A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1167 DEL 22 GENNAIO 2020
























































Di cosa parliamo in questa pagina.



















2018, BRESSO:LEGIONELLA
2019, BRESCIA:LEGIONELLA E POLMONITE
2020, BASSO SEBINO:MENINGITE
MAI NESSUNO HA SPIEGATO DA DOVE COME PERCHE'
Partiamo da alcune affermazioni del dott. Francesco Ranieri contitolare dello Studio associato Geomed srl di Villongo (intervista su Bergamo News del 21 gennaio) che è stato in prima linea in queste  settimane di intenso lavoro per le vaccinazioni massali preventive dell’infezione. Dice il dott. Ranieri sul tema della paura, dilagata nell’area del Basso Sebino – ma non solo – anche e soprattutto attraverso i social, impossibile non metterlo in relazione alla disinformazione: “L’inizio è stato un delirio, ma bisogna capire la popolazione, che ha avuto paura. È stata la disinformazione sui social ciò che ha pregiudicato tutto; l’ignoranza purtroppo ha fatto sì che si trasmettessero informazioni errate. La situazione era seria, ma non drammatica. La gente però si è vestita di protagonismo in rete, e il lavoro pesante infatti per noi medici è stato quello di confutare le notizie false circolate”. Ranieri infine rileva, con amarezza, che “la gente ascolta sempre meno i medici, e questo mi dispiace. I social in questo caso non servono, anzi sono deleteri in questo tipo di situazioni. Solo i medici possono dare informazioni, sono le uniche persone competenti in materia”.

(...)


DIMAIO E SALVINI SONO UOMINI D’ONORE
IL PRIMO S’È DIMESSO PER NON FARE LA FINANZIARIA 2020
IL SECONDO SI DIMETTE DOPO AVERE DISTRUTTO IL PARTITO
POCHE ORE PRIMA DI ALTRI DUE DISASTRI ELETTORALI
(MA CI SONO I PIDDINI CHE NEPPURE LORO
VOGLIONO PERDERE LA CADREGA)
La classe politica italiana non  ha lo spessore di quella francese o tedesca, però riesce presto o tardi ad espellere gli asini. La classe dirigente grillina è la peggiore che gli italiani hanno scelto di mandare in Parlamento, ed è riuscita perfino a surclassare verso il basso i mitici consiglieri e parlamentari leghisti della prima ora di Bossi.
Quando vedi a Berlino Merkel, Macron, Putin Trump e perfino quel mezzo criminale che risponde al nome di AlSisi e  verifichi che il Conte non sa dove mettersi in posa per la foto e il DiMaio non li trovi in nessun gruppo a ragionare (di come assaltare le riserve petrolifere della Libia: mai dimenticare lo scopo della conferenza berlinese) basta anche la poca intelligenza del bibitaro di Avellino per capire che sei tagliato fuori.
E siccome è un uomo d’onore e coraggioso, dopo avere guidato il movimento dal 30% al 5%, ecco la decisione di scappare dalla carica politica poche ore prima della prossima batosta emiliano calabrese. E mi sa che assieme a lui ci sarà anche il suo amico, quello che gli aveva promesso la sedia di PdC se tornava nell’alcova giallo verde.
Quello è scappato a ferragosto sperando che la fuga non facesse troppo clamore presso gli italiani presi nel ferragosto davanti all’idea di una Legge di Bilancio 2020 che doveva spennarli di 32 miliardi.
Oggi pomeriggio Luigi DiMaio si dimetterà da capo politico del Movimento cinque stelle, dopo aver perso la fiducia di chi lo aveva promosso: Beppe Grillo. "Si è rotto qualcosa - confida nelle ore più complicate della sua carriera fulminante - inutile nascondercelo".
(...)


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le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!































CINA-CURNO 10:1
CI FACCIAMO
BAGNARE IL NASO
PURE DAI CINESI






























































































































































































































2018, BRESSO:LEGIONELLA
2019, BRESCIA:LEGIONELLA E POLMONITE
2020, BASSO SEBINO:MENINGITE
MAI NESSUNO HA SPIEGATO DA DOVE



Partiamo da alcune affermazioni del dott. Francesco Ranieri contitolare dello Studio associato Geomed srl di Villongo (intervista su Bergamo News del 21 gennaio) che è stato in prima linea in queste  settimane di intenso lavoro per le vaccinazioni massali preventive dell’infezione. Dice il dott. Ranieri sul tema della paura, dilagata nell’area del Basso Sebino – ma non solo – anche e soprattutto attraverso i social, impossibile non metterlo in relazione alla disinformazione: “L’inizio è stato un delirio, ma bisogna capire la popolazione, che ha avuto paura. È stata la disinformazione sui social ciò che ha pregiudicato tutto; l’ignoranza purtroppo ha fatto sì che si trasmettessero informazioni errate. La situazione era seria, ma non drammatica. La gente però si è vestita di protagonismo in rete, e il lavoro pesante infatti per noi medici è stato quello di confutare le notizie false circolate”. Ranieri infine rileva, con amarezza, che “la gente ascolta sempre meno i medici, e questo mi dispiace. I social in questo caso non servono, anzi sono deleteri in questo tipo di situazioni. Solo i medici possono dare informazioni, sono le uniche persone competenti in materia”.

Leggendo l’intera intervista ci si rende conto di come i medici siano fissati sul proprio mestiere senza rendersi conto che loro vivono in un mondo mentre la popolazione  vive in un altro mondo.  Oltretutto manca anche la minima riflessione sul ruolo che certe figure debbono avere nella società.
La prima domanda che un professionista deve farsi quando si lamenta che la gggente non crede al suo (suo: del professionista) mestiere é se “per caso” non abbia mancato di qualcosa nel fare il proprio dovere-mestiere. Perché un conto è fare l’avvocato o l’architetto, professioni di cui il cittadino ha bisogno una volta nella propria vita. Altro conto é fare “il medico della mutua” con la quale figura professionale uno DEVE avere a che fare addirittura prima che venga al mondo.
Evidente che un cittadino preoccupato di un  grave evento attinente alla salute cerchi informazione ed altrettanto evidente che la prima COMODA fonte di informazione sta nel cellulare che ha in tasca. Gli si può fare colpa? Ma se “il medico della muta” s’è trasformato negli ultimi 40 anni nell’estensore a raffica di ricette per medicinali ed esami, diventa scontato che il paziente-cliente cambia dentro di se l’idea del medico e quindi quella figura si svaluta da sola proprio perché non ha  dialogo col proprio paziente-cliente.
Il paradosso é che mentre giornali e televisioni INONDANO o VERSANO sul cittadino grandissime quantità di informazioni sulla salute, la figura professionale del medico arretri in secondo terzo quarto piano mentre assume prevalenza la figura del giornalista e della star medica che compare in trasmissione.

Tutta la vicenda della meningite nel Basso Sebino ha dimostrato ancora una volta la grave difficoltà “del pubblico” – non solo ATS e ospedali ma proprio la Regione stessa- a reagire prontamente davanti ad una vicenda che – sommate ad altre simili- ormai si presenta anno dopo anno  e sempre col “pubblico” che non sa che pesci pigliare hinc et nunc , che informazioni dare, che fare subito.
La popolazione ha in mente come davanti ad un terremoto o ad una alluvione dove i danni ed anche i morti spesso sono  più numerosi del caso meningite nel Basso Sebino, ci sia da parte del Volontariato una reazione spontanea ed immediata mentre davanti  ad un problema “abbastanza nebuloso” per la maggior parte della popolazione, il “pubblico” ha dimostrato una scarsa prontezza nel reagire. Tanto che  perfino il Prefetto ha dovuto convocare  sindaci e responsabili per darci una sveglia.
Quello che i medici  ed anche il “pubblico” non ha  compreso davanti al caso del Basso sebino è che la Lombardia viene da una storia ormai triennale che si ripete sempre uguale ed alla fine termina con qualche morto e sempre con l’incolpazione del cittadino che non si informa dai dottori ma dai media e dalla rete.

Cominciamo col 2018. Bresso (Milano), 26 settembre 2018 - L'Ats di Milano ha chiuso le indagini sui casi di legionella che si sono verificati a Bresso lo scorso mese di luglio e che hanno causato il decesso di 5 persone e il contagio di altre 47. I dati sono stati presentati dall'asses sore regionale al Welfare Giulio Gallera, dal direttore generale dell'Ats di Milano, Marco Bosio e dal sindaco di Bresso, Simone Cairo."A Bresso - ha detto Gallera - è stato fatto un grande lavoro grazie ad una stretta collaborazione tra Regione Lombardia, il Comune e l'ATS Milano. Sono state mobilitate oltre 70 persone, una task forse che ha indagato 101 siti per un totale di 598 campioni sottoposti ad analisi. Purtroppo non si è arrivati a stabilire quale sia l'unica fonte di contagio dei 52 casi di legionella. L'inchiesta portata avanti da ATS Milano - ha spiegato Gallera - ci ha permesso di escludere il coinvolgimento sia dell'acque dotto sia delle reti idriche interne alle abitazioni. L'evento è stato probabilmente causato dalla dispersione aerea del batterio favorita da fenomeni atmosferici straordinari, come per esempio una bomba d'acqua. Non si può escludere che qualche caso sporadico possa essere stato causato dall'acqua contaminata della fontana Mappamondo, ma non è ipotizzabile che questa possa essere l'unica causa dei 52 casi esaminati".

Passiamo al 2019. Brescia, 15 settembre 2019 - Si concluderà a fine mese il censimento delle torri di raffreddamento nel Bresciano. I sindaci dovranno inviare i dati ad Ats, che, nel frattempo, ha già avviato i campionamenti anti-legionella sugli impianti. Merito della legge regionale che è scaturita dall’epidemia di polmonite e legionella scoppiato lo scorso anno nel Bresciano lungo l’asse del Chiese. Ad un anno dall’inizio del caso, il bilancio è ormai definitivo e parla di 35 positività a legionella e 4 decessi legati al batterio nei 7 comuni della zona rossa (Acquafredda, Visano, Remedello, Calvisano, Carpenedolo, Isorella, Montichiari). Molti di più i casi complessivi di polmonite: 878 gli accessi al Pronto Soccorso di tutta la provincia dai primi di settembre al 18 ottobre e 105 casi di legionella identificati in tutta la provincia.

Ancora Brescia:“una nube batteriologica dispersa nell'aria dalle torri di raffreddamento delle aziende, provocata a quanto pare dal “brodo” del fiume Chiese in secca e scatenata dalle bollenti temperature della scorsa estate: sarebbe questa la probabile causa dell'epide mia di legionella e polmonite batterica che solo pochi mesi fa tra le province di Brescia e di Mantova ha causato ben sette morti e addirittura un migliaio di contagiati.“
L’onda batteriologica che ha infettato quasi mille persone provocando almeno sette morti nell’enclave di confine compresa tra la Bassa Orientale e la provincia di Mantova è stata innescata dal Chiese e amplificata dalle torri di raffreddamento delle aziende che inconsapevolmente hanno alimentato i propri impianti con l’acqua prelevata dal fiume e dalla sua rete di affluenti. Quello che fin’ora era solo un sospetto sta trovando prove scientifiche nella ricerca condotta sotto l’egida del ministero della Salute dall’Istituto superiore di sanità. Il complesso incrocio dei dati sui pazienti e sulla natura dei batteri isolati ha messo a fuoco un comun denominatore nelle forme di polmonite batterica e legionella registrate da settembre a dicembre dello scorso anno.

Arriviamo a gennaio  2000. Sei casi di meningite in poco più di un mese e purtroppo due morti hanno portato a interventi straordinari da parte di Regione Lombardia e dell’Ats di Bergamo: una concentrazione anomala che, nella zona del Basso Sebino. Cinque giorni or sono  erano già 30mila i cittadini vaccinati contro in meningococco di tipo C tra la Bergamasca e il Bresciano. Il dato emerge dall’ultimo bollettino emesso da Regione Lombardia con i dati provenienti da Ats Bergamo e Ats Brescia. Una campagna vaccinale imponente che sta arrivando, giorno dopo giorno, all’obiettivo prefissato: vaccinare 40mila persone.

Osservando con attenzione quel che il “pubblico” ha fornito come informazione al cittadino in ordine a queste tre infezioni sostanzialmente ci si rende conto che nel caso di Bresso l’ATS- Regione non è stata in grado di spiegare esattamente da dove provenisse e come si sia diffusa l’infezione di legionella e chissà quanto sia stata creduta l’affermazione pubblica secondo la quale fosse da  escludere il coinvolgimento sia dell'acquedotto sia delle reti idriche interne alle abitazioni.
Nel  caso del sud-est di Brescia la conclusione  per cui “una nube batteriologica dispersa nell'aria dalle torri di raffreddamento delle aziende, provocata a quanto pare dal “brodo” del fiume Chiese in secca e scatenata dalle bollenti temperature della scorsa estate sarebbe stata la probabile causa dell'epidemia di legionella e polmonite batterica che solo pochi mesi fa tra le province di Brescia e di Mantova ha causato ben sette morti e addirittura un migliaio di contagiati.“ Anche in questo caso le origini non sono certe e se ne sono solo supposte le probabili cause.
Quanto ai casi di meningite nel Basso Sebino il “pubblico” proprio non è stato in grado di dare alcuna plausibile origine, salvo il caso dell’infezio ne trasmessasi tra moglie e marito  ma nell’insieme l’infezione derivata da due  tipi di meningococco (C-B).

A noi pare che sommando la lentezza della reazione del “pubblico” davanti a questi tre gravi problemi e la ripetuta mancanza di informazione sulle origini dei casi abbia contribuito in maniera pesante e pressante a stimolare la popolazione nel ricorrere alla rete ed alle chiacchiere per cercare di capire di più in merito. Vogliamo dire che in una società dove la mobilità è elevatissima si rende necessaria una informazione  pubblica massiccia e certa piuttosto che  non arrivare a nessuna conclusione o a conclusioni che … alla fine c’è sempre di mezzo una condizione favorente se non scatenante: sarebbe demerito della popolazione che vive troppo a contatto –diciamo “intimo”- ed in ambienti con scarso ricambio di aria e liquidi di scarsa qualità.

Se andiamo a vedere come si diffonde il batterio della legionella e come si diffonde quello della meningite ci si rende conto che questo succede  (1) in ambienti chiusi molto frequentati con scarsissimo arieggiamento (2) viene assorbito dall’uomo attraverso un forte innacquamento o un elevato scambio di liquidi personali, sia d’estate che d’inverno (3) ovviamente siccome tutte le persone possono essere portatori sani, può accadere che in qualcuno con minori difese scoppi l’infe zione.

Paradossalmente queste due infezioni sono da una parte  riflessi del benessere in cui viviamo e dall’altra dalle esigenze di riduzione dei consumi energetici : aria condizionata, piscine,  ambienti con ricambio d’aria che non funziona correttamente, riuso acque non pulite.

DIMAIO E SALVINI SONO UOMINI D’ONORE
IL PRIMO S’È DIMESSO PER NON FARE LA FINANZIARIA 2020
IL SECONDO SI DIMETTE DOPO AVERE DISTRUTTO IL PARTITO
POCHE ORE PRIMA DI ALTRI DUE DISASTRI ELETTORALI
(MA CI SONO I PIDDINI CHE NEPPURE LORO
VOGLIONO PERDERE LA CADREGA)

La classe politica italiana non  ha lo spessore di quella francese o tedesca, però riesce presto o tardi ad espellere gli asini. La classe dirigente grillina è la peggiore che gli italiani hanno scelto di mandare in Parlamento, ed è riuscita perfino a surclassare verso il basso i mitici consiglieri e parlamentari leghisti della prima ora di Bossi.
Quando vedi a Berlino Merkel, Macron, Putin Trump e perfino quel mezzo criminale che risponde al nome di AlSisi e  verifichi che il Conte non sa dove mettersi in posa per la foto e il DiMaio non li trovi in nessun gruppo a ragionare (di come assaltare le riserve petrolifere della Libia: mai dimenticare lo scopo della conferenza berlinese) basta anche la poca intelligenza del bibitaro di Avellino per capire che sei tagliato fuori.
E siccome è un uomo d’onore e coraggioso, dopo avere guidato il movimento dal 30% al 5%, ecco la decisione di scappare dalla carica politica poche ore prima della prossima batosta emiliano calabrese. E mi sa che assieme a lui ci sarà anche il suo amico, quello che gli aveva promesso la sedia di PdC se tornava nell’alcova giallo verde.
Quello è scappato a ferragosto sperando che la fuga non facesse troppo clamore presso gli italiani presi nel ferragosto davanti all’idea di una Legge di Bilancio 2020 che doveva spennarli di 32 miliardi.
Oggi pomeriggio Luigi DiMaio si dimetterà da capo politico del Movimento cinque stelle, dopo aver perso la fiducia di chi lo aveva promosso: Beppe Grillo. "Si è rotto qualcosa - confida nelle ore più complicate della sua carriera fulminante - inutile nascondercelo".
L'appuntamento con questo nuovo trauma a cinquestelle è per le 10. Di Maio vedrà i suoi ministri. Gli diranno "resta, Luigi", fa parte della liturgia di chi perde il posto. Poi, alle 17, presentando i misteriosi "facilitatori" regionali al Tempio di Adriano, comunicherà al mondo il passo. Il primo effetto, inevitabilmente, sarà quello di scuotere l'esecutivo. E Conte? Ufficialmente, la comunicazione di Palazzo Chigi nega che il premier fosse avvertito della decisione. In realtà, lo era da giorni. Aveva chiesto al ministro degli Esteri di non lasciare la guida del Movimento. Preoccupato dal vuoto di leadership, dalla guerra di successione. E dai numeri parlamentari che continuano a ridursi. E confida ai ministri che lo contattano a sera un futuro comunque giallorosso: "Siamo solidi. Ci saranno un po' di ovvie turbolenze, ma senza conseguenze per il governo". Che è poi la stessa sensazione del Partito democratico, almeno della fazione governista che fa capo a Dario Franceschini: "Andiamo avanti, nessuno tra loro vuole far cadere l'esecutivo. Per andare dove, tra l'altro?". Chi non gradisce la scelta, invece, è Nicola Zingaretti. "Di Maio si dimette? Non mi fa piacere. Non commento indiscrezioni, ma nel M5S si sottovaluta che di fronte a un centrodestra organizzato non si può dire che Zingaretti e Salvini siano la stessa cosa: non rafforza l'alleanza".
Il governo giallo verde reggerà nonostante le dimissioni di DiMaio, nonostante la sicura sconfitta alle regionali dei penta stellati e quella probabile dei piddini.
Ormai il Parlamento è pieno zeppo di crocerossine tutte tese a salvare la legislatura per pagare il mutuo, per godere di altri tre anni di benestare nei palazzi romani che è qualcosa di assai diverso delle miserie casalinghe della moltitudine di loro.
La questione è che questo governo non doveva proprio nascere e la balla spacciata di non consegnare il Parlamento alla Lega in vista (anche) delle elezioni presidenziali prossime venture non regge. La Lega sa benissimo che anche la nemmeno troppo sottintesa idea di farsi buttare fuori dall’Europa (sempre nella serie: non usciamo noi, sono gli altri che ci buttano fuori) non trova spazio tra i suoi elettori al nord.
Il PD davanti alla crisi di agosto doveva dire agli Italiani: avete votato Lega e 5S adesso RI-datevi un governo. Fatevi la legge di bilancio 2020. Continuate con Quota 100 e il RdC. Continuate con crescita zero e disoccupazione indietro dopo avere modificati il modo di raccogliere i dati.
Adesso sono di nuovo davanti  a scelte improcastinabili. In Libia non sanno che fare ma di sicuro il resto del mondo non ci reputa affidabili. Con l’ASPI non sanno che fare. Con la prescrizione non sanno che fare. Col processo a Salvini non sanno che fare. Con l’Alitalia non sanno che fare. Con L’ILVA non sanno che fare.  Con le altre crisi industriali non anno che fare. Col virus di Whuan non sanno che fare. Col caso Regeni sono imbottigliati. L’occupazione non cresce. La povertà non è stata sconfitta. Quota 100 ha favorito la fuoriuscita proprio di quelli che la necessitavano meno. Il RdC premia i pochi ed è peggio per le famiglie numerose.  Sempre il RdC non crea nemmeno la decima parte dell’occupazione prevista. Ormai siamo alla crisi del commercio e tra poco salterà in aria la bolla del food.
Perché è inutile procrastinare il giorno del giudizio: quando un paese ha 2400 miliardi di debito e i suoi vecchi accumulano ricchezza in danno di figli e nipoti, la soluzione resta sempre e solo una. O avere il coraggio di somministrarsi una patrimoniale oppure una svalutazione internazionale  del nostro debito pubblico: cioè un’altra patrimoniale. Che andrà ad arricchire  i soliti noti.