A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1193 DEL 12 MARZO 2020
























































Di cosa parliamo in questa pagina.



















VOTO UNANIME DI MAGGIORANZA ED OPPOSIZIONE IN VISTA
DELLA SPARTIZIONE DELLA MAXI TORTA DI 25 MILIARDI DEL COVID19
E DELLA RICOSTRUZIONE.
FERMATE AL MOMENTO LE NOMINE DEGLI ENTI.
L’ACCORDO É CHE SE NECESSARIO LA TORTA SI FARÀ PIÙ GRANDE
Non abbiamo avuto bisogno di molte ore per trovare conferma di quanto avevamo scritto nel post della pagina 1192 e partendo dal bollettino della Protezione Civile che dava il numero degli infettati di covid.19 alle ore 17 di lunedi u.s e scrivevamo che “Occhio croce scommettiamo che oggi (10 marzo ’20)  NON esista nessun istituto che stia studiando l'andamento dell'infezione sulla scorta di queste cartelle cliniche che essendo elettroniche “dovrebbero” rendersi disponibili in tempo reale al sistema o ai sistemi delegati e deputati allo studio. Scommettiamo che non esista nemmeno la norma che obbliga la concentrazione di queste informazioni: e questo lo deduciamo dal fatto che nessun politico  ne abbia parlato. Nessuno dei galli e polli scienziati che sgallettano nelle trasmissioni ne ha parlato. Per esempio stamane non ne parlano (martedi mattino) ne Stefano Merler epidemiologo e matematico su Repubblica e nemmeno Andrea Melegari (Expert System) e Roberto Mugavero (Osdife) su Linkiesta   nell'intervista sulla piattaforma di intelligenza artificiale che sarà in grado, scandagliando social network e siti web, di individuare all'origine minacce come il coronavirus. Non ne parla nemmeno Paolo Giordano.
(...)

PROMOZIONI IN MUNICIPIO
DOPO 30 ANNI AL PIANOTERRA
PASSA AL PRIMO PIANO
Il covid19 ha privato i Curnesi di conoscere in tempo reale la novità. Ritarda solo il tempo. Accade che in forza del decreto legge del 22 febbraio 2020 n. 6 recante "misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID - 19" la porta centrale di accesso al Comune di Cumo sarà chiusa ed il cittadino sarà invitato ad accedere agli Sportelli solo in caso di stretta necessità o tramite richiesta di appuntamento - ed in ogni caso con entrata contingentata alla presenza di una sola persona per sportello - essendo comunque possibile comunicare tramite il citofono. Così il cittadino non potrà ammirare la nuova sistemazione del deserto dei tartari o bunker che era-è l'ufficio tecnico del comune, sistemazione che riflette il ribaltamento dell'organiz zazione deciso dalla sindaca Gamba.
Il massimo dirigente dei lavori pubblici e manutenzione del territorio,  che attualmente è anche vicesindaco  nonchè assessore ai lavori pubblici, ai servizi sociali ed al personale  per una lista di centrodestra-leghista nel Comune di Lallio (dove era stato sindaco per due mandati pure essendo anche dipendente del Comune di Curno) è stato sloggiato dal bunker di piano terra ed alloggiato – ci dicono- in un ufficio al primo piano di un ex assessore (Cavagna?).
Dopo mezzo secolo (o quasi) di vita nell'ombra con le finestre dell'ufficio rivolte a nord, adesso glie ne hanno  assegnato uno con le finestre verso ovest sulla piazza del comune. Fianco a fianco dell'ufficio della sindaca Gamba che le male lingue dicono  conservi  in un angolo dell'ufficio anche una vigorosa  verga di salice.
Battuta a parte. La promozione dal bunker a piano terra all'ufficio solatio fianco a fianco di quello della sindaca si accompagna a un sostanziale riduzione degli incarichi dello stesso comprensibile visti i pesanti impegni assessorili a Lallio.
Sollevato quindi dal pesantissimo onere  di seguire i lavori pubblici e la manutenzione del territorio gli viene affidata  l'edilizia scolastica (solo opere pubbliche), sicurezza sui luoghi di lavoro, progetti speciali (non si sa cosa consistano), provveditorato: cancelleria ,parco macchine e relativi servizi, vestiario – utenze e servizi cimiteriali.
Non so perché ma continua a frullarmi nella capoccia l'idea della maestra che ha il bidello fuori la classe, pronto ad ogni chiamata.


PDF: 10  Mb














































le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!





















OSSERVARE PER CAPIRE








ALLA S-LUNGA NON C'E'






FAKE NEWS CANI
































































































































































































VOTO UNANIME DI MAGGIORANZA ED OPPOSIZIONE IN VISTA
DELLA SPARTIZIONE DELLA MAXI TORTA DI 25 MILIARDI DEL COVID19
E DELLA RICOSTRUZIONE.
FERMATE AL MOMENTO LE NOMINE DEGLI ENTI.
L’ACCORDO É CHE SE NECESSARIO LA TORTA SI FARÀ PIÙ GRANDE

Non abbiamo avuto bisogno di molte ore per trovare conferma di quanto avevamo scritto nel post della pagina 1192 e partendo dal bollettino della Protezione Civile che dava il numero degli infettati di covid.19 alle ore 17 di lunedi u.s e scrivevamo che “Occhio croce scommettiamo che oggi (10 marzo ’20)  NON esista nessun istituto che stia studiando l'andamento dell'infezione sulla scorta di queste cartelle cliniche che essendo elettroniche “dovrebbero” rendersi disponibili in tempo reale al sistema o ai sistemi delegati e deputati allo studio. Scommettiamo che non esista nemmeno la norma che obbliga la concentrazione di queste informazioni: e questo lo deduciamo dal fatto che nessun politico  ne abbia parlato. Nessuno dei galli e polli scienziati che sgallettano nelle trasmissioni ne ha parlato. Per esempio stamane non ne parlano (martedi mattino) ne Stefano Merler epidemiologo e matematico su Repubblica e nemmeno Andrea Melegari (Expert System) e Roberto Mugavero (Osdife) su Linkiesta   nell'intervista sulla piattaforma di intelligenza artificiale che sarà in grado, scandagliando social network e siti web, di individuare all'origine minacce come il coronavirus. Non ne parla nemmeno Paolo Giordano.
L'impressione generale che se ne trae è che da una parte ci siano gli ospedali –intesi non solo in senso fisico ma soprattutto in ordine a chi ci lavora- che fanno fronte rotolando (verrebbe da dire: rantolando) faticosamente di fronte all'avanzare dei ricoveri mentre sono bloccati da una organizzazione superiore che non è in grado di muoversi con la necessaria scioltezza. I tagli alla sanità degli ultimi venti anni paiono avere introdotto una specie di blocco mentale negli addetti più in alto. L'abolizione  nelle aziende (produttrici di materiali per la sanità) del magazzino e l'abitudine ormai consolidata di produrre  oggi per domani l'ordine di ieri fa sentire barzellette epocali come quella dell'ordine di milioni di mascherine gran parte delle quali potrebbero arrivare (a fine mese) quando non servono più. Nel senso che siamo schiattati tutti.

INVECE. Invece martedì sera nella conferenza stampa della Protezione Civile alle 18 il direttore (friulano) Silvio Brusaferro dell’ISS (istituto superiore di sanità)   comunica che sul sito https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/aggiornamenti sono pubblicati il bollettino
“Epidemia COVID-19  -Aggiornamento nazionale al 09 marzo 2020 – ore 16:00” con allegata una “Appendice bollettino 10/3/2020 (dati ricevuti 9/3/2020 mattina) – COVID-19 – dettaglio regionale”. Ci siamo  ci siamo detti soddisfatti.
Purtroppo la lettura dei due documenti, benché aggiunga alcuni particolari e informazioni non proprio utili a comprendere meglio l’espandersi e l’evolversi di questa infezione dimostra quanto avevamo previsto.
Infatti nei due documenti “lo  stato clinico dei pazienti non è ancora classificato in tutte le Regioni/PPM in modo standardizzato secondo le modalità previste dalla sorveglianza COVID- 19, ma si sta procedendo alla raccolta di tale informazione. Attualmente lo stato clinico è disponibile solo per 2.539 casi, di cui 518 (9,8%) asintomatici, 270 (5,1%) pauci-sintomatici, 1.622 (30,7%) con sintomi per cui non viene specificato il livello di gravità, 1.593 (30,1%) con sintomi lievi, 297 (5,6%) con sintomi severi, 985 (18,6%) critici”.

Noi immaginavamo che se a fine giornata di lunedi 9 marzo il bollettino della Protezione Civile dava 9172 infettati di covid.19 in totale, ed a seguire 7985 positivi tra i ricoverati e gli stabulati in casa, nonché 463 defunti e 724 guariti.  Con questo il bilancio dell'infezione a partire dal 24 febbraio compreso, vale a dire 14 giorni. Che sarebbero i giorni di stabulazione obbligatoria per quelli trovati infetti ma non malati. Con in mano le cartelle cliniche dei 463 defunti, quelle dei 724 guariti, quelle dei 733 in terapia intensiva ed infine da aggiungere le 4316 dei ricoverati con sintomi il Servizio Sanitario Nazionale e la decina di istituti specializzati  hanno in mano 6326 cartelle cliniche in massima parte “in divenire” che per la grandezza dovrebbero già indicare molte informazioni.
Invece le tabelle e il ragionamenti dentro i due bollettini non dicono niente più di quel che si sapeva.

Sintesi del ragionamento. Hanno ricoverati e in cura (nel senso che sono in ospedale oppure a casa) ottomila infettati MA all’ISS sono arrivate solo 2500 cartelle peraltro non del tutto completo ne omogenee nella presentazione delle informazioni, ragion per cui ci sono difficoltà ad elaborare anche quel che c’è a disposizione. Addirittura ci pare che i due bollettini pubblicati “servano soprattutto” alla fame di notizie della stampa piuttosto che a creare quel terreno fertile di informazione e stimolo agli addetti ai lavori.

Ieri il PdC  Conte assieme a 2+1 ministri (Gualtieri, D’Inca, Fraccaro) ha incontrato rappresentanti dell’opposizione parlamentare (Salvini, Meloni, Tajani e Lupi di Noi con l’Italia) per un confronto sulle misure per contrastare l’emergenza covid19. «Noi siamo pronti a votare nelle prossime ore il decreto da dieci miliardi che state preparando. Ma là fuori sta venendo giù tutto. Dovete garantirci che il provvedimento sia solo l’inizio di un percorso: servono almeno trenta miliardi». Le due ore di vertice sono giunte quasi al termine, la tensione a Palazzo Chigi è al culmine, quando Giorgia Meloni a nome degli alleati Salvini e Tajani offre al premier Conte la disponibilità del centrodestra a dare il suo contributo per affrontare la crisi. Sia quella sanitaria (con la proposta incalzante e al momento respinta di chiudere tutto per 15 giorni), sia quella economica. Si parte col "sì" scontato di oggi in aula al decreto, che appunto non sarà più da 7,5 ma da 10 miliardi, da parte di Lega, Fdi e Fi. Ma lo spirito da "unità nazionale", per ora, si chiude qui.”. Conte e Gualtieri nel vertice ascoltano scettici e silenziosi e il ministro dice che su questo ci sarebbe «una riflessione in corso» con l’Europa, forse più disponibile a concedere gli sforamenti di bilancio se si procede per "step successivi", man mano che la crisi dovesse aggravarsi, è il sottinteso.

Molto più concretamente (o prosaicamente?) gli sherpa nei giorni precedenti avevano preparato l’incontro sui problemi che alla politica interessano davvero. Se fino a una settimana or  sono la maggioranza pareva avesse raggiunto una “equilibrata” lottizzazione in perfetto stile Manuale Cencelli sulle nomine delle società partecipate dal Tesoro: una decina di grandi aziende con circa 150 miliardi di euro di valore borsistico tra cui Enel, Eni, Terna, Poste, Leonardo, Mps, Enav e altre. Oltre 500 poltrone di vertice in scadenza questa primavera, ecco che una decisione sembra maturata in via XX Settembre che ha fatto slittare tutto a tempi migliori. Risulta infatti che nel prossimo decreto in preparazione al governo per contrastare il coronavirus ci sarebbe anche un articolo che rimanda il rinnovo dei vertici "delle società, dei consorzi e delle persone giuridiche". Il provvedimento prevederebbe che "fino al termine dell'emergenza Covid 19, e di sue eventuali proroghe", restino in carica "gli organi sociali in essere alla data di entrata in vigore del presente decreto con pienezza dei relativi poteri".

La proroga delle nomine che non taglia fuori di netto la minoranza assieme alla mezza promessa o messaggio di Gualtieri che ci sarebbe «una riflessione in corso» con l’Europa, forse più disponibile a concedere gli sforamenti di bilancio se si procede per "step successivi", man mano che la crisi dovesse aggravarsi, è un altro punto dell’accordo fatto ma non detto esplicitamente. Proprio per questo motivo se il Parlamento, quando discuterà il decreto del governo, se lo volesse migliorare, dovrebbe rafforzarne la componente di «annuncio incondizionato», proprio come dice il ministro Gualtieri, eliminando quindi il limite dei circa 10 miliardi oggi scritto nel testo e sostituendolo con «Nessuno dovrà perdere il proprio reddito a causa del virus, costi quel che costi». Paradossalmente è proprio così che lo Stato potrebbe (forse) spendere di meno.

Ma l’incontro maggioranza-opposizione ha sicuramente trattato o riflettuto il tema o problema della nomina di un “commissario unico al coronavirus”.  C’è da chiedersi se oggi sia in atto una concentrazione eccessiva del potere nelle mani del governo, che finisce per ridurre il ruolo della Protezione civile e sovraespone il premier come gestore dell’emergenza; o se nel leader leghista Matteo Salvini, in quella di FdI, Giorgia Meloni, e tra i berlusconiani spunti  di traverso il progetto di inserirsi nel governo attraverso un uomo di fiducia del centrodestra leghista. Brutalmente Salvini avendo preso atto che un governissimo che porti alle elezioni è un’idea  defunta, pensa soprattutto agli affari, al potere e quindi ad una sua adeguata spartizione mettendo le mani sull’intero affare coronavirus. E se la Meloni con la sua abituale faccia tosta provoca Conte: «Serve una figura abituata a gestire scenari estremi», sostiene Giorgia Meloni. Antonio Tajani rilancia Guido Bertolaso. Conte frena («Non nominerò una bandiera») e Meloni lo provoca: «Non vuoi uno che ti faccia ombra?». Salvini esce dal vertice «preoccupato». Perché la delegazione ha chiesto «scelte forti e drastiche» modello Cina e la risposta di Conte, Gualteri, D’Incà e Fraccaro «è stata no». In realtà Conte farà sapere di non aver «escluso affatto la possibilità di adottare misure più restrittive, ove necessarie». Il premier vuole tenere conto «di tutti i fondamentali interessi in gioco». La ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, teme le rivolte sociali. Ha paura che misure penalizzanti possano innescare problemi di ordine pubblico.

Il messaggio delle minoranze in un certo qual modo è stato recepito. Infatti il PdC Conte: "Il Consiglio dei Ministri è in corso, abbiamo stanziato risorse straordinarie per 25 miliardi". Si tratta di "20 miliardi in termini di indebitamento netto che corrispondono a 25 miliardi di stanziamenti" ha precisato  il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, nel corso della conferenza stampa a Palazzo Chigi al termine del Cdm che ha stanziato 25 miliardi per l'emergenza coronavirus. Il decreto sulle misure economiche per l' emergenza coronavirus sarà varato "venerdì" e sarà da "12 miliardi" ha detto Gualtieri  per mutui e tasse sospesi, estensione della cig, aiuti alle imprese e alle famiglie, congedo parentale, voucher per baby sitter e badanti, assunzioni di medici e infermieri.  –

Intanto la rivolta comincia nelle carceri. Per il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede le rivolte nelle carceri degli ultimi giorni sono “atti criminali ascrivibili ad una ristretta parte dei detenuti”. Volevamo ben dire!. Quindi “lo Stato italiano non indietreggia” e per rispondere a chi ha “manifestato sofferenza e paure”, da oggi inizieranno i tamponi ai carcerati e la distribuzione di oltre 100mila mascherine. Infatti i rivoltosi chiedono  qualcosa del tutto differente. Il Guardasigilli, nel corso della sua informativa al Senato sulle agitazioni nei penitenziari, ha difeso il suo operato dando alcuni numeri ufficiali: circa 6mila, ha detto, i detenuti che hanno preso parte alle rivolte; 12 i morti; 40 i feriti della polizia penitenziaria e ancora 16 gli evasi dal carcere di Foggia. Evidente che i 16 avessero ed abbiano forti relazioni ed appoggio esterno.
Se per Bonafede dodici morti sono  “un numero ristretto” e sedici evasi se la sono svignata con una professionalità nella fuga inspiegabile, vuol proprio dire che questo ministro e l’intero governo – Lamorgese compresa- non si rendono nemmeno conto che bloccare un paese in casa significa il coprifuoco.

PROMOZIONI IN MUNICIPIO
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Il covid19 ha privato i Curnesi di conoscere in tempo reale la novità. Ritarda solo il tempo. Accade che in forza del decreto legge del 22 febbraio 2020 n. 6 recante "misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID - 19" la porta centrale di accesso al Comune di Cumo sarà chiusa ed il cittadino sarà invitato ad accedere agli Sportelli solo in caso di stretta necessità o tramite richiesta di appuntamento - ed in ogni caso con entrata contingentata alla presenza di una sola persona per sportello - essendo comunque possibile comunicare tramite il citofono. Così il cittadino non potrà ammirare la nuova sistemazione del deserto dei tartari o bunker che era-è l'ufficio tecnico del comune, sistemazione che riflette il ribaltamento dell'organiz zazione deciso dalla sindaca Gamba.
Il massimo dirigente dei lavori pubblici e manutenzione del territorio,  che attualmente è anche vicesindaco  nonchè assessore ai lavori pubblici, ai servizi sociali ed al personale  per una lista di centrodestra-leghista nel Comune di Lallio (dove era stato sindaco per due mandati pure essendo anche dipendente del Comune di Curno) è stato sloggiato dal bunker di piano terra ed alloggiato – ci dicono- in un ufficio al primo piano di un ex assessore (Cavagna?).
Dopo mezzo secolo (o quasi) di vita nell'ombra con le finestre dell'ufficio rivolte a nord, adesso glie ne hanno  assegnato uno con le finestre verso ovest sulla piazza del comune. Fianco a fianco dell'ufficio della sindaca Gamba che le male lingue dicono  conservi  in un angolo dell'ufficio anche una vigorosa  verga di salice.
Battuta a parte. La promozione dal bunker a piano terra all'ufficio solatio fianco a fianco di quello della sindaca si accompagna a un sostanziale riduzione degli incarichi dello stesso comprensibile visti i pesanti impegni assessorili a Lallio.
Sollevato quindi dal pesantissimo onere  di seguire i lavori pubblici e la manutenzione del territorio gli viene affidata  l'edilizia scolastica (solo opere pubbliche), sicurezza sui luoghi di lavoro, progetti speciali (non si sa cosa consistano), provveditorato: cancelleria ,parco macchine e relativi servizi, vestiario – utenze e servizi cimiteriali.
Non so perché ma continua a frullarmi nella capoccia l'idea della maestra che ha il bidello fuori la classe, pronto ad ogni chiamata.