A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1168 DEL 24 GENNAIO 2020
























































Di cosa parliamo in questa pagina.



















RADDOPPIO FERROVIA E CHIUSURA PASSAGGI A LIVELLO
LA MAGGIORANZA FA TUTTO DA SOLA
Il raddoppio della linea ferroviaria: opportunità o frattura? Le questioni aperte con RFI
Questo il titolo dell'articolo del giornale comunale del dicembre 2019 in merito al problema. Di seguito riportiamo il testo originale e con rientro della colonna il nostro commento.
Da anni, (e amministrazioni e i cittadini sperano di vedere realizzata una linea metropolitana di superficie che colleghi Ponte San Pietro, Curno, l'ospedale Papa Giovanni XXIII, Bergamo, Seriate, Montello con mezzi silenziosi, veloci, leggeri e frequenti; si potrebbe così alleggerire il traffi­co veicolare sempre più intenso ed avere un collegamento rapido e non inquinante per studenti, lavoratori, persone che si recano negli ospedali di Ponte San Pietro, Bergamo, Seriate, nonché per i tremila lavoratori della zona commerciale e per le migliaia di clienti.
Diciamo subito che quel “da anni, (e amministrazioni e i cittadini sperano di vedere realizzata una linea metropolitana di superficie(…)” è una bugia dal momento che di metropolitana si parla da metà del mandato della  sindaca Serra dal momento che da quando esiste l'asse interurbano ( 15 anni) non è vero e soprattutto NON importa proprio a nessuno che esista un qualche collegamento  che metta in relazione questi nosocomi. All'ospedale NESSUNO ci va in bici o in treno: nemmeno l'uno per mille. Nonostante il Papa Giovanni sia stato progettato a partire dal 2000 e sia entrato in funzione otto anni or sono, tuttora non esiste alcun piano integrato nella gestione dei malati degli ospedali lungo la linea ferroviaria  (hanno dimenticato le Humanitas… ). Si debbono arrangiare quelli che si ricoverano a trovarsi un posto nel… meno peggio e più rapido. Tranne che arrivi in croce rossa o elicottero.
Buon ultimo. In Italia lo sanno anche i sassi (ma non i nostri amministratori) che sulle linee RFI Non ci possono passare vetture di metropolitane. Non passano da nessuna parte in Italia: lo proibisce la legge.
(...)

PER CONTRATTARE CON RFI BISOGNEREBBE CONPOSCERE LA SUA STORIA ED AVERE ALTERNARTIVE SOLIDE DA PROPORRE.
ALTRO CHE DIFFIDE E CHIACCHIERE.
Dalla lettura dell'articolo sulla abolizione dei due passaggi a livello e il raddoppio (fino alla Dorotina) della ferrovia tra Montello e Ponte san Pietro potremmo trarre due soddisfazioni. La prima è che anche a Curno abbiamo un Danilo Toninelli (addetto ai passaggi a livello) o comunque una sua concorrente: fredda testarda saccente. La seconda è che RFI  sostiene –come abbiamo già scritto su queste pagine- di risolvere il problema dell'abolizione del passaggio a livello di via Fermi creando una bretella di collegamento tra via Ruffilli e la rotonda ad ovest dell'ospedale Papa Giovanni.
L'articolo appare evidente che é stato “buttato giù” sommariamente e rivela la miopia  politica dei nostri amministratori circa quella che è la piramide dello stato. Nel senso che in ogni democrazia le istituzioni che sono nate prima dell'ultimo o pemultimo ordinamento  istituzionale e costituzionale hanno sempre una prevalenza. Noi l'abbiamo appreso da piccolini quando nostro padre coltivava i campi attorno al passaggio a livello dietro il municipio e quelli  nelle Alene basse. Poi l'abbiamo appreso quando abbiamo letto la delibera della giunta Bianchi che stanziava 125milioni di lire (di allora…) da versare alle FFSS per potere fare passare la fognatura proprio sotto il passaggio a livello di via Fermi.
Le maggioranze  -fossero dc, fossero dc-psi, fossero dc-psi-pci, fossero leghiste, fossero cattocomuniste-  hanno sempre predicato bene “vogliamo la fermata del treno” ma al dunque  siccome erano tutte e sempre espressione della categoria dei bottegai… vade retro fermata del treno che ci scappano anche i pochi pensionati che possiamo ancora depredare.
Non si distingue nemmeno la giunta Serra ieri e Gamba oggi che hanno fatto MAXI varianti del PGT ma hanno… dimenticato di inserire la stazione e il relativo parcheggio.
(...)



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le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!






















































































































































































































































RADDOPPIO FERROVIA
CHIUSURA PASSAGGI A LIVELLO
LA MAGGIORANZA FA TUTTO DA SOLA


Il raddoppio della linea ferroviaria: opportunità o frattura? Le questioni aperte con RFI
Questo il titolo dell'articolo del giornale comunale del dicembre 2019 in merito al problema. Di seguito riportiamo il testo originale e con rientro della colonna il nostro commento.

Da anni, (e amministrazioni e i cittadini sperano di vedere realizzata una linea metropolitana di superficie che colleghi Ponte San Pietro, Curno, l'ospedale Papa Giovanni XXIII, Bergamo, Seriate, Montello con mezzi silenziosi, veloci, leggeri e frequenti; si potrebbe così alleggerire il traffi­co veicolare sempre più intenso ed avere un collegamento rapido e non inquinante per studenti, lavoratori, persone che si recano negli ospedali di Ponte San Pietro, Bergamo, Seriate, nonché per i tremila lavoratori della zona commerciale e per le migliaia di clienti.
Diciamo subito che quel “da anni, (e amministrazioni e i cittadini sperano di vedere realizzata una linea metropolitana di superficie(…)” è una bugia dal momento che di metropolitana si parla da metà del mandato della  sindaca Serra dal momento che da quando esiste l'asse interurbano ( 15 anni) non è vero e soprattutto NON importa proprio a nessuno che esista un qualche collegamento  che metta in relazione questi nosocomi. All'ospedale NESSUNO ci va in bici o in treno: nemmeno l'uno per mille. Nonostante il Papa Giovanni sia stato progettato a partire dal 2000 e sia entrato in funzione otto anni or sono, tuttora non esiste alcun piano integrato nella gestione dei malati degli ospedali lungo la linea ferroviaria  (hanno dimenticato le Humanitas… ). Si debbono arrangiare quelli che si ricoverano a trovarsi un posto nel… meno peggio e più rapido. Tranne che arrivi in croce rossa o elicottero.
Buon ultimo. In Italia lo sanno anche i sassi (ma non i nostri amministratori) che sulle linee RFI Non ci possono passare vetture di metropolitane. Non passano da nessuna parte in Italia: lo proibisce la legge.

La stazioncina di Cur­no è stata pensata nell'area di via Fermi, via Donizetti, dove si potrebbe anche collocare un parcheggio di piccole auto elettriche a noleggio per raggiungere la zona commerciale.
Non esiste alcuna delibera del consiglio comunale di Curno e nemmeno una virgola grafica nel PRG ieri e nel PGT adesso che dia quella indicazione. Chi lo scrive l'ha sempre taciuto ai Curnesi per non perdere i voti dei bottegai indigeni (i primi a NON volere la fermata del treno) così come è una solenne cazzata quella del parcheggio delle auto elettriche a noleggio per raggiungere la zona commerciale: chi ha scritto un cosa del genere meglio si faccia visitare da uno di quelli bravi.
Poi. A che serve una stazione per i Curnesi  collocata al confine con la città? Cioè noi dovremmo consumare altro spazio per il commerciale di Curno quando proprio Vivere Curno ha approvato la variante TS1 del commerciale di via Fermi-Europa SENZA porre contrattualmente di mezzo questo impegno a carico dell'insediamento? Siamo ammattiti?
Poi ancora. Dove si trova uno spazio per un parcheggio anche di veicoli elettrici in quella zona? Forse sul tetto della fabbrica di moquette e nel fazzolettino dove brucavano gli asini?
Una stazione per Curno aveva un valore se collocata a monte dell'attuale muncipio ma i cattocomunismi e leghisti che hanno governato finora si sono ben guardati dal salvaguardare lo spazio. I bottegai indigeni li avrebbero arrotati.

Questo è il sogno perseguito da am­ministratori e cittadini, ma non da RFI, che ha messo in campo grandi risorse (170 milioni di euro) per realizzare il raddoppio della linea ferro­viaria nella tratta Bergamo - Ponte San Pietro fino a Curno, sulla quale far transitare treni che colleghino più velocemente Bergamo con Milano e con Lecco, per poi proseguire verso Bormio, in vista delle Olimpiadi invernali del 2026.
Il collegamento  ferroviario dalla Dorotina verso ovest resterà a UN SOLO binario perché RFI non ha i soldi per raddoppiare ben TRE MAXI  viadotti (sul Quisa, sulla Briantea e  via San Clemente, sul fiume Brembo)  che da soli costerebbero mezzo miliardo. Quindi anche qui siamo nel novero della palle raccontate a sproposito.


A Curno è prevista la stazione con una pensilina di 200 metri, lunghezza necessaria per l'arresto dei treni e quindi il collega­mento ferroviario con Ponte San Pietro e con Bergamo sarà comunque garantito, ma ci sono aspetti negativi molto gravi che l'Amministrazione comunale sta cercando di contrastare con forza.

La cronistoria
Nel mese di giugno, il Sindaco riceve una comunicazione ufficiale da parte di RFI relativa all'obbligo di adeguare i passaggi a livello a norme di sicurezza più stringenti, che costringono a tenere abbassate le sbarre 6 minuti per ogni passaggio, invece degli attuali 50 secondi. Il sindaco chiede un appuntamento per poter discutere di questo cambiamento che può addirittura peggiorare le condizioni di sicurezza e per richiede­re la sospensione dei lavori; è infatti evidente che, di fronte alle sbarre abbassate per sei minuti, molti pedoni e ciclisti non avrebbero la pazien­za di aspettare, ma passerebbero sotto le sbarre, con gravi rischi. Ciò non accade ora, perché si sa che i tempi di attesa sono davvero limitati. L'Amministrazione comunale si rivolge al Prefetto che inoltra richiesta di sospensione dell'ampliamento dei tempi di chiusura (almeno fino a quando sarà realizzato il raddoppio della linea ferroviaria) al Ministero dei Trasporti, per evitare il collasso del sistema viabilistico.
All'inizio di dicembre arriva la risposta negativa del Ministero, per cui prossimamente saranno installate le doppie sbarre e i tempi di attesa a sbarre abbassate diventeranno molto più lunghi. L'Ammi­nistrazione comunale sta valutando le azioni più adeguate per con­trastare questa assurda decisione.
Negli incontri avuti a luglio 2019 per la questione dei tempi di chiusura dei passaggi a livello i funzionari di RFI comunicano in modo informale che, comunque, è prevista la soppressione di entrambi i passaggi a livello sul nostro territorio in concomitanza con il raddoppio ferrovia­rio. Su insistenza del sindaco viene organizzato un nuovo incontro e RFI mostra “ufficialmente” i progetti preliminari che prevedono la chiusura totale dei passaggi a livello e la creazione di due piccoli sottopassi pe­donali.
Prima di tutto il Comune di Curno poteva e doveva capire al volo che se su una linea ferroviaria raddoppi i passaggi dei convogli… raddoppi anche i tempi di fermata ai passaggi a livello. Ma il Comune fa anche lo gnorri dal momento che p.e. RFI ha cambiato tutti i sistemi a doppia sbarra sulla linea. La ragione è semplice: passare da quattro sbarre da movimentare (per ogni passaggio a livello) a due sbarre significa ridurre i costi e dimezzare i potenziali guasti.

Per raggiungere Curno in auto è prevista una nuova strada che, partendo dalla rotatoria dell'ospedale sulla circonvallazione Leuceriano, attraversa il territorio di Treviolo ed entra in Curno all'altezza della via Ruffilli nella zona artigianale. Per consentire il collegamento solo ci­clopedonale in via Roma, invece, sarebbe realizzato un sottopasso. Ciò significa che un residente delle Crocette che volesse andare in auto in centro al paese, dovrebbe raggiungere la rotatoria dell'ospedale o la Vil­la d'Almè-Dalmine per poi rientrare in paese da est o da ovest.
Diciamo che via Ruffilli (fino alla roggia Serio Grande) è sostanzialmente il “relitto” del primo tracciato dell'asse interurbano (anni '60) poi realizzato dov'è adesso. Esiste una logica nel progetto di RFI tra via Ruffilli e la Rotonda ovest del Papa Giovanni  sulla circonvallazione Leuceriano e le vie Brambilla e Failomi ma la logica non appartiene ai nostri amministratori.
La faccenda è che  ne  il centrodestra (FI+Lega+Fascio) ne i cattocomunisti nascostisi dentro Vivere Curno avevano interesse e opinione positiva in merito visto che i maggiori immobiliaristi  storici stavano tutti a cavallo della Briantea-via Bergamo e l'apertura della bretella Ruffilli-Leuceriano avrebbe mandato a ramengo quel grumo speculativo  che s'era formato a ridosso della via Bergamo.
Parimenti  dagli anni '90 quando è arrivata anche la Lega in consiglio comunale, nessuna maggioranza ha mai preso in considerazione ne l'insediamento della stazione in centro al paese ne i parcheggi di riferimento ne eventuali sottopassi pedonali o auto che fosero. Proprio non gli è MAI importato nulla.


L'Amministrazione comunale, a questo punto, reagisce coinvolgendo l'intero Consiglio Comunale e, sulla base di una mozione approvata all'unanimità dal Consiglio comunale, coinvolge le altre realtà territoria­li implicate e scrive una lettera formale a RFI per richiedere l'istituzione di un tavolo pluripartecipato, così come prescritto da Regione Lombar­dia per ogni intervento sul nostro territorio che implichi trasformazioni viabilistiche: e la previsione di chiusura di due fondamentali passaggi a livello che collegano parti del paese e che connettono Bergamo alla zona commerciale, alla circonvallazione, alla 470 dir (Villa d'Almè-Dalm­ine) ha un impatto evidente sulla viabilità complessiva e crea una frat­tura netta lunga tre chilometri tra il territorio a monte e quello a valle della linea ferroviaria. Al tavolo sono invitati e partecipano i sindaci di Treviolo (in qualità anche di vicepresidente della Provincia) e di Moz­zo nessuno dei quali era mai stato interpellato da RFI; i Vigili del fuoco, l'assessore alla viabilità del Comune di Bergamo e di Ponte San Pietro. Sono stati invitati anche i rappresentanti dell'ASST Papa Giovanni XXIII e dell'Ospedale di Bergamo, perché sovraccaricare la rotatoria dell'ospe­dale con il traffico verso via Fermi può avere ripercussioni gravi sull'ac­cessibilità del Pronto Soccorso e dell'ospedale (possiamo ridere subito di questa cazzata?).
Quando ormai i buoi erano scappati, ecco scodellata una delibera inutile da usare come giustificazione  ai posteri. Non hanno fatto nulla per mezzo secolo e quando arriva la botta “approvano delle grida manzoniane”.


Gli amministratori richiedono con fermezza:
1.    Che sia realizzato un sottopasso in via Fermi, in modo da garantire la connessione veicolare.
2.    Che il sottopasso ciclopedonale in via Roma sia comunque di ampiez­za e di qualità tali da non costituire un budello buio, ma uno spazio ampio, luminoso e sicuro.
3.    La posa PRELIMINARE di barriere antirumore lungo tutto il tratto di attraversamento dei treni nel paese.
La questione è che (1) NON esiste una delibera consigliare sui tre punti  sopra elencati tranne (forse) qualche cenno nelle chiacchiere consigliari. (2) E' praticamente impossibile creare un sottopasso di via Fermi con la ferrovia per la presenza della fognatura di TUTTO il comparto di paese a nord della ferrovia stessa e per via delle pendenze necessarie e (3) fa ridere asserire che l'eliminazione dei passaggi a livello interrompe il flusso dei veicoli e poi si chiede… che il sottopasso ciclopedonale in via Roma sia comunque di ampiez­za e di qualità tali da non costituire un budello buio, ma uno spazio ampio, luminoso e sicuro”.Oibo!. Volevo la luna ma mi accontento di una cartolina.

Il 2 dicembre l'assessore regionale Terzi ha convocato i sindaci di tutti i paesi sulla tratta Montello - Ponte San Pietro con i progettisti delle fer­rovie; dall'incontro è emerso chiaramente che la quasi totalità dei sin­daci (Seriate escluso) non vedono realizzato il sogno di un collegamen­to rapido e leggero tra i paesi e il capoluogo e desiderano discutere il progetto complessivo ben prima della Conferenza dei servizi, che viene proposta sempre alla fine del percorso progettuale.
Il 12 dicembre 2019 è stata convocata la seconda riunione del tavolo tecnico pluripartecipato per affrontare ipotesi alternative di intervento presso il passaggio a livello di via Fermi.

PER CONTRATTARE CON RFI BISOGNEREBBE CONPOSCERE LA SUA STORIA
ED AVERE ALTERNARTIVE SOLIDE DA PROPORRE.
ALTRO CHE DIFFIDE E CHIACCHIERE.


Dalla lettura dell'articolo sulla abolizione dei due passaggi a livello e il raddoppio (fino alla Dorotina) della ferrovia tra Montello e Ponte san Pietro potremmo trarre due soddisfazioni. La prima è che anche a Curno abbiamo un Danilo Toninelli (addetto ai passaggi a livello) o comunque una sua concorrente: fredda testarda saccente. La seconda è che RFI  sostiene –come abbiamo già scritto su queste pagine- di risolvere il problema dell'abolizione del passaggio a livello di via Fermi creando una bretella di collegamento tra via Ruffilli e la rotonda ad ovest dell'ospedale Papa Giovanni.
L'articolo appare evidente che é stato “buttato giù” sommariamente e rivela la miopia  politica dei nostri amministratori circa quella che è la piramide dello stato. Nel senso che in ogni democrazia le istituzioni che sono nate prima dell'ultimo o pemultimo ordinamento  istituzionale e costituzionale hanno sempre una prevalenza. Noi l'abbiamo appreso da piccolini quando nostro padre coltivava i campi attorno al passaggio a livello dietro il municipio e quelli  nelle Alene basse. Poi l'abbiamo appreso quando abbiamo letto la delibera della giunta Bianchi che stanziava 125milioni di lire (di allora…) da versare alle FFSS per potere fare passare la fognatura proprio sotto il passaggio a livello di via Fermi.
Le maggioranze  -fossero dc, fossero dc-psi, fossero dc-psi-pci, fossero leghiste, fossero cattocomuniste-  hanno sempre predicato bene “vogliamo la fermata del treno” ma al dunque  siccome erano tutte e sempre espressione della categoria dei bottegai… vade retro fermata del treno che ci scappano anche i pochi pensionati che possiamo ancora depredare.
Non si distingue nemmeno la giunta Serra ieri e Gamba oggi che hanno fatto MAXI varianti del PGT ma hanno… dimenticato di inserire la stazione e il relativo parcheggio.
La classe politica che ha governato il paese bello da vivere ne ha raccontate di ogni colore. Dalle pensionate che in graziella (era un mitica biciclettina anni '60) andavano a fare la spesa al centro commerciale passando la ciclabile di via sant'Jesus. Recentemente  ha spacciato l'idea che all'ospedale si va in bicicletta attraverso i campi infestati di spacciatori. L'ultimissima che hanno spacciato (sul giornale comunale) è quella che i bergamaschi assieme a qualche milione di passeggeri del Caravaggio arrivino in treno a Curno, prendano un'auto elettrica e vadano a fare la spesa al centro commerciale. Ogni tanto viene da pensare al metanolo. Intanto sono almeno 30 anni che spacciano la pista pericolabile lungo il fiume ma non hanno ancora messo un mattone in compenso hanno pagato parcelle centomila a progettisti.
Oddio che sbadati!.  Infatti una fermata l'hanno prevista –MA solo nella loro crapa e ce lo comunicano adesso- laddove brucavano gli asinelli .
La questione è che il nostro urbanista esattamente come canna da 30 ANNI le piazze, le piste ciclabili, i lampioni , la varianti del PGT non riesce ad alzare lo sguardo oltre l'ombra del campanile e del gonnellone di rame dorato della Madonna che vi sta appollaiata in cima. Adesso all'urbanista nostrano si sono aggiunte le madamine ambientaliste da carta patinata che – armatevi e partite- hanno diffidato perfino quella piccolezza che sarebbe RFI. Il comune di Curno va a caccia di una bubbola che si chiama RFI.
Il buonsenso suggerisce che i problemi vanno affrontati con un largo anticipo quando c'è di mezzo la politica ma a Curno invece di studiare  le soluzioni per togliere di mezzo di due passaggi a livello indipendentemente delle operazioni di RFI, hanno sempre pensato che fosse più profittevole gonfiare i piani del diritto allo studio, largheggiare con le regalie ai poveri e non meglio se anziani, far finta di niente e lasciare i due CVI in mano alle associazioni purchè non chiedessero (trippi) soldi e impegni e restituissero valanghe di voti.
Così come  se ne sono fregati del problema ferrovia se ne sono fregati del raddoppio della 470dir  e se ne sono fregati della pista pedociclabile lungo il  fiume  e relativa passerella sul Quisa, se ne sono fregati della biblioteca auditorium e pure della new Rodari: cantieri ventennali se non venticinquennali.
Dove non rientrano voti  non c'è interesse.
Salvo che i problemi ti cascano addosso anche se li vorresti schivare. Scrive la sindaca: “le cose brutte succedono da sole, quelle belle solo se programmate” e siccome lei è un'abile programmatrice uscita da UniBG, ecco che le è cascata addosso la tegola dei 650mila euro da pagare per una sentenza contro il comune che gliel'hanno regalata i suoi sponsor politici d'antan; le è cascata addosso l'abolizione dei due passaggi a livello; le è scappata MediaWorld; le è scappata anche buona parte di Auchan; le è scappata Cartemani  ai tedeschi. Senza contare le due o tre opere già coi soldi stanziati messe in frigo per quest'anno o forse anche il prossimo perché… non ha l'esercito per farle partire.

Dunque in questo pezzo noi proponiamo tre soluzioni in ordine alla cancellazione dei due passaggi a livello. Ci arroghiamo il diritto di dire la nostra anche se la sindaca Gamba e la sua corte NON hanno mai convocato una assemblea in merito e non hanno mai messo in piedi una commissione lavori pubblici.
Non stiliamo inutili diffide che fanno la fine delle grida manzoniane.
Non saremmo così furbi da stilare una diffida senza nemmeno farla approvare dal consiglio comunale.
Faccio tutto io da solA: fredda testarda saccente. Una pesciata dopo l'altra.