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CVI2, VIADOTTO MORANDI, ILVA
TRE CASINI STESSA MATRICE POLITICA
Nel paese bello da vivere l'anno si chiude col
botto di un petardo bagnato. Con tre determinazioni di spesa differenti
tutte destinate al CVI2, si spenderanno 28.723 euro per lavori vari
come la fornitura e posa di protezioni antiurto su elementi strutturali
e attrezzature presso campetto esterno e tennis-calcetto, la
manutenzione straordinaria per il mantenimento in efficienza dei campi
da tennis, spogliatoi, palazzina bar e alla realizzazione di sistema
anti legionella ed al fissaggio delle panche presenti negli spogliatoi
in ottemperanza alle prescrizioni ATS contenute nel verbale di
sopralluogo, la manutenzione straordinaria delle strutture e dei teli
dei campi da tennis, sostituzione traliccio basket presso campetto
esterno. Niente di eccezionale, in pratica normale manutenzione e
mantenimento di quel che esiste salvo la questione del sistema
antilegionella.
Leggendo queste tre determinazioni – non ci sono riferimenti a progetti
particolari ne si comprende se le somme da spendere derivano da
capitoli paralleli a quelli degli introiti realizzati dal Comune
nell'affitto dell'impianto- ci è venuta in mente la tragica vicenda
del viadotto Morandi e quella dell'ILVA. Per capire la faccenda
occorre una breve ricostruzione delle vicende 2019 relative al CVI2.
(...)
ILCOMUNE DI BERGAMO IMITA I COMUNI MAGGIORI
SCPMMETTIAMO CHE ANCHE CURNO SEGUIRA' LA STRADA?
UN AFFARE PER I VIVAISTI
Leggiamo sul Corriere/Bergamo che la neo assessora al verde, Marchesi:
donna di lungo corso in politica mica una neofita, annuncia la
piantumazione quest'anno di 1475 alberi di bosco con fusto sui 20 cm
di diametro. Chissà da dove provengono alberi di quelle varietà e di
quella dimensione e chissà quanti ne resteranno in vita –visto come e
dove li piantano e come cura il verde il Comune di Bergamo- tra cinque
anni. Ne seguiranno altri dal momento che è stanziata una spesa di
mezzo milione di euro per il biennio. Chissà se hanno messo anche in
conto che per i successivi dieci anni ci vorranno altrettanti 5-600mila
euro di cura.
Non contenta di questo exploit l'assessora ha deciso che creerà on line
un album da cui i cittadini potranno scegliere degli alberi da regalare
al comune che poi li pianterà e loro sapranno via GPS, dove hanno “il
loro albero”. Goià immaginiamo alberi sul suolo pubblico con attorno
costruito un altarino tipo “questo è il mio”.
In generale quando un vivaista ha nel vivaio alberi di quella
dimensione comincia a grattarsi la testa perché teme di dover impugnare
la motosega e buttare via un sacco di soldi. In questa situazione ivece
i vivaisti si stropicciano le mani –un affare da mezzo milione di euro
mica lo trovi tutti i giorni…- ed applaudono all'iniziativa del
politico di turno che li solleva del problema dal momento che mettere
in circolo piante di quelle dimensioni significa aprire un affare non
solo per il prezzo dell'albero ma anche per le cure di cui avrà bisogno
domani. Immaginate solo il problema dell'irrigazione per almeno 5-7-10
anni dopo piantato.
(...)
L'INVENZIONE DELL'ACQUA CALDA
Ma guarda un po' ci sono dei cittadini che vogliono regalare un albero
al comune quando gli nasce in figlio!. Traduzione: privatizzano un
pezzo di città facendo finta di fare i generosi. E quindi l'assessora
competente metterà on line un catalogo di alberi col cartellino del
prezzo attaccato e chi vorrà donare, donerà. Pure il comune di Curno
stracciona un po' di soldi col 5x1000. Vedrete che adesso
straccioneranno – la città e il paese bello da vivere- gli alberi da
donare al comune. Oltre al fatto che esiste una legge che prevede che
per ogni nato il comune pianto un albero: bella idea che pochi o
nessuno mette in pratica, quest'idea di dedicare uno o più alberi alla
propria comunità è vecchia come il mondo, da quando al mondo si pativa
davvero la… fame.
(...)
UN CAPITANO MASCHERATO
Con un pippone lungo un metro e mezzo sulLa latrina di Nusquamia,
l'ing. Claudio Piga sardAgnolo residente abduano celebra la vigilia e
la notte di Natale. Oh! c'è chi magna, chi va a messa, chi dorme, chi
compone pipponi. Magari una lode di Craxi versus quel Pertini narciso.
Natale, finisce l'anno, il Parlamento vota di corsa la manovra fiscale
e si fanno le previsioni per il 2020. Pure il custode delLa Latrina
di Nusquamia, l'ing. Claudio Piga fa le sue. Le copia-incolliamo di
seguito.
L'Italia avrebbe bisogno che qualcuno, una mente strategica alla guida
di un partito che finalmente si facesse promotore del progresso
dell'Italia mettesse insieme una squadra di intellettuali-scienziati
come Ricolfi ed elaborasse un modello dinamico di questo sempre più
sciagurato paese. Il modello, come credo di aver scritto altre volte,
non potrà essere perfetto d'acchito, anzi, proprio come si conviene a
un modello dinamico, dovrebbe essere adattivo, provvisto fin nella fase
embrionale di “anelli” (loop) di retroazione e controllo.
(...)
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UN CAPITANO MASCHERATO
Con un pippone lungo un metro e mezzo sulLa latrina di Nusquamia,
l'ing. Claudio Piga sardAgnolo residente abduano celebra la vigilia e
la notte di Natale. Oh! c'è chi magna, chi va a messa, chi dorme, chi
compone pipponi. Magari una lode di Craxi versus quel Pertini narciso.
Natale, finisce l'anno, il Parlamento vota di corsa la manovra fiscale
e si fanno le previsioni per il 2020. Pure il custode delLa
Latrina di Nusquamia, l'ing. Claudio Piga fa le sue. Le
copia-incolliamo di seguito.
L'Italia avrebbe bisogno che qualcuno, una mente strategica alla guida
di un partito che finalmente si facesse promotore del progresso
dell'Italia mettesse insieme una squadra di intellettuali-scienziati
come Ricolfi ed elaborasse un modello dinamico di questo sempre più
sciagurato paese. Il modello, come credo di aver scritto altre volte,
non potrà essere perfetto d'acchito, anzi, proprio come si conviene a
un modello dinamico, dovrebbe essere adattivo, provvisto fin nella fase
embrionale di “anelli” (loop) di retroazione e controllo.
Dunque per costruire un modello del sistema Italia, che tenga conto
delle sfaccettature della sua condizione di decadenza e che consenta di
simulare su base razionale gli effetti di opportune e non populiste
manovre di correzione, pur tenendo conto (qui sta il difficile) delle
pulsioni irrazionali che pervadono il paese, si ha bisogno di uomini
come Ricolfi, delle cassette dei loro strumenti per ragionare, delle
loro competenze, della loro cultura (da non confondere con la
specializzazione), innestata su un liceo gentiliano vissuto e
partecipato.
Ci vuole ben altro: ci vogliono le equazioni differenziali(...). Altro
che Greta, Salvini, Di Maio, Toninelli, Boldrina… Insomma occorre un
phrontisterion di scienziati, occorre demandare il processo decisionale
a una élite. Sotto il controllo di un partito democratico quale avrebbe
potuto essere il Pd.
Insomma l'Italia ha bisogno di un maschio verace e forte. Altro che
Greta, Salvini, Di Maio, Toninelli, Boldrina… Il nostro ha le idee
chiare “qualcuno, una mente strategica alla guida di un partito che
finalmente si facesse promotore del progresso dell'Italia” a guidare un
“phrontisterion di scienziati, occorre demandare il processo
decisionale a una élite. Sotto il controllo di un partito democratico
quale avrebbe potuto essere il Pd”. Un PD non guidato da un
odontotecnico com'è Zingaretti ma ALMENO di uno studioso della latinità
come un Boris Jonson. Semmai Boris lo chiediamo in prestito part–time
alla regina.
Ironia a parte mi pare che l'Italia -con buona pace di Ricolfi e Piga-
abbia non un solo problema ma tre. Il primo sono i 2400 miliardi di
debito pubblico (che sono serviti anche ai millenials: mica solo ai
loro padri…). Il secondo sono i 9.743 miliardi di ricchezza netta
privata detenuta dalle famiglie, i 4.370 miliardi di attività
finanziarie, i 964 miliardi di passività finanziarie (dati Banca
d'Italia 2017). Il terzo è che nessun partito-governo ha il coraggio di
tosare la ricchezza per ridurre il debito.
La crisi italiana di questi anni deriva dal fatto che questa ricchezza
finanziaria non produce più ulteriore ricchezza per via del...
quantitative easing. Del resto é provato che gli Italiani qualora
fossero (anche) tosati (metodo Amato) del 10% delle propria
ricchezza e vedere ridotto il debito di 437 miliardi, vale a dire
tornare sotto i 1900 miliardi… in pochi anni tornerebbero ai 4.400 di
prima. Phrontisterion (traduzione: sinedrio) di scienziati o
meno. E che il sinedrio si ricordi anche di un sostanzioso
mensile per l’ing. Claudio Piga che pure c’ha un paio di figli
disabili a 250 km di distanza: prima gli abduani.
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CVI2, VIADOTTO MORANDI, ILVA
TRE CASINI STESSA MATRICE POLITICA
Nel paese bello da vivere l'anno si chiude col
botto di un petardo bagnato. Con tre determinazioni di spesa differenti
tutte destinate al CVI2, si spenderanno 28.723 euro per lavori vari
come la fornitura e posa di protezioni antiurto su elementi strutturali
e attrezzature presso campetto esterno e tennis-calcetto, la
manutenzione straordinaria per il mantenimento in efficienza dei campi
da tennis, spogliatoi, palazzina bar e alla realizzazione di
sistema anti legionella ed al fissaggio delle panche presenti negli
spogliatoi in ottemperanza alle prescrizioni ATS contenute nel verbale
di sopralluogo, la manutenzione straordinaria delle strutture e dei
teli dei campi da tennis, sostituzione traliccio basket presso campetto
esterno. Niente di eccezionale, in pratica normale manutenzione e
mantenimento di quel che esiste salvo la questione del sistema
antilegionella.
Leggendo queste tre determinazioni – non ci sono riferimenti a progetti
particolari ne si comprende se le somme da spendere derivano da
capitoli paralleli a quelli degli introiti realizzati dal Comune
nell'affitto dell'impianto- ci è venuta in mente la tragica
vicenda del viadotto Morandi e quella dell'ILVA. Per capire la
faccenda occorre una breve ricostruzione delle vicende 2019
relative al CVI2.
La convenzione tra Comune e GS Marigolda per la gestione del CVI2 (che
venne creato dal GS Marigolda oltre mezzo secolo or sono) scadeva
il 30 giugno di quest'anno e fin dai primi annusamenti tra la sindaca
Gamba e il GS Marigolda la sindaca ha sempre sostenuto, anche
sulla scorta di una consulenza fornita da un commercialista scelto dal
comune, che risultando essere il CVI2 una struttura che poteva
creare reddito, non si poteva più assegnare mediante una convenzione ma
andava fatto un appalto pubblico in base alla normativa attuale. Il GS
Marigolda portava GIA' impressa nelle sue carni una pesante battuta,
mai dimenticata nel tempo- proveniente da uno dei massimi dirigenti del
partito maggiore azionista della lista Gamba: “il CVI2 è una gallina
dalle uova d'oro” (per il GS Marigolda).
La gestione della questione da parte delle varie madamine della
maggioranza –politiche e funzionaria- ha dimostrato l'assoluta
incompetenza politica delle medesime che non hanno compreso che
l'operazione che andavano a mettere in atto assomigliava ad uno scippo
(senza nemmeno particolare destrezza o intelligenza!) non della
“STRUTTURA” ma dell'insieme di valori e passioni che la gente della
Marigolda aveva accumulato in mezzo secolo dentro il CVI2.
In aggiunta, veniva scoperto che per un “mero” errore di comprensione,
la convenzione del Comune con la Polisportiva di Curno per la
gestione del CVI1 era stata “allungata” di due anni. Per chi ci crede
al mero errore.
La giunta Gamba immaginava di assegnare la gestione e la
ristrutturazione del CVI2 ad un operatore che avrebbe dovuto investire
una cifra di 800mila euro da ricavare dall'affitto agli
sportivi delle varie strutture, alcune a prezzi imposti
dall'amministrazione in vantaggio delle associazioni sportive locali.
Fatto un primo appalto per l'assegnazione della gestione del centro
sulla scorta del piano elaborato dal famoso commercialista di fiducia
della sindaca, questo non sortisce risultati. Rifatta la gara una
seconda volta anche quella va a vuoto.
Un conto sono le chiacchiere scritte sulla carta un conto è il fronte.
Se c'era bisogno di dimostrare come questa giunta non avesse e
non abbia in mano il bandolo della matassa, immaginate un
operatore del settore che va in banca nel 2019 a domandare 800mila
euro come prestito - mutuo per la ristrutturazione del CVI2:
viene gentilmente accompagnato alla porta dal direttore della banca fin
nello studio di uno strizzacervelli.
Nel frattempo arriva il 30 giugno e il GS Marigolda proprio non ne
vuole sapere di continuare sia pure temporaneamente la gestione ed
allora ecco che la giunta lo assegna ad una onlus (praticamente la sola
che per carità di patria accetta) con la solita foglia di fico che
impieghi i disabili. Ormai con al giunta Gamba “il disabile” è la
foglia di fico che giustifica tutte le scelte fuori e contro il mercato.
Quindi il Comune dal primo luglio riscuote le iscrizioni degli
sportivi per l'utilizzo degli impianti e ne mantiene le principali
spese mentre la gestione –anche del bar- è in mano alla onlus.
Passate le ferie del 2019 nel frattempo qualcuno deve avere quindi
soffieggiato all'orecchio del Comune che semmai gran parte della cifra
da impegnare ce la poteva mettere il Comune, aumentando poi l'affitto.
In pratica: siccome le banche manco morte ti danno un euro per questo
assurdo impiego, che sia il comune che “indirettamente” fa da banca al
futuro operatore e (il comune) rientrerà di quanto investito
cogli affitti annui.
La novità –è del 30 settembre 2019- consiste le fatto che a fronte di
una spesa per la ristrutturazione del CVI2 (Marigolda) di oltre 800mila
euro che in base alle determinazioni dell'ufficio competente dovevano
essere a carico del[l'ingenuo] vincitore dell'appalto (che avrebbe
utilizzato la struttura per un ventennio) il Comune interverrà
mettendocene 350mila ma chiedendo al concessionario un fitto annuo di
25mila.
La sindaca ha dichiarato che anziché far guadagnare le banche che
daranno il prestito al conduttore (per fare le opere) questi dovrà
impegnare meno capitale proprio (e delle banche) di rischio e con
questa operazione il conduttore spenderà di meno ma il comune si
garantirà un introito anno appunto di 25mila euro. Come dire:poteva
anche andare peggio (per il comune).
Insomma la gallina in qualsiasi modo si mette davvero a fare della uova
d'oro (semmai troverà il pollo che la gestisca…). Punto interrogativo.
Nel frattempo però il Comune ha dovuto smontare a proprie spese la
mitica “baracca” che era stata la prima struttura messa in piedi per
fare il CVI2 (se non ricordiamo male pare che lo smontaggio e discarica
sia costata 10mila euro) e adesso ci saranno anche questi 29mila euro.
Arrivati ormai al 31 dicembre 2019 si attende un rendiconto di questi
sei mesi di co-gestione comune-onlus del CVI2 : ci sarà da battagliare.
Dove sta la relazione tra la vicenda del CVI 2 e quella del viadotto
Morandi (morti a parte: meno male!) oppure dell'ILVA? A Curno dopo 50
anni dell'esistenza di un punto di aggregazione sportiva e sociale
–l'unico del quartiere- il comune si accorge che (1) ce n'è una parte
abusiva (2) tutta l'impiantistica non è proprio regolare (3) per almeno
1/3 è da ricostruire ex novo (4) quella “salvabile” resta pur sempre
inadeguata (5) è un centro sportivo non più all'altezza delle richieste
della popolazione ed allora che fa il Comune? Lo mette all'asta al
miglior ingenuo che si offra di rifarlo a proprie e gestirlo per
venti anni.
Peccato che il Comune abbia confuso un'arteria (come le autostrade
oppure un'ILVA) con uno sputo per terra, ragion per cui le
autostrade e l'ILVA sono state subito acchiappate mente lo sputo
l'hanno lasciato in faccia al Comune. E quando quel che si poteva
strizzare fino al midollo è stato strizzato (ed è cascato un viadotto
oppure ha ammazzato mezza città) ecco che… se lo tenga pure la
Repubblica italiana. Idem col CVI2: dopo due appalti andati a vuoto
(non succede solo a Curno: i furbi del pubblico hanno tutti la stessa
matrice…) il Comune ha dovuto calare le braghe e riprenderselo. Per
adesso ha sistemato una onlus ma poi vedremo i conti a fine anno.
Poi ci mette 800mila più altri 30mila più un altro centinaio di studi e
spese varie. Ormai siamo vicini al milione di euro.
Cosa fece l'ANAS quando si accorse che dopo 15 anni d'esistenza la pila
11 del Morandi caracollava per via dell'inquinamento della fonderia
dell'Italsider? La sistemò. Pure le pile 10 e 9 erano nella stessa
situazione della 11 ma siccome si parlava già di privatizzazione,
perché –si chiesero all'ANAS: cioé gli Italiani- perché spendere altri
soldi?. Tutta la dirigenza delle autostrade-anas passò in carica al
nuovo padrone e passati dal 1993 al 2018 della pila 9 crollarono
le bretelle e restarono 49 morti.
Vicenda simile con l'ILVA. Piazzarono un mostro che divenne grande
quattro volte la città che gli stava vicina e quando questa divenne un
rottame velenoso la sbolognarono al privato che la strizzò fino alla
fine seminando altri morti in serie. La Repubblica la riprese in mano e
cercò di affibbiarla a qualche pollo ma stavolta il pollo fu più furbo
dell'Italietta e… adesso sono guai per i contribuenti. Esattamente come
ha fatto il Comune di Curno col CVI2 quando, dopo aver preso due
palettate in faccia coi due appalti andati a vuoto, ha deciso di
metterci un milioncino di euro. Per vedere l'effetto che fa: ci sarà un
pollo che ci sta?.
E per adesso la vicenda del CVI2 è ancora in alto mare e da quel che si
vede in tutti i comuni d'Italia ci sono poche speranze.
Intanto sta maturando la stessa cosa col CVI1.1.
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ILCOMUNE DI BERGAMO IMITA I COMUNI MAGGIORI
SCPMMETTIAMO CHE ANCHE CURNO SEGUIRA' LA STRADA?
UN AFFARE PER I VIVAISTI
Leggiamo sul Corriere/Bergamo che la neo assessora al verde, Marchesi:
donna di lungo corso in politica mica una neofita, annuncia la
piantumazione quest'anno di 1475 alberi di bosco con fusto sui 20
cm di diametro. Chissà da dove provengono alberi di quelle varietà e di
quella dimensione e chissà quanti ne resteranno in vita –visto come e
dove li piantano e come cura il verde il Comune di Bergamo- tra
cinque anni. Ne seguiranno altri dal momento che è stanziata una spesa
di mezzo milione di euro per il biennio. Chissà se hanno messo anche in
conto che per i successivi dieci anni ci vorranno altrettanti 5-600mila
euro di cura.
Non contenta di questo exploit l'assessora ha deciso che creerà on line
un album da cui i cittadini potranno scegliere degli alberi da regalare
al comune che poi li pianterà e loro sapranno via GPS, dove hanno “il
loro albero”. Goià immaginiamo alberi sul suolo pubblico
con attorno costruito un altarino tipo “questo è il mio”.
In generale quando un vivaista ha nel vivaio alberi di quella
dimensione comincia a grattarsi la testa perché teme di dover impugnare
la motosega e buttare via un sacco di soldi. In questa situazione ivece
i vivaisti si stropicciano le mani –un affare da mezzo milione di euro
mica lo trovi tutti i giorni…- ed applaudono all'iniziativa del
politico di turno che li solleva del problema dal momento che mettere
in circolo piante di quelle dimensioni significa aprire un affare non
solo per il prezzo dell'albero ma anche per le cure di cui avrà bisogno
domani. Immaginate solo il problema dell'irrigazione per almeno 5-7-10
anni dopo piantato.
L'assessora Marchesi deve avere una idea tutta sua del verde: forse è
andata a scuola da Obi o dai giardinieri esterni che curano il verde
comunale. Sicuramente non è andata scuola dei Maestri del Paesaggio,
animali del tutto sgraditi ai fioristi e vivaisti indigeni (oltre che
ai bottegai). Oppure ha compreso il messaggio al contrario. Il suo modo
di concepire il verde è una autentica bestemmia dal momento sono
(quelle da lei indicate) piante da mettere sui colli della città dove
hanno ormai abbandonato la coltivazione delle uve e della
frutta. Alberi di quella grandezza messe lungo le strade? immagino che
qualcuno di più importante di noi avrà qualcosa da dire.
L'assessora Marchesi potrebbe cominciare e mettere in sesto
l'alberatura di via Papa Giovanni, quella del Sentierone che paiono
reduci dai campi di concentramento. Oppure sostituire quelli sulle Mura
e in Sant'Agostino.
L'idea del verde che ha in mente la Marchesi è quella della villetta a
schiera da servire sulla pagina de L'Eco per cuccare il voto la
prossima tornata elettorale. Quella di chi ha bisogno di una dozzina di
belle foto da mettere sulla locandina elettorale.
Se la giunta Gori 2 chiudesse il suo mandato con una completa
rivisitazione delle alberature su viale Papa Giovanni, sulle Mura e in
Valverde (quell'orrido buco nero che sta sotto Colle Aperto…) e attorno
a Sant'Agostino, oltre ai benefici naturali del verde
riqualificherebbe il territorio facendolo diventare un valore da
spendere sia per i cittadini – un bel vedere crea sempre uno
stare bene- che come attrattiva turistica della città. Basta fare un
giro sulle Mura ed osservare i grandi giardini privati sotto le
mura per verificare come siano in buona sostanza qualcosa di
insignificante, un'accozzaglia di alberature custodite male: meraviglia
che proprietari così ricchi non sentano il bisogno di crearsi un bel
giardino attorno alla propria casa. Per dire nulla di una putt…ta di
orto sotto il bastione di San Giacomo.
Sai che soddisfazione per l'automobilista in coda sulla
circonvallazione vedere sfilare degli olmi “da allevamento” magari
provenienti dalla Slovenia o dalla Cechia di la del guarda rail e
intanto lui anche stavolta arriverà in ritardi ma avrà avuto il piacere
di avere visto gli olmi in diretta.
Poi il Comune di Bergamo assieme alla MIA potrebbero rimboschire –li si
con alberi di buona taglia- tutta la zona del Convento di Astino
dismettendo la pagliacciata delle coltivazioni improprie colà messe a
dimora. Il lino! Il luppolo!. Magari invece di essere una zona del
tutto inaccessibile alle persone, la foresta sarebbe assai più
frequentata ed anche un parcheggio a raso sotto una fitta
piantumazione, non darebbe così fastidio come quello attuale.
Ma tanto vale. Volete mettere un appalto da mezzo milione di euro?!
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L'INVENZIONE DELL'ACQUA CALDA
Ma guarda un po' ci sono dei cittadini che vogliono regalare un albero
al comune quando gli nasce in figlio!. Traduzione: privatizzano un
pezzo di città facendo finta di fare i generosi. E quindi l'assessora
competente metterà on line un catalogo di alberi col cartellino del
prezzo attaccato e chi vorrà donare, donerà. Pure il comune di
Curno stracciona un po' di soldi col 5x1000. Vedrete che adesso
straccioneranno – la città e il paese bello da vivere- gli
alberi da donare al comune. Oltre al fatto che esiste una legge
che prevede che per ogni nato il comune pianto un albero: bella idea
che pochi o nessuno mette in pratica, quest'idea di dedicare uno o più
alberi alla propria comunità è vecchia come il mondo, da quando al
mondo si pativa davvero la… fame.
Quando nacque mia sorella –la prima della nuova famiglia messa in
cantiere a maggio del 1944- mio padre innestò su un cilegio selvatico
coi “calem” che erano-sono una varietà di ciliegie tardive di colore
giallo rosse, grossellotte ma leggermente acidule. I “serese di
sciore”: le ciliegie dei ricchi. Ne hanno mangiate più gli uccelli dei
cristiani. Quando sono nato io innestò su un biancospino l'albicocco e
la pesca. Frutti piccoli e troppo dolci. Trapiantato dal bosco al campo
é campato solo mezzo secolo. Quando nacque mio fratello suo padre gli
dedicò una normale quercia (quercus alba) che oggi credo sia l'albero
più elegante e di maggiori dimensioni di tutto il territorio del paese
bello da vivere. Ma di alberi dedicati in famiglia ne abbiamo
avuti moltissimi: la più fortunata e invidiata fu nostra madre che
disponeva di una quarantina di varietà di viti tutte uve da tavola.
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