A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1148 DEL 16 DICEMBRE 2019
























































Di cosa parliamo in questa pagina.



















STA SUCCEDENDO QUALCOSA DI GRAVE
NEL MEDITERRANEO E L’ITALIA BOH?
Turchia 81 milioni di abitanti, Iraq  38 milioni, Iran  82 milioni, Arabia Saudita  33milioni , Israele  9 milioni , Egitto  98 milioni, Libia 6,5 milioni, Tunisia 11,5 milioni, Algeria 41 milioni e Marocco 36 milioni.
Turchia Iran ed Egitto sono - saranno i principali player del Mediterraneo orientale. Israele ? c'è anche lei ma solo per fare caos: non è che una pedina mercenaria americana.
Non stupisce quindi che la Turchia miri a mettere le mani sulle risorse energetiche della Libia. Come non stupisce che la Russia, dopo essere stata protagonista della c.d. stabilizzazione della Siria diventandone di fatto l'occupatore soft adesso abbia deciso di mettere mano (anzi: dare una mano) ad Haftar mezzo padrone della Libia. Forse anche principale padrone della Libia. Chi riuscirà a mettere le mani  sulla NOC  (National Oil Company) sarà il padrone della Libia.
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le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!

































































































































































































































































Domenica 15 dicembre sono calati dall'alta Valle Brembana un nutrito gruppo di Volontari che hanno allestito nella piazzetta di Vicolo Ghiacciaia dei banchi dove cucinavano polenta  abbrustolivano cotechini vendevano l'una e l'altra e panini imbottiti di lecconerie  altovalbrembanine nonché raccoglievano fondi per una lotteria. Erano accompagnati –giravano tra le aiuole di Piazza Vecchia- da una biga con a bordo un incerto bigattiere  trainata da due bei cavalloni neri (piuttosto nervosi) ed alcuni boscaioli o carpentieri  sempre dell'alta ValBrembana travestiti da centurioni romani. Tutt'altra figura che quelli al Colosseo!. Qui si respirava davvero il parfum del maschio centro italico che conquistava i rozzi celti, peccato che le parte fossero invertite ma si sa, sotto Natale è concesso tutto. Cari miei Bergamo diventa vieppiù internazionale. Se ne vanno gli inglesi? E noi chiamiamo i romani. Tiè. Che volete di più? Una ruota panoramica!.



STA SUCCEDENDO QUALCOSA DI GRAVE
NEL MEDITERRANEO E L’ITALIA BOH?

Turchia 81 milioni di abitanti, Iraq  38 milioni, Iran  82 milioni, Arabia Saudita  33milioni , Israele  9 milioni , Egitto  98 milioni, Libia 6,5 milioni, Tunisia 11,5 milioni, Algeria 41 milioni e Marocco 36 milioni.
Turchia Iran ed Egitto sono - saranno i principali player del Mediterraneo orientale. Israele ? c'è anche lei ma solo per fare caos: non è che una pedina mercenaria americana.
Non stupisce quindi che la Turchia miri a mettere le mani sulle risorse energetiche della Libia. Come non stupisce che la Russia, dopo essere stata protagonista della c.d. stabilizzazione della Siria diventandone di fatto l'occupatore soft adesso abbia deciso di mettere mano (anzi: dare una mano) ad Haftar mezzo padrone della Libia. Forse anche principale padrone della Libia. Chi riuscirà a mettere le mani  sulla NOC  (National Oil Company) sarà il padrone della Libia.

Le ambizioni politiche nella zona e internazionali della Turchia le impongono di diventare un player  internazionale nel Mediterraneo per governare sia a proprio vantaggio che verso-contro gli altri paesi la distribuzione del gas. Le risorse energetiche interne della Turchia sono limitate, il paese difficilmente può evitare il peso delle importazioni e, di conseguenza, un crescente disavanzo delle partite correnti. La Turchia importa quasi tutti i combustibili liquidi, il carbon fossile e il gas naturale che consuma.
Il gas naturale sarà la principale fonte di spesa nelle importazioni di energia della Turchia. Circa la metà dell'energia elettrica in Turchia proviene da centrali elettriche alimentate a gas naturale, e tale quota è destinata a crescere mentre la Turchia cerca fonti di energia più economiche e pulite. La maggior parte delle previsioni stimano che la Turchia arriverà quasi a raddoppiare il suo consumo di energia elettrica nel prossimo decennio. Infatti, la Turchia è seconda solo alla Cina nella sua crescente domanda di energia elettrica e di gas naturale per la produzione di energia.

L'anno scorso  è stato provato come il Mediterraneo orientale porti in pancia incommensurabili risorse energetiche. Quello di Zohr è il giacimento di metano più grande del Mediterraneo e dopo la sua scoperta è stato attrezzato per la produzione, iniziata nel gennaio 2018.
Cipro è stata una zona molto fortunata per l'esplorazione, con la scoperta di una serie di giacimenti giganteschi negli ultimi anni, fra cui il Glaucus da parte di ExxonMobil nel 2019 e il Calypso da parte di Eni nel 2018. C'è anche un giacimento più sviluppato, l'Aphro dite, che è stato scoperto nel 2011 e in base alle proiezioni genererà un fatturato netto di 9,5 miliardi di dollari in 18 anni grazie alla vendita di gas attraverso il terminal egiziano di Idku.

La Turchia affamata di energia e di indipendenza rispetto ai fornitori come la Russia , ha inviato delle navi nelle acque costiere di Cipro affinché effettuassero trivellazioni in cerca di gas. La Turchia dice che continuerà a cercare metano in queste acque se il governo greco-cipriota riconosciuto internazionalmente non accoglierà una proposta di cooperazione lanciata dai turco-ciprioti.
In tutta risposta, Cipro e la Grecia hanno emesso un mandato di cattura nei confronti di qualsiasi eventuale nave di perforazione che ostacoli le loro attività legate al gas, e si sono appellati all'Unione Europea affinché punisca la Turchia per le sue iniziative.
Israele sta alimentando ulteriormente il potenziale dell'Egitto per diventare il nuovo hub del gas destinato all'Europa. La scoperta e lo sviluppo di giacimenti di metano al largo delle coste di Israele negli ultimi vent'anni gli ha consentito di accumulare abbondanti riserve di gas, che sta cercando di usare in modo da trarne vantaggio dal punto di vista geopolitico.
Israele ha anche instaurato un solido rapporto con Cipro e la Grecia. I tre Paesi svolgono esercitazioni militari congiunte e operazioni coordinate per la sicurezza nel Mediterraneo orientale. Sono tre piccoli paesi ma in posizione geostrategica assai importante.
Attualmente stanno anche collaborando alla costruzione di una conduttura per il gas da 7 miliardi di dollari che colleghi i giacimenti israeliani e ciprioti con l'Italia (EastMed Pipeline Project) passando per l'isola greca di Creta allo scopo di rifornire altri Paesi europei. Questo piano diventerà ancora più redditizio se verranno scoperti altri giacimenti grazie alle attività esplorative in corso al largo delle coste di Creta.

La politica del rischio calcolato seguita dalla Turchia deve essere letta nel contesto dei tentativi da parte di Egitto, Grecia, Cipro e Israele di creare un'infrastruttura energetica regionale che la escluda dal mercato del gas naturale proveniente dal Mediterraneo orientale. Un eventuale accordo fra Egitto e Cipro condurrebbe alla vendita di metano all'Europa dal Mediterraneo orientale aggirando le condutture russe e quelle turche.
Russia e Turchia, che condividono il Mar Nero, hanno da tempo formato un'alleanza energetica che si fonda non solo sul gas ma anche sull'energia nucleare. Il sogno di Recep Tayyip Erdogan è quello di trasformare la Turchia non solo in una potenza militare e politica, ma anche energetica. E per farlo, ha bisogno di Mosca, che può fornire non solo il gas per il mercato turco, ma anche la tecnologia per le centrali nucleari, oltre che trasformarla nell'hub del gas russo per l'Europa sud-orientale.
A questo scopo, sono essenziali due pipeline: il Blue Stream, che è già attivo, e il Turkish Stream, in fase di completamento e con la parte off-shore già realizzata e inaugurata con una cerimonia in Turchia cui ha partecipato anche Vladimir Putin.

Perché il governo guidato da Fayez al-Serraj a Tripoli fa sponda alla Turchia di Recep Tayyip Erdogan? La risposta è semplice: i turchi sono i principali alleati sul piano militare del governo di accordo nazionale. E del suo petrolio. In una conferenza stampa il 10 dicembre Erdogan ha annunciato la possibilità di schierare soldati turchi sul suolo libico proprio in virtù di un accordo militare già pre-esistente. D'altronde, come esposto nell'ultimo rapporto del Panel di esperti sulla Libia, i droni armati di ultima generazione di cui dispone Serraj – in piena violazione dell'embargo sugli armamenti dichiarato dal 2011 dalle Nazioni Unite, come per altro gli approvvigionamenti di sauditi, russi ed egiziani a supporto di Haftar – sono di provenienza turca. Nella stessa conferenza stampa, però, Erdogan ha ricordato come Haftar, definito “un fuorilegge”, schieri forze speciali del Wagner Group, esercito privato russo che il Cremlino usa spesso in operazioni particolarmente delicate. Erdogan ha detto anche di essere convinto che Mosca “rivedrà le sue posizioni” su Haftar.

Il primo atto della crisi scatenata da Erdogan è stata il 27 novembre la firma di un Memorandum d'intesa con il governo di accordo nazionale di Tripoli, l'unica entità statale libica riconosciuta dalla comunità internazionale. L'intesa prevede la costituzione di “aree di giurisdizione marittima”, argomento sul tavolo diplomatico tra i due Paesi da oltre dieci anni. All'articolo uno, è prevista una “zona economica speciale” che va per la Libia dalle città della costa orientale di Derna e Barnia (che in realtà sono sotto il controllo del Generale Khalifa Haftar) fino a un confine immaginario che corre lungo 34 chilometri (18.6 miglia marittime), a circa 80 chilometri a sud est dell'isola di Creta. Per la Turchia invece comincia dallo stesso confine in mare e termina a Nord nella striscia di terra dalla città di Kas a Fathiye. L'istituzione di questo nuovo confine – possibile secondo quanto prevede il diritto marittimo internazionale – ridisegna i confini marittimi tra i due Paesi e prevede collaborazioni nello sfruttamento delle risorse marittime, escluse quelle energetiche. Come ha dichiarato lo stesso Erdogan, in questo caso in cima alle priorità dell'accordo c'è l'esplorazione congiunta Turchia-Libia a largo delle coste di Cipro. È un Memorandum d'intesa perché, come nel caso di quello del febbraio 2017 firmato con il governo di Tripoli con il ministro Marco Minniti, non è necessaria una ratifica del Parlamento libico, che stando a Tobruk, in una zona d'influenza di Haftar, sarebbe in larga parte contrario. Ankara invece ha avuto anche l'avallo del parlamento in tempi record: sette giorni.

Finalmente dopo un lungo dormiveglia dell'Europa che si cullava per la costituzione del suo nuovo governo ecco che per Santa Lucia a lato del Consiglio Europeo, anche il terzetto Conte Macron e Merkel sono usciti allo scoperto con un fragoroso comunicato  “"Esortiamo tutte le parti libiche e internazionali ad astenersi da azioni militari e a impegnarsi a una cessazione complessiva e duratura delle ostilità". E' stato un incontro chiesto dall'Italia per rispondere all'escala tion che nelle prossime ore potrebbe travolgere Tripoli con l'ingresso del generale Haftar in città. Un appello non solo rivolto all'uomo forte della Cirenaica e a Serraj, ma anche ai loro sponsor esterni, rispettivamente Putin ed Erdogan. 
Al trio suddetto fa paura la prossima potenziale invasione di immigrati nel caso scoppiasse una guerra in Libia ed anche un crollo dei profitti delle relative compagnie petrolifere colà operanti.
Riassume ecumenico premier Conte: "Abbiamo condiviso la necessità che l'Europa si faccia sentire". Il non detto è rivolto alla Francia: le divisioni di questi anni sulla Libia hanno portato allo stallo che ora potrebbe a sua volta portare a uno scenario siriano in Libia, dove Russia e Turchia prendono il sopravvento, in questo caso insieme all'Egitto di Al Sisi.

L'impressione generale  è che nei prossimi mesi il pallino  stia solo nelle mani della Russia e di Erdogan e tutti gli altri siano destinati a essere semplici comprimari e  che l'Europa, schiantata sulla  crescita zero (o quasi) debba accontentarsi delle (sostanziose) briciole che Putin ed Erdogan baderanno bene di non toccare mentre la Turchia –rifiutata dall'Europa-  ne diventerà una fortissima concorrente.

Il custode deLa Latrina du Nusquamia, l'ing. Claudio Piga montava la guardia in attesa del commento alla sua ennesina stronzata criminale addosso ai suoi sfortunati figlioli.



Veda dottore di pensare ai casini suoi piuttosto che ai casini (pochi o nessuno) degli altri e tanto meno quelli dei Curnesi. Che sono campati benissimo mille anni prima che arrivasse lei a infettare l'aria. Fossi in lei comprerei un bella corda e m'impiccherei o mi butterei nell'Adda sotto casa.
Coma l'è ol soc, l'è anche la tapa.
Ricattare una merda? Al massimo,,, raccattarla da terra col sacchettino come quella di un cane.