A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1180 DEL 17 FEBBRAIO 2020
























































Di cosa parliamo in questa pagina.



















NO AL REFERENDUM DEL 29 MARZO
NON LASCIAMO ALLA KASTA IL DIRITTO
DI LIMITARE I NOSTRI DIRITTI
Al Referendum del 29 marzo voteremo NO perché non riteniamo corretto che la Kasta decida da sola quanti essere e noi elettori essere chiamati a confermare o dissentire visto che poi la Kasta è quella che controlla le TV e i giornali e quindi quelli che fanno opinione pubblica determinando il voto. Basta prese per i fondelli.
Votiamo NO perché il Paese non ha bisogno di una banale riduzione numerica dei parlamentari  ma perché ha bisogno di maggioranze che governino e si assumano le responsabilità.
La nostra proposta  di sistema elettorale per dare una maggioranza certa e responsabile (infatti lo scarto è di soli 5 eletti  tra maggioranza ed opposizione: quindi la maggioranza deve stare con le orecchie ben dritte in Parlamento…) vuole anche  mettere nella mani della maggioranza poche misure fondamentali (nove leggi)  mentre per  gran parte del rimanente legiferare la sola maggioranza che conta sono i numeri dei SI o dei No alla legge. Si tolgono così dalle mani di una qualsiasi maggioranza su alcuni temi divisivi lasciando al singolo eletto la responsabilità di rompere il contratto di programma che ha stabilito col proprio elettore. Romperlo e tornare a casa.
(...)

LA BASSA NATALITÀ SI CONIUGA
CON LA RIFORMA DELL’IRPEF
Elena Bonetti che presenta oggi al Teatro Parenti di Milano i provvedimenti del governo per invertire la tendenza al calo delle nascite: solo 435mila contro 647mila decessi nel 2019 che è il livello di ricambio naturale più basso dal 1918. Anno di fine guerra e dell'epidemia di spagnola.
In una società come la nostra fare figli è un lusso, che può costare caro. Nel 2011 Federconsumatori fece una stima in base alla quale sommando le spese di alloggio, alimentazione, trasporti e comunicazioni, abbigliamento, salute, educazione, cura e varie, un ragazzo nei suoi primi 18 anni di vita sarebbe costato 113.700 euro in una famiglia a reddito basso sotto i 22.100 euro l'anno; 170.904 in una famiglia di reddito medio attorno ai 37.500 euro l'anno; 271.350 in una famiglia di reddito alto oltre i 68.000 euro l'anno. Il demografo Alessandro Rosina  spiega addirittura che in Italia le famiglie per far crescere i figli rischiano addirittura la povertà, è in misura molto maggiore che nel resto d'Europa.
Meglio non aggiornare i valori  di dieci anni or sono salvo sottolineare che ormai il problema di fondo è che un figlio per tutte le famiglie di oggi è diventato un consumo.
(...)

A PIEDI O IN BICI A CURNO
PARTI MA NON ARRIVI MAI
DA NESSUNA PARTE UTILE
Succede che un comune costruisca un'opera pubblica in diversi passi o tempi per ragioni differenti: dimensioni, disponibilità finanziarie, quantità necessaria momento per momento. Però accade sempre che man mano  si realizza una parte dell'opera  questa sia utilizzata immediatamente. Non succede mai che un'opera sia realizzata in parte e quella parte resti li inutilizzata o minimamente utilizzata per anni cinque dieci venti anni. Chi fa opere in questo modo crea un danno non solo economico al Comune dal momento che sottrae risorse che dovrebbero essere meglio utilizzate. Peraltro anche il nuovo codice degli appalti prevede proprio che l'investimento sia destinato nel tempo più rapido possibile al suo utilizzo da parte dei cittadini.
(...)

NUORO, CAGLIARI, BERGAMO,
ATENE,
BERGAMO, UNIBG. CAGLIARI, NUORO
Venerdi a fare la lucertola sui gradini della Mai per smaltire la circumnavigazione delle mura patrimonio dei bottegai cittadini. Dal Sole esce un gruppo di ragazzi che viene a sedersi e fronteggiarmi sul gradino. Hanno la pelle scura, sono vestiti come i soliti ragazzi di diciottenni. Li osservo e non capisco se sono nordafricani vista la pelle scurissima e i capelli ebano forti e grossi. Uno di loro estrae una sigaretta a metà di amphora e marianna e mi chiede se possono fumare. A me va bene, importante non arrivino bambini.
Hanno aperto loro il discorso e domando da che provincia vengono. Nuoro. Come mai a Bergamo che non ha il mare sardo? Siamo stati in Grecia per  la gita scolastica e adesso al ritorno ci fermiamo a Bergamo perché domani c'è l'open day dell'università, poi domani sera rientriamo.
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le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!














































































































































































































































NUORO,CAGLIARI,BERGAMO,
ATENE,
BERGAMO, UNIBG.CAGLIARI, NUORO
Venerdi a fare la lucertola sui gradini della Mai per smaltire la circumnavigazione delle mura patrimonio dei bottegai cittadini. Dal Sole esce un gruppo di ragazzi che viene a sedersi e fronteggiarmi sul gradino. Hanno la pelle scura, sono vestiti come i soliti ragazzi di diciottenni. Li osservo e non capisco se sono nordafricani vista la pelle scurissima e i capelli ebano forti e grossi. Uno di loro estrae una sigaretta a metà di amphora e marianna e mi chiede se possono fumare. A me va bene, importante non arrivino bambini.
Hanno aperto loro il discorso e domando da che provincia vengono. Nuoro. Come mai a Bergamo che non ha il mare sardo? Siamo stati in Grecia per  la gita scolastica e adesso al ritorno ci fermiamo a Bergamo perché domani c'è l'open day dell'università, poi domani sera rientriamo. Che scuola frequentate? Liceo classico quarto anno a Nuoro. Confesso la mia totale ignoranza di Nuoro (e della Sardegna). Liceo classico e open day all'UniBG? Nuoro Barbagia Orgosolo Gennargentu Ogliastra mi dicono. Orpo. Non c'é università in Sardegna?. Ce ne sono due ma  meglio venire sul continente e magari restarci, se possibile. Siete una delle province con meno disoccupazione, quindi… Mi domandano sul costo della vita, la città, l'accoglienza degli studenti, il lavoro. Parlando si scopre che sono in gran parte figli di insegnanti e professionisti e dipendenti pubblici. Ho capito perché hanno mangiato al Sole. Dove  siete alloggiati? All'ostello? Qui al Sole. Ah!. Mi chiedono dov'è il liceo classico e gli indico il lato sud di S. Maria Maggiore. Nuovo o antico? Antico non proprio ma assai vecchio. Parte nel 1500 e nel 1850  approda nella sede attuale. Penso che in provincia di Bergamo ci siano una decina di licei classici tra pubblici e privati del clero. Quanti abitanti fa la provincia di Nuoro? 150-160mila e la città di Nuoro 40mila. Bergamo città ne fa 120mila e la provincia 1,1-1,2 milioni. Nuoro è un poco più grande di Treviglio maggior comune della bergamasca. Quanti studenti hanno le università sarde? Sassari 13-14 mila e Cagliari 30-32mila. Bergamo 24mila metà da fuori provincia. Tra due anni ci arriviamo anche qualcuno di noi. Una chiacchierata di circa un'ora. Pensate: da Nuoro a Cagliari, Ryanair Cagliari Bergamo Atene, Atene Bergamo Openday UniBG Cagliari Nuoro.  Al tempo del Covid19.

NO AL REFERENDUM DEL 29 MARZO
NON LASCIAMO ALLA KASTA IL DIRITTO
DI LIMITARE I NOSTRI DIRITTI
Al Referendum del 29 marzo voteremo NO perché non riteniamo corretto che la Kasta decida da sola quanti essere e noi elettori essere chiamati a confermare o dissentire visto che poi la Kasta è quella che controlla le TV e i giornali e quindi quelli che fanno opinione pubblica determinando il voto. Basta prese per i fondelli.
Votiamo NO perché il Paese non ha bisogno di una banale riduzione numerica dei parlamentari  ma perché ha bisogno di maggioranze che governino e si assumano le responsabilità.
La nostra proposta  di sistema elettorale per dare una maggioranza certa e responsabile (infatti lo scarto è di soli 5 eletti  tra maggioranza ed opposizione: quindi la maggioranza deve stare con le orecchie ben dritte in Parlamento…) vuole anche  mettere nella mani della maggioranza poche misure fondamentali (nove leggi)  mentre per  gran parte del rimanente legiferare la sola maggioranza che conta sono i numeri dei SI o dei No alla legge. Si tolgono così dalle mani di una qualsiasi maggioranza su alcuni temi divisivi lasciando al singolo eletto la responsabilità di rompere il contratto di programma che ha stabilito col proprio elettore. Romperlo e tornare a casa.
Parimenti proprio perché il contratto tra eletti ed elettori dura cinque anni, sono sempre quelli che hanno ricevuto i voti che hanno in mano il pallino per costruire una maggioranza e quindi un programma.
Fatto questo quadro questa ci pare la legge elettorale che sarebbe più utile e opportuna per il Paese. Partiamo da una situazione concreta che furono le Politiche del 2018 alla Camera.

Alle elezioni politiche del  04 marzo 2018 potevano votare  46,5 milioni di elettori ed hanno invece votato solo 33,9 milioni.
Noi pensiamo a una sistema elettorale perfettamente proporzionale che elegga un deputato ogni 100mila voti validi raccolti in tutti i collegi d'Italia. Sistema perfettamente proporzionale ed eventualmente anche a doppio turno. Il parlamento, formato quindi da una sola camera, poteva essere formato potenzialmente da 465 componenti mentre in realtà ne avrebbe visto eletti solo 320 verificato che 10 liste non hanno ottenuto 100mila voti. In questo modo la decisione  sul numero dei componenti il parlamento resta nelle mani degli elettori e non dei politici. Votano tutti gli italiani che hanno compiuto 18 anni com'è adesso per la Camera.
Un candidato non può presentarsi in più di due collegi.
Con questo sistema un governo poteva avere la maggioranza solo se disponeva di 161 deputati che sarebbero appartenuti al partito o alla coalizione –dichiarata quest'ultima prima della tornata elettorale- che avessero raggiunto appunto almeno 160 eletti.
I singoli partiti si presentano sempre  da soli e dichiarano (eventualmente) al primo turno che alleanza intendono fare per il futuro governo.

Siccome nessuno partito o coalizione raggiunse il 40%+1 degli eletti (che nel caso sarebbero stati almeno 129) al ballottaggio al secondo turno sarebbero andati 5S e PD (rispettivamente con 107 e 61 eletti).
Viceversa e CDX+Lega  e CSX avessero dichiarato la colazione avrebbero realizzato rispettivamente 121e 73 eletti ma al ballottaggio al secondo turno sarebbero andati CDX+Lega con 121 eletti e 5S con 107 eletti.

Qualunque sia l'esito del ballottaggio, le minoranze ricevono sempre 1 eletto ogni 100mila voti ed al partito o coalizione vincente ne verranno assegnati 5 più della minoranza.
Nell'ipotesi quindi (coalizioni dichiarate prima del primo voto) che nel ballottaggio tra CDX+Lega  col CSX e vittoria del CDX+Lega alle minoranze sarebbero toccati 199 deputati ed alla maggioranza 204 vale a dire un Parlamento formato da 403 deputati.
Nell'ipotesi di un ballottaggio tra CDX+Lega e 5S alle minoranze sarebbero toccati sempre199 deputati ed alla coalizione di CDX+Lega 204. Vale a dire un parlamento di 403 deputati.
La maggioranza che si forma in questo modo non chiede la votazione di fiducia alla camera essendo già titolata dall'elettorato.

Assieme alla legge elettorale vanno però modificate anche alcune regole  coerenti con la stessa. Il governo per restare in carica DEVE avere la maggioranza SOLO per alcune votazioni fondamentali: il DEF, la Legge di Stabilità, il Bilancio Consuntivo, la dichiarazione di guerra o l'invio di truppe all'estero, il piano energetico e industriale nazionale (che vanno votati e aggiornati ogni anno entro 90 giorni dalla Legge di Stabilità), il recepimento delle leggi UE e internazionali.
Per tutto il resto le leggi sono votate con la sola maggioranza dei parlamentari votanti ed è esclusa la possibilità di legiferare su temi etici.
Non è consentito agli eletti di cambiare partito (non esiste un gruppo misto) e in tal caso perdono il seggio  e vengono sostituiti dal primo più votato del suo partito. Nell'assemblea dei capigruppo però le votazioni tengono conto del peso politico reale guadagnato da ciascun gruppo nella prima tornata elettorale. Nelle commissioni possono essere immessi anche dei non eletti scelti comunque tra quelli più votati in ordine numerico.

Siccome le elezioni si tengono ogni cinque anni poiché questo è l'impegno assunto dai vari candidati coi propri elettori (E SICCOME CHI DISSENTE RTORNA A CASA E VIENE SOTITUITO) se la maggioranza in carica durante una delle nove votazioni fondamentali finisce in minoranza, se entro due settimane ci sono partiti o coalizioni che vanno dal presidente della repubblica per presentare un nuovo governo, il relativo programma e una maggioranza coerente, la composizione del parlamento cambia (escono i parlamentari meno votati della maggioranza decaduta ed entrano i parlamentari più votati alla prima tornata della nuova maggioranza) assegnando a questo partito o coalizione la maggioranza dei  seggi. In questo caso la nuova coalizione di maggioranza va in parlamento e chiede il voto di fiducia sul programma.
Infine. I partiti sono finanziati pubblicamente con un euro ogni anno per ciascun elettore che li ha votati solo nel  caso che abbiano almeno un eletto per ciascun anno di durata della legislatura.

LA BASSA NATALITÀ SI CONIUGA
CON LA RIFORMA DELL’IRPEF

Elena Bonetti che presenta oggi al Teatro Parenti di Milano i provvedimenti del governo per invertire la tendenza al calo delle nascite: solo 435mila contro 647mila decessi nel 2019 che è il livello di ricambio naturale più basso dal 1918. Anno di fine guerra e dell'epidemia di spagnola.
In una società come la nostra fare figli è un lusso, che può costare caro. Nel 2011 Federconsumatori fece una stima in base alla quale sommando le spese di alloggio, alimentazione, trasporti e comunicazioni, abbigliamento, salute, educazione, cura e varie, un ragazzo nei suoi primi 18 anni di vita sarebbe costato 113.700 euro in una famiglia a reddito basso sotto i 22.100 euro l'anno; 170.904 in una famiglia di reddito medio attorno ai 37.500 euro l'anno; 271.350 in una famiglia di reddito alto oltre i 68.000 euro l'anno. Il demografo Alessandro Rosina  spiega addirittura che in Italia le famiglie per far crescere i figli rischiano addirittura la povertà, è in misura molto maggiore che nel resto d'Europa.
Meglio non aggiornare i valori  di dieci anni or sono salvo sottolineare che ormai il problema di fondo è che un figlio per tutte le famiglie di oggi è diventato un consumo.
Rosina spiegò la necessità di un cambiamento culturale «che porti a considerare un figlio non solo e non tanto come un costo privato, ma come un bene collettivo sul quale tutta la società ha convenienza a investire per il proprio futuro». Perché è evidente che una società con il rapporto tra le varie fasce di età squilibrato rappresenterebbe un costo insostenibile: basti immaginare a una situazione in cui i pensionati siano più di chi lavora.
Da quel che si vede in giro però si cava un'idea diversa del come i genitori d'oggi prendono i figli: la rappresentazione di se stessi come vorrebbero essere. Come le scarpe o il golfino o le braghe ultimo modello.
La questione demografica è legata soprattutto a fattori economici che si riassumono nella tassazione –e quindi nell'welfare- e nella mai superata da parte degli italiani della cattiva abitudine di fare bella figura anche con le pezze sulle braghe.


Oggi la tassazione IRPEF avviene a scaglioni dimenticando che siamo in epoca di computer e quindi varrebbe la pena che gli scaglioni fossero di mille euro ciascuno anziché i gradoni attuali. Le famiglie compiono un numero alto e (sempre più) tracciato di azioni economiche – stipendi, rendite, spese per farmaci, per le scuole ecc. – che merita di essere considerato in modo adeguato. Non ci sono due famiglie uguali, in Italia, per condizione economica. Per quanto il reddito complessivo possa essere assai simile, ogni famiglia si distingue per fonti di reddito, per rendite di proprietà, per la molteplicità delle spese. Altro obiettivo sarebbe quindi quello di considerare la tassazione sull'intero reddito della famiglia da cui sottrarre in primis una cifra fissa per ogni figlio secondo l'età, la scolarizzazione in corso, la frequenza a un servizio, la presenza di una disabilità. Un figlio non solo come investimento per la famiglia ma per il paese.
Per quanto riguarda la tassazione sulla casa si potrebbero stabilire delle dimensioni  standard per  ogni nucleo famigliare entro il quale non si paga mentre si applica in modo progressivo secondo le dimensioni maggiorative di spazio, giardino, piscina. Una famiglia fino a due persone non paga la tassa sulla casa p.e. fino a 60mq oppure una coppia di pensionati ultra 60enni non la paga fino a 100mq.
Le famiglie italiane hanno una buona ricchezza finanziaria e mentre adesso per i titoli di stato pagano una tassa fissa anche quegli interessi come quelli di altri titoli rientrano nel mucchio a fare reddito lordo. Chi incassa i titoli a scadenza se non li reimpiega entro sei mesi anche quella somma rientra nel computo del reddito annuale. Andrebbe anche introdotto un titolo di investimento pubblico locale (per opere nella propria regione provincia comune) cui riconoscere un punto % di minore tassazione complessiva.
Essendo abolito lo scalone degli incapienti, ai primi 15 livelli viene comminato il solo costo della materia prima  e dell'iva sui consumi energetici famigliari e vengono compensati (aggiunta alla pensione o al RdC) delle spese mediche ottenute dai privati.
La presenza di un veicolo in famiglia deve consentire la riduzione dal reddito lordo del suo costo d'acquisto suddiviso in otto rate per ciascuna persona occupata in ambito famigliare. Se i veicoli sono tre e chi lavora è uno solo, i due veicoli più giovani non vengono scontati.
Cuneo fiscale. A mio avviso questa riduzione va collegata col recupero  dell'evasione iva e distribuito in parti uguali al datore ed al lavoratore.
Problema degli anziani disabili. La famiglia che tiene in casa un anziano disabile si vede scontato p.e. una consistente cifra mensile.
Abitazioni. I Comuni possono concordare di prendere in affitto abitazioni dai privati secondo dimensioni misurate da dare in sub affitto a persone senza casa o senza reddito sufficente, assumendo l'ente pubblico l'onere di garanzia verso che mette a disposizione la casa.
Il quadro che abbiamo tracciato, puramente esemplificativo, consente però di ridurre i trasferimenti di stato e regioni ai comuni rispetto all'attualità ragione per cui non si impone più al cittadino una costante frequentazione

A PIEDI O IN BICI A CURNO
PARTI MA NON ARRIVI MAI
DA NESSUNA PARTE UTILE
Succede che un comune costruisca un'opera pubblica in diversi passi o tempi per ragioni differenti: dimensioni, disponibilità finanziarie, quantità necessaria momento per momento. Però accade sempre che man mano  si realizza una parte dell'opera  questa sia utilizzata immediatamente. Non succede mai che un'opera sia realizzata in parte e quella parte resti li inutilizzata o minimamente utilizzata per anni cinque dieci venti anni. Chi fa opere in questo modo crea un danno non solo economico al Comune dal momento che sottrae risorse che dovrebbero essere meglio utilizzate. Peraltro anche il nuovo codice degli appalti prevede proprio che l'investimento sia destinato nel tempo più rapido possibile al suo utilizzo da parte dei cittadini.
A Curno, demerito dell'assessore Conti e delle mille maggioranze in cui ha fatto da prezzemolo urbanistico da trenta anni in qua-  le c.d. piste ciclabili che poi sarebbero pedo-ciclabili dal momento che nel CdS chi  procede più lentamente ha sempre precedenza e rispetto su chi può muoversi più velocemente, partono ma non finiscono mai da nessuna parte “utile”.
Conti si difende asserendo che esiste un piano che viene realizzato passo passo coi finanziamenti dei privati che di volta in volta riescono a convincerlo ad approvare la variante di piano che consente la propria speculazione. In paese la quasi totalità delle piste pedocilabili NON sono utilizzate dai cittadini perché sono brevi segmenti che partono  laddove non servono ed arrivano dove non servono.
L'idea di Conti è che la popolazione di Curno si convinca ad andare al supermercato con la bicicletta e le borse appese al manubrio. L'idea di Conti è che la popolazione vada all'ospedale in bicicletta con la borse dei ricambi  e delle vettovaglie  sulla bicicletta. E probabilmente  ha anche pensato di dotare i volontari locali di una bicicletta con barella integrata. Conti fa finta di non vedere  sapere capire che p.e. non esiste un percorso protetto e razionale tra Ponte Curno e Bergamo. Per Conti non esistono Merena Marigolda Lungobrembo “ciclisticamente parlando” rispetto al centro di Curno.
I Briaschi esistono da mezzo secolo e la proprietà pubblica del vivaio da trenta anni ma non è mai stato creato un collegamento pedociclabile tra l'est e l'ovest del paese dove ormai ci sono CVI1, due scuole, il mercato e il cimitero. Forse per non scocciare troppo i bottegai ed i baristi del centro che vogliono uccellare tutti ogni giorno. Tra i quali figurava un importante azionista politico che lo faceva pure eleggere.
Ci sono opere pedociclabili – vedi attorno alla Esselunga- che ormai sono da rifare tanto si sono ammalorate “da sole” e non certo per qualche milione di biciclette che le hanno percorse. Conti c'ha anche una certa dose di sfiga nelle pavimentazioni: da Largo Vittoria a via Roma per la Esselunga. Conti aveva persino giustificato la speculazione edilizia davanti alla fabbrica di moquette perché il Comune avrebbe incassato oneri per realizzare il sottopasso pedociclabile della ferrovia da via Mascagni alla Esselunga ma il sottopasso non si fa più. La balla era servita a vincere le elezioni e giustificare il piano di lottizzazione  ma forse ha saputo cosa passa li sotto e quindi meglio non toccare.
Conti fa finta di non capire-sapere com'è che collegherà la pista pedociclabile (inutilizzata) di via Donizetti con via Marconi attraverso via Mascagni: demolirà dei preziosissimi muretti di recinzione filo casa delle villette antiche mezzo secolo? E che dire del tratto di pista che da via Marconi arriva in quel di Treviolo scavalcando la roggia “infortunato” da BEN TRE attraversamenti su tre vie di cui una –via Fermi- paragonabile ad una sorta di autostrada urbana?. Nella serie: automobilisti mirate al ciclista!.
Poi ci sono gli orfanelli. La Merena non ha bisogno ne di parcheggi ne di pista. Idem alla Marigolda. Idem Lungobrembo. Errore! Ci sarà quella lungo il fiume –comprensiva di pediluvio nel fiume se in piena- forse  dopo le prossime elezioni visti i tempi accuratamente biblici con cui si muove.
Conti ha fatto sprecare un sacco di risorse (un milione di euro in totale sommando capitali e interessi  come debito relativo?) per opere che sostanzialmente NON servono a nessuno in quanto inutilizzabili razionalmente e ragionevolmente quando invece occorreva -proprio perché siamo un Paese con SOLO 1400 miliardi di debiti- realizzarne una o due che partissero da un punto ed arrivassero ad una destinazione certa ed UTILE.
Ormai non è più solo una questione politica ma qualcosa che sfiora la psiche dal momento che i  mille segmenti di piste inutilizzate solo li sotto gli occhi di tutti mentre vanno tutti in malora.
Soldi buttati usati come spot elettorali senza costrutto-
Proprio negli anni in cui la bicicletta e il camminare si manifestano come attività di massa a Curno non puoi neanche passare dalle frazioni ad ovest –Merena Marigolda Lungobrembo-  al centro del paese. Tra pochi giorni sarà pronto il sovrappasso dell'asse interurbano MA non ci sono i collegamenti di Curno a nord e sud. Non esiste nemmeno l'incarico per progettarli. Vuol dire che  anche i soldi della provincia resteranno li a marcire sopra la superstrada.
Ecco. Ci deve essere qualcosa di molto inquinante a Curno per raggiungere queste vette.