A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1168 DEL 24 GENNAIO 2020
























































Di cosa parliamo in questa pagina.



















SPERIAMO CHE I SOLITI NOTI
NON LA FACCIANO DI NUOVO FRANCA
Affrontiamo le elezioni regionali in Emilia con qualche interrogativo. Da un lato auspichiamo e ci aspettiamo che sia eletto Bonaccini e la sua squadra.  Fortunatamente la legge elettorale dell'E.R. prevede l'elezione diretta del Presidente della Giunta regionale, a maggioranza semplice dei voti e in un turno unico e garantisce alle liste che appoggiano il presidente eletto almeno 27 seggi su un totale di 50. Si può fare il voto disgiunto ma alla fine contano solo i voti ai candidati presidenti.
Dall'altro lato – rielezione di Bonaccini- siamo convinti che il solito gruppo di personaggi nazionali  con le mani in pasta piddina trarrà motivo per continuare a farsi i fatti propri a livello nazionale. Insomma scamperebbero alla bufera do in vero  rinnovamento.
Se Bonaccini e la sua squadra vince in Emilia la ruota di Salvini scoppia e non si potrà nemmeno riparare. Sventrata. Probabile che resti ancora in giro come una nutelliana puttana pellegrina a recitare la vittoria in Calabria: gliela lasciamo volentieri vista la bravura di quelle genti nel farsi del male.
(...)

NEL PAESE BELLO DA VIVERE
IL CONSIGLIERE BENEDETTI
SI È DIMESSO (?)
Scriveva a fine novembre la capogruppo di Vivere Curno l’ex sindaca Perlita Serra (per il giornale del comune di fine 2019) che “la revisione di metà mandato implica anche altre scelte, nel rispetto delle li­nee programmatiche di mandato in cui si legge: “Il metodo che abbiamo scelto di seguire per attuare il programma [...] mira a garantire nel corso dei prossimi cinque anni almeno un parziale rinno­vamento dei consiglieri, degli assessori e delle deleghe assegnate. Desideriamo applicare questo metodo perché siamo un gruppo di cittadini che intende agire come “gruppo” non come singoli indivi­dui, perchè vogliamo garantire la possi­bilità a tutti di contribuire alla crescita del proprio paese e perché vogliamo favorire un ricambio generazionale e esperienziale di cui Curno non potrà che beneficiare.”
(...)
Di ieri la notizia propalata da un consigliere di minoranza sulle dimissioni del più anziano consigliere comunale: Benedetti. Anziano quanto ad anni di presenza in consiglio. Benedetti - che è abbastanza stretto parente del vicesindaco, anche il vice é uno dei consiglieri più anziani- Il mettere in lista un dottore della mutua  é un classico delle elezioni locali: dal PCI fino a Vivere Insieme. Non aveva mai avuto cariche particolari (tranne l’essere capogruppo ai tempi della sindaca Serra) e stavolta la sindaca Gamba gli aveva data la carica di consigliere delegato allo sport . Una rogna esplosa subito per via del CVI2, della falsificazione della convenzione per il CVI1, del fallimento della prima gara per l’affidamewnto del CVI2, della decisone della giunta di fare da banchiere al futuro vincitore della seconda gara (semmai ci saranno concorrenti e vincitori). E adesso c’è in vista anche una grana identica anche per il CVI1. Si aggiunga la c.d. commissione sport: leggendo i verbali delle sedute della commissione si è compreso al volo come sia stata una foglia di fico dal momento che il c.d. soggetto sociale esterno dava la dritta sindacale e tutti gli altri, tranne le virgole, si sono adeguati non fosse altro perché erano tutti in conflitto di interessi. Benedeti sarà anche un uomo buono e paziente ma da questo a diventare l’agnello sacrificale delle varie intuizioni creative della sindaca e della dirigente dell’ufficio col rischio di inimicarsi mezzo paese, forse  la logica gli ha suggerito che era meglio ritirarsi in tranquillità.
Comunque adesso attendiamo le roboanti declamazioni della maggioranza,  a partire dalla sindaca e dalla sua predecessora, a lodarsi come l’oste del proprio vino.


PDF: 7,0 Mb














































le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!




















































































































































































































































SPERIAMO CHE I SOLITI NOTI
NON LA FACCIANO DI NUOVO FRANC


Affrontiamo le elezioni regionali in Emilia con qualche interrogativo. Da un lato auspichiamo e ci aspettiamo che sia eletto Bonaccini e la sua squadra.  Fortunatamente la legge elettorale dell'E.R. prevede l'elezione diretta del Presidente della Giunta regionale, a maggioranza semplice dei voti e in un turno unico e garantisce alle liste che appoggiano il presidente eletto almeno 27 seggi su un totale di 50. Si può fare il voto disgiunto ma alla fine contano solo i voti ai candidati presidenti.
Dall'altro lato – rielezione di Bonaccini- siamo convinti che il solito gruppo di personaggi nazionali  con le mani in pasta piddina trarrà motivo per continuare a farsi i fatti propri a livello nazionale. Insomma scamperebbero alla bufera do in vero  rinnovamento.
Se Bonaccini e la sua squadra vince in Emilia la ruota di Salvini scoppia e non si potrà nemmeno riparare. Sventrata. Probabile che resti ancora in giro come una nutelliana puttana pellegrina a recitare la vittoria in Calabria: gliela lasciamo volentieri vista la bravura di quelle genti nel farsi del male.
In Emilia Romagna sarebbe utile che i voti degli elettori penta stellati confluissero su Bonaccini,  dando così una chiara indicazione al loro mondo che o scelgono o si dividono: che è poi il normale destino di tutti quelli che credendosi più furbi della storia,  si definiscono ne di destra ne di sinistra. Come se i poveri stessero bene come i ricchi. Come se i disoccupati stessero bene come Messina. L'ad di Intesa: per intenderci.
Non diamo per finito il mondo grillino – in Italia non si butta mai via nulla: specie quando è inutile ma ha uno scranno parlamentare- ma in questi anni l'ignoranza e l'incompetenza della classe dirigente 5S- è balzata al disonore quotidiano proprio per merito di quello strumento che avevano immaginato la chiave di volta della democrazia. Se nel 1994 la scarsa circolazione delle notizie – face book nascerà dieci anni dopo e i mille talkshow di massa sulle mille tv non esistevano ancora- aveva in un certo qual modo “salvato” dalle mazzuolate “istantanee” della rete  la classe dirigente che Bossi aveva portato in Parlamento, questa volta la rete è stata la dinamite che ha massacrato i penta stellati.
Ha fatto impressione  la distanza tra l'annuncio miracolistico sul RdC-PdC e l'esito finale. Se col ReI eravamo arrivati a un quarto dell'opera adesso siamo poco sotot la metà. Potevano benissimo modificare ed ampliare le occasioni dentro l'esistente REI ed invece hanno ribaltato tutto dal balcone salvo che –se non avessero nel frattempo adottato la classificazione nel conteggio degli occupati come fa la Germania- è stata ampliata la platea e la somma distribuita ma di occupati per merito del RdC e di Quota 100 proprio non se ne sono visti. A contarli basterebbe le dita di una mano di un vecchio falegname  moltiplicato per mille.
Quota 100 ha visto la fuga in massa degli impiegati pubblici: vale a dire quelli che presumibilmente già facevano un doppio lavoro e quindi adesso hanno più agio per  quello in nero.
Ormai a livello internazionale l'Italia è data come persa. Francia e Germania la tengono dentro perché sarebbe più dannosa fuori. Però basta andare in giro ed anche parlare cogli operai  o con le migliori imprese  per capire come sentano di contare meno di ieri. Meno di dieci anni or sono. Meno di venti anni or sono. Sentono che non basta la propria dedizione creatività buona volontà: si sentono SOLI davanti al mondo che è diventato molto complesso ed articolato dove non ci si va e sta da soli.
Dietro di loro manca il “Paese”.
Una società stanca di begare ogni giorno sul “nigher di turno” salvo che poi non ci sono giovani preparati cui insegnare un mestiere senza partire dai punti e trattini sul quaderno a quadretti da un centimetro. Non ci sono servizi per le famiglie, ci sono  in giro prevalentemente anziani che compulsano i volantini dei supermercati per comprare pasta in super offerta alla esselunga, il riso in super offerta da lidl eil detersivo in super offerta da conad.
Una società nella quale per godere dei propri diritti le persone debbono avere a disposizione un commercialista o un patronato e nella quale la normativa è ballerina anche due tre volte l'anno secondo le pulsioni del politico di turno.

La questione è che se vince Bonaccini, hai voglia di vedere  un qualche rinnovamento (rinnovamento? ci accontenteremmo di un po' di “miglioramento”)  del PD. Hai voglia di vedere un PD che si impegna a ridurre a livello fisiologico [facciamo come la Germania, dai…]  l'evasione e l'elusione fiscale nei prossimi cinque anni. Hai voglia di vedere un PD che passa dagli scaglioni ad una curva modellata tenendo conto del reddito dell'intera famiglia e sulla base dello stato dei suoi componenti, anziché l'attuale sistema di togli-metti- aggiungi- sottrai- moltiplica- riduci che alla fine l'welfare è un  casino tra politiche nazionali regionali provinciali comunali e –questo è davvero drammatico – cambia al ritmo delle stagioni facendo impazzire i potenziali fruitori. Hai voglia di vedere un PD che cancella la Bossi-Fini e cambia i decreti sicurezza e adotta lo jus-soli.
Insomma: comunque vada saremo sempre nella palcia. Ce la schizzano addosso Francia e Germania. Ce la schizzano addosso Putin ed Erdogan. Non ci prendono in considerazioni ne AlSisi a sud ne BorisJhonson a nord.
Se poi in Emilia sale sul trono la Bergonzoni, c'è da stare freschi.

NEL PAESE BELLO DA VIVERE
IL CONSIGLIERE BENEDETTI
SI È DIMESSO (?)

Scriveva a fine novembre la capogruppo di Vivere Curno l’ex sindaca Perlita Serra (per il giornale del comune di fine 2019) che “la revisione di metà mandato implica anche altre scelte, nel rispetto delle li­nee programmatiche di mandato in cui si legge: “Il metodo che abbiamo scelto di seguire per attuare il programma [...] mira a garantire nel corso dei prossimi cinque anni almeno un parziale rinno­vamento dei consiglieri, degli assessori e delle deleghe assegnate. Desideriamo applicare questo metodo perché siamo un gruppo di cittadini che intende agire come “gruppo” non come singoli indivi­dui, perchè vogliamo garantire la possi­bilità a tutti di contribuire alla crescita del proprio paese e perché vogliamo favorire un ricambio generazionale e esperienziale di cui Curno non potrà che beneficiare.”
Non deve stupire, quindi, se con l'inizio del 2020 si vedranno alcuni cambiamen­ti sia nella distribuzione delle deleghe, sia tra i membri del gruppo consiliare di Vivere Curno; il gruppo sta program­mando le strategie migliori per chiudere questo mandato e per gettare le basi per un gruppo consiliare rinnovato, in cui i consiglieri più anziani, non solo come età ma come presenza in Consiglio comunale, favoriscano l'ingresso di for­ze più fresche e con sensibilità e sguardi diversi. Un'ulteriore dimostrazione che nella nostra lista non ci sono personalismi o spinte per emergere, ma ciascuno collabora come meglio può per la realizza­zione di un progetto condiviso e parte­cipato.»
Benchè non avessimo potuto leggere il giornaletto comunale in versione cartacea dal momento che la versione digitale è comparsa sul sito web comunale solo il 22 gennaio (dopo oltre un mese rispetto a quella cartacea e dopo che ne hanno fatto ristampare altre 400 copie perché la prima tiratura probabilmente non fu sufficente)  alla pagina 1165 del 17 gennaio avevamo citato anche noi quella parte delle linee programmatiche che annunciavano la sostituzione di deleghe e consiglieri ed avevamo concluso che al momento “NON si vede traccia di “parziale rinnovamento dei consiglieri, degli assessori e delle deleghe assegnate” giudicando l'idea più o meno (tranne le deleghe)  incostituzionale in quanto non si possono far dimettere gli eletti e nemmeno si può fare firmare le dimissioni in bianco.
Vedremo quindi le dimissioni… spIntanee.

Di quanto scrive la Serra va però essere letto il sottotesto. La compagine di Vivere Curno ha inserito alcuni giovani – Battaglia Bellezza Curto- che finora non hanno dimostrato  ne competenze particolari  ma si sono comportati “bene”: assai obbedienti nell'alzare il braccino al momento necessario e stare rigorosamente zitti sia in consiglio che altrove.
Bravissimi anche nel  leggere il compitino già corretto dalle due sindache. Fuori dubbio la più divertente da ascoltare resta sempre la Bellezza, un cognome che da solo garantisce alla lista un centinaio di voti vista l'estensione del casato.  Giovani silenziosi perfino nelle assemblee. In consiglio siedono consultando il proprio PC. Qualcuno s'è cancellato perfino da FB. In compenso sai che sono vivi e vegeti perché li vedi sempre schierati  quando occorre la foto di gruppo per il prossimo numero del giornaletto.
Come  «i murtì de Nosa».

Arrivati nella lista di Vivere Curno ai tempi dei grandi successi elettorali del fiorentino, probabilmente immaginavano (o glielo avevano promesso?…) qualche positivo riverbero personale nel loro futuro (vedi le mille foto accanto ai maggiorenti del PD provinciale regionale nazionale) che gli elettori  italiani hanno provveduto a mettere in sordina licenziandolo.
 
C'è da scommettere che adesso – Vivere Curno e i suoi consiglieri- attendano il dopo 26 gennaio anche perché lunedì 27 potremmo assistere se non a grandi ritorni piuttosto a  voluminosi … storni.

Vivere Curno sostanzialmente è il luogo di scambio  -e che “scambio”: si facciano le somme della spesa sociale che la sindaca declama sul milione e 400mila- dove il privato sociale messo in piedi nella repubblica che non funziona (forse non funziona proprio per quello…) interagisce a livello locale e provinciale cogli amministratori. Poi vediamo i beni pubblici affidati a un'azienda messa in piedi da un ex consigliere provinciale leghista. Il dirigente dell’ufficio dei lavori pubblici era sindaco di centrodestra in un comune vicino. Vediamo la rumenta affidata in house ad un'azienda governata da un cda a maggioranza leghista. Vediamo la corrente e l'illuminazione pubblica affidate in tandem ad un'impresa di un  leghista e una multi utility a governo di sinistra. Vediamo  i «non troppo esposti generatori di idee»  dentro Vivere Curno che sono presidenti di coop fondate da importanti politici provinciali. Vediamo il gruppo anziani in mano a due ferratissimi democristiani e la polisportiva rosseggiante quanto a governo. Abbiamo letto -a casino finito rivelato da qualcuno di bene addentro alle cose piddine curnesi per via delle conoscenze  cittadine-  la storia del locale segretario piddino denunciato per via di un tazebao in cui criticava un ecomostro da sviluppare dentro il centro commerciale MA il PD ha ritenuto di NON rendere nota ne la denuncia ne la sentenza assolutoria. Come fosse stata una bega condominiale e non ci fosse stata una Variante TS1.
Pare che sia nel frattempo defunto anche l'avvocato che ne aveva curato la causa per il piddino curnese.

Di ieri la notizia propalata da un consigliere di minoranza sulle dimissioni del più anziano consigliere comunale: Benedetti. Anziano quanto ad anni di presenza in consiglio. Benedetti - che è abbastanza stretto parente del vicesindaco, anche il vice é uno dei consiglieri più anziani- Il mettere in lista un dottore della mutua  é un classico delle elezioni locali: dal PCI fino a Vivere Insieme. Non aveva mai avuto cariche particolari (tranne l’essere capogruppo ai tempi della sindaca Serra) e stavolta la sindaca Gamba gli aveva data la carica di consigliere delegato allo sport . Una rogna esplosa subito per via del CVI2, della falsificazione della convenzione per il CVI1, del fallimento della prima gara per l’affidamewnto del CVI2, della decisone della giunta di fare da banchiere al futuro vincitore della seconda gara (semmai ci saranno concorrenti e vincitori). E adesso c’è in vista anche una grana identica anche per il CVI1. Si aggiunga la c.d. commissione sport: leggendo i verbali delle sedute della commissione si è compreso al volo come sia stata una foglia di fico dal momento che il c.d. soggetto sociale esterno dava la dritta sindacale e tutti gli altri, tranne le virgole, si sono adeguati non fosse altro perché erano tutti in conflitto di interessi. Benedeti sarà anche un uomo buono e paziente ma da questo a diventare l’agnello sacrificale delle varie intuizioni creative della sindaca e della dirigente dell’ufficio col rischio di inimicarsi mezzo paese, forse  la logica gli ha suggerito che era meglio ritirarsi in tranquillità.
Comunque adesso attendiamo le roboanti declamazioni della maggioranza,  a partire dalla sindaca e dalla sua predecessora, a lodarsi come l’oste del proprio vino.