|
|
|
|
ITALIA-GERMANIA 25:250
TEDESCHI E FRANCESI HANNO PROVATO A FARCI LA PELLE
Giovedì con un italiano claudicante e volenteroso la presidente dell’UE
Ursula Von der Leyen aveva inviato in videomessaggio : “Cari italiani e
care italiane, in questo momento così difficile vorrei dire a tutti voi
che lottate contro il virus che non siete soli“. “Il vostro sforzo e il
vostro esempio sono preziosi per tutti i cittadini europei. In Europa
stiamo seguendo con preoccupazione ma anche con profondo rispetto e
ammirazione quello che state facendo. L’Italia è parte dell’Europa e
l’Europa soffre con l’Italia. In questo momento in Europa siamo tutti
italiani“, ha detto la presidente. Che poi ha aggiunto, questa volta in
inglese: “La Commissione farà di tutto per sostenervi. La crisi
colpisce duramente il settore sanitario, che è sotto pressione con un
numero crescente di persone da curare. E ha un impatto su molti settori
economici. Dobbiamo agire rapidamente, agire insieme e portare aiuto”.
Venerdì la presidente della banca centrale europea BCE la francese
Christine Lagarde ha commesso quella che è stata immediatamente
definita una gravissima gaffe. La frase è di una sua collega tedesca,
ma l’ha detta lei. E così Christine Lagarde ha vissuto la sua
Caporetto. La presidente della Banca centrale europea ha ammaccato la
sua credibilità ieri alle tre.
Doveva illustrare le misure che la Bce sta prendendo per sostenere i
cittadini, le imprese e i governi nella guerra — economicamente tossica
— a un virus subdolo. La frase che ha causato il peggior crollo di nel
mercato dei titoli di Stato è ormai celebre: «Non siamo qui per
chiudere gli spread, ci sono altri strumenti e altri attori per gestire
quelle questioni».
Era l’opposto del «whatever it takes» del predecessore Mario Draghi,
quell’impegno a fare «qualunque cosa» per contrastare le scommesse
contro alcuni Paesi in vista della rottura dell’euro. Se ieri Lagarde
ha sfilato quella pietra di volta dell’intera architettura con
apparente noncuranza, è perché non erano parole sue. Era una frase di
Isabel Schnabel, la tedesca nel comitato della Bce. Quando l’aveva
pronunciata Schnabel pochi se n’erano accorti. Lagarde si sarà sentita
libera di ripeterla, senza capire che il suo peso è diverso.
(...)
IL GALLERA FA LA OCCHIERA
Pioggia, vento e fermo del traffico e delle industrie hanno decisamente
risanato l'aria di Lombardia e basta andare al sito dell'ARPA per
verificare come venerdì 13 marzo il PM10 mostrasse valore 35-50yg/mc
in una fascia a ridosso del Po tra Cremona e Mantova, zone per nulla
industrializzate e prive di grandi infrastrutture viarie come l'A4. Il
resto della Lombardia stava tutta tra 0-25 yg/mc. Fermare il traffico
veicolare ed umano dimostra quindi che in combinazione con una buona
aerazione degli spazi migliora nettamente le condizioni di vita dei
cittadini e quindi probabile che quando cominceremo a sforare di nuovo
i fatidici valori di PM10 potremmo essere messi in quarantena notturna
dalle 22 alle 6 ogni giorno.
Senza volere insegnare a dir messa al papa noi restiamo convinti che
l'andamento stagionale dall'ottobre scorso concorra allo sviluppo della
pandemia di covid19.
Il problema attuale del covid 19 è abbastanza chiaro: occorrono (1)
(forse anche 1000) macchine per la ventilazione e relativi ambienti
attrezzati (2) personale per la loro gestione. (3) si calcolano 10
persone necessarie per l'assistenza agli infetti per ogni macchina in
funzione.
In Lombardia fino a sabato erano disponibili 1100 letti nella
terapia intensiva e risultavano occupati 732: pare ne occorrano
1500-1700 ma non sono disponibili ne le macchine per la respirazione e
neppure il personale. La coppia Fontana Gallera hanno cercato di
mostrare una Lombardia che si muove meglio della Protezione Civile
nazionale senza nemmeno sapere che questa corsa a due (regioni e
protezione civile), tre (regioni e protezione civile e privati),
quattro cinque ad accaparrarsi i materiali dai produttori esteri era
destinata a fallire dal momento che ciascun Paese non solo ha bloccato
le esportazioni delle produzioni interne di quei materiali necessari
ma addirittura sequestra i materiali in transito.
(...)
|
|
PDF: 6,3 Mb
|
|
|
|
|
ITALIA-GERMANIA 25:250
TEDESCHI E FRANCESI HANNO TENTATO DI NUOVO DI FARCI LA PELLE
Giovedì con un italiano claudicante e volenteroso la presidente dell’UE
Ursula Von der Leyen aveva inviato in videomessaggio : “Cari italiani e
care italiane, in questo momento così difficile vorrei dire a tutti voi
che lottate contro il virus che non siete soli“. “Il vostro sforzo e il
vostro esempio sono preziosi per tutti i cittadini europei. In Europa
stiamo seguendo con preoccupazione ma anche con profondo rispetto e
ammirazione quello che state facendo. L’Italia è parte dell’Europa e
l’Europa soffre con l’Italia. In questo momento in Europa siamo tutti
italiani“, ha detto la presidente. Che poi ha aggiunto, questa volta in
inglese: “La Commissione farà di tutto per sostenervi. La crisi
colpisce duramente il settore sanitario, che è sotto pressione con un
numero crescente di persone da curare. E ha un impatto su molti settori
economici. Dobbiamo agire rapidamente, agire insieme e portare aiuto”.
Venerdì la presidente della banca centrale europea BCE la
francese Christine Lagarde ha commesso quella che è stata
immediatamente definita una gravissima gaffe. La frase è di una sua
collega tedesca, ma l’ha detta lei. E così Christine Lagarde ha vissuto
la sua Caporetto. La presidente della Banca centrale europea ha
ammaccato la sua credibilità ieri alle tre.
Doveva illustrare le misure che la Bce sta prendendo per sostenere i
cittadini, le imprese e i governi nella guerra — economicamente tossica
— a un virus subdolo. La frase che ha causato il peggior crollo di nel
mercato dei titoli di Stato è ormai celebre: «Non siamo qui per
chiudere gli spread, ci sono altri strumenti e altri attori per gestire
quelle questioni».
Era l’opposto del «whatever it takes» del predecessore Mario Draghi,
quell’impegno a fare «qualunque cosa» per contrastare le scommesse
contro alcuni Paesi in vista della rottura dell’euro. Se ieri Lagarde
ha sfilato quella pietra di volta dell’intera architettura con
apparente noncuranza, è perché non erano parole sue. Era una frase di
Isabel Schnabel, la tedesca nel comitato della Bce. Quando l’aveva
pronunciata Schnabel pochi se n’erano accorti. Lagarde si sarà sentita
libera di ripeterla, senza capire che il suo peso è diverso.
L’aspetto più rivelatorio di questa «gaffe» di Lagarde non è dunque
l’apparente impreparazione, ma i punti di riferimento della francese.
Ma nel ripetere le parole di Schnabel, la francese ha lasciato capire
quale Paese è il suo riferimento a Francoforte. Già prima che lei
finisse di parlare, mentre lo spread di Italia, Grecia, Spagna,
Portogallo e Francia subiva sbalzi violenti, erano partite telefonate
furenti da Roma. Alla fine, poco prima delle 17, Lagarde ha letto alla
Cnbc una completa retromarcia: «Siamo impegnati a evitare qualunque
frammentazione dell’area euro. Gli spread più alti dovuti al
coronavirus impediscono la nostra politica monetaria».
L’esito della dichiarazione della francese è stato che il
principale indice della borsa di Milano, il FTSE MIB, ha perso oggi il
17 per cento del suo valore, il peggior calo giornaliero mai avvenuto
nella storia. Il crollo è dovuto soprattutto alle nuove restrizioni
imposte dal governo a causa della pandemia di coronavirus e
dall’annuncio delle misure economiche con cui la BCE intende affrontare
la crisi, accolto molto male dai mercati.
La dichiarazione della francese non ha generato solo le polemiche
politiche ma anche l’allarme del Copasir, cioè il comitato parlamentare
per la sicurezza che controlla l’operato dei servizi segreti. Non si
fermano le reazioni all’uscita disastrosa di Christine Lagarde sul
ruolo della Bce che “non è quello di ridurre lo spread”. Se ieri sera
persino Sergio Mattarella aveva deciso d’intervenire con una nota breve
ma durissima, rompendo quindi il suo proverbiale riserbo su questioni
legate ai rapporti con le massime autorità europee è intervenuto
addirittura, adesso le parole della Lagarde provocano l’allarme di
Raffaele Volpi, presidente del Copasir . “Alcune dichiarazioni,
vogliamo credere unicamente ascrivibili a errori comunicativi, hanno
portato ad un indebolimento importante e repentino di assetti quotati
anche strategici”, dice il numero uno del comitato per la sicurezza
pubblica. Che poi chiedere maggiore “vigilanza” sul rischio
speculazioni. “Certi che gli attori preposti già stiano operando in tal
senso, ci permettiamo comunque di sollecitare e sostenere qualsiasi
azione di maggior vigilanza verso azioni, speculative o aggressive
tendenti a modificare, in questo particolare momento, assetti di
controllo e di governance di società quali quelle dei settori
bancario-assicurativi, telecomunicazioni, energia e difesa che debbono
rimanere nell’alveo dell’interesse nazionale“. Insomma: per il
presidente del Copasir le dichiarazioni della Lagarde potrebbero fare
da assist – seppure involontario – a speculatori pronti a approfittare
del momento d’emergenza legato al coronavirus per mettere nel mirino i
“gioielli di famiglia” italiani. Volpi non fa nomi ma è chiaro che si
riferisca ai principali colossi quotati, di proprietà italiana. Il
Comitato, ricorda il suo presidente, “aveva già espresso la sua
sensibile attenzione sulla conforme regolarità di azioni eventuali
mirate a portare fuori dall’Italia il controllo di aziende quotate
ritenute strategiche iniziando un ciclo di audizioni”. “È il momento –
sottolinea il presidente del Copasir – della responsabilità collettiva
ed è inderogabile difendere le risorse strategiche, finanziarie ed
industriali, del nostro grande Paese.
Giovedi. Non erano ancora sopite le parole del premier Giuseppe Conte
in conferenza stampa al termine del Cdm. "Sono lieti del clima che si
sta definendo a livello eurpeo".Abbiamo stanziato una somma
straordinaria 25 miliardi da non utilizzare subito ma sicuramente da
poter utilizzare per far fronte a tutte le difficoltà di
quest'emergenza". "Vanno tempestivamente adottate tutte le disposizioni
per affrontare l'impatto economico sui lavoratori sulle famiglie e
sulle imprese, per questo il governo chiede di autorizzare uno
scostamento rispetto agli obiettivi di finanza pubblica per un importo
fino a 20 miliardi di euro pari all'1,1% del Pil in termini di
indebitamento netto, che corrispondono a circa 25 miliardi per
competenza e cassa". Così il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri
in audizione sulla richiesta di finanziare in deficit le misure
anti-Coronavirus.
Venerdi la Germania. Il governo tedesco ha promesso al sistema delle
imprese crediti illimitati, fondi sociali e agevolazioni fiscali per
550 miliardi di euro, che se necessario potrebbero anche essere
aumentati. «È una questione di vita o di morte per tutti noi, ma
abbiamo la forza finanziaria per superare questa crisi», ha detto il
ministro delle finanze, Olaf Scholz, presentando un piano in quattro
fasi che è stato accolto molto positivamente dal mondo economico e
soprattutto dalle Borse europee.
La cifra indicativa di oltre 550 miliardi di euro è stata fatta dal
ministro dell’Economia, Peter Altmaier, secondo il quale in realtà «non
c’è un limite superiore» al credito che la KfW, la banca statale per il
sostegno alle imprese, potrà mettere a disposizione del sistema.
Di fatto, è una rivoluzione copernicana: senza annunciarlo
ufficialmente, la Germania abbandona il dogma dello «schwarze Nul», il
pareggio di bilancio, di cui è stata ostaggio in questi anni la sua
politica economica: «In tempi di crisi, non si può pensare solo a
risparmiare», ha detto Scholz in quello che è suonato come un epitaffio
sulla linea del suo predecessore, Wolfgang Schäuble.
|
|
IL GALLERA FA LA OCCHIERA
Pioggia, vento e fermo del traffico e delle industrie hanno decisamente
risanato l'aria di Lombardia e basta andare al sito dell'ARPA per
verificare come venerdì 13 marzo il PM10 mostrasse valore
35-50yg/mc in una fascia a ridosso del Po tra Cremona e Mantova, zone
per nulla industrializzate e prive di grandi infrastrutture viarie come
l'A4. Il resto della Lombardia stava tutta tra 0-25 yg/mc. Fermare il
traffico veicolare ed umano dimostra quindi che in combinazione con una
buona aerazione degli spazi migliora nettamente le condizioni di vita
dei cittadini e quindi probabile che quando cominceremo a sforare di
nuovo i fatidici valori di PM10 potremmo essere messi in quarantena
notturna dalle 22 alle 6 ogni giorno.
Senza volere insegnare a dir messa al papa noi restiamo convinti che
l'andamento stagionale dall'ottobre scorso concorra allo sviluppo della
pandemia di covid19.
Il problema attuale del covid 19 è abbastanza chiaro: occorrono (1)
(forse anche 1000) macchine per la ventilazione e relativi ambienti
attrezzati (2) personale per la loro gestione. (3) si calcolano 10
persone necessarie per l'assistenza agli infetti per ogni macchina in
funzione.
In Lombardia fino a sabato erano disponibili 1100
letti nella terapia intensiva e risultavano occupati 732: pare ne
occorrano 1500-1700 ma non sono disponibili ne le macchine per la
respirazione e neppure il personale. La coppia Fontana Gallera
hanno cercato di mostrare una Lombardia che si muove meglio della
Protezione Civile nazionale senza nemmeno sapere che questa corsa a due
(regioni e protezione civile), tre (regioni e protezione civile e
privati), quattro cinque ad accaparrarsi i materiali dai
produttori esteri era destinata a fallire dal momento che ciascun Paese
non solo ha bloccato le esportazioni delle produzioni interne di
quei materiali necessari ma addirittura sequestra i materiali in
transito.
In buona sostanza accade quel che era facilmente prevedibile quando si
mette in piedi un sistema che funziona soltanto in base ai consumi
verificati nel lungo periodo. La salute come le patatine dei
supermercati: nello scaffale ci debbono stare esposte solo quelle che
si prevede di vendere prima di sorpassare la data di scadenza.
Negli ospedali si riducono i posti letto che non vengono utilizzati
perché non affluiscono malati (in questo caso gli infetti: aggettivi da
NON usare per ragione di correttezza politica ) , le industrie
producono oggi quello che gli è stato ordinato ieri e lo consegnano
domani senza avere il magazzino (quasi) pieno. Gran parte dei materiali
di prezzo vile sono prodotti nei paesi c.d. del terzo quarto
mondo o emergenti e poi rimessi in circolo da aziende nazionali
nobilitandosi come made in italy (minuscolo) . Così politici
improvvisati mostrano scandalo che in Italia ci sia SOLO UNA
azienda che produce respiratori e nessuna azienda che produce
mascherine. In effetti però il sistema pare sia più complesso e
integrato di quel che giornali e politici asseriscono.
E' decisamente fasullo lo scandalizzarsi degli italiani e dei
lombardi perché siamo in questa situazione davanti all'infezione da
covid19. Non sai se piangere o ridere nel leggere su L'Eco che “sono
arrivati la scorsa notte all'ospedale Civico di Palermo, con un aereo
militare due pazienti originari di Bergamo, di 61 e 62 anni”. Oppure
che 20 verranno trasferiti 5 al giorno alla Fondazione CARISMA e altri
9 posti sono già pronti in un nucleo apposito ricavato nella ex zona
delle suore del vecchio Gleno. Oppure che tre negativi al coronavirus
provenienti dal Sacco di Milano e dall'ospedale di Bergamo andranno al
Cattinara di Trieste e uno, positivo al Covid-19, proveniente
dall'ospedale di Cremona, verrà trasferito a Udine. Chissà se
qualcuno non ha dimenticato che l'ospedale Giovanni XXIII è stato
costruito per 1200 posti letto ed autorizzato per soli 1080. Domanda da
bambino delle elementari: cosa c'è nelle stanze e tutto il resto che
dovevano servire per quei 120 posti non autorizzati dalla Regione?
Avete presente che giri di soldi mettono in piedi trasferimenti del genere?.
I lombardi hanno comunque premiato questo modo di fare sanità dal
momento che nonostante le ruberie del Sistema Formigoni hanno
sempre premiato il governo di centrodestra leghista e quindi adesso si
trovano a fare i conti con questa situazione che loro hanno premiato da
5 lustri. Un sistema plasmato e che si sedimentato anche nel personale
–generalmente malpagato e spesso sostituito da cooperative di ben
chiaro colore politico- per disporre di personale di minor costo con un
sacco di medici e infermieri (nazionali) a spasso in attesa di essere
occupati anche a paghe vili. Adesso la coppia Fontana Gallera guarda
“fuori dai confini regionali e nazionali nel reclutare nuovo personale
sociosanitario. Finora 1.600 medici e infermieri hanno risposto
all'appello della Regione. Ne sono stati valutati 692: 68 medici
specialisti, 137 specializzandi, 74 appena laureati e 323 infermieri.
«Non tutti però una volta destinati alle strutture accettano l'incarico
— spiega la Regione —. Questo provoca ulteriori deficit e ritardi».
Così si è deciso di aprire al personale straniero. Offerte sono
arrivate dai governi di Venezuela, Cuba e Cina. «Saranno superati
problemi di equipollenza di titoli e abilitazioni, potranno lavorare da
subito».
Sarebbe interessante sapere le ragioni per cui “non tutti però una
volta destinati alle strutture accettano l'incarico”. Magari perché i
medici sono pagati al lordo ogni ora meno del meccanico che aggiusta la
macchina oppure gli infermieri meno del muratore rumeno che lavora in
nero a ristrutturare il padiglione?.
Detto questo consoliamoci : #andràtuttobene #tuttoandràbene
#andratuttobene #restiamoacasa #stiamoacasa #iorestoacasa
#forzaecoraggio #restiamouniti #stateacasa #insiemesiamopiùforti. Che
vogliamo di più? Un amaro lucano.
|
|
|