A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1154 DEL 25 DICEMBRE 2019
























































Di cosa parliamo in questa pagina.



















CVI2, VIADOTTO MORANDI, ILVA
TRE CASINI STESSA MATRICE POLITICA
Nel paese bello da vivere l'anno si chiude col botto di un petardo bagnato. Con tre determinazioni di spesa differenti tutte destinate al CVI2, si spenderanno 28.723 euro per lavori vari come la fornitura e posa di protezioni antiurto su elementi strutturali e attrezzature presso campetto esterno e tennis-calcetto, la manutenzione straordinaria per il mantenimento in efficienza dei campi da tennis, spogliatoi, palazzina bar e alla realizzazione  di sistema anti legionella ed al fissaggio delle panche presenti negli spogliatoi in ottemperanza alle prescrizioni ATS contenute nel verbale di sopralluogo, la manutenzione straordinaria delle strutture e dei teli dei campi da tennis, sostituzione traliccio basket presso campetto esterno. Niente di eccezionale, in pratica normale manutenzione e mantenimento di quel che esiste salvo la questione del sistema antilegionella.
Leggendo queste tre determinazioni – non ci sono riferimenti a progetti particolari ne si comprende se le somme da spendere derivano da capitoli paralleli a quelli degli introiti realizzati dal Comune nell'affitto dell'impianto-  ci è venuta in mente la tragica vicenda del viadotto Morandi e quella dell'ILVA. Per capire la faccenda  occorre una  breve ricostruzione delle vicende 2019 relative al CVI2.
(...)

ILCOMUNE DI BERGAMO IMITA I COMUNI MAGGIORI
SCPMMETTIAMO CHE ANCHE CURNO SEGUIRA' LA STRADA?
UN AFFARE PER I VIVAISTI

Leggiamo sul Corriere/Bergamo che la neo assessora al verde, Marchesi: donna di lungo corso in politica mica una neofita, annuncia la piantumazione quest'anno di 1475 alberi  di bosco con fusto sui 20 cm di diametro. Chissà da dove provengono alberi di quelle varietà e di quella dimensione e chissà quanti ne resteranno in vita –visto come e dove li piantano e come  cura il verde il Comune di Bergamo- tra cinque anni. Ne seguiranno altri dal momento che è stanziata una spesa di mezzo milione di euro per il biennio. Chissà se hanno messo anche in conto che per i successivi dieci anni ci vorranno altrettanti 5-600mila euro di cura.
Non contenta di questo exploit l'assessora ha deciso che creerà on line un album da cui i cittadini potranno scegliere degli alberi da regalare al comune che poi li pianterà e loro sapranno via GPS, dove hanno “il loro albero”.  Goià immaginiamo  alberi sul suolo pubblico con attorno costruito un altarino tipo “questo è il mio”.
In generale quando un vivaista ha nel vivaio alberi di quella dimensione comincia a grattarsi la testa perché teme di dover impugnare la motosega e buttare via un sacco di soldi. In questa situazione ivece i vivaisti si stropicciano le mani –un affare da mezzo milione di euro mica lo trovi tutti i giorni…- ed applaudono all'iniziativa del politico di turno che li solleva del problema dal momento che mettere in circolo piante di quelle dimensioni significa aprire un affare non solo per il prezzo dell'albero ma anche per le cure di cui avrà bisogno domani. Immaginate solo il problema dell'irrigazione per almeno 5-7-10 anni dopo piantato.
(...)

L'INVENZIONE DELL'ACQUA CALDA
Ma guarda un po' ci sono dei cittadini che vogliono regalare un albero al comune quando gli nasce in figlio!. Traduzione: privatizzano un pezzo di città facendo finta di fare i generosi. E quindi l'assessora competente metterà on line un catalogo di alberi col cartellino del prezzo attaccato e chi vorrà donare, donerà. Pure il comune di Curno  stracciona un po' di soldi col 5x1000. Vedrete che adesso straccioneranno – la città e il paese bello da vivere-  gli alberi  da donare al comune. Oltre al fatto che esiste una legge che prevede che per ogni nato il comune pianto un albero: bella idea che pochi o nessuno mette in pratica, quest'idea di dedicare uno o più alberi alla propria comunità è vecchia come il mondo, da quando al mondo si pativa davvero la… fame.
(...)

UN CAPITANO MASCHERATO
Con un pippone  lungo un metro e mezzo sulLa latrina di Nusquamia, l'ing. Claudio Piga sardAgnolo residente abduano celebra la vigilia e la notte di Natale. Oh! c'è chi magna, chi va a messa, chi dorme, chi compone pipponi. Magari una lode di Craxi versus quel Pertini narciso. Natale, finisce l'anno, il Parlamento vota di corsa la manovra fiscale e si fanno le previsioni  per  il 2020. Pure il custode delLa Latrina di Nusquamia, l'ing. Claudio Piga fa le sue. Le copia-incolliamo di seguito.
L'Italia avrebbe bisogno che qualcuno, una mente strategica alla guida di un partito che finalmente si facesse promotore del progresso dell'Italia mettesse insieme una squadra di intellettuali-scienziati come Ricolfi ed elaborasse un modello dinamico di questo sempre più sciagurato paese. Il modello, come credo di aver scritto altre volte, non potrà essere perfetto d'acchito, anzi, proprio come si conviene a un modello dinamico, dovrebbe essere adattivo, provvisto fin nella fase embrionale di “anelli” (loop) di retroazione e controllo.
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le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!























NATALE2019
MOTOCICLISTI SUL MONTE CANTO


BUS QUADRUPEDE X DUE


NON CI SONO PIU' I NATALI
DI UNA VOLTA


FARE OMBRA AL CAPITANO



































































































































































































UN CAPITANO MASCHERATO



Con un pippone  lungo un metro e mezzo sulLa latrina di Nusquamia, l'ing. Claudio Piga sardAgnolo residente abduano celebra la vigilia e la notte di Natale. Oh! c'è chi magna, chi va a messa, chi dorme, chi compone pipponi. Magari una lode di Craxi versus quel Pertini narciso. Natale, finisce l'anno, il Parlamento vota di corsa la manovra fiscale e si fanno le previsioni  per  il 2020. Pure il custode delLa Latrina di Nusquamia, l'ing. Claudio Piga fa le sue. Le copia-incolliamo di seguito.
L'Italia avrebbe bisogno che qualcuno, una mente strategica alla guida di un partito che finalmente si facesse promotore del progresso dell'Italia mettesse insieme una squadra di intellettuali-scienziati come Ricolfi ed elaborasse un modello dinamico di questo sempre più sciagurato paese. Il modello, come credo di aver scritto altre volte, non potrà essere perfetto d'acchito, anzi, proprio come si conviene a un modello dinamico, dovrebbe essere adattivo, provvisto fin nella fase embrionale di “anelli” (loop) di retroazione e controllo.

Dunque per costruire un modello del sistema Italia, che tenga conto delle sfaccettature della sua condizione di decadenza e che consenta di simulare su base razionale gli effetti di opportune e non populiste manovre di correzione, pur tenendo conto (qui sta il difficile) delle pulsioni irrazionali che pervadono il paese, si ha bisogno di uomini come Ricolfi, delle cassette dei loro strumenti per ragionare, delle loro competenze, della loro cultura (da non confondere con la specializzazione), innestata su un liceo gentiliano vissuto e partecipato.

Ci vuole ben altro: ci vogliono le equazioni differenziali(...). Altro che Greta, Salvini, Di Maio, Toninelli, Boldrina… Insomma occorre un phrontisterion di scienziati, occorre demandare il processo decisionale a una élite. Sotto il controllo di un partito democratico quale avrebbe potuto essere il Pd.

Insomma l'Italia ha bisogno di un maschio verace e forte. Altro che Greta, Salvini, Di Maio, Toninelli, Boldrina… Il nostro ha le idee chiare “qualcuno, una mente strategica alla guida di un partito che finalmente si facesse promotore del progresso dell'Italia” a guidare un “phrontisterion di scienziati, occorre demandare il processo decisionale a una élite. Sotto il controllo di un partito democratico quale avrebbe potuto essere il Pd”. Un PD non guidato da un odontotecnico com'è Zingaretti ma ALMENO di uno studioso della latinità come un Boris Jonson. Semmai Boris lo chiediamo in prestito part–time alla regina.

Ironia a parte mi pare che l'Italia -con buona pace di Ricolfi e Piga- abbia non un solo problema ma tre. Il primo sono i 2400 miliardi di debito pubblico (che sono serviti anche ai millenials: mica solo ai loro padri…). Il secondo sono i 9.743 miliardi di ricchezza netta privata detenuta dalle famiglie, i 4.370 miliardi di attività finanziarie, i 964 miliardi di passività finanziarie (dati Banca d'Italia 2017). Il terzo è che nessun partito-governo ha il coraggio di tosare la ricchezza per ridurre il debito.
La crisi italiana di questi anni deriva dal fatto che questa ricchezza finanziaria non produce più ulteriore ricchezza per via del... quantitative easing.  Del resto é provato che gli Italiani qualora fossero (anche) tosati (metodo  Amato) del 10% delle propria ricchezza e vedere ridotto il debito di 437 miliardi, vale a dire tornare sotto i 1900 miliardi… in pochi anni tornerebbero ai 4.400 di prima.  Phrontisterion (traduzione: sinedrio) di scienziati o meno. E che il sinedrio  si ricordi  anche di un sostanzioso mensile per  l’ing. Claudio Piga che pure c’ha un paio di figli disabili a 250 km di distanza: prima gli abduani.

CVI2, VIADOTTO MORANDI, ILVA
TRE CASINI STESSA MATRICE POLITICA


Nel paese bello da vivere l'anno si chiude col botto di un petardo bagnato. Con tre determinazioni di spesa differenti tutte destinate al CVI2, si spenderanno 28.723 euro per lavori vari come la fornitura e posa di protezioni antiurto su elementi strutturali e attrezzature presso campetto esterno e tennis-calcetto, la manutenzione straordinaria per il mantenimento in efficienza dei campi da tennis, spogliatoi, palazzina bar e alla realizzazione  di sistema anti legionella ed al fissaggio delle panche presenti negli spogliatoi in ottemperanza alle prescrizioni ATS contenute nel verbale di sopralluogo, la manutenzione straordinaria delle strutture e dei teli dei campi da tennis, sostituzione traliccio basket presso campetto esterno. Niente di eccezionale, in pratica normale manutenzione e mantenimento di quel che esiste salvo la questione del sistema antilegionella.
Leggendo queste tre determinazioni – non ci sono riferimenti a progetti particolari ne si comprende se le somme da spendere derivano da capitoli paralleli a quelli degli introiti realizzati dal Comune nell'affitto dell'impianto-  ci è venuta in mente la tragica vicenda del viadotto Morandi e quella dell'ILVA. Per capire la faccenda  occorre una  breve ricostruzione delle vicende 2019 relative al CVI2.

La convenzione tra Comune e GS Marigolda per la gestione del CVI2 (che venne creato dal GS Marigolda oltre mezzo secolo or sono) scadeva  il 30 giugno di quest'anno e fin dai primi annusamenti tra la sindaca Gamba e il GS Marigolda la sindaca ha sempre sostenuto,  anche sulla scorta di una consulenza fornita da un commercialista scelto dal comune, che risultando essere il CVI2 una struttura  che poteva creare reddito, non si poteva più assegnare mediante una convenzione ma andava fatto un appalto pubblico in base alla normativa attuale. Il GS Marigolda portava GIA' impressa nelle sue carni una pesante battuta, mai dimenticata nel tempo- proveniente da uno dei massimi dirigenti del partito maggiore azionista della lista Gamba: “il CVI2 è una gallina dalle uova d'oro” (per il GS Marigolda).
La gestione della questione da parte delle varie madamine della maggioranza –politiche e funzionaria- ha dimostrato l'assoluta incompetenza politica delle medesime che non hanno compreso che l'operazione che andavano a mettere in atto assomigliava ad uno scippo (senza nemmeno particolare destrezza o intelligenza!) non della “STRUTTURA” ma dell'insieme di valori e passioni che la gente della Marigolda aveva accumulato in mezzo secolo dentro il CVI2.
In aggiunta, veniva scoperto che per un “mero” errore di comprensione, la convenzione  del Comune con la Polisportiva di Curno per la gestione del CVI1 era stata “allungata” di due anni. Per chi ci crede al mero errore.
La giunta Gamba immaginava di assegnare la gestione e la ristrutturazione del CVI2 ad un operatore che avrebbe dovuto investire una cifra di 800mila euro da ricavare   dall'affitto agli sportivi delle varie strutture, alcune a prezzi imposti dall'amministrazione in vantaggio delle associazioni sportive locali.
Fatto un primo appalto per l'assegnazione della gestione del centro sulla scorta del piano elaborato dal famoso commercialista di fiducia della sindaca, questo non sortisce risultati. Rifatta la gara una seconda volta anche quella va a vuoto.
Un conto sono le chiacchiere scritte sulla carta un conto è il fronte.
Se c'era bisogno di dimostrare come  questa giunta non avesse e non abbia in mano il  bandolo della matassa, immaginate un operatore del settore che va in banca nel 2019 a domandare 800mila euro  come prestito - mutuo per la ristrutturazione del CVI2: viene gentilmente accompagnato alla porta dal direttore della banca fin nello studio di uno strizzacervelli.
Nel frattempo arriva il 30 giugno e il GS Marigolda proprio non ne vuole sapere di continuare sia pure temporaneamente la gestione ed allora ecco che la giunta lo assegna ad una onlus (praticamente la sola che per carità di patria accetta) con la solita foglia di fico che impieghi i disabili. Ormai con al giunta Gamba “il disabile” è la foglia di fico che giustifica tutte le scelte fuori e contro il mercato.
Quindi il Comune dal primo luglio  riscuote le iscrizioni degli sportivi per l'utilizzo degli impianti e ne mantiene le principali spese mentre la gestione –anche del bar- è in mano alla onlus.

Passate le ferie del 2019 nel frattempo qualcuno deve avere quindi soffieggiato all'orecchio del Comune che semmai gran parte della cifra da impegnare ce la poteva mettere il Comune, aumentando poi l'affitto. In pratica: siccome le banche manco morte ti danno un euro per questo assurdo impiego, che sia il comune che “indirettamente” fa da banca al futuro operatore e (il comune) rientrerà di  quanto investito cogli affitti annui.
La novità –è del 30 settembre 2019- consiste le fatto che a fronte di una spesa per la ristrutturazione del CVI2 (Marigolda) di oltre 800mila euro che in base alle determinazioni dell'ufficio competente dovevano essere a carico del[l'ingenuo] vincitore dell'appalto (che avrebbe utilizzato la struttura per un ventennio) il Comune interverrà mettendocene 350mila ma chiedendo al concessionario un fitto annuo di 25mila.
La sindaca ha dichiarato che anziché far guadagnare le banche che daranno il prestito al conduttore (per fare le opere) questi dovrà impegnare meno capitale proprio (e delle banche) di rischio e con questa operazione il conduttore  spenderà di meno ma il comune si garantirà un introito anno appunto di 25mila euro. Come dire:poteva anche andare peggio (per il comune).
Insomma la gallina in qualsiasi modo si mette davvero a fare della uova d'oro (semmai troverà il pollo che la gestisca…). Punto interrogativo.
Nel frattempo però il Comune ha dovuto smontare a proprie spese la mitica “baracca” che era stata la prima struttura messa in piedi per fare il CVI2 (se non ricordiamo male pare che lo smontaggio e discarica sia costata 10mila euro) e adesso ci saranno anche questi 29mila euro.
Arrivati ormai al 31 dicembre 2019 si attende un rendiconto di questi sei mesi di co-gestione comune-onlus del CVI2 : ci sarà da battagliare.

Dove sta la relazione tra la vicenda del CVI 2 e quella del viadotto Morandi (morti a parte: meno male!) oppure dell'ILVA? A Curno dopo 50 anni dell'esistenza di un punto di aggregazione sportiva e sociale –l'unico del quartiere- il comune si accorge che (1) ce n'è una parte abusiva (2) tutta l'impiantistica non è proprio regolare (3) per almeno 1/3 è da ricostruire ex novo (4) quella “salvabile” resta pur sempre inadeguata (5) è un centro sportivo non più all'altezza delle richieste della popolazione ed allora che fa il Comune? Lo mette all'asta al miglior ingenuo che  si offra di rifarlo a proprie e gestirlo per venti anni.

Peccato che il Comune abbia confuso un'arteria (come le autostrade oppure un'ILVA) con uno sputo per terra,  ragion per cui le autostrade e l'ILVA sono state subito acchiappate mente lo sputo l'hanno lasciato in faccia al Comune. E quando quel che si poteva strizzare fino al midollo è stato strizzato (ed è cascato un viadotto oppure ha ammazzato mezza città) ecco che… se lo tenga pure la Repubblica italiana. Idem col CVI2: dopo due appalti andati a vuoto (non succede solo a Curno: i furbi del pubblico hanno tutti la stessa matrice…) il Comune ha dovuto calare le braghe e riprenderselo. Per adesso ha sistemato una onlus  ma poi vedremo i conti a fine anno. Poi ci mette 800mila più altri 30mila più un altro centinaio di studi e spese varie. Ormai siamo vicini al milione di euro.
Cosa fece l'ANAS quando si accorse che dopo 15 anni d'esistenza la pila 11 del Morandi caracollava per via dell'inquinamento della fonderia dell'Italsider? La sistemò. Pure le pile 10 e 9 erano nella stessa situazione della 11 ma siccome si parlava già di privatizzazione, perché –si chiesero all'ANAS: cioé gli Italiani- perché spendere altri soldi?. Tutta la dirigenza delle autostrade-anas passò in carica al nuovo padrone e  passati dal 1993 al 2018 della pila 9 crollarono le bretelle e restarono 49 morti.
Vicenda simile con l'ILVA. Piazzarono un mostro che divenne grande quattro volte la città che gli stava vicina e quando questa divenne un rottame velenoso la sbolognarono al privato che la strizzò fino alla fine seminando altri morti in serie. La Repubblica la riprese in mano e cercò di affibbiarla a qualche pollo ma stavolta il pollo fu più furbo dell'Italietta e… adesso sono guai per i contribuenti. Esattamente come ha fatto il Comune di Curno col CVI2 quando, dopo aver preso due palettate in faccia coi due appalti andati a vuoto, ha deciso di metterci un milioncino di euro. Per vedere l'effetto che fa: ci sarà un pollo che ci sta?.
E per adesso la vicenda del CVI2 è ancora in alto mare e da quel che si vede in tutti i comuni d'Italia  ci sono poche speranze.
Intanto sta maturando la stessa cosa  col CVI1.1.

ILCOMUNE DI BERGAMO IMITA I COMUNI MAGGIORI
SCPMMETTIAMO CHE ANCHE CURNO SEGUIRA' LA STRADA?
UN AFFARE PER I VIVAISTI

Leggiamo sul Corriere/Bergamo che la neo assessora al verde, Marchesi: donna di lungo corso in politica mica una neofita, annuncia la piantumazione quest'anno di 1475 alberi  di bosco con fusto sui 20 cm di diametro. Chissà da dove provengono alberi di quelle varietà e di quella dimensione e chissà quanti ne resteranno in vita –visto come e dove li piantano e come  cura il verde il Comune di Bergamo- tra cinque anni. Ne seguiranno altri dal momento che è stanziata una spesa di mezzo milione di euro per il biennio. Chissà se hanno messo anche in conto che per i successivi dieci anni ci vorranno altrettanti 5-600mila euro di cura.
Non contenta di questo exploit l'assessora ha deciso che creerà on line un album da cui i cittadini potranno scegliere degli alberi da regalare al comune che poi li pianterà e loro sapranno via GPS, dove hanno “il loro albero”.  Goià immaginiamo  alberi sul suolo pubblico con attorno costruito un altarino tipo “questo è il mio”.
In generale quando un vivaista ha nel vivaio alberi di quella dimensione comincia a grattarsi la testa perché teme di dover impugnare la motosega e buttare via un sacco di soldi. In questa situazione ivece i vivaisti si stropicciano le mani –un affare da mezzo milione di euro mica lo trovi tutti i giorni…- ed applaudono all'iniziativa del politico di turno che li solleva del problema dal momento che mettere in circolo piante di quelle dimensioni significa aprire un affare non solo per il prezzo dell'albero ma anche per le cure di cui avrà bisogno domani. Immaginate solo il problema dell'irrigazione per almeno 5-7-10 anni dopo piantato.

L'assessora Marchesi deve avere una idea tutta sua del verde: forse è andata a scuola da Obi o dai giardinieri esterni che curano il verde comunale. Sicuramente non è andata scuola dei Maestri del Paesaggio, animali del tutto sgraditi ai fioristi e vivaisti indigeni (oltre che ai bottegai). Oppure ha compreso il messaggio al contrario. Il suo modo di concepire il verde è una autentica bestemmia dal momento sono (quelle da lei indicate) piante da mettere sui colli della città dove hanno ormai abbandonato la coltivazione delle uve  e  della frutta. Alberi di quella grandezza messe lungo le strade? immagino che qualcuno di più importante di noi avrà qualcosa da dire.

L'assessora Marchesi potrebbe cominciare e mettere in sesto l'alberatura di via Papa Giovanni, quella del Sentierone che paiono reduci dai campi di concentramento. Oppure sostituire quelli sulle Mura e in Sant'Agostino.
L'idea del verde che ha in mente la Marchesi è quella della villetta a schiera da servire sulla pagina de L'Eco per cuccare il voto la prossima tornata elettorale. Quella di chi ha bisogno di una dozzina di belle foto da mettere sulla locandina elettorale.
Se la giunta Gori 2 chiudesse il suo mandato con una completa rivisitazione delle alberature su viale Papa Giovanni, sulle Mura e in Valverde (quell'orrido buco nero che sta sotto Colle Aperto…) e attorno a Sant'Agostino, oltre  ai benefici naturali del verde riqualificherebbe il territorio facendolo diventare un valore da spendere sia per i cittadini – un bel vedere  crea sempre uno stare bene- che come attrattiva turistica della città. Basta fare un giro sulle Mura ed osservare i  grandi giardini privati sotto le mura per verificare come siano in buona sostanza qualcosa di insignificante, un'accozzaglia di alberature custodite male: meraviglia che proprietari così ricchi non sentano il bisogno di crearsi un bel giardino attorno alla propria casa. Per dire nulla di una putt…ta di orto sotto il bastione di San Giacomo.

Sai che soddisfazione per l'automobilista in coda sulla circonvallazione vedere sfilare degli olmi “da allevamento” magari provenienti dalla Slovenia o dalla Cechia  di la del guarda rail e intanto lui anche stavolta arriverà in ritardi ma avrà avuto il piacere di avere visto gli olmi in diretta.
Poi il Comune di Bergamo assieme alla MIA potrebbero rimboschire –li si con alberi di buona taglia- tutta la zona del Convento di Astino dismettendo la pagliacciata delle coltivazioni improprie colà messe a dimora. Il lino! Il luppolo!. Magari invece di essere una zona del tutto inaccessibile alle persone, la foresta sarebbe assai più frequentata ed anche un parcheggio a raso  sotto una fitta piantumazione, non darebbe così fastidio come quello attuale.
Ma tanto vale. Volete mettere un appalto da mezzo milione di euro?!

L'INVENZIONE DELL'ACQUA CALDA



Ma guarda un po' ci sono dei cittadini che vogliono regalare un albero al comune quando gli nasce in figlio!. Traduzione: privatizzano un pezzo di città facendo finta di fare i generosi. E quindi l'assessora competente metterà on line un catalogo di alberi col cartellino del prezzo attaccato e chi vorrà donare, donerà. Pure il comune di Curno  stracciona un po' di soldi col 5x1000. Vedrete che adesso straccioneranno – la città e il paese bello da vivere-  gli alberi  da donare al comune. Oltre al fatto che esiste una legge che prevede che per ogni nato il comune pianto un albero: bella idea che pochi o nessuno mette in pratica, quest'idea di dedicare uno o più alberi alla propria comunità è vecchia come il mondo, da quando al mondo si pativa davvero la… fame.
Quando nacque mia sorella –la prima della  nuova famiglia messa in cantiere a maggio del 1944- mio padre innestò su un cilegio selvatico coi “calem” che erano-sono una varietà di ciliegie tardive di colore giallo rosse, grossellotte ma leggermente acidule. I “serese di sciore”: le ciliegie dei ricchi. Ne hanno mangiate più gli uccelli dei cristiani. Quando sono nato io innestò su un biancospino l'albicocco e la pesca. Frutti piccoli e troppo dolci. Trapiantato dal bosco al campo é campato solo mezzo secolo. Quando nacque mio fratello suo padre gli dedicò una normale quercia (quercus alba) che oggi credo sia l'albero più elegante e di maggiori dimensioni di tutto il territorio del paese bello da vivere. Ma di alberi dedicati  in famiglia ne abbiamo avuti moltissimi: la più fortunata e invidiata fu nostra madre che disponeva di una quarantina di varietà di viti tutte uve da tavola.