A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1163 DEL 12GENNAIO 2020
























































Di cosa parliamo in questa pagina.



















PER FARNE FUORI TRE
SE NE È SALVATO UNO
MA NE SONO MORTI 183
L'idea criminale del presidente americano Trump di abbattere quello che consideravano uno dei principali nemici degli USA il politico vestito da generale iraniano Qassem Soleimani. Oltre a Soleimani, sono morte anche altre 7 persone. Tra queste un altro importante nome: quello di Abu Mahdi al-Muhandis, uno dei capi delle milizie popolari impegnate contro l’Isis negli anni della guerra al califfato. Si racconta come da fonti ufficiali irachene si soa appreso che l’imboscata sia stata organizzata attraverso canali diplomatici, attirando Soleimani in Iraq per ricevere un’offerta di sanzioni ridotte dal presidente Trump.  Qassem Soleimani è atterrato in Iraq per incontrare il primo ministro Adel Mahdi, il quale avrebbe dovuto essere latore di un messaggio per l’Iran da parte della Casa Bianca, mentre è stato ucciso non appena sceso dall’aereo: la nota diplomatica del segretario di Stato Michael Pompeo all’inviato iraniano, Soleimani, era, in effetti, un’imboscata.
Ma quello contro il generale non è stato l’unico raid compiuto dagli Usa: nello stesso giorno in cui hanno ucciso Soleimani, le forze americane hanno infatti tentato di uccidere un altro alto dirigente iraniano in Yemen, Abdul Reza Shahlai, finanziatore e tra i leader delle forze d’elite Quds. Ma di questa operazione l’amministrazione Trump non ha parlato, visto che non si è conclusa con la morte di Shahlai. La rivelazione – si legge ancora sul Wp – indica che l’uccisione da parte di Soleimani rientrava in una più ampia operazione e alimenta dubbi sul suo obiettivo. Indebolire la leadership dei Guardiani della Rivoluzione (di cui Quds è un’unità di forze speciali e di intelligence) o semplicemente prevenire imminenti attacchi contro interessi americani come inizialmente dichiarato.
(...)

IL CUSTODE DELLA LATRINA DI NUSQUAMIA
DALLA COTTA PER IL BIONDO INGLISC
ALLA COTTA PER IL PELATO CALABRES
Il custode delLa Latrina di Nusquamia l'ing. Claudio Piga, abduano di origini sardAgnole, uno che ha fatto il classico in un ex liceo di preti e il poli milanes, non perde l'abitudine di attingere a fonti inaffidabili per sostenere le sue posizioni fascioleghiste. Se poi la fonte è scritta bene ed è regolarmente piena di cazzate: meglio!. Vedi Il Foglio. Non é la prima volta. Da quella delle vacche scorreggione passando per quella del biondo inglese che recitò in greco antico 42 versi dell'Iliade come fosse  (o sia) possibile stabilire oggi chi parla correttamente il greco e il latino antichi piuttosto che quelli che lo pappagallano –seguendo uno scritto- credendosi maestri senza patente. “Patente” peraltro impossibile da prendere visto che non ci sono riscontri materiali.
L'ultima trovata. Leggiamo a partire dal titolo del post: La Libia fu sottratta dall'Italia all'Impero ottomano, nel 1912. Gli ottomani sono tornati in Libia, potrebbero spartirsela con i russi. Quale ruolo potrebbe giocare Minniti? Prosegue sulla Latrina: Osserva oggi 9 gennaio 2019 il Foglio che questo di Minniti sarebbe «un compito da non dormirci la notte: dare una voce unica all'Europa, recuperando e tutelando gli interessi dell'Italia e dell'Unione».
Il fatto è che Minniti dovrebbe guardarsi — soprattutto — dal fuoco amico: in Italia è odiato dai cattoprogressisti. Solista, forse persino solitario, fuori dalle cordate e dalla vita di corrente, per una parte della sinistra italiana, quella più a sinistra, è diventato un destrorso da dimenticare, da bruciare in effigie, il “mostro dei lager libici”, (…)
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le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!






































































































































































































































PER FARNE FUORI TRE
SE NE È SALVATO UNO
MA NE SONO MORTI 183


L'idea criminale del presidente americano Trump di abbattere quello che consideravano uno dei principali nemici degli USA il politico vestito da generale iraniano Qassem Soleimani. Oltre a Soleimani, sono morte anche altre 7 persone. Tra queste un altro importante nome: quello di Abu Mahdi al-Muhandis, uno dei capi delle milizie popolari impegnate contro l’Isis negli anni della guerra al califfato. Si racconta come da fonti ufficiali irachene si soa appreso che l’imboscata sia stata organizzata attraverso canali diplomatici, attirando Soleimani in Iraq per ricevere un’offerta di sanzioni ridotte dal presidente Trump.  Qassem Soleimani è atterrato in Iraq per incontrare il primo ministro Adel Mahdi, il quale avrebbe dovuto essere latore di un messaggio per l’Iran da parte della Casa Bianca, mentre è stato ucciso non appena sceso dall’aereo: la nota diplomatica del segretario di Stato Michael Pompeo all’inviato iraniano, Soleimani, era, in effetti, un’imboscata.

Ma quello contro il generale non è stato l’unico raid compiuto dagli Usa: nello stesso giorno in cui hanno ucciso Soleimani, le forze americane hanno infatti tentato di uccidere un altro alto dirigente iraniano in Yemen, Abdul Reza Shahlai, finanziatore e tra i leader delle forze d’elite Quds. Ma di questa operazione l’amministrazione Trump non ha parlato, visto che non si è conclusa con la morte di Shahlai. La rivelazione – si legge ancora sul Wp – indica che l’uccisione da parte di Soleimani rientrava in una più ampia operazione e alimenta dubbi sul suo obiettivo. Indebolire la leadership dei Guardiani della Rivoluzione (di cui Quds è un’unità di forze speciali e di intelligence) o semplicemente prevenire imminenti attacchi contro interessi americani come inizialmente dichiarato.

Le operazioni militari americane nello Yemen sono coperte dalla massima segretezza e i funzionari citati dal giornale parlano di un raid – quello diretto contro Shahlai – ancora altamente secretato. L’unico elemento emerso è che il raid non è stato coronato da successo e che funzionari al Pentagono e in Florida hanno seguito entrambi ed avevano discusso della possibilità di annunciarli congiuntamente, se avessero raggiunto il loro obiettivo. “Se lo avessimo ucciso, ce ne saremmo vantati la stessa sera”, ha dichiarato un alto funzionario Usa.

Morale della tragedia l’uccisone criminale e mirata di tre  “nemici degli USA”è finita con una immensa tragedia. Oltre alle guardie del corpo –cinque- morte il 3 gennaio a Bagdad vanno messi in conto anche i 176 passeggeri del Boeing 737 abbattuto “per errore” dagli iraniani. L'Iran ha lanciato l’8 gennaio l'operazione 'Soleimani Martire' sferrando un attacco missilistico in Iraq contro due basi che ospitano le truppe americane e quelle della coalizione, tra cui militari italiani. Una pioggia di cruise e di missili balistici a corto raggio partita dal territorio iraniano si è abbattuta contro la base di al-Asad e contro quella di Erbil, come prima rappresaglia per l'uccisione del generale Qassem Soleimani da parte degli Usa.

Il Boeing 737 dell’Ukraine International Airlines quindi è stato colpito da un missile terra-aria alcune ore dopo che Teheran aveva lanciato l’attacco contro due basi statunitensi in Iraq per vendicare l’uccisione del generale Qassem Soleimani. A fornire la ricostruzione di quanto accaduto è il generale iraniano della forza aerea delle Guardie della rivoluzione, Amirali Hajizadeh: un soldato ha agito in maniera indipendente, sparando senza averne avuto ordine, a causa di un intoppo nelle comunicazioni. Questa è la versione del generale, che ha aggiunto: “Mi prendo la responsabilità per l’abbattimento dell’aereo ucraino e accetto qualsiasi decisione che le autorità prenderanno a riguardo”. “Avrei preferito morire piuttosto che veder accadere un simile fatto”, ha aggiunto il maggiore Hajizadeh, precisando che adesso le indagini su quanto accaduto continueranno guidate dai vertici della giustizia militare.

A bordo del Boeing 737 abbattuto c'erano 167 passeggeri e 9 membri dell'equipaggio. Questo il dettaglio delle vittime: 82 cittadini iraniani e 63 canadesi, 11 ucraini (9 erano membri dell'equipaggio), 10 svedesi, quattro afgani, tre tedeschi e tre britannici. Tra le vittime anche 15 bambini, come testimoniano le immagini dal luogo del disastro, che circolano su diversi media, con giocattoli e libri. Due passeggeri registrati sul volo non si erano imbarcati .
Va anche aggiunto che sempre in queste ore sono emersi altri particolari su questo modello di aereo. Il Boeing 737 Max è stato «progettato da clown e controllato da scimmie». Parola do alcuni degli stessi dipendenti di Boeing in email: alcuni documenti interni della società rivelano critiche e prese in giro alle autorità e non solo sul 737 Max, l'aereo ormai a terra da mesi dopo i due incidenti mortali (Lion Air e Ethiopian Airlines) . Dalle email emerge come i dipendenti di Boeing hanno convinto, anche ricorrendo ad alcuni trucchi, le compagnie aeree e le autorità che non fosse necessario nessun addestramento con simulatori per i piloti del velivolo.

Fatto questo tragico quadro vengono in mente alcune riflessioni.
La prima è che non vorremmo proprio essere nei panni di quei militari iraniani che col loro errore hanno abbattuto il boeing ucraino: sarà una strage di fucilazioni o impiccagioni visto il livello di civiltà  del governo iraniano. Ne ci consola l’eventuale rapporto tra il numero limitato di fucilandi-fucilati e la somma dei 176+8 caduti.

La seconda riflessione  nasce osservando la nazionalità dei passeggeri: 82 cittadini iraniani e 63 canadesi, 11 ucraini (9 erano membri dell'equipaggio), 10 svedesi, quattro afgani, tre tedeschi e tre britannici. Sarebbe interessante capire perché questi 82 iraniani se ne partivano dalla patria verso l’Ucraina che non è certo messa meglio dell’Iran. Si è compreso meglio il rapporto tra i canadesi e gli iraniani: erano persone abbastanza ben messe culturalmente ed economicamente che erano prima migrate in Canada e poi si erano legate a persone ed erano tornate per le feste in Iran. Al di la delle motivazioni  questo fa capire come nonostante il casino che c’è in aria da almeno mezzo secolo nella regione, la gente comunque si sposta, emigra, ritorna, si sposa. Insomma:la voglia di vivere  ha sempre la meglio sulla voglia di fare la guerra.

La terza considerazione. Oggi sul Corriere c’é un’intervista a Riccardo Viola Pitoni, 32 anni che è in Iran dal 2009, prima come studente e interprete persiano-italiano e, da qualche mese, come operatore dell’agenzia turistica Iran Sebt Tour, che collabora con Avventure nel mondo. Racconta che «Dopo l’accordo sul nucleare la percezione era cambiata, il boom maggiore nel turismo si era registrato tra marzo 2015 e marzo 2016 con più di 5 milioni di presenze. Dopo Iraq, Azerbaigian, Afghanistan e Turchia, i primi erano (e sono) i tedeschi, poi i francesi, gli italiani, gli olandesi. Vengono anche gli americani e i canadesi, nonostante possano solo visitare alcune zone. Con le sanzioni e il ritiro dell’America dall’intesa nucleare, il turismo ha resistito anche se tutte le aziende italiane hanno iniziato a essere un po’ titubanti.  Salvo precisare che  “già i voli per Teheran erano stati colpiti dall’uscita degli Stati Uniti dall’accordo sul nucleare. «Dall’Italia non ci sono più voli diretti, è stato un grande smacco. Prima Mahan Air ne aveva due a settimana da Milano e uno da Roma. All’inizio pareva che sarebbero rimasti purché non venissero aumentate le date, ma lo scorso dicembre sono stati cancellati. Mahan non può più viaggiare in Europa. Invece Alitalia li ha sospesi nel dicembre 2018, dopo che Delta si è impegnata a prenderne una quota».
Non ci sono voli diretti neppure dal Canada, nazionalità di 63 dei passeggeri morti nello schianto: la Ukrainian Airlines, tra le compagnie che permettono un viaggio con scalo, è la più economica”.
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IL CUSTODE DELLA LATRINA DI NUSQUAMIA
DALLA COTTA PER IL BIONDO INGLISC
ALLA COTTA PER IL PELATO CALABRES


Il custode delLa Latrina di Nusquamia l'ing. Claudio Piga, abduano di origini sardAgnole, uno che ha fatto il classico in un ex liceo di preti e il poli milanes, non perde l'abitudine di attingere a fonti inaffidabili per sostenere le sue posizioni fascioleghiste. Se poi la fonte è scritta bene ed è regolarmente piena di cazzate: meglio!. Vedi Il Foglio. Non é la prima volta. Da quella delle vacche scorreggione passando per quella del biondo inglese che recitò in greco antico 42 versi dell'Iliade come fosse  (o sia) possibile stabilire oggi chi parla correttamente il greco e il latino antichi piuttosto che quelli che lo pappagallano –seguendo uno scritto- credendosi maestri senza patente. “Patente” peraltro impossibile da prendere visto che non ci sono riscontri materiali.

L'ultima trovata. Leggiamo a partire dal titolo del post: La Libia fu sottratta dall'Italia all'Impero ottomano, nel 1912. Gli ottomani sono tornati in Libia, potrebbero spartirsela con i russi. Quale ruolo potrebbe giocare Minniti? Prosegue sulla Latrina: Osserva oggi 9 gennaio 2019 il Foglio che questo di Minniti sarebbe «un compito da non dormirci la notte: dare una voce unica all'Europa, recuperando e tutelando gli interessi dell'Italia e dell'Unione».
Il fatto è che Minniti dovrebbe guardarsi — soprattutto — dal fuoco amico: in Italia è odiato dai cattoprogressisti. Solista, forse persino solitario, fuori dalle cordate e dalla vita di corrente, per una parte della sinistra italiana, quella più a sinistra, è diventato un destrorso da dimenticare, da bruciare in effigie, il “mostro dei lager libici”, (…)

Ma ecco un particolare inedito sul Foglio (inedito almeno per il custode delLa Latrina di Nusquamia, l'ing Claudio Piga): “A dicembre del 2017, in segreto, Minniti aveva portato a Roma i capitribù della Libia, gli uomini che in realtà governano il paese (…) che si era fatta la guerra per anni e che ora si ritrovava improvvisamente riunita al ministero dell'Interno, per siglare un accordo, proprio nella stanza accanto a quella che al Viminale fa da studio del ministro. E insomma conosce tutti, Minniti. Sa tutto della Libia, pure nelle sue pieghe più riposte”.

Chissà come e perché NESSUN  giornale ha ripreso quella che per il custode delLa Latrina è la “notizia” data dal Foglio. Insomma Il Foglio ha propalato una fake news e il custode delLa Latrina l'ha usata per la sua propaganda stile La Bestia. Invece quel che è certo ma è venuto alla luce solo ai primi di ottobre 2019 (merito di Avvenire) , è che già l'11 maggio 2017 una delegazione libica aveva visitato il CARA di Mineo (quello in mano ai proconsoli di  Alfano) mentre il 14 maggio 2017 – comunicato della guardia di Costiera Italiana- c'era stata la visita di quella delegazione proprio … nel quartiere della Guardia Costiera e Roma . Grazie a Luca Raineri, ricercatore di Relazioni Internazionali e Security Studies presso la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, scopriamo che Bija era a Roma per una serie di «incontri di formazione». Nella nota che, sul sito della Guardia Costiera, accompagnava la notizia si legge: «Nell'ambito del progetto "Sea Demm – Sea and Desert Migration Management for Libyan authorities to rescue migrants", coordinato dall'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim), il Comando Generale delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera ha ricevuto in visita una delegazione composta da rappresentanti di diverse amministrazioni libiche e di funzionari dello stesso Oim».

Della delegazione (del maggio 2017) faceva parte anche Abdalrahman al-Milad soprannominato Bija ed altri trafficanti d'uomini individuati dai nostri servizi e tuttora sotto inchiesta. Nella foto diffusa dalla Guardia Costiera Bija é in abito scuro, pettinatura impomatata e posa atletica, tra i più eleganti. L'appuntamento «si è dimostrato un'importante opportunità per trattare argomenti cruciali quali la ricerca e il salvataggio della vita umana in mare, il border control (il controllo dei confini, ndr), l'attuale divisione delle aree Sar (ricerca e soccorso, ndr) nel Mediterraneo Centrale e il progetto di cooperazione tra Italia e Libia, che si propone, attraverso il ricorso a finanziamenti europei, di istituire un efficiente Maritime Coordination Center in quest'ultimo Stato».

Quindi Minniti sapeva già dalla primavera del 2017 che l'Italia stava trattando e va da se –facciamo un salto al presente- immaginate Mike Pompeo che invita a Washintgton un Qassem Soleimani…

Il fatto è che di quel che scrive o trascrive il custode delLa Latrina di Nusquamia non va preso  letteralmente dal testo ma  ne va letto il sottotesto che è poi quello  che viene riferito come opinione altrui:  “scrive sempre il Fogli nell'articolo di prima pagina Perché il governo valuta l'opzione Minniti in Libia: Solista, forse persino solitario, fuori dalle cordate e dalla vita di corrente, per una parte della sinistra italiana, quella più a sinistra, è diventato un destrorso da dimenticare, da bruciare in effigie, il “mostro dei lager libici”, perché Minniti ha tentato di rovesciare l'identità veltroniana del multiculturalismo, la stagione che spinse Enrico Le_a a nominare Cécile Kyenge ministro. […] Contro Minniti, la sinistrasinistra, non ci vuole molto a prevederlo, farà barricate ideologiche.
Nota del custode deLa Latrina: “Più che di sinistra-sinistra, parlerei di cattoprogressisti.
Eppure, stimatissimo da Paolo Gentiloni e dal presidente Sergio Mattarella, considerato in Europa come dimostra Timmermans, Minniti è stato il tessitore dell'accordo con la Libia sull'immigrazione, il ministro che ha fermato gli sbarchi e siglato i patti con l'islam italiano affinché le moschee fossero registrate e gli imam caldamente invitati a predicare nella nostra lingua, in modo tale da essere compresi (e dunque controllati).

Già: peccato che non sia dimostrato che Minniti abbia “fermato” gli sbarchi (sarebbe come dire che i trafficanti vanno a rapire i migranti per portarli in Italia: una balla grossa così) salvo applicare anche in Italia-Libia qualcosa di simile a quello che l'UE ha concordato con la Turchia: vi diamo dei soldi, tanti soldi, ma trattenete nei vostro campi di concentramento i profughi prima che attraversino il Mare Nero o l'Egeo. Che siano campi di concentramento lo dice l'UNHCR-ONU, mica noi. L'Italia, stracciona come al solito, ha fornito alla Libia un ospedale da campo (con medici in gran parte volontari ma pagati dalle regioni) e un po' di naviglio vecchio come la Maresana riservandosi per portare a casa un po' di soldini anche la manutenzione.
Una fake news quella del Foglio ed un'altra fake news il blocco dell'immigrazione clandestina.