A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1178 DEL 14 FEBBRAIO 2020
























































Di cosa parliamo in questa pagina.



















GREGORETTI&SALVINI
LA CAZZATA DEL PARLAMENTO
Chi ha seguito la vicenda Salvini relativa al sequestro degli immigrati sulla Gregoretti, partita da una denuncia di Lega Ambiente Siracusa  sa benissimo che la telenovela andrà avanti ancora per parecchi mesi, dando così fiato a Salvini di usarla in campagna elettorale e altrove. Ovviamente non crediamo alla falsa retorica salviniana di avere difeso i patrii confini tenendo   fuori dal porto per qualche giorno la nave della guardia costiera –ben gliel’ha cantata Emma Bonino- come ci ha fatto venire il latte alle ginocchia tutta la retorica stantia e puzzona della figlia di papa che gli tuitta “a la Sallustì”: mò davvero te voglio cancellà?!. Non ci ha nemmeno sorpresa la scarsa qualità politica dell’intervento del capitano,  la cui prosa è addirittura peggiore della nostra che pure non abbiamo fatto il classico in uno dei migliori licei milanes. Forse gli unici due interventi “decenti”! sono stati quelli della Bongiorno e di Casini. La prima ben cosciente che il suo cliente ha una carrettata di porcate alle spalle –fino alla bazzecola di 49 milioni non si sa bene dove- che potrebbero pesargli non poco sull’orientamento dei giudici. Il secondo perché da vecchia volpe della politica ha fatto una chiamata in correo facendo balenare che oggi tocca a uno e domani potrebbe toccare a te. Che è come dire: la Kasta si difenda da sola e non permetta che un estraneo si permetta di giudicarci.
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PERCHE' I DESTRI TUTTI I FIGLI?
Cancellare Salvini" era il titolo di apertura del quotidiano Repubblica per l'edizione di mercoledì 15 gennaio. Un modo, quello del giornale diretto da Carlo Verdelli, scelto per sintetizzare il pensiero dell’esponente del Partito democratico Graziano Delrio che ha chiesto al suo partito la cancellazione dei decreti sicurezza, provvedimenti diventati noti col nome di "decreti Salvini". Nessun messaggio di odio o fantomatico attacco personale, dunque, ma una sintesi giornalistica dell'intervista al capogruppo Pd Delrio.
Salvini quel giorno sguinzagliò i suoi a raccattare tutte le copie del quotidiano nelle edicole di Reggio dove avrebbe tenuto il comizio elettorale.
Ieri Salvini nella sua autodifesa davanti ai senatori in merito alla vicenda Gregoretti raccontando che sua figlia che si sarebbe spaventata per il titolo Cancellare Salvini: «Ma papà, perché ti vogliono cancellare?». E il vittimismo è diventato qui barocco e minaccioso come vuole la nuova sottocultura della destra, da Trump a Orbán. Nell’ansia però di farsi scudo della figlia che ha solo 7 anni, Salvini ha recitato male. Non è infatti verosimile che una bimba così piccina ragioni con la testa dei Sallusti e degli altri giornalisti salvinisti che hanno spacciato un titolo sui decreti, appunto da cancellare, per una minaccia fisica. Cancellare i decreti sull’immigrazione è un lavoro che si fa in consiglio dei ministri o in parlamento. Solo un Salvini può vedere nel verbo cancellare una soluzione finale.
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le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!





























OSSERVARE
IL RAPPORTO UOMO-TRONCO


























































































































































































































GREGORETTI&SALVINI
LA CAZZATA DEL PARLAMENTO


Chi ha seguito la vicenda Salvini relativa al sequestro degli immigrati sulla Gregoretti, partita da una denuncia di Lega Ambiente Siracusa  sa benissimo che la telenovela andrà avanti ancora per parecchi mesi, dando così fiato a Salvini di usarla in campagna elettorale e altrove. Ovviamente non crediamo alla falsa retorica salviniana di avere difeso i patrii confini tenendo   fuori dal porto per qualche giorno la nave della guardia costiera –ben gliel’ha cantata Emma Bonino- come ci ha fatto venire il latte alle ginocchia tutta la retorica stantia e puzzona della figlia di papa che gli tuitta “a la Sallustì”: mò davvero te voglio cancellà?!. Non ci ha nemmeno sorpresa la scarsa qualità politica dell’intervento del capitano,  la cui prosa è addirittura peggiore della nostra che pure non abbiamo fatto il classico in uno dei migliori licei milanes. Forse gli unici due interventi “decenti”! sono stati quelli della Bongiorno e di Casini. La prima ben cosciente che il suo cliente ha una carrettata di porcate alle spalle –fino alla bazzecola di 49 milioni non si sa bene dove- che potrebbero pesargli non poco sull’orientamento dei giudici. Il secondo perché da vecchia volpe della politica ha fatto una chiamata in correo facendo balenare che oggi tocca a uno e domani potrebbe toccare a te. Che è come dire: la Kasta si difenda da sola e non permetta che un estraneo si permetta di giudicarci.
Poi sono del tutto convinto che nel merito del c.d. sequestro degli immigrati la responsabilità sia di tutto il  Conte 1 dal momento che il PdC poteva benissimo ordinare al suo ministro la liberazione di tutti e non dei soli minori. Poi sono altrettanto convinto che quelli costretti sulla nave certamente non stavano bene, ma sicuramente stavano meglio che nei lager libici e quindi non ci vedo grande danno se non col metro delle madamine col cagnolino in borsetta. Magari mandare codesti personaggi a fare un campo invernale con le truppe alpine stile anni ’50-’60. Terzo bisogna  accettare l’idea che la maggioranza degli italiani fosse (e sia tuttora) convinta che gli immigrati dovevano essere ripartiti –una volta per tutte- tra tutti gli stati Ue secondo le destinazioni chieste dai clandestini. Ultimo: certi direttori di testate TV e giornali meriterebbero vergate per il modo con cui facevano e fanno tuttora informazione.

In questo quadro Salvini sa benissimo che sta rischiando l’osso del collo politico e non solo per la Gregoretti. Dopo il caso Gregoretti Matteo Salvini rischia un altro processo con l’accusa di sequestro di persona per il diniego di sbarco per la Open Arms. Su Open Arms il nostro non può nemmeno tirare in ballo il Governo. La decisione di bloccare la ONG infatti è avvenuta in completa autonomia a fine agosto 2019, con l’esecutivo ormai allo sbando e senza consultazioni con Conte. Ad aprile 2019 l’allora ministro dell’Interno è stato iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di sequestro di persona per la vicenda della Sea Watch 3. Sempre per quanto riguarda la Sea Watch 3 Salvini c’è anche la questione della querela per diffamazione presentata dagli avvocati della comandante Carola Rackete. Attualmente poi Salvini è sotto processo a Torino per vilipendio. È quel processo per cui un gruppo di ferventi cattolici si è trovato davanti al Tribunale per recitare un rosario e alle cui udienze Salvini non si è presentato, invocando il legittimo impedimento. Anche se non è coinvolto direttamente rimangono in sospeso due vicende che hanno a che vedere con Salvini e la sua attività di propaganda: una è quella della moto d’acqua e dei poliziotti della scorta accusati di aver minacciato il cronista di Repubblica Lo Muzio e quelli che hanno fatto fare un giro al figlio del leader della Lega. L’altra è l’indagine sul maresciallo dei Carabinieri del Pilastro che avrebbe contattato la signora Biagini per conto dello staff di Salvini durante la campagna elettorale per le regionali in Emilia-Romagna: la famosa citofonata allo “spacciatore”.
Poi c’è il contorno.
Al momento sono quasi una quarantina le inchieste aperte a a vario titolo a carico di amministratori ed esponenti del Carroccio. Non c’è solo la vicenda dei 49 milioni della Lega. I magistrati sono ancora alla ricerca dei soldi e stanno puntando l’attenzione verso il Lussemburgo dove potrebbero essere spariti tre milioni di euro. Di particolare interesse saranno gli sviluppi dell’indagine aperta dalla Procura di Genova sulle rivelazioni di Report. Il programma di Rai 3 ha infatti scoperto che nel maggio del 2018 la Lega ha pagato 480 mila euro (di soldi pubblici) per incarichi di comunicazione politica alla Vadolive Srl, una società la cui titolare è una barista di Clusone che incidentalmente è anche la cognata di uno dei collaboratori del tesoriere della Lega Giulio Centemero. E non sarebbe la sola transazione sospetta: all’attenzione delle procure è giunta anche quella del pagamento da un milione di euro in favore di Francesco Barachetti, ex consigliere del comune di Casnigo nel Bergamasco, 43 anni, è titolare di una società (Barachetti Service srl) che si occupa di impiantistica elettrica e idraulica, lattonerie, cartongessi e ristrutturazioni edile.
Sulla sparizione dei 49 milioni la voce che circola sarebbe quella che sono serviti  per comprare da Bossi la “Lega Nord” per evotare che la creazione della Lega per Salvini nazionale potesse trovarsi un domani tra i piedi ancora la Lega Nord di Bossi Maroni and C.
Sono tutte inchieste che non riguardano direttamente Salvini ma che vedono come protagonisti uomini a lui vicini. Come quella che riguarda l’ex viceministro Armando Siri, coinvolto nel caso Arata per i presunti favori al re del mini eolico Vito Nicastri e indagato dalla procura di Milano per autoriciclaggio. Siri è tra le altre cose il direttore della scuola politica della Lega. Ancora tutta da scrivere è la storia del Russiagate e della conversazione con cui l’ex braccio destro di Salvini Gianluca Savoini parlava della possibilità di ottenere finanziamenti russi per la campagna elettorale per le europee 2019. Sul presunto tentativo di corruzione internazionale è stata aperta un’indagine. Un’inchiesta sulla quale Salvini non ha mai voluto parlare “per rispetto della magistratura” rifiutandosi di chiarire ai giornalisti la natura dei suoi rapporti con il suo ex portavoce e dei legami tra la Lega e l’associazione di Savoini.
Con questa caterva di problemi giudiziari se per caso comincia ad aprirsi un processo il destino del capitano è tracciato e non è nemmeno detto che davanti alla prossima sconfitta elettorale alle regionali toscane, il cappio giudiziario gli si stringa ancora di più attorno al collo. Non è la fine politica per via giudiziaria di un avversario ma è  in un certo qual modo la vittoria della politica in epoca di mille televisioni e della rete. Oggi se non sai capace di fare politica ad alto livello  risulti perdente in poco tempo perché la TV e la rete consumano i propri eroi. Traduzione: se sei un ignorante non ti salva nemmeno un Morisi al cubo.
Che poi è lo stesso destino di un DiMaio compare di merende proprio di Salvini. Non mi fascerei la testa davanti all’effermazione delle madamine del buon pensiero che “un avversario politico si  sconfigge coi voti e non per via giudiziaria” dal momento che volenti o nolenti adesso ci sono i Morisi ma ci sono anche il GIP Nunzio SanPietro come ci sono Repubblica il Foglio o Sallusti. Ieri c’era tutta una società piegata verso un certo modello di ordine oggi questa società si flette ogni momento  di qui e di la per merito degli stessi protagonisti.

PERCHE' I DESTRI TUTTI I FIGLI?



Cancellare Salvini" era il titolo di apertura del quotidiano Repubblica per l'edizione di mercoledì 15 gennaio. Un modo, quello del giornale diretto da Carlo Verdelli, scelto per sintetizzare il pensiero dell’esponente del Partito democratico Graziano Delrio che ha chiesto al suo partito la cancellazione dei decreti sicurezza, provvedimenti diventati noti col nome di "decreti Salvini". Nessun messaggio di odio o fantomatico attacco personale, dunque, ma una sintesi giornalistica dell'intervista al capogruppo Pd Delrio.
Salvini quel giorno sguinzagliò i suoi a raccattare tutte le copie del quotidiano nelle edicole di Reggio dove avrebbe tenuto il comizio elettorale.
Ieri Salvini nella sua autodifesa davanti ai senatori in merito alla vicenda Gregoretti raccontando che sua figlia che si sarebbe spaventata per il titolo Cancellare Salvini: «Ma papà, perché ti vogliono cancellare?». E il vittimismo è diventato qui barocco e minaccioso come vuole la nuova sottocultura della destra, da Trump a Orbán. Nell’ansia però di farsi scudo della figlia che ha solo 7 anni, Salvini ha recitato male. Non è infatti verosimile che una bimba così piccina ragioni con la testa dei Sallusti e degli altri giornalisti salvinisti che hanno spacciato un titolo sui decreti, appunto da cancellare, per una minaccia fisica. Cancellare i decreti sull’immigrazione è un lavoro che si fa in consiglio dei ministri o in parlamento. Solo un Salvini può vedere nel verbo cancellare una soluzione finale. Ecco, modificando la macchina del fango in macchina del piagnisteo, il falso autentico del titolo deformato è diventato uno slogan, un virus della propaganda, la parola d’ordine che Salvini ripete da un mese.
L’episodio –che Salvini cita a ripetizione- ci ha fatto venire in mente come il custode delLa Latrina di Nusquamia, l’ing. Claudio Piga sardAgnolo di nascita e abduano di adozione, uno che fece il portavoce di una giunta fascio leghista nel Paese Bello da Vivere, non perda occasione per ricordare che su queste pagine (543 e poi…) , irridendolo per il suo smerdare la latrina col lapis rosso blu, abbiamo scritto “siamo corsi a verificare nel nostro blog quanto avevamo appreso dalla «sua funzione pedagogica» (da leggersi: vai a cagare) e ci siamo accorti che gggiovani e gggente (noi con tre o quattro g) li usiamo pure noi ma essendo cresciuti con la TV dei romani, questa inflessione dialettale ce la portiamo appresso come modo di prenderli per i fondelli. Come i scarpinocc oppure i codeghì. Noi i maestrini sardAgnoli li prendiamo a plocade”.
Testo contesto e significato inequivocabili. Meno di quello di Repubblica verso Salvini.
Questo episodio si ingrippa anche con l’altro, quando ha chiamato a testimonianza i propri figlioli disabili per degli incresciosi eventi successigli. Della serie: coma l’è ol soc l’è anche la tapa.
Insomma nei “destri” c’è un metodo comune nello sfruttare i piccoli e cambiare il significato dei testi a proprio uso e consumo.  Ci vengono brividi di freddo nel pensare a un Piga che si raffronta con Salvini e il nostro blog al giornale di Scalfari e Verdelli. Indubbiamente l’ing. Claudio Piga è uno zero rispetto ad un Matteo Salvini tranne che hanno entrambi frequentato il liceo classico. Scuola pericolosa.

COVID-19:QUANDO STANNO MALE NELLA PELLE


Ieri i danni del Covid-19 indicavano 1.115 morti, 4.850 quelli guariti secondo i dati diffusi dalla John Hopkins University mentre gli ammalati risultavano essere 45.000. Quindi per adesso su 50mila ammalati ne sono morti 1.115 che fanno qualcosa attorno al 2%. Da oggi hanno cambiato metodo di conteggiare  gli ammalati e sono definiti tali tutti quelli ricoverati che presentano minimi sintomi ai polmoni del tipo riferibile al Covid-19. In Italia siamo vicini ai 12mila anziani che muoiono ogni anno per polmonite: il triplo dei morti sulle strade. Quindi calma gesso igiene e visitare pochi ambienti affollati (anche se dicono che ci sia l'aria condizionata: che è  una balla visti i costi). Magari prendere pure l'abitudine di portare una mascherina se si ha un raffreddorone e la tosse.
Ricorderete tutti la tragedia successa lo scorso autunno in paese quando un anziano 93enne se ne uscì di casa alle tre di notte (aveva problemi di memoria), bocciò la crapa contro un palo, venne fortunatamente soccorso da tre ragazzi minorenni che tornavano dalla discoteca mentre  alcune signore dal balcone di casa si ritiravano sotto le coperte  “tanto l'è m’breac”. Il nonno non morì per la sgnoccata contro il palo e sul marciapiedi ma per una polmonite maturata  durante il ricovero ospedaliero.  La sua gente aveva “dimenticato” di vaccinarlo esattamente come si dimenticano la prima volta e i successivi richiami molti altri anziani.
Poi va anche detto che questo andamenti climatico del tutto sballato favorisce ogni sorta di malanno: avremmo bisogno di almeno una settimana di acqua che piova quieta quieta oppure di una bella nevicata a ripulire e fecondare la terra e invece alterniamo giornate con smog d altissimo livello e giornate in cui si vedono i roccoli sugli Appennini.
Ci si aspettava che i Comuni provvedessero coi canadair a irrorare città e periferia o che almeno lavassero le  principali vie pedonali attorno agli edifici di uso pubblico ed invece niente: lo smog che si accumula sugli abiti e sotto le scarpe lo portiamo in classe, in ufficio, in fabbrica negli ospedali. Non innaffiano nemmeno  alcune piante nei giardini anche se in Colle Aperto stanno fiorendo degli… iris. Roba da matti.
Poi i nostri sacerdoti hanno perduto anche loro  la buona abitudine di fare le Rogazioni alle santelle sui confini della parrocchia a invocare la pioggia e invece… chi li ha visti?.
Insomma tutto un farsi i cazzi propri senza pensare che darci la mano, aiuta.