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NO AL REFERENDUM DEL 29 MARZO
NON LASCIAMO ALLA KASTA IL DIRITTO
DI LIMITARE I NOSTRI DIRITTI
Al Referendum del 29 marzo voteremo NO perché non riteniamo corretto
che la Kasta decida da sola quanti essere e noi elettori essere
chiamati a confermare o dissentire visto che poi la Kasta è quella che
controlla le TV e i giornali e quindi quelli che fanno opinione
pubblica determinando il voto. Basta prese per i fondelli.
Votiamo NO perché il Paese non ha bisogno di una banale riduzione
numerica dei parlamentari ma perché ha bisogno di maggioranze che
governino e si assumano le responsabilità.
La nostra proposta di sistema elettorale per dare una maggioranza
certa e responsabile (infatti lo scarto è di soli 5 eletti tra
maggioranza ed opposizione: quindi la maggioranza deve stare con le
orecchie ben dritte in Parlamento…) vuole anche mettere nella mani
della maggioranza poche misure fondamentali (nove leggi) mentre per
gran parte del rimanente legiferare la sola maggioranza che conta sono
i numeri dei SI o dei No alla legge. Si tolgono così dalle mani di una
qualsiasi maggioranza su alcuni temi divisivi lasciando al singolo
eletto la responsabilità di rompere il contratto di programma che ha
stabilito col proprio elettore. Romperlo e tornare a casa.
(...)
LA BASSA NATALITÀ SI CONIUGA
CON LA RIFORMA DELL’IRPEF
Elena Bonetti che presenta oggi al Teatro Parenti di Milano i
provvedimenti del governo per invertire la tendenza al calo delle
nascite: solo 435mila contro 647mila decessi nel 2019 che è il livello
di ricambio naturale più basso dal 1918. Anno di fine guerra e
dell'epidemia di spagnola.
In una società come la nostra fare figli è un lusso, che può costare
caro. Nel 2011 Federconsumatori fece una stima in base alla quale
sommando le spese di alloggio, alimentazione, trasporti e
comunicazioni, abbigliamento, salute, educazione, cura e varie, un
ragazzo nei suoi primi 18 anni di vita sarebbe costato 113.700 euro in
una famiglia a reddito basso sotto i 22.100 euro l'anno; 170.904 in una
famiglia di reddito medio attorno ai 37.500 euro l'anno; 271.350 in una
famiglia di reddito alto oltre i 68.000 euro l'anno. Il demografo
Alessandro Rosina spiega addirittura che in Italia le famiglie per far
crescere i figli rischiano addirittura la povertà, è in misura molto
maggiore che nel resto d'Europa.
Meglio non aggiornare i valori di dieci anni or sono salvo
sottolineare che ormai il problema di fondo è che un figlio per tutte
le famiglie di oggi è diventato un consumo.
(...)
A PIEDI O IN BICI A CURNO
PARTI MA NON ARRIVI MAI
DA NESSUNA PARTE UTILE
Succede che un comune costruisca un'opera pubblica in diversi passi o
tempi per ragioni differenti: dimensioni, disponibilità finanziarie,
quantità necessaria momento per momento. Però accade sempre che man
mano si realizza una parte dell'opera questa sia utilizzata
immediatamente. Non succede mai che un'opera sia realizzata in parte e
quella parte resti li inutilizzata o minimamente utilizzata per anni
cinque dieci venti anni. Chi fa opere in questo modo crea un danno non
solo economico al Comune dal momento che sottrae risorse che dovrebbero
essere meglio utilizzate. Peraltro anche il nuovo codice degli appalti
prevede proprio che l'investimento sia destinato nel tempo più rapido
possibile al suo utilizzo da parte dei cittadini.
(...)
NUORO, CAGLIARI, BERGAMO,
ATENE,
BERGAMO, UNIBG. CAGLIARI, NUORO
Venerdi a fare la lucertola sui gradini della Mai per smaltire la
circumnavigazione delle mura patrimonio dei bottegai cittadini. Dal
Sole esce un gruppo di ragazzi che viene a sedersi e fronteggiarmi sul
gradino. Hanno la pelle scura, sono vestiti come i soliti ragazzi di
diciottenni. Li osservo e non capisco se sono nordafricani vista la
pelle scurissima e i capelli ebano forti e grossi. Uno di loro estrae
una sigaretta a metà di amphora e marianna e mi chiede se possono
fumare. A me va bene, importante non arrivino bambini.
Hanno aperto loro il discorso e domando da che provincia vengono.
Nuoro. Come mai a Bergamo che non ha il mare sardo? Siamo stati in
Grecia per la gita scolastica e adesso al ritorno ci fermiamo a
Bergamo perché domani c'è l'open day dell'università, poi domani sera
rientriamo.
(...)
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NUORO,CAGLIARI,BERGAMO,
ATENE,
BERGAMO, UNIBG.CAGLIARI, NUORO
Venerdi a fare la lucertola sui gradini della Mai per smaltire la
circumnavigazione delle mura patrimonio dei bottegai cittadini. Dal
Sole esce un gruppo di ragazzi che viene a sedersi e fronteggiarmi sul
gradino. Hanno la pelle scura, sono vestiti come i soliti ragazzi di
diciottenni. Li osservo e non capisco se sono nordafricani vista la
pelle scurissima e i capelli ebano forti e grossi. Uno di loro estrae
una sigaretta a metà di amphora e marianna e mi chiede se possono
fumare. A me va bene, importante non arrivino bambini.
Hanno aperto loro il discorso e domando da che provincia vengono.
Nuoro. Come mai a Bergamo che non ha il mare sardo? Siamo stati in
Grecia per la gita scolastica e adesso al ritorno ci fermiamo a
Bergamo perché domani c'è l'open day dell'università, poi domani sera
rientriamo. Che scuola frequentate? Liceo classico quarto anno a Nuoro.
Confesso la mia totale ignoranza di Nuoro (e della Sardegna). Liceo
classico e open day all'UniBG? Nuoro Barbagia Orgosolo Gennargentu
Ogliastra mi dicono. Orpo. Non c'é università in Sardegna?. Ce ne sono
due ma meglio venire sul continente e magari restarci, se
possibile. Siete una delle province con meno disoccupazione, quindi… Mi
domandano sul costo della vita, la città, l'accoglienza degli studenti,
il lavoro. Parlando si scopre che sono in gran parte figli di
insegnanti e professionisti e dipendenti pubblici. Ho capito perché
hanno mangiato al Sole. Dove siete alloggiati? All'ostello? Qui
al Sole. Ah!. Mi chiedono dov'è il liceo classico e gli indico il lato
sud di S. Maria Maggiore. Nuovo o antico? Antico non proprio ma assai
vecchio. Parte nel 1500 e nel 1850 approda nella sede attuale.
Penso che in provincia di Bergamo ci siano una decina di licei classici
tra pubblici e privati del clero. Quanti abitanti fa la provincia di
Nuoro? 150-160mila e la città di Nuoro 40mila. Bergamo città ne fa
120mila e la provincia 1,1-1,2 milioni. Nuoro è un poco più grande di
Treviglio maggior comune della bergamasca. Quanti studenti hanno le
università sarde? Sassari 13-14 mila e Cagliari 30-32mila. Bergamo
24mila metà da fuori provincia. Tra due anni ci arriviamo anche
qualcuno di noi. Una chiacchierata di circa un'ora. Pensate: da Nuoro a
Cagliari, Ryanair Cagliari Bergamo Atene, Atene Bergamo Openday UniBG
Cagliari Nuoro. Al tempo del Covid19.
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NO AL REFERENDUM DEL 29 MARZO
NON LASCIAMO ALLA KASTA IL DIRITTO
DI LIMITARE I NOSTRI DIRITTI
Al Referendum del 29 marzo voteremo NO perché non riteniamo corretto
che la Kasta decida da sola quanti essere e noi elettori essere
chiamati a confermare o dissentire visto che poi la Kasta è quella che
controlla le TV e i giornali e quindi quelli che fanno opinione
pubblica determinando il voto. Basta prese per i fondelli.
Votiamo NO perché il Paese non ha bisogno di una banale riduzione
numerica dei parlamentari ma perché ha bisogno di maggioranze che
governino e si assumano le responsabilità.
La nostra proposta di sistema elettorale per dare una maggioranza
certa e responsabile (infatti lo scarto è di soli 5 eletti tra
maggioranza ed opposizione: quindi la maggioranza deve stare con le
orecchie ben dritte in Parlamento…) vuole anche mettere nella
mani della maggioranza poche misure fondamentali (nove leggi)
mentre per gran parte del rimanente legiferare la sola
maggioranza che conta sono i numeri dei SI o dei No alla legge. Si
tolgono così dalle mani di una qualsiasi maggioranza su alcuni temi
divisivi lasciando al singolo eletto la responsabilità di rompere il
contratto di programma che ha stabilito col proprio elettore. Romperlo
e tornare a casa.
Parimenti proprio perché il contratto tra eletti ed elettori dura
cinque anni, sono sempre quelli che hanno ricevuto i voti che hanno in
mano il pallino per costruire una maggioranza e quindi un programma.
Fatto questo quadro questa ci pare la legge elettorale che sarebbe più
utile e opportuna per il Paese. Partiamo da una situazione concreta che
furono le Politiche del 2018 alla Camera.
Alle elezioni politiche del 04 marzo 2018 potevano votare
46,5 milioni di elettori ed hanno invece votato solo 33,9 milioni.
Noi pensiamo a una sistema elettorale perfettamente proporzionale che
elegga un deputato ogni 100mila voti validi raccolti in tutti i collegi
d'Italia. Sistema perfettamente proporzionale ed eventualmente anche a
doppio turno. Il parlamento, formato quindi da una sola camera, poteva
essere formato potenzialmente da 465 componenti mentre in realtà ne
avrebbe visto eletti solo 320 verificato che 10 liste non hanno
ottenuto 100mila voti. In questo modo la decisione sul numero dei
componenti il parlamento resta nelle mani degli elettori e non dei
politici. Votano tutti gli italiani che hanno compiuto 18 anni com'è
adesso per la Camera.
Un candidato non può presentarsi in più di due collegi.
Con questo sistema un governo poteva avere la maggioranza solo se
disponeva di 161 deputati che sarebbero appartenuti al partito o alla
coalizione –dichiarata quest'ultima prima della tornata elettorale- che
avessero raggiunto appunto almeno 160 eletti.
I singoli partiti si presentano sempre da soli e dichiarano
(eventualmente) al primo turno che alleanza intendono fare per il
futuro governo.
Siccome nessuno partito o coalizione raggiunse il 40%+1 degli eletti
(che nel caso sarebbero stati almeno 129) al ballottaggio al secondo
turno sarebbero andati 5S e PD (rispettivamente con 107 e 61 eletti).
Viceversa e CDX+Lega e CSX avessero dichiarato la colazione
avrebbero realizzato rispettivamente 121e 73 eletti ma al ballottaggio
al secondo turno sarebbero andati CDX+Lega con 121 eletti e 5S con 107
eletti.
Qualunque sia l'esito del ballottaggio, le minoranze ricevono sempre 1
eletto ogni 100mila voti ed al partito o coalizione vincente ne
verranno assegnati 5 più della minoranza.
Nell'ipotesi quindi (coalizioni dichiarate prima del primo voto) che
nel ballottaggio tra CDX+Lega col CSX e vittoria del CDX+Lega
alle minoranze sarebbero toccati 199 deputati ed alla maggioranza 204
vale a dire un Parlamento formato da 403 deputati.
Nell'ipotesi di un ballottaggio tra CDX+Lega e 5S alle minoranze
sarebbero toccati sempre199 deputati ed alla coalizione di CDX+Lega
204. Vale a dire un parlamento di 403 deputati.
La maggioranza che si forma in questo modo non chiede la votazione di fiducia alla camera essendo già titolata dall'elettorato.
Assieme alla legge elettorale vanno però modificate anche alcune
regole coerenti con la stessa. Il governo per restare in carica
DEVE avere la maggioranza SOLO per alcune votazioni fondamentali: il
DEF, la Legge di Stabilità, il Bilancio Consuntivo, la dichiarazione di
guerra o l'invio di truppe all'estero, il piano energetico e
industriale nazionale (che vanno votati e aggiornati ogni anno entro 90
giorni dalla Legge di Stabilità), il recepimento delle leggi UE e
internazionali.
Per tutto il resto le leggi sono votate con la sola maggioranza dei
parlamentari votanti ed è esclusa la possibilità di legiferare su temi
etici.
Non è consentito agli eletti di cambiare partito (non esiste un gruppo
misto) e in tal caso perdono il seggio e vengono sostituiti dal
primo più votato del suo partito. Nell'assemblea dei capigruppo però le
votazioni tengono conto del peso politico reale guadagnato da ciascun
gruppo nella prima tornata elettorale. Nelle commissioni possono essere
immessi anche dei non eletti scelti comunque tra quelli più votati in
ordine numerico.
Siccome le elezioni si tengono ogni cinque anni poiché questo è
l'impegno assunto dai vari candidati coi propri elettori (E SICCOME CHI
DISSENTE RTORNA A CASA E VIENE SOTITUITO) se la maggioranza in carica
durante una delle nove votazioni fondamentali finisce in minoranza, se
entro due settimane ci sono partiti o coalizioni che vanno dal
presidente della repubblica per presentare un nuovo governo, il
relativo programma e una maggioranza coerente, la composizione del
parlamento cambia (escono i parlamentari meno votati della maggioranza
decaduta ed entrano i parlamentari più votati alla prima tornata della
nuova maggioranza) assegnando a questo partito o coalizione la
maggioranza dei seggi. In questo caso la nuova coalizione di
maggioranza va in parlamento e chiede il voto di fiducia sul programma.
Infine. I partiti sono finanziati pubblicamente con un euro ogni anno
per ciascun elettore che li ha votati solo nel caso che abbiano
almeno un eletto per ciascun anno di durata della legislatura.
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LA BASSA NATALITÀ SI CONIUGA
CON LA RIFORMA DELL’IRPEF
Elena Bonetti che presenta oggi al Teatro Parenti di Milano i
provvedimenti del governo per invertire la tendenza al calo delle
nascite: solo 435mila contro 647mila decessi nel 2019 che è il livello
di ricambio naturale più basso dal 1918. Anno di fine guerra e
dell'epidemia di spagnola.
In una società come la nostra fare figli è un lusso, che può costare
caro. Nel 2011 Federconsumatori fece una stima in base alla quale
sommando le spese di alloggio, alimentazione, trasporti e
comunicazioni, abbigliamento, salute, educazione, cura e varie, un
ragazzo nei suoi primi 18 anni di vita sarebbe costato 113.700 euro in
una famiglia a reddito basso sotto i 22.100 euro l'anno; 170.904 in una
famiglia di reddito medio attorno ai 37.500 euro l'anno; 271.350 in una
famiglia di reddito alto oltre i 68.000 euro l'anno. Il demografo
Alessandro Rosina spiega addirittura che in Italia le famiglie
per far crescere i figli rischiano addirittura la povertà, è in misura
molto maggiore che nel resto d'Europa.
Meglio non aggiornare i valori di dieci anni or sono salvo
sottolineare che ormai il problema di fondo è che un figlio per tutte
le famiglie di oggi è diventato un consumo.
Rosina spiegò la necessità di un cambiamento culturale «che porti a
considerare un figlio non solo e non tanto come un costo privato, ma
come un bene collettivo sul quale tutta la società ha convenienza a
investire per il proprio futuro». Perché è evidente che una società con
il rapporto tra le varie fasce di età squilibrato rappresenterebbe un
costo insostenibile: basti immaginare a una situazione in cui i
pensionati siano più di chi lavora.
Da quel che si vede in giro però si cava un'idea diversa del come i
genitori d'oggi prendono i figli: la rappresentazione di se stessi come
vorrebbero essere. Come le scarpe o il golfino o le braghe ultimo
modello.
La questione demografica è legata soprattutto a fattori economici che
si riassumono nella tassazione –e quindi nell'welfare- e nella mai
superata da parte degli italiani della cattiva abitudine di fare bella
figura anche con le pezze sulle braghe.
Oggi la tassazione IRPEF avviene a scaglioni dimenticando che siamo in
epoca di computer e quindi varrebbe la pena che gli scaglioni fossero
di mille euro ciascuno anziché i gradoni attuali. Le famiglie compiono
un numero alto e (sempre più) tracciato di azioni economiche –
stipendi, rendite, spese per farmaci, per le scuole ecc. – che merita
di essere considerato in modo adeguato. Non ci sono due famiglie
uguali, in Italia, per condizione economica. Per quanto il reddito
complessivo possa essere assai simile, ogni famiglia si distingue per
fonti di reddito, per rendite di proprietà, per la molteplicità delle
spese. Altro obiettivo sarebbe quindi quello di considerare la
tassazione sull'intero reddito della famiglia da cui sottrarre in
primis una cifra fissa per ogni figlio secondo l'età, la
scolarizzazione in corso, la frequenza a un servizio, la presenza di
una disabilità. Un figlio non solo come investimento per la famiglia ma
per il paese.
Per quanto riguarda la tassazione sulla casa si potrebbero stabilire
delle dimensioni standard per ogni nucleo famigliare entro
il quale non si paga mentre si applica in modo progressivo secondo le
dimensioni maggiorative di spazio, giardino, piscina. Una famiglia fino
a due persone non paga la tassa sulla casa p.e. fino a 60mq oppure una
coppia di pensionati ultra 60enni non la paga fino a 100mq.
Le famiglie italiane hanno una buona ricchezza finanziaria e mentre
adesso per i titoli di stato pagano una tassa fissa anche quegli
interessi come quelli di altri titoli rientrano nel mucchio a fare
reddito lordo. Chi incassa i titoli a scadenza se non li reimpiega
entro sei mesi anche quella somma rientra nel computo del reddito
annuale. Andrebbe anche introdotto un titolo di investimento pubblico
locale (per opere nella propria regione provincia comune) cui
riconoscere un punto % di minore tassazione complessiva.
Essendo abolito lo scalone degli incapienti, ai primi 15 livelli viene
comminato il solo costo della materia prima e dell'iva sui
consumi energetici famigliari e vengono compensati (aggiunta alla
pensione o al RdC) delle spese mediche ottenute dai privati.
La presenza di un veicolo in famiglia deve consentire la riduzione dal
reddito lordo del suo costo d'acquisto suddiviso in otto rate per
ciascuna persona occupata in ambito famigliare. Se i veicoli sono tre e
chi lavora è uno solo, i due veicoli più giovani non vengono scontati.
Cuneo fiscale. A mio avviso questa riduzione va collegata col
recupero dell'evasione iva e distribuito in parti uguali al
datore ed al lavoratore.
Problema degli anziani disabili. La famiglia che tiene in casa un
anziano disabile si vede scontato p.e. una consistente cifra mensile.
Abitazioni. I Comuni possono concordare di prendere in affitto
abitazioni dai privati secondo dimensioni misurate da dare in sub
affitto a persone senza casa o senza reddito sufficente, assumendo
l'ente pubblico l'onere di garanzia verso che mette a disposizione la
casa.
Il quadro che abbiamo tracciato, puramente esemplificativo, consente
però di ridurre i trasferimenti di stato e regioni ai comuni rispetto
all'attualità ragione per cui non si impone più al cittadino una
costante frequentazione
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A PIEDI O IN BICI A CURNO
PARTI MA NON ARRIVI MAI
DA NESSUNA PARTE UTILE
Succede che un comune costruisca un'opera pubblica in diversi passi o
tempi per ragioni differenti: dimensioni, disponibilità finanziarie,
quantità necessaria momento per momento. Però accade sempre che man
mano si realizza una parte dell'opera questa sia utilizzata
immediatamente. Non succede mai che un'opera sia realizzata in parte e
quella parte resti li inutilizzata o minimamente utilizzata per anni
cinque dieci venti anni. Chi fa opere in questo modo crea un danno non
solo economico al Comune dal momento che sottrae risorse che dovrebbero
essere meglio utilizzate. Peraltro anche il nuovo codice degli appalti
prevede proprio che l'investimento sia destinato nel tempo più rapido
possibile al suo utilizzo da parte dei cittadini.
A Curno, demerito dell'assessore Conti e delle mille maggioranze in cui
ha fatto da prezzemolo urbanistico da trenta anni in qua- le c.d.
piste ciclabili che poi sarebbero pedo-ciclabili dal momento che nel
CdS chi procede più lentamente ha sempre precedenza e rispetto su
chi può muoversi più velocemente, partono ma non finiscono mai da
nessuna parte “utile”.
Conti si difende asserendo che esiste un piano che viene realizzato
passo passo coi finanziamenti dei privati che di volta in volta
riescono a convincerlo ad approvare la variante di piano che consente
la propria speculazione. In paese la quasi totalità delle piste
pedocilabili NON sono utilizzate dai cittadini perché sono brevi
segmenti che partono laddove non servono ed arrivano dove non
servono.
L'idea di Conti è che la popolazione di Curno si convinca ad andare al
supermercato con la bicicletta e le borse appese al manubrio. L'idea di
Conti è che la popolazione vada all'ospedale in bicicletta con la borse
dei ricambi e delle vettovaglie sulla bicicletta. E
probabilmente ha anche pensato di dotare i volontari locali di
una bicicletta con barella integrata. Conti fa finta di non
vedere sapere capire che p.e. non esiste un percorso protetto e
razionale tra Ponte Curno e Bergamo. Per Conti non esistono Merena
Marigolda Lungobrembo “ciclisticamente parlando” rispetto al centro di
Curno.
I Briaschi esistono da mezzo secolo e la proprietà pubblica del vivaio
da trenta anni ma non è mai stato creato un collegamento pedociclabile
tra l'est e l'ovest del paese dove ormai ci sono CVI1, due scuole, il
mercato e il cimitero. Forse per non scocciare troppo i bottegai ed i
baristi del centro che vogliono uccellare tutti ogni giorno. Tra i
quali figurava un importante azionista politico che lo faceva pure
eleggere.
Ci sono opere pedociclabili – vedi attorno alla Esselunga- che ormai
sono da rifare tanto si sono ammalorate “da sole” e non certo per
qualche milione di biciclette che le hanno percorse. Conti c'ha anche
una certa dose di sfiga nelle pavimentazioni: da Largo Vittoria a via
Roma per la Esselunga. Conti aveva persino giustificato la speculazione
edilizia davanti alla fabbrica di moquette perché il Comune avrebbe
incassato oneri per realizzare il sottopasso pedociclabile della
ferrovia da via Mascagni alla Esselunga ma il sottopasso non si fa più.
La balla era servita a vincere le elezioni e giustificare il piano di
lottizzazione ma forse ha saputo cosa passa li sotto e quindi
meglio non toccare.
Conti fa finta di non capire-sapere com'è che collegherà la pista
pedociclabile (inutilizzata) di via Donizetti con via Marconi
attraverso via Mascagni: demolirà dei preziosissimi muretti di
recinzione filo casa delle villette antiche mezzo secolo? E che dire
del tratto di pista che da via Marconi arriva in quel di Treviolo
scavalcando la roggia “infortunato” da BEN TRE attraversamenti su tre
vie di cui una –via Fermi- paragonabile ad una sorta di autostrada
urbana?. Nella serie: automobilisti mirate al ciclista!.
Poi ci sono gli orfanelli. La Merena non ha bisogno ne di parcheggi ne
di pista. Idem alla Marigolda. Idem Lungobrembo. Errore! Ci sarà quella
lungo il fiume –comprensiva di pediluvio nel fiume se in piena-
forse dopo le prossime elezioni visti i tempi accuratamente
biblici con cui si muove.
Conti ha fatto sprecare un sacco di risorse (un milione di euro in
totale sommando capitali e interessi come debito relativo?) per
opere che sostanzialmente NON servono a nessuno in quanto
inutilizzabili razionalmente e ragionevolmente quando invece occorreva
-proprio perché siamo un Paese con SOLO 1400 miliardi di debiti-
realizzarne una o due che partissero da un punto ed arrivassero ad una
destinazione certa ed UTILE.
Ormai non è più solo una questione politica ma qualcosa che sfiora la
psiche dal momento che i mille segmenti di piste inutilizzate
solo li sotto gli occhi di tutti mentre vanno tutti in malora.
Soldi buttati usati come spot elettorali senza costrutto-
Proprio negli anni in cui la bicicletta e il camminare si manifestano
come attività di massa a Curno non puoi neanche passare dalle frazioni
ad ovest –Merena Marigolda Lungobrembo- al centro del paese. Tra
pochi giorni sarà pronto il sovrappasso dell'asse interurbano MA non ci
sono i collegamenti di Curno a nord e sud. Non esiste nemmeno
l'incarico per progettarli. Vuol dire che anche i soldi della
provincia resteranno li a marcire sopra la superstrada.
Ecco. Ci deve essere qualcosa di molto inquinante a Curno per raggiungere queste vette.
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