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UBI/INTESA: BERGAMO DIVENTA
DAVVERO INTERNAZIONALE
(...)
Tutti gli azionisti di Ubi ieri hanno festeggiato. Il balzo all'insù
del 23% delle azioni è una manna piovuta dal cielo. Vero. Ma al
territorio che cosa resta? Che ne sarà dell'attenzione verso
istituzioni come la Carrara, la Gamec, l'Università di Bergamo,
l'ospedale Papa Giovanni XXIII? Che politica intraprenderà Sacbo ora
che nella sala dei bottoni siedono più milanesi che bergamaschi?
L'alleanza con gli altri scali si farà? E l'aeroporto bergamasco avrà
benefici? Ora si apre una partita in cui si decide se essere
protagonisti o restare provincia di un impero. Forse è il momento in
cui gli imprenditori che hanno dato vita al patto del Car e altri si
devono far sentire e cercare di avere un peso all'interno del colosso
Intesa Sanpaolo. Non tutto è perduto. Anzi. Si gioca su un piano
diverso e di prestigio: basta saper stare al tavolo.
E' il classico interrogativo del prevosto che guarda alla sua parrocchietta.
E' una questione di prospettiva: per il tipico cliente bergamasco
abituato ad avere il campanile come alfa ed omega della sua vita
famiglia lavoro sarà qualcosa difficile da assorbire se non riuscirà a
comprendere che adesso è cliente di una banca che può prestare i soldi
anche ai … tedeschi.
Poi. Bergamo ha bisogno di grandi opere infrastrutturali che da sole
potrebbero muovere l'insieme. Non ci sono solo la Carrara, la Gamec,
l'Università di Bergamo, l'ospedale Papa Giovanni XXIII ma bisogna
trovare p.e. i 400 milioni per la Valbrembo-Sedrina. Per il treno fino
ad Ardesio o a Piazza Brembana, per il raddoppio della ferrovia da
Brescia a Bergamo Seregno Malpensa.Non è questione di lesinare i
prestiti ai soci del CAR o quell'altro raggruppamento minore ma capire
che adesso questa banca deve guardare al territorio nel suo complesso.
Ce n'è da fare ed anche da guadagnare.
UNIVERSITÀ E VERDE
GORI SCENDE IN CAMPO
A BERGAMO C’È POCO ORDINARIO
MA MANCA LA «BELLEZZA»
Il sindaco Gori che non si era presentato in Piazza Dante ai tempi
della piazzata delle madamine e dei signorini per contestare
l'abbattimento degli alberi per rifare l'impermeabilizzazione dello
spazio sottostante (che non era di proprietà comunale ma del demanio
che l'aveva posto in vendita) ed aveva subito il rimbrotto del
direttore del Corriere con una colonnina pepata si è successivamente
presentato via youtube con due interviste (abbastanza addomesticate)
concesse a Bergamo news di cui riportiamo in fondo i link per vederle.
L'ultimo intervento è una lettera lunga al Corriere/Bergamo: Un conto è
Piazza Verde un altro è la realtà che riportiamo in testata.
Pur partendo dalla premessa che la maggioranza che ha vinto le elezioni
ha tutto il diritto di realizzare il proprio programma pare che sia
nelle due interviste che nella lettera al quotidiano il nostro faccia
un po' come quell'ubriacone cui il dottore consigliava di smettere di
bere vino e quindi il tipo, per seguire l'indicazione smetteva col vino
a proseguiva bevendo grappa.
(...)
I COLLEGAMENTI:
Gori: “Vi racconto come siamo arrivati alia Montelungo campus
universitario". Il sindaco di Bergamo spiega come le due caserme
Montelungo e Colleoni diventeranno il campus universitario di Bergamo e
collegamento con le diverse strutture dell'ateneo sparse in città.
https://youtu.be/efVeoMyac50
Gori: "Piazza Duomo, piazza del Campo... bellissime anche senza piante,
no?". Il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori torna sul taglio delle piante
in piazza Dante: "Una piazza non è un giardino. Non tagliamo piante se
non per necessità"
https://youtu.be/MUuV-2RcVkM
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UBI/INTESA: BERGAMO DIVENTA
DAVVERO INTERNAZIONALE
Il candidato sindaco di una lista civica di un paese bergamasco grande
come Curno, direttore di filiale Unicredit, ha dichiarato in una
assemblea pubblica (30 gennaio 2020) che “il fiscal compact per i
comuni è stato abolito da una sentenza della corte costituzionale”. Il
tipo ha mezzo secolo, laureato in economia alla Cattolica. Già
assessore al bilancio per due mandati in due maggioranze identiche che
vedevano assieme PD, FI,Lega e qualcun altro, nell'ultima tornata
elettorale è finito in minoranza in una lista civica dal momento che
quelli del PD erano riusciti nella eroica impresa di creare due liste
concorrenti. Quando ho riascoltato la battuta di questo ex assessore
(al bilancio) ho aggiunto un ulteriore tassello al fatidico “in che
mani sono i nostri risparmi”.
Per dire con che gente con cui abbiamo a che fare quando entriamo in una banca.
Perché sarà pur vero che col futuro passaggio di UBI e Intesa i 5000
che andranno in pensione saranno sostituiti da 2500 giovani
neo assunti ma questo dice chiaramente che finora il “cliente” della
banca era in mano non proprio a un gruppo di geni. Il piano industriale
di Ubi Banca prevede al 2022 una riduzione di personale di circa 2.030
risorse, incluse le circa 300 oggetto dell'accordo sindacale del
dicembre 2019. Il costo è già stato spesato nei risultati dello scorso
esercizio, garantendo tuttavia un parziale ricambio generazionale.
Perché se gli amministratori di una banca arrivano a sostituire 2 a 1
il personale, chi ti dice che quei supremi amministratori siano davvero
capaci di fare il loro mestiere anche se nel 2019 hanno ottenuto un
utile netto di 4,182 miliardi?.
Del resto basta leggere l'ultima polemica sui mutui per acquisto della
prima casa rifiutati ai giovani tra Tito Boeri e Giovanni Sabatini
(Direttore di ABI): Sostiene l'Abi che il calo del 30% (addirittura del
50% secondo MutuiOnline.it) dei prestiti ai giovani intervenuto dal
2008 in poi è attribuibile al crollo della domanda di mutui e non al
comportamento delle banche. Secondo il direttore generale, Giovanni
Sabatini, ci sarebbero fattori demografici e occupazionali dietro a
questo crollo.
Magari la faccenda ha qualche altro risvolto come il fatto che oggi un
mutuo può costare anche meno dell'inflazione e quindi non interessa
alle banche erogarne anche a chi avrebbe mille garanzie. Magari le
banche continuano a fare prestiti a immobiliari che costruiscono ancora
abitazioni di alto prezzo quando il Paese ha uno stock di abitazioni
del 20-25% maggiore della popolazione 1:1 (una stanza per abitante).
Non si sono nemmeno rese conto che gli NPL del settore sono stati
creati proprio dalle banche che concedendo prestiti ad imprese da
mandare il settore in sovraofferta, il combinato disposto con la crisi
economica e la decrescita della popolazione ha prodotti la bolla
edilizia.
Chi non ricorda quante pizzerie d'asporto sono state aperte e poi
chiuse? Chi non ricorda la pioggia dei centri di abbronzatura? Adesso
le banche si sono buttate a finanziare il food e il beverage
immaginando che gli italiani facciano quattro volte al giorno colazione
quattro volte al giorno pranzo e quattro volte al giorno cena.
Vecchi o giovani che siano i bancari e i banchieri il problema
resta sempre lo stesso: le banche non sanno erogare il credito e
costruiscono da sole il proprio danno. Del resto i quota centisti
sono stati in maggioranza i dipendenti delle banche e i
dipendenti pubblici: vale a dire coloro cui appartiene il tasso minore
di redditività nel proprio lavoro. Il tragicomico è che le banche non
rivelano quanti soldi hanno pagato come premi a quei direttori di
filiale che hanno concesso mutui a gogo seguendo criteri (non inventati
da loro) ma creati apposta dai banchieri per fare volume senza qualità
e prospettiva.
Non stupisce nemmeno che in UBI ci sia un CAR fatto da
famiglie imprenditoriali locali che detengono il 18-19% del
capitale della banca e che mentre un tempo erano una sorta di alfa ed
omega del sistema adesso sono ferocemente incazzati per essere
diventati “solo” normali azionisti e normali clienti della banca: ma
mica perché l'ha voluto il cda bensì perché la frustata è arrivata
dalla BCE. Il processo in corso al tribunale di Bergamo dice
chiaramente il quadro delle manovre messe in atto dalla flotta
catto-leghista provinciale per non perdere il controllo della banca. Al
netto delle eventuali violazioni penalmente rilevanti che si vedranno
semmai chissà quando, è proprio l'insieme che ne da un pessimo quadro.
Ubi Banca è una società per azioni, ha trasformato il suo essere banca
popolare in Spa diventando un colosso, raggruppando banche del
territorio che avevano nel radicamento sul territorio il loro valore
aggiunto. Passando da popolare a Spa BPI spa ha cambiato il suo scopo.
L'utile non guardava più ai soci e al territorio. Ma solo ai primi che
ora si chiamano azionisti. Creare valore e distribuirlo. Così è stato
fatto in questi anni. Così è nell'operazione con Intesa Sanpaolo.
Bancari e banchieri abituati a stare distesi comodamente sotto l'albero
ad aspettare che le mele cadessero generosamente dall'albero salvo dare
ogni tanto una scossettina quando ne cascavano meno adesso –visto che i
grandi soci ne chiedono meno…- si sono messi a fare soldi scaricando
sulla comunità il costo dei licenziamenti ed aumentando a dismisura il
costo dei servizi: un conto corrente ormai lo si tiene solo per obbligo
piuttosto che per convenienza. Invece di semplificare i servizi
elettronici di pagamento o riscossione li hanno mantenuti
complicati come quando un bonifico potevi farlo solo cartaceo e poi
passava di banca in banca solo materialmente. La fattura
elettronica e i pagamenti via POS dovrebbero costare complessivamente
pochi centesimi ma dietro ci sono anche fino a 4 soggetti che azzannano
qualcosa.
Tutti gli azionisti di Ubi ieri hanno festeggiato. Il balzo all'insù
del 23% delle azioni è una manna piovuta dal cielo. Vero. Ma al
territorio che cosa resta? Che ne sarà dell'attenzione verso
istituzioni come la Carrara, la Gamec, l'Università di Bergamo,
l'ospedale Papa Giovanni XXIII? Che politica intraprenderà Sacbo
ora che nella sala dei bottoni siedono più milanesi che bergamaschi?
L'alleanza con gli altri scali si farà? E l'aeroporto bergamasco avrà
benefici? Ora si apre una partita in cui si decide se essere
protagonisti o restare provincia di un impero. Forse è il momento in
cui gli imprenditori che hanno dato vita al patto del Car e altri si
devono far sentire e cercare di avere un peso all'interno del colosso
Intesa Sanpaolo. Non tutto è perduto. Anzi. Si gioca su un piano
diverso e di prestigio: basta saper stare al tavolo.
E' il classico interrogativo del prevosto che guarda alla sua parrocchietta.
E' una questione di prospettiva: per il tipico cliente bergamasco
abituato ad avere il campanile come alfa ed omega della sua vita
famiglia lavoro sarà qualcosa difficile da assorbire se non riuscirà a
comprendere che adesso è cliente di una banca che può prestare i
soldi anche ai … tedeschi.
Poi. Bergamo ha bisogno di grandi opere infrastrutturali che da
sole potrebbero muovere l'insieme. Non ci sono solo la Carrara, la
Gamec, l'Università di Bergamo, l'ospedale Papa Giovanni XXIII ma
bisogna trovare p.e. i 400 milioni per la Valbrembo-Sedrina. Per il
treno fino ad Ardesio o a Piazza Brembana, per il raddoppio della
ferrovia da Brescia a Bergamo Seregno Malpensa.Non è questione di
lesinare i prestiti ai soci del CAR o quell'altro raggruppamento minore
ma capire che adesso questa banca deve guardare al territorio nel suo
complesso.
Ce n'è da fare ed anche da guadagnare.
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UNIVERSITÀ E VERDE
GORI SCENDE IN CAMPO
A BERGAMO C’È POCO ORDINARIO
MA MANCA LA «BELLEZZA»
Il sindaco Gori che non si era presentato in Piazza Dante ai tempi
della piazzata delle madamine e dei signorini per contestare
l'abbattimento degli alberi per rifare l'impermeabilizzazione dello
spazio sottostante (che non era di proprietà comunale ma del demanio
che l'aveva posto in vendita) ed aveva subito il rimbrotto del
direttore del Corriere con una colonnina pepata si è successivamente
presentato via youtube con due interviste (abbastanza addomesticate)
concesse a Bergamo news di cui riportiamo in fondo i link per vederle.
L'ultimo intervento è una lettera lunga al Corriere/Bergamo: Un conto è
Piazza Verde un altro è la realtà che riportiamo in testata.
Pur partendo dalla premessa che la maggioranza che ha vinto le elezioni
ha tutto il diritto di realizzare il proprio programma pare che sia
nelle due interviste che nella lettera al quotidiano il nostro faccia
un po' come quell'ubriacone cui il dottore consigliava di smettere di
bere vino e quindi il tipo, per seguire l'indicazione smetteva col vino
a proseguiva bevendo grappa.
Certo è che definire la Montelungo-Colleoni come un Campus
Universitario per via dei posti letto (di proprietà e gestiti da una
società privata ad hoc non collegata con l'università) anche perché ci
saranno aule universitarie mi pare una sparata eccessiva anche
tenendo conto che alla fine tra posti letto alla Montelungo e quelli in
via Statuto dove c'era la caserma della GdF arriveranno a mille.
Inutilmente cercate i NUMERI degli studenti di UniBG per provincia
italiana e per stato estero: nel sito dell'università NON ci sono. Alla
faccia della trasparenza. Pare che degli oltre 24000 iscritti, il 43,5%
% arrivi dalla città e dalla provincia di Bergamo, il 48,5% da altre
provincie italiane scrive un quotidiano.
La questione è che gli impianti sportivi dell'università saranno nella
sede di via Statuto (ex Gdf+piscine) oppure arrangiarsi con gli altri
della città e dintorni e mille posti letto su 1p-15mila da oltre 50km
ci paiono abbastanza pochi vista la difficoltà dei collegamenti
terrestri di Bergamo.
Come abbiamo detto più volte lo sviluppo e il “dilagare” di UniBg nei
molti spazi pubblici della città abbandonati da altre “attività
pubbliche” persegue (ormai) il solo scopo di sfruttare questi
spazi che il mercato immobiliare ieri ed oggi non gradisce.
L'Università quindi come utile e comodo tappabuchi di spazi che
altrimenti resterebbero diruti ed abbandonati ma che servono
soprattutto a distribuire negli spazi cittadini sia la
concentrazione scolastica a scanso di qualche movimentismo
sgradevole e per dare occasione di guadagno ai privati –
affittacamere in nero e negozi- ma non certo contrariamente a quel che
dice la politica, perché la presenza della popolazione
universitaria in qualche modo fa lievitare il sociale in quelle zone.
Per quanto riguarda il verde della città Gori fa finta di non
comprendere che un conto è l'ordinaria amministrazione e un conto è
“UN” progetto. Così come la furba massaia si compiace di pulire
tutti i giorni il pavimento, questa buona azione è “ordinaria
amministrazione”. Da sempre certi lavori si debbono fare ogni giorno o
ogni qualche giorno per tenere abitabile il posto. Tutto il
ragionare di Gori racconta solo di ordinaria amministrazione
anche quando – vedi il caso del Piazzale degli Alpini- fa apparire
l'intervento come una sorta di processo di risanamento e quindi una
novità. E' ordinaria amministrazione anche piantare centinaia e
migliaia di alberi in spazi dove sono caduti divelti essicati o dove…
si dovevano-potevano appunto piantare alberi. Vedi nei relitti urbani
tra la ferrovia e via Brambilla.
Poi se si vanno a vedere le sistemazioni che la giunta Gori 1 ha
realizzato e Gori 2 ha avviato il risultato è tutt'altro che eclatante
anche se le piazze e i giardini sono stati progettati attraverso
concorsi. La questione è che le nozze non si fanno coi fichi
secchi e soprattutto dando soddisfazione solo ai bottegai
piuttosto che ai residenti ed ai visitatori. Quando si dcie che le
nuove piazze ristrutturate sono una colata di cemento forse
l'affermazione è un po' grezza ma Piazza Carrara era proprio
necessario spendere tutto quel che è costata per quel risultato. E
Piazza Risorgimento che Gori pure vanta realizzata col concorso
di idee dei residenti sarebbe una piazza oppure una sorta di minitalia?
Nessuno dubita che le migliaia di alberi che verranno messi a dimora
costituiscano una spesa inutile (tra qualche decennio…semmai non arrivi
un successore di Gori che li “attilizzi”…) ma basta gettare un sguardo
ai Colli per vederli nudi crudi abbandonati. Basta un'occhiata sotto
Colle Aperto. Basta un'occhiata del c.d. bosco sotto il parcheggio di
via Tre Armi sulle piscine. Basta un'occhiata da san Vigilio verso la
Bastia e il Pascolo dei Tedeschi. Poi, contrariamente a quel che pensa
Gori, anche Piazza Vecchia potrebbe benissimo avere un giardino fiorito
(poche decine di metri quadrati) perenne (senza nemmeno smontare un mq
di piazza), come pure Piazza mercato delle Scarpe oppure Mascheroni e
Cittadella e perfino lo spazio di Sant'Agostino buono adesso nemmeno
per farvi brucare le capre. La città manca di colore e di calore. Città
Alta manca di calore e di colore col peggio di mille facciate di
palazzi scrostate e cadenti. Le piazze di città bassa non sono
accoglienti ma sono macchine inutili (terribile Piazza Risorgimento!).
Poi è inutile vantare che al Parco dei Colli si è unito il Parco Ovest
(che non esiste in realtà) quando non si è avviata una relazione coi
proprietari delle aree per ricostruire il paesaggio agrario piuttosto
che lasciare nudi e crudi gli spazi: dai colli al sedime presso Gres e
ferovia magari andando a cercare fondi in regione e all'UE visto che…
cavolo ce ne facciamo delle Mura patrimonio Unesco con quegli
orribili giardini e spazi che le circondano? Insomma: Gori deve passare
dall'ordinaria amministrazione e fare un passo deciso che non sia solo
quello del giardinieri delle villette a schiera ma di chi
costruisce la terra.
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