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IRAN,IRAQ,LIBIA,MEDITERRANEO
PIÙ CHE UN PESCO
ABBIAMO BISOGNO DI UN’IDEA
E' probabile che nell’ultimo secolo a capo dei maggiori paesi del mondo
non ci sia mai stato un soggetto strambo come Trump e quindi anche il
resto del mondo non sappia mai come prendere gli USA. Invece la scelta
della presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen adesso
appare in tutta la sua debolezza rispetto a quella che ormai appare
come una nostra (nostra del’UE) controparte (gli USA). Non che gli USA
abbiano in qualche modo teleguidato i paesi dell’UE a scegliere una
presidente che si dedica preferibilmente al Green Deal ma l’UE proprio
non vuole diventare adulta, ed anche la scelta di una modesta e
moderata ed ecumenica e trasversale come la Ursula von der Leyen indica
che sostanzialmente l’UE continuerà a guardarsi l’ombelico e curare gli
ombelichi dei suoi stati e staterelli senza avere idea che siamo mezzo
miliardo di persone e siamo i maggiori consumatori di ogni sorta di
“cosa” esista al mondo.
(....)
INQUINAMENTO ANCHE A BERGAMO
BUONI PROPOSITI SENZA SOLDI
Premesso che sono in conflitto di interessi dal momento che avendo una
patente speciale posso disinteressarmi delle limitazioni al traffico
privato imposte dalle decisioni dei sindaci (ma difatto le rispetto)
secondo i dati più recenti pubblicati in rete, ricaricare la batteria
dell'auto elettrica famigliare alla comune presa di casa (domestica) ha
un costo 0,30 euro al kWh, passando alle comuni colonnine in corrente
alternata da 11 o 22 kW il costo sale a 0,45 euro al kWh mentre
usufruendo delle colonnine fast charge in corrente continua da 50 kW il
prezzo sale ulteriormente fino a 0,55 kWh. Quindi ipotizzando di dover
caricare completamente una batteria di taglia media da 40 kWh (è la
batteria “base” della Nissan Leaf, una delle auto elettriche più
vendute nel nostro paese), si spenderanno 12 euro per un pieno con
un'autonomia intorno ai 250-270 km fino a 22 euro per il fast-charge.
(....)
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IRAN,IRAQ,LIBIA,MEDITERRANEO
PIÙ CHE UN PESCO
ABBIAMO BISOGNO DI UN’IDEA
E' probabile che nell’ultimo secolo a capo dei maggiori paesi del mondo
non ci sia mai stato un soggetto strambo come Trump e quindi anche il
resto del mondo non sappia mai come prendere gli USA. Invece la scelta
della presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen adesso
appare in tutta la sua debolezza rispetto a quella che ormai appare
come una nostra (nostra del’UE) controparte (gli USA). Non che gli USA
abbiano in qualche modo teleguidato i paesi dell’UE a scegliere una
presidente che si dedica preferibilmente al Green Deal ma l’UE proprio
non vuole diventare adulta, ed anche la scelta di una modesta e
moderata ed ecumenica e trasversale come la Ursula von der Leyen indica
che sostanzialmente l’UE continuerà a guardarsi l’ombelico e curare gli
ombelichi dei suoi stati e staterelli senza avere idea che siamo mezzo
miliardo di persone e siamo i maggiori consumatori di ogni sorta di
“cosa” esista al mondo.
L’UE ha guardato in questo ultimo decennio a mille problemi minori
sempre drammatizzandoli per giustificarsi senza accorgersi cosa stava
crescendo attorno a lei. Basta osservare le nervature dei gasdotti e
oleodotti che graffiano e serrano l’UE. Non si è nemmeno accorta
che la Russia di Putin, aggredita da una UE a forte impronta
tedesca, s’è propagata a sud diventando uno degli attori principali del
Mediterraneo orientale. Un Putin cui ha fatto compagnia una Turchia che
l’UE “usa ma non vuole” assieme. All’UE della rturchia vanno bene i
salari dei suoi operai e che faccia da campo di concentramento dei
fuggiaschi siriani. Per il resto… sono fatti suoi: in fondo come
potrebbero le maggiori fabbriche di auto UE (Fiat, Peugeot,
Citroen e Opel/Vauxhall) a vendere a quei prezzi i loro modelli
costruiti dalla Tofas? La Turchia è il 5° produttore di auto in
ambito UE.
Dieci anni di rifiuti dell’UE hanno convinto la Turchia a giocare da sola un ruolo nel mare.
La NATO creata come baluardo per i paesi sconfitti nella seconda guerra
contro il comunismo è diventata nel tempo –da una parte- la longa manus
della Germania per inglobare i paesi ad est di quella (che difatto li
ha economicamente incorporati e cerca di tenerli in condizioni sub
democratiche per garantirsi maggiori profitti) e dall’altra il mezzo
degli USA di condurre il controllo delle risorse energetiche
internazionali. Una volta veniva sbandierato il comunismo come nemico
ed oggi hanno reinventato l’ISIS o qualcosa di simile: c’è sempre un
motivo da vendere agli allocchi.
Adesso ecco la stampa e la politica internazionale che si strappano i
peli del petto scoprendo che nel Mediterraneo la NATO conta poco più o
poco meno di zero. Che il disegno della Russia di stabilirsi s’è
concretizzato e stabilizzato. Che se fino ieri il controllo delle
risorse energetiche di cui l’UE aveva bisogno passava ancora dalle mani
del Trump di turno mentre adesso passa nelle mani di un Putin, di
un Erdogan, di un Netanyau, di un egiziano Abdel Fattah al-Sisi.
A mio avviso l’UE ragiona ancora mettendo il possesso dell’atomica come
lo spartiacque tra nazioni affidabili e quelle non, mentre oggi non è
più così. Oggi tutte le nazioni al mondo sanno che una guerra
nucleare sarà la fine di tutto. Ieri il pericolo che la
Russia invadesse l’Europa c’era. Oggi non esiste. Oggi gli USA e i loro
lacchè agitano il terrorismo come nemico comune poi vai a vedere
e i morti ammazzati dal terrorismo sono cento volte di più altrove
rispetto all’Ue.
Oggi il futuro è in mano a chi possiede l’energia, chi ne controlla i
trasporti e i percorsi. Il futuro oggi è in mano ai popoli numerosi che
figliano e crescono. Ieri si poteva sghignazzare di una epidemia che
massacrava un “paese sottosviluppato” oggi i “paesi sviluppati” se la
fanno sotto per l’ebola in Africa.
Tutte le beghine sugli standard ortofrutticoli dell’UE o sul rapporto
deficit/PiL delle nazioni fanno sorridere quando pensiamo che mezza
dozzina di barchini iraniani hanno fermato il traffico petrolifero nel
Golfo di Hormuz. Che pochi missili lanciati dall’Iran hanno scavalcato
l’Ira e Kuwait per colpire due maxi raffinerie saudite.
L’ambizione che oggi dovrebbe avere l’UE sarebbe quella di avere un
esercito con le mostrine azzurre con ventotto stellette che scalza le
centinaia di basi USA dall’UE e dal Medio Oriente e nord Africa e
reimposta le relazioni con quei paesi.
Il comunismo sovietico non è crollato perché c’era la NATO ma perché
sono arrivate le televisioni, i cellulari, i satelliti. Le
petromonarchie, le democrature, quei mostri strani come l’Iran o
l’Afganistan crollano non per gli scarponi dei soldati stranieri in
casa a portare o insegnare la democrazia ma perché quella
popolazione vorrà vivere bene come noi.
Occorrono gli scarponi e le mostrine con 28 stelle in campo azzurro ma non si tratta del PeSCO.
Scrive Roberto Colella che “il progetto di cooperazione, noto appunto
come PeSCo, è previsto dal Trattato di Lisbona, ma per quasi venti anni
è rimasto una disposizione non attuata degli accordi. La situazione di
stallo si è sbloccata grazie all’iniziativa portata avanti da Germania
e Francia, che hanno rilanciato il progetto come risposta alla Brexit.
La PeSCo prevede che gli Stati firmatari assumano numerosi impegni
vincolanti
[https://eeas.europa.eu/sites/eeas/files/pesco_factsheet_november_2018_it_0.pdf
]la cui corretta implementazione dovrà essere periodicamente
verificata. I più importanti sono: aumentare le spese militari per
“avvicinarsi” alla soglia del 2% del Pil, aumentare le spese militari
in termini reali e non solo relativi al Pil, partecipare alla creazione
di una forza di reazione rapida europea, integrare in maniera maggiore
gli eserciti europei (trasporti, munizioni, ruoli), aumentare la
compatibilità tra gli equipaggiamenti militari dei vari eserciti.
C’è comunque una frase chiave nel PeSCo factsheet che recita: “PeSCo è
una infrastruttura e un processo, basati su un Trattato, [creato] per
approfondire la cooperazione di difesa tra gli Stati Membri Ue che
siano capaci e intenzionati a farlo”. Quindi dipende tutto dalla
volontà politica dei singoli Paesi membri di usare tale strumento; tale
volontà, spesso soggetta a interessi divergenti in politica estera, di
fatto non si concretizza mai in un intento condiviso e, pertanto, gli
strumenti esistenti restano inutilizzati. Serve se gli Stati europei
hanno intenzioni di usarlo per realizzare qualcosa insieme. Quindi c’è
da chiedersi che cosa gli Stati europei sono disposti a realizzare
insieme visto che la stessa politica estera comune lascia molto a
desiderare?.
Messo così per il PeSCO è sostanzialmente qualcosa di parallelo e
sostitutivo della NATO e quindi sostanzialmente inutile non solo per
quel 2% di spese previste (hai voglia che gli stati ce lo
mettano…) e difatto è rimasto sulla carta sebbene “dovrebbe”
nascere entro il 2021.
Non è questo l’esercito europeo di cui ha bisogno l’UE e non è certo la
nemmeno troppo sottintesa idea di schierarlo sul confine orientale la
necessità primaria. Insomma: prima amcora degli uomini con una divisa e
le mostrine identiche manca un’idea del che fare che non sia esclusiva
brutta copia del passato ma abbia uno sguardo al futuro.
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INQUINAMENTO ANCHE A BERGAMO
BUONI PROPOSITI SENZA SOLDI
Premesso che sono in conflitto di interessi dal momento che avendo una
patente speciale posso disinteressarmi delle limitazioni al traffico
privato imposte dalle decisioni dei sindaci (ma difatto le
rispetto) secondo i dati più recenti pubblicati in rete,
ricaricare la batteria dell'auto elettrica famigliare alla comune presa
di casa (domestica) ha un costo 0,30 euro al kWh, passando alle comuni
colonnine in corrente alternata da 11 o 22 kW il costo sale a 0,45 euro
al kWh mentre usufruendo delle colonnine fast charge in corrente
continua da 50 kW il prezzo sale ulteriormente fino a 0,55 kWh. Quindi
ipotizzando di dover caricare completamente una batteria di taglia
media da 40 kWh (è la batteria “base” della Nissan Leaf, una delle auto
elettriche più vendute nel nostro paese), si spenderanno 12 euro per un
pieno con un'autonomia intorno ai 250-270 km fino a 22 euro per il
fast-charge.
Roberto Cremaschi consigliere comunale a Bergamo con delega ai "Nuovi
Cittadini", con il suo gruppo Ambiente Partecipazione e Futuro ha
pubblicato ieri un lacrimoso comunicato-appello col quale invita tutti
a "non abbassare la guardia" in tema di inquinamento dell'aria.
L'appello inizia col solito mega pistolotto di storia recente
sull'andamento del tempo e sull'inquinamento: “in questi giorni in
sessantuno Comuni con polveri sottili che superano da quattro, cinque,
sei e anche dieci giorni i limiti di legge sono partite le classiche
limitazioni al traffico. Due terzi di questi sono nel Nord Italia: 19
in Piemonte, 10 in Veneto, 5 in Lombardia, 5 in Emilia. In
generale, è stato il capodanno più inquinato dal 2005, da quando, cioè,
esiste questo tipo di misurazioni. Il 2020 si è aperto in Lombardia con
condizioni meteorologiche in gran parte sfavorevoli alla dis persione
degli inquinanti, con alta pressione, assenza di precipitazioni,
frequenti inversioni termiche anche diurne e, generalmente, vento
debole. Le previsioni meteo per i prossimi giorni evidenziano
condizioni di stabilità atmosferica, favorevole o neutra rispetto
all'accu mulo degli inquinanti”. Ecc. ecc.
Poi elenca tutti gli impegni che il Gori 2 ha assunto in campagna
elettorale partendo dal fatto che le limitazioni al traffico oltre a
non consentire una sistematica riduzione dell'inqui namento diventano
un alibi per non cambiare stili di spostamento e di vita. Sono uno
strumento debole ed emergenziale, di fronte a un cambiamento climatico
drammatico e ormai stabile(…). Se va dato atto che il numero di giorni
di superamento di 50 µg/m3, – benché in numerose stazioni della
Lombardia ancora superiori ai 35 previsti dalla normativa – sono in
costante diminuzione negli ultimi 15 anni, è certo che serve un deciso
cambio di rotta che affronti il problema rispetto a tutte le fonti di
inquinamento, dal trasporto di merci e persone al riscaldamento degli
edifici e alle produzioni industriali (quanti negozi con riscaldamento
a palla e porte spalancate sulla strada!!!!)
Per quanto riguarda la nostra città, nel programma elettorale sono
indicati con precisione alcuni obiettivi, già tradotti nelle linee
programmatiche e in alcuni casi nel Piano opere pubbliche e resi
“prioritari” dall'approvazione della mozione sull'emergenza climatica:
(…).
Davanti a tutti questi buoni propositi mi viene in mente (digressione…)
la storia di quel cinquantenne che va dal dottore e il medico gli
ordina una caterva di esami e poi gli prescrive 50mg di statine e 50 mg
di betabloccanti al giorno (basta seguire RAI3 dalle 11 alle 12 ogni
giorno per diventare professori meglio di Burioni…). Lui si
ciuccia le due pastiglie pro die e immagina di essere tornato ventenne
ma morirà d'infarto mentre scala in bicicletta la Torre de Busi-Valcava
alle due del pomeriggio del 15 agosto.
Meno male che in tema di inquinamento della Val Padana ormai si sono
accorti tutti che non rammendando casualmente più o meno
città per città che si risolve la questione: e questo convinzione è già
una conquista in un Paese dove ci si divide su tutto.
Per la città di Bergamo e il suo interland (vale a dire gli accessi
anche su lunghe distanze che si ripetono giornalmente) noi pensiamo che
varrebbe la pena che nei tre orari di punta i trasporti pubblici siano
gratuiti mentre il costo dei parcheggi raddoppi o triplichi secondo le
fasce di avvicinamento al centro. Il minore incasso delle società di
trasporto verrebbe compensato dalle tariffe sui parcheggi ma
anche su acqua e luce e benzina togliendo l'ammontare dai costi
impropri che adesso fanno anche più della metà della bolletta.
Poi occorre il coraggio di creare delle VERE linee di
metropolitane da Ardesio, Piazza Brembana, Treviglio, Brescia Lecco
Milano sulle attuali ferrovie, visto che i soldi o Bergamaschi li
hanno e basterebbe compensarli di mezzo punto % in più anziché
lasciarli inchiodati sui BOT.
Nelle misure che oggi vengono poste in essere – il discorso è generale:
non solo quelle di Bergamo- manca un patto tra l'organismo che
rappresenta tutti i cittadini ed ogni singolo cittadino. Non basta
raccomandare buonsenso all'automo bilista buonsenso e porgli
qualche limitazione. Occorre proprio dire al cittadino utente della
città: io comune ti faccio viaggiare gratis su buoni mezzi ma tu
se non collabori, paghi salato.
Poi occorre maggiore “cura della città”, vale a dire che –vigili o
telecamere che siano- non può essere consentito che mezzi a benzina e
gasolio transitino ad ogni ora in zone pedonali perchè hanno sempre e
comunque “il debito permesso”. E se uno di quei mezzi fosse
“espropriato” da una bandito che lo usa per fare una strage?. “Cura
della città” significa però anche spazi a dimensione umana piuttosto
che spianate di cemento per accogliere bancarelle di cineserie
travestite tricolori oppure un viale Roma che pare l'A4 tanto è ampio e
dissestato. Adesso si dice che il Comune vuole
pedonalizzare Piazza Matteotti e via Tasso – il Sentierone allargato e
allungato- ma se la “dimensione” degli spazi non viene convertita
a misura d'uomo e rimane quella fabbricata a misura di
macchina, le persone si sentiranno sempre in pericolo ed estranee allo
spazio.
Bergamo in mano a Gori o forse “nonostante” Gori solo per via del
Caravaggio e delle Mura Patrimonio dell'Uma nità si sta avviando ad
inserisci in un circuito internazionale tra visitatori turisti ed
affari per le nostre imprese che i Bergamaschi faticano ad assorbire
forse anche comprendere anche se siamo diventati anche noi assai
girovaghi per il mondo.
Ecco, però: facciamo Bergamo e la Provincia anche dei territori dove ci si sposta più col mezzo pubblico che con quelli privati.
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