A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1150 DEL 19 DICEMBRE 2019
























































Di cosa parliamo in questa pagina.



















GRANDI E PICCOLI MA  E' LA POLITICA CHE  DEVE DARE GLI INDIRIZZI SUL CREDITO
Quello che non si racconta mai di questi tracolli bancari sono per esempio.
-    Quanto hanno ricevuto di compenso extra (dalla banca) i bancari (dai maxi dirigenti fino agli impiegati allo sportello) che  inchiappettavano così bene i loro clienti.
-    Come mai chi governa il credito nazionale non ha mai date precise indicazioni in ordine al credito da concedere rispetto all'andamento internazionale e nazionale dell'economia. Faccio l'esempio della bolla edilizia: come ha fatto il sistema bancario nazionale  a non accorgersi che il mercato aveva una sovra offerta edilizia del 20-25 quando la popolazione nazionale tendeva a diminuire piuttosto che a crescere?
-    Appare evidente come la politica abbia spinto verso investimenti irragionevoli – quando tira il mattone tira il Pil d'Italia: ricordate?- sopravvivendo alla giornata per passare da una crisi all'altra, da una elezione all'altra intanto che le pere marcivano sull'albero.
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DALLE PARTI DEL TACCO
FAR FINTA D'ESSER SANI
C'è sempre una consolazione al peggio: la banche tedesche stanno peggio delle italiane dicono i media grandi medi e piccoli italiani e in effetti, numeri crudi alla mano, le cose stanno così.
La tabella del Corriere che indica i salvataggi delle banche italiani dice che Banca Popolare di Vicenza (profondo nord…) ha fatto un buco colmato con 5 miliardi di euro di Intesa (non ce li ha messi davvero: s'è portata a casa la banca) mentre il Monte Paschi di Siena, una mangiatoia da cui hanno attinto bianchi rossi neri blu verdi, è momentaneamente salva (cioè in carico agli italiani: quindi perfettamente pronta per essere svaligiata di nuovo) con 8,5 miliardi di euro.
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le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!




















UN DEPUTATO CHE SI FA DIFENRE DA UN AVVOCATO






































































































































































































































DALLE PARTI DEL TACCO
FAR FINTA D'ESSER SANI


C'è sempre una consolazione al peggio: la banche tedesche stanno peggio delle italiane dicono i media grandi medi e piccoli italiani e in effetti, numeri crudi alla mano, le cose stanno così.
La tabella del Corriere che indica i salvataggi delle banche italiani dice che Banca Popolare di Vicenza (profondo nord…) ha fatto un buco colmato con 5 miliardi di euro di Intesa (non ce li ha messi davvero: s'è portata a casa la banca) mentre il Monte Paschi di Siena, una mangiatoia da cui hanno attinto bianchi rossi neri blu verdi, è momentaneamente salva (cioè in carico agli italiani: quindi perfettamente pronta per essere svaligiata di nuovo) con 8,5 miliardi di euro.

Scrivono i giornali che appena un mese or sono la NordLB, banca di Hannover è stata trascinata a picco dal deteriorarsi di prestiti erogati al settore dei trasporti marittimi. Negli ultimi anni il settore ha pagato un eccesso di capacità, a fronte del rallentamento dei traffici da e per la Cina. Così di quasi 20 miliardi di finanziamenti concessi da NordLB, un terzo si è trasformato in “non performing loan”, ossia prestiti che non saranno più rimborsati o lo saranno solo in parte. Eroso dalle perdite (2,3 miliardi di rosso solo nel 2018) il capitale della banca tedesca è sceso sotto i limiti di guardia rendendo necessaria un'iniezione di soldi freschi. NordLB è però una banca pubblica, i suoi azionisti sono infatti la Bassa Sassonia con il 59%, la Sassonia Anhalt con il 5,5% e il resto è in mano ad un gruppo di casse locali. Questi sono dunque i soci chiamati a ricapitalizzare la banca. Ma il piano di salvataggio era già stato imbastito lo scorso febbraio, dopo un fallito tentativo di fusione con la Helaba bank di Francoforte. La Bassa Sassonia verserà nelle casse di NordLB 1,5 miliardi di euro e si impegna a fornire garanzie su eventuali altre perdite quantificate in circa 800 milioni di euro. Le casse locali forniranno altri 1,2 miliardi di euro “cash”. L' intervento degli azionisti è stato orchestrato anche per respingere l'assalto di due fondi di private equity statunitensi Cerberus e Centerbridge. A inizio settimana la direzione generale concorrenza dell'Unione europea ha sentenziato che questa operazione non contrasta con le regole europee in tema di salvataggi bancari, invitando al Commissione ad approvare il salvataggio. “Per dare una valutazione corretta di questa decisione bisognerebbe conoscere nel dettaglio le motivazioni finali”, spiega Salvatore Bragantini, ex commissario Consob che ha ricoperto la carica di vicepresidente di Banca Popolare di Vicenza nelle fasi di salvataggio dell'istituto, dopo la fallimentare gestione di Gianni Zonin. “Tuttavia”, aggiunge Bragantini, “le norme europee consentono effettivamente l'intervento di azionisti pubblici se questo avviene alle stesse condizioni con cui lo effettuerebbero i privati. Si tratta però di una regola con margini di discrezionalità, difficile da provare, sia in un senso che nell'altro”.

Adesso andiamo in Puglia. Alla Banca Popolare di Bari  fanno capo poco meno di 600.000 clienti, tra cui oltre 100.000 aziende; a queste ultime è riferibile circa il 60% degli impieghi (intorno a € 6 mld). I depositi da clientela ammontano a € 8 mld, di cui 6 4,5 mld di ammontare unitario inferiore a € 100.000 e come tali protetti dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD). La banca ha quote di mercato significative, nell'intorno del 10%, sia degli impieghi sia della raccolta, in Puglia, Basilicata e Abruzzo. Il radicamento capillare della banca e la sua natura di cooperativa sul territorio hanno determinato l'ampia diffusione degli strumenti finanziari emessi dalla BPB. Il numero dei soci è pari a 70.000 circa, con quote di partecipazione mediamente pari a 2.500 azioni, corrispondenti a € 5.900, considerando l'ultimo prezzo rilevato sul mercato Hi-MTF prima della recente sospensione (€ 2,38). Le obbligazioni della banca (senior e subordinate), pari nel complesso a €300 mln, sono per oltre i due terzi in mano a privati e clientela al dettaglio.
Nell'ipotesi in cui si dovesse pervenire a uno scenario liquidatorio con rimborso dei depositanti (senza cessione di attività e passività ad un altro intermediario), le ricadute del dissesto sarebbero assai rilevanti, sia sul tessuto economico sia sul risparmio locale. Il FITD dovrebbe effettuare rimborsi a favore dei depositanti protetti per un importo complessivo di euro 4,5 mld circa, a fronte di una dotazione finanziaria che a dicembre 2019 sarà pari a €1,7 mld. Ciò implicherebbe l'esigenza di attivare integralmente il finanziamento per €2,75 mld. sottoscritto nell'agosto 2019 dal FITD con un pool di banche e finalizzato a fornire prontamente al Fondo risorse per i rimborsi. Per la restituzione del finanziamento potrebbe essere necessario il ricorso a contribuzioni straordinarie a carico del sistema bancario, che determinerebbero perdite significative.

Come abbia risposto il governo giallo-rosso è sui giornali oggi ma lo vedremo meglio tra qualche mese anche alla luce della telenovela che già abbiamo visto con MPS, sebbene la questione pugliese sia decisamente meno grave in soldoni ma  peggiore vista la debolezza economica della regione.
Leggendo i vari articoli di quotidiani per salvare l'istituto pugliese, dopo il commissariamento operato da Bankitalia, il governo ha deciso quindi per un decreto che preveda il potenziamento delle capacità patrimoniali e finanziarie della Banca del Mezzogiorno-Mediocredito Centrale (MCC), interamente controllata da Invitalia. Lo Stato ci mette 900 milioni. L'incremento della dotazione patrimoniale della banca le consentirà di operare come banca di investimento che possa accompagnare la crescita e la competitività delle imprese affinché questo «promuova, secondo logiche di mercato, lo sviluppo di attività finanziarie e di investimento, anche a sostegno delle imprese nel Mezzogiorno, da realizzarsi anche attraverso il ricorso all'acquisi zione di partecipazioni al capitale di società bancarie e finanziarie, e nella prospettiva di ulteriori possibili operazioni di razionalizzazione di tali partecipazioni». La relazione tecnica allegata al documento evidenzia che le norme previste possono «contribuire a ridurre il divario di sviluppo economico tra il Mezzogiorno e le regioni del Centro-Nord». Nel documento c'è anche l'azione di responsabilità nei confronti dei passati vertici della Popolare di Bari.
Il fondo Interbancario (FITD) ne metterà 4-500. Secondo quanto si era appreso in mattinata, lo schema di Decreto prevede l'attuazione di un primo aumento di capitale che consentirà a MCC, insieme con il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD) e a eventuali altri investitori, di partecipare al rilancio della Banca Popolare di Bari (BPB).

Scoccano ovviamente i fulmini della politica inutile. DiMaio: "La prima cosa in Consiglio dei ministri si portano nomi e cognomi di chi ha preso i soldi e non li ha restituiti, i soliti prenditori vicini alla politica, non gli imprenditori onesti che tirano avanti la carretta - ha spiegato. Il secondo modo è "conoscere tutti i verbali delle ispezioni fatte da chi doveva controllare perché questo buco nella banca non lo ha fatto un alieno".
Non può mancare Renzi. A Renzi in realtà preme che il salvataggio venga condizionato alla trasformazione della popolare in una Società per Azioni, come vuole una sua norma di quattro anni fa. «La Popolare di Bari si è sempre sottratta, pur essendo obbligata per legge dal 2015, a differenza di quanto hanno fatto le altre banche popolari che rientravano in quella soglia . - spiega Marattin - La trasformazione in società per azioni aiuta la contendibilità della banca e rafforza la possibilità che i soci possano rimuovere un management inefficiente».  Non poteva mancare  Salvini: io voglio vedere in galera quelli che hanno rubato i risparmi dei lavoratori e degli imprenditori pugliesi e quelli che stanno rubando il futuro agli operai dell'Ilva di Taranto», lo ha detto  intervenendo al comizio della Lega a Bari a poche ore dal CdM a Roma sul salvataggio della Popolare di Bari.
Intanto Salvini colpito dalla sberla della manovra economica approvata perfino da una larga maggioranza scodella una notizia piuttosto usurata del suo repertorio. Il il tribunale dei ministri di Catania ha chiesto al Parlamento l'autorizzazione a procedere nei confronti dell'ex ministro dell'interno Matteo Salvini per sequestro di persona. Lo ha rivelato lo stesso Salvini durante la trasmissione Fuori dal coro , su Rete4, mostrando la lettera con la quale gli è stata notificata la richiesta. «Oggi (18 dicembre) mi è arrivata questa. Sarei colpevole di reato di sequestro di persona aggravato per aver privato della libertà personale 131 immigrati presenti sulla nave Gregoretti. Rischio fino a 15 anni di carcere. Questo è il più grave», ha detto. E poi ha aggiunto: «Ritengo che sia una vergogna che un ministro che ha difeso i confini del suo Paese possa essere processato per essersi occupato della sicurezza dei suoi cittadini». Infine la stoccata ai magistrati: «Mi spiace che tribunali italiani, oggi intasati, debbano perdere tempo per indagare un ministro che ha fatto quello che gli italiani gli hanno chiesto di fare». Ormai gira a vuoto quanto ad argomenti del proprio repertorio e quindi scodella uno dei suoi must: quella di un petardo in una pozza d'acqua.
Conclusione. Tutte le banche –compresa Intesa p.e.- hanno emesso obbligazioni con rendimento appetibili che sono stati proposti e venduti anche alla clientela meno preparata in tema. Offerti spessi in maniera allettante quando questi prodotti in parallelo a un prestito o mutuo. Uno si rivolgeva alla filiale –anno di grazia 2008 2010- per chiedere un mutuo e la banca, conoscendo il cliente, gli proponeva di usare i suoi (del cliente) soldi per comprare obbligazioni  di buon reddito, di metterle in garanzia del prestito-mutuo e la banca gli dava il mutuo. In pratica il cliente diventava due volte debitore della banca dal momento che se questa fosse saltata – e come abbiamo visto  parecchie sono saltate- perdeva il bene comprato col mutuo e la carta comprata dalla banca.

GRANDI E PICCOLI MA  E' LA POLITICA CHE  INDIRIZZI SUL CREDITO



Quello che non si racconta mai di questi tracolli bancari sono per esempio.
-    Quanto hanno ricevuto di compenso extra (dalla banca) i bancari (dai maxi dirigenti fino agli impiegati allo sportello) che  inchiappettavano così bene i loro clienti.
-    Come mai chi governa il credito nazionale non ha mai date precise indicazioni in ordine al credito da concedere rispetto all'andamento internazionale e nazionale dell'economia. Faccio l'esempio della bolla edilizia: come ha fatto il sistema bancario nazionale  a non accorgersi che il mercato aveva una sovra offerta edilizia del 20-25 quando la popolazione nazionale tendeva a diminuire piuttosto che a crescere?
-    Appare evidente come la politica abbia spinto verso investimenti irragionevoli – quando tira il mattone tira il Pil d'Italia: ricordate?- sopravvivendo alla giornata per passare da una crisi all'altra, da una elezione all'altra intanto che le pere marcivano sull'albero.
-    Come mai chi governa non è stato in grado di prevedere la crisi del 2008  in avanti e non ha posto in essere le misure per fare fronte alle crisi industriali che ne sarebbero inevitabilmente seguite? Pensate alla crisi della NordLB, trascinata a picco dal deteriorarsi di prestiti erogati al settore dei trasporti marittimi. Imprevedibile?.
-    Credo poco all'italica ignoranza  del risparmiatore che si sarebbe fidato del banchiere dandogli in mano tutti i suoi risparmi facendo finta di non capire che se prima gli davano il 2% davanti alla proposta del doppio, c'era qualche domanda da porsi.
-    Sono dieci anni che  le banche in crisi cascano come pere marce a terra. Era ed è tutto un coro davanti al cadavere che minaccia di spiaccicarsi a terra ma la politica non ha fatto nulla salvo intervenire dopo lo spiaccicamento al suolo.
-    E' un discorso che ho già fatto ma vale la pena di ripeterlo. I bergamaschi (persone e imprese) hanno in banca 22-24 miliardi di liquidità che adesso sostanzialmente rendono zero. In questo momento in bergamasca sono sul tappeto idee per opere pubbliche (treno del Caravaggio, linea ferroviaria BS-Malpensa, spostamento ferrovia dalla città, metropolitana urbana dal Caravaggio fino ad Almè, linee metro delle valle fino a Piazza e Ardesio-Clusone, la bretella città-Brebemi, il campus universitario,…)
che potrebbero costare da 2 a cinque miliardi. Mai possibile che in una legge finanziaria nazionale  non si inserita la clausola per cui chi investe sul proprio territorio riceve una maggiorazione di mezzo punto per favorire lo spostamento del risparmio dai titoli di stato a titoli pubblici meglio stimati?.