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PRESI IN UNA NOTTE 665 NDRANGHETISTI
IL PIANO SOLO PREVEDEVA 731CATTURE
Parlano i numeri nell’ulti ma operazione contro i colletti bianchi e la
‘ndrangheta del Vibonese. Trecentotrentaquattro arrestati, 74 dei quali
ai domiciliari. Dodici le regioni interessate al blitz, insieme a Gran
Bretagna e Germania. In manette sono finiti politici, avvocati,
commercialisti, ufficiali dei carabinieri, cancellieri, comandanti
della polizia locale. Per evitare la fuga di notizie è stato necessario
anticipare di 24 ore l’operazione. Tremila i carabinieri impiegati
nell’operazione denominata «Rinascita Scott», coordinata dalla procura
distrettuale di Catanzaro.
«È la più grande operazione dopo il maxi processo di Palermo» dice
Nicola Gratteri, procuratore di Catanzaro. I capi d’imputazione
occupano 250 pagine delle 1263 con le quali il gip ha motivato il
provvedimento di arresto. Tredicimila cinquecento quelle che compongono
la richiesta avanzata dalla procura. Associazione mafiosa, estorsione,
omicidi, intestazione fittizia di beni, usura, riciclaggio le accuse”.
Quando ho sentito e lettola notizia ho avuto tre sobbalzi.
(...)
LE FEMMINE ALFA DEL COMUNE IN "GUERA" CON QUELLE DELLA SCUOLA
Mazzoleni Maria Lina, DePalma Angela, Gamba Luisa, Rota Ivana, Serra
Perlita, Bellezza Paola (che non è proprio l'ultima arrivata visto che
ha una Laurea Magistrale in Scienze Filosofiche con votazione di 110 e
lode all' Università di Bologna Alma Mater Studiorum) questi i nomi
della donne soldatesse in guerra (senza troppa enfasi sull'ultimo
sostantivo) tra l'Istituto Comprensivo Franco Gatti e il Comune di
Curno.
I primi due nominativi sono rispettivamente la dirigente e la
direttrice dei servizi generali della scuola mentre tutti gli altri
nominativi sono della sindaca, dell'assessora alla scuola, della
prosindaca per finire con la consigliera delegata alla cultura. Non si
devono omettere i nominativi delle due consigliere di minoranza: la
meloniana Carrara Sara e la geologa leghista Bugini Francesca. Che non
paiono direttamente schierate ma pare appoggino per vie traverse la
direttrice Mazzoleni Maria Lina, ritenuta dai più vicina al
centrodestra leghista. Chissà.
La guera, se di guera (con una sola ERRE visto che meno manle non
siamo nei paesi del MENA) si può parlare verde sul consolidato rapporto
di dipendenza che l'amministrazione comunale dall'avvento di un certo
Franco gatti, ha sempre imposto alle scuole. Franco Gatti, preside
delle scuole medie, fumatore accanito e per questo anticipatamente
chiamato dal buondio, introdusse nel paese bello da vivere uno-due dei
miti fondanti del centro sinistra: il tempo pieno e i sontuosi piani
del diritto allo studio. Gli scolari utilizzati (chi oserebbe mettere
in dubbio che tutto si fa per il bene dei nostri ragazzini!!!!!????)
come mezzo per creare occupazione aggiuntiva, per creare spesa
aggiuntiva alle famiglie, spendendo l'idea che in questo modo si
sarebbe aiutato l' occupazione femminile e i ragazzi avrebbero avuto
maggiori e migliori occasioni nella vita scolastica e non. Mai avuto UN
solo riscontro UNO di tutte le premesse del Gatti e dei suoi seguaci.
(...)
BERGHEM MERAVIGLOSA
Nella città con la ruota panoramica per Natale.
Nella città con le Mura Patrimonio dell'Unesco.
Nella città con un aeroporto da 13 milioni di passeggeri all'anno.
Nella città con una linea di bus elettrici dedicata rinforzata da quelli a gasolio e metano.
Nella città con una università e 24mila iscritti di cui il 45% fuori provincia e col numero chiuso dal prossimo anno.
Nella città che è 48esima come ricchezza e consumi. 40ma in «Affari e
Lavoro» , 20esima in «Ambiente e Servizi». Ottava in «Demografia e
Società» 70ma per «Giustizia e sicurezza» e 53esima per Cultura e
Tempo Libero. Praticamente in discesa in tutto dall'anno precedente.
Nella città dove ci sono otto mense per i poveri.
(...)
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BERGHEM MERAVIGLOSA
Nella città con la ruota panoramica per Natale.
Nella città con le Mura Patrimonio dell'Unesco.
Nella città con un aeroporto da 13 milioni di passeggeri all'anno.
Nella città con una linea di bus elettrici dedicata rinforzata da quelli a gasolio e metano.
Nella città con una università e 24mila iscritti di cui il 45% fuori provincia e col numero chiuso dal prossimo anno.
Nella città che è 48esima come ricchezza e consumi. 40ma in
«Affari e Lavoro» , 20esima in «Ambiente e Servizi». Ottava
in «Demografia e Società» 70ma per «Giustizia e
sicurezza» e 53esima per Cultura e Tempo Libero. Praticamente in
discesa in tutto dall'anno precedente.
Nella città dove ci sono otto mense per i poveri.
Nella città che è prima per minore migrazione sanitaria.
Nella città dove cementificano le residue piazze per migliorarle.
Nella città dove il verde pubblico passa da un'Attila donna ad un'altra Attila sempre donna.
Nella città dove la corsarola è diventata una concorrente delle gallerie dell'Oriocenter.
Nella città dove un museo fa un mare di soldi con una mega mostra di animali preistorici di plastica.
Nella città dove c'è il “Parco Ovest, oasi di biodiversità e luogo per
imparare a osservare e ascoltare” c'é anche una lunga fila di orti e
piccole baracche. In quella verde viveva da tre anni Jerzy Hubert
Szumnik, polacco, arrivato lì dopo una decina d'anni per strada e
all'Opera Pia Bonomelli. «Gli ho concesso di fare un pollaio sul pezzo
di terra di mia proprietà e lui ci ha costruito la baracca», racconta
Bruno Mazzoleni, 80 anni. Jerzy aveva 54 anni e un polmone solo, viveva
in un pollaio con quattro galline. Lo hanno trovato morto sei giorni
prima di Natale nella baracca di legno appoggiata alla massicciata
della ferrovia. Pochi dubbi sulla morte: aveva un fisico debilitato
dalle malattie, da qualche problema di alcol e dalla difficoltà della
vita che conduceva.
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PRESI IN UNA NOTTE 665 NDRANGHETISTI
IL PIANO SOLO PREVEDEVA 731CATTURE
Parlano i numeri nell’ulti ma operazione contro i colletti bianchi e la
‘ndrangheta del Vibonese. Trecentotrentaquattro arrestati, 74 dei quali
ai domiciliari. Dodici le regioni interessate al blitz, insieme a Gran
Bretagna e Germania. In manette sono finiti politici, avvocati,
commercialisti, ufficiali dei carabinieri, cancellieri, comandanti
della polizia locale. Per evitare la fuga di notizie è stato necessario
anticipare di 24 ore l’operazione. Tremila i carabinieri impiegati
nell’operazione denominata «Rinascita Scott», coordinata dalla procura
distrettuale di Catanzaro.
«È la più grande operazione dopo il maxi processo di Palermo» dice
Nicola Gratteri, procuratore di Catanzaro. I capi d’imputazione
occupano 250 pagine delle 1263 con le quali il gip ha motivato il
provvedimento di arresto. Tredicimila cinquecento quelle che compongono
la richiesta avanzata dalla procura. Associazione mafiosa, estorsione,
omicidi, intestazione fittizia di beni, usura, riciclaggio le accuse”.
Quando ho sentito e lettola notizia ho avuto tre sobbalzi.
Il primo perché siamo ancora nella stessa palcia (ad essere soft) e non
riusciamo a tirarci fuori. La seconda sta in quella dozzina di parole:
“Tremila i carabinieri impiegati nell’operazione denominata «Rinascita
Scott», coordinata dalla procura distrettuale di Catanzaro”. E poi
questa: “Per evitare la fuga di notizie è stato necessario anticipare
di 24 ore l’operazione”.
Ma dietro una notizia formalmente positiva ci sono due grosse
perplessità. La scrive Claudio Intrieri che Con apprezzabile modestia,
Gratteri l’ha definita «la più grande operazione dopo il maxi processo
di Palermo». Cifre imponenti, quelle snocciolate da Gratteri: «416
indagati, 260 arresti, 13.500 pagine di ordinanza cautelare di cui 250
solo per i capi d’imputazione ...5 milioni di fotocopie di ordinanze
autotrasportate nella notte». Enorme impiego di risorse:
all’operazione hanno preso parte 2.500 carabinieri del Ros e dei
comandi provinciali, «supportati da unità del Gis, del Reggimento
paracadutisti, degli squadroni eliportati Cacciatori di Calabria».
Intrieri però aggiunge qualcosa che fa venire il freddo alla
schiena:” all’inaugu razione dello scorso anno giudiziario dal
Procuratore Generale del distretto calabrese, Otello Lupacchini, che
aveva lamentato «un dato particolarmente allarmante» riguardante
l’eccessivo, ingiustificato ricorso alla custodia cautelare da parte
degli uffici giudiziari calabresi, «sicuro sintomo di inadeguata
ponderazione delle prove sia da parte di chi propone sia di chi dispone
la custodia cautelare…». I dati forniti da Lupacchini, sia pure
relativi anche al periodo precedente la nomina di Gratteri alla procura
distrettuale, sono in effetti allarmanti sia sotto il profilo delle
ingiuste detenzioni sia sotto quello non meno trascurabile del danno
erariale procurato allo Stato dalle cause di risarcimento: Catanzaro,
per il sesto anno consecutivo, è in testa alla non edificante
classifica del maggior numero di indennizzati con 158 risarciti (nel
2017) davanti a Roma con 137 e Napoli con 113. Catanzaro e Roma,
secondo quanto comunicato da Lupacchini, sono le città dove lo Stato ha
speso di più, ma il capoluogo calabro con 8 mln di euro ha “fatturato”
risarcimenti in misura più che doppia rispetto a Roma, con un numero di
procedimenti «incommensurabilmente minori».
Secondo Lupacchini, a Catanzaro si arresta troppo e inutilmente, l’uomo
ha indiscussa fama di indipendenza e competenza, fu lui ad occuparsi a
Roma di importanti processi di criminalità come quelli alla Banda della
Magliana su cui scrisse un libro non dello stesso successo di quello
del collega Giancarlo De Cataldo, ma più storicamente attendibile. Di
sicuro il modo con cui è stata data la notizia continua la pessima
abitudine da parte delle procure italiane di ricorrere a strumenti di
propaganda abilmente dissimulati sotto le vesti della pubblica
informazione. Ecco, nessuno può dire se Giancarlo Pittelli e gli altri
259 arrestati, e tutti i 416 indagati, siano colpevoli o innocenti, ma
sicuramente il modo con cui sono stati additati alla pubblica opinione
è identico a quello deprecabile utilizzato in precedenza nei confronti
del sindaco di Bibbiano e prima ancora per centinaia di indagati (e a
volte anche per gente che neanche lo era) poi risultati innocenti. Un
modo vietato dalla legge italiana oltre che da una direttiva europea.
La terza botta l’ho presa pensando come una procura possa mettere in
piedi un’operazione di quella grandezza in meno di 24 ore coinvolgendo
tremila uomini dell’esercito oltre i mezzi di ogni genere necessari.
249 arrestati e 416 indagati (665 in totale) sono un piccolo comune.
Sono un quartiere. Questa operazione comunque la si voglia leggere è
“anche” un messaggio di guerra civile. Guardate che siamo in grado di
venirvi a prende in meno di 24 ore.
Un’operazione che fa venire in mente il Piano Solo del 1964.
Il Piano Solo si proponeva di assicurare all'Arma dei Carabinieri (il
cui comandante generale era al tempo il generale Giovanni de Lorenzo)
il controllo militare dello Stato per mezzo dell'occupazio ne dei
cosiddetti «centri nevralgici» e, soprattutto, prevedeva un progetto di
«enucleazione», cioè il prelevamento e il conseguente rapido
allontanamento di 731 persone considerate pericolose del mondo della
politica e del sindacato: costoro sarebbero dovuti essere raggruppati e
raccolti nella sede del Centro Addestramenti Guastatori di Poglina
(Alghero, provincia di Sassari, in seguito principale base militare di
addestramento della struttura clandestina Gladio), adattata a tempo di
record dal SIFAR, e dove sarebbero stati «custoditi» sino alla
cessazione dell'emergenza. La lista dei soggetti da prelevare sarebbe
stata ricavata ed elaborata sulla base delle risultanze di riservati
fascicoli del SIFAR, pretesi da De Lorenzo qualche anno prima. Nel
frattempo l'Arma avrebbe assunto il controllo delle istituzioni e dei
servizi pubblici principali, compresi la televisione, le ferrovie ed i
telefoni.
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LE FEMMINE ALFA DEL COMUNE IN "GUERA" CON QUELLE DELLA SCUOLA
Mazzoleni Maria Lina, DePalma Angela, Gamba Luisa, Rota Ivana, Serra
Perlita, Bellezza Paola (che non è proprio l'ultima arrivata visto che
ha una Laurea Magistrale in Scienze Filosofiche con votazione di 110 e
lode all' Università di Bologna Alma Mater Studiorum) questi i nomi
della donne soldatesse in guerra (senza troppa enfasi sull'ultimo
sostantivo) tra l'Istituto Comprensivo Franco Gatti e il Comune di
Curno.
I primi due nominativi sono rispettivamente la dirigente e la
direttrice dei servizi generali della scuola mentre tutti gli altri
nominativi sono della sindaca, dell'assessora alla scuola, della
prosindaca per finire con la consigliera delegata alla cultura. Non si
devono omettere i nominativi delle due consigliere di minoranza:
la meloniana Carrara Sara e la geologa leghista Bugini Francesca. Che
non paiono direttamente schierate ma pare appoggino per vie traverse la
direttrice Mazzoleni Maria Lina, ritenuta dai più vicina al
centrodestra leghista. Chissà.
La guera, se di guera (con una sola ERRE visto che meno manle non
siamo nei paesi del MENA) si può parlare verde sul consolidato rapporto
di dipendenza che l'amministrazione comunale dall'avvento di un certo
Franco gatti, ha sempre imposto alle scuole. Franco Gatti,
preside delle scuole medie, fumatore accanito e per questo
anticipatamente chiamato dal buondio, introdusse nel paese bello da
vivere uno-due dei miti fondanti del centro sinistra: il tempo pieno e
i sontuosi piani del diritto allo studio. Gli scolari utilizzati (chi
oserebbe mettere in dubbio che tutto si fa per il bene dei nostri
ragazzini!!!!!????) come mezzo per creare occupazione aggiuntiva, per
creare spesa aggiuntiva alle famiglie, spendendo l'idea che in questo
modo si sarebbe aiutato l' occupazione femminile e i ragazzi
avrebbero avuto maggiori e migliori occasioni nella vita scolastica e
non. Mai avuto UN solo riscontro UNO di tutte le premesse del Gatti e
dei suoi seguaci.
Tranne che quest'anno tra comune e scuola c'è una convenzione dove a un
certo punto è stato concordato di “trasferire un 10 per cento
dell'ammontare totale se non dopo la riunione dell'apposita
commissione, che ha il compilo di monitorare se effettivamente le
risorse sono state destinate ai progetti presentati, con la
possibilità da parte della scuola di far confluire parte delle somme
su progetti simili”. Con una spesa di 69 mila euro non c'è da scialare
rispetto a quello che spende e spande il comune “oltre” la scuola. Che
non è un controllo qualità sugli esiti ma solo un controllo
burocratico.
Ecco dall'articolo della portavoce delle femmine alfa che governano il
Comune le dritte mandate alla scuola sorda… e chi deve capire
capisca!.
(1) E' stata inviata una nuova richiesta formale
inviata dal Comune di Curno alla dirigenza dell'Istituto Comprensivo
«Franco Gatti» per riprendere l'iter partecipato che porti alla
ridefinizione dell'assetto orario per avere la possibilità, come già
richiesto da tutto il consiglio all'unanimità, di ristabilire almeno
una classe sul territorio con 30 ore settimanali e 5 pomeriggi. È
quanto comunicato in Consiglio comunale dall'assessore Ivana Rota.
«L'amministrazione comunale, entro i termini previsti dalla nuova
convenzione, Il 15 settembre, ha inoltralo questa richiesta e ora siamo
in attesa di una risposta da parte della nuova dirigente scolastica».
(2) In attesa che entro il prossimo mese di settembre
2020 sia terminata la costruzione della palestra di via Gandhi per la
Nuova Rodari “è stato dettagliato l'accompagnamento degli alunni
alla palestra per gestire al meglio il trasferimento durante le ore dì
educazione motoria, ci siamo impegnati anche per iscritto. Da parte
dell'amministrazione comunale, attraverso l'ufficio Servizi alla
Persona, verranno fornite delle persone incaricate ad accompagnare le
insegnanti di educazione motoria nel tragitto dalla scuoia alla
palestra della ex Rodari».
(3) Infine è stato inoltre meglio definito
l'uso delle scuole negli orari extrascolastici. «Dall'anno scorso
abbiamo inaugurato il progetto Oltre la Scuola che, nel pomeriggi non
coperti dall'offerta scolastica, occupa degli spazi nella primaria, in
concomitanza con gli altri alunni che stanno svolgendo le attività in
orario scolastico. Nella convenzione c'è poi anche il divieto di
affittare o cedere gli spazi scolastici a qualunque titolo a terzi se
non dopo aver chiesto un parere preventivo all'amministrazione e, in
caso che quest'ultima ritenesse meritevole la domanda, previa
richiesta di patrocinio. «Per metterci al riparo da eventuali usi
impropri, abbiamo cercato di prevedete qualsiasi evenienza - spiega
Rota l'amministrazione comunale sta usando gli spazi in orari extra
scolastici per il corso di computer della Terza Università. E nostra
intenzione far sì che questi locali vengano usati anche da una fascia
diversa di cittadini, senza che le due attività si intralcino».
Detto fatto i vari dictat elegantemente dissimulati della compagnia di
femmine alfa che amministra il comune non sono stati nemmeno presi in
considerazione dalla dirigente: intanto sono trascorsi quattro
mesi. Se ne riparlerà (forse) dopo la befana.
Insomma: pare siano finito il tempo in cui le scuole di Curno
erano difatto delle appendici del Comune in mano alla maggioranza di
turno e l'articolo manifesta in modo evidente il fastidio e
l'irritazione non della sola assessora Rota ma dell'intera maggioranza.
Tenendo poi conto che sostanzialmente tutte le femmine alfa della
maggioranza sono insegnanti o ex.
La giunta Gamba non ha ancora compreso che il mondo della scuola “ha
espulso” la politica DALLA SCUOLA e l'avvisa che il mercato per cui la
politica cerca di conquistare o mantenere i consensi elettorali
gonfiando i piani del diritto allo studio badando SOPRATTUTTO al
consenso dei genitori, ormai non ha più spazi. Nella scuola “comanda”
la scuola e poi altrove il comune faccia quel che vuole.
Del resto uno dei motivi del crollo elettorale a livello nazionale del
PD, partito che anche a Curno è il maggiore azionista di questa
maggioranza, sta proprio nella rottura totale tra quel partito e
il mondo della scuola. A Curno come in altri paesi la c.d.
sinistra ha tentato di recuperare consenso elettorale con sontuosi
piani del diritto allo studio ma non ci vuole una torcia per capire che
quei piani sono solo spese clientelari dove i ragazzini sono usati come
mezzo mentre lo scopo è quello di finanziare una miriade di enti
vari per iniziative parallele ed esterne alla scuola al solo scopo di
ottenere consenso elettorale e distribuire qualche forma di
reddito di cittadinanza ad una classe di disoccupati senza futuro.
Quelli usciti proprio dalle scuole inventate dai mille Franco Gatti
d'Italia..
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