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SPERIAMO CHE I SOLITI NOTI
NON LA FACCIANO DI NUOVO FRANCA
Affrontiamo le elezioni regionali in Emilia con qualche interrogativo.
Da un lato auspichiamo e ci aspettiamo che sia eletto Bonaccini e la
sua squadra. Fortunatamente la legge elettorale dell'E.R. prevede
l'elezione diretta del Presidente della Giunta regionale, a maggioranza
semplice dei voti e in un turno unico e garantisce alle liste che
appoggiano il presidente eletto almeno 27 seggi su un totale di 50. Si
può fare il voto disgiunto ma alla fine contano solo i voti ai
candidati presidenti.
Dall'altro lato – rielezione di Bonaccini- siamo convinti che il solito
gruppo di personaggi nazionali con le mani in pasta piddina trarrà
motivo per continuare a farsi i fatti propri a livello nazionale.
Insomma scamperebbero alla bufera do in vero rinnovamento.
Se Bonaccini e la sua squadra vince in Emilia la ruota di Salvini
scoppia e non si potrà nemmeno riparare. Sventrata. Probabile che resti
ancora in giro come una nutelliana puttana pellegrina a recitare la
vittoria in Calabria: gliela lasciamo volentieri vista la bravura di
quelle genti nel farsi del male.
(...)
NEL PAESE BELLO DA VIVERE
IL CONSIGLIERE BENEDETTI
SI È DIMESSO (?)
Scriveva a fine novembre la capogruppo di Vivere Curno l’ex sindaca
Perlita Serra (per il giornale del comune di fine 2019) che “la
revisione di metà mandato implica anche altre scelte, nel rispetto
delle linee programmatiche di mandato in cui si legge: “Il metodo che
abbiamo scelto di seguire per attuare il programma [...] mira a
garantire nel corso dei prossimi cinque anni almeno un parziale
rinnovamento dei consiglieri, degli assessori e delle deleghe
assegnate. Desideriamo applicare questo metodo perché siamo un gruppo
di cittadini che intende agire come “gruppo” non come singoli
individui, perchè vogliamo garantire la possibilità a tutti di
contribuire alla crescita del proprio paese e perché vogliamo favorire
un ricambio generazionale e esperienziale di cui Curno non potrà che
beneficiare.”
(...)
Di ieri la notizia propalata da un consigliere di minoranza sulle
dimissioni del più anziano consigliere comunale: Benedetti. Anziano
quanto ad anni di presenza in consiglio. Benedetti - che è abbastanza
stretto parente del vicesindaco, anche il vice é uno dei consiglieri
più anziani- Il mettere in lista un dottore della mutua é un classico
delle elezioni locali: dal PCI fino a Vivere Insieme. Non aveva mai
avuto cariche particolari (tranne l’essere capogruppo ai tempi della
sindaca Serra) e stavolta la sindaca Gamba gli aveva data la carica di
consigliere delegato allo sport . Una rogna esplosa subito per via del
CVI2, della falsificazione della convenzione per il CVI1, del
fallimento della prima gara per l’affidamewnto del CVI2, della decisone
della giunta di fare da banchiere al futuro vincitore della seconda
gara (semmai ci saranno concorrenti e vincitori). E adesso c’è in vista
anche una grana identica anche per il CVI1. Si aggiunga la c.d.
commissione sport: leggendo i verbali delle sedute della commissione si
è compreso al volo come sia stata una foglia di fico dal momento che il
c.d. soggetto sociale esterno dava la dritta sindacale e tutti gli
altri, tranne le virgole, si sono adeguati non fosse altro perché erano
tutti in conflitto di interessi. Benedeti sarà anche un uomo buono e
paziente ma da questo a diventare l’agnello sacrificale delle varie
intuizioni creative della sindaca e della dirigente dell’ufficio col
rischio di inimicarsi mezzo paese, forse la logica gli ha suggerito
che era meglio ritirarsi in tranquillità.
Comunque adesso attendiamo le roboanti declamazioni della maggioranza,
a partire dalla sindaca e dalla sua predecessora, a lodarsi come l’oste
del proprio vino.
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SPERIAMO CHE I SOLITI NOTI
NON LA FACCIANO DI NUOVO FRANC
Affrontiamo le elezioni regionali in Emilia con qualche interrogativo.
Da un lato auspichiamo e ci aspettiamo che sia eletto Bonaccini e la
sua squadra. Fortunatamente la legge elettorale dell'E.R. prevede
l'elezione diretta del Presidente della Giunta regionale, a maggioranza
semplice dei voti e in un turno unico e garantisce alle liste che
appoggiano il presidente eletto almeno 27 seggi su un totale di 50. Si
può fare il voto disgiunto ma alla fine contano solo i voti ai
candidati presidenti.
Dall'altro lato – rielezione di Bonaccini- siamo convinti che il solito
gruppo di personaggi nazionali con le mani in pasta piddina
trarrà motivo per continuare a farsi i fatti propri a livello
nazionale. Insomma scamperebbero alla bufera do in vero
rinnovamento.
Se Bonaccini e la sua squadra vince in Emilia la ruota di Salvini
scoppia e non si potrà nemmeno riparare. Sventrata. Probabile che resti
ancora in giro come una nutelliana puttana pellegrina a recitare la
vittoria in Calabria: gliela lasciamo volentieri vista la bravura di
quelle genti nel farsi del male.
In Emilia Romagna sarebbe utile che i voti degli elettori penta
stellati confluissero su Bonaccini, dando così una chiara
indicazione al loro mondo che o scelgono o si dividono: che è poi il
normale destino di tutti quelli che credendosi più furbi della
storia, si definiscono ne di destra ne di sinistra. Come se i
poveri stessero bene come i ricchi. Come se i disoccupati stessero bene
come Messina. L'ad di Intesa: per intenderci.
Non diamo per finito il mondo grillino – in Italia non si butta mai via
nulla: specie quando è inutile ma ha uno scranno parlamentare- ma in
questi anni l'ignoranza e l'incompetenza della classe dirigente 5S- è
balzata al disonore quotidiano proprio per merito di quello strumento
che avevano immaginato la chiave di volta della democrazia. Se nel 1994
la scarsa circolazione delle notizie – face book nascerà dieci anni
dopo e i mille talkshow di massa sulle mille tv non esistevano ancora-
aveva in un certo qual modo “salvato” dalle mazzuolate “istantanee”
della rete la classe dirigente che Bossi aveva portato in
Parlamento, questa volta la rete è stata la dinamite che ha massacrato
i penta stellati.
Ha fatto impressione la distanza tra l'annuncio miracolistico sul
RdC-PdC e l'esito finale. Se col ReI eravamo arrivati a un quarto
dell'opera adesso siamo poco sotot la metà. Potevano benissimo
modificare ed ampliare le occasioni dentro l'esistente REI ed invece
hanno ribaltato tutto dal balcone salvo che –se non avessero nel
frattempo adottato la classificazione nel conteggio degli occupati come
fa la Germania- è stata ampliata la platea e la somma distribuita ma di
occupati per merito del RdC e di Quota 100 proprio non se ne sono
visti. A contarli basterebbe le dita di una mano di un vecchio
falegname moltiplicato per mille.
Quota 100 ha visto la fuga in massa degli impiegati pubblici: vale a
dire quelli che presumibilmente già facevano un doppio lavoro e quindi
adesso hanno più agio per quello in nero.
Ormai a livello internazionale l'Italia è data come persa. Francia e
Germania la tengono dentro perché sarebbe più dannosa fuori. Però basta
andare in giro ed anche parlare cogli operai o con le migliori
imprese per capire come sentano di contare meno di ieri. Meno di
dieci anni or sono. Meno di venti anni or sono. Sentono che non basta
la propria dedizione creatività buona volontà: si sentono SOLI davanti
al mondo che è diventato molto complesso ed articolato dove non ci si
va e sta da soli.
Dietro di loro manca il “Paese”.
Una società stanca di begare ogni giorno sul “nigher di turno” salvo
che poi non ci sono giovani preparati cui insegnare un mestiere senza
partire dai punti e trattini sul quaderno a quadretti da un centimetro.
Non ci sono servizi per le famiglie, ci sono in giro
prevalentemente anziani che compulsano i volantini dei supermercati per
comprare pasta in super offerta alla esselunga, il riso in super
offerta da lidl eil detersivo in super offerta da conad.
Una società nella quale per godere dei propri diritti le persone
debbono avere a disposizione un commercialista o un patronato e nella
quale la normativa è ballerina anche due tre volte l'anno secondo le
pulsioni del politico di turno.
La questione è che se vince Bonaccini, hai voglia di vedere un
qualche rinnovamento (rinnovamento? ci accontenteremmo di un po' di
“miglioramento”) del PD. Hai voglia di vedere un PD che si
impegna a ridurre a livello fisiologico [facciamo come la Germania,
dai…] l'evasione e l'elusione fiscale nei prossimi cinque anni.
Hai voglia di vedere un PD che passa dagli scaglioni ad una curva
modellata tenendo conto del reddito dell'intera famiglia e sulla base
dello stato dei suoi componenti, anziché l'attuale sistema di
togli-metti- aggiungi- sottrai- moltiplica- riduci che alla fine
l'welfare è un casino tra politiche nazionali regionali
provinciali comunali e –questo è davvero drammatico – cambia al ritmo
delle stagioni facendo impazzire i potenziali fruitori. Hai voglia di
vedere un PD che cancella la Bossi-Fini e cambia i decreti sicurezza e
adotta lo jus-soli.
Insomma: comunque vada saremo sempre nella palcia. Ce la schizzano
addosso Francia e Germania. Ce la schizzano addosso Putin ed Erdogan.
Non ci prendono in considerazioni ne AlSisi a sud ne BorisJhonson a
nord.
Se poi in Emilia sale sul trono la Bergonzoni, c'è da stare freschi.
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NEL PAESE BELLO DA VIVERE
IL CONSIGLIERE BENEDETTI
SI È DIMESSO (?)
Scriveva a fine novembre la capogruppo di Vivere Curno l’ex sindaca
Perlita Serra (per il giornale del comune di fine 2019) che “la
revisione di metà mandato implica anche altre scelte, nel rispetto
delle linee programmatiche di mandato in cui si legge: “Il metodo che
abbiamo scelto di seguire per attuare il programma [...] mira a
garantire nel corso dei prossimi cinque anni almeno un parziale
rinnovamento dei consiglieri, degli assessori e delle deleghe
assegnate. Desideriamo applicare questo metodo perché siamo un gruppo
di cittadini che intende agire come “gruppo” non come singoli
individui, perchè vogliamo garantire la possibilità a tutti di
contribuire alla crescita del proprio paese e perché vogliamo favorire
un ricambio generazionale e esperienziale di cui Curno non potrà che
beneficiare.”
Non deve stupire, quindi, se con l'inizio del 2020 si vedranno alcuni
cambiamenti sia nella distribuzione delle deleghe, sia tra i membri
del gruppo consiliare di Vivere Curno; il gruppo sta programmando le
strategie migliori per chiudere questo mandato e per gettare le basi
per un gruppo consiliare rinnovato, in cui i consiglieri più anziani,
non solo come età ma come presenza in Consiglio comunale, favoriscano
l'ingresso di forze più fresche e con sensibilità e sguardi diversi.
Un'ulteriore dimostrazione che nella nostra lista non ci sono
personalismi o spinte per emergere, ma ciascuno collabora come meglio
può per la realizzazione di un progetto condiviso e partecipato.»
Benchè non avessimo potuto leggere il giornaletto comunale in versione
cartacea dal momento che la versione digitale è comparsa sul sito web
comunale solo il 22 gennaio (dopo oltre un mese rispetto a quella
cartacea e dopo che ne hanno fatto ristampare altre 400 copie perché la
prima tiratura probabilmente non fu sufficente) alla pagina 1165
del 17 gennaio avevamo citato anche noi quella parte delle linee
programmatiche che annunciavano la sostituzione di deleghe e
consiglieri ed avevamo concluso che al momento “NON si vede traccia di
“parziale rinnovamento dei consiglieri, degli assessori e delle deleghe
assegnate” giudicando l'idea più o meno (tranne le deleghe)
incostituzionale in quanto non si possono far dimettere gli eletti e
nemmeno si può fare firmare le dimissioni in bianco.
Vedremo quindi le dimissioni… spIntanee.
Di quanto scrive la Serra va però essere letto il sottotesto. La
compagine di Vivere Curno ha inserito alcuni giovani – Battaglia
Bellezza Curto- che finora non hanno dimostrato ne competenze
particolari ma si sono comportati “bene”: assai obbedienti
nell'alzare il braccino al momento necessario e stare rigorosamente
zitti sia in consiglio che altrove.
Bravissimi anche nel leggere il compitino già corretto dalle due
sindache. Fuori dubbio la più divertente da ascoltare resta sempre la
Bellezza, un cognome che da solo garantisce alla lista un centinaio di
voti vista l'estensione del casato. Giovani silenziosi perfino
nelle assemblee. In consiglio siedono consultando il proprio PC.
Qualcuno s'è cancellato perfino da FB. In compenso sai che sono vivi e
vegeti perché li vedi sempre schierati quando occorre la foto di
gruppo per il prossimo numero del giornaletto.
Come «i murtì de Nosa».
Arrivati nella lista di Vivere Curno ai tempi dei grandi successi
elettorali del fiorentino, probabilmente immaginavano (o glielo avevano
promesso?…) qualche positivo riverbero personale nel loro futuro (vedi
le mille foto accanto ai maggiorenti del PD provinciale regionale
nazionale) che gli elettori italiani hanno provveduto a mettere
in sordina licenziandolo.
C'è da scommettere che adesso – Vivere Curno e i suoi consiglieri-
attendano il dopo 26 gennaio anche perché lunedì 27 potremmo assistere
se non a grandi ritorni piuttosto a voluminosi … storni.
Vivere Curno sostanzialmente è il luogo di scambio -e che
“scambio”: si facciano le somme della spesa sociale che la sindaca
declama sul milione e 400mila- dove il privato sociale messo in piedi
nella repubblica che non funziona (forse non funziona proprio per
quello…) interagisce a livello locale e provinciale cogli
amministratori. Poi vediamo i beni pubblici affidati a un'azienda messa
in piedi da un ex consigliere provinciale leghista. Il dirigente
dell’ufficio dei lavori pubblici era sindaco di centrodestra in un
comune vicino. Vediamo la rumenta affidata in house ad un'azienda
governata da un cda a maggioranza leghista. Vediamo la corrente e
l'illuminazione pubblica affidate in tandem ad un'impresa di un
leghista e una multi utility a governo di sinistra. Vediamo i
«non troppo esposti generatori di idee» dentro Vivere Curno che
sono presidenti di coop fondate da importanti politici provinciali.
Vediamo il gruppo anziani in mano a due ferratissimi democristiani e la
polisportiva rosseggiante quanto a governo. Abbiamo letto -a casino
finito rivelato da qualcuno di bene addentro alle cose piddine curnesi
per via delle conoscenze cittadine- la storia del locale
segretario piddino denunciato per via di un tazebao in cui criticava un
ecomostro da sviluppare dentro il centro commerciale MA il PD ha
ritenuto di NON rendere nota ne la denuncia ne la sentenza assolutoria.
Come fosse stata una bega condominiale e non ci fosse stata una
Variante TS1.
Pare che sia nel frattempo defunto anche l'avvocato che ne aveva curato la causa per il piddino curnese.
Di ieri la notizia propalata da un consigliere di minoranza sulle
dimissioni del più anziano consigliere comunale: Benedetti. Anziano
quanto ad anni di presenza in consiglio. Benedetti - che è abbastanza
stretto parente del vicesindaco, anche il vice é uno dei consiglieri
più anziani- Il mettere in lista un dottore della mutua é un
classico delle elezioni locali: dal PCI fino a Vivere Insieme. Non
aveva mai avuto cariche particolari (tranne l’essere capogruppo ai
tempi della sindaca Serra) e stavolta la sindaca Gamba gli aveva data
la carica di consigliere delegato allo sport . Una rogna esplosa subito
per via del CVI2, della falsificazione della convenzione per il CVI1,
del fallimento della prima gara per l’affidamewnto del CVI2, della
decisone della giunta di fare da banchiere al futuro vincitore della
seconda gara (semmai ci saranno concorrenti e vincitori). E adesso c’è
in vista anche una grana identica anche per il CVI1. Si aggiunga la
c.d. commissione sport: leggendo i verbali delle sedute della
commissione si è compreso al volo come sia stata una foglia di fico dal
momento che il c.d. soggetto sociale esterno dava la dritta sindacale e
tutti gli altri, tranne le virgole, si sono adeguati non fosse altro
perché erano tutti in conflitto di interessi. Benedeti sarà anche un
uomo buono e paziente ma da questo a diventare l’agnello sacrificale
delle varie intuizioni creative della sindaca e della dirigente
dell’ufficio col rischio di inimicarsi mezzo paese, forse la
logica gli ha suggerito che era meglio ritirarsi in tranquillità.
Comunque adesso attendiamo le roboanti declamazioni della
maggioranza, a partire dalla sindaca e dalla sua predecessora, a
lodarsi come l’oste del proprio vino.
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