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LA NUOVA PALELA RODARI
AL MQ COSTA PIU' DI UNA VILLA
I cittadini di Curno saranno contenti: tra un anno –dio permettendo-
disporranno della terza palestra stavolta presso la scuola Rodari. Che
cosa se ne facciano di tre palestre, di una palestrina ed assimilata e
di due centri sportivi non è mai stato chiaro, ma se c'è da fare i
bulli e sprecare risorse, possiamo stare sicuri che nessuna maggioranza
a Curno si tira indietro. Probabilmente hanno ancora nelle orecchie la
mitica affermazione dell'avv. Arnoldi per il quale la presenza del
centro commerciale avrebbe permesso ai Curnesi panem et circenses.
Forse per questo che la giunta Serra&Conti& Gamba hanno
regalato 300mila metri cubi di commerciale su via Fermi-Europa e
l'ineffabile ex segretario piddino dice che i posti di lavori nel
commerciale valgono se non di più neanche di meno che alla Brembo.
Un cittadino normale visto che è stata avviata la pre gara per
l'appalto dei lavori di costruzione di questo ennesima stalla
travestita da palestra, si aspettava paginate e paginate interviste
della sindaca, del vice, dell'assessora all'istruzione e invece finora
sono andate via schisci schisci tutti. Chissà perchè.
Non senza mancare una figuraccia: quella di pubblicare un avviso,
scrivere che nell'allegato c'è il progetto e invece il progetto … non
c'é.
(...)
BERGAMO: PIOVONO MILIONI
A CARRETTATE.
E L’UNIBG METTE IL NUMERO CHIUSO
Bergamo: piovono milioni a carrettate!
Nella prima decina di dicembre dopo l'approvazione nella commissione
Bilancio del Senato, la notizia ha viaggiato velocissima da Roma a
Bergamo. Giusto il tempo di fotografare l'emendamento approvato e
girarlo a più persone possibili su WhatsApp per spiegare a tutti che,
con quell'approvazione, al Donizetti Opera Festival arriverà un
contributo di un milione di euro l'anno nel 2020, nel 2021 e nel 2022.
Tre milioni frutto di un lavoro di squadra bipartisan. «Una buona
notizia per Gaetano Donizetti e per Bergamo — è il giubilo, affidato ai
social network, del sindaco Giorgio Gori —. L'emendamento era stato
presentato dal vice capogruppo del Pd al Senato, grazie all'“attivo
interessamento” dei parlamentari democratici Elena Carnevali e Maurizio
Martina, ma si tratta di un'iniziativa assolutamente bipartisan, dato
che un analogo emendamento, cui si estende l'approvazione, era stato
presentato dalla senatrice della Lega Simona Pergreffi. Decisivo è
stato il parere del governo, quindi il “presidio” da parte del nostro
viceministro all'Economia Antonio Misiani».
Era stato Gori, un paio di mesi fa, a riunire parlamentari e
consiglieri regionali bergamaschi a Palazzo Frizzoni per chiedere a
tutti di lavorare insieme per provare ad avere più contributi per il
festival donizettiano.
(...)
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BERGAMO: PIOVONO MILIONI
A CARRETTATE.
E L’UNIBG METTE IL NUMERO CHIUSO
Bergamo: piovono milioni a carrettate!
Nella prima decina di dicembre dopo l'approvazione nella commissione
Bilancio del Senato, la notizia ha viaggiato velocissima da Roma a
Bergamo. Giusto il tempo di fotografare l'emendamento approvato e
girarlo a più persone possibili su WhatsApp per spiegare a tutti che,
con quell'approvazione, al Donizetti Opera Festival arriverà un
contributo di un milione di euro l'anno nel 2020, nel 2021 e nel 2022.
Tre milioni frutto di un lavoro di squadra bipartisan. «Una buona
notizia per Gaetano Donizetti e per Bergamo — è il giubilo, affidato ai
social network, del sindaco Giorgio Gori —. L'emendamento era stato
presentato dal vice capogruppo del Pd al Senato, grazie all'“attivo
interessamento” dei parlamentari democratici Elena Carnevali e Maurizio
Martina, ma si tratta di un'iniziativa assolutamente bipartisan, dato
che un analogo emendamento, cui si estende l'approvazione, era stato
presentato dalla senatrice della Lega Simona Pergreffi. Decisivo è
stato il parere del governo, quindi il “presidio” da parte del nostro
viceministro all'Economia Antonio Misiani».
Era stato Gori, un paio di mesi fa, a riunire parlamentari e
consiglieri regionali bergamaschi a Palazzo Frizzoni per chiedere a
tutti di lavorare insieme per provare ad avere più contributi per il
festival donizettiano.
Di oggi la seconda pioggia, più generosa della prima. Si allunga
la linea tra la cottà e il Caravaggio, si aggiungono i lavori, si
complicano le indagini e le opere collaterali, e infine cresce anche il
prezzo. È questo il motivo per il quale il treno fra Bergamo e Orio, il
cui costo è stato a lungo stimato in 110 milioni, ha visto il
preventivo schizzare a 170 milioni. «Ma la copertura c'è», ha
assicurato il presidente di Sacbo Giovanni Sanga, reduce da un
colloquio con l'amministratore delegato di Reti ferroviarie italiane.
I progettisti di Italferr hanno deciso, spiegano in una nota ufficiale,
di «migliorare le prestazioni della linea tramite la realizzazione
dell'indipendenza tra la linea Bergamo-Montello e il collegamento con
l'aeroporto». Significa che non sarà utilizzata una linea già esistente
a cui aggiungere nuove corse, ma che ne sarà realizzata una nuova.
«Oggi — spiegano le Fs — il progetto si sviluppa con un doppio binario
fino all'interno della stazione di Bergamo». Visto che la nuova linea
si allunga fino a un totale di 6,2 chilometri e la realizzazione si
complica, nasce «la necessità di eseguire modifiche all'armamento ed
effettuare l'adeguamento delle opere di trazione elettrica e degli
impianti di sicurezza e segnalamento». La progettazione definitiva avrà
un costo stimato di 8 milioni di euro e secondo le previsioni dovrà
essere conclusa entro il 31 marzo 2020.
I colletti bianchi della maggioranza goriana assieme ai colletti
verdi ed ai colletti neri si fregano le zampine: mai visto tanto ben di
dio piovere tripartisan sulla città. Ce ne sarà per tutti. Esattamente
come hanno sempre fatto i bravi buoni e silenziosi lavoratori come
sanno essere i bergamaschi. A partire dalla MIA ogli Istituti Educativi.
Certo che quando una città provincia poggia il suo futuro
sulle fortune di una Ryanair, qualcuno con un briciolo di buonsenso
potrebbe dubitare se valga la pena o meno di spendere tutti quei soldi
per condurre i passeggeri fermi tra una corsa e l'altra in città alta.
Però siccome i bergamaschi si accontentano… meglio una cesta di mele
oggi che domani ci penseranno. Intanto la DHL se n'è andata perché
ormai aveva compreso da sola che se non se la filava una qualche sera
si sarebbe trovata qualche migliaia di cittadini sotto gli uffuici
armate di forconi. Recita Il Bugiardino rassicurante: In vista
dell'apertura dell'hub Dhl a Malpensa, operazione che trasformerà il
sito di Orio in semplice «gateway», sul fronte occupazionale arrivano
le prime garanzie: «Sono salvi i circa 250 lavoratori diretti più i 150
in somministrazione che a Orio sono impegnati nel reparto Customs, cioè
nell'elaborazione dell'import e export dal punto di vista burocratico e
doganale per tutt'Italia». Insomma tutto a posto.
Piovono milioni per ferrovie e teatro mentre UniBG annuncia il numero
chiuso per tutte le lauree triennali a partire dal prossimo anno
accademico, mentre per le magistrali subentrerà a partire dal 2021. È
la decisione maturata dal cda dell'Università di Bergamo, e inserita
nel piano strategico 2020-2022, per «garantire la qualità della
didattica e della centralità dello studente in tutte le dimensioni
della vita universitaria», spiega il rettore Remo Morzenti Pellegrini.
Una misura per limitare le difficoltà e criticità logistiche per i suoi
studenti, che sono in costante crescita da anni. Attualmente sono 24
mila gli iscritti a Bergamo, il 15% in più rispetto all'anno scorso. Il
50% in più rispetto al 2012. E sono in grande aumento soprattutto gli
stranieri (+74,5%). I test d'ingresso adottati saranno quelli del
Consorzio Interuniversitario Sistemi Integrati per l'Accesso, su
piattaforma informatizzata in apposite aule accreditate. Buttiamo li
anche una cifra: 432 euro la tassa minima con l'isee più basso.
Prosegue il ragionamento di UniBG: é solo il vello delle pecore che,
secondo le leggi della Natura, può crescere all'infinito. Non ha questa
caratteristica l'Università di Bergamo, che sta per introdurre il
numero «sostenibile e programmato».
Aggettivi che dicono tutto. La sostenibilità si dimensiona sulle
infrastrutture (sia scolastiche che ricettive della città) e sul
personale docente e tecnico-amministrativo; l'accesso programmato,
invece, consentirà l'iscrizione solo in seguito al superamento di un
test di ammissione.
Al momento è stato indicato un provvedimento di sperimentazione che per
il 2020/21 coinvolgerà le lauree triennali e l'anno successivo, salvo
diverso avviso, anche le lauree magistrali. Sono ricomprese nel
perimetro tutte le lauree triennali e non solo le più gettonate
(Scienze dell'Educazione, Scienze della Comunicazione, Lingue e
letterature straniere ed Economia aziendale) che hanno esercitato un
appeal straordinario, facendo segnare negli ultimi anni un aumento
esponenziale.
«Una scelta a garanzia della qualità della didattica e della centralità
dello studente in tutte le dimensioni della vita universitaria —
sottolinea il rettore Remo Morzenti Pellegrini —. A conferma della
massima attenzione al singolo studente, alla sua formazione e alla sua
crescita con possibilità di approfondimento e di recupero per rimanere
al passo con il percorso di studi scelto». Un filo logico, garantista
del rettore, dietro il quale il cda di UniBg ha inteso rifuggire
difficoltà e criticità logistiche e didattiche per i suoi studenti. Una
scelta in cui, evidentemente, anche le lungaggini della Montelungo, con
la variazione di extra costi della progettazione esecutiva, devono aver
avuto il loro peso. Dopo 3 anni e mezzo, del cantiere non si vede
l'ombra della futura università.
La notizia venduta dalla scuola ai giornaloni si può leggere
diversamente: l'università sta scoppiando per una crescita eccessiva e
una disorganizzazione che ormai mostra tutta la sua assurdità: sparsa
per tutta la città. Il passa parola tra i giovani che sia una
università complessivamente facile e tutto sommato anche poco costosa,
messa al vertice di un sistema di comunicazioni eccezionale (il
Caravaggio) sommata alla discreta pubblicità ottenuta dalla
dichiarazione dell'UNESCO sulle Mura e dall'EXPO 2015 cela la dura
realtà. Una università organizzata come adesso non regge più. Non
bastano gli insegnanti gli spazi gli amministrativi e soprattutto non
esiste quello che tutte le Università hanno: il campus” vale a dire
quell'ambito significativo per cui quello è il crogiolo, la stella
polare. Sostanzialmente UniBg non riesce a scrollarsi di dosso l'idea
che sia un prolungamento delle varie scuole superiori della città e del
circondario.
Quindi quando sorgono le difficoltà e non ci sono soluzioni possibili
–anzi: sei è nel bel mezzo di un mega casino come quello della
Montelungo- si ricorre al numero chiuso ovviamente sempre in vantaggio
degli studenti, non per marcare il fallimento di un paese e di una
città. Del resto le imprese guardano con disincanto e con non eccessivo
interesse all' UniBg perché in Lombardia hanno a disposizione un bacino
immenso e quindi non hanno problemi a trovare chi occorre.
Insomma acnhe l'università a bergamo si ritrova in un collo di
bottiglia senza il coraggio di frantumarla ed uscire fuori. Esattamente
come la città prigioniera della ferrovia e dell'A4 ai piedi di
una collina da una parte e di un aeroporto dall'altra senza avere
il coraggio di liberarsi almeno delle prime due spostandole.
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LA NUOVA PALELA RODARI
AL MQ COSTA PIU' DI UNA VILLA
I cittadini di Curno saranno contenti: tra un anno –dio permettendo-
disporranno della terza palestra stavolta presso la scuola Rodari. Che
cosa se ne facciano di tre palestre, di una palestrina ed assimilata e
di due centri sportivi non è mai stato chiaro, ma se c'è da fare
i bulli e sprecare risorse, possiamo stare sicuri che nessuna
maggioranza a Curno si tira indietro. Probabilmente hanno ancora nelle
orecchie la mitica affermazione dell'avv. Arnoldi per il quale la
presenza del centro commerciale avrebbe permesso ai Curnesi panem et
circenses. Forse per questo che la giunta Serra&Conti& Gamba
hanno regalato 300mila metri cubi di commerciale su via Fermi-Europa e
l'ineffabile ex segretario piddino dice che i posti di lavori nel
commerciale valgono se non di più neanche di meno che alla Brembo.
Un cittadino normale visto che è stata avviata la pre gara per
l'appalto dei lavori di costruzione di questo ennesima stalla
travestita da palestra, si aspettava paginate e paginate interviste
della sindaca, del vice, dell'assessora all'istruzione e invece
finora sono andate via schisci schisci tutti. Chissà perchè.
Non senza mancare una figuraccia: quella di pubblicare un avviso,
scrivere che nell'allegato c'è il progetto e invece il progetto … non
c'é.
La ragione del silenzio è semplice (e non è finita): la nuova scuola
Rodari –al di la dei problemi che vi si sono accavallati tutti per
demerito della politica fin dalla nascita- è costata l'ira di dio e
semmai un giorno sapremo, dati aggiornati come ISTAT comanda, quanti
milioni sia costata e quante migliaia di euro al metro quadro, faremo
tutti un salto dalla sedia.
Infatti.
Infatti uno si aspettava che davanti a questo nuovo progetto trovasse
non solo le due pagine del quadro economico dell'opera ma “ANCHE” una
relazione dettagliata in cui erano elencate le esatte superfici dei
locali e il costo medio a metro quadrato.
Nella relazione dell'opera NON ci sono queste informazioni basilari: tanto paga pantalone.
Il conteggio l'abbiamo fatto noi senza spaccare il capello. La nuova
opera dovrebbe avere una superficie coperta di 562 mq. Secondo il
quadro economico costerebbe 893mila euro le opere da mandare in appalto
mente il costo complessivo ammonterebbe a 1,125 milioni. Cifre che
significano un costo a metro quadrato per il solo muratore di 1.588
euro/mq mentre complessivamente siamo di poco sopra i 2.000 euro a
metro quadrato.
Vero che poi ci sarà uno sconto in appalto ma sono cifre da capogiro.
Senza contare il fatto che un'opera che dovrebbe costare 893mila euro
alla fine costa 232mila in più per mantenere la burocrazia: tanto con
1400 miliardi di debito nazionale che volete che sia? Capito cosa si
ciucciano i colletti bianchi a ufa?
La nuova palestra è un'opera quasi del tutto staccata dalla scuola
Rodari ed è dotata di due ingressi: dalla scuola Rodari (in continuità
con la pista aeroportuale che ne costituisce il corridoio nordsud- e
dall'esterno su via Carlinga. Quindi è un' opera che servirà sia la
scuola che ai cittadini, vale a dire destinata a rapido massacro.
L'interno della palestra ha lo stesso anonimo squallore del solito
capannone: un volume parallelepipedo vuoto forse con le pareti neppure
imbottite di fonoassorbenti. Perché perdere l'occasione di un
bell'appaltino sotto i 40mila euro per imbottirle domani quando gli
utenti usciranno frastornati dal rumore!?.
Un figata ovviamente le solite travi di legno lamellare che ormai sono usate anche nelle stalle. Dell'Alto Adige: però.
Nello schema di progetto originario della scuola Rodari la palestra
aveva il pavimento più basso di quello della scuola e per
accedervi era previsto uno scivolo. Nel progetto attuale per questioni
economiche sono stati aboliti gli scivoli e la palestra, da
parzialmente ipogea, adesso è tutta fuori terra (tre metri più alta
della Rodari) : che non è proprio un bel vedere rispetto all'insieme ma
bisogna pur lasciare un po' di creatività alla giunta.
Diciamo che in ordine alle altezze della Rodari avevano cannato fin
dall'inizio dal momento che avendo voluto tenere il pavimento
orizzontale anziché assecondare la modesta pendenza del terreno, è
accaduto che su via IV Novembre l'ingresso principale è più basso della
via (di qui l'allagamento di qualche anno or sono…) mentre su via
Gandhi la quota è più alta di 100-130 cm. Forse anche 150 cm. Se nel
progetto avessero secondato la pendenza del terreno la scuola si
sarebbero inserite assai meglio di come adesso e la nuova palestra non
bozzerebbe fuori come un indesiderato mega lipoma. Non (solo) per una
questione estetica (che non si discute) ma perché (1) non avremmo
subito i 160mila euro di danni dall'allagamento (2) i soldi risparmiati
per lo scavo-riempimento avrebbero consentito di rendere meno ipogea la
palestra (3) sul tetto c'é una pompa di calore (semplifichiamo)
che per potenza irradierà un bel rumore visto che attorno ci sono
anche delle abitazioni.
L'assessore Conti in consiglio comunale aveva annunciato che lo
scatolotto sarebbe stato dotato di sofisticatissime diavolerie
elettroniche multimediali ma dall'insieme al massimo si potranno
combinare i balletti dell'oratorio. Comunque di questo impianto
ipertecnolgico non c'è traccia nel quadro economico e quindi ci
dobbiamo aspettare un ennesimo appalto. Come manca la sistemazione
dell'esterno e poi c'è il problema parcheggi degli estranei che
accederanno e parcheggeranno in via Gandhi, togliendoli a quelli che li
hanno pagati di tasca propria quando hanno comprato casa.
Conclusioni:
1 - sulla forma del volume interno avremmo fatto maggiore
riflessione per trovare una soluzione “meno scatolotto” di com'è
adesso. Anche la bellezza contribuisce all'educazione.
2 – manca il rivestimento fono assorbimento delle pareti verticali
3 – sul tetto della Rodari ci piazzerei 2-3-4 girasoli solari con una
adeguato sistema di batterie in modo da rendere del tutto
autosufficiente tutto il comparto CVI1, scuole biblioteca
auditorium palazzina ASL. Visto che si tratta di un investimento
realizzabile anche in 2-3 anni.
4 – il giardino fa letteralmente pietà: diseducativo proprio per chi dovrebbe essere educato alla bellezza ed alla natura.
5 - all'esterno dell'ingresso sarebbe utile una piccola tettoia che copra il cortiletto.
6 – avete presente com'è “simpatica bella accogliente” via Gandhi di notte d'inverno
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