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SIAMO IN UNA REPUBBLICA NON IN UNA SACRESTIA
(...)
Non è senza significato che una persona di formazione cattolica come
la Serra anziché ricordare quel curato di Curno –uno che ascoltava
radio Londra ad alto volume lasciando le finestre aperte anche
d’inverno perché la ascoltassero anche i curnesi- che aveva salvato
dalla fucilazione quei falsi partigiani (in buona parte giovani di
Curno) che avevano saccheggiato il magazzino nel cinema, si sia messa
a ricordare un matto come il Dami. Che per sola misericordia di Dio
merita di essere dimenticato.
Dopo la guerra la casa del curato che ascoltava Radio Londra e che
sapeva chi fossero i curnesi ladroni del materiale bellico
repubblicano, venne demolita (stava davanti alla più famosa camicia
nera del paese) e paradossalmente, oggi abbiamo (ormai defunto) un
cittadino insignito emerito dal comune che faceva parte proprio di
quella banda di ladroni. Il cittadino emerito l’8 settembre 1943 era
scappato dalla caserma di Piacenza e s’era nascosto nel fienile della
morosa a Curno e partecipava del gruppo di giovanotti che poi
svuoteranno il cinema dei beni di guerra. Suo fratello, tornerà in
paese dopo nove anni tra servizio militare e prigionia anche in un
campo di concentramento e visse il resto della vita nel dolore.
(...)
1/4 DELL'ITALIA IN QUARANTENA !?
Il sisma del 20 maggio 2012 in Emilia Romagna causò 29 morti, 300
feriti e 30mila sfollati. I cinque terremoti del Centro Italia tra il
24 agosto 2016 e il 18 gennaio 2017 causarono 299 morti e 400 feriti su
una popolazione di 600mila abitanti.
Adesso ci troviamo davanti ad un decreto del presidenza del consiglio
dei ministri in ordine all'infezione di covid19 nella pianura padana
che –fino alla sera del sette marzo –vede nel dettaglio 2.742 casi
attualmente positivi in Lombardia, 937 in Emilia-Romagna, 505 in
Veneto, 201 nelle Marche. Poi ci sono le altre.
Sono 589 le persone guarite. I deceduti sono 233, questo numero, però,
potrà essere confermato solo dopo che l'Istituto Superiore di Sanità
avrà stabilito la causa effettiva del decesso.
I numeri della Lombardia continuano a essere quelli di un'emergenza
sanitaria. In particolare per le rianimazioni. I contagiati sono saliti
a 3.420 con un più 808 rispetto al giorno precedente. Dato «viziato»
dall'arrivo in blocco da Brescia di circa 300 tamponi risultati
positivi che venerdì non erano stati processati. Salgono anche i
deceduti a 154 (ieri erano 135), tutte persone anziane con un quadro
clinico complicato. I dimessi e trasferiti al domicilio sono 524, in
isolamento domiciliare 722, in terapia intensiva 359 (+50 rispetto a
ieri), 1.661 i ricoverati con sintomi. Anche Milano registra una
crescita nel conteggio dei positivi: 361 nella città metropolitana, di
cui 158 in città (ieri erano 119).
Prendendo in esame le province inserite nel decreto del presidente del
consiglio dell'08 marzo2020 della Lombardia Veneto e Marche queste
hanno una popolazione complessiva di (31.12.2018) di 16 milioni di
abitanti in rapporto ai 60 milioni di Italiani.
Uno a quattro.
(...)
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PDF: 9,1 Mb
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1/4 DELL'ITALIA IN QUARANTENA !?
Il sisma del 20 maggio 2012 in Emilia Romagna causò 29 morti, 300
feriti e 30mila sfollati. I cinque terremoti del Centro Italia tra il
24 agosto 2016 e il 18 gennaio 2017 causarono 299 morti e 400 feriti su
una popolazione di 600mila abitanti.
Adesso ci troviamo davanti ad un decreto del presidenza del consiglio
dei ministri in ordine all'infezione di covid19 nella pianura
padana che –fino alla sera del sette marzo –vede nel dettaglio
2.742 casi attualmente positivi in Lombardia, 937 in Emilia-Romagna,
505 in Veneto, 201 nelle Marche. Poi ci sono le altre.
Sono 589 le persone guarite. I deceduti sono 233, questo numero, però,
potrà essere confermato solo dopo che l'Istituto Superiore di Sanità
avrà stabilito la causa effettiva del decesso.
I numeri della Lombardia continuano a essere quelli di un'emergenza
sanitaria. In particolare per le rianimazioni. I contagiati sono saliti
a 3.420 con un più 808 rispetto al giorno precedente. Dato «viziato»
dall'arrivo in blocco da Brescia di circa 300 tamponi risultati
positivi che venerdì non erano stati processati. Salgono anche i
deceduti a 154 (ieri erano 135), tutte persone anziane con un quadro
clinico complicato. I dimessi e trasferiti al domicilio sono 524, in
isolamento domiciliare 722, in terapia intensiva 359 (+50 rispetto a
ieri), 1.661 i ricoverati con sintomi. Anche Milano registra una
crescita nel conteggio dei positivi: 361 nella città metropolitana, di
cui 158 in città (ieri erano 119).
Prendendo in esame le province inserite nel decreto del presidente del
consiglio dell'08 marzo2020 della Lombardia Veneto e Marche
queste hanno una popolazione complessiva di (31.12.2018) di 16 milioni
di abitanti in rapporto ai 60 milioni di Italiani.
Uno a quattro.
Quella che a livello nazionale era o pretendeva di essere una tra le
due migliori organizzazioni sanitarie nazionale – Lombardia VS Emilia
Romagna- in due settimane dal 20 febbraio al 7 marzo- s'è trovata
davanti al problema di cambiare profondamente la propria organizzazione
negli ospedali. Basta leggere l'articolo di Silvia Seminati sul
Corriere/Bergamo di oggi: : al Papa Giovanni ci sono 280 ricoverati
dell'Asst . E' laTerapia intensiva più grande d'Europa per Covid-19
alla Trucca. Lo afferma Fabiano Di Marco, direttore della Pneumologia
dell'ospedale di Bergamo che racconta come si è trasformato, nelle
ultime due settimane, il Papa Giovanni, per affrontare l'emergenza. «Da
due venerdì fa — spiega Di Marco — è costante l'arrivo di pazienti con
polmonite da coronavirus. Alcuni hanno una patologia lieve, altri sono
gravi o molto gravi. Il numero è nettamente superiore a quello
stagionale e questo ci ha portato a cambiare il nostro modello
organizzativo». Attualmente tra Bergamo e San Giovanni Bianco ci sono
280 pazienti con Covid-19, tra cui 35 in Terapia intensiva e 12 in
Sub-intensiva.
Alcuni reparti, in cui l'attività originaria è stata ridotta, sono
stati dedicati al coronavirus. «E lo abbiamo fatto — spiega Di Marco —
nel giro di poche ore». È stata anche creata una Terapia sub-intensiva
respiratoria con 12 posti letti. «L'abbiamo realizzata in una zona
della piastra che non era mai stata attivata, era vuota e adibita a
magazzino per mancanza di personale — spiega il direttore della
Pneumologia —. Martedì alle 13 non c'era e alle 19 abbiamo accolto il
primo paziente, con una capacità organizzativa incredibile». Non si
tratta soltanto di spostare qualche letto. C'è il personale da formare,
i medici, gli infermieri, il personale ausiliario, come chi si occupa
di logistica e dei sistemi informativi (per esempio, chi deve scrivere
le cartelle cliniche di un nuovo reparto, anche con le complicanze
burocratiche che può comportare quest'operazione). «Serve uno sforzo
non indifferente per formare il personale — dice il direttore della
Pneumologia —. Facciamo corsi sette giorni su sette su tantissimi
aspetti, per esempio come trattare la patologia e le terapie». Negli
ultimi giorni sono state formate più di 500 persone.
Leggendo le cronache-interviste degli addetti al lavoro “sul fronte”
vale a dire in ospedale e quindi tra il fuoco e le attese della
popolazione e quello della risposta sanitaria si coglie da una parte il
senso di scombussolamento e smarrimento di personale che pure abituate
a fronteggiare “in generale” la potenziale morte abbastanza prossima
dei pazienti e dall'altra lo sbocciare di una voglia di fare, di
adattarsi, di rimediare non solo al meglio ma in modo correttissimo,
delle strutture sanitarie che le leggi nazionali e regionali avevano
ridotto a scheletri fissi, inchiodati, inamovibili salvo pareri
superiori che non sono arrivati quando occorrevano entro pochi minuti.
Ma in quelle stesse interviste -vedi la pagina face book del medico
Humanitas su L'Eco di stamane- Tutta questa rapida trasformazione
portava nei corridoi dell'ospedale un'atmosfera di silenzio e vuoto
surreale che ancora non comprendevamo, in attesa di una guerra che
doveva ancora iniziare e che molti (tra cui me) non erano così certi
sarebbe mai arrivata con tale ferocia. Non è il solo a
manifestare questo disagio profondo.
Al netto delle rispettive e rispettabili emozioni sentimenti reazioni
degli addetti ai lavori la lettura delle pagine dei giornali oggi mi fa
sorgere una domanda: e se al posto del covid 19 fosse capitato un
terremoto che in quindi giorni ci avesse colpito con 150 morti, 3500
feriti ed alcuni ospedali andati distrutti?.
Ecco: quando ci furono i terremoti –ricordo il primo dove andai
come volontario nel Belice a metà gennaio 1968- e poi via via fino a
quello in Lombardia orientale ed Emilia Romagna del 2012, non
sentii nessun medico che si lamentasse delle botta tremenda che
aveva colpito “anche” ospedali e personale sanitario. Non sentii
nessuno mettersi su un qualche piedistallo ed annunciare capacità
di governo che al tempo erano considerati “un dovere” senza aspettare
ne il consenso del ministero, della regione, del dirigente dell'AST.
Bisognava fare. Bisognava fare bene e in fretta.
Vero: con un terremoto devi temere il crollo improvviso ma col
covid 19 sei davanti a un'infezione invisibile che ti può colpire
senza nemmeno avvedertene. Esattamente come una scossa.
Ecco, stavolta mi pare che oltre alla buona volontà che è un po' il
tratto degli italiani quando scoppiano i problemi comincia ad
emergere anche il fastidio di chi s'è trovato davanti alla necessità di
cambiare al volo, di modificare il proprio tran tran senza le carte
debitamente firmate controfirmate ricorse discusse contrattate. Al
fastidio -spesso malamente dissimulato sotto la parvenza di
richiesta di maggiore spesa e migliore organizzazione- di vedersi
interrotta la propria tranquillità. Noto che dentro il Paese comincia a
spezzarsi qualche filo che tiene insieme non il dovere di una
solidarietà sotto controllo delle televisioni (quella si esibisce
sempre…) ma quella che ciascuno deve sentire, deve avere dentro di se
senza che la manifesti col fiato dei media sul collo.
Infine il decreto Conte-Covid19. Art.1 comma a) evitare ogni
spostamento delle persone fìsiche in entrata e in uscita dai territori
di cui al presente articolo, nonché all'interno dei medesimi territori,
salvo che per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze
lavorative o situazioni di necessità ovvero spostamenti per motivi di
salute. È consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione
o residenza.
Già la formulazione di questa norma dimostra con che razza di teste
abbiamo a che fare. E'-semmai ce ne fosse bisogno!- l'ennesima
dimostrazione di cosa e quanto sia pericolosa e ottusa la
kasta. In base a questa regola il cittadino comune dovrebbe morire di
fame e di sete dal momento che come fa un abitante della
Marigolda a provvedersi della spesa? In base alla norma non può
muoversi nemmeno all'interno della zona se non “situazioni di necessità
ovvero spostamenti per motivi di salute”. Sarà una “necessità” andare
alla esselunga? Oppure andare dal calzolaio? Oppure andare dal
fruttivendolo? Andare dall'agenzia funebre?. Andare in lavanderia?
Portare il cane a scacazzare sotto i portici di largo Vittoria? Andare
in farmacia oppure a fare il prelievo di sangue? Bisogna raccomandare
che oltre Casalino il PdC assuma anche un ragazzino di scuola
elementare che gli compili in maniera chiara i decreti.
Ovviamente nel decreto sono vietati gli assembramenti mentre
restano aperti i ristoranti, i bar, i supermercati e i… trasporti
pubblici. Nessuno ma proprio nessuno ha suggerito al PdC che
tutte ma proprio tutte queste strutture hanno un sistema di
condizionamento dell'aria che viene mantenuto al minimo di ricambio per
gli altissimi costi energetici necessari qualora funzionassero secondo
legge (cinque ricambi integrali dell'aria ogni ora….)?. Nessuno
ma proprio nessuno ha suggerito al PdC che (1) bisogna rilevare i
consumi elettrici per verificare se funzionano e quanto funzionano
rispetto agli obblighi di legge e (2) nel sistema va immesso quel
disinfettante che viene spruzzato manualmente nei locali da operatori?
(3) idem per i bus.
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SIAMO IN UNA REPUBBLICA NON IN UNA SACRESTIA
Chi ha detto che la prosindaca Serra non abbia in gloria i moderni
mezzi di comunicazione quale provetta ioutuber? Magari vota quel brutto
(eufemismo) regolamento sulle riprese delle sedute dei consigli
comunali che consente al sindaco di censurarle quando non gradite
oppure vota regolamenti sulle commissioni il cui accesso è vietato ai
non curnesi anche se ha scritto nel documento unico di
programmazione 2020-2022: “Cittadino non è solo chi dorme, mangia,
lavo¬ra, studia in paese ma chi fa parte della comu¬nità, chi con tutti
gli altri condivide aspirazioni, timori, preoccupazione e auspici. Chi
con gli altri lavora e si diverte, produce reddito e paga le tasse,
frequenta le scuole e i vari servizi. Esi¬ste una cittadinanza sociale
che va riconosciu¬ta. Compito dell'amministrazione è fare quanto in
proprio potere per far accrescere nei resi¬denti italiani e stranieri
la consapevolezza del proprio ruolo nella comunità e favorire, con il
pieno inserimento nella vita cittadina da parte degli immigrati, la
crescita dell'intera comuni¬tà curnese”.
Seduta in atteggiamento molto assertivo in un equilibrato studiolo con
alle spalle una libreria e sovrastante cabaret con tre cogome bialetti,
ha girato montato sono rizzato ed ha messo in rete questo filmato:
https://www.facebook.com/massimo.maffioletti/videos/2664384990337827/
che merita di essere visto e riflettuto dal momento che pone delle
questioni politiche che riguardano la politica ed il paese bello
da vivere. Fosse stato solo intervento di natura religiosa non ci
saremmo permessi di prenderlo in considerazione visto che sono
temi privati connessi ai soli autori.
Ovviamente nello stile della nostra il filmato inizia col quarto brano
della canzone di Gaber: La libertà non è star sopra un albero/ Non è
neanche il volo di un moscone/ La libertà non è uno spazio libero/
Libertà è partecipazione…” Ed avete compreso benissimo che la mosca al
naso ci è saltata proprio dal quel “PARTECIPAZIONE” che è uno degli
usuali refrain cui ci ha abituati da vent’anni la Serra ela corte di
madamine che occupano il consiglio comunale e il comune.
La nostra parte col filmato annunciando che il brano biblico che sarà
oggetto della sua riflessione è tratto niente meno che dal Vangelo di
Matteo cap. V versetti 13-16: “voi siete il sale della terra, ma se il
sale perde il sapore con che cosa lo si renderà salato”… l’essenza del
sale consiste nel mescolarsi all’impasto… ci sono tanti modi per
mescolarsi all’impasto… ognuno di noi sceglie come fare sapore alla
società. Per qualcuno, anche per me, la scelta è stata quella di
mettersi in gioco nella politica e nell’amministrazione pubblica
assumendosi delle responsabilità di effettuare delle scelte che hanno
concreti effetti sul volto che la comunità locale assume …per essere
sale della vita politica e amministrativa occorre coltivare la propria
vita interiore… per elaborare scelte di libertà e in libertà… il sale
ha anche la funzione di conservare… non solo da sapore ma consente di
mantenere le identità… la politica è un mondo in cui gli esempi di sale
insipido sono davvero molti …la politica è troppo spesso il regno
dell’ipocrisi e dell’inganno… l’impegno politico amministrativo non è
mai un lavoro solitario [ e qui nel filmato appare un’immagine di
tutta la sua maggioranza quando era sindaca] … ciò nonostante nel
difficile equilibrio tra consapevolezza e presunzione bisogna avere il
coraggio di trasformare la identità in evidenza, non solo essere sale
ma anche luce… e per lasciarci con un’immagine bella ho scelto
un’opera di Lorenzo Lotto: la Trinità che si trova qui a Bergamo al
Museo Diocesano…
Nel filmato belle le tre cogome sull’armadio ed anche –nel
finale-lo sguardo sullo scaffale della libreria dove non appaiono tomi
poderosi ma libretti di agile lettura.
Che dire? Vista la giovane età della Serra –classe 1953- NON ci
aspettavamo fosse uscita dalla scuola di partito alla Camilluccia
(della DC) e nemmeno dalla Frattocchie (che era del PCI) e nemmeno ci
aspettavamo di vedere nello scaffale I Quaderni dal Carcere di Gramsci
oppure gli agili libretti degli Editori Riuniti. Leggere di come
sia arrivata alla politica: “ci sono tanti modi per mescolarsi
all’impasto… ognuno di noi sceglie come fare sapore alla società. Per
qualcuno, anche per me, la scelta è stata quella di mettersi in gioco
nella politica e nell’amministrazione pubblica assumendosi delle
responsabilità di effettuare delle scelte che hanno concreti effetti
sul volto che la comunità locale assume …per essere sale della vita
politica e amministrativa occorre coltivare la propria vita interiore…
per elaborare scelte di libertà e in libertà… il sale ha anche la
funzione di conservare… non solo da sapore ma consente di mantenere le
identità…” basta a comprendere i suoi anni di amministratrice comunale,
assolutamente digiuna della cosa pubblica se non nella parte culturale
che è quella propria del dipendente pubblico. Anzi: dell’insegnante
statale. La presenza di una vasca da… idromassaggio nella nuova Rodari
può essere il segno dell’incoltura politica della Serra, di una sindaca
che non distingue bene il “bene comune” da una imitazione della
Caritas. Lo si vede nella sua c.d. politica ambientalista che non ha le
radici nelle lotte operaie per la salute in fabbrica e nei quartieri ma
è solo il vezzo della studentessa che fa il bel gesto. C’è una distanza
solare tra chi ha dovuto fare i conti inventandosi un ’68 perché non ne
potevamo più, tra chi scese in piazza per lo Statuto dei Lavoratori,
tra chi si batté per la storiaccia dell’atrazina nell’acqua potabile
(probabile che la Serra non sappia neppure cosa fosse), tra chi fece la
lotta per la discarica a nord di via Europa, quella davanti alla
Cascina Frigeni, per lo sfollamento dei bidoni nascosti sotto la
terra nell’ex Cava Cavagna. Della consigliera di maggioranza che
anche come capogruppo non ha avuto l’ardire di presentare una
delibera al consiglio comunale perché i consiglieri e funzionari
responsabili della “legnata Leggeri” restituissero al Comune
danno interessi materiali e morali.
Fuori dubbio se voleva essere un sale utile e sapido nella politica
curnese la Serra ha mostrato di essere esattamente il contrario e le
sue battaglie hanno sortito l’effetto del sale sparso sulle
piaghe. Lo abbiamo già scritto: Vivere Curno é una congerie che
politicamente non è all’altezza di un Marco Finassi o di un
Santini Alessandro per restare dalla parte cattolica e democristiana
della prima repubblica. Ma l’orribile –a segnare definitivamente la
FRATTURA tra il mondo comunista e quello cattolico- doveva arrivare con
le celebrazioni dei vari 25 aprile dove la Serra prima e la Gamba dopo
hanno cancellato la storia della Liberazione a Curno mettendo in campo
ripetutamente il peggiore esempio dell’azione partigiana tragica
intrapresa dalla formazione di Dami (un curato di Almè che aveva messo
in piedi una formazione partigiana aderente alle Fiamme Verdi):
l’assalto a Villa Masnada delle Crocette il 26 settembre 44 dove si
trovava la sede di un reparto di SS tedesche. L’obiettivo era il
recupero di viveri, munizioni e armi ma la dritta ricevuta era errata
dal momento che tutto il materiale era stato spostato (dai partigiani)
nei locali del cinema di Curno, nell’attuale edificio del comune
prima della ristrutturazione subita mezzo secolo or sono. I partigiani
in fuga dalle Crocette, guidati da un matto come il Dami, si
rifugiarono su un colle a Valbrembo e nove di essi vennnero uccisi in
un rastrellamento nazifascista. Però il Dami si salvò.
Non è senza significato che una persona di formazione cattolica
come la Serra anziché ricordare quel curato di Curno –uno che ascoltava
radio Londra ad alto volume lasciando le finestre aperte anche
d’inverno perché la ascoltassero anche i curnesi- che aveva salvato
dalla fucilazione quei falsi partigiani (in buona parte giovani di
Curno) che avevano saccheggiato il magazzino nel cinema, si sia
messa a ricordare un matto come il Dami. Che per sola misericordia di
Dio merita di essere dimenticato.
Dopo la guerra la casa del curato che ascoltava Radio Londra e che
sapeva chi fossero i curnesi ladroni del materiale bellico
repubblicano, venne demolita (stava davanti alla più famosa camicia
nera del paese) e paradossalmente, oggi abbiamo (ormai defunto)
un cittadino insignito emerito dal comune che faceva parte proprio di
quella banda di ladroni. Il cittadino emerito l’8 settembre 1943 era
scappato dalla caserma di Piacenza e s’era nascosto nel fienile della
morosa a Curno e partecipava del gruppo di giovanotti che poi
svuoteranno il cinema dei beni di guerra. Suo fratello, tornerà
in paese dopo nove anni tra servizio militare e prigionia anche in un
campo di concentramento e visse il resto della vita nel dolore.
Pro-sindaca Serra: le comunità si costruiscono su VALORI veri comuni e
fondanti. Non sull’ignoranza della storia patria. Questo va bene per
chi vuole fare la chierichetta. Con la A finale.
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