A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1192 DEL 10 MARZO 2020
























































Di cosa parliamo in questa pagina.



















L'ITALIA BATTUTA DAL COVID19
1 - A fine giornata di lunedi 9 marzo il bollettino della Protezione Civile dava 9172 infettati di covid.19 in totale, ed a seguire 7985 positivi tra i ricoverati e gli stabulati in casa, nonché 463 defunti e 724 guariti. Questo il bilancio dell'infezione a partire dal 24 febbraio compreso, vale a dire 14 giorni. Che sarebbero i giorni di stabulazione obbligatoria per quelli trovati infetti ma non malati.
Con in mano le cartelle cliniche dei 463 defunti, quelle dei 724 guariti, quelle dei 733 in terapia intensiva ed infine da aggiungere le 4316 dei ricoverati con sintomi il Servizio Sanitario Nazionale e la decina di istituti specializzati  hanno in mano 6326 cartelle cliniche in massima parte “in divenire” che per la grandezza dovrebbero già indicare molte informazioni non dove sia partita l'infezione (che ne facciamo del paziente zero? lo ammazziamo?!).
2 - Occhio croce scommettiamo che oggi come oggi NON esista nessun istituto che stia studiando l'andamento dell'infezione sulla scorta di queste cartelle cliniche che essendo elettroniche “dovrebbero” rendersi disponibili in tempo reale al sistema o ai sistema delegati e deputati allo studio. Scommettiamo che non esista nemmeno la norma che obbliga la concentrazione di queste informazioni: e questo lo deduciamo dal fatto che nessun politico  ne abbia parlato. Nessuno dei galli scientifici che sgallettano nelle trasmissioni ne ha parlato. Per esempio stamane non ne parlano ne Stefano Merler epidemiologo e matematico su Repubblica e nemmeno Andrea Melegari (Expert System) e Roberto Mugavero (Osdife) su L'Inkiesta   nell'intervista sulla piattaforma di intelligenza artificiale che sarà in grado, scandagliando social network e siti web, di individuare all'origine minacce come il coronavirus. Non ne parla nemmeno Paolo Giordano.
(...)

CURNO NON HA BISOGNO NE DI SALE NE DI LUCE D’IMPORTAZIONE:
GLI BASTA UN BUON SAPERE FARE  LE COSE CON BUONSENSO
SENZA MESCOLARE LA SACRESTIA  COL MUNICIPIO
Certo è che occorre una gran bella dose di autostima e di modestia per paragonarsi al sale: “ci sono tanti modi per mescolarsi all'impasto… ognuno di noi sceglie come fare sapore alla società. Per qualcuno, anche per me, la scelta è stata quella di mettersi in gioco nella politica e nell'amminis trazione pubblica assumendosi delle responsabilità” ed alla luce biblica: “bisogna avere il coraggio di trasformare la identità in evidenza, non solo essere sale ma anche luce, voi siete la luce del mondo… e che noi diventiamo luce attingendo da lui…si è luce quando si ha il coraggio e la libertà di intraprendere strade nuove, di rischiare di aprire una strada nuova, di immaginare un futuro diverso…” e quindi decidere di calarsi nel paese (probabilmente brutto da vivere) per trasformarlo un un “paese bello di vivere”.
Già.
Il paese bello da vivere sarebbe una  scuola elementare con la vasca da idromassaggi edificata proprio sottraendo lo spazio alla biblioteca dopo che i suoi stessi sponsor politici avevano messo in piedi un casino dell'altro mondo perché la biblioteca avrebbe ridotto lo spazio della scuola media.
Già.
Il paese bello da vivere sarebbe un PGT che ha confermato tutte le previsioni del PRG democristiani e leghisti e una successiva variante che  regalava 300mila metri cubi al commerciale e una bella camionata di residenziale ad ex democristiani.
Già.
Il paese bello da vivere sarebbe la tariffa puntuale della rumenta che non modifica di un millimetro la situazione precedente.
Già. Il paese bello di vivere sarebbe una scuola elementare che costa al metro quadro una volta e mezzo il prezzo di mercato di una villetta a schiera. Il paese bello da vivere sarebbe la “legnata Leggeri” che ci hanno regalato i suoi vecchi e nuovi sponsor elettorali.
No  prosindaca Serra: non avevamo proprio bisogno di questo “sale” e nemmeno di questa “luce”. Dopo la Dc, la Lega e il Buongoverno ci bastava una discreta dose di «saper fare e buonsenso»


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le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!


































































































































































































































L'ITALIA BATTUTA DAL COVID19

1 - A fine giornata di lunedi 9 marzo il bollettino della Protezione Civile dava 9172 infettati di covid.19 in totale, ed a seguire 7985 positivi tra i ricoverati e gli stabulati in casa, nonché 463 defunti e 724 guariti. Questo il bilancio dell'infezione a partire dal 24 febbraio compreso, vale a dire 14 giorni. Che sarebbero i giorni di stabulazione obbligatoria per quelli trovati infetti ma non malati.
Con in mano le cartelle cliniche dei 463 defunti, quelle dei 724 guariti, quelle dei 733 in terapia intensiva ed infine da aggiungere le 4316 dei ricoverati con sintomi il Servizio Sanitario Nazionale e la decina di istituti specializzati  hanno in mano 6326 cartelle cliniche in massima parte “in divenire” che per la grandezza dovrebbero già indicare molte informazioni non dove sia partita l'infezione (che ne facciamo del paziente zero? lo ammazziamo?!).

2 - Occhio croce scommettiamo che oggi come oggi NON esista nessun istituto che stia studiando l'andamento dell'infezione sulla scorta di queste cartelle cliniche che essendo elettroniche “dovrebbero” rendersi disponibili in tempo reale al sistema o ai sistema delegati e deputati allo studio. Scommettiamo che non esista nemmeno la norma che obbliga la concentrazione di queste informazioni: e questo lo deduciamo dal fatto che nessun politico  ne abbia parlato. Nessuno dei galli scientifici che sgallettano nelle trasmissioni ne ha parlato. Per esempio stamane non ne parlano ne Stefano Merler epidemiologo e matematico su Repubblica e nemmeno Andrea Melegari (Expert System) e Roberto Mugavero (Osdife) su L'Inkiesta   nell'intervista sulla piattaforma di intelligenza artificiale che sarà in grado, scandagliando social network e siti web, di individuare all'origine minacce come il coronavirus. Non ne parla nemmeno Paolo Giordano.

3 - L'impressione generale che se ne trae è che da una parte ci siano gli ospedali –intesi non solo in senso fisico ma soprattutto in ordine a chi ci lavora- che fanno fronte rotolando (verrebbe da dire: rantolando) faticosamente di fronte all'avanzare dei ricoveri mentre sono bloccati da una organizzazione superiore che non è in grado di muoversi con la debita scioltezza. I tagli alla sanità degli ultimi venti anni paiono avere introdotto una specie di blocco mentale negli addetti. L'abolizione  nelle aziende del magazzino e l'abitudine ormai consolidata di produrre  oggi per domani l'ordine di ieri fa sentire barzellette epocali come quella dell'ordine di milioni di mascherine gran parte delle quali potrebbero arrivare (a fine mese) quando non servono più. Nel senso che siamo schiattati tutti.

4 - L'assessore Gallera sottolinea che «il sistema sanitario sta reggendo» e ricorda che «in quindici giorni siamo riusciti a recuperare 223 nuovi posti in terapia intensiva» e ne annuncia altri 150 pressoché inventati per i prossimi sette giorni. Resta anche l'ipotesi di container e padiglioni fieristici trasformati in ospedali. Poi avverte minaccioso che il 33 per cento dei ricoverati lombardi in terapia intensiva ha un età compresa tra i 50 e i 64 anni. Quindi, anche se il 37 per cento degli intubati ha tra i 65 e i 74 anni e il 22 per cento è over 75, «non è vero che il virus aggredisce soltanto gli anziani». Proprio ieri, tra l'altro, al San Raffaele è stato ricoverato in rianimazione un ragazzo di 18 anni. Anche lui colpito dal Covid-19.

5 - Che dimostra appunto la nostra  affermazione perentoria: non c'è nessuno che studia seriamente 24 ore su 24  l'andamento delle cartelle cliniche e l'evoluzione dell'infezione. Gallera sottolinea –ovvio che tiri l'acqua al suo mulino- la sua capacità di procurare eventualmente dei container e padiglioni fieristici da trasformare in ospedali.
Facile immaginarsi i ragionamenti tra le ditte sui futuri appalti.
6 - Esattamente come non si può non verificare come Gallera (ma anche gli altri suoi colleghi in tutte le regioni) NON parlino mai del ruolo e del contributo della sanità privata in questo momento. Si, ci sono anche loro (finora non si hanno dei numeri sui ricoveri e le condizioni), ma pensano soprattutto agli affari loro visto che tra l'altro  gli ospedali pubblici si sono dovuti alleggerire delle prestazioni “normali”.

7 - Intanto che l'italiano  normale c'ha la sgaggia per il covid19, intanto che perde ore di lavoro, di scuola, non può muoversi, non sa come  fare il bilancio famigliare o della propria impresa,  la politica mica dorme!. Adesso il problema è quello di creare un altro  MAXI posto da lottizzare adeguatamente: si parla di togliere di mano all'ISS ed alla Protezione Civile la gestione del problema covid19 ed affidarlo una SUPER-MEGA-Commissario e già corrono i nomi e gli apparentamenti politici dei potenziali candidati.

8 - Perché poi accontentarsi di un “commissario ad covid19”? Già che ci siamo facciamo fuori pure  Conte. Scrive Christian Rocca: Conte è inadeguato perché da un paio di settimane comunica in modo rapsodico ansia e rassegnazione, mobilitazione e calma, prima apre e poi chiude, poi riapre e poi richiude, molto spesso accosta e socchiude, proiettando debolezza e nessuna autorevolezza, lasciando disorientati i cittadini che infatti affollano sia i ristoranti per socializzare sia i treni per scappare. Servito.

9 - 0ppure Stefano Folli: su tutto un assetto di governo che non dà garanzie di solidità e piena consapevolezza di quello che sta accadendo. Tuttavia viene considerato inamovibile fintanto che dura l'emergenza. Ecco allora prendere forma un'ipotesi minore ma non tanto: l'idea dell'"uomo forte", il commissario con pieni poteri o quasi destinato a rimettere ordine nel caos. Sarebbe questa la soluzione che il presidente del Consiglio si sentirà proporre da Salvini (ed è esattamente la proposta di Renzi mutuata dal leghista).
Che sia Bertolaso o un altro nome, quel che conta è il segno dell'operazione. Un "uomo forte" messo accanto a Conte finirebbe per oscurarlo e rubargli la scena ogni giorno. Se la gestione della crisi fosse efficace, o comunque meno confusa dell'attuale, il merito sarebbe tutto del super-commissario; il che avvicinerebbe, anziché allontanare, la fine politica di questo governo, fondato sull'impacciata maggioranza Pd-5S-LeU. Non è un caso se la nomina del proconsole anti-virus stia suscitando tante resistenze nell'esecutivo, fino al punto di autorizzare altre suggestioni per una figura meno ingombrante: magari un sottosegretario alle dipendenze del premier, così da non creare problemi.
Servito anche dal Corriere.

10 - Fatto questo quadro torniamo all'inizio del nostro ragionamento: non c'è nessuno che sta studiando le 6326 cartelle cliniche dei colpiti da covid19 in massima parte “in divenire” che per la grandezza dovrebbero già indicare molte informazioni sul che fare non solo alla scienza ed alla politica ma anche ad un paese che non è più fatto di bortolini come gli Italiani che votarono la prima volta nel 1947.

11 - Ricordo che mio padre si sposò  l'8 febbraio del 1944 nell'inverno più freddo e terribile per l'Italia. Il pranzo di nozze fu un bollito di testa di mucca e qualche altri ciciolot (traduzione: altri ossa e pezzetti di carte di basso valore)  e una scodella di zuppa –ciascun invitato aveva portato il pezzo di pane da mettervi- con formaggio  come primo. Vino e carne venne messo tutto da  mio padre perché sua moglie era orfana. Quando gli chiesi… certo che sposarsi a febbraio del '44… mi rispose: ti è mai mancato qualcosa?. Vero. Il fatto è che nel '44 allora c'erano Pertini Togliatti Parri Nenni Rossi. Non Conte Salvini DiMaio Zingaretti….

CURNO NON HA BISOGNO NE DI SALE NE DI LUCE D’IMPORTAZIONE:
GLI BASTA UN BUON SAPERE FARE  LE COSE CON BUONSENSO
SENZA MESCOLARE LA SACRESTIA  COL MUNICIPIO

Certo è che occorre una gran bella dose di autostima e di modestia per paragonarsi al sale: “ci sono tanti modi per mescolarsi all'impasto… ognuno di noi sceglie come fare sapore alla società. Per qualcuno, anche per me, la scelta è stata quella di mettersi in gioco nella politica e nell'amminis trazione pubblica assumendosi delle responsabilità” ed alla luce biblica: “bisogna avere il coraggio di trasformare la identità in evidenza, non solo essere sale ma anche luce, voi siete la luce del mondo… e che noi diventiamo luce attingendo da lui…si è luce quando si ha il coraggio e la libertà di intraprendere strade nuove, di rischiare di aprire una strada nuova, di immaginare un futuro diverso…” e quindi decidere di calarsi nel paese (probabilmente brutto da vivere) per trasformarlo un un “paese bello di vivere”.
Già.
Il paese bello da vivere sarebbe una  scuola elementare con la vasca da idromassaggi edificata proprio sottraendo lo spazio alla biblioteca dopo che i suoi stessi sponsor politici avevano messo in piedi un casino dell'altro mondo perché la biblioteca avrebbe ridotto lo spazio della scuola media.
Già.
Il paese bello da vivere sarebbe un PGT che ha confermato tutte le previsioni del PRG democristiani e leghisti e una successiva variante che  regalava 300mila metri cubi al commerciale e una bella camionata di residenziale ad ex democristiani.
Già.
Il paese bello da vivere sarebbe la tariffa puntuale della rumenta che non modifica di un millimetro la situazione precedente.
Già. Il paese bello di vivere sarebbe una scuola elementare che costa al metro quadro una volta e mezzo il prezzo di mercato di una villetta a schiera. Il paese bello da vivere sarebbe la “legnata Leggeri” che ci hanno regalato i suoi vecchi e nuovi sponsor elettorali.

No  prosindaca Serra: non avevamo proprio bisogno di questo “sale” e nemmeno di questa “luce”. Dopo la Dc, la Lega e il Buongoverno ci bastava una discreta dose di «saper fare e buonsenso»