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DALLE PARTI DEL TACCO
FAR FINTA D'ESSER SANI
C'è sempre una consolazione al peggio: la banche tedesche stanno peggio
delle italiane dicono i media grandi medi e piccoli italiani e in
effetti, numeri crudi alla mano, le cose stanno così.
La tabella del Corriere che indica i salvataggi delle banche italiani
dice che Banca Popolare di Vicenza (profondo nord…) ha fatto un buco
colmato con 5 miliardi di euro di Intesa (non ce li ha messi davvero:
s'è portata a casa la banca) mentre il Monte Paschi di Siena, una
mangiatoia da cui hanno attinto bianchi rossi neri blu verdi, è
momentaneamente salva (cioè in carico agli italiani: quindi
perfettamente pronta per essere svaligiata di nuovo) con 8,5 miliardi
di euro.
Scrivono i giornali che appena un mese or sono la NordLB, banca di
Hannover è stata trascinata a picco dal deteriorarsi di prestiti
erogati al settore dei trasporti marittimi. Negli ultimi anni il
settore ha pagato un eccesso di capacità, a fronte del rallentamento
dei traffici da e per la Cina. Così di quasi 20 miliardi di
finanziamenti concessi da NordLB, un terzo si è trasformato in “non
performing loan”, ossia prestiti che non saranno più rimborsati o lo
saranno solo in parte. Eroso dalle perdite (2,3 miliardi di rosso solo
nel 2018) il capitale della banca tedesca è sceso sotto i limiti di
guardia rendendo necessaria un'iniezione di soldi freschi. NordLB è
però una banca pubblica, i suoi azionisti sono infatti la Bassa
Sassonia con il 59%, la Sassonia Anhalt con il 5,5% e il resto è in
mano ad un gruppo di casse locali. Questi sono dunque i soci chiamati a
ricapitalizzare la banca. Ma il piano di salvataggio era già stato
imbastito lo scorso febbraio, dopo un fallito tentativo di fusione con
la Helaba bank di Francoforte. La Bassa Sassonia verserà nelle casse di
NordLB 1,5 miliardi di euro e si impegna a fornire garanzie su
eventuali altre perdite quantificate in circa 800 milioni di euro. Le
casse locali forniranno altri 1,2 miliardi di euro “cash”. L'
intervento degli azionisti è stato orchestrato anche per respingere
l'assalto di due fondi di private equity statunitensi Cerberus e
Centerbridge. A inizio settimana la direzione generale concorrenza
dell'Unione europea ha sentenziato che questa operazione non contrasta
con le regole europee in tema di salvataggi bancari, invitando al
Commissione ad approvare il salvataggio. “Per dare una valutazione
corretta di questa decisione bisognerebbe conoscere nel dettaglio le
motivazioni finali”, spiega Salvatore Bragantini, ex commissario Consob
che ha ricoperto la carica di vicepresidente di Banca Popolare di
Vicenza nelle fasi di salvataggio dell'istituto, dopo la fallimentare
gestione di Gianni Zonin. “Tuttavia”, aggiunge Bragantini, “le norme
europee consentono effettivamente l'intervento di azionisti pubblici se
questo avviene alle stesse condizioni con cui lo effettuerebbero i
privati. Si tratta però di una regola con margini di discrezionalità,
difficile da provare, sia in un senso che nell'altro”.
Adesso andiamo in Puglia. Alla Banca Popolare di Bari fanno capo
poco meno di 600.000 clienti, tra cui oltre 100.000 aziende; a queste
ultime è riferibile circa il 60% degli impieghi (intorno a € 6 mld). I
depositi da clientela ammontano a € 8 mld, di cui 6 4,5 mld di
ammontare unitario inferiore a € 100.000 e come tali protetti dal Fondo
Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD). La banca ha quote di
mercato significative, nell'intorno del 10%, sia degli impieghi sia
della raccolta, in Puglia, Basilicata e Abruzzo. Il radicamento
capillare della banca e la sua natura di cooperativa sul territorio
hanno determinato l'ampia diffusione degli strumenti finanziari emessi
dalla BPB. Il numero dei soci è pari a 70.000 circa, con quote di
partecipazione mediamente pari a 2.500 azioni, corrispondenti a €
5.900, considerando l'ultimo prezzo rilevato sul mercato Hi-MTF prima
della recente sospensione (€ 2,38). Le obbligazioni della banca (senior
e subordinate), pari nel complesso a €300 mln, sono per oltre i due
terzi in mano a privati e clientela al dettaglio.
Nell'ipotesi in cui si dovesse pervenire a uno scenario liquidatorio
con rimborso dei depositanti (senza cessione di attività e passività ad
un altro intermediario), le ricadute del dissesto sarebbero assai
rilevanti, sia sul tessuto economico sia sul risparmio locale. Il FITD
dovrebbe effettuare rimborsi a favore dei depositanti protetti per un
importo complessivo di euro 4,5 mld circa, a fronte di una dotazione
finanziaria che a dicembre 2019 sarà pari a €1,7 mld. Ciò implicherebbe
l'esigenza di attivare integralmente il finanziamento per €2,75 mld.
sottoscritto nell'agosto 2019 dal FITD con un pool di banche e
finalizzato a fornire prontamente al Fondo risorse per i rimborsi. Per
la restituzione del finanziamento potrebbe essere necessario il ricorso
a contribuzioni straordinarie a carico del sistema bancario, che
determinerebbero perdite significative.
Come abbia risposto il governo giallo-rosso è sui giornali oggi ma lo
vedremo meglio tra qualche mese anche alla luce della telenovela che
già abbiamo visto con MPS, sebbene la questione pugliese sia
decisamente meno grave in soldoni ma peggiore vista la debolezza
economica della regione.
Leggendo i vari articoli di quotidiani per salvare l'istituto pugliese,
dopo il commissariamento operato da Bankitalia, il governo ha deciso
quindi per un decreto che preveda il potenziamento delle capacità
patrimoniali e finanziarie della Banca del Mezzogiorno-Mediocredito
Centrale (MCC), interamente controllata da Invitalia. Lo Stato ci mette
900 milioni. L'incremento della dotazione patrimoniale della banca le
consentirà di operare come banca di investimento che possa accompagnare
la crescita e la competitività delle imprese affinché questo «promuova,
secondo logiche di mercato, lo sviluppo di attività finanziarie e di
investimento, anche a sostegno delle imprese nel Mezzogiorno, da
realizzarsi anche attraverso il ricorso all'acquisi zione di
partecipazioni al capitale di società bancarie e finanziarie, e nella
prospettiva di ulteriori possibili operazioni di razionalizzazione di
tali partecipazioni». La relazione tecnica allegata al documento
evidenzia che le norme previste possono «contribuire a ridurre il
divario di sviluppo economico tra il Mezzogiorno e le regioni del
Centro-Nord». Nel documento c'è anche l'azione di responsabilità nei
confronti dei passati vertici della Popolare di Bari.
Il fondo Interbancario (FITD) ne metterà 4-500. Secondo quanto si era
appreso in mattinata, lo schema di Decreto prevede l'attuazione di un
primo aumento di capitale che consentirà a MCC, insieme con il Fondo
Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD) e a eventuali altri
investitori, di partecipare al rilancio della Banca Popolare di Bari
(BPB).
Scoccano ovviamente i fulmini della politica inutile. DiMaio: "La prima
cosa in Consiglio dei ministri si portano nomi e cognomi di chi ha
preso i soldi e non li ha restituiti, i soliti prenditori vicini alla
politica, non gli imprenditori onesti che tirano avanti la carretta -
ha spiegato. Il secondo modo è "conoscere tutti i verbali delle
ispezioni fatte da chi doveva controllare perché questo buco nella
banca non lo ha fatto un alieno".
Non può mancare Renzi. A Renzi in realtà preme che il salvataggio venga
condizionato alla trasformazione della popolare in una Società per
Azioni, come vuole una sua norma di quattro anni fa. «La Popolare di
Bari si è sempre sottratta, pur essendo obbligata per legge dal 2015, a
differenza di quanto hanno fatto le altre banche popolari che
rientravano in quella soglia . - spiega Marattin - La trasformazione in
società per azioni aiuta la contendibilità della banca e rafforza la
possibilità che i soci possano rimuovere un management
inefficiente». Non poteva mancare Salvini: io voglio vedere
in galera quelli che hanno rubato i risparmi dei lavoratori e degli
imprenditori pugliesi e quelli che stanno rubando il futuro agli operai
dell'Ilva di Taranto», lo ha detto intervenendo al comizio della
Lega a Bari a poche ore dal CdM a Roma sul salvataggio della Popolare
di Bari.
Intanto Salvini colpito dalla sberla della manovra economica approvata
perfino da una larga maggioranza scodella una notizia piuttosto usurata
del suo repertorio. Il il tribunale dei ministri di Catania ha chiesto
al Parlamento l'autorizzazione a procedere nei confronti dell'ex
ministro dell'interno Matteo Salvini per sequestro di persona. Lo ha
rivelato lo stesso Salvini durante la trasmissione Fuori dal coro , su
Rete4, mostrando la lettera con la quale gli è stata notificata la
richiesta. «Oggi (18 dicembre) mi è arrivata questa. Sarei colpevole di
reato di sequestro di persona aggravato per aver privato della libertà
personale 131 immigrati presenti sulla nave Gregoretti. Rischio fino a
15 anni di carcere. Questo è il più grave», ha detto. E poi ha
aggiunto: «Ritengo che sia una vergogna che un ministro che ha difeso i
confini del suo Paese possa essere processato per essersi occupato
della sicurezza dei suoi cittadini». Infine la stoccata ai magistrati:
«Mi spiace che tribunali italiani, oggi intasati, debbano perdere tempo
per indagare un ministro che ha fatto quello che gli italiani gli hanno
chiesto di fare». Ormai gira a vuoto quanto ad argomenti del proprio
repertorio e quindi scodella uno dei suoi must: quella di un petardo in
una pozza d'acqua.
Conclusione. Tutte le banche –compresa Intesa p.e.- hanno emesso
obbligazioni con rendimento appetibili che sono stati proposti e
venduti anche alla clientela meno preparata in tema. Offerti spessi in
maniera allettante quando questi prodotti in parallelo a un prestito o
mutuo. Uno si rivolgeva alla filiale –anno di grazia 2008 2010- per
chiedere un mutuo e la banca, conoscendo il cliente, gli proponeva di
usare i suoi (del cliente) soldi per comprare obbligazioni di
buon reddito, di metterle in garanzia del prestito-mutuo e la banca gli
dava il mutuo. In pratica il cliente diventava due volte debitore della
banca dal momento che se questa fosse saltata – e come abbiamo
visto parecchie sono saltate- perdeva il bene comprato col mutuo
e la carta comprata dalla banca.
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GRANDI E PICCOLI MA E' LA POLITICA CHE INDIRIZZI SUL CREDITO
Quello che non si racconta mai di questi tracolli bancari sono per esempio.
- Quanto hanno ricevuto di compenso extra (dalla
banca) i bancari (dai maxi dirigenti fino agli impiegati allo
sportello) che inchiappettavano così bene i loro clienti.
- Come mai chi governa il credito nazionale non ha
mai date precise indicazioni in ordine al credito da concedere rispetto
all'andamento internazionale e nazionale dell'economia. Faccio
l'esempio della bolla edilizia: come ha fatto il sistema bancario
nazionale a non accorgersi che il mercato aveva una sovra offerta
edilizia del 20-25 quando la popolazione nazionale tendeva a diminuire
piuttosto che a crescere?
- Appare evidente come la politica abbia spinto verso
investimenti irragionevoli – quando tira il mattone tira il Pil
d'Italia: ricordate?- sopravvivendo alla giornata per passare da una
crisi all'altra, da una elezione all'altra intanto che le pere
marcivano sull'albero.
- Come mai chi governa non è stato in grado di
prevedere la crisi del 2008 in avanti e non ha posto in essere le
misure per fare fronte alle crisi industriali che ne sarebbero
inevitabilmente seguite? Pensate alla crisi della NordLB, trascinata a
picco dal deteriorarsi di prestiti erogati al settore dei trasporti
marittimi. Imprevedibile?.
- Credo poco all'italica ignoranza del
risparmiatore che si sarebbe fidato del banchiere dandogli in mano
tutti i suoi risparmi facendo finta di non capire che se prima gli
davano il 2% davanti alla proposta del doppio, c'era qualche domanda da
porsi.
- Sono dieci anni che le banche in crisi
cascano come pere marce a terra. Era ed è tutto un coro davanti al
cadavere che minaccia di spiaccicarsi a terra ma la politica non ha
fatto nulla salvo intervenire dopo lo spiaccicamento al suolo.
- E' un discorso che ho già fatto ma vale la pena di
ripeterlo. I bergamaschi (persone e imprese) hanno in banca 22-24
miliardi di liquidità che adesso sostanzialmente rendono zero. In
questo momento in bergamasca sono sul tappeto idee per opere pubbliche
(treno del Caravaggio, linea ferroviaria BS-Malpensa, spostamento
ferrovia dalla città, metropolitana urbana dal Caravaggio fino ad Almè,
linee metro delle valle fino a Piazza e Ardesio-Clusone, la bretella
città-Brebemi, il campus universitario,…)
che potrebbero costare da 2 a cinque miliardi. Mai possibile che in una
legge finanziaria nazionale non si inserita la clausola per cui
chi investe sul proprio territorio riceve una maggiorazione di mezzo
punto per favorire lo spostamento del risparmio dai titoli di stato a
titoli pubblici meglio stimati?.
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