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LA MERKEL NON ERA MAI ANDATA AD AUSCHWITZ
PURE IL PDR SCOPRE L’EVASIONE FISCALE
1 - Questa settimana siamo stati messi di fronte a dei fatti che ci
hanno lasciato perplessi e a disagio. Cinque giorni or sono i
quotidiano ci hanno informato che per la PRIMA volta in vita sua Angela
Merkel ha fatto visita al campo di concentramento nella cittadina
polacca di Oświęcim (in tedesco chiamata Auschwitz). I giornali ci
dicono che la cancelliera è stata il terzo capo di governo tedesco
(dopo Helmuit Schmidt nel 1977 e Helmut Kohl nel fatidico 1989, anno
della caduta del muro di Berlino) a visitare questo campo di
concentramento, simbolo dell’Olocausto. Nella visita era accompagnata
dal primo ministro polacco Mateusz Morawiecki, dal sopravvissuto Bogdan
Bartnikowski e da Ronald Lauder, presidente del Congresso Ebraico
Mondiale. La visita è considerata storica e cade in un momento di
rigurgitante antisemitismo in Europa e in cui si teme che la morte
degli ultimi testimoni del genocidio nazista possa complicare il
processo di trasmissione della memoria e della verità. Angela Merkel,
che è cresciuta nella Germania est, aveva visitato in passato i campi
di sterminio di Buchenwald e Dachau.
Il nostro stupore nasce dal fatto che siano passati 2019-1945=74 anni
(Angela Merkel ha 65 anni) senza che il più importante capo di stato
della Germania non abbia mai sentito il dovere morale di recarsi in
visita “politica” se non altro come sconto dei crimini che molti suoi
elettori e concittadini avevano commesso verso gli internati.
(...)
2 - Del secondo motivo di sconcerto abbiamo già parlato e lo rimettiamo
in pista. Pochi giorni or sono il PdR Mattarella accogliendo gli
studenti in visita al Quirinale ha dichiarato che l’evasione fiscale ”è
una cosa davvero indecente, perché i servizi comuni, la vita comune è
regolata dalle spese pubbliche. Se io mi sottraggo al mio dovere di
contribuire sto sfruttando quello che gli altri pagano, con le tasse
che pagano”. Certo che il momento scelto per parlare sul tema non ci
pare sia stato quello più adatto visto che se oggi apriamo i giornali
leggiamo che il piano del governo per salvare le acciaierie di Taranto
e le migliaia di posti di lavoro che dipendono dalle sorti dell’ex-Ilva
passa attraverso un’operazione molto complessa con dentro un partner
pubblico come Cassa depositi e prestiti, un’azienda controllata dallo
Stato come Snam, il gruppo Arvedi di Cremona e Trieste e infine,
ancora, ArcelorMittal. Vale a dire soldi pubblici per mandare avanti
una baracca pericolosa per gli operai e la popolazione tarantina e in
perdita che il Governo aveva tentato di rifilare agli Indiani mentre
questi l’hanno strizzata ancora meglio dei Riva depredandola dei
clienti. Nei sette anni perduti dell'Ilva, dagli arresti e dal
sequestro del 26 luglio 2012, sono andati in fumo 23 miliardi di euro
di Pil, l'1,35% cumulato della ricchezza nazionale. L'Ilva è una
questione nazionale: il Nord industriale, cuore della meccanica, del
bianco e della componentistica auto che di acciaio si nutrono, ha visto
bruciare 7,3 miliardi di Pil.
(...)
SEGRE VS TERRACINA:DUE STILI
NEL PAESE SGARRUPATO LA MEMORIA
BATTE DOVE CONVIENE ELETTORALMENTE
3 - Il terzo fatto che ci lascia perplessi è la vicenda di Liliana
Segre. Milanese, classe 1930 (89 anni!) è stata nominata senatrice a
vita nel gennaio 2018. La sua storia dopo la liberazione dal campo di
concentramento è tutta una storia di pubblico testimone della shoah.
Vediamola:
- Commendatore Ordine al merito della Repubblica italiana di iniziativa
del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi nel 2004
- Medaglia d'oro della riconoscenza della Provincia di Milano nel 2005
- Laurea Honoris Causa in Giurisprudenza (2008) -
- Laurea Honoris Causa in Giurisprudenza (2008) Università degli studi di Trieste
- Laurea Honoris Causa in Scienze Pedagogiche
- Laurea Honoris Causa in Scienze Pedagogiche 2010 — Università degli studi di Verona
- Senatrice a vita - nastrino per uniforme ordinaria
- Senatrice a vita «Per aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo sociale. 2018
- Dottorato Honoris Causa in Scienze Umanistiche Transculturali 2019 Università degli Studi di Bergamo
- Medaglia d'oro al merito della Croce Rossa Italiana «In segno di
apprezzamento e riconoscenza verso Liliana Segre, per essere portatrice
di pace per la dedizione nel tramandare la memoria alle nuove
generazioni. 2019.
Non si comprende che scuole abbia frequentato e di che lavoro abbia vissuto. Almeno in questo fortunata.
Nei giorni scorsi é morto un ebreo romano di 91 anni, Piero Terracina,
che ha subito una storia identica a quella di Liliana Segre. Chissà
perché a lui non é piovuta addosso una messe di lauree come alla Segre?.
(...)
4 - Sempre in tema di memoria e di conservare la memoria e insegnare la
storia ai giovani. La nostra sindaca con un breve messaggio video sul
sito di Vivere Curno ci ha informati che sarebbe stata presente alla
manifestazione dei 600 sindaci italiani per Liliana Segre. Il Comune di
Curno, in mano a dei reliquati democristiani, celebra il 25 aprile nel
ricordo di un tragico episodio di guerra: l’eccidio di otto partigiani
a Petosino nel settembre del 1944 appartenenti alla formazione
cattolica delle Fiamme Verdi capitanati dal curato di Almè. Il gruppo
partigiano, la formazione di Valbrembo della Brigata «Fratelli Calvi»,
comandato appunto dal curato di Villa d’Almè, don Antonio Milesi (nome
di battaglia Dami), dispose un colpo di mano contro Villa Masnada alle
Crocette , controllata dai tedeschi, per procurarsi armi e
equipaggiamenti. La villa era vuota. L’irresponsabilità del Milesi fu
altissima tanto che le brigate nere arrivarono addosso ai partigiani,
ridicolmente nascostisi dietro i colli di Valbrembo, addirittura in
auto e treno. Quella fucilazione avrebbe fatto meritare l’ergastolo non
solo ai fucilatori, a chi l’aveva ordinata ma anche un processo e una
condanna al Milesi.
(....)
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LA MERKEL NON ERA MAI ANDATA AD AUSCHWITZ
PURE IL PDR SCOPRE L’EVASIONE FISCALE
1 - Questa settimana siamo stati messi di fronte a
dei fatti che ci hanno lasciato perplessi e a disagio. Cinque giorni or
sono i quotidiano ci hanno informato che per la PRIMA volta in vita sua
Angela Merkel ha fatto visita al campo di concentramento nella
cittadina polacca di Oświęcim (in tedesco chiamata Auschwitz). I
giornali ci dicono che la cancelliera è stata il terzo capo di
governo tedesco (dopo Helmuit Schmidt nel 1977 e Helmut Kohl nel
fatidico 1989, anno della caduta del muro di Berlino) a visitare questo
campo di concentramento, simbolo dell’Olocausto. Nella visita era
accompagnata dal primo ministro polacco Mateusz Morawiecki, dal
sopravvissuto Bogdan Bartnikowski e da Ronald Lauder, presidente del
Congresso Ebraico Mondiale. La visita è considerata storica e cade in
un momento di rigurgitante antisemitismo in Europa e in cui si teme che
la morte degli ultimi testimoni del genocidio nazista possa complicare
il processo di trasmissione della memoria e della verità. Angela
Merkel, che è cresciuta nella Germania est, aveva visitato in passato i
campi di sterminio di Buchenwald e Dachau.
Il nostro stupore nasce dal fatto che siano passati 2019-1945=74 anni
(Angela Merkel ha 65 anni) senza che il più importante capo di stato
della Germania non abbia mai sentito il dovere morale di recarsi in
visita “politica” se non altro come sconto dei crimini che molti
suoi elettori e concittadini avevano commesso verso gli internati.
Scrivono. Il padre di Angela studiò Teologia a Heidelberg e, in
seguito, ad Amburgo. Nel 1954 il padre divenne pastore della chiesa di
Quitzow, presso Perleberg, nel Brandeburgo, e la famiglia si trasferì a
Templin. Pertanto, Angela crebbe in campagna, a 80 km a nord di
Berlino, nella Repubblica Democratica Tedesca socialista.
Winifred Engelhardt, ex membro anziano dell'Unione Cristiano
Democratica asserisce in un libro[1] che la capacità della famiglia di
viaggiare tranquillamente dalla Germania Est alla Germania Ovest, come
anche il loro possesso di due automobili, porta alla conclusione che il
padre di Merkel avesse relazioni con il regime comunista, in quanto
tali libertà per un pastore cristiano e la sua famiglia sarebbero state
normalmente impossibili nella RDT.
Come molti giovani connazionali, Angela Merkel fu membro del movimento
giovanile socialista Libera Gioventù Tedesca ma non prese parte alla
cerimonia di passaggio alla maggiore età, comune nella Germania
dell'Est, ma si sottopose invece al rito della Cresima in quanto
osservante nella religione cristiano luterana.
Angela Merkel ha compiuto i suoi studi a Templin e all'Università di
Lipsia, dove ha studiato fisica dal 1973 al 1978. Successivamente ha
frequentato e lavorato all'Istituto Centrale per la Chimica fisica
dell'Accademia delle Scienze a Berlino-Adlershof dal 1978 al 1990.
Angela Merkel parla correntemente il russo. Dopo aver conseguito il
dottorato (Dr. rer. nat.), con una tesi dottorale sulla chimica
quantistica, ha continuato ad operare nella ricerca.
Nel 1989 Angela Merkel è stata coinvolta nel nascente movimento
democratico «Il popolo siamo noi» a seguito della caduta del Muro di
Berlino, aderendo poi al nuovo partito Risveglio Democratico. Dopo le
elezioni libere del 18 marzo 1990 è divenuta portavoce dell'ultimo
governo della Repubblica Democratica Tedesca, guidato da Lothar de
Maizière.
Certo fa pensare che una cattolica abbia bisogno di 65 anni per maturare la decisione di visitare Oświęcim – Auschwitz.
2 - Del secondo motivo di sconcerto abbiamo già parlato e lo rimettiamo
in pista. Pochi giorni or sono il PdR Mattarella accogliendo gli
studenti in visita al Quirinale ha dichiarato che l’evasione fiscale ”è
una cosa davvero indecente, perché i servizi comuni, la vita comune è
regolata dalle spese pubbliche. Se io mi sottraggo al mio dovere di
contribuire sto sfruttando quello che gli altri pagano, con le tasse
che pagano”. Certo che il momento scelto per parlare sul tema non
ci pare sia stato quello più adatto visto che se oggi apriamo i
giornali leggiamo che il piano del governo per salvare le acciaierie di
Taranto e le migliaia di posti di lavoro che dipendono dalle sorti
dell’ex-Ilva passa attraverso un’operazione molto complessa con dentro
un partner pubblico come Cassa depositi e prestiti, un’azienda
controllata dallo Stato come Snam, il gruppo Arvedi di Cremona e
Trieste e infine, ancora, ArcelorMittal. Vale a dire soldi pubblici per
mandare avanti una baracca pericolosa per gli operai e la popolazione
tarantina e in perdita che il Governo aveva tentato di rifilare agli
Indiani mentre questi l’hanno strizzata ancora meglio dei Riva
depredandola dei clienti. Nei sette anni perduti dell'Ilva, dagli
arresti e dal sequestro del 26 luglio 2012, sono andati in fumo 23
miliardi di euro di Pil, l'1,35% cumulato della ricchezza nazionale.
L'Ilva è una questione nazionale: il Nord industriale, cuore della
meccanica, del bianco e della componentistica auto che di acciaio si
nutrono, ha visto bruciare 7,3 miliardi di Pil.
Nei giorni scorsi gli Italiani hanno potuto leggere il calcolo del
professore Università Bicocca di Milano e ricercatore presso l'Istituto
Bruno Leoni, Andrea Giuricin, secondo il quale la stima del costo per
lo Stato di Alitalia solo dal 2008 a oggi sarebbe pari a quasi 9,5
miliardi di euro.
Vero che (altri) numeri parlano (altrettanto) chiaro: ammonta a 107
miliardi e 500 milioni di euro l’evasione fiscale nel nostro Paese.
Qualche studio aggiunge che sommando l’evasione fiscale e quella
contributiva si raggiungono i 120 miliardi. I dati sono contenuti in un
rapporto del 2018 redatto dallo stesso Ministero dell’Economia e delle
finanze (Mef). Tra l’altro, questi numeri sono quasi edulcorati. Sia
perché alcuni economisti come Carlo Cottarelli parlano di ben 130
miliardi.
È difficile per tutti capire di quanto denaro stiamo parlando. Per
farci un’idea dobbiamo pensare che l’intera spesa pubblica per la
sanità, in un anno, ammonta circa a 118 miliardi di euro. La spesa
pubblica per la scuola, per quanto non sia mai stata esattamente
quantificata, dovrebbe stare (2019) attorno agli 70 miliardi ma non si
conoscono le spese degli enti locali. Nel 2017 la spesa per la pubblica
istruzione è stata pari a 66,1 miliardi di euro, di cui 25,1 miliardi
per l’istruzione primaria (prescolastica e elementare), 30,4 miliardi
per quella secondaria (scuole medie, scuole superiori e istruzione
post-secondaria non-terziaria), 5,5 miliardi per quella terziaria
(università) e i restanti 5,1 miliardi per servizi sussidiari e altre
categorie residuali. L’Italia è stata l’unico paese dell’Unione Europea
in cui la spesa per interessi sul debito pubblico (e altre spese
collegate), pari a 69 miliardi nel 2017, ha ecceduto quella per
l’istruzione (per 0,2 punti percentuali di Pil).
Le persone comuni che pagano le tasse prima di riscuotere salario
stipendi pensioni restano interdette nel sentire queste affermazioni
contraddittorie da parte non della casalinga di Voghera, ma da parte
del PdR Mattarella. Il cittadino comune si sente come dentro un
mulinello ed ha la sola certezza che lui verrà spremuto sia da chi non
paga le tasse sia da uno stato che non sa farsi pagare (oltre che
essere spesso complice dell’evasore) sia da uno stato che spende e
spande allegramente dappertutto –Alitalia e Ilva sono due esempio più
attuali temporalmente- senza che sortisca una soluzione una.
Da Mattarella ci saremmo aspettati molto più spesso delle
solide bacchettate pubbliche anche su quei governi che hanno permesso
in piedi quei numeri. Degli evasori e di Alitalia.
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SEGRE VS TERRACINA:DUE STILI
NEL PAESE SGARRUPATO LA MEMORIA
BATTE DOVE CONVIENE ELETTORALMENTE
3 - Il terzo fatto che ci lascia perplessi è la vicenda di Liliana
Segre. Milanese, classe 1930 (89 anni!) è stata nominata senatrice a
vita nel gennaio 2018. La sua storia dopo la liberazione dal campo di
concentramento è tutta una storia di pubblico testimone della shoah.
Vediamola:
- Commendatore Ordine al merito della Repubblica italiana di iniziativa
del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi nel 2004
- Medaglia d'oro della riconoscenza della Provincia di Milano nel 2005
- Laurea Honoris Causa in Giurisprudenza (2008) -
- Laurea Honoris Causa in Giurisprudenza (2008) Università degli studi di Trieste
- Laurea Honoris Causa in Scienze Pedagogiche
- Laurea Honoris Causa in Scienze Pedagogiche 2010 — Università degli studi di Verona
- Senatrice a vita - nastrino per uniforme ordinaria
- Senatrice a vita «Per aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo sociale. 2018
- Dottorato Honoris Causa in Scienze Umanistiche Transculturali 2019 Università degli Studi di Bergamo
- Medaglia d'oro al merito della Croce Rossa Italiana «In segno di
apprezzamento e riconoscenza verso Liliana Segre, per essere portatrice
di pace per la dedizione nel tramandare la memoria alle nuove
generazioni. 2019.
Non si comprende che scuole abbia frequentato e di che lavoro abbia vissuto. Almeno in questo fortunata.
Nei giorni scorsi é morto un ebreo romano di 91 anni, Piero Terracina,
che ha subito una storia identica a quella di Liliana Segre. Chissà
perché a lui non é piovuta addosso una messe di lauree come alla Segre?.
Ad ogni apparizioni in pubblico della Segre e di Terracina erano-sono
ormai l’occasione perché il neofascismo italico in versione
istituzionale (meloniani e leghisti) ed extra istituzionale (casa pound
e l’universo nero) scarichi in rete ed anche materialmente ogni
sorta di minaccia e violenza verbale e fisica se capita.
Francamente l’idea che persone di 90 anni (90!!!) vadano in giro per il
paese – anzi: siano portate in giro- come delle madonne pellegrine a
recitare sempre la medesima allocuzione, al di la del rispetto per la
storia e l’età, ci lascia perplessi. La mia generazione è stata
allevata alla scuola dell’antifascismo ed abbiamo cominciato a sapere
dell’olocausto fin dalle scuole medie: 1958-1960 e ce lo raccontavano
maestri maestre genitori zii. Fortunatamente ci sono migliaia di pagine
di storia e letteratura (non solo italiane) di testimonianza
della dominazione fascista e tedesca e delle colpe degli italiani e del
popolo tedesco. Nella nostra società ormai il contenuto è stato
sostituito dalla forma: invece bisogna studiare a fare studiare anziché
una manifestazione nel salotto di Milano all’ora dell’apericena.
Certo Segre e Terracina non sono Primo Levi.
Per questo il metterli sempre in piazza non saprei se sia fare storia o teatro consolatorio.
4 - Sempre in tema di memoria e di conservare la memoria e insegnare la
storia ai giovani. La nostra sindaca con un breve messaggio video sul
sito di Vivere Curno ci ha informati che sarebbe stata presente alla
manifestazione dei 600 sindaci italiani per Liliana Segre. Il Comune di
Curno, in mano a dei reliquati democristiani, celebra il 25 aprile nel
ricordo di un tragico episodio di guerra: l’eccidio di otto partigiani
a Petosino nel settembre del 1944 appartenenti alla formazione
cattolica delle Fiamme Verdi capitanati dal curato di Almè. Il gruppo
partigiano, la formazione di Valbrembo della Brigata «Fratelli
Calvi», comandato appunto dal curato di Villa d’Almè, don Antonio
Milesi (nome di battaglia Dami), dispose un colpo di mano contro Villa
Masnada alle Crocette , controllata dai tedeschi, per procurarsi armi e
equipaggiamenti. La villa era vuota. L’irresponsabilità del Milesi fu
altissima tanto che le brigate nere arrivarono addosso ai partigiani,
ridicolmente nascostisi dietro i colli di Valbrembo, addirittura
in auto e treno. Quella fucilazione avrebbe fatto meritare l’ergastolo
non solo ai fucilatori, a chi l’aveva ordinata ma anche un processo e
una condanna al Milesi.
Ma facciamo un passo indietro. Nell’edificio che nell’aprile 1945
ospitava municipio di Curdomo-Curno (l’attuale edificio di Curno è lo
stesso edificio fatto costruire dal fascismo quando i due comuni Curno
e Mozzo vennero riuniti d’autorità) erano depositati una grande
quantità di materiali del genio trasmissioni dell’esercito
italiano oltre che cibo,coperte, armi munizioni e cose di valore
depredate dai tedeschi nelle case degli antifascisti ed ebrei
bergamaschi. L’edificio Il (comune) venne conquistato nei giorni
precedenti il 25 aprile dal garibaldino Gianni Artifoni (G. Artifoni,
Memorie della Resistenza, Corponove, Bergamo, 2015). Artifoni si
allontanò da Curno per una spedizione a fermare la fuga dei tedeschi
dall’Italia a Treviglio-Cassano ed al rientro in paese scoperse
che il materiale militare depositato nel cinema era stato portato via.
Decise di mettere al muro le otto guardie lasciate a vigilare, tutti
giovani di Curno. Nel primo manoscritto dell’Artifoni ci sono nomi e
cognomi, scomparsi poi nel libro della figlia. Quando il curato Mario
Frizzi vide quegli otto allineati al muro e i partigiani pronti a
fucilarli, si mise tra le due fazioni sfidando i fucilatori a fucilare
anche lui. Artifoni dette ordine di sospendere l’esecuzione e lasciare
andare i prigionieri. Purtroppo la refurtiva non venne mai recuperata
(quindi era nascosta in qualche fienile del paese) mentre uno di quei
ladroni divenne un importante artigiano elettricista del paese: proprio
partendo da quella refurtiva mai riconsegnata. Il nostri
amministratori hanno dimenticato il curato Mario Frizzi
classe 1911 “uno che ascoltava sfrontatamente nello studio, che aveva
le finestre sul sagrato, Radio Londra con alcuni noti antifascisti
locali; che si sospettava aiutasse i partigiani e si era rifiutato
anche di presenziare al trasporto funebre di un soldato repubblicano”.
Hanno dimenticato un eroe in tonaca nera e celebrano la mala azione di
un curato completamente fuori di testa che aveva condotto a morte molti
giovani che credevano in lui. Hanno dimenticato anche quel tremendo
omino senza coraggio e fortemente fascista che era il prevosto
don Tullio Buelli, del quale si ricorda anche gli una notte gli…
inchiodarono il portone della chiesa con due “assi messi in croce” :
chissà perché… . Poi c'erano altri curnesi meno esposti come
l'Ambrosini e il Corti, operai della Fervet. Un fratello Ubiali dei
mastri carrai.
Insomma la nostra sindaca invece di ricordare i concittadini che tanto
o poco ci misero la propria rusca per darci-darle la libertà, va a
Milano a sfilare oppure a Mozzo a celebrare l’sito di un pretino matto.
Che è uno schiaffo alla memoria.
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