A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1164 DEL 15GENNAIO 2020
























































Di cosa parliamo in questa pagina.



















EMILIA ROMAGNA, CALABRIA, IRAN, LIBIA
TUTTI IN ATTESA DEL 26 GENNAIO
Intanto che la balenottera spiaggiata del PD si trascina e conclude a Pantigliano l’ennesima novena di autoconservazione dibattendo tra chi vuole calare le braghe subito ai 5S e chi lo vorrebbe assieme nelle stesse braghe e tra una dozzina di giorni la politica nazionale smetterà d’osservarsi l’ombelico mentre l’Iran e la Libia restano nel limbo. Il PD ammicca anche alle Sardine ma queste non paiono proprio così fesse da abboccare. L’Occidente deve  ancora inventarsi una motivazione nobile per invadere quei Paesi  per mantenere le zampe rapaci sulle risorse energetiche. In effetti per la Libia una soluzione sarebbe stata escogitata dalla coppia Erdogan&Putin ma finora uno schizzinoso Khalifa Belqasim Haftar non è contento della spartizione - sparizione dei proventi petroliferi che la NOC transita sui suoi conti familiari. Forse non gli hanno ancora aperto tutti i conti laddove sperava. E naturalmente la malagenia degli impostori cattolici italiani si candidano ad occupare gentilmente la Libia per garantire la giusta divisione delle razzie che i due sultani criminali si stanno già spartendo dalla caduta del precedente razziatore. Noi saremo giusti purchè voi non rompiate le scatole all’ENI. Ma c’é la Total che è sinonimo di Francia che in Libia ha parecchio da dire e intanto in Germania arriva la seconda canna del NordStream: 55 miliardi di mc di gas ogni anno dalla Russia . L’altro ieri Putin ed Erdogan hanno aperto i rubinetti del gasdotto Turkish Stream che trasporterà fino a 16 miliardi di mc di gas tra la città meridionale russa Anapa e villaggio turco di Kıyıköy vicino....(...)

CUCINA CASALINGA
Faceva tenerezza leggere gli articoli precisini e dettagliati di Bergamo Post (ci riferiamo a Curno) che pareva di leggere le pagine antiche di L’Eco, quando c’era ancora la TV in bianco e nero e piacevano tanto ai vecchietti mezzo ciechi che adesso convivono 24ore al giorno con Bergamo TV oppure Rete4 sparate a 120 db perché sono anche sordi. Peccato che la nuova televisione abbia ucciso anche le vecchie abitudine senza che BGPost e neppure i  pochi sismi lettori del settimanale se ne siano accorti tranne che… nessuno ci metteva pubblicità.
E’ finita l’avventura editoriale di Bergamo-Post. Giovedì mattina, 9 gennaio 2020, la nuova testata PrimaBergamo è stata ufficialmente presentata alle autorità e agli stakeholder (mica paglia, eh?) del territorio al cinema San Marco di piazza Repubblica. Una passaggio storico per Netweek (è una succedanea del gruppo D-Mail Group spa: la Società  ha presentato domanda al Tribunale di Milano di Concordato in continuità nell’aprile 2015 successivamente omologato nel maggio 2016 ed eseguito a dicembre 2016 grazie ad un consistente aumento di capitale di oltre Euro 16 Milioni interamente sottoscritto da D.Holding S.r.l., società controllata dalla famiglia Farina). Il nostro circuito editoriale, presente in sei regioni con 59 testate cartacee e 34 quotidiani online, cambia pelle. Alla presentazione, a far da mattatore il direttore responsabile Ettore Ongis (già direttore protoleghista di L’Eco disoccupato dopo il primo luglio 2011) , presenti naturalmente i vertici di Netweek con l’amministratore delegato Alessio Laurenzano, il cfo Massimo Cristofori, il vice president Sales & Marketing Riccardo Galione e il direttore editoriale Giorgio IegianI.
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le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!




































































































































































































































EMILIA ROMAGNA, CALABRIA, IRAN, LIBIA
TUTTI IN ATTESA DEL26 GENNAIO

Intanto che la balenottera spiaggiata del PD si trascina e conclude a Pantigliano l’ennesima novena di autoconservazione dibattendo tra chi vuole calare le braghe subito ai 5S e chi lo vorrebbe assieme nelle stesse braghe e tra una dozzina di giorni la politica nazionale smetterà d’osservarsi l’ombelico mentre l’Iran e la Libia restano nel limbo. Il PD ammicca anche alle Sardine ma queste non paiono proprio così fesse da abboccare. L’Occidente deve  ancora inventarsi una motivazione nobile per invadere quei Paesi  per mantenere le zampe rapaci sulle risorse energetiche. In effetti per la Libia una soluzione sarebbe stata escogitata dalla coppia Erdogan&Putin ma finora uno schizzinoso Khalifa Belqasim Haftar non è contento della spartizione - sparizione dei proventi petroliferi che la NOC transita sui suoi conti familiari. Forse non gli hanno ancora aperto tutti i conti laddove sperava. E naturalmente la malagenia degli impostori cattolici italiani si candidano ad occupare gentilmente la Libia per garantire la giusta divisione delle razzie che i due sultani criminali si stanno già spartendo dalla caduta del precedente razziatore. Noi saremo giusti purchè voi non rompiate le scatole all’ENI. Ma c’é la Total che è sinonimo di Francia che in Libia ha parecchio da dire e intanto in Germania arriva la seconda canna del NordStream: 55 miliardi di mc di gas ogni anno dalla Russia . L’altro ieri Putin ed Erdogan hanno aperto i rubinetti del gasdotto Turkish Stream che trasporterà fino a 16 miliardi di mc di gas tra la città meridionale russa Anapa e villaggio turco di Kıyıköy vicino al confine con la Bulgaria , pronto per essere raddoppiato in pochi anni.
Nei primi giorni del 2020 è stato firmato  l’accordo firmato ad Atene fra i leader di Grecia, Cipro e Israele per realizzare il gasdotto sottomarino EastMed che trasporterà a cominciare 20 miliardi di mc di gas il metano dal Mediterraneo orientale all’Adriatico. Aphrodite, Zhor, Leviathan, Idku, Damietta e Tamar sono i maxi giacimenti rinvenuti e in funzione nel Mare Mediterraneo davanti a Israele (non tutti israeliani: però) e l’EastMed sarà collegato col terminale di Ceyan in Turchia. Il prossimo EastMed Gas Forum (Grecia, Cipro, Israele, Egitto, Italia, Autorità palestinese, Stati Uniti) si svolgerà più avanti a gennaio.
Infine –anzi: prima il 27 novembre scorso Ankara ha firmato un memorandum d’intesa sui confini marittimi con Tripoli che prevede l’espansione della presenza turca nel Mediterraneo con la proclamazione di una Zona economica esclusiva nel Mediterraneo orientale, che prevede l’espansione delle concessioni petrolifere. L’accordo ha scatenato le proteste della Grecia e di Cipro che si sentono minacciate dalla presenza turca nel Mediterraneo. Per questo, Atene ha espulso il rappresentante diplomatico di Tripoli nel paese, ha tolto il suo riconoscimento allo Gna e ha avviato dei colloqui con Haftar. Mossi dagli stessi timori, altri paesi europei potrebbero ritirare il proprio appoggio ad Al Sarraj, che lo scorso weekend ha incassato di nuovo il sostegno del Qatar, partecipando insieme a Erdoğan a un vertice a Doha con l’emiro Tamim bin Hamad al Thani, che si è detto pronto a sostenere Tripoli “sul piano sia economico sia della sicurezza” per “ripristinare la stabilità” nel paese africano.
Aree marine che custodiscono riserve di gas naturale imponenti, a partire dall’egiziano Zohr, gioiello della corona dell’italiana Eni: con i suoi 850 miliardi di metri cubi è il più grande ritrovamento di sempre di tutto il Mediterraneo. E molto ancora potrebbe essere trovato.
Poi ci siamo anche noi Italiani. A sud c'è il gasdotto GreenStream  ia da 46,7 milioni di metri cubi/giorno, lungo 520 km che collega la Libia con l'Italia  e il TransMed tra Tunisia e Italia che trasporta 30 miliardi di mc di gas metano ogni anno.
Ultimo ma non meno rilevante fattore in questo quadro è il ruolo italiano. Per le imprese coinvolte e per quelle potenzialmente coinvolgibili il progetto Eastmed è senza dubbio interessante. Il socio sviluppatore è Igi-Poseidon, la joint-venture tra la greca Depa e l’italiana Edison (controllata dalla francese Edf) guidata da Nicola Monti. La Saipem di Stefano Cao sarebbe invece il candidato naturale, con la svizzera Allseas, ad aggiudicarsi la posa. In un secondo momento, inoltre, anche Snam potrebbe unirsi alla partita, ritagliandosi magari una partecipazione con Depa e Edison.
Per capire le grandezze se nel 2018 il consumo di petrolio in Italia è stato pari a 7,83 barili a testa sono stati nel 2019 1.341.000 i barili bruciati ogni giorno, con una crescita doppia rispetto a quella media globale. Iraq Azerbaijan Russia Arabia Saudita Kazakstan Libia Kuwait Iran Angola Nigeria sono i paesi, in ordine di grandezza, quelli da cui importiamo petrolio.
Come si vede  i dodici anni della crisi iniziata nel 2008 terminano con una “scenario energetico” del mediterraneo del tutto differente da allora. E noi italiani siamo ancora qui a trastullarci sui migranti e  sull’ISIS mentre il resto del mondo é già altrove.


CUCINA CASALINGA


Faceva tenerezza leggere gli articoli precisini e dettagliati di Bergamo Post (ci riferiamo a Curno) che pareva di leggere le pagine antiche di L’Eco, quando c’era ancora la TV in bianco e nero e piacevano tanto ai vecchietti mezzo ciechi che adesso convivono 24ore al giorno con Bergamo TV oppure Rete4 sparate a 120 db perché sono anche sordi. Peccato che la nuova televisione abbia ucciso anche le vecchie abitudine senza che BGPost e neppure i  pochi sismi lettori del settimanale se ne siano accorti tranne che… nessuno ci metteva pubblicità.
E’ finita l’avventura editoriale di Bergamo-Post. Giovedì mattina, 9 gennaio 2020, la nuova testata PrimaBergamo è stata ufficialmente presentata alle autorità e agli stakeholder (mica paglia, eh?) del territorio al cinema San Marco di piazza Repubblica. Una passaggio storico per Netweek (è una succedanea del gruppo D-Mail Group spa: la Società  ha presentato domanda al Tribunale di Milano di Concordato in continuità nell’aprile 2015 successivamente omologato nel maggio 2016 ed eseguito a dicembre 2016 grazie ad un consistente aumento di capitale di oltre Euro 16 Milioni interamente sottoscritto da D.Holding S.r.l., società controllata dalla famiglia Farina). Il nostro circuito editoriale, presente in sei regioni con 59 testate cartacee e 34 quotidiani online, cambia pelle. Alla presentazione, a far da mattatore il direttore responsabile Ettore Ongis (già direttore protoleghista di L’Eco disoccupato dopo il primo luglio 2011) , presenti naturalmente i vertici di Netweek con l’amministratore delegato Alessio Laurenzano, il cfo Massimo Cristofori, il vice president Sales & Marketing Riccardo Galione e il direttore editoriale Giorgio Iegiani.


E' morto.Toh!. Per quello non c’è stato da stupirsi quando qualcuno, Pansa, tanto per fare un nome, ha deciso di esprimere lo stereotipo dell’italiano piccolo borghese, provinciale e intrinsecamente fascista, di Guareschi, Longanesi, di Prezzolini, dedicandosi alla pubblicistica in quel comparto specifico detto dell’uso pubblico della storia, come lo definì Habermas, che tanto i modi erano poi gli stessi e anche le finalità:  accreditare e diffondere attraverso la manipolazione, l’omissione, l’esaltazione fuorviante, una interpretazione di parte del passato. Ma anche suscitare scandalo per conquistarsi popolarità e “presenza” nelle vetrine, nelle classifiche e nelle Tv, mettersi cinicamente al servizio dei vincitori (in questo caso i liberatori di Auschwitz come nella vulgata del premio Oscar) per togliere vigore a un riscatto popolare, nel migliore dei casi retrocesso a cruenta guerra civile, e soprattutto contribuire così a quel clima che in nome della “pacificazione” aveva l’intento di parificare carnefici e vittime, oppressori e sfruttati,  criminali e combattenti per la giustizia e la libertà.


Il vicesindaco e assessore alla Sicurezza della giunta Gori2 in città, Sergio Gandi, in risposta a un’interpellanza sulle criticità di via Paglia ha precisato: «Al comando di polizia locale sono giunti 5 esposti inerenti problematiche di sicurezza urbana, degrado, spaccio e viabilità. Il numero dei servizi svolti sono stati 196 registrati dalla centrale operativa, di cui 67 per motivi di sicurezza urbana. In via Paglia, soprattutto nel tratto tra le vie Paleocapa e Bonomelli. Sono 544 ore di presenza delle pattuglie sulle 1.118 complessive, lo scorso anno, nella zona, anche nelle vie Novelli e Bonomelli”. Ipotizzando che gli orari operativi diurni dei vigili urbani cittadini siano mediamente di 10 ore al giorno (3650 all’anno) vuol dire che una pattuglia binaria di vigili è stata presente  più o meno un’ora al giorno delle 10 di luce diurna mediane.
Vista la situazione in zona non ci pare granche. Il perimetro delle tre stazioni, del Vittorio Emanuele e di via Paglia meriterebbe la presenza costante di due pattuglie per tutta la giornata ed almeno una per il resto della nottata. Non è una novità che le stazioni e contorno sono normalmente dei porti di mare e quindi…

L'edizione digitale di Curno in Comune di fine anno 2019 (alle ore 15,30 del 15 gennaio 2020) non è stata ancora pubblicata in rete (è stata distribuita l’edizione cartacea da quasi un mese). Nessuna meraviglia conoscendo la sindaca Gamba: basta leggere i comunicati sul sito delle sedute dei consiglio comunali per capire l’istinto censorio della medesima. Abbiamo interpellato almeno quattro uffici per sollecitare la pubblicazione della versione digitale e oggi, dopo avere verificato che la promessa-impegno che “per oggi la versione digitale sarà pubblicata”  in realtà all’ora indicata non esiste, invece leggiamo che l’11 gennaio 2020 è stato deliberato di fare stampare altre 350 copie cartacee (oltre le 3500 già stampate) . Signori miei, questa è la de materializzazione della giunta Gamba. Oltre tutto se il fascicolo fosse una edizione d’arte potremmo capire, ma siccome è stampato su  supporto straccione e stampato sempre col criterio dell’ebreo genovese, beh… siamo sempre in linea con questa maggioranza.
Ma forse il motivo della mancata pubblicazione dopo quasi un mese è anche un altro: non finire su questo blog ?.

IL Comune ha rinnovato la pagina web dell’albo pretorio. Peccato che si presenti corretta con explorer mentre è un po’ disordinata con chrome. Ci sembra si carichi anche più velocemente ma c’è sempre un ma: le intestazioni delle pubblicazioni non sono complete e quindi per capire di cosa trattano occorre aprire la pagina: facendo perdere tempo e consumare energia sia al lettore che al sistema. Non riescono neppure a copiare il Comune di Bergamo.

lI Comune ha pubblicato l’avviso di una “Procedura aperta per l’affidamento ventennale in concessione mista del servizio di gestione del centro sportivo con annesso esercizio di somministrazione “vivere insieme 2". L’affidamento prevede da parte del vincitore della gara la realizzazione di interventi sulla struttura secondo un progetto che costerà € 830mila di cui € 606.mila per lavori a base d’asta ed € 224.mila per somme a disposizione dell’Amministrazione Comunale. Il finanziamento delle opere sarà di 350.mila finanziati dal Comune di Curno mediante applicazione dell’avanzo di amministrazione ed € 480.mila finanziati dal vincitore dell’appalto.
Il Comune stima che il valore della concessione generato per tutta la durata del contratto - pari a 20 anni – al netto dell'IVA, sia di € 6.7 milioni di euro, incrementati a € 7milioni, IVA esclusa, in caso di eventuale proroga tecnica di ulteriori 12 mesi. A fronte di questa stima il Comune chiede un canone  annuale di almeno 15 mila euro in aumento (ma solo per 19 anni) secondo le offerte dei potenziali concorrenti.
Detto questo in forma sintetica, l’unica conclusioni cui arriviamo è
(1) quel centro è completamente da rifare da cima a fondo perché progettato male e manutenzionato sull’unghia talmente è malconciato da risultare inabitabile o infrequentabile
(2) tra CVI1 e CVI2 comune e privati ci dovranno mettere non meno di due milioni di euro (ma forse non bastano nemmeno tre)
(3) ha senso che un comune di 7500 abitanti impieghi somme così elevate in DUE centri sportivi per attività che (tennis) possono benissimo essere fornite da impianti privati già esistenti (coi quali  ci si può convenzionare per le tariffe) mentre per attività meno dispendiose (calcio) possono bastare impianti più elementari
(4) non varrebbe piuttosto la pena di inserire i due CVI in un sistema di parchi e verde fruibili da TUTTA la cittadinanza anziché mantenerli come due francobolli riservati a una minoranza?
Ma piuttosto che ragionare con gli “sportivi” e con la giunta Gamba è meglio ragionare coi “culem del bremb”.

Gran lavoro anche per l’ufficio dei lavori pubblici subito dopo le feste di fine-inizio d’anno.
Innanzitutto la mitica passerella sul torrente Quisa e la pista pedociclabile lungo fiume Brembo che ci vengono promesse prima dalla Serra e poi dalla Gamba (sono passati quasi otto anni) NON vedranno la luce nel 2020 (forse i lavori cominceranno a fine 2020) mente invece è partita la gara per l’assegnazione dei lavori di costruzione della COSTOSISSIMA palestra in via Gandhi della nuova Rodari ( al mq costa più di una villa a schiera con finiture di alto livello…) che va terminata entro fine 2020 altrimenti lo Stato ritira il finanziamento di 900mila euro. Visti i tempi imposti da chi finanzia l’opera è stato necessariamente adottata una procedura di gara che sebbene a nostro avviso non sia precisamente trasparente ne conveniente per il Comune, è comunque contemplata dal codice degli appalti e in questi giorni le 25 imprese scelte a caso tra le 181 che avevano presentato domanda di ammissione alla gara dovrebbero presentare o avere presentato la loro offerta. Certo è che dopo avere speso un transatlantico di soldi per la new Rodari adesso sono costretti a fare i tegnoni come degli ebrei genovesi con la palestra che sostanzialmente è l’ennesimo capannone tipo stalla od officina.

E' stata  avviato anche l’appalto per le “sistemazione aree esterne nuova biblioteca/  auditorium e formazione parziale nuovo parcheggio di via IV Novembre” vale a dire la costruzione del parcheggio dentro l’attuale campo di tamburello e poi la sistemazione dell’esterno della biblioteca in vista  -non si sa quando- della sua apertura. Diciamo che –more solito- trattasi di un progetto di basso profilo perché  se vuoi avere un progetto di alto livello non puoi metterlo all’asta … al minor costo possibile. Nessuno si svena per il Comune di Curno: tanto valeva farlo fare ai ragazzi della scuola. Trattasi di opere per € 150.mila di cui € 125.mila per lavori a base d’appalto e € 25.mila per somme a disposizione dell’amministrazione comunale.
Non condividiamo la procedura messa in atto dal dirigente per questo appalto (che lo stesso  motiva in 4 pagine di determinazione) dal momento che stavolta c’era tutto il tempo per applicare quanto disposto dall’art.36 comma 2 [Fermo restando quanto previsto dagli articoli 37 e 38 e salva la possibilità di ricorrere alle procedure ordinarie] invece di adottare la procedura de quo. Noi siamo sempre del parere che occorre massimizzare la concorrenza per schivare al massimo ogni ombra ed ogni possibilità di cartello visto che whatsapp non esiste per niente.
Oltre tutto queste determinazioni sono comprensibili SOLO (1) al segretario comunale (2) a chi le scrive (3) alle imprese mentre sono del tutto incomprensibili al normale cittadino. Il che non è proprio quella che si chiama “trasparenza”