A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1129 DEL 13 NOVEMBRE 2019
























































Di cosa parliamo in questa pagina.



















I GIORNALI: COSA NON FANNO PER NON FARSI LEGGERE
Che la gente sia abituata a leggere gratuitamente i giornali on line e non vada più in edicola a comprare la versione  a stampa è opinione e pratica comune per chi sopravvive nella palta senza sentire la necessità di separare il grano dal loglio. Che i giornali nella versione online facciano di tutto per far perdere la voglia al potenziale lettore a passare dal digitale al cartaceo è evidente. Ne diamo qualche esempio leggero: nel senso che non siamo proprio alle fake news evidenti e pericolose. Il Fatto Quotidiano (foto 1) ieri  impaginava un buon articolo sulle conseguenze dell'abbattimento del Muro accompagnandola da una foto della visita del PdC Conte di qualche tempo fa “incorniciata” dalla pubblicità degli antichi biscotti “bucaneve”. Che abbiamo scoperto è una autentica trovata dal momento che la cornice è fatta da quattro immagini differenti appunto per comporre se necessario una immagine multipla. Già è una cacata vedere la foto notizia con una cornice di biscotti: immaginate se a chi legge  verrà la voglia di correre in edicola. Neanche  per comprarlo come carta igienica.
(...)

QUEL GRAN CAOSE DELLALEGGE DI STABILITA' 2020
Scrive(va) Cottarelli direttore dell'Osservatorio Conti Pubblici della Cattolica di Milano in un articolo per Repubblica a proposito della manovra : La manovra complessiva per il 2020 vale circa 30 miliardi (Tavola 3), di cui 16 in deficit rispetto al quadro tendenziale. Il governo ha sottolineato che oltre metà della manovra è in deficit, quasi a voler enfatizzare che "non si erano messe le mani in tasca agli italiani". Occorre però sottolineare che il deficit tendenziale già rifletteva l'effetto sul 2020 della discesa dei tassi di interesse negli ultimi mesi e, soprattutto, delle misure prese dal governo precedente nel luglio scorso con la legge di assestamento del bilancio dello stato, misure rese necessarie per evitare il possibile inizio di una procedura di infrazione delle regole europee. Rispetto al deficit incluso nel quadro programmatico presentato in aprile nel Programma di Stabilità (il DEF), l'ultimo inviato alla Commissione Europea prima del DPB, l'aumento del deficit è molto limitato (dal 2,1 per cento al 2,2 per cento). In sostanza, quindi, si è riusciti a mantenere il deficit sui livelli promessi dal governo precedente, beneficiando anche delle misure di risparmio da questo introdotte a luglio. In questo senso, non c'è stato un rilevante "finanziamento in deficit", né rispetto ai piani inviati alla Commissione Europea né rispetto al 2019. Ciò detto, per uniformità con le tavole presentate dal governo, commentiamo nel seguito la manovra rispetto al quadro tendenziale.
•    oltre 23 miliardi sono assorbiti dalla disattivazione totale delle clausole IVA per il 2020. Un aumento dell'IVA è invece previsto nell'anno successivo, poiché per il momento il governo intende disattivare solo 10,4 dei 28,8 miliardi di aumento previsto dalla legislazione vigente a partire dal 1 gennaio 2021. Questo comporta clausole di salvaguardia per 18,4 miliardi per il 2021. Anche le clausole di salvaguardia per il 2022 erano previste essere intorno ai 29 miliardi. Dopo la manovra, ne restano circa 25 miliardi.
(...)

LE IMPRESE  SCAPPANO DA TARANTO, SCAPPANO DA BERGAMO
Cominciamo col dire che il parcheggio a monte della collina della Rocca é stata un'idea di un sindaco di centro destra già dirigente della Fiat e che la società messa in piedi –una austriaca specializzata proprio in parcheggi cittadini (che investe in soldi dei fondi pensione tedeschi)  e l'ATB (al tempo diretta da un uomo di fiducia del centrodestra) fosse un ibrido da evitare. L'operazione partì nel 2004: oltre 15 anni or sono. Diciamo anche che tutto il caos messo in piedi nella vicenda Locatelli (in tutti i suoi risvolti) era soltanto un insieme di ripicche e vendette politiche agevolate dalla “caduta” di Formigoni e da una magistratura che… l'intervento è andato bene ma il paziente è morto.
(...)


pdf: 8,4 Mb














































le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!
















































































































































































































































I GIORNALI: COSA
NON FANNO PER
NON FARSI LEGGERE

Che la gente sia abituata a leggere gratuitamente i giornali on line e non vada più in edicola a comprare la versione  a stampa è opinione e pratica comune per chi sopravvive nella palta senza sentire la necessità di separare il grano dal loglio. Che i giornali nella versione online facciano di tutto per far perdere la voglia al potenziale lettore a passare dal digitale al cartaceo è evidente. Ne diamo qualche esempio leggero: nel senso che non siamo proprio alle fake news evidenti e pericolose. Il Fatto Quotidiano (foto 1) ieri  impaginava un buon articolo sulle conseguenze dell'abbattimento del Muro accompagnandola da una foto della visita del PdC Conte di qualche tempo fa “incorniciata” dalla pubblicità degli antichi biscotti “bucaneve”. Che abbiamo scoperto è una autentica trovata dal momento che la cornice è fatta da quattro immagini differenti appunto per comporre se necessario una immagine multipla. Già è una cacata vedere la foto notizia con una cornice di biscotti: immaginate se a chi legge  verrà la voglia di correre in edicola. Neanche  per comprarlo come carta igienica.
Il bello o il buono de Il Fatto (versione on line diretta da Peter Gomez e quella cartacea da Marco Travaglio) è che i contributi più interessanti non sono dei due direttori (Gomez sicuramente meglio di Travaglio) ma si leggono nelle collaborazioni della colonna a sinistra.

La seconda e terza foto sino due pagine non della versione on line di Repubblica (31 ottobre) ma delle versione PDF venduta agli abbonati. Le due pagine nella versione digitale  agli abbonati erano perfette mentre la versione PDF si presentava come illustrata. Che abbiano una versione clonata del programma? Occhio croce Repubblica benché goda tutto sommato di buone vendite e vada meglio nel digitale, s'è ridotta con pochi giornalisti ed autori di valore. Quello che era lo spirito che propalava dal giornale nei tempi passati ormai non c'è più. E diventato un giornale povero leggero dove se trovi 2-3 articoli meritevoli di approfondimento puoi considerarti fortunato. E non dico “articoli condivisibili” ma pezzi che mertitino di essere letti e riflettuti. Non si comprende più se la redazione sia a Roma o Capalbio e se lo spirito dei creatori sia volato via nello smog romano.

La quarta immagine è una pagina del bugiardino provinciale. Basti pensare che l'articolo parla delle castagne alimentari per l'uomo (o il cinghiale il ghiro…) e l'immagine presenta i frutti dell'ippocastano che notoriamente non sono commestibili e non le mangiano nemmeno i…maiali. Nemmeno quello a fiori bianchi ma la varietà a fiori rosa. Ma bisogna leggere l'articolo per trovare autentiche mostruosità di ogni genere al limite da costituire  pericolo per chi legge se dovesse darci credito. Il tragicomico è che non sono   informazioni tratte dalla rete, ma inventate di sana pianta.
Vi si legge per esempio che “per il caldo gli esemplari più solidi e secolari fioriscono una seconda volta, ma non arrivano a frutto: un fenomeno mai visto”. Sicuramente chi vive digitando al caldo o al fresco di un ufficio non ha mai visto.

L'ultima immagine (5) è relativa a un articolo di L'Eco (non esattamente legata alle prime 4) che da sola dice già tutto. Nel 2016 in bergamasca c'erano poco meno di 900mila veicoli (dalla moto alla macchina al bus al camion). Praticamente un veicolo per ciascun abitante cui sia possibile condurlo.  Il  (meno) bello della notizia è che sarebbero 83mila gli automobilisti bergamaschi “smemorati” quando si tratta di pagare il bollo auto: questa evasione, volontaria o meno che sia, comporta un ammanco di 19 milioni di euro per le casse della Regione, che da questa tassa incassa ben 800 milioni. Pari a un debito medi di 229 euro. Più o meno di un'auto su 10 non pagano il bollo. Chissà se pagano l'assicurazione…

IL PROVERBIO RACCONTA CHE I FRATI DI S.PANTALEONE AVEVANO
FATTO 300 BRENTE DI VINO RACCOGLIENDO GLI ACINI CADUTI
A TERRA DURANTE LA VENDEMMIA. IL CONTE 2 ACINO DOPO
ACINO È RIUSCITO A SCONTENTARE TUTTI.
Scrive(va) Cottarelli direttore dell'Osservatorio Conti Pubblici della Cattolica di Milano in un articolo per Repubblica a proposito della manovra :
La manovra complessiva per il 2020 vale circa 30 miliardi (Tavola 3), di cui 16 in deficit rispetto al quadro tendenziale. Il governo ha sottolineato che oltre metà della manovra è in deficit, quasi a voler enfatizzare che "non si erano messe le mani in tasca agli italiani". Occorre però sottolineare che il deficit tendenziale già rifletteva l'effetto sul 2020 della discesa dei tassi di interesse negli ultimi mesi e, soprattutto, delle misure prese dal governo precedente nel luglio scorso con la legge di assestamento del bilancio dello stato, misure rese necessarie per evitare il possibile inizio di una procedura di infrazione delle regole europee. Rispetto al deficit incluso nel quadro programmatico presentato in aprile nel Programma di Stabilità (il DEF), l'ultimo inviato alla Commissione Europea prima del DPB, l'aumento del deficit è molto limitato (dal 2,1 per cento al 2,2 per cento). In sostanza, quindi, si è riusciti a mantenere il deficit sui livelli promessi dal governo precedente, beneficiando anche delle misure di risparmio da questo introdotte a luglio. In questo senso, non c'è stato un rilevante "finanziamento in deficit", né rispetto ai piani inviati alla Commissione Europea né rispetto al 2019. Ciò detto, per uniformità con le tavole presentate dal governo, commentiamo nel seguito la manovra rispetto al quadro tendenziale.
•    oltre 23 miliardi sono assorbiti dalla disattivazione totale delle clausole IVA per il 2020. Un aumento dell'IVA è invece previsto nell'anno successivo, poiché per il momento il governo intende disattivare solo 10,4 dei 28,8 miliardi di aumento previsto dalla legislazione vigente a partire dal 1 gennaio 2021. Questo comporta clausole di salvaguardia per 18,4 miliardi per il 2021. Anche le clausole di salvaguardia per il 2022 erano previste essere intorno ai 29 miliardi. Dopo la manovra, ne restano circa 25 miliardi.
•    3 miliardi (che salgono a 5 nel biennio successivo) riguardano la riduzione del cuneo fiscale sui lavoratori dipendenti, con modalità ancora tutte da definire, ma con inizio a luglio 2020 (da qui il minor costo previsto per il prossimo anno).
•    i restanti 4 miliardi sono la somma di varie "micro-misure" dal costo piuttosto contenuto: riduzione del superticket sanitario, rifinanziamento del Piano Industria 4.0 e delle politiche invariate, misure a sostegno delle famiglie e dei diversamente abili, rilancio degli investimenti nazionali e territoriali.
Oggi sul Corriere  un articolo di Dario Di Vico riporta i duri giudizi di Marco Bonometti (auto), Enrico Carraro (macchine per movimentazione terra), Pietro Ferrari (costruzione impianti e service industrie) e Fabio Ravanelli (prodotti  igiene) che sono i presidenti delle Confindustrie della Lombardia, del Veneto, dell’Emilia-Romagna e del Piemonte. Aziende che
dati Istat alla mano rappresentano 36 mila aziende iscritte, 300 miliardi di export e una parte rilevante degli 835 miliardi di Pil delle quattro regioni.
Carraro se la prende con tre provvedimenti e ne chiede la modica: a) plastic tax, b) sugar tax, c) auto aziendali. Ravanelli nella manovra ci vede «tante ombre e solo una luce, l’aver scongiurato l’aumento dell’Iva». Bonometti: «Se volevano distruggere il sistema industriale ci stanno riuscendo. Sono stati sprecati 20 miliardi con quota 100, reddito di cittadinanza e prima con gli 80 euro senza creare occupazione e senza andare incontro ai giovani. Infine Ferrari: «E’ un governo dell’improvvisazione. Le misure che propongono non sono pensate né curate dal punto di vista tecnico e legislativo».


Oggi le Commissioni Bilancio di Senato e Camera, in seduta congiunta presso il Senato, terminano una serie di audizioni preliminari  di esame della Legge di bilancio 2020 (oggi sono intervenuti i rappresentanti di Banca d'Italia e dell'Ufficio parlamentare di bilancio e il Ministro dell'economia e delle finanze, Roberto Gualtieri) e quindi cerchiamo di fare qualche ragionamento sulla legge di Stabilità 2020 che  adesso va in Parlamento con davanti nientemeno che un migliaio di emendamenti.

Se prendiamo in esame il Rapporto annuale sulle spese fiscali 2018 da cui è stato tratto il bell’articolo di Milena Gabanelli e Domenico Affinito troviamo che dalla casse dello Stato mancano 86 miliardi  (60 nazionale e 25 locali) fatti da agevolazioni pensate ad hoc a favore di questa o quella categoria. La differenza è stata messa nero su bianco dalla Commissione italiana per la redazione del rapporto annuale sulle spese fiscali che ha ritenuto catalogare come tax expenditure «quelle misure che riducono o postpongono il gettito per uno specifico gruppo di contribuenti o un’attività economica rispetto a una regola di riferimento che rappresenta il benchmark» (riprendendo la definizione dalla dall’Ocse). Centinaia di norme e codicilli che si sono accumulati via via negli ultimi 50 anni fino a raggiungere un livello monstre di 727 voci, tra fisco nazionale e locale.

Un governo  “autunno vernino”(riusciranno i nostri eroi a superare l’esito delle elezioni emiliane?)  come l’attuale anziché impegolarsi in una marea di microprovvedimenti per non  fare troppo del male alle varie categorie di riferimento delle varie congreghe politiche avrebbe fatto meglio a tosare in maniera identica tutti i fortunati  che hanno avuto finora quei vantaggi.
Per esempio togliendo dallo zero al 100% le agevolazioni a tutti i soggetti  (persone e imprese) partendo da chi ha un redito di 10mila fino a chi ne ha uno da 100mila e destinare l’intero incasso all’abbattimento dell’IVA piuttosto che  fare altro debito per disattivarne solo 10,4 dei 28,8 miliardi di aumento previsto dalla legislazione vigente a partire dal 1 gennaio 2021. Dopo di che pensare a ridurre il cuneo fiscale di  almeno 10 miliardi (metà a testa inglobando  gli 80 €), destinarne altri 4 all’aumento delle pensioni al di sotto dei 1500 euro e destinare i possibili risparmi 2020 su quota 100 e sul RdI,  alla scuola ed alla salute. Poi le cose si possono aggiustare nel corso dell’anno visto che anche con un PiL appiattito su zero se manteniamo lo spread al di sotto di 130-150… ce la possiamo fare.

Poi cancellare tutte rimanenti micro misure che fanno venire il latte alle ginocchia come la tassa sulle cartine oppure la sugar tax piuttosto che quella sulla plastica il governo doveva pensare di ridurre almeno del 10% le accise sull’energia e sui carburanti.
Certo era una LdS (legge di stabilità) semplificata ma era meglio spendibile come informazione e messaggio ai cittadini mentre quella che hanno elaborato è riuscita alla perfezione a creare un sommovimento di un sacco di categorie senza grandi risultati.
Mentre concludiamo la dettatura di questo post escono le notizie sull’audizione di Gualtieri in Commissione. Tre notizie buone: (1) nel quadriennio 2019-2022 l'Italia può conseguire "un dividendo di credibilità di circa 38,5 miliardi". Dubitiamo.(2) il rafforzamento del bonus asilo nido previsto dall'ultima Manovra scatterà dal primo gennaio e non da settembre come anticipato precedentemente. Il problema è che c’è solo un posto su dieci bambini se si tratta di nidi pubblici, un po’ di più, ma sempre meno di un quarto della popolazione tra gli zero e i tre anni se si mettono insieme asili nido pubblici convenzionati e le sezioni primavera nelle scuole per l’infanzia. Queste cifre sconfortanti nascondono inoltre grandi differenze territoriali, con le regioni del Mezzogiorno che non sempre raggiungono il 10% di copertura e in genere le aree più povere del paese meno dotate di questo tipo di servizi. Quindi l’affermazione del ministro Gualtieri che da gennaio tutte le famiglie italiane con bimbi piccoli avranno il nido gratis appare francamente eccessiva. (3) il direttore generale di Bankitalia Signorini: "Stima Pil 2020 a +0,6% è condivisibile". Dubitiamo: sarà piatto sullo zero.
Un fatto è comunque certo: questa legge pare fatta in primis per non togliere lavoro a commercialisti e  patronati. Poi all’ILVA ci penseranno nel prossimo  conclave.


LE IMPRESE
SCAPPANO DA TARANTO
SCAPPANO DA BERGAMO
Cominciamo col dire che il parcheggio a monte della collina della Rocca é stata un'idea di un sindaco di centro destra già dirigente della Fiat e che la società messa in piedi –una austriaca specializzata proprio in parcheggi cittadini (che investe in soldi dei fondi pensione tedeschi)  e l'ATB (al tempo diretta da un uomo di fiducia del centrodestra) fosse un ibrido da evitare. L'operazione partì nel 2004: oltre 15 anni or sono. Diciamo anche che tutto il caos messo in piedi nella vicenda Locatelli (in tutti i suoi risvolti) era soltanto un insieme di ripicche e vendette politiche agevolate dalla “caduta” di Formigoni e da una magistratura che… l'intervento è andato bene ma il paziente è morto.
Diciamo che Gori doveva bloccare il tutto e invece l'idea che lui ha in mente della città è l'idea dei commercianti e degli affittacamere(i cui clienti intasano continuamente di auto le vie anche se agli altri è vietato passare). Del resto a Bergamo se vuoi vincere le elezioni devi stare coi bottegai e coi padroni delle case che affittano e quelli che vogliono spazi e soldi per le loro cerimonie dove si trovano sempre da soli/sole coi loro adepti o coi loro alunni.
Di poche ore or sono la notizia che l'impresa Collini, esecutrice delle opere, riconsegnerà il cantiere alla proprietà il primo dicembre. L'Impresa Collini non è l'ultima impresetta della valle ma è un leader nei grandi lavori infrastrutturali (ha vinto l'appalto per finire  la galleria di Zogno) e l'altra sera in consiglio comunale di Bergamo, a fronte di una domanda dei penta stellati, all'assessore ai lavori pubblici Marco Brembilla ha risposto alla domanda di quanto verrà aumentato il costo totale dell'opera, alla luce delle varianti già annunciate e conclamate? E Brembilla: Se ci si riferisce alle varianti VN1, VN2, VN3 e VN3a, riunite nella perizia di variante n° 3 che comprende lavori di sistemazione e messa in sicurezza del pendio franato nel 2009 tra le mura del parco della Rocca e la trave “A”; le chiodature e iniezioni di stabilizzazione; la pulizia e sistemazione delle celle di carico poste in opera nel 2009 sulla trave al piede delle mura del parco della Rocca; la sistemazione delle recinzioni sul piano del Parco della Rocca; la recinzione di tutto il tracciato della teleferica a valle delle Mura; le modifiche alle opere di sostegno nella zona lato est della cabina elettrica, con nuova paratia di micropali e taglio di massi; la previsione di nuove travi di ripartizione e nuovi ancoraggi per la presenza di ammasso roccioso a profondità molto superiore rispetto al previsto; la previsione di nuove travi di ripartizione e nuovi ancoraggi sul fronte sud per la presenza di ammasso roccioso di strati a componente argillitica di notevole spessore e in quantità e numero imprevisto con la presenza di fascia complessiva di debolezza per i cinematismi dei fronti di scavo; le nuove travi di sostegno e i nuovi ancoraggi per il ritrovamento di strati argillosi di notevole spessore (20-30 cm). Tutte le suddette lavorazioni hanno comportato un aumento di spesa di euro 1.489.887,11. La Giunta, con delibera in data 1 agosto 2019, ha approvato in sola linea tecnica e ai soli fini edilizi le varianti, ribadendo che la Concessionaria Bergamo Parcheggi dovrà interamente accollarsi l'onere economico derivante dalle perizie di variante. Fine dell'intervento di Brembilla.
Nel frattempo le spese per l'opera aumentano dagli 8.663.804 € iniziali (2004) e si arriva ai 18.442.450 € attuali (2018) cui adesso si aggiunge il nuovo milione e mezzo. Il fatto è – si sa ma non si racconta…- che di fronte all'aumento dei costi dell'opera nel corso dell'ultimo anno si erano divaricate le valutazioni in modo insanabile: Bergamo Parcheggi ha stimato in 1,5 milioni gli extracosti, la Collini aveva presentato riserve per 5 milioni di euro (su un appalto che inizialmente superava di poco i 10 milioni). Una distanza che si è risolta in un accordo dai contorni economici riservati. C'é anche da dire che Bergamo Parcheggi ha incassato 2,4 milioni dall'assicurazione di cui era coperta l'impresa Locatelli chiamata di corsa a riempire lo scavo per fermare la frana in corso (e che ha fornito materiale tutt'altro che regolare) .

Morale della favola anche a Bergamo come a Taranto quando c'è di mezzo il pubblico le imprese scappano o danno forfait. Del resto quando si fa un progetto che  al momento della realizzazione mostrerà tutte le pecche che sono venute fuori (parliamo della parete di sostegno della collina: che è l'unica opera realizzata finora oltre lo scavo) evidente che  non si sia in mano a gente affidabile visto che in città tutti gli umarelli sanno benissimo che la collina (non solo quella della Rocca) sta in piedi finchè non ha occasione di crollare e la descrizione che fa Brembilla è l'immagine perfetta di un fallimento di tutti: chi ha avuto l'idea, progettisti, esecutori, il comune. Che la collina della Rocca stesse in piedi con lo sputo era evidente come era evidente che appena appena si toccava quel posto, veniva giù tutto e infatti è venuto giù, e adesso l'impresa se la squaglia per non avere altri problemi (o guai peggiori).