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L'ITALIA BATTUTA DAL COVID19
1 - A fine giornata di lunedi 9 marzo il bollettino della Protezione
Civile dava 9172 infettati di covid.19 in totale, ed a seguire 7985
positivi tra i ricoverati e gli stabulati in casa, nonché 463 defunti e
724 guariti. Questo il bilancio dell'infezione a partire dal 24
febbraio compreso, vale a dire 14 giorni. Che sarebbero i giorni di
stabulazione obbligatoria per quelli trovati infetti ma non malati.
Con in mano le cartelle cliniche dei 463 defunti, quelle dei 724
guariti, quelle dei 733 in terapia intensiva ed infine da aggiungere le
4316 dei ricoverati con sintomi il Servizio Sanitario Nazionale e la
decina di istituti specializzati hanno in mano 6326 cartelle cliniche
in massima parte “in divenire” che per la grandezza dovrebbero già
indicare molte informazioni non dove sia partita l'infezione (che ne
facciamo del paziente zero? lo ammazziamo?!).
2 - Occhio croce scommettiamo che oggi come oggi NON esista nessun
istituto che stia studiando l'andamento dell'infezione sulla scorta di
queste cartelle cliniche che essendo elettroniche “dovrebbero” rendersi
disponibili in tempo reale al sistema o ai sistema delegati e deputati
allo studio. Scommettiamo che non esista nemmeno la norma che obbliga
la concentrazione di queste informazioni: e questo lo deduciamo dal
fatto che nessun politico ne abbia parlato. Nessuno dei galli
scientifici che sgallettano nelle trasmissioni ne ha parlato. Per
esempio stamane non ne parlano ne Stefano Merler epidemiologo e
matematico su Repubblica e nemmeno Andrea Melegari (Expert System) e
Roberto Mugavero (Osdife) su L'Inkiesta nell'intervista sulla
piattaforma di intelligenza artificiale che sarà in grado,
scandagliando social network e siti web, di individuare all'origine
minacce come il coronavirus. Non ne parla nemmeno Paolo Giordano.
(...)
CURNO NON HA BISOGNO NE DI SALE NE DI LUCE D’IMPORTAZIONE:
GLI BASTA UN BUON SAPERE FARE LE COSE CON BUONSENSO
SENZA MESCOLARE LA SACRESTIA COL MUNICIPIO
Certo è che occorre una gran bella dose di autostima e di modestia per
paragonarsi al sale: “ci sono tanti modi per mescolarsi all'impasto…
ognuno di noi sceglie come fare sapore alla società. Per qualcuno,
anche per me, la scelta è stata quella di mettersi in gioco nella
politica e nell'amminis trazione pubblica assumendosi delle
responsabilità” ed alla luce biblica: “bisogna avere il coraggio di
trasformare la identità in evidenza, non solo essere sale ma anche
luce, voi siete la luce del mondo… e che noi diventiamo luce attingendo
da lui…si è luce quando si ha il coraggio e la libertà di intraprendere
strade nuove, di rischiare di aprire una strada nuova, di immaginare un
futuro diverso…” e quindi decidere di calarsi nel paese (probabilmente
brutto da vivere) per trasformarlo un un “paese bello di vivere”.
Già.
Il paese bello da vivere sarebbe una scuola elementare con la vasca da
idromassaggi edificata proprio sottraendo lo spazio alla biblioteca
dopo che i suoi stessi sponsor politici avevano messo in piedi un
casino dell'altro mondo perché la biblioteca avrebbe ridotto lo spazio
della scuola media.
Già.
Il paese bello da vivere sarebbe un PGT che ha confermato tutte le
previsioni del PRG democristiani e leghisti e una successiva variante
che regalava 300mila metri cubi al commerciale e una bella camionata
di residenziale ad ex democristiani.
Già.
Il paese bello da vivere sarebbe la tariffa puntuale della rumenta che non modifica di un millimetro la situazione precedente.
Già. Il paese bello di vivere sarebbe una scuola elementare che costa
al metro quadro una volta e mezzo il prezzo di mercato di una villetta
a schiera. Il paese bello da vivere sarebbe la “legnata Leggeri” che ci
hanno regalato i suoi vecchi e nuovi sponsor elettorali.
No prosindaca Serra: non avevamo proprio bisogno di questo “sale” e
nemmeno di questa “luce”. Dopo la Dc, la Lega e il Buongoverno ci
bastava una discreta dose di «saper fare e buonsenso»
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L'ITALIA BATTUTA DAL COVID19
1 - A fine giornata di lunedi 9 marzo il bollettino della Protezione
Civile dava 9172 infettati di covid.19 in totale, ed a seguire 7985
positivi tra i ricoverati e gli stabulati in casa, nonché 463 defunti e
724 guariti. Questo il bilancio dell'infezione a partire dal 24
febbraio compreso, vale a dire 14 giorni. Che sarebbero i giorni di
stabulazione obbligatoria per quelli trovati infetti ma non malati.
Con in mano le cartelle cliniche dei 463 defunti, quelle dei 724
guariti, quelle dei 733 in terapia intensiva ed infine da aggiungere le
4316 dei ricoverati con sintomi il Servizio Sanitario Nazionale e la
decina di istituti specializzati hanno in mano 6326 cartelle
cliniche in massima parte “in divenire” che per la grandezza dovrebbero
già indicare molte informazioni non dove sia partita l'infezione (che
ne facciamo del paziente zero? lo ammazziamo?!).
2 - Occhio croce scommettiamo che oggi come oggi NON esista nessun
istituto che stia studiando l'andamento dell'infezione sulla scorta di
queste cartelle cliniche che essendo elettroniche “dovrebbero” rendersi
disponibili in tempo reale al sistema o ai sistema delegati e deputati
allo studio. Scommettiamo che non esista nemmeno la norma che obbliga
la concentrazione di queste informazioni: e questo lo deduciamo dal
fatto che nessun politico ne abbia parlato. Nessuno dei galli
scientifici che sgallettano nelle trasmissioni ne ha parlato. Per
esempio stamane non ne parlano ne Stefano Merler epidemiologo e
matematico su Repubblica e nemmeno Andrea Melegari (Expert System) e
Roberto Mugavero (Osdife) su L'Inkiesta nell'intervista
sulla piattaforma di intelligenza artificiale che sarà in grado,
scandagliando social network e siti web, di individuare all'origine
minacce come il coronavirus. Non ne parla nemmeno Paolo Giordano.
3 - L'impressione generale che se ne trae è che da una parte ci siano
gli ospedali –intesi non solo in senso fisico ma soprattutto in ordine
a chi ci lavora- che fanno fronte rotolando (verrebbe da dire:
rantolando) faticosamente di fronte all'avanzare dei ricoveri mentre
sono bloccati da una organizzazione superiore che non è in grado di
muoversi con la debita scioltezza. I tagli alla sanità degli ultimi
venti anni paiono avere introdotto una specie di blocco mentale negli
addetti. L'abolizione nelle aziende del magazzino e l'abitudine
ormai consolidata di produrre oggi per domani l'ordine di ieri fa
sentire barzellette epocali come quella dell'ordine di milioni di
mascherine gran parte delle quali potrebbero arrivare (a fine mese)
quando non servono più. Nel senso che siamo schiattati tutti.
4 - L'assessore Gallera sottolinea che «il sistema sanitario sta
reggendo» e ricorda che «in quindici giorni siamo riusciti a recuperare
223 nuovi posti in terapia intensiva» e ne annuncia altri 150 pressoché
inventati per i prossimi sette giorni. Resta anche l'ipotesi di
container e padiglioni fieristici trasformati in ospedali. Poi avverte
minaccioso che il 33 per cento dei ricoverati lombardi in terapia
intensiva ha un età compresa tra i 50 e i 64 anni. Quindi, anche se il
37 per cento degli intubati ha tra i 65 e i 74 anni e il 22 per cento è
over 75, «non è vero che il virus aggredisce soltanto gli anziani».
Proprio ieri, tra l'altro, al San Raffaele è stato ricoverato in
rianimazione un ragazzo di 18 anni. Anche lui colpito dal Covid-19.
5 - Che dimostra appunto la nostra affermazione perentoria: non
c'è nessuno che studia seriamente 24 ore su 24 l'andamento delle
cartelle cliniche e l'evoluzione dell'infezione. Gallera sottolinea
–ovvio che tiri l'acqua al suo mulino- la sua capacità di procurare
eventualmente dei container e padiglioni fieristici da trasformare in
ospedali.
Facile immaginarsi i ragionamenti tra le ditte sui futuri appalti.
6 - Esattamente come non si può non verificare come Gallera (ma anche
gli altri suoi colleghi in tutte le regioni) NON parlino mai del ruolo
e del contributo della sanità privata in questo momento. Si, ci sono
anche loro (finora non si hanno dei numeri sui ricoveri e le
condizioni), ma pensano soprattutto agli affari loro visto che tra
l'altro gli ospedali pubblici si sono dovuti alleggerire delle
prestazioni “normali”.
7 - Intanto che l'italiano normale c'ha la sgaggia per il
covid19, intanto che perde ore di lavoro, di scuola, non può muoversi,
non sa come fare il bilancio famigliare o della propria
impresa, la politica mica dorme!. Adesso il problema è quello di
creare un altro MAXI posto da lottizzare adeguatamente: si parla
di togliere di mano all'ISS ed alla Protezione Civile la gestione del
problema covid19 ed affidarlo una SUPER-MEGA-Commissario e già corrono
i nomi e gli apparentamenti politici dei potenziali candidati.
8 - Perché poi accontentarsi di un “commissario ad covid19”? Già che ci
siamo facciamo fuori pure Conte. Scrive Christian Rocca: Conte è
inadeguato perché da un paio di settimane comunica in modo rapsodico
ansia e rassegnazione, mobilitazione e calma, prima apre e poi chiude,
poi riapre e poi richiude, molto spesso accosta e socchiude,
proiettando debolezza e nessuna autorevolezza, lasciando disorientati i
cittadini che infatti affollano sia i ristoranti per socializzare sia i
treni per scappare. Servito.
9 - 0ppure Stefano Folli: su tutto un assetto di governo che non dà
garanzie di solidità e piena consapevolezza di quello che sta
accadendo. Tuttavia viene considerato inamovibile fintanto che dura
l'emergenza. Ecco allora prendere forma un'ipotesi minore ma non tanto:
l'idea dell'"uomo forte", il commissario con pieni poteri o quasi
destinato a rimettere ordine nel caos. Sarebbe questa la soluzione che
il presidente del Consiglio si sentirà proporre da Salvini (ed è
esattamente la proposta di Renzi mutuata dal leghista).
Che sia Bertolaso o un altro nome, quel che conta è il segno
dell'operazione. Un "uomo forte" messo accanto a Conte finirebbe per
oscurarlo e rubargli la scena ogni giorno. Se la gestione della crisi
fosse efficace, o comunque meno confusa dell'attuale, il merito sarebbe
tutto del super-commissario; il che avvicinerebbe, anziché allontanare,
la fine politica di questo governo, fondato sull'impacciata maggioranza
Pd-5S-LeU. Non è un caso se la nomina del proconsole anti-virus stia
suscitando tante resistenze nell'esecutivo, fino al punto di
autorizzare altre suggestioni per una figura meno ingombrante: magari
un sottosegretario alle dipendenze del premier, così da non creare
problemi.
Servito anche dal Corriere.
10 - Fatto questo quadro torniamo all'inizio del nostro ragionamento:
non c'è nessuno che sta studiando le 6326 cartelle cliniche dei colpiti
da covid19 in massima parte “in divenire” che per la grandezza
dovrebbero già indicare molte informazioni sul che fare non solo alla
scienza ed alla politica ma anche ad un paese che non è più fatto di
bortolini come gli Italiani che votarono la prima volta nel 1947.
11 - Ricordo che mio padre si sposò l'8 febbraio del 1944
nell'inverno più freddo e terribile per l'Italia. Il pranzo di nozze fu
un bollito di testa di mucca e qualche altri ciciolot (traduzione:
altri ossa e pezzetti di carte di basso valore) e una scodella di
zuppa –ciascun invitato aveva portato il pezzo di pane da mettervi- con
formaggio come primo. Vino e carne venne messo tutto da mio
padre perché sua moglie era orfana. Quando gli chiesi… certo che
sposarsi a febbraio del '44… mi rispose: ti è mai mancato qualcosa?.
Vero. Il fatto è che nel '44 allora c'erano Pertini Togliatti Parri
Nenni Rossi. Non Conte Salvini DiMaio Zingaretti….
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CURNO NON HA BISOGNO NE DI SALE NE DI LUCE D’IMPORTAZIONE:
GLI BASTA UN BUON SAPERE FARE LE COSE CON BUONSENSO
SENZA MESCOLARE LA SACRESTIA COL MUNICIPIO
Certo è che occorre una gran bella dose di autostima e di modestia per
paragonarsi al sale: “ci sono tanti modi per mescolarsi all'impasto…
ognuno di noi sceglie come fare sapore alla società. Per qualcuno,
anche per me, la scelta è stata quella di mettersi in gioco nella
politica e nell'amminis trazione pubblica assumendosi delle
responsabilità” ed alla luce biblica: “bisogna avere il coraggio di
trasformare la identità in evidenza, non solo essere sale ma anche
luce, voi siete la luce del mondo… e che noi diventiamo luce attingendo
da lui…si è luce quando si ha il coraggio e la libertà di intraprendere
strade nuove, di rischiare di aprire una strada nuova, di immaginare un
futuro diverso…” e quindi decidere di calarsi nel paese (probabilmente
brutto da vivere) per trasformarlo un un “paese bello di vivere”.
Già.
Il paese bello da vivere sarebbe una scuola elementare con la
vasca da idromassaggi edificata proprio sottraendo lo spazio alla
biblioteca dopo che i suoi stessi sponsor politici avevano messo in
piedi un casino dell'altro mondo perché la biblioteca avrebbe ridotto
lo spazio della scuola media.
Già.
Il paese bello da vivere sarebbe un PGT che ha confermato tutte le
previsioni del PRG democristiani e leghisti e una successiva variante
che regalava 300mila metri cubi al commerciale e una bella
camionata di residenziale ad ex democristiani.
Già.
Il paese bello da vivere sarebbe la tariffa puntuale della rumenta che non modifica di un millimetro la situazione precedente.
Già. Il paese bello di vivere sarebbe una scuola elementare che costa
al metro quadro una volta e mezzo il prezzo di mercato di una villetta
a schiera. Il paese bello da vivere sarebbe la “legnata Leggeri” che ci
hanno regalato i suoi vecchi e nuovi sponsor elettorali.
No prosindaca Serra: non avevamo proprio bisogno di questo “sale”
e nemmeno di questa “luce”. Dopo la Dc, la Lega e il Buongoverno ci
bastava una discreta dose di «saper fare e buonsenso»
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