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GIUSTIZIA E SCUOLA VANNO MALE
PERCHÉ SONO IN MANO PRIVATA
Tra Santo Stefano a Capodanno due notizie che si accavallano. Il
ministro della pubblica istruzione ha dato le dimissioni (da ministro:
non da parlamentare) perché invece di avere ottenuto tre miliardi per
la scuola ne ha ottenuti solo due. Diceva il ministro a novembre che
“La scuola in questo Paese avrebbe bisogno di 24 miliardi. I 3 miliardi
che io ho individuato –questo lo disse al momento del giuramento- non
sono la sufficienza ma rappresentano la linea di galleggiamento“,
diceva a novembre. E ora, su facebook, scrive: “La verità è che sarebbe
servito più coraggio da parte del Governo per garantire quella linea di
galleggiamento finanziaria di cui ho sempre parlato, soprattutto in un
ambito così cruciale come l'università e la ricerca”.
(...)
FINO ALLA SECONDA REPUBBLICA IL PAESE ERA GOVERNATO DAI BOTTEGAI BIANCHI E ROSSI.
FINITI O FALLITI QUELLI SONO ARRIVATE LE LOBBY CATTOLICHE DI SCUOLA FORMIGONIANA
IL COMUNE HA UN SACCO DI EDIFCI POCHISISMO UTILIZZATI E NON HA UN EDFIFICIO PER LA SCUOLA MATERNA
Il metano e l'acqua potabile, sia la rete che il diritto di
distribuzione, l'abbiamo già perso qualche anno or sono. L'acqua da
sempre. Il metano l'hanno perso ai tempi della Lega. E dire che
l'impresa che ce l'aveva portato (il metano) ha venduto rete e diritti
ricavandone dei soldini o soldoni. L'impianto di illuminazione pubblica
ormai l'abbiamo ceduto all'IREN e lo usiamo sostanzialmente in
leasing. Il CVI 2 non si sa bene come potrebbe finire: più che
probabile resti in groppa al Comune poi assegnato ad una delle mille
onlus. La Biblioteca Auditorium non hanno nemmeno la prima idea del che
farne dal momento che li dentro non riescono a metterci qualcuno e
farci qualcosa da cui cavare consenso politico a breve termine essendo
a fine mandato. Probabile che sia data in gestione ad una società
privata del settore com'è già stata avviata.
(...)
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GIUSTIZIA E SCUOLA VANNO MALE
PERCHÉ SONO IN MANO PRIVATA
TROPPI AVVOCATI DA UNA PARTE E TROPPA SPESA
DEI COMUNI ALLE NEO-CORPORAZIONI DALL’ALTRA
LA SOLUZIONE DEI PROBLEMI NON VA MESSA IN MANO
AI SOLI PORTATORI DI INTERESSI CHE CI GUADAGNANO
Tra Santo Stefano a Capodanno due notizie che si accavallano. Il
ministro della pubblica istruzione ha dato le dimissioni (da ministro:
non da parlamentare) perché invece di avere ottenuto tre miliardi per
la scuola ne ha ottenuti solo due. Diceva il ministro a novembre che
“La scuola in questo Paese avrebbe bisogno di 24 miliardi. I 3 miliardi
che io ho individuato –questo lo disse al momento del giuramento-
non sono la sufficienza ma rappresentano la linea di galleggiamento“,
diceva a novembre. E ora, su facebook, scrive: “La verità è che sarebbe
servito più coraggio da parte del Governo per garantire quella linea di
galleggiamento finanziaria di cui ho sempre parlato, soprattutto in un
ambito così cruciale come l'università e la ricerca”.
Scrive l'Avvenire che il 23 dicembre Gabriele Toccafondi, capogruppo di
Italia Viva in commissione Cultura alla Camera ha ricordato come, "il
fondo per la contrattazione collettiva è stato aumentato portandolo a
1.750 milioni per il 2020 e 3.375 milioni per il 2021. E si tratta di
risorse utili anche per il comparto Miur. È stato creato il fondo per
costruire o ristrutturare asili nido e scuole dell'infanzia per un
totale di 2,3 miliardi: 100 milioni all'anno fino al 2023 e 200 milioni
all'anno fino al 2034".
"Inoltre - ha proseguito Toccafondi - è stato finanziato con 30 milioni
annui dal 2020 il fondo da destinare all'aumento della retribuzione dei
dirigenti scolastici e aumentato di 12,5 milioni quello destinato alle
scuole paritarie che accolgono alunni con disabilità. Sono stati
recuperati 11 milioni in più per la formazione dei docenti, si è
incrementato il fondo borse studio universitario e si sono aumentate le
risorse per l'ammissione di medici alle scuole di specializzazione".
"Il sistema duale è stato rifinanziato con 46 milioni di euro per
formazione e istruzione. Per quanto concerne gli stanziamenti, lo stato
di previsione del Miur del 2020, rispetto alla legge di bilancio 2019
registra un aumento di 536,8 milioni".
Secondo l'astuto ministro della giustizia (mica per nulla è un
avvocato….) la prescrizione andrebbe sospesa dopo il primo grado di
giudizio creando in questo modo un Paese di persone in attesa di
giudizio visto quanto durano i processi on Italia. La cosa più grave,
però, è che la riforma di Buonafede rischia di essere allo stesso tempo
inutile, dannosa e anticostituzionale. Come ha sintetizzato Antonucci
su Il Foglio. Inutile perché, come ormai noto, in Italia oltre il 70
per cento dei procedimenti penali finisce in prescrizione al termine
delle indagini preliminari: sono le indagini portate avanti dai pm a
essere lente, lentissime, ma queste non sarebbero toccate dalla
riforma. Dannosa e anticostituzionale perché renderebbe i processi
eterni dopo una sentenza di primo grado. Non ci sarebbe alcun interesse
a celebrare in fretta il giudizio di appello, in cui peraltro quasi la
metà delle sentenze viene riformata, lasciando così sulla graticola gli
imputati e violando il principio di ragionevole durata dei processi
previsto dalla nostra Costituzione. Senza dimenticare, poi, che i tempi
di prescrizione sono stati allungati considerevolmente dal precedente
governo, con la sospensione dei termini per 18 mesi dopo una condanna
di primo grado e di altri 18 mesi dopo una condanna in appello.
Succede quasi sempre che in Italia davanti a problemi complessi si
mettano in primo piano aspetti certamente collegato al problema ma
complessivamente marginali allo scopo di nascondere e distogliere
dal dibattito dell'opinione pubblica la sostanza del problema stesso.
Parlando di scuola in Italia non si conosce quale sia il VERO
l'ammontare della spesa dello stato e delle regioni rispetto alla
spesa degli enti locali. Si sa dic erto che so spende più di interessi
sul debito pubblico che per la scuola. Visto che stato e regioni
attingono al medesimo serbatoio mentre i comuni debbono avere un
serbatoio soggettivo e dove c'è ricchezza –al nord – la spesa dei
comuni per la scuola (da zero all'obbligo) è altissima mentre al
sud magari non esiste neppure nell'80% dei comuni.
Osservando il nostro Comune si può essere sicuri che il Comune spende
più dello stato e della regione per la scuola dell'obbligo piuttosto
che stato e regione. Nel paese bello da vivere mettendo insieme gli
investimenti del piano del diritto allo studio e quelli per le scuole
(costruzione e mantenimento) il Comune spende di più di Stato e
Regione. I soldi che lo Stato ci ha consentito di spendere per finire
la nuova Rodari erano soldi dei Curnesi fermati dal fiscal compact
mentre i 900mila euro per la palestra della solita nuova Rodari
arrivano dal MIUR ma i Curnesi hanno anche pagato … le tasse ed hanno
già investito per la scuola.
In buona sostanza la scuola italiana è noderatamente ancora pubblica
mentre in gran parte è privatizzata dal momento che le spese dei comuni
vanno tutte in vantaggio di soggetti privati per attività che
dovrebbero semmai essere finanziate dallo stato con personale statale.
Scuola dell'obbligo o fino alla maggiore età minimamente pubblica e
buona parte privatizzata in mano a delle corporazioni tutte di forte
relazione politica e sindacale dal momento che vi si pratica uno
sfruttamento del lavoro in c.d. imprese sociali di pochi
soci-dipendenti che scompaiono nel gran mare del politico affaristico
clientelare. Queste imprese sociali nascono tutte da referenti
politici.
Nella questione della giustizia il problema sta nel fatto che le
attività dei privati – avvocati e studi dei commercialisti e
professionali in genere- sono di un ammontare triplo o o quadruplo o
quintuplo rispetto alle spese dello stato per tenere in piedi i
tribunali. Sostanzialmente in Italia la giustizia è privatizzata e
quindi chi ha maggiori risorse è il vero gestore del processo e
il giudice, oberato da procedimenti, ben volentieri lascia che le parti
battaglino e si risolvano eventualmente da sole la bega. Mica per
nulla l'avv. Bonafede non manda in prescrizione i processi.
Quindi nella scuola come nella giustizia ci sono interessi corporativi
esterni ai rispettivi sistemi ma assai bene innervati negli stessi –sia
pure in modo differente- che mirano a trasferire soldi e soluzioni da
privato a privato per mezzo del pubblico. Cio+ il pubblico funziona da
procacciatore d'affari per i privati.
Le incrostazioni che la scarsa spesa pubblica nei due settori si
sono create non pongono mai il problema dell'evasione fiscale
(nazionale) ragione per cui un ministro da le dimissioni per un milione
di risorse ottenuto in meno a fronte di oltre 100 miliardi di imposte
evase o eluse. E nel settore giustizia la parte dei compensi in nero è
infinitamente maggiore della parte formalmente in chiaro perché
leggibile nei verbali di causa.
Del resto questa è la repubblica delle corporazioni ragion per cui le
stesse si sono fatte leggi ad hoc per costruirsi e garantirsi un
mercato e governarlo per ridurre a zero l'eventuale concorrenza.
Quale italiano chiamerà un avvocato sloveno oppure un manutentore della
caldaia polacco oppure porterà l'auto a fare la revisione in Cechia
perché spenderebbe meno della metà se non un quarto che in Italia?.
Questa è la ragione per cui le amministrazioni comunali convengono coi
portatori di interessi le soluzioni e i programmi anche se queste
associazioni di portatori di interessi sono in pieno conflitto di
interessi mascherati da bisogni primari o dalla disabilità di qualcuno
e s'arrabbiano di brutto se i rimanenti cittadini insorgono e
protestano che pure loro pagano le tasse.
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FINO ALLA SECONDA REPUBBLICA IL PAESE ERA GOVERNATO DAI BOTTEGAI BIANCHI E ROSSI.
FINITI O FALLITI QUELLI SONO ARRIVATE LE LOBBY CATTOLICHE DI SCUOLA FORMIGONIANA
IL COMUNE HA UN SACCO DI EDIFCI POCHISISMO UTILIZZATI E NON HA UN EDFIFICIO PER LA SCUOLA MATERNA
Il metano e l'acqua potabile, sia la rete che il diritto di
distribuzione, l'abbiamo già perso qualche anno or sono. L'acqua da
sempre. Il metano l'hanno perso ai tempi della Lega. E dire che
l'impresa che ce l'aveva portato (il metano) ha venduto rete e
diritti ricavandone dei soldini o soldoni. L'impianto di
illuminazione pubblica ormai l'abbiamo ceduto all'IREN e lo
usiamo sostanzialmente in leasing. Il CVI 2 non si sa bene come
potrebbe finire: più che probabile resti in groppa al Comune poi
assegnato ad una delle mille onlus. La Biblioteca Auditorium non hanno
nemmeno la prima idea del che farne dal momento che li dentro non
riescono a metterci qualcuno e farci qualcosa da cui cavare consenso
politico a breve termine essendo a fine mandato. Probabile che sia data
in gestione ad una società privata del settore com'è già stata avviata.
Di sicuro li dentro la giunta Gamba non ci vuole mettere soldi prima di
tutto perché il maggiore azionista elettorale della Gamba ODIA
quest'opera ma soprattutto perché la potenziale utenza dell'ambaradan
non appartiene alla categoria di quelli facilmente uccellabili con
qualche mancetta com'è usa l'attuale maggioranza. Chi legge libri non
si fa passare per fesso dalle madamine e dal loro entourage. Non fosse
altro perché quando verrà aperta verrà abbrancata dagli universitari e
quindi hai voglia. Casa Santini è già assegnata alle Muse e che dio li
abbia in gloria. Il CVI1 sarà uno dei nodi della maggioranza anche se
la furbata di separare il bar dal centro sportivo (fatta in altri tempi
e per altre ragioni) potrebbe dare alla giunta l'alibi che l'impianto
sportivo non è una affare economico e quindi proseguire con la
convenzione con la Polisportiva: ma sarà dura infinocchiare i curnesi
per cui il bar del CVI 2 non si poteva separare mentre quello del CVI 1
si è separato. Insomma una grana mica da poco. Poi ci sono gli spazi di
uso promiscuo dentro la nuova Rodari e con l'attuale dirigenza
scolastica c'è da scommettere che… o sono nostri o ve li tenete.
Insomma un'altra grana anche li. L'oratorio comunale di fianco delle
case popolari e la palazzina ASL é stato ormai assegnato ad un gruppo
privato ideologicamente affine alla maggioranza. Della palazzina ASL o
del “donatore” (denominazione offensiva per quei 6300 curnesi che non
sono donatori ma hanno pagato le tasse anche loro per realizzarla) è
prevista una ristrutturazione da 367mila euro che vuol dire una
completa ristrutturazione di 350-400mq: un niente rispetto alle
dimensioni della struttura. Solo il rifacimento dell'impianto di
riscaldamento ed elettrico e dell'ascensore (vista l'età…) sono già
tutti impegnati. Poi c'é da mettere mano a quel buco che è l'attuale
ufficio dei servizi sociali e della ragioneria ed anche li un bel
gruzzolo di soldini.
C'è anche una scuola elementare in via Brembo-Abruzzi e la palestra che
non si sa bene come siano messe (il giardino è come un prato
pascolo dove allevare pecore) vista la veneranda età e le cattive
abitudini delle insegnanti a insozzare le pareti di cui hanno dato
ampia e generosa prova anche nella vecchia Rodari. Che dire infine
della case popolari di via Sant'Jesus che viaggiano ormai anch'esse
verso il mezzo secolo (2020-1975=45 anni)? O venderle o ristrutturarle
come dio comanda ma elettoralmente parlando il numero di voti che la
maggioranza si cucca dal GAP (gruppo anziani) e dal monopolio
della relativa palazzina (monopolio senza costi…)è decisamente più
consistente dei voti degli abitanti le case popolari. Quindi…
Morale della favola. Siamo un comune che continua a creare spazi
pochissimo utilizzati, molto costosi da mantenere, assegnati nella
stragrande maggioranza dei casi a minacciose minoranze ma NON è
proprietario di un edificio da destinare a nido e scuola materna: Siamo
nella situazione per cui se i privati volessero chiudere noi resteremmo
senza il servizio. La vecchia Rodari o la palazzina ASL potevano
benissimo essere scambiate in affitto a cifra simbolica con l'attuale
edificio della S.G.B. ma i cattolici della maggioranza dentro Vivere
Curno digrignano i denti e gli ex del PCI hanno abbandonato l'idea che
il comune possegga “almeno” l'edificio della materna se non la gestione
comunale. Insomma: le lobby elettorali della maggioranza hanno preso in
mano la maggioranza dei beni comunali e li governano e li fanno
trasformare secondo i propri desiderata usando i soldi di tutti. La
scuola di Formigoni non è mai defunta.
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