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QUESTA PAGINA RIUNISCE TRE PAGINE PRECEDENTI 1139, 1140, 1141.
DEVE ESSERE SUCCESSO QUALCHE PROBLEMA NELLA PUBBLICAZIONE E SICCOME NON VOGLIAMO PERDERE TEMPO, LE RIMETTIAMO IN SESTO.
(Visto che siamo in tema di riciclaggio)
Poche settimane or sono leggendo l'albo pretorio abbiamo trovato una
determinazione di pochi euro (se non ricordo male meno di duecento) per
un piccolino incarichino digitale ad una madamina residente in via
Lungobrembo. Il nostro albo pretorio è una autentica alluvione di
questi micro incarichi a pioggia. Ci ricorda le suore Orsoline di Ponte
oppure quelle dell'asilo di Treviolo, affamate dal prevosto del tempo
(anni '60) tale don Mosca. Secoli or sono Curno aveva un bellissimo
sindaco che distribuiva direttamente mance: allora lui poteva ordinare
al ragioniere di dare la mancetta a questo quello senza troppi casini
burocratici mentre adesso bisogna fare una determinazione e magari
dissimularla con un incarico professionale.
La madamina de quo è nata e cresciuta tra via Monte Ortigara e Matris
Domini che vuol dire non appartenere proprio alla categoria dei
poveri della città e quando si è sposata ha comprato col marito una
casetta a Curno manufatta nei primi anni '50 da una rude muratore ma la
casetta –dalla coppia- finemente restaurata con le loro preziose manine
tranne che si sono dimenticati di qualche problema statico (la casa non
ha fondazioni, come avveniva a quei tempi). All'esterno della casa un
boschetto nel quale i fulmini avevano via via distrutto tutti gli
alberi grandi ed era rimasto con le sole stronze robinie. Dall'altro
lato una distesa di campi coltivati a mais. Un bel giorno la madamina e
il signorino si rivolgono al contadino lamentando che il polline
del mais (pure il mais fa sesso!?) inondava la proprietà della coppia,
addirittura sul tavolo su cui pranzavano all'aperto. Del resto il
cimitero di via IV Novembre è pieno di gente morta per inalazione del
polline del mais.
Certo che solo dei cittadini potevano coniugare qualche corrispondenza
tra polline (vegetale) e sperma (animale) e quindi la faccenda non era
affatto gradevole ma quel contadinaccio li guatò con viso
compassionevole non sapendo come impedire al polline del mais di…
volare e fare il suo dovere.
A poche centinaia di metri dalla coppia di cittadini usciti a vivere in
campagna, ci sono altri emeriti cittadini –uno viene dal centro italia
e l'altro dall'alta ValSeriana- che abitano due villette con
inframezzato un campo dove cresce l'erba e scorazzano i coniglietti
selvatici. Il campo serve in parte anche ai due emeriti cittadini come
parcheggio delle loro auto e di quelle dei loro ospiti. Pure quelli si
lamentano che l'erba nel prato non sia tagliata a loro comando. Hanno
ragione: altrimenti come fanno a parcheggiare aggratis? Hanno anche
fatto capire che il campo meriterebbe qualche pianta di bell'aspetto
tipo magnolia o palma ma non starebbe male nemmeno un banano ma il
solito contadino, già alle prese del problemone polline/sperma, ha
declinato.
Fatto questo lungo preambolo quando abbiamo letto l'ordinanza di cinque
pagine cinque nella quale la sindaca ordina di mettere in sesto gli
spazi privati che non piacciono ai vicini i quali dalle loro villette
pretendono che “gli altri” di fianco mantengano il praticello come
piace alla madamina e al signorino dirimpettai, ci sono venuti in mente
gli episodi descritti. Siamo a Curno, il paese dove è bello vivere.
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