal of Medicine , una rivista scientifica, il 17 marzo.