A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1143 DEL 11 DICEMBRE 2019
























































Di cosa parliamo in questa pagina.



















NON ERA IL CASO DI BATTERE IL TASTO ANCHE PRIMA?
Oggi il PdR Mattarella accogliendo gli studenti in visita al Quirinale ha dichiarato che l’evasione fiscale ”è una cosa davvero indecente, perché i servizi comuni, la vita comune è regolata dalle spese pubbliche. Se io mi sottraggo al mio dovere di contribuire sto sfruttando quello che gli altri pagano, con le tasse che pagano”.  Certo che il momento scelto per parlare sul tema non è stato quello più adatto visto che se oggi apriamo i giornali leggiamo che il piano del governo per salvare le acciaierie di Taranto e le migliaia di posti di lavoro che dipendono dalle sorti dell’ex-Ilva passa per un’operazione molto complessa con dentro un partner pubblico come Cassa depositi e prestiti, un’azienda controllata dallo Stato come Snam, il gruppo Arvedi di Cremona e Trieste e infine, ancora, ArcelorMittal. Vale a dire soldi pubblici per mandare avanti la baracca pericolosa e in perdita che il governa aveva tentato di rifilare agli Indiani mentre questi l’hanno strizzata ancora meglio dei Riva e ciao stai bene. Nei sette anni perduti dell'Ilva, dagli arresti e dal sequestro del 26 luglio 2012, sono andati in fumo 23 miliardi di euro di Pil, l'1,35% cumulato della ricchezza nazionale. L'Ilva è una questione nazionale: il Nord industriale, cuore della meccanica, del bianco e della componentistica auto che di acciaio si nutrono, ha visto bruciare 7,3 miliardi di Pil.
Poi  nei giorni scorsi gli Italiani hanno potuto leggere il calcolo del professore Università Bicocca di Milano e ricercatore presso l'Istituto Bruno Leoni, Andrea Giuricin, secondo il quale la stima del costo per lo Stato di Alitalia solo dal 2008 a oggi sarebbe pari a quasi 9,5 miliardi di euro.
(...)

COME LE VEDO IO (LE SARDINE)
Adesso le sardine si trovano abbastanza facilmente anche in piazza… sotto la pioggia. Sott'acqua insomma oltre che sui banchi del supermercato.
Esattamente come mi facevano schifo quelle sardine comprate al mercato da mia madre, altrettanto mi disturbavano quegli anziani che catechizzavano noi bambini ragazzi giovani  colpevoli di volere distruggere l'Italia. Lazarù, drogacc, senza fede: c'era sempre un dito alzato di un  adulto che si sentiva in dovere di insegnarci a stare al mondo.
Poi un giorno mio padre mi spiegò che il buonDio aveva fatto la terra rotonda perché rotolasse senza bisogno di qualcuno che la spingesse e quindi… cominciai a invitare i predicatori e infilarsi il ditone altrove.
Noi che siamo arrivati maggiorenni al '68 avevamo alle spalle poche conoscenze – al massimo eravamo andati al mare a Rimini...- di ogni tipo e quel poco che sapevamo l'avevamo letto o studiato sui libri o ce l'aveva raccontato un insegnante. Oggi le  neo-sardine hanno girato almeno mezza dozzina di paesi d'Europa,  hanno sentito i versacci della tv appena nate, hanno indossato i pannoloni piuttosto che i nostri ciapamerde reliquati di vecchie camice di flanella. Sono crescite anche con gli omogeneizzati ed hanno subito quasi tutte le vaccinazioni utili (noi nessuna…) a sopravvivere mentre molti di noi morirono bimbi e ragazzi di tifo e gastroenterite. Per non parlare dei cellulari e dei settemila canali tv che le sardine di adesso li hanno accompagnati dal momento della  nascita.
Quando penso che nella mia famiglia la prima radio arrivò nel 1954!. Sotto l'aspetto sanitario oggi le sardine sono troppo chimichizzate: ingozzate fin da neonate di troppi farmaci inutili e pericolosi.  Mala abitudine che portano avanti anche da adulte assieme al sovrappeso da junkfood.
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le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!
























































































































































































































































RAGAZZI, SE NON SIETE BRAVI NON E' COLPA NOSTRA.
La giunta Gamba aveva deciso-programmato di assegnare 5000 euro per 19 (diciannove) premi agli studenti “meritevoli” riservati a quelli che frequentano i corsi scolastici dopo la scuola dell'obbligo.
Diciamo subito che 5mila euro sono pochini pochini e poi ci sono dei microrimborsi del costo del bus per chi ha compiuto 14 anni.
Ma la delibera non è così banale come sembra, bensì è assai ASTUTA  e per  capirlo basta leggere la determinazione n. 612 del 06-12-2019 a cura della responsabile settore servizi alla persona p.i. sport
Cultura avente per oggetto l' approvazione graduatoria e impegno di spesa premi studenti meritevoli 2019. Dove si legge che gli studenti curnesi non brillano proprio per buone scienza applicazione e  volontà visto che per BEN 19 premi preventivati ne sono stati  assegnati SOLO 6 (sei) vale a dire meno di un terzo. Dei 19 premi quindi  mancavano ben 13 candidati. Scorrendo la tabella vengono i lacrimoni agli occhi e resta la consolazione che per le lauree  le migliori votazioni arrivano dalla Bicocca e della Statale di Milano ed una sola dall'UniBG.
Quindi la giunta Gamba  può fregarsi le manine perché al posto dei 5000 euro preventivati, ne risparmia 3100 e già si prevede una variazione di bilancio per riusarli al meglio.
Chissà se i nostri amministratori ci faranno un pensierino (anche) su questa “andata buca”. La nostra scuola non dovrebbe essere una fucina di autentici geni vista la quantità di soldi che ci buttano dentro?  Invece questi ignorantoni lazzaroni irriconoscenti di ragazzotti e ragazzotte manco riescono ad arraffare tutti i mega premi che promette la giunta Gamba. Di nuovo lacrimoni agli occhi.

NON ERA IL CASO DI BATTERE IL TASTO ANCHE PRIMA?
Oggi il PdR Mattarella accogliendo gli studenti in visita al Quirinale ha dichiarato che l’evasione fiscale ”è una cosa davvero indecente, perché i servizi comuni, la vita comune è regolata dalle spese pubbliche. Se io mi sottraggo al mio dovere di contribuire sto sfruttando quello che gli altri pagano, con le tasse che pagano”.  Certo che il momento scelto per parlare sul tema non è stato quello più adatto visto che se oggi apriamo i giornali leggiamo che il piano del governo per salvare le acciaierie di Taranto e le migliaia di posti di lavoro che dipendono dalle sorti dell’ex-Ilva passa per un’operazione molto complessa con dentro un partner pubblico come Cassa depositi e prestiti, un’azienda controllata dallo Stato come Snam, il gruppo Arvedi di Cremona e Trieste e infine, ancora, ArcelorMittal. Vale a dire soldi pubblici per mandare avanti la baracca pericolosa e in perdita che il governa aveva tentato di rifilare agli Indiani mentre questi l’hanno strizzata ancora meglio dei Riva e ciao stai bene. Nei sette anni perduti dell'Ilva, dagli arresti e dal sequestro del 26 luglio 2012, sono andati in fumo 23 miliardi di euro di Pil, l'1,35% cumulato della ricchezza nazionale. L'Ilva è una questione nazionale: il Nord industriale, cuore della meccanica, del bianco e della componentistica auto che di acciaio si nutrono, ha visto bruciare 7,3 miliardi di Pil.
Poi  nei giorni scorsi gli Italiani hanno potuto leggere il calcolo del professore Università Bicocca di Milano e ricercatore presso l'Istituto Bruno Leoni, Andrea Giuricin, secondo il quale la stima del costo per lo Stato di Alitalia solo dal 2008 a oggi sarebbe pari a quasi 9,5 miliardi di euro.

Vero che (altri) numeri parlano (altrettanto) chiaro: ammonta a 107 miliardi e 500 milioni di euro l’evasione fiscale nel nostro Paese. Qualche studio aggiunge che  sommando l’evasione fiscale e quella contributiva si raggiungono i 120 miliardi. I dati sono contenuti in un rapporto del 2018 redatto dallo stesso Ministero dell’Economia e delle finanze (Mef). Tra l’altro, questi numeri sono quasi edulcorati. Sia perché alcuni economisti come Carlo Cottarelli parlano di ben 130 miliardi.
È difficile per tutti capire di quanto denaro stiamo parlando. Per farci un’idea dobbiamo pensare che l’intera spesa pubblica per la sanità, in un anno, ammonta circa a 118 miliardi di euro. La spesa pubblica per la scuola, per quanto non sia mai stata esattamente quantificata, dovrebbe stare (2019) attorno agli 70 miliardi ma non si conoscono le spese degli enti locali. Nel 2017 la spesa per la pubblica istruzione è stata pari a 66,1 miliardi di euro, di cui 25,1 miliardi per l’istruzione primaria (prescolastica e elementare), 30,4 miliardi per quella secondaria (scuole medie, scuole superiori e istruzione post-secondaria non-terziaria), 5,5 miliardi per quella terziaria (università) e i restanti 5,1 miliardi per servizi sussidiari e altre categorie residuali. L’Italia è stata l’unico paese dell’Unione Europea in cui la spesa per interessi sul debito pubblico (e altre spese collegate), pari a 69 miliardi nel 2017, ha ecceduto quella per l’istruzione (per 0,2 punti percentuali di Pil).

Le persone comuni che pagano le tasse prima di riscuotere salario stipendi pensioni restano interdette nel sentire queste affermazioni contraddittorie da parte non della casalinga di Voghera, ma da parte del PdR Mattarella. Uno si sente come dentro un mulinello ed ha la sola certezza che lui verrà spremuto sia da chi non paga le tasse sia da uno stato che non sa farsi pagare (oltre che essere spesso complice dell’evasore) sia da uno stato che spende e spande allegramente dappertutto –Alitalia e Ilva sono due esempio più attuali temporalmente-  senza che sortisca una soluzione una.
Da Mattarella ci  saremmo aspettati  molto più spesso delle solide bacchettate pubbliche anche su quei governi che hanno messo in piedi quei numeri. Degli evasori e di Alitalia.


MEGLIO LE SARDELE DELLE SARDINE
In bergamasca ci sono le sardine e le sardele e le sardine del Lago di Iseo. Chiariamo subito che tra sarde e sardine non c'è in realtà nessuna differenza perché con il primo termine si intende il pesce fresco della famiglia della Clupeidae mentre le alici fanno parte della famiglia delle Engraulidae. Vivono nel mare, cioè in acqua salata.
Nel Lago di Iseo ma  anche in tutti i laghi di acqua dolce ci sono delle «sardine» che pur essendo denominata e conosciuta localmente come “sardina” è in realtà un agone (Alosa fallax lacustris) ma è chiamata sardina per la sua particolare forma, simile a quella del noto pesce marino.
Come distinguere allora sardine e alici e agoni? Il primo modo è guardare alle dimensioni: la sardina è solitamente più grande, o meglio più lunga, sui 20-25 cm, mentre l'alice è più piccola, sui 15-18 centimetri. Gli agoni sono più grandi ancora: ovviamente le dimensioni si riferiscono a pesci adulti. A uno sguardo più attento anche i colori e la forma sono diversi. Le alici o acciughe hanno delle striature dorate, le sardine sfumature che vanno sul rossiccio. Il corpo dalla sardina è meno slanciato di quello dell'alice che è più piatta e un po' curva sopra la testa.
Da noi le sardine sono quelle in scatola sott'olio. Le sardelle sono quelle sotto sale e gli agoni vengono generalmente essicati
Le sardine sottolio capitavano ogni tanto  per la cena sulla tavola di famiglia quando ero un bambino. Immancabili alla sera del giorno di mercato. Era un cibo povero, eravamo poveri. Mi hanno sempre fatto letteralmente schifo specie per quell'olio di bassa qualità in cui erano conservate. Molti decenni più tardi è diventato un piatto settimanale un tortino di sardine fatto appunto di pesce fresco (quasi: diciamo) pangrattato formaggio olio d'oliva nuovo e vergine (speriamo) peperoncino fresco  aglio e prezzemolo il tutto cotto al forno. La pacificazione è avvenuta per merito dei frigoriferi e della qualità dell'insieme. Ho visto in un agriturismo dalla parti di Iseo e lungo il Po che anche tra i muratori (una categoria sociale  in cui metto tutti gli operatori manuali e manual intellettuali che operano sui cantieri e nelle case) , quel tortino era un pranzo apprezzato sia per la qualità che per la leggerezza dell'insieme ed anche la relativa generosità delle porzioni. In realtà quelle mangiate a Iseo sono agoni, pesci d'acqua dolce del lago omonimo. Gli agoni.

COME LE VEDO IO (LE SARDINE)
Adesso le sardine si trovano abbastanza facilmente anche in piazza… sotto la pioggia. Sott'acqua insomma oltre che sui banchi del supermercato.
Esattamente come mi facevano schifo quelle sardine comprate al mercato da mia madre, altrettanto mi disturbavano quegli anziani che catechizzavano noi bambini ragazzi giovani  colpevoli di volere distruggere l'Italia. Lazarù, drogacc, senza fede: c'era sempre un dito alzato di un  adulto che si sentiva in dovere di insegnarci a stare al mondo.
Poi un giorno mio padre mi spiegò che il buonDio aveva fatto la terra rotonda perché rotolasse senza bisogno di qualcuno che la spingesse e quindi… cominciai a invitare i predicatori e infilarsi il ditone altrove.

Noi che siamo arrivati maggiorenni al '68 avevamo alle spalle poche conoscenze – al massimo eravamo andati al mare a Rimini...- di ogni tipo e quel poco che sapevamo l'avevamo letto o studiato sui libri o ce l'aveva raccontato un insegnante. Oggi le  neo-sardine hanno girato almeno mezza dozzina di paesi d'Europa,  hanno sentito i versacci della tv appena nate, hanno indossato i pannoloni piuttosto che i nostri ciapamerde reliquati di vecchie camice di flanella. Sono crescite anche con gli omogeneizzati ed hanno subito quasi tutte le vaccinazioni utili (noi nessuna…) a sopravvivere mentre molti di noi morirono bimbi e ragazzi di tifo e gastroenterite. Per non parlare dei cellulari e dei settemila canali tv che le sardine di adesso li hanno accompagnati dal momento della  nascita.
Quando penso che nella mia famiglia la prima radio arrivò nel 1954!. Sotto l'aspetto sanitario oggi le sardine sono troppo chimichizzate: ingozzate fin da neonate di troppi farmaci inutili e pericolosi.  Mala abitudine che portano avanti anche da adulte assieme al sovrappeso da junkfood.
Non farei la sardina nelle sardine perché sembrerei una balenottera spiaggiata e pure zoppa, però mi fa piacere notare come questa gioventù che oscilla tra il crimine autolesionista –basta leggere la cronaca quotidiana- e il volontariato ma sempre appesa ai cavetti degli auricolari perché rilevo che non abbiamo allevato proprio dei cicia-particole e maia-nigher. Non fosse altro che di cicia-particole, di impustur-catolec  e maia-nigher è zeppa anche la categoria dei grandi. Degli adulti.
Adesso le sardine hanno cominciato a usare i mezzi telematici e si ritrovano in sempre più piazze senza chiedere il permesso ai giornalisti ai maestri ai padri agli insegnanti. Fatto che li fa incazzare (i secondi) soprattutto perché le sardine non vogliono  farsi catalogare come vorrebbero i vecchi. I soliti che stanno in piedi col ditino o il ditone alzato. Se non la verga in mano.
Ci vengono in mente i tempi della Resistenza. Basta leggere le biografie di quelli che l'hanno fatta davvero ed anche quelle di chi sono stati nascosti in Vaticano oppure ha fatto i littoriali salvo poi diventare comunista socialista giellino cattolico per rivedere la storia delle sardine. Hanno la fortuna di conoscersi e di essere cresciuti in un periodo di pace e di discreto benessere a differenza di chi fece la Resistenza 100-70 anni or sono. Hanno la fortuna di vivere nello spazio Schengen. Hanno la sfortuna di avere padri che non hanno compreso  come sarà il mondo domani (e nemmeno le sardine ne hanno uno in mente). I padri delle sardine hanno costruito  un'Europa  abbastanza di pace salvo l'Jugoslavia e il pervicace disegno della Nato per mano tedesca di sfondare la cortina di ferro. Hanno costruito l'euro ed abbattuto le frontiere tra i 28 ma per adesso  quella costruzione serve più alle imprese che alle persone. I padri delle sardine non hanno ancora compreso l'Europa UNA mentre le sardine hanno in mente solo un paese che si chiama Europa e non ventotto pezzi. Anche per questo i padri stanno li col ditone alzato a fare predicozzi. Insomma mi pare di capire che quello che  noi vecchi non riusciamo ancora ad ammettere, ad accettare, a considerarlo come nostro nella sua interezza piuttosto che per una sua parte, queste sardine invece ce l'hanno già nel proprio DNA.
Certo le sardine sono italiane ma questo tipo di cittadini li trovi dappertutto anche negli altri paesi d'Europa. Basta una carta dei risultati elettorali e vedrai che regione per regione , land per land, dipartimento per dipartimento, di sardine ce ne sono  di più o di meno semplicemente in base all'integrazione europea di quel posto. Mi pare di capire che le polemiche campanilistiche dei vecchi della politica –dalla legge elettorale passando per NoTav-Sitav oppure per il MES non senza dimenticare l'ilare polemica sull'iva dei pannolini- questi guardano più a qualcosa di grande dove stanno senza problemi piuttosto che stare in guardia delle  mille reti che i vecchi politici calano a getto continuo nel mare riuscendo a fare più danno che bene.
Per la Germania il debito italiano fa una paura folle anche quando ci ciucciavano un mare di interessi per pagare laute pensioni ai tedeschi ed alla coppia Salvini&Meloni fanno paura i debiti delle banche dei land tedeschi che sarebbero onorati saccheggiando i risparmi degli italiani. Le sardine sono convinte che debito italiano e debito tedesco sono frutto delle medesime furbate e che domani saranno a carico loro visto che per loro vivere qui o di la è la stessa cosa. Ecco: mi pare che le sardine siano un passo avanti rispetto a noi vecchi. Lo spero. Me lo auguro. Glielo auguro.