A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1195 DEL 15 MARZO 2020
























































Di cosa parliamo in questa pagina.



















ITALIA-GERMANIA 25:250
TEDESCHI E FRANCESI HANNO PROVATO A FARCI LA PELLE
Giovedì con un italiano claudicante e volenteroso la presidente dell’UE Ursula Von der Leyen aveva inviato in videomessaggio : “Cari italiani e care italiane, in questo momento così difficile vorrei dire a tutti voi che lottate contro il virus che non siete soli“. “Il vostro sforzo e il vostro esempio sono preziosi per tutti i cittadini europei. In Europa stiamo seguendo con preoccupazione ma anche con profondo rispetto e ammirazione quello che state facendo. L’Italia è parte dell’Europa e l’Europa soffre con l’Italia. In questo momento in Europa siamo tutti italiani“, ha detto la presidente. Che poi ha aggiunto, questa volta in inglese: “La Commissione farà di tutto per sostenervi. La crisi colpisce duramente il settore sanitario, che è sotto pressione con un numero crescente di persone da curare. E ha un impatto su molti settori economici. Dobbiamo agire rapidamente, agire insieme e portare aiuto”.
Venerdì  la presidente della banca centrale europea BCE  la francese Christine Lagarde ha commesso quella che è stata immediatamente definita una gravissima gaffe. La frase è di una sua collega tedesca, ma l’ha detta lei. E così Christine Lagarde ha vissuto la sua Caporetto. La presidente della Banca centrale europea ha ammaccato la sua credibilità ieri alle tre.
Doveva illustrare le misure che la Bce sta prendendo per sostenere i cittadini, le imprese e i governi nella guerra — economicamente tossica — a un virus subdolo. La frase che ha causato il peggior crollo di nel mercato dei titoli di Stato è ormai celebre: «Non siamo qui per chiudere gli spread, ci sono altri strumenti e altri attori per gestire quelle questioni».
Era l’opposto del «whatever it takes» del predecessore Mario Draghi, quell’impegno a fare «qualunque cosa» per contrastare le scommesse contro alcuni Paesi in vista della rottura dell’euro. Se ieri Lagarde ha sfilato quella pietra di volta dell’intera architettura con apparente noncuranza, è perché non erano parole sue. Era una frase di Isabel Schnabel, la tedesca nel comitato della Bce. Quando l’aveva pronunciata Schnabel pochi se n’erano accorti. Lagarde si sarà sentita libera di ripeterla, senza capire che il suo peso è diverso.
(...)

IL GALLERA FA LA OCCHIERA
Pioggia, vento e fermo del traffico e delle industrie hanno decisamente risanato l'aria di Lombardia e basta andare al sito dell'ARPA per verificare come venerdì 13 marzo il PM10 mostrasse  valore 35-50yg/mc in una fascia a ridosso del Po tra Cremona e Mantova, zone per nulla industrializzate e prive di grandi infrastrutture viarie come l'A4. Il resto della Lombardia stava tutta tra 0-25 yg/mc. Fermare il traffico veicolare ed umano dimostra quindi che in combinazione con una buona aerazione degli spazi migliora nettamente le condizioni di vita dei cittadini e quindi probabile che quando cominceremo a sforare di nuovo i fatidici valori di PM10 potremmo essere messi in quarantena notturna dalle 22 alle 6 ogni giorno.
Senza volere insegnare a dir messa al papa noi restiamo convinti che l'andamento stagionale dall'ottobre scorso concorra allo sviluppo della pandemia di covid19.
Il problema attuale del covid 19 è abbastanza chiaro: occorrono (1) (forse anche 1000) macchine per la ventilazione e relativi ambienti attrezzati (2) personale per la loro gestione. (3) si calcolano 10 persone necessarie per l'assistenza agli infetti per ogni macchina in funzione.
In Lombardia  fino  a  sabato erano disponibili 1100 letti nella terapia intensiva e risultavano occupati 732: pare ne occorrano 1500-1700 ma non sono disponibili ne le macchine per la respirazione e neppure il personale. La coppia Fontana Gallera hanno  cercato di mostrare una Lombardia che si muove meglio della Protezione Civile nazionale senza nemmeno sapere che questa corsa a due (regioni e protezione civile), tre (regioni e protezione civile e privati),  quattro cinque ad accaparrarsi i materiali dai produttori esteri era destinata a fallire dal momento che ciascun Paese non solo ha bloccato le esportazioni delle produzioni interne  di quei materiali necessari ma addirittura sequestra i materiali in transito.
(...)



PDF: 6,3 Mb














































le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!





















QUESTA ME LA SONO FATTA
IERI SERA










































































































































































































ITALIA-GERMANIA 25:250
TEDESCHI E FRANCESI HANNO TENTATO DI NUOVO DI FARCI LA PELLE
Giovedì con un italiano claudicante e volenteroso la presidente dell’UE Ursula Von der Leyen aveva inviato in videomessaggio : “Cari italiani e care italiane, in questo momento così difficile vorrei dire a tutti voi che lottate contro il virus che non siete soli“. “Il vostro sforzo e il vostro esempio sono preziosi per tutti i cittadini europei. In Europa stiamo seguendo con preoccupazione ma anche con profondo rispetto e ammirazione quello che state facendo. L’Italia è parte dell’Europa e l’Europa soffre con l’Italia. In questo momento in Europa siamo tutti italiani“, ha detto la presidente. Che poi ha aggiunto, questa volta in inglese: “La Commissione farà di tutto per sostenervi. La crisi colpisce duramente il settore sanitario, che è sotto pressione con un numero crescente di persone da curare. E ha un impatto su molti settori economici. Dobbiamo agire rapidamente, agire insieme e portare aiuto”.

Venerdì  la presidente della banca centrale europea BCE  la francese Christine Lagarde ha commesso quella che è stata immediatamente definita una gravissima gaffe. La frase è di una sua collega tedesca, ma l’ha detta lei. E così Christine Lagarde ha vissuto la sua Caporetto. La presidente della Banca centrale europea ha ammaccato la sua credibilità ieri alle tre.
Doveva illustrare le misure che la Bce sta prendendo per sostenere i cittadini, le imprese e i governi nella guerra — economicamente tossica — a un virus subdolo. La frase che ha causato il peggior crollo di nel mercato dei titoli di Stato è ormai celebre: «Non siamo qui per chiudere gli spread, ci sono altri strumenti e altri attori per gestire quelle questioni».
Era l’opposto del «whatever it takes» del predecessore Mario Draghi, quell’impegno a fare «qualunque cosa» per contrastare le scommesse contro alcuni Paesi in vista della rottura dell’euro. Se ieri Lagarde ha sfilato quella pietra di volta dell’intera architettura con apparente noncuranza, è perché non erano parole sue. Era una frase di Isabel Schnabel, la tedesca nel comitato della Bce. Quando l’aveva pronunciata Schnabel pochi se n’erano accorti. Lagarde si sarà sentita libera di ripeterla, senza capire che il suo peso è diverso.
L’aspetto più rivelatorio di questa «gaffe» di Lagarde non è dunque l’apparente impreparazione, ma i punti di riferimento della francese. Ma nel ripetere le parole di Schnabel, la francese ha lasciato capire quale Paese è il suo riferimento a Francoforte. Già prima che lei finisse di parlare, mentre lo spread di Italia, Grecia, Spagna, Portogallo e Francia subiva sbalzi violenti, erano partite telefonate furenti da Roma. Alla fine, poco prima delle 17, Lagarde ha letto alla Cnbc una completa retromarcia: «Siamo impegnati a evitare qualunque frammentazione dell’area euro. Gli spread più alti dovuti al coronavirus impediscono la nostra politica monetaria».
L’esito della dichiarazione della francese  è stato che il principale indice della borsa di Milano, il FTSE MIB, ha perso oggi il 17 per cento del suo valore, il peggior calo giornaliero mai avvenuto nella storia. Il crollo è dovuto soprattutto alle nuove restrizioni imposte dal governo a causa della pandemia di coronavirus e dall’annuncio delle misure economiche con cui la BCE intende affrontare la crisi, accolto molto male dai mercati.

La dichiarazione della francese non  ha generato solo le polemiche politiche ma anche l’allarme del Copasir, cioè il comitato parlamentare per la sicurezza che controlla l’operato dei servizi segreti. Non si fermano le reazioni all’uscita disastrosa di Christine Lagarde sul ruolo della Bce che “non è quello di ridurre lo spread”. Se ieri sera persino Sergio Mattarella aveva deciso d’intervenire con una nota breve ma durissima, rompendo quindi il suo proverbiale riserbo su questioni legate ai rapporti con le massime autorità europee è intervenuto addirittura, adesso le parole della Lagarde provocano l’allarme di Raffaele Volpi, presidente del Copasir .  “Alcune dichiarazioni, vogliamo credere unicamente ascrivibili a errori comunicativi, hanno portato ad un indebolimento importante e repentino di assetti quotati anche strategici”, dice il numero uno del comitato per la sicurezza pubblica. Che poi chiedere maggiore “vigilanza” sul rischio speculazioni. “Certi che gli attori preposti già stiano operando in tal senso, ci permettiamo comunque di sollecitare e sostenere qualsiasi azione di maggior vigilanza verso azioni, speculative o aggressive tendenti a modificare, in questo particolare momento, assetti di controllo e di governance di società quali quelle dei settori bancario-assicurativi, telecomunicazioni, energia e difesa che debbono rimanere nell’alveo dell’interesse nazionale“. Insomma: per il presidente del Copasir le dichiarazioni della Lagarde potrebbero fare da assist – seppure involontario – a speculatori pronti a approfittare del momento d’emergenza legato al coronavirus per mettere nel mirino i “gioielli di famiglia” italiani. Volpi non fa nomi ma è chiaro che si riferisca ai principali colossi quotati, di proprietà italiana. Il Comitato, ricorda il suo presidente, “aveva già espresso la sua sensibile attenzione sulla conforme regolarità di azioni eventuali mirate a portare fuori dall’Italia il controllo di aziende quotate ritenute strategiche iniziando un ciclo di audizioni”. “È il momento – sottolinea il presidente del Copasir – della responsabilità collettiva ed è inderogabile difendere le risorse strategiche, finanziarie ed industriali, del nostro grande Paese.

Giovedi. Non erano ancora sopite le parole del premier Giuseppe Conte in conferenza stampa al termine del Cdm. "Sono lieti del clima che si sta definendo a livello eurpeo".Abbiamo stanziato una somma straordinaria 25 miliardi da non utilizzare subito ma sicuramente da poter utilizzare per far fronte a tutte le difficoltà di quest'emergenza". "Vanno tempestivamente adottate tutte le disposizioni per affrontare l'impatto economico sui lavoratori sulle famiglie e sulle imprese, per questo il governo chiede di autorizzare uno scostamento rispetto agli obiettivi di finanza pubblica per un importo fino a 20 miliardi di euro pari all'1,1% del Pil in termini di indebitamento netto, che corrispondono a circa 25 miliardi per competenza e cassa". Così il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri in audizione sulla richiesta di finanziare in deficit le misure anti-Coronavirus.
Venerdi la Germania. Il governo tedesco ha promesso al sistema delle imprese crediti illimitati, fondi sociali e agevolazioni fiscali per 550 miliardi di euro, che se necessario potrebbero anche essere aumentati. «È una questione di vita o di morte per tutti noi, ma abbiamo la forza finanziaria per superare questa crisi», ha detto il ministro delle finanze, Olaf Scholz, presentando un piano in quattro fasi che è stato accolto molto positivamente dal mondo economico e soprattutto dalle Borse europee.
La cifra indicativa di oltre 550 miliardi di euro è stata fatta dal ministro dell’Economia, Peter Altmaier, secondo il quale in realtà «non c’è un limite superiore» al credito che la KfW, la banca statale per il sostegno alle imprese, potrà mettere a disposizione del sistema.
Di fatto, è una rivoluzione copernicana: senza annunciarlo ufficialmente, la Germania abbandona il dogma dello «schwarze Nul», il pareggio di bilancio, di cui è stata ostaggio in questi anni la sua politica economica: «In tempi di crisi, non si può pensare solo a risparmiare», ha detto Scholz in quello che è suonato come un epitaffio sulla linea del suo predecessore, Wolfgang Schäuble.

IL GALLERA FA LA OCCHIERA
Pioggia, vento e fermo del traffico e delle industrie hanno decisamente risanato l'aria di Lombardia e basta andare al sito dell'ARPA per verificare come venerdì 13 marzo il PM10 mostrasse  valore 35-50yg/mc in una fascia a ridosso del Po tra Cremona e Mantova, zone per nulla industrializzate e prive di grandi infrastrutture viarie come l'A4. Il resto della Lombardia stava tutta tra 0-25 yg/mc. Fermare il traffico veicolare ed umano dimostra quindi che in combinazione con una buona aerazione degli spazi migliora nettamente le condizioni di vita dei cittadini e quindi probabile che quando cominceremo a sforare di nuovo i fatidici valori di PM10 potremmo essere messi in quarantena notturna dalle 22 alle 6 ogni giorno.
Senza volere insegnare a dir messa al papa noi restiamo convinti che l'andamento stagionale dall'ottobre scorso concorra allo sviluppo della pandemia di covid19.

Il problema attuale del covid 19 è abbastanza chiaro: occorrono (1) (forse anche 1000) macchine per la ventilazione e relativi ambienti attrezzati (2) personale per la loro gestione. (3) si calcolano 10 persone necessarie per l'assistenza agli infetti per ogni macchina in funzione.
In Lombardia  fino  a  sabato erano disponibili 1100 letti nella terapia intensiva e risultavano occupati 732: pare ne occorrano 1500-1700 ma non sono disponibili ne le macchine per la respirazione e neppure il personale. La coppia Fontana Gallera hanno  cercato di mostrare una Lombardia che si muove meglio della Protezione Civile nazionale senza nemmeno sapere che questa corsa a due (regioni e protezione civile), tre (regioni e protezione civile e privati),  quattro cinque ad accaparrarsi i materiali dai produttori esteri era destinata a fallire dal momento che ciascun Paese non solo ha bloccato le esportazioni delle produzioni interne  di quei materiali necessari ma addirittura sequestra i materiali in transito.

In buona sostanza accade quel che era facilmente prevedibile quando si mette in piedi un sistema che funziona soltanto in base ai consumi verificati nel lungo periodo. La salute come le patatine dei supermercati: nello scaffale ci debbono stare esposte solo quelle che si prevede di vendere  prima di sorpassare la data di scadenza. Negli ospedali si riducono i posti letto che non vengono utilizzati perché non affluiscono malati (in questo caso gli infetti: aggettivi da NON usare per ragione di correttezza politica ) , le industrie  producono oggi quello che gli è stato ordinato ieri e lo consegnano domani senza avere il magazzino (quasi) pieno. Gran parte dei materiali di prezzo vile sono prodotti nei paesi c.d. del terzo quarto  mondo o emergenti e poi rimessi in circolo da aziende nazionali nobilitandosi come made in italy (minuscolo) . Così politici improvvisati  mostrano scandalo che in Italia ci sia SOLO UNA azienda che produce respiratori e nessuna azienda che produce mascherine. In effetti però il sistema pare sia più complesso e integrato di quel che giornali e politici asseriscono.

E'  decisamente fasullo lo scandalizzarsi degli italiani e dei lombardi perché siamo in questa situazione davanti all'infezione da covid19. Non sai se piangere o ridere nel leggere su L'Eco che “sono arrivati la scorsa notte all'ospedale Civico di Palermo, con un aereo militare due pazienti originari di Bergamo, di 61 e 62 anni”. Oppure che 20 verranno trasferiti 5 al giorno alla Fondazione CARISMA e altri 9 posti sono già pronti in un nucleo apposito ricavato nella ex zona delle suore del vecchio Gleno. Oppure che tre negativi al coronavirus provenienti dal Sacco di Milano e dall'ospedale di Bergamo andranno al Cattinara di Trieste e uno, positivo al Covid-19, proveniente dall'ospedale di Cremona, verrà trasferito a Udine. Chissà se qualcuno  non ha dimenticato che l'ospedale Giovanni XXIII è stato costruito per 1200 posti letto ed autorizzato per soli 1080. Domanda da bambino delle elementari: cosa c'è nelle stanze e tutto il resto che dovevano servire per quei 120 posti non autorizzati dalla Regione?
Avete presente che giri di soldi mettono in piedi trasferimenti del genere?.

I lombardi hanno comunque premiato questo modo di fare sanità dal momento  che nonostante le ruberie del Sistema Formigoni hanno sempre premiato il governo di centrodestra leghista e quindi adesso si trovano a fare i conti con questa situazione che loro hanno premiato da 5 lustri. Un sistema plasmato e che si sedimentato anche nel personale –generalmente malpagato e spesso sostituito da cooperative di ben chiaro colore politico- per disporre di personale di minor costo con un sacco di medici e infermieri (nazionali) a spasso in attesa di essere occupati anche a paghe vili. Adesso la coppia Fontana Gallera guarda “fuori dai confini regionali e nazionali nel reclutare nuovo personale sociosanitario. Finora 1.600 medici e infermieri hanno risposto all'appello della Regione. Ne sono stati valutati 692: 68 medici specialisti, 137 specializzandi, 74 appena laureati e 323 infermieri. «Non tutti però una volta destinati alle strutture accettano l'incarico — spiega la Regione —. Questo provoca ulteriori deficit e ritardi». Così si è deciso di aprire al personale straniero. Offerte sono arrivate dai governi di Venezuela, Cuba e Cina. «Saranno superati problemi di equipollenza di titoli e abilitazioni, potranno lavorare da subito».
Sarebbe interessante sapere le ragioni per cui “non tutti però una volta destinati alle strutture accettano l'incarico”. Magari perché i medici sono pagati al lordo ogni ora meno del meccanico che aggiusta la macchina oppure gli infermieri meno del muratore rumeno che lavora in nero a ristrutturare il padiglione?.

Detto questo consoliamoci : #andràtuttobene #tuttoandràbene #andratuttobene #restiamoacasa #stiamoacasa #iorestoacasa #forzaecoraggio #restiamouniti #stateacasa #insiemesiamopiùforti. Che vogliamo di più? Un amaro lucano.