A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1162 DEL 10 GENNAIO 2020
























































Di cosa parliamo in questa pagina.



















IRAN,IRAQ,LIBIA,MEDITERRANEO
PIÙ CHE UN PESCO
ABBIAMO BISOGNO DI UN’IDEA

E' probabile che nell’ultimo secolo a capo dei maggiori paesi del mondo non ci sia mai stato un soggetto strambo come Trump e quindi anche il resto del mondo non sappia mai come prendere gli USA. Invece la scelta della presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen adesso appare in tutta la sua debolezza rispetto a quella che ormai appare come una nostra (nostra del’UE) controparte (gli USA). Non che gli USA abbiano in qualche modo teleguidato i paesi dell’UE a scegliere una presidente che si dedica preferibilmente al Green Deal ma l’UE proprio non vuole diventare adulta, ed anche la scelta di una modesta e moderata ed ecumenica e trasversale come la Ursula von der Leyen indica che sostanzialmente l’UE continuerà a guardarsi l’ombelico e curare gli ombelichi dei suoi stati e staterelli senza avere idea che siamo mezzo miliardo di persone e siamo i maggiori consumatori di ogni sorta di “cosa” esista al mondo.
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INQUINAMENTO ANCHE A BERGAMO
BUONI PROPOSITI SENZA SOLDI


Premesso che sono in conflitto di interessi dal momento che avendo una patente speciale posso disinteressarmi delle limitazioni al traffico privato imposte dalle decisioni dei sindaci (ma difatto le rispetto)  secondo i dati più recenti pubblicati in rete, ricaricare la batteria dell'auto elettrica famigliare alla comune presa di casa (domestica) ha un costo 0,30 euro al kWh, passando alle comuni colonnine in corrente alternata da 11 o 22 kW il costo sale a 0,45 euro al kWh mentre usufruendo delle colonnine fast charge in corrente continua da 50 kW il prezzo sale ulteriormente fino a 0,55 kWh. Quindi ipotizzando di dover caricare completamente una batteria di taglia media da 40 kWh (è la batteria “base” della Nissan Leaf, una delle auto elettriche più vendute nel nostro paese), si spenderanno 12 euro per un pieno con un'autonomia intorno ai 250-270 km fino a 22 euro per il fast-charge.

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le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!

































COSE CHE POSSONO
ACCADERE A CURNO


DA QUI PASSAVA, PRIMA DELLA COSTRUZIONE DELLA PRIULA LA STRADA DA BERGAMO
ALLA VALBREMBAMNA
La FORCELLA DI NESE-POSCANTE



































































































































































































IRAN,IRAQ,LIBIA,MEDITERRANEO
PIÙ CHE UN PESCO
ABBIAMO BISOGNO DI UN’IDEA

E' probabile che nell’ultimo secolo a capo dei maggiori paesi del mondo non ci sia mai stato un soggetto strambo come Trump e quindi anche il resto del mondo non sappia mai come prendere gli USA. Invece la scelta della presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen adesso appare in tutta la sua debolezza rispetto a quella che ormai appare come una nostra (nostra del’UE) controparte (gli USA). Non che gli USA abbiano in qualche modo teleguidato i paesi dell’UE a scegliere una presidente che si dedica preferibilmente al Green Deal ma l’UE proprio non vuole diventare adulta, ed anche la scelta di una modesta e moderata ed ecumenica e trasversale come la Ursula von der Leyen indica che sostanzialmente l’UE continuerà a guardarsi l’ombelico e curare gli ombelichi dei suoi stati e staterelli senza avere idea che siamo mezzo miliardo di persone e siamo i maggiori consumatori di ogni sorta di “cosa” esista al mondo.

L’UE ha guardato in questo ultimo decennio a mille problemi minori sempre drammatizzandoli per giustificarsi senza accorgersi cosa stava crescendo attorno a lei. Basta osservare le nervature dei gasdotti e oleodotti che graffiano e serrano l’UE. Non si è nemmeno accorta che  la Russia di Putin, aggredita da una UE a forte impronta tedesca, s’è propagata a sud diventando uno degli attori principali del Mediterraneo orientale. Un Putin cui ha fatto compagnia una Turchia che l’UE “usa ma non vuole” assieme. All’UE della rturchia vanno bene i salari dei suoi operai e che faccia da campo di concentramento dei fuggiaschi siriani. Per il resto… sono fatti suoi: in fondo come potrebbero  le maggiori fabbriche di auto UE (Fiat, Peugeot, Citroen e Opel/Vauxhall) a vendere a quei prezzi i loro modelli costruiti dalla Tofas?  La Turchia è il 5° produttore di auto in ambito UE.
Dieci anni di  rifiuti dell’UE hanno convinto la Turchia a giocare da sola un ruolo nel mare.

La NATO creata come baluardo per i paesi sconfitti nella seconda guerra contro il comunismo è diventata nel tempo –da una parte- la longa manus della Germania per inglobare i paesi ad est di quella (che difatto li ha economicamente incorporati e cerca di tenerli in condizioni sub democratiche per garantirsi maggiori profitti) e dall’altra il mezzo degli USA di condurre il controllo delle risorse energetiche internazionali. Una volta veniva sbandierato il comunismo come nemico ed oggi hanno reinventato l’ISIS o qualcosa di simile: c’è sempre un motivo da vendere agli allocchi.

Adesso ecco la stampa e la politica internazionale che si strappano i peli del petto scoprendo che nel Mediterraneo la NATO conta poco più o poco meno di zero. Che il disegno della Russia di stabilirsi s’è concretizzato e stabilizzato. Che se fino ieri il controllo delle risorse energetiche di cui l’UE aveva bisogno passava ancora dalle mani del Trump di turno mentre adesso passa  nelle mani di un Putin, di un Erdogan, di un Netanyau, di un egiziano Abdel Fattah al-Sisi.

A mio avviso l’UE ragiona ancora mettendo il possesso dell’atomica come lo spartiacque tra nazioni affidabili e quelle non, mentre oggi non è più così. Oggi tutte le nazioni al mondo sanno che una guerra nucleare  sarà la fine di tutto.  Ieri il pericolo che la Russia invadesse l’Europa c’era. Oggi non esiste. Oggi gli USA e i loro lacchè  agitano il terrorismo come nemico comune poi vai a vedere e i morti ammazzati dal terrorismo sono cento volte di più altrove rispetto all’Ue.
Oggi il futuro è in mano a chi possiede l’energia, chi ne controlla i trasporti e i percorsi. Il futuro oggi è in mano ai popoli numerosi che figliano e crescono. Ieri si poteva sghignazzare di una epidemia che massacrava un “paese sottosviluppato” oggi i “paesi sviluppati” se la fanno sotto per l’ebola in Africa.
Tutte le beghine sugli standard ortofrutticoli dell’UE o sul rapporto deficit/PiL delle nazioni fanno sorridere quando pensiamo che mezza dozzina di barchini iraniani hanno fermato il traffico petrolifero nel Golfo di Hormuz. Che pochi missili lanciati dall’Iran hanno scavalcato l’Ira e Kuwait per colpire due maxi raffinerie saudite.

L’ambizione che oggi dovrebbe avere l’UE sarebbe quella di avere un esercito con le mostrine azzurre con ventotto stellette che scalza le centinaia di basi USA dall’UE e dal Medio Oriente e nord Africa e reimposta le relazioni con quei paesi.
Il comunismo sovietico non è crollato perché c’era la NATO ma perché sono arrivate le televisioni, i cellulari, i satelliti. Le petromonarchie, le democrature, quei mostri strani come l’Iran  o l’Afganistan crollano non per gli scarponi dei soldati stranieri in casa  a portare o insegnare la democrazia ma perché quella popolazione vorrà vivere bene come noi.

Occorrono gli scarponi e le mostrine con 28 stelle in campo azzurro ma non si tratta del PeSCO.

Scrive Roberto Colella che “il progetto di cooperazione, noto appunto come PeSCo, è previsto dal Trattato di Lisbona, ma per quasi venti anni è rimasto una disposizione non attuata degli accordi. La situazione di stallo si è sbloccata grazie all’iniziativa portata avanti da Germania e Francia, che hanno rilanciato il progetto come risposta alla Brexit. La PeSCo prevede che gli Stati firmatari assumano numerosi impegni vincolanti [https://eeas.europa.eu/sites/eeas/files/pesco_factsheet_november_2018_it_0.pdf ]la cui corretta implementazione dovrà essere periodicamente verificata. I più importanti sono: aumentare le spese militari per “avvicinarsi” alla soglia del 2% del Pil, aumentare le spese militari in termini reali e non solo relativi al Pil, partecipare alla creazione di una forza di reazione rapida europea, integrare in maniera maggiore gli eserciti europei (trasporti, munizioni, ruoli), aumentare la compatibilità tra gli equipaggiamenti militari dei vari eserciti.
C’è comunque una frase chiave nel PeSCo factsheet che recita: “PeSCo è una infrastruttura e un processo, basati su un Trattato, [creato] per approfondire la cooperazione di difesa tra gli Stati Membri Ue che siano capaci e intenzionati a farlo”. Quindi dipende tutto dalla volontà politica dei singoli Paesi membri di usare tale strumento; tale volontà, spesso soggetta a interessi divergenti in politica estera, di fatto non si concretizza mai in un intento condiviso e, pertanto, gli strumenti esistenti restano inutilizzati. Serve se gli Stati europei hanno intenzioni di usarlo per realizzare qualcosa insieme. Quindi c’è da chiedersi che cosa gli Stati europei sono disposti a realizzare insieme visto che la stessa politica estera comune lascia molto a desiderare?.

Messo così per il PeSCO è sostanzialmente qualcosa di parallelo e sostitutivo della NATO e quindi sostanzialmente inutile non solo per quel 2% di spese previste (hai voglia che gli stati ce lo mettano…)  e difatto è rimasto sulla carta sebbene “dovrebbe” nascere entro il 2021.
Non è questo l’esercito europeo di cui ha bisogno l’UE e non è certo la nemmeno troppo sottintesa idea di schierarlo sul confine orientale la necessità primaria. Insomma: prima amcora degli uomini con una divisa e le mostrine identiche manca un’idea del che fare che non sia esclusiva brutta copia del passato ma abbia  uno sguardo al futuro.

INQUINAMENTO ANCHE A BERGAMO
BUONI PROPOSITI SENZA SOLDI


Premesso che sono in conflitto di interessi dal momento che avendo una patente speciale posso disinteressarmi delle limitazioni al traffico privato imposte dalle decisioni dei sindaci (ma difatto le rispetto)  secondo i dati più recenti pubblicati in rete, ricaricare la batteria dell'auto elettrica famigliare alla comune presa di casa (domestica) ha un costo 0,30 euro al kWh, passando alle comuni colonnine in corrente alternata da 11 o 22 kW il costo sale a 0,45 euro al kWh mentre usufruendo delle colonnine fast charge in corrente continua da 50 kW il prezzo sale ulteriormente fino a 0,55 kWh. Quindi ipotizzando di dover caricare completamente una batteria di taglia media da 40 kWh (è la batteria “base” della Nissan Leaf, una delle auto elettriche più vendute nel nostro paese), si spenderanno 12 euro per un pieno con un'autonomia intorno ai 250-270 km fino a 22 euro per il fast-charge.

Roberto Cremaschi consigliere comunale a Bergamo con delega ai "Nuovi Cittadini", con il suo gruppo Ambiente Partecipazione e Futuro ha pubblicato ieri un lacrimoso comunicato-appello col quale invita tutti a "non abbassare la guardia" in tema di inquinamento dell'aria.  L'appello inizia col solito mega pistolotto di storia recente sull'andamento del tempo e sull'inquinamento: “in questi giorni in sessantuno Comuni con polveri sottili che superano da quattro, cinque, sei e anche dieci giorni i limiti di legge sono partite le classiche limitazioni al traffico. Due terzi di questi sono nel Nord Italia: 19 in Piemonte, 10 in Veneto, 5 in Lombardia, 5 in Emilia.  In generale, è stato il capodanno più inquinato dal 2005, da quando, cioè, esiste questo tipo di misurazioni. Il 2020 si è aperto in Lombardia con condizioni meteorologiche in gran parte sfavorevoli alla dis persione degli inquinanti, con alta pressione, assenza di precipitazioni, frequenti inversioni termiche anche diurne e, generalmente, vento debole. Le previsioni meteo per i prossimi giorni evidenziano condizioni di stabilità atmosferica, favorevole o neutra rispetto all'accu mulo degli inquinanti”. Ecc. ecc.

Poi elenca tutti gli impegni che il Gori 2 ha assunto in campagna elettorale partendo dal fatto che le limitazioni al traffico oltre a non consentire una sistematica riduzione dell'inqui namento diventano un alibi per non cambiare stili di spostamento e di vita. Sono uno strumento debole ed emergenziale, di fronte a un cambiamento climatico drammatico e ormai stabile(…). Se va dato atto che il numero di giorni di superamento di 50 µg/m3, – benché in numerose stazioni della Lombardia ancora superiori ai 35 previsti dalla normativa – sono in costante diminuzione negli ultimi 15 anni, è certo che serve un deciso cambio di rotta che affronti il problema rispetto a tutte le fonti di inquinamento, dal trasporto di merci e persone al riscaldamento degli edifici e alle produzioni industriali (quanti negozi con riscaldamento a palla e porte spalancate sulla strada!!!!)
Per quanto riguarda la nostra città, nel programma elettorale sono indicati con precisione alcuni obiettivi, già tradotti nelle linee programmatiche e in alcuni casi nel Piano opere pubbliche e resi “prioritari” dall'approvazione della mozione sull'emergenza climatica: (…).

Davanti a tutti questi buoni propositi mi viene in mente (digressione…) la storia di quel cinquantenne che va dal dottore e  il medico gli ordina una caterva di esami e poi gli prescrive 50mg di statine e 50 mg di betabloccanti al giorno (basta seguire RAI3 dalle 11 alle 12 ogni giorno per diventare  professori meglio di Burioni…). Lui si ciuccia le due pastiglie pro die e immagina di essere tornato ventenne ma morirà d'infarto mentre scala in bicicletta la Torre de Busi-Valcava alle due del pomeriggio del 15 agosto.

Meno male che in tema di inquinamento della Val Padana ormai si sono accorti tutti che non  rammendando  casualmente più o meno città per città che si risolve la questione: e questo convinzione è già una conquista in un Paese dove ci si  divide su tutto.

Per la città di Bergamo e il suo interland (vale a dire gli accessi anche su lunghe distanze che si ripetono giornalmente) noi pensiamo che varrebbe la pena che nei tre orari di punta i trasporti pubblici siano gratuiti mentre il costo dei parcheggi raddoppi o triplichi secondo le fasce di avvicinamento al centro. Il minore incasso delle società di trasporto verrebbe compensato dalle tariffe sui parcheggi ma anche  su acqua e luce e benzina togliendo l'ammontare dai costi impropri che adesso fanno anche più della metà della bolletta.
Poi occorre il coraggio di creare  delle  VERE linee di metropolitane da Ardesio, Piazza Brembana, Treviglio, Brescia Lecco Milano sulle attuali ferrovie, visto che  i soldi o Bergamaschi li hanno  e basterebbe compensarli di mezzo punto % in più anziché lasciarli inchiodati sui BOT.

Nelle misure che oggi vengono poste in essere – il discorso è generale: non solo quelle di Bergamo- manca un patto tra l'organismo che rappresenta tutti i cittadini ed ogni singolo cittadino. Non basta raccomandare buonsenso all'automo bilista  buonsenso e porgli qualche limitazione. Occorre proprio dire al cittadino utente della città: io comune ti faccio viaggiare gratis  su buoni mezzi ma tu se non collabori, paghi salato.
Poi occorre maggiore “cura della città”, vale a dire che –vigili o telecamere che siano- non può essere consentito che mezzi a benzina e gasolio transitino ad ogni ora in zone pedonali perchè hanno sempre e comunque “il debito permesso”. E se uno di quei mezzi fosse “espropriato” da una bandito che lo usa per fare una strage?. “Cura della città” significa però anche spazi a dimensione umana piuttosto che spianate di cemento per accogliere bancarelle di cineserie travestite tricolori oppure un viale Roma che pare l'A4 tanto è ampio e dissestato. Adesso si dice che   il Comune vuole pedonalizzare Piazza Matteotti e via Tasso – il Sentierone allargato e allungato- ma se la “dimensione” degli spazi non viene convertita  a misura d'uomo e rimane quella  fabbricata  a misura di macchina, le persone si sentiranno sempre in pericolo ed estranee allo spazio.

Bergamo in mano a Gori o forse “nonostante” Gori solo per via del Caravaggio e delle Mura Patrimonio dell'Uma nità si sta avviando ad inserisci in un circuito internazionale tra visitatori turisti ed affari per le nostre imprese che i Bergamaschi faticano ad assorbire forse anche comprendere anche se siamo diventati anche noi assai girovaghi per il mondo.

Ecco, però: facciamo Bergamo e la Provincia anche dei territori dove ci si sposta più col mezzo pubblico che con quelli privati.