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UN RIASSUNTO DI DIVERSE MISURE SENZA UN RISULTATO DEFINITVO
REDDITO DI CITTADINANZA:
ESCLUSI 2,2 MILIONI DI POVERI «ASSOLUTI»
REDDITO DI INCLUSIONE E DI CITTADINANZA.
DA 292 A 484 EURO AL MESE.
DA 1,4 A 2,5 MILIONI DI PERSONE.
E I NUOVI OCCUPATI EX RDC? BOH!?
(...)
AI DISOCCUPATI CI PENSA FLIXBUS
(...)Eravamo tutti concentrati a difenderci dall'invasore e non ci siamo
accorti che l'unica cosa di cui dovremmo avere veramente paura è questa
continua emorragia di giovani italiani. Denatalità, neet (persone che
non studiano né lavorano) ed emigrazione sono indicatori, ormai
cronicizzati, del fallimento di un Paese che non ha individuato alcun
percorso di sviluppo». È severa l'analisi che Alessandro Rosina,
professore di Demografia e Statistica sociale alla Cattolica di Milano,
fa dell'ultimo report dell'Istat che restituisce una fotografia
impietosa dell'Italia dei cervelli in fuga: 117.000 (età media 30 anni)
solo nel 2018, 816.000 negli ultimi dieci anni, 182.000 dei quali
laureati, ma in generale con un livello di istruzione medio-alto.
Un'emorragia costante negli ultimi dieci anni quella degli italiani che
scelgono di trasferirsi all'estero a fronte della quale, nel 2018, fa
da contraltare anche il calo dell'immigrazione, soprattutto dai Paesi
africani, che fa segnare un meno 17 per cento. Dopo cinque anni di
crescita costante, il netto calo degli sbarchi del 2018 ha portato a
una conseguente diminuzione delle iscrizioni alle anagrafi italiane di
cittadini stranieri anche se — è d'obbligo ricordarlo — le prime
nazioni d'origine di chi arriva in Italia restano, saldamente, Romania
e Albania.
Dimenticate l'emigrato semianalfabeta con la valigia di cartone che
lascia l'Italia dalle regioni del Sud verso la Germania, il Belgio, la
Svizzera alla ricerca di un impiego nell'edilizia o nella ristorazione.
È un piccolo esercito di giovani tra i 25 e i 30 anni, un terzo dei
quali laureati (soprattutto le donne che in percentuale superiore hanno
un titolo di studio qualificato), quello che, nel 2018, ha deciso di
cercare risposte alle proprie aspettative di lavoro e di miglioramento
di qualità di vita.
(...)
PULIRE QUELLA FACCIATA TOCCA AL COMUNE
Di sicuro non è stato il proprietario di questo immobile, alle Crocette
dove c'è la fermata del bus, che ha conciato in questo stato la
facciata. Anno dopo anno le scritte e i manifesti si sovrappongono come
una sorta di cappotto comunicativo. Magari è pure leggermente
arrabbiata (pare sia una donna, la proprietaria) della situazione. A
Curno vige un regolamento – ci riferiamo a quello che obbliga i
frontisti di tagliare l'erba e spalare la neve dai marciapiedi oppure
alla recente ordinanza di cinque pagine cinque in ordine al tener
puliti gli spazi privati- che non esistiamo a definire nazi-comunista
in quanto sostanzialmente non serve ai cittadini comuni ma serve
sopratutto ai bottegai ed ai bar per uccellare meglio i loro clienti.
(...)
IL CUSTODE DELLA LATRINA DI NUSQUAMIA L'ING. CLAUDIO PIGA LA METTE SUL RIDERE MA RESTA SEMPRE BUGIARDO
Retromarcia con ennesima figuraccia di bugiardo. Il custode delLa
Latrina di Nusquamia l'ing. Claudio Piga si interesserebbe dei fatti
dei Curnesi? ma quando mai!?. Già, un sardAgnolo trapiantato in Brianza
che viene a Curno a fare il portavoce di una giunta fascioleghista e
che da dieci anni impesta la politica locale d'ogni sorta di nefandezze
incazzato nero perché… al secondo numero del suo interessamento ( a
1500 euro al colpo…) viene licenziato (ma quando mai!?) sarebbe uno che
si interessa (troppo) dei fatti locali? Ma quando mai!?. Lui impestava
il blog dell'UdC locale tanto da costringere i propri proprietari a
chiuderlo? Ma quando mai!?. Siccome s'è accorto che raccontando i fatti
privati dei figli ha compiuto una atto fuorilegge (non si racconta MAI
la disabilità di un'altra persona) degno di qualche anno di galera,
ecco che la gira fuori nell'ironia: pochi scherzucci di dozzina.
(...)
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REDDITO DI CITTADINANZA:
ESCLUSI 2,2 MILIONI DI POVERI «ASSOLUTI»
REDDITO DI INCLUSIONE E DI CITTADINANZA.
DA 292 A 484 EURO AL MESE.
DA 1,4 A 2,5 MILIONI DI PERSONE.
E I NUOVI OCCUPATI EX RDC? BOH!?
(AGI) - Roma, 30 apr.'19 - Nei 15 mesi trascorsi dall'istituzione del
Reddito di inclusione (Rei) sono stati erogati benefici economici a 506
mila nuclei familiari coinvolgendo 1,4 milioni di persone, per un
importo medio erogato di 292 euro al mese.
Lo rileva l'Inps nell'Osservatorio statistico sul Rei, spiegando che la
maggior parte dei benefici sono stati erogati a nuclei residenti nelle
regioni del sud (68%), con interessamento del 71% delle persone
coinvolte. Il 46% dei nuclei beneficiari di ReI, che rappresentano il
50% delle persone coinvolte, risiedono in sole due regioni: Campania e
Sicilia. A seguire Puglia, Lazio, Lombardia e Calabria coprono un
ulteriore 29% dei nuclei e il 28% delle persone coinvolte.
L'importo medio mensile erogato nel periodo gennaio 2018 - marzo 2019,
pari a 292 euro, risulta variabile a livello territoriale, con un range
che va da 234 euro per i beneficiari della Valle d'Aosta a 324 euro per
la Campania.
Complessivamente le regioni del Sud hanno un valore medio del beneficio
piu' alto di quelle del Nord per 50 euro (+21%) e di quelle del Centro
per 33 euro (+12%). (AGI)
Reddito di cittadinanza, Inps: oltre un milione di domande accolte. di Fatto Quotidiano | 16 dic. 2019
Oltre un milione di domande accolte, 444mila respinte e più di 112mila
in lavorazione. Sono i numeri del reddito di cittadinanza tra aprile e
novembre, diffusi dall'Osservatorio dell'Inps sulla misura voluta dal
M5s. Per le famiglie beneficiarie (1.014.429) l'importo medio mensile è
di 484,44 euro, considerando anche i nuclei percettori della pensione
di cittadinanza. Napoli è la provincia italiana con più beneficiari,
quasi 120mila, e la Campania è la regione in cui si concentra quasi un
quinto di tutti i percettori in Italia.
Le famiglie che ricevono il reddito di cittadinanza, stando ai dati
Inps, sono quasi tutte italiane: 911mila su poco più di un milione. Le
famiglie con cittadini europei sono 35mila, quelle di extracomunitari
con permesso di soggiorno appena 56mila, 'anche per colpa dei ritardi
nellesame delle domande. Sono solo circa un terzo le famiglie con
almeno un minore a carico che percepiscono l'importo mensile, mentre
sono 209mila quelle con un disabile.
Reddito di cittadinanza: esclusi 2,2 milioni di poveri "assoluti"
14 dic. 2019
I paradossi della misura fra macchinosi calcoli e clamorose ingiustizie
: un milione di beneficiari non avrebbe titolo secondo i calcoli
dell'Osservatorio Cpi di Carlo Cottarelli
di Marco Ruffolo
Se sono un single e vivo in una piccola città del Mezzogiorno con 570
euro al mese, e quindi non sono povero perché supero la soglia di
povertà assoluta Istat, ho diritto lo stesso al reddito di cittadinanza
(ammesso ovviamente che rispetti gli altri requisiti richiesti). Se
invece vivo in una città metropolitana del Nord con poco meno di 835
euro al mese, e dunque sono povero perché non raggiungo la soglia
Istat, potrei non averne diritto. Se abito con un coniuge e due figli
minori in un piccolo centro del Sud, e guadagno 1.125 euro al mese
(sopra la soglia di povertà), ho diritto a ricevere il reddito di
cittadinanza. Se invece (a parità di componenti familiari) vivo in un
grande Comune del Centro con uno stipendio appena sotto i 1.414 euro al
mese (e dunque sono povero), quel sostegno da parte dello Stato non è
più garantito.
Uno strumento rozzo
Benvenuti nei paradossi e nelle distorsioni di quello strumento
politico che dovrebbe (e secondo il suo proponente Luigi Di Maio
avrebbe già dovuto) abolire la povertà in Italia. E che invece è così
rozzo da non tener conto neppure dei dislivelli di costo della vita tra
un'area e l'altra del Paese, che rendono assai diversi i rispettivi
tenori di vita. Grazie all'ultimo studio dell'Osservatorio Conti
Pubblici Italiani di Carlo Cottarelli, riusciamo ora a spiegare il
primo grande limite del reddito di cittadinanza (il secondo è di non
saper trovare un lavoro ai suoi beneficiari): quel reddito ha escluso
circa 2 milioni 200 mila poveri assoluti e ha invece incluso un milione
di residenti che poveri non sono, almeno secondo i criteri dell'Istat.
Sovrastime e stranieri esclusi
L'analisi parte dall'indagine della Banca d'Italia sui bilanci delle
famiglie: l'unica che fornisce le informazioni su consumi, redditi,
ricchezza e altri requisiti necessari per calcolare sia il reddito di
cittadinanza sia il numero di poveri in base al criterio Istat. Lo
studio dell'Osservatorio di Cottarelli spiega che innanzi tutto c'è una
sovrastima del numero dei poveri rilevato dall'Istat: sulla base di
dati più realistici su consumi, redditi e ricchezza, essi scenderebbero
da 5 milioni a un livello tra 3,6 e 4,3 (di cui 2,5-3 milioni di
italiani). Nel primo caso, verrebbero esclusi quindi 1,4 milioni di
poveri: molti di loro sotto-dichiarano, nelle indagini Istat, i propri
consumi, così come fanno probabilmente quando presentano la
dichiarazione dei redditi. Quando invece si trovano a fare la domanda
per il reddito di cittadinanza, "sanno di assumersi - dice la ricerca -
il rischio di sanzioni pesanti (incluse quelle penali) in caso di
controlli che ne attestino la reale condizione".
Secondo passo: ai 3,6 milioni di poveri che risultano con la nuova
stima (nella prima delle due ipotesi) ne vanno tolti altri 2,2: esclusi
per una ragione o per l'altra dal reddito di cittadinanza. Tra questi
esclusi ci sono quasi tutti gli extracomunitari poveri (ben oltre un
milione) che il governo giallo-verde ha deliberatamente estromesso.
Come? Prima restringendo la platea ai soli residenti da almeno dieci
anni, poi imponendo loro di farsi dare dal proprio Stato di origine una
certificazione, tradotta in italiano e legalizzata dall'autorità
consolare, dove si indichi il possesso dei requisiti del reddito di
cittadinanza: limiti di reddito, Isee, patrimonio mobiliare e
immobiliare.
MARCO RUFFOLO
La conferenza stampa del presidente di Anpal Mimmo Parisi per la
presentazione dei dati sull'avviamento al lavoro dei beneficiari del
Reddito di cittadinanza prevista per oggi alla fine è saltata. A meno
di 24 ore dall'appuntamento con i giornalisti, da Anpal spiegano che è
arrivato lo stop da parte del ministero del Lavoro per motivazioni che
ancora non si conoscono. Continua così ad aleggiare il mistero su
quanti percettori del sussidio abbiano effettivamente trovato un lavoro
tramite i centri per l'impiego e il supporto dei 3mila navigator
assunti da Anpal la scorsa estate.
Le prime erogazioni del reddito sono partite a maggio scorso. Quello
che si sa, sette mesi dopo, è che in alcune regioni, soprattutto quelle
meridionali, dalla Sicilia alla Calabria, non sono stati ancora
terminati i primi round di colloqui con i beneficiari del reddito per
la sottoscrizione dei patti per il lavoro. In totale, i percettori
occupabili sarebbero intorno a 700mila. A inizio dicembre, il
Messaggero, citando fonti sindacali, spiegava che i beneficiari che
avevano trovato un lavoro fossero a conti fatti meno di mille. Dati poi
smentiti dal presidente di Anpal Mimmo Parisi che al Fatto Quotidiano
ha riferito invece di 18mila beneficiari che hanno già trovato un
lavoro, senza però fornire alcuna fonte per verificare le cifre. Il
chiarimento, ora, era atteso nella conferenza stampa in programma, che
però è saltata.
A conti fatti, ad oggi, sono stati spesi oltre tre miliardi per le
erogazioni del reddito. Ma ancora non si sa davvero quanto la fase due
del reddito, quella della ricerca di un lavoro per i percettori,
partita con grande ritardo, stia funzionando. E Anpal non si è ancora
dotata della piattaforma di incrocio tra domanda e offerta che l’ex
ministro del Lavoro Luigi Di Maio e Mimmo Parisi avevano promesso sin
dall’inizio, con l’idea di replicare il modello che lo stesso Parisi
aveva creato in Mississippi tramite la piattaforma “Mississippi Works”.
Quello che si sa è che presidente di Anpal avrebbe ripreso i colloqui
con Invitalia per lo sviluppo del software, dopo lo stop dovuto alla
consulenza di Ernst & Young che valutava il costo di sviluppo
intorno ai 600mila euro anziché i 17 milioni chiesti dal progetto
Invitalia.
Intanto, l’accesso alla piattaforma MyAnpal risulta temporaneamente
sospeso, in attesa di migliorie al sistema. Mentre continua a
trascinarsi pure la lunga vertenza dei 654 operatori precari di Anpal
Servizi, controllata di Anpal (la stessa che ha assunto i navigator),
che ormai da più di un anno chiedono di essere stabilizzati, con 40 di
loro che sono già stati lasciati a casa.
LINKIESTA
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AI DISOCCUPATI CI PENSA FLIXBUS
Eravamo tutti concentrati a difenderci dall'invasore e non ci siamo
accorti che l'unica cosa di cui dovremmo avere veramente paura è questa
continua emorragia di giovani italiani. Denatalità, neet (persone che
non studiano né lavorano) ed emigrazione sono indicatori, ormai
cronicizzati, del fallimento di un Paese che non ha individuato alcun
percorso di sviluppo». È severa l'analisi che Alessandro Rosina,
professore di Demografia e Statistica sociale alla Cattolica di Milano,
fa dell'ultimo report dell'Istat che restituisce una fotografia
impietosa dell'Italia dei cervelli in fuga: 117.000 (età media 30 anni)
solo nel 2018, 816.000 negli ultimi dieci anni, 182.000 dei quali
laureati, ma in generale con un livello di istruzione medio-alto.
Un'emorragia costante negli ultimi dieci anni quella degli italiani che
scelgono di trasferirsi all'estero a fronte della quale, nel 2018, fa
da contraltare anche il calo dell'immigrazione, soprattutto dai Paesi
africani, che fa segnare un meno 17 per cento. Dopo cinque anni di
crescita costante, il netto calo degli sbarchi del 2018 ha portato a
una conseguente diminuzione delle iscrizioni alle anagrafi italiane di
cittadini stranieri anche se — è d'obbligo ricordarlo — le prime
nazioni d'origine di chi arriva in Italia restano, saldamente, Romania
e Albania.
Dimenticate l'emigrato semianalfabeta con la valigia di cartone che
lascia l'Italia dalle regioni del Sud verso la Germania, il Belgio, la
Svizzera alla ricerca di un impiego nell'edilizia o nella ristorazione.
È un piccolo esercito di giovani tra i 25 e i 30 anni, un terzo dei
quali laureati (soprattutto le donne che in percentuale superiore hanno
un titolo di studio qualificato), quello che, nel 2018, ha deciso di
cercare risposte alle proprie aspettative di lavoro e di miglioramento
di qualità di vita.
L'Erasmus all'Università è stato solo una prova generale: quanto basta
a capire che in Italia, a parte una sfilza di stage sottopagati, non
c'è futuro per chi ha studiato e ha tutta l'intenzione di prendersi
quello che gli spetta. Se non in Italia, altrove. Soprattutto nel Regno
Unito (21.000 solo l'anno scorso nonostante lo spauracchio Brexit,
133.000 negli ultimi dieci anni), in Germania, Francia, Spagna e
Svizzera. E partono soprattutto dalle regioni più sviluppate del Paese,
la Lombardia su tutte, che lo scorso anno ha visto andare via 2000
persone, segnando tuttavia un saldo positivo in quanto destinazione più
gettonata per la migrazione interna dalle regioni del centro-Sud sempre
più desertificate: solo nel 2018, 16.000 laureati hanno lasciato, 8500
da Sicilia e Campania.
(Alessandra Ziniti)
PULIRE QUELLA FACCIATA TOCCA AL COMUNE
Di sicuro non è stato il proprietario di questo immobile, alle Crocette
dove c'è la fermata del bus, che ha conciato in questo stato la
facciata. Anno dopo anno le scritte e i manifesti si sovrappongono come
una sorta di cappotto comunicativo. Magari è pure leggermente
arrabbiata (pare sia una donna, la proprietaria) della situazione. A
Curno vige un regolamento – ci riferiamo a quello che obbliga i
frontisti di tagliare l'erba e spalare la neve dai marciapiedi oppure
alla recente ordinanza di cinque pagine cinque in ordine al tener
puliti gli spazi privati- che non esistiamo a definire
nazi-comunista in quanto sostanzialmente non serve ai cittadini comuni
ma serve sopratutto ai bottegai ed ai bar per uccellare meglio i loro
clienti. Pure in piazza della chiesa c'è una facciata che appena
rinnovata è stata “decorata” da qualche minchione atalantino. Per
dimenticare l'eleganza del muretto di recinzione dell'oratorio oppure
come è stato abbandonato il campo di tamburello. Pensiamo che spetti al
Comune e non allo sfortunato proprietario dell'edificio alle Crocette,
rimetterlo in sesto ad un livello “minimo” di decenza dal momento che
se dei mascalzoncelli lo pitturano nottetempo, la responsabilità è del
Comune che dovrebbe vigilare sull'ordine pubblico e il decoro del
paese. Ovvio che da una giunta che si limita ad emettere
ordinanze senza nemmeno fare il più elementare ragionamento, non
ci si debba attendere qualche moto di buonsenso ma solo sanzioni. Che
costano la carta per emetterle. Comunque è strano che alle Crocette NON
passi mai un consigliere della maggioranza per vedere questa vergogna e
–tra una regalia e l'altra alle associazioni che li votano- decidano di
tenere bene anche il paese di chi NON vuole regalie in cambio del voto.
IL CUSTODE DELLA LATRINA LA METTE SUL RIDERE MA RESTA SEMPRE BUGIARDO
Retromarcia con ennesima figuraccia di bugiardo. Il custode delLa
Latrina di Nusquamia l'ing. Claudio Piga si interesserebbe dei fatti
dei Curnesi? ma quando mai!?. Già, un sardAgnolo trapiantato in Brianza
che viene a Curno a fare il portavoce di una giunta fascioleghista e
che da dieci anni impesta la politica locale d'ogni sorta di nefandezze
incazzato nero perché… al secondo numero del suo interessamento (
a 1500 euro al colpo…) viene licenziato (ma quando mai!?) sarebbe uno
che si interessa (troppo) dei fatti locali? Ma quando mai!?. Lui
impestava il blog dell'UdC locale tanto da costringere i propri
proprietari a chiuderlo? Ma quando mai!?. Siccome s'è accorto che
raccontando i fatti privati dei figli ha compiuto una atto fuorilegge
(non si racconta MAI la disabilità di un'altra persona) degno di
qualche anno di galera, ecco che la gira fuori nell'ironia: pochi
scherzucci di dozzina. Pure la pubblicazione della disabilità dei figli
sarebbe uno scherzo per smontare quel che la gente sa benissimo. Lui ha
nel suo blog una mezza dozzina di dossier. Ma quando mai !? Dove
sarebbero?!. Lui si inventa le sentenze e le pubblica in ornato? Ma
quando mai!?. Un genio del latino rum e del greco rum che partito dalla
Olivetti s'è ridotto a mettere in piedi una azienda di flayer
nascondendola dentro il negozio di fiorista del padre del socio perché
non ha la partita iva (indovinate perché?) ha il diritto di irridere
chi scrive? Ma quando mai!?. Non sono il portavoce dei Curnesi: quel
che pensano e votano i curnesi lo pagano sulla propria pelle. Il
sottoscritto i Curnesi LI ASCOLTA e cerca di capire perché ragionano in
un certo modo e agiscono di conseguenza. La trasparenza di questo
blog è scritta nelle prime righe di prima pagina: Il sito contiene
materiale estratto dalla rete. Il contenuto e la posizione politica
espressa nei siti non necessariamente é condivisa da noi. Vengono
riportati in quanto interessanti e quindi leggibili per informazione.
Alcuni pezzi combinano testi di vari articoli. E noi PAGHIAMO
l'abbonamento dei giornali che pubblichiamo: non fotografiamo di
sfrosso le cinquecentine per usarle come promozione personale.
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