A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1148 DEL 16 DICEMBRE 2019
























































Di cosa parliamo in questa pagina.



















UN RIASSUNTO DI DIVERSE MISURE SENZA UN RISULTATO DEFINITVO
REDDITO DI CITTADINANZA:
ESCLUSI 2,2 MILIONI DI POVERI «ASSOLUTI»
REDDITO DI INCLUSIONE E DI CITTADINANZA.
DA 292 A 484 EURO AL MESE.
DA 1,4 A 2,5 MILIONI DI PERSONE.
E I NUOVI OCCUPATI EX RDC? BOH!?
(...)

AI DISOCCUPATI CI PENSA FLIXBUS
(...)Eravamo tutti concentrati a difenderci dall'invasore e non ci siamo accorti che l'unica cosa di cui dovremmo avere veramente paura è questa continua emorragia di giovani italiani. Denatalità, neet (persone che non studiano né lavorano) ed emigrazione sono indicatori, ormai cronicizzati, del fallimento di un Paese che non ha individuato alcun percorso di sviluppo». È severa l'analisi che Alessandro Rosina, professore di Demografia e Statistica sociale alla Cattolica di Milano, fa dell'ultimo report dell'Istat che restituisce una fotografia impietosa dell'Italia dei cervelli in fuga: 117.000 (età media 30 anni) solo nel 2018, 816.000 negli ultimi dieci anni, 182.000 dei quali laureati, ma in generale con un livello di istruzione medio-alto. Un'emorragia costante negli ultimi dieci anni quella degli italiani che scelgono di trasferirsi all'estero a fronte della quale, nel 2018, fa da contraltare anche il calo dell'immigrazione, soprattutto dai Paesi africani, che fa segnare un meno 17 per cento. Dopo cinque anni di crescita costante, il netto calo degli sbarchi del 2018 ha portato a una conseguente diminuzione delle iscrizioni alle anagrafi italiane di cittadini stranieri anche se — è d'obbligo ricordarlo — le prime nazioni d'origine di chi arriva in Italia restano, saldamente, Romania e Albania.
Dimenticate l'emigrato semianalfabeta con la valigia di cartone che lascia l'Italia dalle regioni del Sud verso la Germania, il Belgio, la Svizzera alla ricerca di un impiego nell'edilizia o nella ristorazione. È un piccolo esercito di giovani tra i 25 e i 30 anni, un terzo dei quali laureati (soprattutto le donne che in percentuale superiore hanno un titolo di studio qualificato), quello che, nel 2018, ha deciso di cercare risposte alle proprie aspettative di lavoro e di miglioramento di qualità di vita.
(...)

PULIRE QUELLA FACCIATA TOCCA AL COMUNE
Di sicuro non è stato il proprietario di questo immobile, alle Crocette dove c'è la fermata del bus,  che ha conciato in questo stato la facciata. Anno dopo anno le scritte e i manifesti si sovrappongono come una sorta di cappotto comunicativo. Magari è pure leggermente arrabbiata (pare sia una donna, la proprietaria) della situazione. A Curno vige un regolamento – ci riferiamo a quello che obbliga i frontisti di tagliare l'erba e spalare la neve dai marciapiedi oppure alla recente ordinanza di cinque pagine cinque in ordine al tener puliti gli spazi privati- che non  esistiamo a definire nazi-comunista in quanto sostanzialmente non serve ai cittadini comuni ma serve sopratutto ai bottegai ed ai bar per uccellare meglio i loro clienti.
(...)

IL CUSTODE DELLA LATRINA DI NUSQUAMIA L'ING. CLAUDIO PIGA LA METTE SUL RIDERE MA RESTA SEMPRE BUGIARDO
Retromarcia con ennesima figuraccia di bugiardo. Il custode delLa Latrina di Nusquamia l'ing. Claudio Piga si interesserebbe dei fatti dei Curnesi? ma quando mai!?. Già, un sardAgnolo trapiantato in Brianza che viene a Curno a fare il portavoce di una giunta fascioleghista e che da dieci anni impesta la politica locale d'ogni sorta di nefandezze incazzato nero perché… al secondo numero del suo  interessamento ( a 1500 euro al colpo…) viene licenziato (ma quando mai!?) sarebbe uno che si interessa (troppo) dei fatti locali? Ma quando mai!?.  Lui impestava il blog dell'UdC locale tanto da costringere i propri proprietari a chiuderlo? Ma quando mai!?. Siccome s'è accorto che raccontando i fatti privati dei figli ha compiuto una atto fuorilegge (non si racconta MAI la disabilità di un'altra persona) degno di qualche anno di galera, ecco che la gira fuori nell'ironia: pochi scherzucci di dozzina.
(...)



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le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!



















FERMATA DEL BUS ALLE CROCETTE
ATTENZIONE CHE E' 3000 PIX








ANCHE AD HAIFA
CI SONO I CINGHIALI IN CITTA'
COME A ROMA.
ADESSO FARANNO
UN GEMELLAGGIO SUINO































DIALOGO












































































































































































































REDDITO DI CITTADINANZA:
ESCLUSI 2,2 MILIONI DI POVERI «ASSOLUTI»
REDDITO DI INCLUSIONE E DI CITTADINANZA.
DA 292 A 484 EURO AL MESE.
DA 1,4 A 2,5 MILIONI DI PERSONE.
E I NUOVI OCCUPATI EX RDC? BOH!?

(AGI) - Roma, 30 apr.'19 - Nei 15 mesi trascorsi dall'istituzione del Reddito di inclusione (Rei) sono stati erogati benefici economici a 506 mila nuclei familiari coinvolgendo 1,4 milioni di persone, per un importo medio erogato di 292 euro al mese.
Lo rileva l'Inps nell'Osservatorio statistico sul Rei, spiegando che la maggior parte dei benefici sono stati erogati a nuclei residenti nelle regioni del sud (68%), con interessamento del 71% delle persone coinvolte. Il 46% dei nuclei beneficiari di ReI, che rappresentano il 50% delle persone coinvolte, risiedono in sole due regioni: Campania e Sicilia. A seguire Puglia, Lazio, Lombardia e Calabria coprono un ulteriore 29% dei nuclei e il 28% delle persone coinvolte.
L'importo medio mensile erogato nel periodo gennaio 2018 - marzo 2019, pari a 292 euro, risulta variabile a livello territoriale, con un range che va da 234 euro per i beneficiari della Valle d'Aosta a 324 euro per la Campania.
Complessivamente le regioni del Sud hanno un valore medio del beneficio piu' alto di quelle del Nord per 50 euro (+21%) e di quelle del Centro per 33 euro (+12%). (AGI)

Reddito di cittadinanza, Inps: oltre un milione di domande accolte. di Fatto  Quotidiano | 16 dic. 2019

Oltre un milione di domande accolte, 444mila respinte e più di 112mila in lavorazione. Sono i numeri del reddito di cittadinanza tra aprile e novembre, diffusi dall'Osservatorio dell'Inps sulla misura voluta dal M5s. Per le famiglie beneficiarie (1.014.429) l'importo medio mensile è di 484,44 euro, considerando anche i nuclei percettori della pensione di cittadinanza. Napoli è la provincia italiana con più beneficiari, quasi 120mila, e la Campania è la regione in cui si concentra quasi un quinto di tutti i percettori in Italia.

Le famiglie che ricevono il reddito di cittadinanza, stando ai dati Inps, sono quasi tutte italiane: 911mila su poco più di un milione. Le famiglie con cittadini europei sono 35mila, quelle di extracomunitari con permesso di soggiorno appena 56mila, 'anche per colpa dei ritardi nellesame delle domande. Sono solo circa un terzo le famiglie con almeno un minore a carico che percepiscono l'importo mensile, mentre sono 209mila quelle con un disabile.

Reddito di cittadinanza: esclusi 2,2 milioni di poveri "assoluti"
14 dic. 2019
I paradossi della misura fra macchinosi calcoli e clamorose ingiustizie : un milione di beneficiari non avrebbe titolo secondo i calcoli dell'Osservatorio Cpi di Carlo Cottarelli

di Marco Ruffolo

Se sono un single e vivo in una piccola città del Mezzogiorno con 570 euro al mese, e quindi non sono povero perché supero la soglia di povertà assoluta Istat, ho diritto lo stesso al reddito di cittadinanza (ammesso ovviamente che rispetti gli altri requisiti richiesti). Se invece vivo in una città metropolitana del Nord con poco meno di 835 euro al mese, e dunque sono povero perché non raggiungo la soglia Istat, potrei non averne diritto. Se abito con un coniuge e due figli minori in un piccolo centro del Sud, e guadagno 1.125 euro al mese (sopra la soglia di povertà), ho diritto a ricevere il reddito di cittadinanza. Se invece (a parità di componenti familiari) vivo in un grande Comune del Centro con uno stipendio appena sotto i 1.414 euro al mese (e dunque sono povero), quel sostegno da parte dello Stato non è più garantito.

Uno strumento rozzo
Benvenuti nei paradossi e nelle distorsioni di quello strumento politico che dovrebbe (e secondo il suo proponente Luigi Di Maio avrebbe già dovuto) abolire la povertà in Italia. E che invece è così rozzo da non tener conto neppure dei dislivelli di costo della vita tra un'area e l'altra del Paese, che rendono assai diversi i rispettivi tenori di vita. Grazie all'ultimo studio dell'Osservatorio Conti Pubblici Italiani di Carlo Cottarelli, riusciamo ora a spiegare il primo grande limite del reddito di cittadinanza (il secondo è di non saper trovare un lavoro ai suoi beneficiari): quel reddito ha escluso circa 2 milioni 200 mila poveri assoluti e ha invece incluso un milione di residenti che poveri non sono, almeno secondo i criteri dell'Istat.
Sovrastime e stranieri esclusi
L'analisi parte dall'indagine della Banca d'Italia sui bilanci delle famiglie: l'unica che fornisce le informazioni su consumi, redditi, ricchezza e altri requisiti necessari per calcolare sia il reddito di cittadinanza sia il numero di poveri in base al criterio Istat. Lo studio dell'Osservatorio di Cottarelli spiega che innanzi tutto c'è una sovrastima del numero dei poveri rilevato dall'Istat: sulla base di dati più realistici su consumi, redditi e ricchezza, essi scenderebbero da 5 milioni a un livello tra 3,6 e 4,3 (di cui 2,5-3 milioni di italiani). Nel primo caso, verrebbero esclusi quindi 1,4 milioni di poveri: molti di loro sotto-dichiarano, nelle indagini Istat, i propri consumi, così come fanno probabilmente quando presentano la dichiarazione dei redditi. Quando invece si trovano a fare la domanda per il reddito di cittadinanza, "sanno di assumersi - dice la ricerca - il rischio di sanzioni pesanti (incluse quelle penali) in caso di controlli che ne attestino la reale condizione".
Secondo passo: ai 3,6 milioni di poveri che risultano con la nuova stima (nella prima delle due ipotesi) ne vanno tolti altri 2,2: esclusi per una ragione o per l'altra dal reddito di cittadinanza. Tra questi esclusi ci sono quasi tutti gli extracomunitari poveri (ben oltre un milione) che il governo giallo-verde ha deliberatamente estromesso. Come? Prima restringendo la platea ai soli residenti da almeno dieci anni, poi imponendo loro di farsi dare dal proprio Stato di origine una certificazione, tradotta in italiano e legalizzata dall'autorità consolare, dove si indichi il possesso dei requisiti del reddito di cittadinanza: limiti di reddito, Isee, patrimonio mobiliare e immobiliare.
MARCO RUFFOLO

La conferenza stampa del presidente di Anpal Mimmo Parisi per la presentazione dei dati sull'avviamento al lavoro dei beneficiari del Reddito di cittadinanza prevista per oggi alla fine è saltata. A meno di 24 ore dall'appuntamento con i giornalisti, da Anpal spiegano che è arrivato lo stop da parte del ministero del Lavoro per motivazioni che ancora non si conoscono. Continua così ad aleggiare il mistero su quanti percettori del sussidio abbiano effettivamente trovato un lavoro tramite i centri per l'impiego e il supporto dei 3mila navigator assunti da Anpal la scorsa estate.
Le prime erogazioni del reddito sono partite a maggio scorso. Quello che si sa, sette mesi dopo, è che in alcune regioni, soprattutto quelle meridionali, dalla Sicilia alla Calabria, non sono stati ancora terminati i primi round di colloqui con i beneficiari del reddito per la sottoscrizione dei patti per il lavoro. In totale, i percettori occupabili sarebbero intorno a 700mila. A inizio dicembre, il Messaggero, citando fonti sindacali, spiegava che i beneficiari che avevano trovato un lavoro fossero a conti fatti meno di mille. Dati poi smentiti dal presidente di Anpal Mimmo Parisi che al Fatto Quotidiano ha riferito invece di 18mila beneficiari che hanno già trovato un lavoro, senza però fornire alcuna fonte per verificare le cifre. Il chiarimento, ora, era atteso nella conferenza stampa in programma, che però è saltata.
A conti fatti, ad oggi, sono stati spesi oltre tre miliardi per le erogazioni del reddito. Ma ancora non si sa davvero quanto la fase due del reddito, quella della ricerca di un lavoro per i percettori, partita con grande ritardo, stia funzionando. E Anpal non si è ancora dotata della piattaforma di incrocio tra domanda e offerta che l’ex ministro del Lavoro Luigi Di Maio e Mimmo Parisi avevano promesso sin dall’inizio, con l’idea di replicare il modello che lo stesso Parisi aveva creato in Mississippi tramite la piattaforma “Mississippi Works”. Quello che si sa è che presidente di Anpal avrebbe ripreso i colloqui con Invitalia per lo sviluppo del software, dopo lo stop dovuto alla consulenza di Ernst & Young che valutava il costo di sviluppo intorno ai 600mila euro anziché i 17 milioni chiesti dal progetto Invitalia.
Intanto, l’accesso alla piattaforma MyAnpal risulta temporaneamente sospeso, in attesa di migliorie al sistema. Mentre continua a trascinarsi pure la lunga vertenza dei 654 operatori precari di Anpal Servizi, controllata di Anpal (la stessa che ha assunto i navigator), che ormai da più di un anno chiedono di essere stabilizzati, con 40 di loro che sono già stati lasciati a casa.
LINKIESTA

AI DISOCCUPATI CI PENSA FLIXBUS
Eravamo tutti concentrati a difenderci dall'invasore e non ci siamo accorti che l'unica cosa di cui dovremmo avere veramente paura è questa continua emorragia di giovani italiani. Denatalità, neet (persone che non studiano né lavorano) ed emigrazione sono indicatori, ormai cronicizzati, del fallimento di un Paese che non ha individuato alcun percorso di sviluppo». È severa l'analisi che Alessandro Rosina, professore di Demografia e Statistica sociale alla Cattolica di Milano, fa dell'ultimo report dell'Istat che restituisce una fotografia impietosa dell'Italia dei cervelli in fuga: 117.000 (età media 30 anni) solo nel 2018, 816.000 negli ultimi dieci anni, 182.000 dei quali laureati, ma in generale con un livello di istruzione medio-alto. Un'emorragia costante negli ultimi dieci anni quella degli italiani che scelgono di trasferirsi all'estero a fronte della quale, nel 2018, fa da contraltare anche il calo dell'immigrazione, soprattutto dai Paesi africani, che fa segnare un meno 17 per cento. Dopo cinque anni di crescita costante, il netto calo degli sbarchi del 2018 ha portato a una conseguente diminuzione delle iscrizioni alle anagrafi italiane di cittadini stranieri anche se — è d'obbligo ricordarlo — le prime nazioni d'origine di chi arriva in Italia restano, saldamente, Romania e Albania.
Dimenticate l'emigrato semianalfabeta con la valigia di cartone che lascia l'Italia dalle regioni del Sud verso la Germania, il Belgio, la Svizzera alla ricerca di un impiego nell'edilizia o nella ristorazione. È un piccolo esercito di giovani tra i 25 e i 30 anni, un terzo dei quali laureati (soprattutto le donne che in percentuale superiore hanno un titolo di studio qualificato), quello che, nel 2018, ha deciso di cercare risposte alle proprie aspettative di lavoro e di miglioramento di qualità di vita.
L'Erasmus all'Università è stato solo una prova generale: quanto basta a capire che in Italia, a parte una sfilza di stage sottopagati, non c'è futuro per chi ha studiato e ha tutta l'intenzione di prendersi quello che gli spetta. Se non in Italia, altrove. Soprattutto nel Regno Unito (21.000 solo l'anno scorso nonostante lo spauracchio Brexit, 133.000 negli ultimi dieci anni), in Germania, Francia, Spagna e Svizzera. E partono soprattutto dalle regioni più sviluppate del Paese, la Lombardia su tutte, che lo scorso anno ha visto andare via 2000 persone, segnando tuttavia un saldo positivo in quanto destinazione più gettonata per la migrazione interna dalle regioni del centro-Sud sempre più desertificate: solo nel 2018, 16.000 laureati hanno lasciato, 8500 da Sicilia e Campania.
(Alessandra Ziniti)

PULIRE QUELLA FACCIATA TOCCA AL COMUNE
Di sicuro non è stato il proprietario di questo immobile, alle Crocette dove c'è la fermata del bus,  che ha conciato in questo stato la facciata. Anno dopo anno le scritte e i manifesti si sovrappongono come una sorta di cappotto comunicativo. Magari è pure leggermente arrabbiata (pare sia una donna, la proprietaria) della situazione. A Curno vige un regolamento – ci riferiamo a quello che obbliga i frontisti di tagliare l'erba e spalare la neve dai marciapiedi oppure alla recente ordinanza di cinque pagine cinque in ordine al tener puliti gli spazi privati- che non  esistiamo a definire nazi-comunista in quanto sostanzialmente non serve ai cittadini comuni ma serve sopratutto ai bottegai ed ai bar per uccellare meglio i loro clienti. Pure in piazza della chiesa c'è una facciata che appena rinnovata è stata “decorata” da qualche minchione atalantino. Per dimenticare l'eleganza del muretto di recinzione dell'oratorio oppure come è stato abbandonato il campo di tamburello. Pensiamo che spetti al Comune e non allo sfortunato proprietario dell'edificio alle Crocette, rimetterlo in sesto ad un livello “minimo” di decenza dal momento che se dei mascalzoncelli lo pitturano nottetempo, la responsabilità è del Comune che dovrebbe vigilare sull'ordine pubblico e il decoro del paese. Ovvio che da una  giunta che si limita  ad emettere ordinanze senza  nemmeno fare il più elementare ragionamento, non ci si debba attendere qualche moto di buonsenso ma solo sanzioni. Che costano la carta per emetterle. Comunque è strano che alle Crocette NON passi mai un consigliere della maggioranza per vedere questa vergogna e –tra una regalia e l'altra alle associazioni che li votano- decidano di tenere bene anche il paese di chi NON vuole regalie in cambio del voto.


IL CUSTODE DELLA LATRINA LA METTE SUL RIDERE MA RESTA SEMPRE BUGIARDO
Retromarcia con ennesima figuraccia di bugiardo. Il custode delLa Latrina di Nusquamia l'ing. Claudio Piga si interesserebbe dei fatti dei Curnesi? ma quando mai!?. Già, un sardAgnolo trapiantato in Brianza che viene a Curno a fare il portavoce di una giunta fascioleghista e che da dieci anni impesta la politica locale d'ogni sorta di nefandezze incazzato nero perché… al secondo numero del suo  interessamento ( a 1500 euro al colpo…) viene licenziato (ma quando mai!?) sarebbe uno che si interessa (troppo) dei fatti locali? Ma quando mai!?.  Lui impestava il blog dell'UdC locale tanto da costringere i propri proprietari a chiuderlo? Ma quando mai!?. Siccome s'è accorto che raccontando i fatti privati dei figli ha compiuto una atto fuorilegge (non si racconta MAI la disabilità di un'altra persona) degno di qualche anno di galera, ecco che la gira fuori nell'ironia: pochi scherzucci di dozzina. Pure la pubblicazione della disabilità dei figli sarebbe uno scherzo per smontare quel che la gente sa benissimo. Lui ha nel suo blog una mezza dozzina di dossier. Ma quando mai !? Dove sarebbero?!. Lui si inventa le sentenze e le pubblica in ornato? Ma quando mai!?. Un genio del latino rum e del greco rum che partito dalla Olivetti s'è ridotto a mettere in piedi una azienda di flayer nascondendola dentro il negozio di fiorista del padre del socio perché non ha la partita iva (indovinate perché?) ha il diritto di irridere chi scrive? Ma quando mai!?. Non sono il portavoce dei Curnesi: quel che pensano e votano i curnesi lo pagano sulla propria pelle. Il sottoscritto i Curnesi LI ASCOLTA e cerca di capire perché ragionano in un certo modo e agiscono di conseguenza.  La trasparenza di questo blog è scritta nelle prime righe di prima pagina: Il sito contiene materiale estratto dalla rete. Il contenuto e la posizione politica espressa nei siti non necessariamente é condivisa da noi. Vengono riportati in quanto interessanti e quindi leggibili per informazione.
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