A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1153 DEL 22 DICEMBRE 2019
























































Di cosa parliamo in questa pagina.



















LA SINDACA GAMBA: GENERALE SENZA TRUPPE
(DEVE METTERE VIA I SOLDI PERCHE' NON RIESCE A SPEDNERLI)
Con tre determinazioni messe tutte in fila -658 , 659, 661- il responsabile del settore patrimonio e lavori pubblici del Comune “richiamato il decimo decreto correttivo ai principi contabili, emanato in data 01.03.2019, il quale interviene sui criteri di formazione del Fondo Pluriennale Vincolato (FPV) di spesa in conto capitale, aggiornando il principio contabile 4/2 allegato al D. Lgs. 118/2011 (paragrafo 5.4)” ha deciso la costituzione fondo pluriennale vincolato per spesa in conto capitale . Dice la legge che  “Il fondo pluriennale vincolato è stato istituito per rappresentare contabilmente la copertura finanziaria di spese impegnate nel corso dell'esercizio e imputate agli esercizi successivi, costituita da entrate accertate e imputate nel corso del medesimo esercizio in cui è registrato l'impegno. Il fondo pluriennale vincolato è lo strumento che gestisce e rappresenta contabilmente la distanza temporale intercorrente tra l'acquisizione delle risorse e il loro effettivo impiego, nei casi in cui le entrate vincolate e le correlate spese, sono accertate e impegnate nel corso del medesimo esercizio e imputate a esercizi differenti”.
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VISTA LA FOTO DELLE CROCETTE LA SINDACA HA REITERATO L'ORDINANZA (AVRA' CAPITO CHE TOCCA A LEI?)
La pubblicazione sulla pagina 1149 del 18 dicembre di questo blog della foto della facciata della palazzina delle Crocette dove c'è la fermata del bus deve avere urticato mica poco la sindaca Gamba e tutta la sua corte di ignavi che non vendono mai nulla visto che ha RI-pubblicato l' ordinanza n. 147 del 04.12.2019 sul decoro urbano per la pulizia e manutenzione dei terreni privati in ambito urbano ed extraurbano.
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IL RETTORE DELUSO O ARRABBIATO
Quando sei il rettore di una università provinciale –che segna una sorta di continuità tra le superiori e l'uni versità-  dove quasi la metà degli studenti (45%)  non arriva da casa (come fosse “casa” venire in città da Valbondione, da Piazza Brembana piuttosto che da Isso) e quando sul sito dell'ateneo non trovi una tabella con la provenienza degli studenti divisa sul totale e per corsi, allora fai pensare che la tua idea dell'università è solo quella di ingrandirla numericamente anche se poi sei costretto ad adottare il numero chiuso per  i corsi triennali e domani anche per quelli quinquennali.
Non si comprende bene che messaggio si debba cogliere dall'articolo del Corriere salvo che finalmente il rettore si è accorto che questo disperdere l'università nei mille buchi che la città offre per guadagnare (in suo –dell'università-  verrebbe da dire: danno) sicuramente sta nella linea esibita in prima pagina: “un'università per la città, un campus diffuso. Spesso si ritiene che riunire tutti gli studenti in un solo campus, creare cioè una sorta di “fortino”, sia la soluzione ottimale per le università. Ma a ben vedere, questo significherebbe per molti aspetti allontanare l'università dal mondo, isolare lo studente.
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LE CONTRADDIZIONI DELLA SINDACA DI SOLZA (ED UNA RAGIONE)
La lettera di Natale a BG news della sindaca di Solza, Carla Rocca una pimpante piddina con ambizioni nazionali, nella quale lamenta come i giovani, nonostante la crisi occupazionale, non si presentino neppure ai concorsi per l'assunzione a tempo indeterminato da parte dei Comuni. La sua lettera è piena di buonsenso e di primo acchito appare  condivisibile ma merita un paio di commenti. Il Comune di Solza è lungo il fiume Adda immediatamente a valle di Calusco d'Adda. Ha una popolazione di poco più delle duemila anime. Solza oltre ad avere dato i natali a quel buonuomo di Barto lomeo Colleoni  è fortunatamente poco insidiato dalla porzione settentrionale della maxi Cava dell'Isola che sta un gran parte nel vicino comune di Medo lago.
Il problema di  Solza  è che un comune di quella grandezza NON dovrebbe nemmeno esistere nel senso che nella zona dell'Isola (124 kmq) basterebbero 4-5 comuni per amministrare ragionevolmente una popolazione di 120-130mila abitanti.
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le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!





















MANCA DI DECORO







Il Natale di chi non può fare programmi
di Roby Schirer

Erik e Viki si sono conosciuti quattro anni fa a una mensa per poveri. Da allora dormono insieme, su un materasso a due piazze, sotto i portici di Largo Augusto. Lui ha 25 anni, lei quasi il doppio; vengono da Slovacchia e Kenya, parlano italiano e Bosh, il cane che fa loro la guardia, lo hanno trovato davanti a una chiesa. Sono fidanzati? Chissà. Viki dice solo che Erik la deve rispettare perché lei ha tanti anni di più. Vivono delle monete elemosinate per strada, ma alla mensa non tornano più, perché «si mangia male». Non hanno i soldi per tornare a casa, nemmeno per fare programmi, e nessuna prospettiva di cambiare vita. Ogni notte di senzatetto come loro si riempiono le vie del centro, da San Babila a piazza Diaz: con le loro cose vicino, qualcuno perfino con la tenda; tutti, naturalmente, al coperto sotto i portici. «Ma vigili e poliziotti — dicono i due di Largo Augusto — ci lasciano stare. Se restiamo tranquilli, ci lasciano stare».





































































































































































































La pubblicazione sulla pagina 1149 del 18 dicembre di questo blog della foto della facciata della palazzina delle Crocette dove c'è la fermata del bus deve avere urticato mica poco la sindaca Gamba e tutta la sua corte di ignavi che non vendono mai nulla visto che ha RI-pubblicato l' ordinanza n. 147 del 04.12.2019 sul decoro urbano per la pulizia e manutenzione dei terreni privati in ambito urbano ed extraurbano. Nel commento scrivevamo che “TOCCA AL COMUNE PULIRE QUELLA FACCIATA. Di sicuro non è stato il proprietario di questo immobile, alle Crocette dove c'è la fermata del bus,  che ha conciato in questo stato la facciata. Anno dopo anno le scritte e i manifesti si sovrappongono come una sorta di cappotto comunicativo. Magari è pure leggermente arrabbiata (pare sia una donna, la proprietaria) della situazione. A Curno vige un regolamento – ci riferiamo a quello che obbliga i frontisti di tagliare l'erba e spalare la neve dai marciapiedi oppure alla recente ordinanza di cinque pagine cinque in ordine al tener puliti gli spazi privati- che non  esistiamo a definire nazi-comunista in quanto sostanzialmente non serve ai cittadini comuni ma serve sopratutto ai bottegai ed ai bar per uccellare meglio i loro clienti. Pure in piazza della chiesa c'è una facciata che appena rinnovata è stata “decorata” da qualche minchione atalantino. Per dimenticare l'eleganza del muretto di recinzione dell'oratorio oppure come è stato abbandonato il campo di tamburello. Pensiamo che spetti al Comune e non allo sfortunato proprietario dell'edificio alle Crocette, rimetterlo in sesto ad un livello “minimo” di decenza dal momento che se dei mascalzoncelli lo pitturano nottetempo, la responsabilità è del Comune che dovrebbe vigilare sull'ordine pubblico e il decoro del paese. Ovvio che da una  giunta che si limita  ad emettere ordinanze senza  nemmeno fare il più elementare ragionamento, non ci si debba attendere qualche moto di buonsenso ma solo sanzioni. Che costano la carta per emetterle. Comunque è strano che alle Crocette NON passi mai un consigliere della maggioranza per vedere questa vergogna e –tra una regalia e l'altra alle associazioni che li votano- decidano di tenere bene anche il paese di chi NON vuole regalie in cambio del voto”.
Ovviamente non siamo così ingenui da credere che queste pagine facciano cambiare idea alla sindaca Gamba ed alla sua coorte tanto è vero che ha replicato l'ordinanza senza fare un minimo di riflessione che nel caso, l'ordinanza vale semmai proprio per il comune. Anzi: immaginiamo che la sindaca abbia mandato fatto mandare tramite i vigili una bella sanzione alla proprietà magari giustificandosi che “si sono lamentati su un blog”: che sarebbe colpa nostra se lei ha inflitto la multa. Non è la prima (sindaca) che agisce così. Sindaca, prima di emettere grida, faccia una riflessione su tutto il sistema che regge (la neve, il verde, le aiuole, i giardini privati, i terreni edificati ed edificabili) e poi vedrà che il mondo è assai più complicato delle sue semplificazioni. Ma dubitiamo che lei comprenda questi problemi.

Con tre determinazioni messe tutte in fila -658 , 659, 661- il responsabile del settore patrimonio e lavori pubblici del Comune “richiamato il decimo decreto correttivo ai principi contabili, emanato in data 01.03.2019, il quale interviene sui criteri di formazione del Fondo Pluriennale Vincolato (FPV) di spesa in conto capitale, aggiornando il principio contabile 4/2 allegato al D. Lgs. 118/2011 (paragrafo 5.4)” ha deciso la costituzione fondo pluriennale vincolato per spesa in conto capitale . Dice la legge che  “Il fondo pluriennale vincolato è stato istituito per rappresentare contabilmente la copertura finanziaria di spese impegnate nel corso dell'esercizio e imputate agli esercizi successivi, costituita da entrate accertate e imputate nel corso del medesimo esercizio in cui è registrato l'impegno. Il fondo pluriennale vincolato è lo strumento che gestisce e rappresenta contabilmente la distanza temporale intercorrente tra l'acquisizione delle risorse e il loro effettivo impiego, nei casi in cui le entrate vincolate e le correlate spese, sono accertate e impegnate nel corso del medesimo esercizio e imputate a esercizi differenti”.
Vale a dire che i 215.250,00 euro per la costruzione della pista ciclabile lungo il fiume Brembo, i 70.000,00 euro per la sistemazione delle vie Emilia e Marigolda (che in effetti non si sa bene in cosa consistano) ed i 542.000,00 euro per la creazione della rotonda Scavolini sulla via Lecco vengono accantonati  per essere utilizzati l'anno venturo o nel 2021.  Insomma: i soldi ci sono, il programma d'investimento è stato approvato dal consiglio comunale, i progetti sono in stato avanzato, ma non c'è tutto pronto per fare l'appalto e iniziare i lavori.
Sono 827.250,00 euro che il Comune non riesce a investire quest'anno perché i progetti esecutivi da mandare in appalto non sono pronti.

La questione è che tranne i 70mila euro per la sistemazione delle due vie del quartiere Marigolda (ma c'è qualcosa da dire anche per quest'opera) la necessità di rimandare all'anno prossimo se non al 2021 i lavori della pista pedociclabile lungo il fiume (la costruzione della passerella sul Quisa è di la da venire) , deriva del tutto da come il nostro comune ha impostato la procedura per queste opere.
La procedura  è durata inutilmente troppo tempo perché ormai nel nostro comune si è scelta la via appunto, di allungare le pratiche piuttosto che di semplificarne l'iter. La ragione è semplice: distribuire quanti più incarichi possibili a professionisti per fare tre progetti dei quali i primi due vanno alla fine buttati. La legge consente che sia fatta una gara per ciascuno di questi tre livelli di progettazione e quindi che  siano eseguiti anche da tre professionisti differenti. Il che fa ridere o piangere secondo i gusti personali. La legge consente anche di assegnare un incarico “specialistico” (quindi che viene giudicato fondamentale) anche all'ultimo livello.
Per fare un esempio automobilistico immaginate la Fiat che progetta una macchina ed alla fine… oh! abbiamo dimenticato che ruote ci mettiamo sotto. Alla Fiat una dirigenza che combina un casino del genere verrebbe licenziata in mezzora.
A Curno invece accade che si decida che la pista pedociclabile lungo il fiume costi la bellezza di 215.250 euro salvo che è necessaria una indagine geologica ed idraulica da assegnare a spesa decisa.


Basta prendere in esame tutto l'iter della pratica per la passerella sul Quisa, da come è nata e fin dove è arrivata  adesso, per capire come sia stata congegnata apposta per perdere tempo, per provvedere a decine di incarichi professionali salvo che dopo 3-4 anni non si è messo in opera un solo mattone. Forse la posa della mitica “prima pietra” con tanto di benedizione prevostile o vescovile avverrà a fine 2020.

Per fare un esempio a riguardo della rotonda Scavolini sulla via Lecco. Il Comune ha deciso di affidare alla provincia la progettazione dell'opera (non siamo in grado di specificare se paghi o meno l'incarico).

Per progettare un'opera del genere  occorreva:
(1)    Fare una rilevazione del traffico proveniente dalla Merena di Ponte e di Mozzo che svoltava verso Ponte per valutare una equa distribuzione dei costi
(2)    fare un rilievo accurato della zona anche sulla verticale visto che vi passa una MAXI linea privata elettrica
(3)    fare un rilievo dei sottoservizi (magari nello stesso momento in cui la Vitali faceva lo stesso lavoro per l'adiacente sovrappasso della Dalmine-Alme: ma non si può pretendere tanta tempestività…)
(4)    avere una valutazione delle aree della zona dall'AdE per successive acquisizioni
(5)    avere una direttiva per quanto riguarda  la geologia e l'idraulica del posto (alla luce degli straventi ormai di regola…)
(6)    creare una commissione coi cittadini per valutare problemi e soluzioni e il successivo progetto
(7)    fare direttamente un progetto esecutivo –tenendo presente tutto quanto sopra accumulato- da mandare in appalto.
Una serie di operazioni che si potevano fare assegnando l'incarico –mediante una gara aperta a tutto il mondo delle professioni senza badare all'importo- ad un UNICO studio (una associazione temporanea di professionisti). Invece sono trascorsi due anni e il progetto da mettere in appalto ancora non c'é.

Ovvio che tutta la fiera messa in piedi nella realtà, per quanto consentita dalla legge, in realtà serva soltanto a rimarcare sia gli interessi corporativi dei dipendenti pubblici (sono io che governo l'iter e nessuno ci metta naso!) e dall'altro costituisca un assist formidabile in vantaggio delle professioni e della politica, che proprio per le decine di incarichi distribuiti costituisce una potenziale base di consenso e finanziamento elettorale.
Alla faccia dei cittadini che aspettano le opere.

Certo è comunque che un Comune come quello “bello da vivere” governato da un gruppone di maestre e professoresse ha già la burocrazia come stella polare e se poi ci aggiungiamo che l'ufficio  comunale addetto è retto da un geometra e da una impiegata, manco avessero i pattini sotto i piedi e sotto i polpastrelli, potrebbero stare dietro a questa mole di lavoro. Che viene  invece  inutilmente ingigantita anziché semplificata per meri interessi di consenso politico.

Finale di partita. La sindaca Gamba era partita per una luminosa guerra in cui spendere 827.250,00 euro ed alla fine si accorge di non avere… ne i quadri intermedi e neppure le truppe e quindi, tutti a nanna. Si muoveranno  l'anno venturo e tra due anni.
Una cosa è certa. (Perfino) alla Fiat se qualcuno facesse un preventivo e poi la fornitura andasse in appalto con uno sconto di oltre il 40% verrebbe messo alla porta entro mezzora. Se qualcuno facesse un progetto in tre progetti accorgendosi alla fine di non avere pensato alle ruote del doblò, qualcuno  verrebbe spedito altrove.

Quando sei il rettore di una università provinciale –che segna una sorta di continuità tra le superiori e l'uni versità-  dove quasi la metà degli studenti (45%)  non arriva da casa (come fosse “casa” venire in città da Valbondione, da Piazza Brembana piuttosto che da Isso) e quando sul sito dell'ateneo non trovi una tabella con la provenienza degli studenti divisa sul totale e per corsi, allora fai pensare che la tua idea dell'università è solo quella di ingrandirla numericamente anche se poi sei costretto ad adottare il numero chiuso per  i corsi triennali e domani anche per quelli quinquennali.
Non si comprende bene che messaggio si debba cogliere dall'articolo del Corriere salvo che finalmente il rettore si è accorto che questo disperdere l'università nei mille buchi che la città offre per guadagnare (in suo –dell'università-  verrebbe da dire: danno) sicuramente sta nella linea esibita in prima pagina: “un'università per la città, un campus diffuso. Spesso si ritiene che riunire tutti gli studenti in un solo campus, creare cioè una sorta di “fortino”, sia la soluzione ottimale per le università. Ma a ben vedere, questo significherebbe per molti aspetti allontanare l'università dal mondo, isolare lo studente.
La scelta dell'Università degli studi di Bergamo è stata invece quella di diventare, col tempo, un'università nella città. Il campus economico-giuridico, quello umanistico e quello ingegneristico, compongono oggi un unico disegno, che rappresenta un invito: credere in un legame quotidiano con la città e con il territorio, la sua storia, la sua cultura”.
Non c'era migliore descrizione dell'idea che i bottegai berga maschi hanno della scuola: va bene finchè resta una vacca da mungere. Dove gli studenti sono vacche da mungere. Che è poi anche l'idea di Gori per Città Alta.
Crescere non ha solo un'accezione dimensionale, e l'università a Bergamo è oggi nella sua giusta dimensione: non dispersiva, non caotica, a misura di studente. Crescere significa aprirsi. Per questo si sono voluti recuperare importanti luoghi della città, vere perle che testimoniano un grande passato. Spazi rigenerati e dunque valorizzati, finalmente rinati per aprirsi verso la cittadinanza, verso tutti. E sempre di più, con iniziative ed eventi culturali che siano sempre più condivisi.
Traduzione per chi non conosce  la città. Ci sono decine di spazi pubblici inutilizzati  perché del tutto irra zionali rispetto a possibili riusi ed allora appioppiamoli all'uni versità che così li rimettiamo in sesto e poi che si arrangi (l'università).
Adesso il rettore si rende conto che un buco qui, un buco li, un buco  a casa di dio l'università diventa un parco buoi ingestibile e la scelta della Montelungo è ormai una scommessa di esito incerto: nei costi e nei tempi. Il bando per raccattare offerte di ospizi per alloggiare studenti e prezzi decenti ha raccolto successo proprio perché –seguen do la stessa logica  che ha fatto della parte storica un  relitto inutilizzabile- anche i privati ne hanno un grande numero ed allora ecco la corsa ad offrirli alla scuola: hanno imparato a fare come il comune e la provincia di Bergamo. Rifilare al pubblico quello che il privato non sa più che farsene. Ma il sistema non regge e scricchiola. Occorrono aule, occorrono spazi razionali, occorre una vera università e non edifici in abbandono da traves tire in università.
Qui ormai vanno a pallino i fondamentali: un'università per la città, un campus diffuso. La scelta dell'Università degli studi di Bergamo è stata invece quella di diventare, col tempo, un'università nella città”. Fine del cinema: bisogna cambiare del tutto il pensiero. Vaglielo a dire a Gori, al PD, alla Lega e al Sinedrio che governa città e provincia.

La lettera di Natale a BG news della sindaca di Solza, Carla Rocca una pimpante piddina con ambizioni nazionali, nella quale lamenta come i giovani, nonostante la crisi occupazionale, non si presentino neppure ai concorsi per l'assunzione a tempo indeterminato da parte dei Comuni. La sua lettera è piena di buonsenso e di primo acchito appare  condivisibile ma merita un paio di commenti. Il Comune di Solza è lungo il fiume Adda immediatamente a valle di Calusco d'Adda. Ha una popolazione di poco più delle duemila anime. Solza oltre ad avere dato i natali a quel buonuomo di Barto lomeo Colleoni  è fortunatamente poco insidiato dalla porzione settentrionale della maxi Cava dell'Isola che sta un gran parte nel vicino comune di Medo lago.
Il problema di  Solza  è che un comune di quella grandezza NON dovrebbe nemmeno esistere nel senso che nella zona dell'Isola (124 kmq) basterebbero 4-5 comuni per amministrare ragionevolmente una popolazione di 120-130mila abitanti. Un comune di 2000 abitanti  deve avere dipendenti con la stessa professionalità dei dipendenti del Comune di Bergamo ma ovviamente non può essere.
Anche l'esporsi della Rocca come sindaca di un comune col “PGT a crescita zero” è una bufala mediatica dal momento che quando sei sostanzialmente un quartierino dell'Isola e sei rimasta senza territorio perché se lo sono già mangiato tutto, beh… sei costretta alla crescita zero. Ovvio che i cittadini di Solza non abbiano bisogno di un centro commerciale: bastano quelli dell'adiacente Calusco.
Dove invece ha ragione la sindaca Rocca è nel sottolineare come manchino dei corsi universitari per la formazione di figure di funzionario pubblico. Oggi  queste figure sono tutte mutuate dalle funzioni  strettamente private.
Ovvio che da una parte le categorie professionali  cerchino in ogni modo di evitare l'aggregazione dei comuni in quanto perderebbero un mercato professionale e tangentizio non di poco conto ed è altrettanto ovvio che sindaci politici e  interessi privati non sempre esattamente  puliti lavorino per evitare l'aggregazione.
Che poi questa posizione politica delle professioni, sposata anche dai politici di ogni livello in nome di una autonomia e originalità comunale, si rifletta in una UniBG che sforma  a getto continuo propria la serie dei professionisti de quo, evidente che manca un indirizzo che